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1 Freely available online ISSN: Supplement II Vol. 3 N 2 XIII CONGRESSO NAZIONALE S.I.R.N. BARI Aprile 2013 Congress Proceedings 1 Supplement II Vol 3 N 2

2 COMUNICAZIONI ORALI SESSIONE 1 Aula A Venerdì 18 Aprile 2013 Ore Supplement II Vol 3 N 2

3 FMRI CHANGES IN HEMIPLEGIC CEREBRAL PALSY CHILDREN AFTER A ROBOTIC ASSISTED REHABILITATION THERAPY WITH GAIT TRAINER: A PILOT STUDY S.Baldessarelli, A.Vangelista*, P.Bonetti *, A.Cosentino*, M.Barausse, G.Ledro^, A.Picelli ^, N.Smania ^, S.Tamburin&, C.Cacciatori, R.Cerini, B.Brugnoli* IL FUTURO IN SANITA: LA TELERIABILITAZIONE IN PUGLIA S. Filoni, E.F. Russo, M. Russo, A. Cohen, A. Waterman, A. Santamato, G.F. Forte Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus, Gli Angeli di Padre Pio, San Giovanni Rotondo (FG) Università degli Studi di Verona, Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa Scientific background The repetition of motor activities can induce a stimulation of gait patterns spinal and upper spinal generators, inducing a CNS neurofunctional reorganisation and this lead to a motor learning. Aim to determine whether changes in gait functional changes and in cortical activation occurred as a result of robot-assisted Gait Trainer therapy in hemiplegic children. Methods and subjects We recruited 8 hemiplegic children. Each patient has made a GTtraining with ten sessions treatment and was evaluated before, after and after one month of treatment using fmri with two motor tasks (active ankle dorsiflexion; finger tapping), 6 minutes walking test, 10 meters walking test and GAITRite system. Region analysed in fmri are primary motor cortex (M1), primary sensory cortex (S1), supplementary motor area (SMA), premotor cortex (PMA). Results and discussion All the patients increase activation area in the hemisphere damaged at fmri in S1, M1, PMC, SMA and improve gait performance. La Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus di San Giovanni Rotondo (FG), presso il Presidio Extraospedaliero a ciclo continuativo Gli Angeli di Padre Pio, dal gennaio del 2013 ha la possibilità di realizzare un progetto pilota di teleriabilitazione mediante l uso del metodo Meditouch, ovvero di apparecchiature riabilitative ergonomiche con un software dedicato e intuitivo che permette a pazienti, con patologie di pertinenza neurologica ed ortopedica, di seguire un programma motivante di esercizi mono/pluriarticolari all interno dei Presidi a ciclo continuativo (con ricovero), semicontinuativo (diurno), ambulatoriali o teleguidati a casa. Il metodo MediTouch è stato presentato per la prima volta in Italia, attraverso una simulazione ed un collegamento audio/video con l Ospedale di Tel Aviv (Israele), dal suo ideatore, il prof. dr. Avraham Cohen, Direttore clinico del metodo e docente presso l'università della stessa città e comprende: 1. l Hand Tutor, un guanto sensorizzato per la riabilitazione della mano. 2. l Arm Tutor, un tutore ergonomico e resistente per l esercizio 3D del gomito, della spalla e i relativi compensi; 3. il Leg Tutor, un tutore leggerissimo per l esercizio 3D del ginocchio e dell anca; 4. il 3DTutor, l ultimo prodotto nato, pensato per un esercizio funzionale wireless delle braccia, delle gambe o di qualsiasi altro movimento del distretto corporeo. Il Piano Nazionale di Indirizzo per la Riabilitazione 2011, emanato dal Ministero della Salute e approvato in Conferenza Stato-Regioni ed il Quaderno 8/2011 dello stesso Ministero, dedicano ampio spazio alle innovazioni tecnologiche utilizzate dalla medicina riabilitativa e alle loro possibilità applicative nell ambito della ricerca sanitaria. Negli ultimi anni lo sviluppo di tecnologie robotiche e di telecomunicazione a basso costo e di facile utilizzo ha reso sempre più possibile il controllo a distanza di operazioni complesse inclusi i trattamenti medici ed in particolare quelli riabilitativi. La tele riabilitazione oggi rappresenta concretamente la possibilità per il paziente di rimanere in contatto, mediante il monitor di un PC, con la struttura riabilitativa e di svolgere da casa il programma di recupero. 3 Supplement II Vol 3 N 2

4 La teleriabilitazione è un insieme di protocolli riabilitativi, apparati tecnologici e soluzioni infotelematiche che consentono un intervento terapeutico ottimale, anche se il paziente è fisicamente lontano dagli operatori sanitari. Nonostante questa lontananza, rimane assolutamente inalterata la supervisione continua e costante da parte del medico e del fisioterapista. Questo avviene grazie all utilizzo di nuove tecnologie, come per esempio i dispositivi indossabili motion capture che vengono applicati su distretti articolari del paziente come l Hand-Tutor. Essi sono collegati a computer dotati di software appositamente studiati per gestire la riabilitazione a distanza, e di sistemi per la trasmissione di dati acquisiti durante le sedute di trattamento e successivamente elaborati dal personale sanitario. Il paziente attraverso una web-cam viene guidato in uno scenario di gaming virtuale e attraverso un feedback aumentativo attraverso una piattaforma interattiva effettua una fisioterapia a domicilio che è un vero e proprio training funzionale intensivo agendo sull'articolarità (ROM), sulla velocità ed accuratezza del movimento e sui movimenti di opposizione e di pinza. Certamente la teleriabilitazione ha dei vantaggi considerevoli. Innanzitutto permette la domiciliarizzazione del paziente con il superamento della frammentarietà del percorso riabilitativo mantenendone inalterata la qualità. Il paziente beneficia di una supervisione ed un monitoraggio continui da parte del medico e del fisioterapista attraverso la loro telepresenza che permette un tailoring (aggiustamento continuo) effettivo ed in tempo reale durante l esercizio; inoltre i risultati delle sessioni di terapia sono dettate solo dall effetto terapeutico e dalla compliance del paziente. Questa metodica permette anche una teleriabilitazione condivisa, cioè un solo fisioterapista può monitorare le sedute riabilitative di più pazienti a distanza contemporaneamente, ottimizzando tempi e costi che la riabilitazione domiciliare prevedrebbe; questo ovviamente migliora l efficienza del processo, aumentando le capacità complessive del team in termini qualitativi e quantitativi. Attraverso l utilizzo di una semplice web-cam il fisioterapista può formare e dare consigli utili e pratici sulla gestione stessa del paziente al suo caregiver, che, come prevedono le linee guida in Riabilitazione, fa parte integrante del team riabilitativo che ruota attorno al paziente. Una applicazione su larga scala di tali metodologie permetterebbe di ottimizzare l'efficacia del programma riabilitativo, garantendo la sua continuità a domicilio e realizzando una riduzione delle giornate di degenza, con il risultato di una migliore efficienza economica del sistema. La teleriabilitazione consentirebbe a pazienti che vivono in realtà disagevoli da raggiungere o che sono impossibilitati a spostarsi, come ci suggerisce l ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), di superare queste barriere, utilizzando una metodica che sarà vissuta dal paziente come un facilitatore nel suo percorso riabilitativo. Inoltre per le persone con disabilità croniche, al termine del loro percorso riabilitativo, potrebbe prospettarsi una modalità di Attività Fisica Adattata (AFA) che potrebbe giovarsi della teleriabilitazione perché sarebbe controllata e gestita da specialisti del settore in ambito territoriale in modo che i pazienti possano proseguire l attività di prevenzione e ricondizionamento. Attualmente il progetto-pilota riguarda il trattamento in tele riabilitazione di tre pazienti, precedentemente ricoverati c/o il Presidio Extraospedaliero degli Angeli di Padre Pio. Si tratta di un paziente con postumi di lesione midollare C5-C6 che sta effettuando un training sul polso bilateralmente e due pazienti con emiparesi destra in postumi di ictus cerebri il cui trattamento verte principalmente sul recupero della motricità fine e della pinza pollice-indice. È stata effettuata una valutazione del ROM attivo e passivo delle articolazioni utilizzando la sessione test presente sul software e inoltre è stata valutato il deficit di forza attraverso la scala MRC. Ai 3 pazienti è stato installato il software sul proprio PC ed è stato fornito il guanto indossabile Hand-Tutor. I pazienti vengono attualmente sottoposti a 3 sedute/settimana di tele riabilitazione. Il training durerà circa 60 giorni. Al termine del trattamento verranno rivalutati per verificare l outcome raggiunto. 4 Supplement II Vol 3 N 2

5 PATTERN DEL CAMMINO IN PAZIENTI EMIPLEGICI CON PIEDE EQUINOVARO M. Manca, G. Ferraresi, M. Cosma, M. Morelli, MG Benedetti* Unità di Medicina Riabilitativa -Azienda Ospedaliero Universitaria Ferrara * S.C. Medicina Fisica e Riabilitativa - Istituto Ortopedico Rizzoli - Bologna Introduzione Metodiche di cluster analysis sono spesso utilizzate per classificare i pattern del cammino in pazienti con esiti di stroke. Obiettivo dello studio è stato quello di identificare i sottogruppi di un campione di pazienti con piede equinovaro esito di stroke, utilizzando l analisi di cluster basandosi sui parametri di velocità e di cinematica. Materiali e Metodi 49 pazienti emiplegici con piede equino varo sono stati sottoposti a gait analysis. E stato utilizzato un sistema stereofotogrammetrico a 6 telecamere ed il protocollo T3DG che consente di studiare la cinematica della caviglia sui 3 piani sagittale, coronale e trasversale. Risultati Sono stati identificati 5 cluster: tre cluster si caratterizzano per la bassa velocità ( cm/sec) ed il diverso coinvolgimento di anca, ginocchio e caviglia, un cluster ha una velocità intermedia (52.9 cm/sec), ed un cluster caratterizza la popolazione più veloce ( 70.8 cm/sec) con deviazioni articolari meno importanti. STUDIO DELL'APPOGGIO SOTTOPLANTARE CON SENSORI INDOSSATI DURANTE IL TRAINING SU GEO-II IN UN CAMPIONE DI SOGGETTI EMIPLEGICI. M. Vallasciani, C. Spagnuolo, D. Tulli, F. Pranzetti*, S. Baldini, F. Ciarrocca, P. Serafini Istituto di Riabilitazione Santo Stefano, Porto Potenza Picena (MC) *Corso di Laurea in Fisioterapia, Università Politecnica della Marche, Ancona In uno studio precedente abbiamo documentato, per mezzo della baropodografia elettronica, come l appoggio del piede di soggetti normali risulti notevolmente diverso durante il training con GEO II rispetto a quanto si osserva nel cammino a terra. Scopo di questo studio è di verificare se una condizione di menomazione funzionale neuromotoria induca ulteriori alterazioni delle caratteristiche spaziotemporali dell appoggio. Sono state eseguite baropodografie durante il training su GEO II in diverse fasi del ricovero per riabilitazione intensiva postacuta di 19 pazienti. Le misure confermano l ipotesi che le menomazioni neuromotorie determinino un ulteriore alterazione dell appoggio sottoplantare rispetto ai pattern caratteristici del cammino a terra del soggetto normale, senza che la progressione del progetto riabilitativo porti, in molti casi, al recupero di modalità di appoggio più simili al normale. Più spesso si osserva una significativa differenza di carico tra i due arti. 5 Supplement II Vol 3 N 2

6 TRATTAMENTO RIABILITATIVO DELLA DEAMBULAZIONE IN PAZIENTI CON SCLEROSI MULIPLA CON GAIT TRAINER L. Pace, A. Pompa, M. Iosa,P. Casillo, A. Clemenzi,S. Catani, A. Tonini,E. Troisi,M.G.Grasso IRCCS S.Lucia Roma Il Gait Trainer, ausilio robotico per il recupero della deambulazione, permette ai pazienti di effettuare un esercizio ripetitivo compito-specifico anche in quelli che non sono più in grado di deambulare autonomamente. Scopo dello studio è stato valutare l efficacia del trattamento riabilitativo con Gait Trainer (GT) in pazienti con SM rispetto al trattamento neuromotorio convenzionale. Abbiamo selezionato dalla nostra casistica 12 soggetti randomizzati nel gruppo GT e 11 considerati come controllo nel gruppo di trattamento con neuromotoria convenzionale, omogenei per caratteristiche cliniche e anni di malattia(15.9±9.2 vs. 13.3±5.0, p=0.408). I pazienti sono stati valutati con la Fatigue Severity Scale (FSS), il 2-minute walking test (2-WT),il 25 Feet Walking Test (FWT), EDSS, Barthel Scale (BI) e la Rivermead Motricity Index (RMI). Abbiamo evidenziato un miglioramento significativo nella scala della della Fatica (FSS p=0.007, Wilcoxon sign rank test) nel gruppo GT. Inoltre Il 2- WT (p=0.021, test di Student) ed il 25-FWT (p=0.040) sono risultati significativamente migliorati nei pazienti GT( p=0.021 e p=0.040).. RIABILITAZIONE DEL CAMMINO ROBOT ASSISTITA IN PAZIENTI CON PARALISI SOPRANUCLEARE PROGRESSIVA (PSP). VALUTAZIONI CLINICHE E STRUMENTALI. Patrizio Sale1, Daniele Galafate1, Valentina Lombardi1, Maria Francesca De Pandis2, Ivan Sova1, Manuela Galli1,3, Fabrizio Stocchi1, and Marco Franceschini1. 1 IRCCS San Raffaele Pisana, Tosinvest Sanità SpA, Rome, Italy 2 San Raffaele Cassino Tosinvest Sanità SpA, Roma, Italy 3 Dipartimento di Bioingegneria, Politecnico di Milano, Milano, Italy TITOLO Riabilitazione del cammino Robot assistita in pazienti con paralisi sopranucleare progressiva (PSP). Valutazioni cliniche e strumentali. Patrizio Sale1, Daniele Galafate1, Valentina Lombardi1, Maria Francesca De Pandis2, Ivan Sova1, Manuela Galli1,3, Fabrizio Stocchi1, and Marco Franceschini1. 1 IRCCS San Raffaele Pisana, Tosinvest Sanità SpA, Rome, Italy 2 San Raffaele Cassino Tosinvest Sanità SpA, Roma, Italy 3 Dipartimento di Bioingegneria, Politecnico di Milano, Milano, Italy INTRODUZIONE / INTRODUCTION Nei pazienti affetti da paralisi sopranucleare progressiva (PSP) si osserva un lento e inesorabile decadimento delle funzioni motorie con particolare impairment degli arti inferiori. Dispositivi elettromeccanici, come il training con il treadmill, negli ultimi anni sono stati usati nella PSP senza dimostrare una efficacia a medio e lungo termine. Nuovi sistemi robotici associati a sistemi di scarico di peso sono stati introdotti negli ultimi anni nel trattamento riabilitativo delle disabilità di origine neurologica. Lo scopo di questo studio è quello di valutare la fattibilità e verificare il miglioramento clinico in termini di recupero di funzione dell arto inferiore e del cammino in generale in pazienti affetti da PSP con residue capacità motorie e di deambulazione (anche assistita) trattati con terapia robotica di tipo end-effector. METODI / METHODS Disegno della ricerca: Studio preliminare osservazionale con 5 soggetti affetti da PSP. Età compresa tra 18 e 80 anni. Evidenza clinica di deficit motorio degli arti inferiori e diagnosi di PSP. Le valutazioni cliniche e la Gait Anakysis sono state effettuate a all inizio (T0) e alla fine del trattamento (T1). Tutti i soggetti sono stati sottoposti a un trattamento 6 Supplement II Vol 3 N 2

7 riabilitativo consistente in un ciclo di trattamento con il G-EO Robot (Reha Technologies) di 20 sedute ciascuna della durata di 45 minuti, 5 giorni alla settimana per 4 settimane. RISULTATI / RESULTS Le caratteristiche cliniche del gruppo sperimentale sono: età 67,50±9,48 anni, Hoehn e Yahr 2-3 con mediana di 3. Nessuna differenza statistica a T0 è stata trovata tra i parametri clinici e strumentali. I pazienti trattati con terapia robotica hanno mostrato un globale miglioramento al termine del trattamento riabilitativo. Miglioramenti delle performance motorie misurate con valori del six minutes walking test (6MWT) di 177,50±58,61 metri a T0 e 181,83±53,21metri a T1, 10 e valori del TheTimed Up and Go test (TUG) di 40,67±18,55 secondi a T0 e 38,83±18,12 secondi a T1. Miglioramenti dei valori di Frequenza cardiaca (72,33±16,05 T0 e 66,50±10,80 T1) e della saturazione di SaO2 (98,33±1,21% a T0 e 98,00±1,10% a T1) al 6MWT e del test di Borg 2,33±2,16 al T0 e 1,67±1,63 a T1. Inoltre sono stati trovati miglioramenti dei parametri spazio temporali misurati con la Gait Analisys al termine del trattamento robotico. L'analisi della PDQ 39 mostra inoltre un miglioramento della qualità della vita al termine del trattamento con valori a T0 di 70,20±22,40 e a T1 di 53,60±11,74. DISCUSSIONE / DISCUSSION I nostri risultati preliminari dimostrano che il Robot G-EO è tollerato dai pazienti e questi mostrano un miglioramento in termine di qualità del cammino, prestazioni e di endurance. Futuri studi dovranno essere condotti per studiare su larga scala l'effetto di questo trattamento nei pazienti con PSP. BIBLIOGRAFIA / REFERENCES Sale P, Semprini R, Foti C, Fini M, Franceschini M. Gait impairment in neurological disorders: a new technological approach. Funct Neurol Oct-Dec;24(4): Lo AC, Chang VC, Gianfrancesco MA, Friedman JH, Patterson TS, Benedicto DF. Reduction of freezing of gait in Parkinson's disease byrepetitive robot-assisted treadmill training: a pilot study. J Neuroeng Rehabil Oct 14;7:51. Sale P, De Pandis MF, Vimercati SL, Sova I, Foti C, Tenore N, Fini M, Stocchi F, Albertini G, Franceschini M, Galli M. The relation between Parkinson's disease and ageing - Comparison of the gait patterns of young Parkinson's disease subjects with healthy elderly subjects. Eur J Phys Rehabil Med May Supplement II Vol 3 N 2

8 LA VERTICALIZZAZIONE PRECOCE CON ERIGO NEI PAZIENTI AFFETTI DA GRAVE CEREBROLESIONE ACQUISITA (GCLA) IN NEURORIANIMAZIONE: STUDIO PILOTA DI SICUREZZA E FATTIBILITA' L. Sebastianelli, R. Valsecchi, V. Sanese, V. Versace, S. Bonini, A. Zarucchi, M. Capobianco, M. Köfler, G. Sandrini, G. Frazzitta, L. Saltuari UUOO Riabilitazione Neurologica e Neurorianimazione, ospedale Moriggia Pelascini Gravedona ed Uniti (CO). Centro di Neuroriabilitazione LKH Hochzir. UO Riabilitazione Neurologica IRCCS C. Mondino Pavia Le persone colpite da GCLA hanno un migliore outcome funzionale se il trattamento riabilitativo viene iniziato precocemente. Fra le tecniche possibili è di particolare interesse la verticalizzazione con ERIGO, al fine di migliorare il tono muscolare, la ventilazione polmonare ed il livello di coscienza. L obiettivo del presente studio è dimostrare la fattibilità e la sicurezza della verticalizzazione precoce con ERIGO, già durante la fase di ricovero in terapia intensiva. È in corso l arruolamento di pazienti con GCLA in un intervallo compreso fra 3 e 30 giorni dall evento indice, che vengono sottoposti quotidianamente, per tre settimane, a 30 minuti di verticalizzazione e stepping con ERIGO. Nei casi finora trattati non si è verificata nessuna delle condizioni che nella fase di disegno dello studio erano state definite come eventi avversi. I dati preliminari indicano che la verticalizzazione precoce di pazienti con GCLA in terapia intensiva è fattibile e sicura. RIABILITAZIONE ROBOT-ASSISTITA ADATTATIVA SU PIANO E SCALE IN PAZIENTI NEUROLOGICI A. Waldner*, C. Tomelleri*, V. Daloli*, N. Smania * Casa di Cura Villa Melitta, Bolzano; Università di Verona, Verona Introduzione La riabilitazione del cammino è uno degli obiettivi principali della riabilitazione dei pazienti neurologici. L alta intensità di terapia necessaria al riapprendimento motorio richiede l uso di sistemi robotici. La modalità adattiva è una nuova opzione permette al paziente di interagire attivamente con la macchina. Materiali e Metodi Pazienti con differenti patologie neurologiche sono stati sottoposti a terapia locomotoria robotica adattiva sul piano e sulla scala ogni giorno feriale per un periodo di 6 settimane. Sono state valutate la capacità e la volocità del cammino prima e dopo il ciclo di trattamento. Risultati Tutti i pazienti hanno migliorato notevolmente la capacità e la velocità del cammino. Bibliografia Dobkin BH. Strategies for stroke rehabilitation. Lancet Neurol. 2004;3(9): Hesse S, Tomelleri C, Bardeleben A, Werner C, Waldner A. Robot-assisted practice of gait and stair climbing in nonambulatory stroke patients.j Rehabil Res Dev. 2012;49(4): Supplement II Vol 3 N 2

9 COMUNICAZIONI ORALI SESSIONE 2 Aula B Venerdì 18 Aprile 2013 Ore Supplement II Vol 3 N 2

10 MUSICOTERAPIA NELLA RIABILITAZIONE IN ETA' INVOLUTIVA A. De Serio Conservatorio di Musica, Bari (Italia); Centro di Riabilitazione "Don Orione", Bucarest (Romania) INTRODUZIONE. La Musicoterapia costituisce un valore aggiunto nella medicina riabilitativa, potenziando le afferenze fondamentali per l immagine corticale dei progetti cinetici, e il tono dell umore. L Autrice ha elaborato un Piano Musicoterapeutico per soggetti in Età Involutiva (PiMtEI), affetti da patologie disabilitanti, inficianti comportamento motorio (specie automatico) e di relazione. MATERIALI E METODI. Anamnesi musicoterapeutica del paziente. Indice IPAM. Strumenti corporeo-sonoromusicali costruiti anche con materiale commestibile. Sistema musicoterapeuta/paziente/ Produzione di Energia Sonoro-Musicale e interazioni energetiche percettive/cinetiche. SOMPAT del paziente: monitoraggio. RISULTATI E CONCLUSIONI. Il PiMtEI implementa sequenze motorie teleologiche, compartecipazione attentiva e abilità comunicativa, con favorevoli ricadute comportamentali e remissione di disturbi del tono dell umore, anche in quadri ansioso-depressivi associati. BIBLIOGRAPHY. De Serio A., Forenza D., Megna M., Megna G., 2007, Musictherapy and physical activity in the ageing and chronic diseases, The 4th ISPRM World Congress, Seoul, Korea. EFFICACIA DEL BIOFEEDBACK NEL TRATTAMENTO DELLE DISFUNZIONI VESCICO-SFINTERIALI NELLA PERSONA AFFETTA DA SCLEROSI MULTIPLA L. De Palma, S. Damiani, R.Lerario, A.P. Amico G.Cristella, A. Manigrasso, M. Megna, G.Frasca e P. Fiore AOU Ospedale Consorzionale Policlinico Bari - Università degli Studi di Bari Introduzione Obiettivo di questo studio prospettico longitudinale è valutare l efficacia del biofeedback elettromiografico rispetto alla stimolazione elettrica neuromuscolare nella persona affetta da sclerosi multipla che presenti urgenza con o senza incontinenza da urgenza da iperattività detrusoriale neurogena. Materiali e metodi E stata selezionata una popolazione di 11 donne affette da sclerosi multipla clinicamente definita senza episodi di relapse nei 6 mesi precedenti l arruolamento, trattate ambulatorialmente presso l UO di Medicina Fisica e Riabilitazione del Policlinico di Bari. I soggetti reclutati sono stati collocati random in due gruppi. Risultati e Conclusioni Al termine del trattamento i soggetti sottoposti ad elettrostimolazione hanno mostrato una riduzione degli episodi di incontinenza del 29%, i pazienti sottoposti a biofeedback hanno mostrato una riduzione delle perdite involontarie di urina pari al 44,75% con un miglioramento nella valutazione complessiva della qualità della vita. Lo studio conferma che l'approccio cognitivo-comportamentale consente al disabile una rapida ripresa della funzione vescicale Supplement II Vol 3 N 2

11 IMPIEGO DI ALTE DOSI DI TOSSINA BOTULINICA DI TIPO A NEL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA' DOPO STROKE M. Basciani, V. Simone1, A. Santamato2, M. Tolfa, A. Iarossi, G. Maruzzi, F. Di Rienzo, L. Pazienza, D. Intiso Neuro-Riabilitazione e Medicina Fisica e Riabilitativa IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (Foggia) Introduzione La spasticità è un disturbo frequente nei pazienti con stroke che causa limitazioni, e disabilità. Lo scopo del presente studio è stato investigare, l efficacia e sicurezza di alte dosi di una nuova tossina botulinica tipo A (BoNT-A) nella riduzione della spasticità dopo stroke. Inoltre è stato valutato il suo effetto sul dolore e funzionalità. Metodo e soggetti Pazienti con stroke e spasticità sia all arto superiore che inferiore sono stati sottoposti a 2 cicli di infiltrazione con BoNT-A (Xeomin). Nel 1 ciclo i pazienti sono stati trattati con 600 UI e nel 2 ciclo con 800 UI di BoNT-A. La Ashworth Scale modificata (MAS), la Visual Analogue Scale (VAS), il Franchay Arm Test (FAT) e la Functional ambulation classification (FAC) sono stati impiegati per la valutazione della spasticità, dolore e funzionalità al baseline, 4 e 16 settimane dopo BoNT-A. Risultati Nello studio sono stati inseriti 22 soggetti (12M, 10 F, età media 68.1±7.8). Una riduzione significativa della spasticità è stata osservata dopo trattamento con BoNT-A in entrambi gli arti. La MAS è risultata all arto inferiore: 2.5±0.5, 1.9±0.5, 2.1±0.5 (1 ciclo) al baseline, 4 and 16 settimane, e 1.5±0.5, 1.9±0.5 (2 ciclo) a 4 e 16 settimane (Friedman test, p <0.02), rispettivamente. Anche la VAS ha mostrato una riduzione significativa dopo BoNT-A. La funzionalità è rimasta invariata. Conclusioni La somministrazione di 800 UI di BoNT-A (Xeomin) è risultata efficace nel ridurre la spasticità conseguente a stroke, senza produrre gravi effetti indesiderati Supplement II Vol 3 N 2

12 STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO SULLA RIABILITAZIONE DEI DISTURBI URINARI NELLA SCLEROSI MULTIPLA: RISULTATI PRELIMINARI ML. Lopes de Carvalho, G. Francavilla, R. Motta In conclusione i risultati evidenziano che la riabilitazione dei disturbi urinari è efficace nel migliorare i parametri clinici e strumentali in pazienti con SM sia con incontinenza che con ritenzione. AISM- Associazione Italiana Sclerosi Multipla Obiettivo dello studio: Questo studio ha come obiettivo valutare l'efficacia del trattamento riabilitativo dei disturbi urinari in pazienti affetti da SM confrontando un gruppo di pazienti sottoposti al trattamento con un gruppo di controllo (lista di attesa). Material e Metodi 160 pazienti con SM con sintomi urinari saranno reclutati, consecutivamente c/o 2 Servizi di riabilitazione AISM e assegnati in modo casuale al gruppo sperimentale (EG), che effettuerà trattamento riabilitativo, o al gruppo di controllo (CT), assegnato alla lista d'attesa. Verranno registrati i dati demografici e clinici a T0. Entrambi i gruppi saranno valutati con misure di outcome a T0 (inizio trattamento o in lista di attesa) e dopo 2 mesi (T1, fine del trattamento o in lista d'attesa) che comprendono: Residuo post-minzionale (PVR); test di valutazione funzionalità pavimento pelvico (forza, tono, coordinamento); EMG di superficie, diario minzionale per valutazione frequenza, incontinenza, urgenza e nicturia; scale di valutazione (VAS, Qualiveen,UDI, IIQ, Wagner, NQOL, ICIQ, OAB) Il protocollo di riabilitazione prevede 24 sedute di fisioterapia con trattamento personalizzato sulla base della valutazione clinica e può comprendere: IVES, PTNS, chinesiterapia, biofeedback EMG, elettrostimolazione, cateterismo intermittente. Risultati Fino ad oggi, 25 pazienti hanno completato lo studio (21 femmine e 4 maschi), con età media di 53,96 anni (DS ± 10,8), durata media di malattia 14,88 anni (DS ± 8,78), EDSS media di 4, 84 (DS ± 1,57). Il 44% aveva ritenzione (PVR> 100 ml), 84% riferiva incontinenza e l'urgenza, 68% riferiva frequenza e il 60% nicturia. 11 pazienti sono stati assegnati a CG e 14 sono stati assegnati a EG. 2 pazienti del EG hanno abbandonato lo studio per cui solo 12 soggetti hanno completato lo studio. L'analisi statistica ha mostrato differenze statisticamente significative solo per EG tra T0 e T1 e in particolare per: PC test per forza (p=0,035) resistenza (p=0,008) e endurance (p=0,001); PVR (p=0,019); EMG (p=0,001); VAS (p= 0,011); le scale di incontinenza IIQ (p=0,015), wagner (p=0,032), ICIQ (p=0,033) eudi (p=0,006); Scala Nicturia N-QOL (p=0,021); questionario OAB (p=0,038) Supplement II Vol 3 N 2

13 MONITORAGGIO DEI PARAMETRI POSTURALI E DEL DOLORE IN PAZIENTI CON SINDROME DI PISA TRATTATI CON TOSSINA BOTULINICA TIPO A E FISIOCHINESITERAPIA V. Palmisano, A. Lopopolo, R.G. Marvulli, L.M. Barulli, A. Dantone, L. Mastromauro, M. Dargenio, R. Capozzo, G. Logroscino, P. Fiore, M. Ranieri, M. Megna, G. Ianieri Università degli studi di Bari INTRODUZIONE: La Sindrome di Pisa è una distonia laterale assiale caratterizzata dalla contrazione della muscolatura del tronco con flessione marcata del rachide toracolombare e conseguente dolore, limitazione funzionale ed instabilità posturale, che si riscontra nei pazienti affetti da Malattia di Parkinson in terapia con farmaci neurolettici [1,2]. MATERIALI E METODI: Tre pazienti affetti da Sindrome di Pisa trattati con tossina botulinica tipo A (Botox ), a livello dei ventri muscolari paravertebrali e valutati con visita neurofisiatrica, esame baropodometrico, misurazione goniometrica, scala VAS, confronto video/foto al tempo T0 (infiltrazione) e T1 (controllo dopo 20 giorni). CONCLUSIONI: Dall analisi dei dati ottenuti, l associazione di tossina botulinica, fisioterapia ed adeguata terapia medica si dimostra efficace nel miglioramento dell assetto posturale statico e dinamico e nel controllo della sintomatologia algica. I PAZIENTI AFFETTI DA ATASSIA CEREBELLARE CO-ATTIVANO I MUSCOLI ANTAGONISTI DEGLI ARTI INFERIORI PER RIDURRE L'INSTABILITÀ DEL CAMMINO. CONSEGUENZE IN RIABILITAZIONE. M. Serrao, S. Mari, C. Conte, C. Casali, A. Ranavolo, G. Fragiotta, C. Izzo, G. Martino, G. Sandrini, F. Pierelli Centro di Riabilitazione Policlinico Italia, Roma; Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico-Chirurgiche, Sapienza Università di Roma, Polo Pontino; INAIL, Dipartimento di Medicina del Lavoro, Roma; IRCCS C. Mondino, Dipartimento di Neuroscienze, Uni La co-attivazione dei muscoli antagonisti costituisce una componente importante del controllo motorio, poiché consente di stabilizzare il movimento mediante l irrigidimento dell articolazione. Tuttavia, un grado eccessivo di co-attivazione si associa sia ad una peggior performance motoria, sia ad un danneggiamento della cartilagine articolare. Un aumento della co-attivazione tra muscoli antagonisti è stata osservata in soggetti anziani ed in pazienti con problemi motori, in cui la co-attivazione costituisce una strategia compensatoria per ridurre l instabilità durante il cammino. Lo scopo di questo studio è analizzare in un gruppo di pazienti affetti da atassia cerebellare il pattern di co-attivazione dei muscoli antagonisti della caviglia e del ginocchio durante il cammino. I parametri cinematici ed elettromiografici del cammino sono stati registrati in un gruppo di undici pazienti ed in un gruppo di undici soggetti normali appartenenti allo stesso range di età. È stato calcolato l indice di co-attivazione muscolare per coppie di muscoli antagonisti della caviglia e del ginocchio, sia durante l intero ciclo del passo, sia nelle sue quattro sotto-fasi (doppio supporto iniziale, singolo supporto, doppio supporto terminale, swing). Gli indici di co-attivazione calcolati per i pazienti atassici sono stati confrontati con quelli dei controlli e sono state analizzate le correlazioni con le variabili cliniche e del cammino. Nei pazienti sono stati evidenziati valori significativamente più elevati dell indice di coattivazione muscolare rispetto ai controlli durante il ciclo del cammino, durante la fase di doppio supporto iniziale e durante la fase di singolo supporto. Inoltre, è stata trovata una correlazione positiva significativa tra la gravità della patologia e gli indici di co-attivazione di caviglia e ginocchio. Infine, la co-attivazione dei muscoli del ginocchio è risultata negativamente correlata alla variabilità della larghezza del passo e al numero di cadute all anno Supplement II Vol 3 N 2

14 L aumento del pattern di co-attivazione evidenziato potrebbe essere dovuto ad una strategia compensatoria adottata dai pazienti atassici per ridurre l instabilità del cammino. Infatti, attraverso questo meccanismo, i pazienti riducono la variabilità della larghezza del passo e la frequenza delle cadute. I risultati ottenuti suggeriscono che potrebbe essere utile progettare ortesi in grado di stabilizzare le articolazioni, riducendo così la necessità di un eccessiva co-contrazione muscolare e, di conseguenza, il costo metabolico ed i processi degenerativi a danno della cartilagine. FAMPRIDINE IS EFFECTIVE ON WALKING ABILITY IN A SUBGROUP OF MULTIPLE SCLEROSIS PATIENTS C. Solaro1, E. Trabucco1, M. Cella1, P. Tanganelli1 1 Dept Head and Neck Neurology ASL3 Genovese, Genova BACKGROUND: Multiple sclerosis (MS) is one of the most common neurological diseases and involves inflammatory demyelination and axonal loss of the central nervous system. Physiologically, myelin loss leads to changes in axonal ion channels that cause conduction failure. Fampridine (4-aminopyridine) is a potassium channel blocker that can increase action potential duration and amplitude, leading to improved conduction in demyelinated nerve fibers and to increased neurotransmitter release at synaptic endings. OBJECTIVE: The aim of the study is to assess the efficacy on walking ability of fampridine in patients with MS. MATERIALS AND METHODS: 16 patients were assigned to receive fampridine (10 mg twice daily) for 2 weeks. A battery of tests including Symbol Digit (SD), Nine Hole Peg Test (9HPT), Fatigue Severity Scale (FSS), 12-item Multiple Sclerosis Walking Scale (MSWS-12), Two Minutes Walking Test (2MWT) and Timed 25-foot Walk (T25FW) was performed at baseline (T0), at the end of treatment (T1) and 2 weeks later (T2). Responders had been defined by the literature as subjects with an improvement at the T25FW greater than 20% RESULTS: Out of 16 subjects were 8 female and 8 male. Mean age was years 52,4, mean disease duration 14 years, 7 (46,6 %) subjects had relapsing remitting, 4 (26,7 %) secondary progressive and 4 (28,7 %) had primary progressive disease course. Mean EDSS score was 5,6. A significant improvement (>20%) in walking speed was observed in 4 patients, 3 patients were partial responders with a subjective improvement in walk and 8 patients were no responders. 1 patient dropped out from the study due to side effects (doffuse paresthesia and facial mioclonus). Results at the others scale will be presented. CONCLUSION: Fampridine improved walking ability in a subgroup of people with multiple sclerosis. This improvement was associated with a reduction of disability and an increase in quality of life as reported by patients Supplement II Vol 3 N 2

15 FAMPRIDINE IS EFFECTIVE ON WALKING ABILITY IN A SUBGROUP OF MULTIPLE SCLEROSIS PATIENTS C. Solaro1, E. Trabucco1, M. Cella1, P. Tanganelli1 1 Dept Head and Neck Neurology ASL3 Genovese, Genova BACKGROUND: Multiple sclerosis (MS) is one of the most common neurological diseases and involves inflammatory demyelination and axonal loss of the central nervous system. Physiologically, myelin loss leads to changes in axonal ion channels that cause conduction failure. Fampridine (4-aminopyridine) is a potassium channel blocker that can increase action potential duration and amplitude, leading to improved conduction in demyelinated nerve fibers and to increased neurotransmitter release at synaptic endings. OBJECTIVE: The aim of the study is to assess the efficacy on walking ability of fampridine in patients with MS. MATERIALS AND METHODS: 16 patients were assigned to receive fampridine (10 mg twice daily) for 2 weeks. A battery of tests including Symbol Digit (SD), Nine Hole Peg Test (9HPT), Fatigue Severity Scale (FSS), 12-item Multiple Sclerosis Walking Scale (MSWS-12), Two Minutes Walking Test (2MWT) and Timed 25-foot Walk (T25FW) was performed at baseline (T0), at the end of treatment (T1) and 2 weeks later (T2). Responders had been defined by the literature as subjects with an improvement at the T25FW greater than 20% RESULTS: Out of 16 subjects were 8 female and 8 male. Mean age was years 52,4, mean disease duration 14 years, 7 (46,6 %) subjects had relapsing remitting, 4 (26,7 %) secondary progressive and 4 (28,7 %) had primary progressive disease course. Mean EDSS score was 5,6. A significant improvement (>20%) in walking speed was observed in 4 patients, 3 patients were partial responders with a subjective improvement in walk and 8 patients were no responders. 1 patient dropped out from the study due to side effects (doffuse paresthesia and facial mioclonus). Results at the others scale will be presented. CONCLUSION: Fampridine improved walking ability in a subgroup of people with multiple sclerosis. This improvement was associated with a reduction of disability and an increase in quality of life as reported by patients Supplement II Vol 3 N 2

16 COMUNICAZIONI ORALI SESSIONE 3 Aula C Venerdì 18 Aprile 2013 Ore Supplement II Vol 3 N 2

17 UTILIZZO DI SISTEMA ROBOTIZZATO NEL TRATTAMENTO RIABILITATIVO POST- INOCULO CON TOSSINA BOTULINICA TIPO A NELLA SPASTICITÀ DELL'ARTO SUPERIORE IN ESITI DI ICTUS. UNO STUDIO PILOTA. D. Stagno 1-2, A. Baricich 1, M. Invernizzi 1, E. Grana 1, C. Cisari 1 1 SC Medicina Fisica e Riabilitativa, Az. Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità- Università A. Avogadro, Novara; 2 Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitazione, Università degli Studi di Genova Obiettivo: valutazione di sicurezza ed efficacia del sistema robotizzato GloReha (GR) associato a tossina botulinica (BoNT-A) nel trattamento della spasticità dell arto superiore. Materiali e metodi: Pazienti (n=8) con ipertono dei muscoli flessori di carpo e dita in esiti di ictus (> 3 mesi). Trattamento: BoNT-A seguita da 5 sedute quotidiane di 30 con GR e 90 di fisioterapia standard. Valutazioni: tono muscolare (Modified Ashworth Scale) 1 settimana (T1) e 1 mese (T2) dopo l inoculo, tollerabilità del trattamento con GR. Risultati: riduzione significativa dell ipertono a T1 e T2 (p< 0.01). Non riferite sensazioni di dolore o discomfort. Conclusioni: l uso combinato di BoNT-A e GR ha dimostrato una precoce e significativa riduzione dell ipertono. Ulteriori studi sono necessari per identificare il ruolo dei sistemi robotizzati nel programma riabilitativo post-inoculo. Carda S et al, Clin Rehab 2005 Baricich A et al, J Rehab Med 2008 Fasoli S et al, Am J Phys Med Rehab 2008 STUDIO RETROSPETTIVO SULL'INCIDENZA DELLA COLECISTITE ACUTA IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A NUTRIZIONE ARTIFICIALE. S. Altini, A.P. Amico, L.Macchia, P. Chiumarulo, G. Frasca, P. Dicillo, S. Damiani, M. Megna UNITA OPERATIVA MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE UNIVERSITARIA E UNITA SPINALE UNIPOLARE INTRODUZIONE:Il paziente critico spesso richiede un trattamento nutrizionale precoce ed adeguato.il ricorso alla nutrizione artificiale spesso è una condizione obbligata e la via di somministrazione è condizionata dallo stato clinico.scopo dello studio è stato valutare l incidenza della colecistite acuta nei pazienti in NE rispetto a quelli in NPT.MATERIALI E METODI:102 pazienti valutati,45 in NA, di cui 26 in NE e 19 in NPT.Abbiamo monitorato enzimi epatici e pancreatici e sottoposto i pazienti ad ecografia addome superiore.risultati:dei 45 pazienti 15 hanno avuto riscontro biochimico-strumentale di stasi biliare con rialzo degli enzimi pancreatici ed epatici, di questi solo 5 hanno avuto sintomatologia clinica importante, di questi 2 complicanze chirurgiche. DISCUSSIONE: lo studio ha evidenziato una maggiore incidenza di complicanze nei pazienti sottoposti a NPT verosimilmente correlata alla quantità di liquidi infusa in unità di tempo ed alla emulsione di lipidi in essa disciolti Supplement II Vol 3 N 2

18 STUDIO DEL PROCESSAMENTO NOCICETTIVO SPINALE NELL'ATROFIA MULTISISTEMICA (MSA) - IL RUOLO DEI SISTEMI SOVRASPINALI DI CONTROLLO DEL DOLORE M. Avenali1, C. Tassorelli1-2, M. Bolla1-2, R. De Icco1, M. Allena1, S. Cristina1, A. Perrotta3, G. Nappi1, G. Sandrini1-2 1 Unità Complessa di Neuroriabilitazione, IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino, Pavia / 2 Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, Sezione di Neurologia Clinica e Riabilitativa, Università degli Studi di Pav Il dolore, pur essendo un sintomo non motorio frequente nei soggetti con MSA, è stato poco studiato. In questo studio abbiamo indagato il processamento centrale degli stimoli nocicettivi in pazienti con MSA, confrontandoli con soggetti affetti da Malattia di Parkinson (MP) e con soggetti sani di controllo. Sono stati arruolati 11 pazienti con MSA, 15 con MP e 24 controlli sani, omogenei per distribuzione di sesso ed età. I soggetti con MSA e MP sono stati sottoposti ad indagine neurofisiologica per lo studio del dolore (soglia di sommazione temporale del riflesso nocicettivo di flessione) prima e dopo somministrazione di L-dopa. Dai risultati è emerso che i pazienti con MSA e MP hanno una netta riduzione della soglia del riflesso rispetto ai controlli sani senza variazioni significative dopo assunzione di L-dopa. In conclusione le alterazioni registrate possono essere considerate una conseguenza del fenomeno neurodegenerativo che coinvolge i sistemi discendenti di controllo del dolore. RIEDUCAZIONE POSTURALE E KINESIO TAPING DEI MUSCOLI DEL TRONCO IN PAZIENTI CON MALATTIA DI PARKINSON. STUDIO PILOTA. M. Capecci, C. Serpicelli, M. Ferretti, C. Orni, R Renzi, L. Fiorentini, G. Censi, M. Millevolte, M.G. Ceravolo. Università Politecnica delle Marche - Ancona Obiettivo: quantificare l impatto del Kinesio Taping (KT) del tronco associato ad un ciclo di rieducazione posturale globale (RP) (gruppo KT) rispetto a RP da sola (gruppo PR) e nessun trattamento (gruppo Ct) in soggetti con Malattia di Parkinson (MP). Soggetti e Metodi: 20 MP, con alterazione della postura, MMSE>20/30, senza alterazioni strutturali della colonna, sono stati randomizzati tra RP(7), KT(6) e Ct (7). Le misure di outcome (Berg Balance Scale, TUG, gradi di flessione del tronco sul piano sagittale e coronale) sono state acquisite all inizio del trattamento (T0), al termine (T1) e 1 mese dopo T1 (T2). I Ct sono stati valutati all arruolamento e dopo un mese di lista d attesa senza trattamento. Al T1 il punteggio delle misure di esito nei gruppi RP e KT è migliorato rispetto al T0 (p>.05) ed ai Ct (p<.001). Il KT non aggiunge benefici all RP. Al T2 si osserva un peggioramento degli indici rispetto al T1 (p=.05) Supplement II Vol 3 N 2

19 RIABILITAZIONE VESTIBOLARE: STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE DELL'OUTCOME M.Avenali1, C.Tassorelli1, G.Sandrini1, S.Sacco1, S.Colnaghi1, M.Manfrin2, D.Nuti3, M.Versino1 1. IRCCS Istituto Neurologico Nazionale Fondazione C.Mondino e Università di Pavia; 2. IRCCS Policlinico San Matteo e Università di Pavia; 4. Policlinico Le Scotte e Università di Siena, Siena Per testare l efficacia di programmi di riabilitazione vestibolare è necessario poter disporre di strumenti di self-assessment. La valutazione clinica e strumentale della funzione vestibolare è infatti inadeguata alla quantificazione dell impatto del disequilibrio sulla qualità della vita e spesso non informativa sulla qualità del compenso in pazienti con deficit cronici. Abbiamo prodotto e validato la traduzione italiana del Dizziness Handicap Inventory, Situational Vertigo Questionnaire e Activities-Specific Balance Confidence Scale. I questionari sono stati somministrati a 316 pazienti (122 maschi, età 55±5aa) con disequilibrio per deficit vestibolare periferico o centrale. I punteggi dei questionari sono stati correlati con le variabili demografiche e cliniche. I dati ottenuti sono stati sottoposti a validazione statistica con analisi dei fattori ed analisi di omogeneità che hanno confermato le strutture dei questionari anche nella versione italiana e la loro affidabilità. PROBLEMATICHE NUTRIZIONALI IN PAZIENTI CON GRAVI CEREBROLESIONI ACQUISITE SOTTOPOSTI A TRATTAMENTO NEURORIABILITATIVO S.Colonna,M.Corvino, M.A.Lagna,L.Stefani Casa di Cura Villa Verde -U.O. Terapia Intensiva per Gravi Cerebrolesioni Acquisite Lecce PROBLEMATICHE NUTRIZIONALI IN PAZIENTI CON GRAVI CEREBROLESIONI ACQUISITE SOTTOPOSTI A TRATTAMENTO NEURORIABILITATIVO I pazienti con Gravi Cerebrolesioni Acquisite (GCA) presentano specifiche problematiche nutrizionali con particolare riferimento a valutazione dello stato nutrizionale, scelta della via di accesso, copertura di fabbisogni calorici e proteici, scelta di miscele nutritive, protocollo di nutrizione, nursing e gestione delle complicanze. La nutrizione artificiale rappresenta, nel programma neuro riabilitativo di pazienti con GCA, una vera e propria terapia che si affianca alle altre misure, farmacologiche e fisiatriche, influenzando favorevolmente l outcome. Si parla pertanto più propriamente di farmaco-nutrizione, perché la nutrizione, al pari dei farmaci, presenta indicazioni specifiche ed effetti collaterali. E possibile anche, utilizzando alcune particolari preparazioni, intervenire nel meccanismo ezio-patogenetico di alcuni stati morbosi che spesso complicano il decorso clinico di soggetti con CA, - ad esempio lesioni da decubito, stati settici, alterazioni della peristalsi intestinale,etc., contribuendo al miglioramento dello stato clinico. Alla stato attuale, grazie anche a progressi tecnologici, la nutrizione Enterale rappresenta la terapia nutrizionale di prima scelta. Nella nostra esperienza è di particolare importanza, nel paziente con GCA, la somministrazione di una nutrizione moderatamente ipercalorica con presenza di nutrienti facilmente assorbibili (malto destrine, MCT), di acidi grassi essenziali, di fibre solubili ed insolubili al fine di preservare la funzione intestinale. In particolare i prebiotici ( frutto-oligo-saccaridi FOS) danno luogo alla produzione di Acidi grassi a catena corta (SCF) che hanno vari effetti benefici sull ecosistema intestinale e sul trofismo degli enterociti. La strategia nutrizionale deve inoltre tener conto delle interazioni tra nutrizione e farmaci spesso utilizzati in pazienti con GCA, ad es. antiepilettici, levodopa,etc. Di particolare importanza è la competizione tra amino-acidi ed L-Dopa, per cui è necessario, nei pazienti in trattamento con L.Dopa, adeguare in modoopportuno il protocollo nutrizionale Supplement II Vol 3 N 2

20 In sede di Congresso presenteremo i nostri dati relativi al trattamento con Nutrizione Enterale di pazienti con GCA con particolare riferimento all ultimo triennio e proporremo una scheda di valutazione nutrizionale di semplice compilazione, particolarmente utile sia per un stima adeguata delle condizioni nutrizionali all ingresso sia per un successivo monitoraggio. STUDIO PILOTA:VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE NUTRIZIONALI IN UNA POPOLAZIONE DI PERSONE CON MIELOLESIONE NELLA FASE DI RECUPERO FUNZIONALE L. De Palma, D. Amato, T. Chiarelli, A. Manigrasso, R. Galati, P. Fiore USU Policlinico Bari La popolazione dei pazienti mielolesi è predisposta ad alterazioni dello stato nutrizionale che causano prevalentemente: maggiore suscettibilità alle infezioni, aumento del tempo di guarigione delle ferite, bilancio negativo dell azoto e perdita di massa magra. Il presente studio sui disturbi nutrizionali nella mielolesione in fase acuta e subacuta ha l'obiettivo di determinare gli effetti ed il ruolo del corretto apporto nutrizionale nella fase del recupero funzionale. La valutazione dello stato nutrizionale iniziale del paziente tramite l uso del MNA, MUST e NRS(2002), è stata seguita dal calcolo del consumo energetico giornaliero attraverso l utilizzo del bracciale metabolico SWA, il monitoraggio dei parametri vitali e degli esami ematochimici, la formula di Harris-Benedict e i questionari PASIPD e PARA- SCI. Ciò ci ha permesso di calcolare il fabbisogno calorico giornaliero e soddisfare le richieste energetiche e nutrizionali dei pazienti Supplement II Vol 3 N 2

21 NUOVI DATI PSICOMETRICI PER LA NOCICEPTION COMA SCALE F. Arcuri*, M.D. Cortese*, F. Riganello*, S. Serra*, L.F Lucca*, G. Dolce*, W.G. Sannita**. * Istituto S. Anna Alta Specialità Riabilitativa, Research in Advanced Rehabilitation (RAN), Crotone **Dipartimento di Neuroscienze-Università di Genova ABSTRACT: La validazione della Nociception Coma Scale dimostra che è uno strumento sensibile nel valutare la risposta comportamentale allo stimolo nocicettivo in pazienti con SV e SMC. Obiettivi: ampliamento degli aspetti psicometrici Materiale e metodo: 44 pz (26 VS, 18 MCS), con eziologia PT e NPT. Tre osservatori per 2 valutazioni su ogni soggetto a distanza di 24h in 2 settimane consecutive; 3 scale: NCS, NIPS e PAINAD; algometro; software statistici. Indagini statistiche: K-Cohen test; test di Spearman; Mann-Whitney test; DATA MINING Risultati L NCS ha una significativa correlazione (p<0.05) con i sub-score delle scale concorrenti. La valutazione degli operatori è stata sufficientemente/moderatamente concorde al K-test nel total score e nei sub-score. L analisi con DATA MINING dà elevati valori di corretta classificazione. Conclusioni: buona affidabilità dell NCS ed elevata sensibilità diagnostica nel valutare pz VS o MCS cronici e sub-acuti Supplement II Vol 3 N 2

22 COMUNICAZIONI ORALI SESSIONE 4 Aula A Sabato 20 Aprile 2013 Ore Supplement II Vol 3 N 2

23 EFFICACIA DI UN TRAINING RIABILITATIVO PER L'ATTENZIONE (ATTENTIONAL REHABILITATION TRAINING:ART) IN PAZIENTI CON PATOLOGIE CEREBROVASCOLARI. L.Catena; L.Pierfederici; L.Bacci; C.Morici; E. Calabrese; A. Montesi; A. Morgantini ISTITUTO DI RIABILITAZIONE SSTEFANO VILLA ADRIA ANCONA Questo studio vuole dimostrare l efficacia di un nuovo programma riabilitativo gerarchico, modulare, accessibile a diverse sindromi neuropsicologiche per l attenzione (ART) in pazienti con cerebrovasculopatie. Un gruppo di 9 pazienti con alterazioni attentive sono stati sottoposti in fase subacuta al training ART e un gruppo di controllo di 6 pazienti all Attention Process Training (APT) valutati con diverse misure cognitive oggettive e soggettive e di qualità di vita al baseline, al termine del trattamento ed al follow up. I dati mostrano un significativo incremento in entrambi i gruppi, nelle performance attentive e mnesiche post-trattamento. Il gruppo sperimentale mostra un miglioramento anche al follow-up e nell autopercezione e nella qualità di vita. Questo studio evidenzia l efficacia di questo nuovo protocollo ART nel breve e lungo termine con generalizzazione anche alle abilità mnesiche, soprattutto indicato per quei pazienti in cui è difficilmente utilizzabile l APT. PLASTICITA' NEURONALE ED EMINATTENZIONE: RECUPERO MOTORIO E STIMOLAZIONE COGNITIVA V. Fanizza et Coll. C.M.R.F RIABILIA L ipotesi di studio prevede l esistenza di una correlazione positiva tra rieducazione della emi-inattenzione e recupero motorio in tempi brevi (degenza media 60 gg). In fase diagnostica, si utilizzano scale motorie (FIM, BARTHEL, TCT) e cognitive (ENB); in fase terapeutica, tecniche di rieducazione motoria (Perfetti-PNF) e training per l emiinattenzione spaziale e anosognosia (scanning visuo-spaziale, training di lettura e copia/copia di disegni su matrici di punti, descrizione di figure, mindfulness, riflesso optocinetico e altre stimolazioni sensoriali, commento sulla strutturazione delle sedute terapeutiche). A seguito di un analisi statistica, su un campione di 10 pazienti, si evince una ottimizzazione dell assetto posturale statico e dinamico, in pazienti gravati da emiinattenzione mediante training cognitivo, rispetto ai pazienti controllo con problematiche esclusivamente motorie Supplement II Vol 3 N 2

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