Scuola Nazionale di Speleologia Club Alpino Italiano Materiale esclusivo ad uso interno, consultazione per i quadri della SNS-CAI INDICE GENERALE

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1 TOPOGRAFIA

2 INDICE GENERALE Prefazione...pag. 3 Punti cardinali...pag. 4 Coordinate Topografiche...pag. 6 Coordinate Geografiche...pag. 6 Latitudine e Longitudine...pag. 7 Coord. Geograf. Sugl elementi 1:5.000 C.T.R....pag. 8 Cartografia...pag. 9 Le carte Geografiche...pag. 9 Carte geografiche isogoniche, equidistanti, equivalenti Le proiezioni cartografiche Proiezioni prospettiche Proiezioni di sviluppo Come si crea una carta geografica Accenni di storia...pag. 12 Proiezione di Mercatore...pag. 12 Sistema cartografico U.T.M....pag. 13 Scala delle carte e distanze...pag. 14 Simbologia delle carte...pag. 16 Rappresentazione dei rilievi...pag. 16 Classificazione delle carte...pag. 18 Istituto Geografico Militare (I.G.M.)...pag. 18 La carta Topografica d Italia...pag. 19 Coordinate chilometriche...pag. 22 Porzione di tavoletta I.G.M. 1 : pag. 24 Porzione di elemento C.T.R. 1 : pag. 25 Declinazione e inclinazione magnetica...pag. 26 Mezzogiorno astronomico...pag. 27 Bussola...pag. 28 Troviamo la direzione di marcia sul terreno Seguiamo la direzione di marcia Sappiamo l azimut dell oggetto Superamento degli ostacoli Ritorniamo al punto di partenza calcolando l azimut reciproco Orientiamo la carta con la bussola...pag. 30 Come calcolare il valore aggiornato della declinazione magnetica Determiniamo l azimut sulla carta Determiniamo cos è ciò che vediamo Troviamo la nostra posizione sulla base dei due punti noti Il sistema con goniometro e squadra L altimetro e l orientamento...pag. 34 2

3 ORIENTAMENTO E CARTOGRAFIA di Gianni De Mattia PREFAZIONE L uomo possiede naturalmente il senso dell orientamento. Sin dalla preistoria notò che il sole e la luna si spostavano nel cielo, che sorgevano e tramontavano, e questo gli permise di comunicare delle direzioni tipo la dove sorge il sole e delle distanze come due giorni di cammino. Sicuramente era un problema spiegare agli altri dove si trovava un dato territorio e già nelle incisioni rupestri troviamo mappe che indicano sentieri, valli e monti. Oggigiorno, anche se le direzioni da prendere sono indicate da cartelli, sia per la viabilità stradale che per quella sentieristica, la cartografia è uno strumento importante: Attraverso la lettura della carta del luogo possiamo conoscere il territorio e quindi pianificare la nostra gita, salvo imprevisti. In escursionismo, sapere la lunghezza del percorso, i dislivelli da superare, eventuali punti d appoggio (bivacchi, rifugi, case coloniche), è di vitale importanza. Ancora oggi uno degli interventi più frequenti del Soccorso Alpino è il recupero di persone che si sono perse. Questa dispensa ha l ambizione di aiutarvi nella lettura della carta, nell uso della bussola e dell altimetro; Non è indirizzata solo ai neofiti ed è utile come prontuario per rinfrescare la memoria. In speleologia la cartografia e l orientamento sono materie importanti. Lo speleologo si muove in ambienti montani che spesso sono distanti dalle vie di comunicazione, frequenta sentieri che a volte si riducono a sole tracce, fino a farsi largo tra i rovi quando è alla ricerca di nuove cavità. In grotta le ore trascorrono rapidamente e all uscita ci può attendere il buio o, peggio, la nebbia. Attraversare boschi e rintracciare sentieri in condizioni di buio o nebbia non è impresa facile, come invece lo è perdersi. Se allo speleologo interessa saperne di più su un area carsica non ha che due possibilità: o girarla tutta, il che richiede molto tempo e fatica; o studiare comodamente seduti a tavolino le Carte Topografiche della zona. Quando si trova una nuova cavità, oltre al rilievo (DISEGNO CHE ILLUSTRA L ANDAMENTO DELLA GROTTA) bisogna fornire al Catasto Regionale le coordinate geografiche dell ingresso e la misura della sua altezza rispetto al livello medio del mare. Questi sono alcuni dei motivi che consigliano allo speleologo d imparare a leggere le Carte Topografiche e ad usare correttamente la Bussola e l Altimetro. 3

4 PUNTI CARDINALI L orizzonte è la circonferenza di un ampio cerchio dove la nostra vista può spaziare e di cui noi ne siamo il centro. Il Sole sorge in una zona dell orizzonte chiamata ORIENTE o LEVANTE e, dopo avere percorso un arco di circonferenza (GIORNO), scompare in una zona dell orizzonte chiamata OCCIDENTE o PONENTE. Il Sole sorge esattamente a Est e tramonta a Ovest solo due volte all anno: durante l Equinozio di Primavera (21 marzo) e di Autunno (21 settembre), quando il sole si trova allo zenit dell Equatore. Durante il Solstizio d inverno (21 dicembre) avremo il giorno più corto e il Sole si troverà allo zenit del Tropico del Capricorno (a Sud dell Equatore), mentre durante il Solstizio d estate (21 giugno) avremo il giorno più lungo e il Sole si troverà allo zenit del tropico del Cancro a Nord dell Equatore. Nel nostro Emisfero (BOREALE) il Sole ci indica con precisione un Punto Cardinale: il Sud. Il Sud si trova sull orizzonte nella direzione del punto in cui il Sole raggiunge la sua massima altezza (Mezzogiorno Astronomico). Trovato il Sud, possiamo determinare gli altri Punti Cardinali. Guardando il Sole durante il mezzogiorno astronomico troviamo il Sud (S), alle nostre spalle abbiamo il Nord (N), alla sinistra l Est (E) e alla destra l Ovest (O oppure W). In campo internazionale si preferisce la lettera W, dall inglese West, per non confondere la nostra sigla O con il tedesco Ost, che significa Est. Di notte è la stella Polare, appartenente alla Costellazione dell Orsa Minore, che ci indica con precisione un Punto Cardinale: il Nord. Essa infatti rimane fissa nel cielo, mentre le altre stelle si comportano in modo differente a seconda della Latitudine in cui ci troviamo. Al Polo Nord le stelle sono alte nel cielo e sembrano ruotare in cerchi concentrici attorno alla stella Polare. Alle nostre latitudini ciò avviene solo per le stelle comprese fra la stella Polare ed il Nord geografico (STELLE CIRCUMPOLARI), tutte le altre sorgono e tramontano (STELLE OCCIDUE). Rilevamento del Nord mediante il sole e l orologio. Si deve ricordare che le ore si contano da 0 a 24 e di togliere l ora legale, se in vigore. Si punta la lancetta delle ore in direzione del sole, tenendo ben fermo l orologio. Si divide l ora indicata dall orologio per 2. La direzione del Nord è data dalla linea che congiunge il centro dell orologio con l ora che è la metà di quella segnata dalla lancetta delle ore. La lancetta delle ore è in direzione del sole; sono le ore 10; diviso 2 = 5; il Nord è nella direzione centro dell orologio ore 5. Sono le ore15; diviso 2 = 7,30, il Nord si trova nella direzione centro orologio - ore 7,30 4

5 Rilevamento del Nord col metodo dell ombra. Non siamo certi della precisione del nostro orologio, non siamo forniti delle tavole relative al sorgere o al tramontare del sole e all'ora di mezzogiorno, non conosciamo la nostra Longitudine. Esiste un metodo per controllare la nostra direzione che richiede, oltre alla presenza del sole, uno spiazzo pianeggiante e almeno un'ora di tempo. Piantiamo nel terreno un oggetto verticale mezz'ora prima di mezzogiorno (ora solare) e tracciamo un segno dove culmina l'ombra. Misuriamo con un cordino (anche le stringhe vanno bene) la distanza tra l'oggetto infisso nel terreno e il culmine dell'ombra. Quando dopo mezzogiorno l'ombra raggiunge la medesima lunghezza, segniamo il punto e uniamo i due punti trovati con una linea. Il Nord si trova nella direzione della linea che partendo dalla base dell'oggetto infisso nel terreno passa attraverso il centro della linea che unisce i due punti segnati. L orientamento con le stelle Il miglior punto di riferimento per l'orientamento notturno in assenza di nubi è la Stella Polare, che indica il nord con una differenza massima di 1 14'. Un'altra costellazione utile è quella del mitico cacciatore Orione, dalla caratteristica forma a clessidra, molto ben distinguibile nel cielo soprattutto d'inverno. Il punto di riferimento è dato dalle Stelle che ne formano la cintura che, trovandosi quasi sull'equatore celeste, sorgono dappertutto all'est e tramontano all'ovest. 5

6 Al contrario di quanto è asserito da molti, la stella Polare non è quella che brilla di più nel cielo. Il sistema più pratico per localizzare la Stella Polare è quello di trovare il Grande Carro (Orsa Maggiore), misurare otticamente lo spazio che intercorre tra le due stelle posteriori del carro e moltiplicarlo per cinque, seguendo la stessa direzione data dalle due stelle. Se il Grande Carro non è visibile occorre ricorrere alla stella centrale di Cassiopea (Costellazione a forma di W). COORDINATE TOPOGRAFICHE Per orientarsi basta immaginare il l orizzonte diviso in 360. Immaginiamo di dividere la circonferenza dell orizzonte con due rette perpendicolari passanti per il centro, cioè su di noi. A questo punto abbiamo diviso l orizzonte in quattro quadranti, ciascuno dell ampiezza di 90, e quindi possiamo dire che a 0 abbiamo il NORD (N) Settentrione, a 90 l EST (E) Levante, a 180 il SUD (S) Meridione, e a 270 l OVEST (O oppure W) Ponente. Oltre ai quattro punti cardinali, l orizzonte presenta tantissimi punti intermedi di cui i principali sono: 45 Nord Est (NE) Greco, Sud Est (SE) Scirocco, Sud Ovest (SO oppure SW) Libeccio, Nord Ovest (NW) Maestrale. Il grafico che rappresenta i punti cardinali e le loro suddivisioni si chiama Rosa dei Venti. Supponiamo di dover raggiungere un punto dell orizzonte, come facciamo?. Troviamo le coordinate topografiche del punto, cioè la sua direzione (AZIMUT), e la sua distanza. AZIMUT - È l angolo formato dalla direzione osservatore - nord e osservatore - punto considerato, misurato in gradi e frazioni di grado a partire da 0 in senso orario. DISTANZA - È la misura lineare (metri - km ecc.) fra osservatore e punto considerato. 6

7 COORDINATE GEOGRAFICHE La terra ruota su se stessa attorno ad un asse immaginario (ASSE DI ROTAZIONE) che interseca la superficie terrestre in corrispondenza del POLO SUD e del POLO NORD. Se tagliamo la sfera terrestre con un piano perpendicolare all asse di rotazione e passante per il suo centro, determiniamo sulla sua superficie una circonferenza equidistante dai due POLI. Questa circonferenza è chiamata EQUATORE, in quanto divide la terra in due parti uguali: emisfero NORD o BOREALE e emisfero SUD o AUSTRALE. Tutte le altre circonferenze determinate da piani perpendicolari all asse di rotazione, ma non passanti per il centro, si chiamano PARALLELI. I Paralleli diminuiscono la loro lunghezza procedendo sia verso NORD sia verso SUD, fino a ridursi a semplici punti in corrispondenza dei Poli. Perpendicolari ai Paralleli sono i MERIDIANI, circonferenze determinate da piani passanti per i Poli e quindi per l asse terrestre, i quali tagliano l Equatore ed i Paralleli ad angolo retto (90 ). Si chiamano Meridiani perché uniscono tutti i punti in cui contemporaneamente è Mezzogiorno e sono tutti della stessa lunghezza. Si indica come Meridiano solo la parte che va da un Polo all altro e ogni Meridiano ha dalla parte opposta del globo il suo Antimeridiano. LATITUDINE E LONGITUDINE Partendo da un Meridiano e da un Parallelo presi come base si può individuare la posizione di qualsiasi punto sulla superficie terrestre. Il Parallelo preso come base, fondamentale per queste misure, è l Equatore. La distanza dall Equatore misurata in gradi lungo l arco del Meridiano passante per il punto scelto si chiama LATITUDINE. La Latitudine va da 0, per tutti i punti posti sull Equatore, a 90 NORD o SUD, a seconda dell emisfero. 7

8 Il Meridiano preso come base è quello che passa dall osservatorio di Greenwich, presso Londra. La distanza dal Meridiano di Greenwich espressa in gradi lungo l arco del Parallelo passante per il punto scelto si chiama LONGITUDINE. La Longitudine va da 0, per tutti i punti posti sul Meridiano di Greenwich, a 180 Est e 180 Ovest. I 180 corrispondono all Antimeridiano di Greenwich. La Latitudine e la Longitudine costituiscono le coordinate geografiche di un punto. COORDINATE GEOGRAFICHE SUGL ELEMENTI 1:5000 C.T.R. Le dimensioni di un elemento C.T.R. scala 1:5000 sono di 1 30" di Latitudine e 2 30" di Longitudine. I gradi i primi e i secondi sono indicati per esteso lungo il margine della carta, sia per la Latitudine sia per la Longitudine, ogni 30". E consigliabile misurare la lunghezza dei 30" di Latitudine e Longitudine di ogni elemento in quanto spesso sono riprodotti in fotocopia e la riproduzione non è sempre fedele all originale. 1 = 60 1 = 60" 1" = 100. Se i dati che abbiamo sono ER RA 384 GROTTA DEI BANDITI C.T.R ZATTAGLIA LAT ".29 LONG ".06 e noi vogliamo posizionare l ingresso sull elemento 1:5000 C.T.R., dovremo svolgere i seguenti calcoli: Se i secondi di Latitudine e Longitudine sono superiori a 30" (es. 37".06) occorre sottrarre a questi i 30" (es. 37".06-30"=) ed eseguire i calcoli con i secondi dati dal risultato della sottrazione (es.7".06), poiché come sopra citato, sull elemento 1:5000 C.T.R. i valori sono riportati esatti ogni 30". misurare la lunghezza di 30" di LAT. misurare la lunghezza di 30" di LONG. = 186 mm = 135 mm 186 * LAT. = (186 mm : 30" = X1 : 16".29) = = LAT. = mm. 135 * 7.06 LONG. = (135 mm : 30" = X2 : 7".06) = = LONG. = " mm Consideriamo ora di avere già posizionato sull elemento C.T.R. 1:5000 l ingresso dei Banditi, ma non sappiamo le sue coordinate geografiche. Le coordinate che abbiamo misurato con il righello riferite all ingresso dei banditi sono: LAT. 8 = mm

9 LONG. Scuola Nazionale di Speleologia Club Alpino Italiano = " mm 30 * 101 LAT. = (186 mm : 30" = 101 mm : X1) = = LAT. = " * 31.8 LONG. = (135 mm : 30" = 31.8 mm : X2) = = LONG. = ".06 CARTOGRAFIA La Cartografia è quel complesso di operazioni scientifiche, tecniche e artistiche che consentono di elaborare carte geografiche sulla base dei risultati dei rilevamenti originali del terreno e di quelli ricavati dall interpretazione dei dati di una documentazione. La rappresentazione, che può effettuarsi su una superficie sferica (globi) o su una superficie piana (carte), riguarda i più diversi oggetti e fenomeni osservabili sulla superficie terrestre. Nella cartografia rientra anche la scienza delle proiezioni (geometria proiettiva), che ha per oggetto la rappresentazione sul piano di una superficie sferica secondo criteri di ordine rigorosamente matematico. LE CARTE GEOGRAFICHE Il nostro pianeta possiede una forma sferica che, a causa del moto di rotazione attorno al proprio asse, ha subito delle deformazioni: uno schiacciamento ai Poli e un rigonfiamento in corrispondenza del piano dell Equatore. Tale forma è stata chiamata ELLISSOIDE DI ROTAZIONE ed è stata la superficie di riferimento per le misure topografiche fino a pochi decenni fa. Attualmente la superficie di riferimento è stata ridefinita dal punto di vista matematico e la nuova forma prende il nome di GEOIDE. Il modo più corretto per rappresentare la superficie terrestre, essendo sferica, è il Mappamondo. Se a noi interessa conoscere i continenti, il Mappamondo va più che bene, ma se ci interessa sapere dov è la cittadina o il paesino è evidente che un Mappamondo non può soddisfare le nostra esigenza. Il problema di rappresentare la terra da superficie quasi sferica a superficie piana non è di facile risoluzione. Per capire il problema basta immaginare di avvolgere una sfera con un foglio di carta in modo che l intera superficie del foglio tocchi la superficie della sfera senza raggrinzimenti: è evidente che ciò è impossibile. Le carte geografiche possono essere definite come la raffigurazione in un piano di tutta la superficie terrestre, o di una parte di essa. Tale raffigurazione è per definizione ridotta, simbolica e approssimata. La carta deve essere ridotta secondo un certo fattore, che definisce la scala della carta. La carta è approssimata: in essa sono sempre presenti deformazioni, in quanto non e possibile trasferire una superficie sferica su un piano senza modificarla. La carta, infine, è simbolica, poiché vi compaiono simboli che raffigurano, in modo sistematico e semplificato, i diversi elementi che si intende rappresentare. Carte geografiche isogoniche, equidistanti, equivalenti. Una carta è isogonica o conforme se i meridiani e i paralleli si incrociano tra loro ad angolo retto come sul globo; è equidistante se tutte le distanze misurate sulla carta a partire dal centro 9

10 risultano proporzionali alle corrispondenti distanze misurate sulla sfera a partire dallo stesso punto; è equivalente se l area di ogni maglia del reticolato riportata sulla carta risulta proporzionale all area della corrispondente maglia terrestre e sono, quindi, conservati inalterati i rapporti tra le aree. Nessuna carta, però, può avere nello stesso tempo le tre caratteristiche. Per questo, nella realizzazione di una carta, si sceglie la caratteristica più adatta all uso a cui la carta è destinata. Per le carte geografiche comunemente usate si sceglie di norma la proiezione equivalente, nella quale vengono rispettate le proporzioni tra le varie parti della superficie terrestre. Per le carte nautiche si preferisce la proiezione conforme, che mantiene immutate le forme delle terre e gli angoli formati dall intersezione delle linee di rotta con i meridiani e i paralleli. Per le carte degli atlanti si usano spesso le proiezioni equidistanti. Le proiezioni cartografiche. Da più di duemila anni l uomo tenta di risolvere il complesso (e solo parzialmente solubile) problema delle proiezioni geografiche. Il primo a occuparsene fu l astronomo greco Ipparco di Nicea; dopo di lui, soprattutto a partire dal secolo XIII, vennero studiati numerosi tipi di proiezioni, sempre più efficaci. Oggi esistono due grandi categorie di proiezioni: le vere e le convenzionali. Nelle proiezioni vere il reticolato geografico viene trasportato su una superficie ausiliaria, applicando i soli principi geometrici. Se questa superficie è un piano si hanno le proiezioni prospettiche; se questa superficie corrisponde a quella di un cilindro o di un cono, cioè di un solido sviluppabile su un piano, si hanno le proiezioni per sviluppo. Le proiezioni convenzionali, dette anche rappresentazioni, sono costruite non sul fondamento di principi geometrici, ma in base a regole empiriche, apportando al reticolato geografico modificazioni arbitrarie, per conferire alla proiezione determinate proprietà; tra queste rientra la proiezione di Mercatore. Proiezioni prospettiche: sono quelle in cui si suppone di proiettare l immagine della superficie terrestre su un piano che tocca, in un punto, la sfera terrestre (se questo punto è uno dei poli, si ha una proiezione polare; se è sulla linea dell Equatore, si ha una proiezione equatoriale). Le proiezioni prospettiche possono essere di tre tipi, secondo la posizione del punto di vista: 1) ortografiche, nelle quali si suppone che l osservatore sia a distanza infinita dalla Terra e quindi che i raggi di direzione della proiezione siano paralleli; 2) stereografiche, nelle quali si suppone che il punto di vista sia collocato sulla superficie della sfera, in un punto opposto a quello in cui il piano di proiezione tocca la superficie della sfera; 3) centrografiche, nelle quali il punto di vista (raggi di direzione della proiezione) si suppone si trovi al centro della sfera (è una proiezione poco usata perché le aree periferiche risultano molto sproporzionate) Proiezioni di sviluppo: sono quelle in cui si suppone che il globo terrestre sia racchiuso in un cilindro o in un cono; su queste superfici, dette ausiliarie, vengono proiettati i paralleli e i meridiani. La superficie laterale del cilindro o del cono viene poi sviluppata in piano. Le proiezioni di sviluppo possono essere di due tipi: 10

11 1) proiezioni cilindriche, in cui si ottiene una carta a forma di rettangolo. I meridiani, anziché avvicinarsi procedendo verso i poli, rimangono sempre alla stessa distanza, i paralleli invece sono sempre più ravvicinati verso i poli. Queste carte, perciò, si prestano molto bene per riprodurre la fascia "centrale" della Terra, compresa fra i tropici. Le regioni temperate e polari, invece, risultano fortemente deformate (allargate e schiacciate); 2) proiezioni coniche, in cui si ottiene una carta a settore circolare. I paralleli sono archi di cerchio, i meridiani vengono rappresentati come rette che convergono al polo (il vertice del cono). Le carte a proiezione conica, perciò, sono le più adatte per rappresentare le zone a latitudini intermedie. Risultano allargate e allungate, invece, le zone prossime all Equatore Il problema della fedeltà delle carte diviene minimo quando la porzione di territorio da rappresentare è nell ordine della decina di chilometri (campo Topografico). Le proiezioni più usate in campo Topografico sono la conica e la cilindrica. Già nel 1595 Gerardo Marcatore, risolse il problema adottando una proiezione cilindrica in cui si immagina di proiettare il reticolo dato dai Meridiani e dai Paralleli su di un cilindro tangente la terra in corrispondenza dell Equatore. Alla proiezione di Marcatore si rifà anche la PROIEZIONE CONFORME DI GAUSS: in essa però s immagina di proiettare il reticolo dato dai meridiani e dai paralleli, non su di un cilindro tangente la terra in corrispondenza dell Equatore, ma in corrispondenza di un meridiano. Questo sistema è stato esteso a tutto il mondo e prende il nome di SISTEMA CARTOGRAFICO U.T.M. (Universal Transverse Mercator). L Italia ha aderito nel 1948, quando il geodeta BOAGA lo ha adattato al nostro territorio (sistema Gauss Boaga). La funzione fondamentale delle carte è quella di servire da strumento di comunicazione. Le carte svolgono molte funzioni specifiche, dalle applicazioni nautiche o urbanistiche fino alla presentazione di vedute paesaggistiche o di informazioni statistiche. Sistema cartografico U.T.M.: rappresentazione di un fuso e di una fascia. Come si crea una carta geografica. Le carte geografiche sono costruite sulla base della raccolta di numerosi dati relativi al territorio, un tempo effettuata mediante rilevamenti topografici a terra, oggi sempre più affidata a tecniche di ripresa di foto e immagini da parte di velivoli (aerofotogrammetria) e di satelliti (telerilevamento). I rilevamenti topografici mirano a stabilire le precise coordinate geografiche di una fitta rete di punti, detti trigonometrici, che costituiscono i vertici di tanti triangoli ideali, la cui maglia ricopre fittamente l intero territorio di una regione. Il sistema è detto triangolazione e si fonda sul principio geometrico per il quale, quando di un triangolo siano note 11

12 le misure di un lato e di due angoli a esso adiacenti, si possono ricavare per semplice calcolo i valori degli altri elementi. Naturalmente è necessario stabilire sul terreno con straordinaria precisione una base geodetica che costituisce il lato di un primo triangolo fondamentale. Tutti i punti di riferimento vengono quindi riportati sulla carta a scala topografica, rispettando i reciproci rapporti di distanza e di posizione. Si provvede poi a completare le carte con il disegno di tutti i particolari del terreno in esse compreso. Nel telerilevamento (ossia, letteralmente, rilevamento da lontano, come quello effettuato dai satelliti di tipo Landsat) l esame della superficie terrestre viene effettuato attraverso l analisi delle radiazioni (infrarosse, visibili, ultraviolette ecc.) emesse dagli oggetti al suolo, per cui si parla di immagini da satellite e non di fotografie; attraverso successivi processi di elaborazione al computer (come l uso di falsi colori) tali immagini assumono un aspetto più «tradizionale» e leggibile. ACCENNI DI STORIA La rappresentazione del mondo conosciuto venne tentata dal greco Anassimandro di Mileto (secolo VI a.c.). Eratostene di Cirene nel secolo III a.c. creò il primo reticolo di riferimento basato su meridiani e paralleli. Claudio Tolomeo nel secolo II d.c. misurò la circonferenza della Terra e ne rappresentò la superficie su un planisfero secondo un metodo geometrico. Nell impero romano si sviluppò la cartografia itineraria, indirizzata ai viaggiatori per illustrare gli itinerari e le distanze: famosa la Tabula Peutingeriana, che rappresenta l intera rete stradale del mondo romano. Nel Medioevo grande importanza ebbero le carte nautiche, specie quelle arabe, soprattutto dopo l introduzione della bussola. La riacquista nozione della sfericità della Terra in epoca umanistica promosse lo studio dei sistemi di proiezione: nel secolo XVI il fiammingo Mercatore (G. Kremer, ) realizzò la proiezione che da lui prende nome, e il suo discepolo Ortelio (A. Oertel, ) realizzò il primo atlante moderno, il Theatrum Orbis Terrarum. Agli inizi del secolo XVII l olandese W. Snellius ( ) misurò per primo una base geodetica e applicò la triangolazione per la determinazione delle distanze e delle altezze. La prima carta topografica rigorosamente geometrica è quella del territorio francese per opera di C.F. Cassini ( ), pubblicata nel Nel secolo XIX fu completato l allestimento da parte di vari Stati delle cartografie nazionali topografiche e derivate. Inoltre nell 800 la cartografia si differenziò ampiamente in seguito alla sua applicazione a vari settori dell attività umana e della realtà naturale. Nel secolo XX un notevole progresso tecnico è rappresentato dall aerofotogrammetria e dal telerilevamento da satellite, che hanno reso superflue molte operazioni geodetiche a terra e permesso la realizzazione di fotocarte a grande e media scala (a partire da aerofotografie raddrizzate alla scala voluta), che superano la rappresentazione convenzionalistica tipica della cartografia. PROIEZIONE DI MERCATORE Una delle proiezioni più note, e usate, è la proiezione cilindrica modificata di Mercatore: in essa i meridiani sono rette parallele equidistanti e le distanze tra i paralleli vengono aumentate in proporzione con il parallelismo dei meridiani, in modo da ridurre al minimo la deformazione dei continenti. Con ciò, si riproduce esattamente la forma dei continenti, ma risultano enormemente esagerate le aree, tanto più quanto più si procede dall Equatore ai poli. La proiezione di Mercatore è rigorosamente isogonica (dal greco isos, uguale, e gonos, derivato di gonia, angolo) perciò è di grande utilità per le carte nautiche. Quando una nave deve andare da un punto della Terra a un altro assai distante, non segue di solito il cammino più breve, che sarebbe un arco di cerchio (poiché si sposta su una superficie curva), ma mantiene sempre la stessa direzione (quale è indicata dalla bussola), cioè segue una linea che taglia tutti i meridiani secondo lo stesso angolo: questa linea è detta "lossodromia" (dal greco loksòs, obliquo, e 12

13 dròmos, corsa). Nella proiezione di Mercatore, la lossodromica è rappresentata dalla linea retta che unisce il punto di partenza con il punto di arrivo: perciò, quando il navigante ha tracciato sulla carta la retta che unisce i due punti, ha segnalato la rotta da seguire. Per la navigazione aerea, invece, si tende a seguire la linea ad arco di cerchio, detta "ortodromica" (dal greco orthòs, diritto); ci si avvale di carte realizzate con altre proiezioni. Nel sistema cartografico U.T.M. tutta la superficie della terra è stata divisa in 60 meridiani, chiamati fusi, aventi un ampiezza di 6 di Longitudine. Sono numerati da 1 a 60, a partire dall antimeridiano di Greenwich procedendo in senso antiorario. Ogni fuso è diviso in quadrati di 100 Km di lato e ogni quadrato in un reticolato chilometrico. Per meglio procedere alla identificazione dei quadrati, la terra è stata divisa in 20 fasce parallele dell ampiezza di 8 di Latitudine (10 a Nord e 10 a Sud dell Equatore). La fascia si indica con una lettera. Dalla intersezione dei fusi e delle fasce si sono costituite 1200 maglie trapezoidali chiamate Zone. La Zona si indica con il numero del fuso e con la lettera della fascia. Il territorio italiano è compreso quasi completamente nel fuso 32 e nel fuso 33, anche se quest ultimo è stato esteso di 30 per comprendere la penisola Salentina in realtà compresa nel fuso 34. Per quanto riguarda le fasce, l Italia è compresa dalla fascia S e dalla fascia T. Il nostro territorio è compreso nelle ZONE 32 S, 33 S, 32 T, 33 T. 13

14 SCALA DELLE CARTE E DISTANZE La carta geografica è una rappresentazione approssimata e una riproduzione ridotta della realtà. Attraverso la scala veniamo a conoscenza del rapporto esistente fra distanza reale e distanza misurata sulla carta. Esistono due tipi di scala: la scala numerica e la scala grafica. La scala numerica è una frazione il cui numeratore è 1 e il denominatore è il numero che indica quante volte la distanza reale è stata ridotta. Per esempio scala 1 : significa che ogni millimetro sulla carta corrisponde a millimetri sul terreno. I problemi che si possono risolvere servendosi della scala numerica hanno di base questa proporzione: Dg : Dn = 1 : Sc, dove Dg sta per distanza grafica, Dn sta per distanza naturale o planimetrica, Sc sta per il denominatore della scala numerica. Dg = 4cm, Dn = 1 Km, Sc = Dn = Dg x Sc 40 x = mm = m = 1 Km. Dg = Dn : Sc : = 40 mm = 4 cm. Sc = Dn : Dg : 40 = La scala grafica è rappresentata a lato di ogni cartina e ci permette la lettura immediata della distanza planimetrica tra due punti, senza eseguire calcoli. Se il tracciato da misurare non è rettilineo, occorre riportare su una striscia di carta, uno dopo l altro, i tratti rettilinei del percorso, fino ad ottenere un segmento che, confrontato con la scala grafica, ci rivela la distanza planimetrica. In commercio si trova il curvimetro o cartometro, uno strumento con varie scale ideato per misurare le distanze planimetriche non rettilinee sulle carte. 14

15 Se il tracciato preso in considerazione è pianeggiante, la distanza planimetrica si può definire reale, ma se il terreno è collinare o montuoso, occorre per avere la distanza reale tenere conto del dislivello. Per quanto riguarda le lunghezze, la carta 1: ha una scala doppia rispetto alla carta 1: e quadrupla rispetto la carta 1: Il rapporto delle aree relative alle scale non è doppio, ma quadratico. Esempio: scala 1 : (1 cm = 250 m); 1 cm 2 = (250 m x 250 m) = m 2 scala 1 : (1 cm = 500 m); 1 cm 2 = (500 m x 500 m) = m 2 scala 1 : (1 cm = 1000 m); 1 cm 2 = (1.000 m x m) = m 2. Possiamo quindi dire che la scala delle aree è uguale al quadrato del valore della scala lineare. Da ciò si deduce che, passando da una cartina in scala 1 : a una in scala 1 : e poi a una in scala 1 : , la stessa area rappresentata nella cartina 1 : si ingrandirà prima di 4 e poi di 16 volte. Quindi con più la scala è maggiore (grande) con più il denominatore è minore. DISTANZA REALE: NB. Dal calcolo della distanza reale si nota che la sua differenza con la distanza planimetrica è di 12, 66, metri che equivale ad un aumento del 3,6%. Considerando che, nonostante la nostra precisione, quando abbiamo rilevato la distanza in millimetri, soprattutto se la distanza misurata non era lineare, degli errori ne abbiamo commessi, e che la stessa cartina può presentare degli errori, a senso fare tutti questi calcoli per una semplice escursione? 15 Un altro sistema per conoscere la lunghezza approssimata del nostro percorso è quello di misurare la distanza planimetrica, moltiplicarla per la scala, ricavarne i metri e sommargli il 10% del percorso totale, in modo da compensare gli errori.

16 AC = Distanza planimetrica o naturale: Misurare la distanza tra A e B in millimetri, moltiplicarla per la scala numerica della carta e trasformarla in metri. CB = Dislivello: Dalla lettura delle isoipse ricavare in metri la differenza di altezza tra A e B. AB = Distanza reale. Per ricavarla occorre applicare il Teorema di Pitagora. La distanza reale così calcolata non tiene conto dell andamento effettivo del terreno. Per renderla più precisa occorre costruire tanti triangoli quante sono le variazioni sensibili del terreno e sommare le ipotenuse ricavate. PENDENZA%: La pendenza è il rapporto tra il dislivello e la distanza planimetrica. Per pendenza del 20% si intende che il terreno sale di 20 metri ogni 100 metri di distanza planimetrica. Una pendenza del 100% si ha quando il terreno sale di 100 metri per ogni 100 metri di distanza planimetrica e il suo profilo è inclinato di 45 rispetto al piano dell orizzonte. La formula per ricavarla è % = (Altezza x 100) : Distanza planimetrica La pendenza che dovranno affrontare i tre escursionisti del disegno è: (95 x 100) : 350 = : 350 = 27%. SIMBOLOGIA DELLE CARTE I cartografi, per evidenziare particolari importanti che se riportati in scala non sarebbero visibili, hanno fatto ricorso a dei simboli. L elenco dei simboli e il loro significato è riportato in un riquadro ai bordi della carta. Le carte C.T.R. non hanno il riquadro che illustra i simboli, però si attengono alla simbologia consolidata dell I.G.M. 16

17 Simbologia I.G.M. RAPPRESENTAZIONE DEI RILIEVI Nelle carte i rilievi possono essere rappresentati in vari modi, che variano secondo il tipo di carta e la scala utilizzata. TINTEGGIATURA ALTIMETRICA: consiste nel mettere in evidenza le varie altitudini ricorrendo a diverse colorazioni, identificando così delle fasce di altezza (da 10 a 100m da 100 a 500 ecc.). Questo sistema è generalmente utilizzato in carte a piccola scala, cioè comprendenti vaste aree di territorio. TRATTO FORTE: è realizzato da segni marcati di notevole larghezza che mettono in evidenza l andamento delle creste con tutte le diramazioni. E normalmente utilizzato per realizzare schizzi di aree limitate e a grande scala. SPINA DI PESCE: è una variante del tratto forte, il tratteggio mette in evidenza i pendii. 17

18 Tinteggiatura altimetrica Tratto forte Spina di pesce LUMEGGIATURA E SFUMO: ha lo scopo di mettere in evidenza i rilievi con un ombreggiatura come se la luce provenisse da Nord Ovest con un inclinazione sull orizzonte di 45. E una tecnica spesso utilizzata in combinazione con altri sistemi allo scopo di aumentare l aspetto plastico della carta. Sulle carte topografiche i rilievi sono evidenziati da curve di livello dette ISOIPSE. Immaginiamo di intersecare un cono con dei piani equidistanti e paralleli tra loro. L insieme dei punti dove i piani intersecano il cono formano una linea continua e circolare che noi chiameremo CURVA DI LIVELLO o ISOIPSA. Se proiettiamo in un piano le isoipse otteniamo il cono visto dall alto. Questo è il principio di cui si basano le isoipse, cioè ogni isoipsa determina una differenza di quota e l insieme delle isoipse determinano la quota totale del cono. L equidistanza delle curve di livello è indicata ai bordi della carta. Le isoipse che riportano la quota altimetrica e sono evidenziate da tratto più marcato si chiamano DIRETTRICI. 18

19 Nelle carte I.G.M. le direttrici si trovano ogni 100 m di dislivello; considerando che la loro equidistanza è di 25 m di quota, una ogni quattro isoipse. La direttrice nelle carte C.T.R. 1 : 5000 è posta ogni 25 m di dislivello; considerando l equidistanza di 5 m, una ogni cinque isoipse. Nelle carte che rappresentano un terreno con morfologia pianeggiante e quindi con le isoipse molto distanziate tra loro, sono introdotte delle curve di livello AUSILIARIE, che sono indicate da una linea sottile e tratteggiata e la loro equidistanza è indicata sul bordo della carta. Riassumendo ne consegue che quanto più le isoipse sono vicine tanto più è ripido il pendio e viceversa. CLASSIFICAZIONE DELLE CARTE PIANTE e MAPPE: sono le carte di scala maggiore di 1: Sono molto dettagliate e rappresentano aree molto limitate. CARTE TOPOGRAFICHE: sono le carte con la scala compresa tra 1: e 1: Sono particolarmente indicate per l escursionismo, poiché sono dettagliate e rappresentano un area sufficientemente ampia. Vengono anche definite carte di base, in quanto utilizzate per la costruzione di carte a scala minore. CARTE COROGRAFICHE: sono le carte con la scala compresa tra 1: e 1: Raffigurano zone abbastanza estese della terra con un discreto numero di particolari, specialmente le vie di comunicazione. CARTE GEOGRAFICHE: sono le carte di scala minore di 1: Rappresentano stati e continenti. Anche i mappamondi appartengono a questo gruppo. ISTITUTO GEOGRAFICO MILITARE (I.G.M.) (storia tratta dal sito Internet). L Istituto Geografico Militare trae le sue origini dall Ufficio Tecnico del Corpo di Stato Maggiore dell esercito italiano, che all indomani dell unità d Italia aveva riunito in sè le tradizioni e le esperienze dell ufficio analogo del Regno Sardo, del Reale Officio Topografico Napoletano e dell Ufficio Topografico Toscano. Trasferitosi nel 1865 a Firenze, nuova capitale del Regno, trovò collocazione in alcuni locali dell antico palazzo della Sapienza e del Convento della SS. Annunziata. Con R.D. del 24 ottobre 1872 fu soppresso l Ufficio Tecnico e venne costituito l Istituto Topografico Militare, denominazione che 10 anni dopo, nel 1882, fu cambiata in quella di Istituto Geografico Militare, che ancora conserva. Sin dalla sua nascita l Istituto sviluppò la produzione e la ricerca tanto da porsi a livelli di avanguardia in ambito europeo. Le tappe fondamentali della storia dell Istituto possono essere considerate: formazione della rete geodetica nazionale ( ); misure di astronomia geodetica ( ); formazione della Rete di livellazione di alta precisione ( ); primi esperimenti di fotogrammetria aerea (1920). A sede in Via Cesare Battisti, Firenze. Sezione vendite e conto terzi: Viale Filippo Strozzi, Firenze Tel

20 LA CARTA TOPOGRAFICA D ITALIA La cartografia nazionale fu introdotta nel 1875 in sostituzione di altre rappresentazioni non omogenee redatte dai vari stati nei quali era frazionata l Italia. La carta fu allora realizzata assumendo l Ellissoide di Bessel (orientato a Roma M. Mario) e la proiezione di Sanson - Flamsteed policentrica, detta anche sinusoidale o naturale. Ogni foglio (carta alla scala 1: ) aveva un proprio sistema d assi indipendente dagli altri e corrispondeva ad un trapezio isoscele, avente per base un arco di Parallelo di 30 e per altezza un arco di Meridiano di 20 ; dato però che il grado di Parallelo diminuisce procedendo verso i Poli, i trapezi non erano tutti delle stesse dimensioni e quindi non era possibile fare combaciare più di un certo numero di fogli. Successivamente, nel 1942, anche per uniformarsi con i sistemi di proiezione addottati dai paesi più evoluti, è stata scelta la proiezione conforme di Gauss, adattata per l Italia dal geodeta G. Boaga (Sistema Cartografico Gauss-Boaga). La forma naturale dell Italia e la possibilità di utilizzare il materiale cartografico già esistente hanno determinato la scelta del meridiano passante per monte Mario, presso Roma, come meridiano fondamentale. Le caratteristiche di costruzione della rappresentazione di Gauss (U.T.M.) nel sistema nazionale italiano (Gauss Boaga) sono le seguenti: Ellissoide internazionale con orientamento a Roma M. Mario 1940, ovvero a di latitudine Nord e di longitudine Est. Il territorio italiano rimane compreso in due Fusi di 6 d ampiezza. Il fuso 32 (U.T.M.) è il fuso Ovest di M. Mario, meridiano centrale del fuso 9 a Est di Greenwich con valore di falsa origine E0 = 1500 Km. Il fuso 33 (U.T.M.) è il fuso Est di M. Mario, meridiano centrale del fuso 15 a Est di Greenwich con valore di falsa origine E0 = Km. 20

21 La zona di sovrapposizione tra i due fusi è di 40. Nel 1948, in seguito ad accordi internazionali, l Italia si è inserita ufficialmente nel Sistema Cartografico U.T.M., che non è altro che l estensione della rappresentazione di Gauss a tutto il globo. Al termine del secondo conflitto mondiale furono ridisegnati e ricalcolati i confini dei vari stati europei. La tecnologia sviluppatasi durante gli anni di guerra permise di rimisurare con estrema precisione la geografia terrestre e nel 1950 l Europa scelse di adottare i nuovi dati rilevati per uniformare la propria cartografia European Datum (ED 1950). Dato il diverso orientamento, le coordinate geografiche di Roma M. Mario variano leggermente: latitudine Nord dall Equatore e longitudine Est da Greenwich Quadro d unione dei fogli alla scala 1: (vecchia edizione, ancora in commercio) La carta topografica d Italia è composta da 278 elementi alla scala 1: , denominati FOGLI ; hanno le dimensioni di 30 in longitudine e 20 in latitudine. È inquadrata nella rappresentazione conforme di Gauss-Boaga, cioè nel sistema geodetico nazionale (Ellissoide internazionale con orientamento a Roma M. Mario 1940). La carta è derivata dai rilievi alla scala 1: ed ha l orografia a sfumo e curve di livello con equidistanza di 50 metri. Ogni foglio 1: è diviso in quattro parti uguali, detti QUADRANTI, alla scala 1: Ogni quadrante è diviso in quattro parti uguali, detti TAVOLETTE, alla scala 1: Le tavolette, hanno le dimensioni di 7 30 in longitudine e 5 in latitudine. Sono inquadrate nella rappresentazione conforme di Gauss-Boaga, cioè nel sistema geodetico nazionale (Ellissoide internazionale con orientamento a Roma M. Mario 1940), con reticolato chilometrico U.T.M. riferito al sistema geodetico europeo (ED 1950). Le tavolette hanno l orografia a curve di livello con equidistanza di 25 metri; quelle che rappresentano terreni particolarmente complessi sono 21

22 divise in quattro parti uguali (SEZIONI) indicate dalle lettere A, B, C, D. In sintesi, ogni foglio è composto da quattro quadranti e 16 tavolette. La scarsa disponibilità di personale e fondi dell I.G.M. non ha permesso un costante aggiornamento dei dati e, oggigiorno, tranne le zone di confine, un buon terzo della cartografia nazionale risale a prima della seconda guerra mondiale. Nel 1986 è iniziato l aggiornamento parziale delle tavolette relative alla zona Nord orientale d Italia. Nel 1983 è stato deciso dall I.G.M. di promuovere l edizione della nuova carta topografica d Italia in scala 1: a sei colori. La carta si compone di 636 elementi alla scala 1:50.000, denominati FOGLI, che hanno le dimensioni di 20 in longitudine e 12 in latitudine. La carta, che è in corso di allestimento, è inquadrata nella rappresentazione conforme U.T.M.. Il sistema di riferimento geodetico è basato sull Ellissoide internazionale con orientamento medio europeo (ED 1950). Questa cartografia è derivata dai rilievi alla scala 1: L orografia è a sfumo e curve di livello con equidistanza di 25 metri. I fogli 1: sono una suddivisione della carta dell Europa occidentale alla scala 1: , che a sua volta è una suddivisione della carta del mondo alla scala 1: Ogni foglio in scala 1: è diviso in quattro SEZIONI alla scala 1: Ogni sezione ha le dimensioni di 10 in longitudine e 6 in latitudine. La carta d Italia alla scala 1:25.000, che si compone di 2296 sezioni, è in corso di allestimento ed è inquadrata nella rappresentazione conforme U.T.M.. Il sistema di riferimento geodetico è basato sull Ellissoide internazionale con orientamento medio europeo (ED 1950). L orografia è a curve di livello con equidistanza di 25 metri. Il taglio geografico di una sezione è sottomultiplo della carta d Italia alla scala 1: (un quarto) ed abbraccia una zona di terreno pari a circa 150 kmq, contro i circa 100 kmq della vecchia tavoletta. Attualmente l Italia ha in redazione una nuova cartografia fondamentale alla scala 1: per uso civile. Della sua realizzazione si sono fatte onere le varie amministrazioni regionali e prende il nome di CARTA TECNICA REGIONALE (C.T.R.). Le C.T.R. redatte dall Emilia Romagna sono realizzate con i nuovi sistemi di rilevamento aereofotogrammetrici. La scelta di questa tecnica è dovuta alla rapidità di elaborazione del materiale acquisito e al minor costo. Questo sistema è risolutivo per la rappresentazione delle aree di pianura, ma quando si devono rappresentare zone di montagna con molta estensione boschiva, mostra i sui limiti. La regione da diversi anni sta provvedendo all aggiornamento delle aree montuose mediante rilevamento in loco. Il taglio dei fogli C.T.R. 1: ha i bordi dell area rappresentata orientati geograficamente da due meridiani e due paralleli ed è quello convenzionale della carta d Italia dell I.G.M. con scala 1: (nuova edizione). Le coordinate geografiche della C.T.R. sono riferite all Ellissoide internazionale con orientamento medio europeo, sistema ED 1950 come latitudine e al meridiano di Greenwich come longitudine. Le coordinate geografiche delle carte C.T.R. sono omogenee con le carte I.G.M. alla scala 1: e 1: (in corso di allestimento), in quanto riferite al sistema geodetico ED. 1950, e non lo sono con le carte I.G.M. con scala 1: e 1: (vecchia edizione), in quanto riferite al sistema geodetico nazionale (Gauss-Boaga) con orientamento a Roma M. Mario

23 COORDINATE CHILOMETRICHE La rappresentazione conforme di Gauss (U.T.M.) ha la proprietà di conservare sia gli angoli sia le aree; il rapporto di similitudine, ossia la scala della carta, varia da punto a punto. La proiezione è progettata in modo che i meridiani ed i paralleli s incrocino sempre a 90, come avviene realmente sulla Terra, e che la scala Sud-Nord aumenti come quella Ovest-Est. Questo significa che il fattore di scala è uguale in ogni punto e in tutte le direzioni della carta, ma ciò non significa che la scala sia la stessa ovunque, perché il fattore di scala è 1 solo all Equatore. A 60 N, la distanza tra due meridiani sulla terra è la metà della distanza tra gli stessi meridiani in corrispondenza dell Equatore. A 60 N, per mantenere i meridiani distanti come lo sono all Equatore, il fattore di scala Sud-Nord e Ovest-Est è 2. La deformazione lineare cresce allontanandosi dal meridiano di riferimento. Si rimedia a questo inconveniente ricorrendo alla divisione del territorio da rappresentare in fusi. Si prende come riferimento il meridiano centrale del fuso e i due meridiani, uno a Est e uno a Ovest di esso, i quali non presentano deformazioni (meridiani standard). Nella nuova cartografia i meridiani standard sono a 2 di differenza di longitudine rispetto al meridiano centrale del fuso. I meridiani che compongono il reticolato chilometrico non sono orientati secondo il Nord geografico, ma hanno un angolo di convergenza o disorientamento, dovuto al fatto che il loro orientamento è riferito al meridiano centrale del fuso che comprende la carta. La funzione del reticolato chilometrico è quella di mettere in relazione tutte le carte del fuso e facilitare il calcolo delle coordinate metriche. L angolo di convergenza dei meridiani che compongono il reticolato è riportato a lato sulle carte con il simbolo γ (gamma) e può avere un valore massimo di Il valore di convergenza dovrà sempre essere sottratto dall azimut rete per ottenere l azimut geografico. Sulle carte topografiche I.G.M. è stampato, sopra la planimetria del terreno, il reticolato chilometrico U.T.M.. Questo tipo di coordinate si differenzia dalle coordinate geografiche per la numerazione e suddivisione dei meridiani e dei paralleli in metri di distanza da quelli di riferimento. L origine delle coordinate Est è posta sull Ellissoide internazionale (Equatore), a Ovest del meridiano centrale del Fuso, con valore convenzionale di meno metri (falsa origine). Viene definita falsa origine poiché è posta al di fuori dell area da rappresentare. Quando leggiamo le coordinate chilometriche Est, ed i valori riscontrati sono minori di m, significa che siamo ad Ovest del meridiano di riferimento. Se i valori sono superiori significa che siamo tanti metri ad Est del meridiano di riferimento quanti risultano dal valore riscontrato meno m. L origine delle coordinate Nord è l Ellissoide Internazionale. La suddivisione del reticolato chilometrico sulle tavolette e sulle sezioni I.G.M. 1: è ogni metri, forma quindi una quadrettatura con ogni singolo quadretto di 4 cm di lato (1 Km). Nel sistema chilometrico U.T.M., per designare un punto in modo univoco, occorre prima di tutto stabilire in che zona è ( vedi pag. 23 Sistema Cartografico U.T.M. e pag. 24 carta I.G.M.). La zona si determina dando il numero del Fuso e la lettera della Fascia. Altro dato importante che bisogna fornire sono le due lettere che identificano il quadrato di 100 km al quale facciamo riferimento e, successivamente, le coordinate metriche Est e Nord. Le coordinate dei vertici della carta relativi al reticolato chilometrico italiano (proiezione Gauss- Boaga) sono riferite all Ellissoide Internazionale, orientamento a Roma M. Mario 1940, e si trovano nella cornice a destra, così pure l esempio di come determinare un punto utilizzando il 23

24 reticolato chilometrico. I due reticolati, U.T.M. e Gauss Boaga, si differenziano di poco e quindi, per non limitare la leggibilità della carta, viene stampato quello ritenuto più utile all utenza indirizzata. Nelle carte I.G.M. e C.T.R., in un riquadro a lato, troviamo i dati relativi ai vertici dell area rappresentata di entrambi i reticolati. Nella cornice adiacente all area rappresentata, sono stampati i segni convenzionali per potere determinare il reticolato non rappresentato. Le coordinate chilometriche della cartografia C.T.R. sono riferite al sistema nazionale Gauss- Boaga. Nel sistema cartografico Gauss-Boaga, le false origini del reticolato sono poste sull Ellissoide internazionale con orientamento Roma M. Mario 1940, ad Ovest del meridiano centrale del Fuso Ovest di meno m, a Ovest del meridiano centrale del Fuso Est di meno m. Questo sistema rende univoche le coordinate chilometriche in quanto tutti i valori del Fuso Ovest iniziano con 1, mentre tutti quelli del Fuso Est iniziano con 2 (vedi pag. 25 Carta Tecnica Regionale). Negli elementi C.T.R. 1:5.000 le suddivisioni delle longitudini e delle latitudini sono ogni 500 m, formano quindi dei quadrati con il lato di 100 mm. Nelle C.T.R. 1:5000 nel bordo a destra troviamo in un riquadro i dati per determinare l altro tipo di coordinata chilometrica, cioè la U.T.M. ED Manca tuttavia l esempio per determinare un punto. Le coordinate chilometriche sono importanti in quanto sono l unico riferimento quando dobbiamo trasferire dei dati riguardanti la vecchia cartografia I.G.M. 1: sugl elementi C.T.R. 1:5000 di nuova edizione, in quanto le coordinate geografiche si riferiscono ad orientamenti diversi. 24

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