Sulla base di quanto sopra esposto, si è provveduto a rideterminare lo sviluppo che la nuova tariffa assumerà nell arco temporale dei trenta anni.

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1 1 - PREMESSA La presente relazione rappresenta una sintesi dei contenuti del Piano d Ambito n.3 Peligno Alto Sangro (rev.1) redatto secondo le modifiche richieste in sede di Assemblea dei Sindaci del 30/12/02002, essenzialmente riferite ad un maggior approfondimento delle criticità esistenti nei diversi settori del Servizio Idrico Integrato ed al conseguente riesame del Piano degli Investimenti, con rideterminazione della tariffa d ambito. In particolare, a seguito della rimodulazione degli interventi previsti per i serbatoi e per i settori fognatura e depurazione, il costo stimato per gli investimenti da realizzare nell arco temporale di 30 anni è passato dai precedenti ,98 agli attuali ,34, al lordo del contributo pubblico di ,45 previsto nell Accordo di Programma Quadro per il Ciclo Idrico Integrato e detratto il quale l importo ricadente su tariffa si riduce a ,89*. Sulla base di quanto sopra esposto, si è provveduto a rideterminare lo sviluppo che la nuova tariffa assumerà nell arco temporale dei trenta anni. Nei capitoli seguenti vengono illustrate le varie fasi seguite per giungere alla definizione del presente Piano d Ambito. A partire dall accertamento dello stato delle opere e delle infrastrutture riferibili al servizio idrico integrato e dagli esistenti livelli di servizio erogati alle utenze (Ricognizione), si è giunti attraverso la definizione dei livelli di servizio obiettivo dell ATO, all individuazione delle criticità e successivamente alla pianificazione strategica. Quest ultima si è sostanzialmente articolata nel: Piano degli Interventi; Piano Gestionale; Modello Economico-finanziario. Nel primo si sono descritti gli interventi programmati per ciascuna area critica e per ciascun segmento del S.I.I., definendo in termini di obiettivi, gli effetti attesi, il livello di priorità, le previsioni temporali e i costo. Nel secondo si sono fornite le linee generali del Modello Organizzativo e Gestionale che in particolare hanno riguardato l organizzazione sul territorio (struttura centrale, centri di esercizio, punti di contatto con gli utenti), le attività necessarie con le rispettive funzioni ed i relativi parametri di produttività, il dimensionamento dell organico, una stima dei costi operativi, avuto riguardo ai costi di riferimento calcolati secondo il Metodo Normalizzato. A tal punto i due strumenti citati sono stati fatti confluire nel piano economico-finanziario, costruito sulla base dei costi di investimento e dei costi operativi preventivamente determinati, ed inserendo anche gli ammortamenti e la remunerazione del capitale investito. Si è così pervenuti al calcolo della Tariffa Reale Media e al suo sviluppo temporale, durante tutto l arco del Piano fissato in trenta anni. * L investimento stimato per l installazione dei contatori alle utenze sprovviste pari a ,00 è previsto a completo carico del richiedente e quindi non è stato imputato in tariffa. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 1

2 2 - DEFINIZIONE DELLE CRITICITÀ E DEGLI INDICATORI OBIETTIVO Il passaggio al servizio idrico integrato, nell ottica dei principi di efficienza, efficacia ed economicità definiti dalla Legge Galli, impone una ridefinizione degli obiettivi ragionevolmente perseguibili nell arco temporale di affidamento della gestione, al fine di migliorare la qualità del servizio, la tutela dei consumatori e la protezione dell ambiente. Il confronto tra i risultati della ricognizione e i livelli di servizio obiettivo cosi definiti evidenzia le aree di criticità, e fornisce quindi le linee guida da seguire nella pianificazione a scala di ambito, nella definizione degli interventi e della loro priorità. Le criticità analizzate possono essere classificate in tre gruppi distinti: 1. Criticità ambientali e di qualità della risorsa: sono temi collegati alla tutela dell ambiente (in particolare dei corpi idrici recettori degli scarichi) o alla tutela della salute umana. La gravità delle criticità evidenziate può essere quindi molto elevata, poiché potenzialmente connessa alla tutela sanitaria dell utenza. 2. Criticità della qualità del servizio: sono temi correlati al soddisfacimento delle esigenze dell utenza, sia a livello quantitativo (estensione del servizio idropotabile e fognario, dotazioni idriche, pressioni, ecc.) che qualitativo (continuità del servizio, ecc.). 3. Criticità gestionali: si tratta di parametri connessi alla valutazione delle attuali gestioni in ordine alla loro capacità di garantire il servizio, di condurre gli impianti, di pianificare l uso delle fonti di approvvigionamento e di garantire gli investimenti necessari per il conseguimento e mantenimento degli obiettivi di efficienza/efficacia. Appare evidente come esista una notevole interconnessione fra le varie tipologie di criticità; ad esempio, il cattivo stato di conservazione di una condotta può provocarne la rottura o intensificare le perdite di rete, e queste dare luogo ad una riduzione di pressione e di portata nei confronti dell utenza, nonché determinare un degrado della qualità dell acqua trasportata. E facile intuire che la scelta delle priorità di investimento, può essere indirizzata proprio attraverso l analisi e la previsione dei riflessi più ampi che un singolo intervento potrà produrre, oltre al beneficio specifico di base. Si pensi, ad esempio, alla riduzione delle perdite di acqua in una rete di distribuzione collegata attraverso un acquedotto consortile ad altri Comuni; l acqua recuperata in una zona potrà essere distribuita senza oneri aggiuntivi ad altri utenti, ecc. Gli obiettivi, relativi alla risoluzione delle criticità ambientali, della qualità del servizio e di quelle gestionali, che possono essere soddisfatti nella durata temporale del Piano, rappresentano quindi la qualità con cui il servizio è erogato agli utenti e il livello di protezione dell ambiente, eventualmente più restrittivo di quello previsto dalla normativa vigente, che la comunità ha deciso di fissare. E evidente che il raggiungimento degli obiettivi deve essere cadenzato nel tempo, non essendo pensabile, nella maggior parte della situazioni reali, che ciò avvenga immediatamente con l individuazione del nuovo soggetto gestore. Il piano degli investimenti ha come compito quello di portare i servizi idrici, in un arco temporale ragionevole, ai livelli minimi fissati dalla legislazione vigente e dall Ente di Ambito. In particolare la definizione di tali livelli è legata ad obblighi di diversa natura: Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 2

3 esistono livelli di standard resi obbligatori dall attuale normativa (come, per esempio, il D.Lgs. 31/01 relativo alle acque destinate al consumo umano, il D.Lgs. 152/99 e successive modificazioni, e la Direttiva Quadro 2000/60/CE del 23 ottobre 2000). Il raggiungimento e mantenimento di tali livelli, a meno di deroghe temporanee, sono obbligatori indipendentemente all intervento dell Ente di Ambito e dalla Convenzione stessa. esistono livelli previsti da normative e regolamenti i cui tempi di attuazione devono essere individuati nel programma degli interventi; questo è il caso dei livelli minimi di servizio previsti dal DPCM 4/3/96 per i quali non viene esplicitamente indicato alcun limite temporale di raggiungimento. esistono poi livelli di servizio previsti dallo Schema generale di riferimento per la predisposizione della Carta del Servizio Idrico Integrato che il gestore dovrà raggiungere e mantenere seguendo uno schema generale emanato dal Decreto del Presidente del Consiglio. esistono infine livelli di servizio che possono essere fissati dall Ente di Ambito, che vengono individuati tenendo conto di particolari esigenze degli utenti e tali livelli devono essere personalizzati ed individuati in base alle esigenze di ogni singolo ambito. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 3

4 3 IL PIANO DEGLI INTERVENTI Sulla base dello stato degli impianti rilevato nella fase di ricognizione, si è ipotizzato un piano di interventi volto al conseguimento e al mantenimento degli standard di servizio attraverso il raggiungimento degli obiettivi descritti nel paragrafo precedente. In particolare, gli interventi sulle opere possono essere distinti in due tipologie prevalenti: - Interventi di raggiungimento degli standard ; - Interventi di mantenimento degli standard. Nel primo gruppo rientrano quegli interventi che hanno lo scopo di adeguare ai livelli di servizio le opere idrauliche esistenti, attraverso la ricostruzione di quelle oramai al di là della propria durata funzionale o in cattivo stato di conservazione, così come la costruzione di nuove opere necessarie per il raggiungimento degli standard prefissati. Gli interventi di mantenimento degli standard hanno invece lo scopo di mantenere in stato di efficienza le opere esistenti, attraverso un adeguata manutenzione programmata. L individuazione degli interventi da eseguire è stata principalmente basata sulle indicazioni fornite direttamente dai comuni/gestori, e dall analisi dei parametri tecnici rilevati (anno di messa in opera, tecnologia dell impianto, volumetria dei serbatoi,...). In altri termini gli interventi definiti nel Piano sono il risultato congiunto di una programmazione a livello generale svolta su scala di ATO, e di una risposta ad esigenze prettamente locali evidenziate a scala di singolo comune. La valutazione economica dei lavori previsti nel Piano d Ambito è stata effettuata utilizzando i parametri ritenuti più consoni, in relazione alla tipologia di opere da stimare. Per alcune opere quali condotte di adduzione, distribuzione, fognature è stata redatta una stima a metro lineare utilizzando il prezziario della Regione Abruzzo. Agli importi ottenuti è stata sommata una percentuale, variabile con la tipologia dell intervento, per tener conto delle opere di linea, pozzetti, sottoservizi, sicurezza, ecc. Per i serbatoi è stata redatta una tabella di importi al variare dei volumi redatta sulla base dei costi di costruzione di opere similari già realizzate nel territorio abruzzese. Per altre tipologie di opere ed in particolare per gli interventi di manutenzione straordinaria sono state effettuate stime forfettarie, tenendo conto dei singoli interventi che mediamente risulterà necessario realizzare. Comparto idrico Il servizio di acquedotto è svolto all interno dell Ambito secondo modalità e soluzioni impiantistiche differenziate, sia per quanto riguarda l approvvigionamento idrico che la distribuzione dell acqua all utenza. Tali differenziazioni trovano spiegazione, in primo luogo, nelle diverse forme di gestione, con evidenti diseguali capacità di programmazione e di intervento sul territorio. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 4

5 Ciò ha comportato una difformità nella quantità e nella qualità dei dati in origine che ha reso necessario un attenta analisi degli stessi. In talune circostanze le informazioni disponibili sono rimaste poche e frammentarie, e hanno richiesto un lavoro di interpretazione che può contenere ancora margini di incertezza. Gli stessi documenti programmatici esistenti non sono nella maggior parte dei casi esaurienti, non potendo disporre di piani di sviluppo e relativi costi di investimento dettagliati in ogni loro parte. Lo studio ha avuto quindi come prima esigenza, quella di ricondurre ad un omogeneità di approccio le eterogeneità presenti, salvaguardando ovviamente gli aspetti specifici e caratteristici di ciascun sottosistema. Si è cercato, ove possibile, di tenere come punto di riferimento la programmazione degli interventi già previsti, confrontandola con gli standard di servizio prefissati. Per poter giungere ad una stima soddisfacente degli investimenti si è cercato di schematizzare le varie componenti acquedottistiche secondo la loro tipologia prevalente e la loro presunta durata media. La suddivisione operata è stata la seguente: a) Opere di presa (Sorgenti e pozzi); b) Adduzioni (condotte, serbatoi, impianti di sollevamento e di clorazione); c) Reti di distribuzione idriche; d) Sistema di telecontrollo. Per ciascuna delle suddette categorie sono state identificate le tipologie di intervento da eseguirsi nell arco temporale del piano e per ciascuna di esse è stato stimato il relativo costo di esecuzione. Nella tabella successiva è riportata la sintesi degli interventi individuati e la quota dell eventuale contributo pubblico previsto per la loro realizzazione dall accordo di Programma Quadro per il Ciclo Idrico Integrato (APQ). Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 5

6 voce Interventi Importi 1 Opere di manutenzione straordinaria e di riqualificazione delle sorgenti 2 Opere di manutenzione straordinaria e di riqualificazione dei pozzi Di cui Finanziamenti pubblici APQ e DOCUP ( ) ( ) , ,00 3 Criticità attuali schemi idrici , ,40 4 Manutenzione straordinaria ed interventi di riqualificazione delle opere di adduzione 5 Protezione catodica condotte di acciaio opere di adduzione 6 Opere di manutenzione straordinaria e di riqualificazione dei serbatoi 7 Opere di manutenzione straordinaria e di riqualificazione degli impianti di sollevamento , , , ,00 8 Ampliamento dei serbatoi di accumulo ,00 9 Mappatura delle reti idriche e ricerca delle perdite 10 Riparazione puntuale delle perdite riscontrate durante la mappatura 11 Installazione degli strumenti di controllo sulle reti idriche 12 Sostituzione delle reti idriche realizzate in acciaio ,94 13 Manutenzione straordinaria e riqualificazione delle reti idriche non in acciaio , , , , , , ,00 14 Ampliamento delle reti di distribuzione ,00 15 Installazione dei contatori per le utenze sprovviste ,00 16 Manutenzione dei contatori ,00 17 Installazione periferiche per l implementazione del telecontrollo 18 Implementazione e gestione centrale di telecontrollo TOTALE , , , ,40 Nonostante il presente piano si prefigga come obiettivo quello di un orizzonte temporale di lungo termine tipico delle grandi programmazioni nel settore dei servizi idrici, sono stati individuati gli interventi prioritari previsti nel breve periodo secondo una priorità di intervento frutto dell analisi delle criticità esistenti e dei benefici derivanti dall esecuzione dell intervento. D altra parte, l inserimento della pianificazione di breve periodo in una più ampia pianificazione che tenga conto dell evoluzione del servizio risulta essere fondamentale soprattutto in riferimento al raggiungimento degli standard obiettivo del servizio. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 6

7 Il poter collocare gli interventi di breve termine all interno di una pianificazione trentennale permette di distribuire gli investimenti e i traguardi in maniera più uniforme e coerente con un possibile impatto tariffario sostenibile da parte dell utenza. In particolare, per il servizio di acquedotto è stata data priorità di intervento a: 1. Mappatura delle reti idriche, ricerca e riparazione puntuale delle perdite ed installazione degli strumenti di misura delle portate e delle pressioni; 2. Installazione dei contatori per le utenze sprovviste; 3. Realizzazione delle aree di salvaguardia per le sorgenti e pozzi come previsto dal D.Lgs. n. 152/99 e risoluzione maggiori criticità (quota parte degli interventi complessivamente previsti). 4. Realizzazione protezione catodica di condotte di acciaio; 5. Interventi per emergenza idrica da realizzarsi sugli schemi idrici di adduzione (APQ); 6. Interventi di riqualificazione impianti di sollevamento con particolare riferimento all ottimizzazione delle apparecchiature elettromeccaniche (quota parte degli interventi complessivamente previsti). Tali investimenti, pari a circa il 16% dell ammontare complessivo del settore idrico, concentrati nei primi anni, permetteranno al gestore di abbattere il volume immesso con conseguente abbattimento dei costi di gestione, ed al contempo migliorando il servizio fornito agli utenti. Comparto fognario depurativo Lo scopo del programma degli investimenti nel settore fognario e depurativo è di individuare gli interventi che nell arco di tempo considerato permetteranno di portare i servizi ai livelli qualitativi indicati dalle leggi vigenti, tra cui in particolare il decreto legislativo 152/99, e di stimare i relativi costi. La stima degli investimenti si basa pertanto da una parte sulla definizione dei costi necessari per il mantenimento qualitativo delle opere esistenti e di cui si prevede la continuità di esercizio, dall altra sulla valutazione dei costi di realizzazione delle nuove opere. Per entrambe le tipologie di investimento è stata svolta un attenta analisi dei documenti programmatici esistenti, attraverso il recepimento di quanto già approvato a livello ufficiale, e delle criticità risultanti dalla ricognizione. In particolare, sono stati recepiti gli interventi inseriti nel Piano Stralcio per l adeguamento degli obblighi comunitari in materia di fognatura, collettamento e depurazione di cui agli articoli 27, 29 e 31 del Decreto legislativo 11 maggio 1999, n.152, e successive modificazioni, redatto dall Ente d Ambito n.3 Peligno-Alto Sangro. Detti interventi sono stati verificati alla luce di quelli inseriti nell accordo di programma quadro per il ciclo integrativo dell acqua (APQ) quali interventi con carattere prioritario e di conseguenza sono stati modificati gli importi. Gli interventi compresi nel Piano Stralcio redatto ai sensi dell art.141, comma 4, della L. n.388/00 (legge finanziaria per l esercizio 2001) dall Ente d Ambito in conformità a quanto previsto dal D.Lvo 152 e s.m.i. per i servizi di fognatura e depurazione, riguardano il potenziamento delle reti fognarie e l estensione della copertura del servizio per le zone non ancora servite, la realizzazione di Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 7

8 nuovi collettori, l estensione della copertura del servizio depurativo e l aumento della capacità depurativa. In base alle notizie acquisite gli interventi sono stati individuati: per i comuni già serviti da fognatura e depurazione sulla base delle criticità evidenziate in merito allo stato di conservazione, alla potenzialità e alla funzionalità delle reti e degli impianti nonché riguardo alla necessità di adeguare le caratteristiche tecnologiche e di processo degli impianti agli orientamenti della normativa vigente; per i comuni con un grado di copertura parziale del servizio di fognatura e depurazione o non ancora serviti di impianti di trattamento gli interventi sono stati individuati come integrazione di rete e di potenziamento degli impianti o di realizzazione di nuovi impianti. Si è inoltre presupposto sia preferibile avere meno punti di trattamento reflui che dotare ogni scarico fognario di un proprio impianto di depurazione delineando così un quadro generale dello schema depurativo dell Ambito con delle economie di scala (vedi riunificazione dei trattamenti per i Comuni di Corfinio, Pratola Peligna, Raiano, Roccacasale, Prezza e Vittorito). L unificazione degli scarichi in generale comporta numerosi vantaggi, ma solo se i centri da servire sono vicini e non troppo piccoli. Il notevole costo d investimento per la realizzazione dei collettori, infatti, è giustificato solo da risparmi molto consistenti sulla gestione del singolo impianto. Nelle due successive tabelle sono riportati gli interventi con carattere prioritario inseriti nell APQ e quelli del Piano Stralcio aggiornati per tener conto di quanto previsto nel citato accordo di programma quadro. Gli interventi previsti dall APQ assommano complessivamente a ,95 di cui ,05 risultano oggetto di richiesta di finanziamento pubblico nel suddetto accordo. Interventi previsti dall APQ Importo ( ) Potenziamento impianto di depurazione e realizzazione pretrattamento e collettamento dei comuni di Pescasseroli e Opi Realizzazione depurazione collettamento dei comuni di Barrea, Civitella Alfedena, Villetta Barrea Potenziamento depurazione e collettamento delle località Passo di Godi Iovane e Le Prate Impianto di depurazione di Castel di Sangro e collettamento del comune di Alfedena Adeguamento funzionale impianto di depurazione di Roccaraso e manutenzione straordinaria collettore Collettamento comuni di Introdacqua, Pettorano e Bugnara Completamento collettamenti e messa in funzione del depuratore consortile ambiente Finanziamento pubblico ( ) Quota ricadente su tariffa ( ) , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,26 TOTALE , , ,90 Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 8

9 Interventi previsti nel Piano Stralcio Fognature Costo ( ) Piano Stralcio: fognature agglomerati con oltre a.e ,34 Piano Stralcio: fognature agglomerati aree sensibili ,40 Piano Stralcio: fognature agglomerati tra e a.e. e <2.000 Piano Stralcio: collettori agglomerati con oltre a.e. Piano Stralcio: collettori agglomerati aree sensibili Piano Stralcio: collettori agglomerati tra e a.e. e < , ,80 * * Totali ,15 Depurazione Costo ( ) Piano Stralcio: agglomerati con oltre a.e. * Piano Stralcio: aree sensibili * Piano Stralcio: agglomerati tra e a.e. e < ,73 Totali ,73 TOTALE COMPLESSIVO ,88 * Importi compresi negli interventi previsti con l APQ. In aggiunta agli interventi previsti dal Piano Stralcio e dall APQ si è proceduto analogamente a quanto fatto per il servizio idrico alla definizione degli interventi relativi al mantenimento ed al raggiungimento degli standard, suddividendo le varie componenti del servizio fognario e depurativo secondo la loro tipologia prevalente ed in particolare: a) Reti fognarie (raccolta e collettamento); b) Impianti di sollevamento reflui; c) Impianti di depurazione. L individuazione degli interventi da eseguire è stata principalmente basata sulle indicazioni fornite direttamente dai comuni/gestori e da quanto riportato nel Piano Stralcio prima citato. L individuazione degli interventi sulle opere esistenti, coerentemente con quanto realizzato per il comparto acquedottistico, ha preso come base di riferimento prevalente la loro età e il loro stato di conservazione; tale dato è stato poi confrontato con la loro durata funzionale prevista, per le varie opere. Allo scopo di approfondire la determinazione dello stato attuale, risultato per alcune informazioni carente, sarebbe auspicabile effettuare la mappatura delle reti fognarie così come è stata proposta per le reti di distribuzione idrica. Infatti, soltanto conoscendo gli elementi di base, quali la natura Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 9

10 dei collettori, le sezioni, le pendenze, oltre agli elementi reperibili in superficie, sarà possibile eseguire le verifiche idrauliche e, quindi, individuare i tratti da sostituire e/o integrare. Interventi fognatura e Depurazione non compresi nel Piano Stralcio Mappatura e riefficientamento reti fognarie ,00 Riqualificazione e manutenzione straordinaria fognature ,20 Estensione servizio di fognatura alle future aree ubanizzate ,00 Manutenzione straordinaria impianti di sollevamento ,00 Manutenzione straordinaria impianti di depurazione ,87 Totale ,07 Nella tabella che segue sono esplicitati i costi complessivi ed i costi procapite relativamente a tutti e tre i segmenti del S.I.I. Il totale delle richieste ammonta a poco più di 83 milioni di (circa pro-capite, e 39 /abxanno). Tipologia di intervento Costo ( ) Contributo pubblico ( ) Importo ricadente su tariffa Acquedotto , , ,04* Fognatura ,35 0, ,35 Depurazione ,60 0, ,60 APQ (fognatura+depurazione) , , ,90 Totali , , ,89 ( ) L investimento stimato per l installazione dei contatori alle utenze sprovviste pari a ,00 è previsto a completo carico del richiedente e quindi non è stato imputato nella tariffa. Gli investimenti da operare sulle reti idriche per portarle a livelli di standard funzionale corrispondono a circa il 61% dell investimento complessivo del servizio acquedottistico. Complessivamente gli interventi previsti sulle reti, a livello di Ambito, superano i 23 milioni di euro nei 30 anni del piano. Come era lecito aspettarsi, in linea con i risultati di altri piani di ambito, il capitolo di spesa legato alla sistemazione e manutenzione delle reti (adduttrici e distributrici) è quello che incide in maniera preponderante rispetto alle altre opere acquedottistiche. La mappatura e ricerca delle perdite puntuali richiedono un investimento di circa 1,5 milioni di euro (4% del totale). Complessivamente gli interventi previsti per i serbatoi sono pari a circa 3,5 milioni di euro, rappresentando circa il 10% degli investimenti totali del settore idrico. Gli investimenti per il raggiungimento ed il mantenimento degli standard per le opere di presa e per il superamento delle loro criticità sfiora 1milione di euro, e rappresenta il 2% del costo totale per il settore acquedottistico. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 10

11 Gli impianti di sollevamento richiedono investimenti stimati per quasi 1 milione di euro (pari al 2% del totale), mentre quelli relativi ai costi di sostituzione programmata del parco contatori e nuove installazioni ammontano a poco meno di 4 milioni di euro (10% del totale). Infine altri costi relativi al servizio di acquedotto quali il telecontrollo e la protezione catodica per le condotte in acciaio incidono per circa 3,5 milioni di euro, rappresentando il 10% della spesa per l intero comparto acquedottistico. Gli interventi di fognatura e depurazione richiedono complessivamente un investimento pari a circa il 55% dell importo complessivo previsto. Gli interventi previsti per i sollevamenti ammontano a circa 1 milione di Euro. Di seguito si riportano gli investimenti stimati per gli interventi prioritari da eseguirsi nei tre settori del servizio idrico integrato e la quota di contributo pubblico previsto dall APQ. Interventi prioritari Investimenti ( ) Contributo pubblico ( ) Importi al netto del contributo pubblico ( ) Mappatura, ricerca e riparazione puntuale perdite + strumenti di misura , , ,86 Realizzazione aree di salvaguardia sorgenti, pozzi e interventi per criticità ,00 0, ,00 Protezione catodica ,50 0, ,50 Interventi di manutenzione straordinaria impianti di sollevamento ,00 0, ,00 Installazione dei contatori ,00 0, ,001 Interventi per emergenza idrica (APQ) , , ,85 Interventi prioritari fognatura e depurazione (APQ) , , ,90 Totale , , ,11 1 Investimento a carico dell utente che ne fa richiesta Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 11

12 4 IL PIANO GESTIONALE Sulla base delle informazioni contenute nelle schede di rilevamento per i vari soggetti gestori, degli studi sulla domanda e sulla risorsa, dei rapporti tecnici sulla funzionalità delle infrastrutture, sulle criticità del sistema e sui progetti di intervento, viene elaborato il piano di gestione. Il modello gestionale organizzativo individua le caratteristiche della struttura centrale del gestore, il numero e le caratteristiche delle diverse strutture territoriali preposte all'esercizio e al contatto con l'utenza. Generalmente la determinazione di tali elementi è effettuata tenendo conto di due criteri di fondo, di per sé contrastanti: l'efficienza, che porta a definire un elevato livello di accentramento di funzioni e responsabilità nella struttura centrale, individuando un limitato numero di centri operativi sul territorio e attribuendo loro un ridotto grado di autonomia operativa e gestionale; l'efficacia, che induce ad individuare un forte decentramento sul territorio, in modo da poter intervenire con rapidità e tempestività, e che pertanto richiede un elevato livello di autonomia gestionale dei centri operativi. La necessità di contemperare questi due criteri e l'esperienza maturata in altre realtà gestionali simili ha indotto a determinare il livello di decentramento territoriale del gestore del servizio idrico integrato in modo da rispettare alcuni vincoli minimi e massimi. Infatti l'individuazione delle aree di influenza dei centri operativi e dei punti di contatto con l'utenza (sportelli al pubblico) è stata effettuata ottimizzando il numero di aree nel rispetto di vincoli demografici e territoriali. E stata individuata un unica area operativa a totale copertura dell intero territorio, in cui è previsto un unico centro operativo. In relazione all attività operativa, l organizzazione del Gestore deve garantire, in termini di accesso agli sportelli, servizio informazioni, lettura e fatturazione, segnalazione guasti, continuità di servizio e pronto intervento, in rispetto da quanto previsto dal D.P.C.M. 29 aprile Occorre sottolineare che, mentre per le aree operative l'individuazione effettuata in questa sede assume valore indicativo ed è soggetta alla libera determinazione imprenditoriale del gestore, la definizione del numero di sportelli al pubblico assume il valore di livello minimo di servizio e potrà essere modificato da un diverso accordo tra il gestore e l'ente di Ambito, una volta definiti la Carta dei Servizi e i contenuti della convenzione di gestione. Inoltre, appare opportuno ricordare che il numero e la dislocazione dei punti di contatto con l'utenza risulterà influenzato dall'esistenza o meno di un apposito call center che renderà possibili tutte le operazioni commerciali per via telefonica e telematica. La definizione del modello organizzativo di riferimento e della struttura organizzativa del futuro ente gestore dell' ATO n.3 Peligno Alto Sangro è stata effettuata sulla base di studi già esistenti e di modelli attuati o in corso di attuazione in altri contesti similari. La situazione attuale, infatti, appare molto frammentata e diversificata in quanto sono presenti differenti forme gestionali, ciascuna con un assetto operativo molto diverso. Per questi motivi, una volta individuate le funzioni e le attività strettamente connesse alla gestione caratteristica di un'azienda ottimale operante nel settore idrico, si è proceduto alla stima del personale mediante l'utilizzo di parametri che identificano i volumi di attività in relazione ai livelli di servizio da erogare. Tali parametri di riferimento, che rappresentano le migliori performances dei principali operatori del settore, hanno consentito di effettuare il dimensionamento ottimale delle attività e delle funzioni sulla base dei valori obiettivo individuati. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 12

13 Al fine di delineare una struttura organizzativa ottimale, l'ipotesi adottata consiste nel considerare una struttura che accentra a livello territoriale le attività del futuro soggetto gestore. L'organigramma disegnato per l'ato n.3 Peligno Alto Sangro prevede nell'unità Centrale, oltre alle funzioni in staff della Direzione generale, l'area Amministrativa, l'area Commerciale e l'area operativa. Date le peculiarità del territorio dell'ambito e la distribuzione territoriale delle opere esistenti e da realizzare, nel definire l'articolazione per aree è stato assunta una suddivisione del territorio in un unica zona. Sulla base di tali elementi, è stata definita la struttura ottimale per il nuovo gestore dell'ambito che prevede, relativamente al primo anno di esercizio, un organico pari a 53 unità. Risulta evidente che l ottimizzazione gestionale da parte del futuro soggetto gestore richiederà un certo sforzo per adeguarsi alle migliori aziende del settore; i rilevamenti effettuati nella fase di ricognizione relativi alla struttura organizzativa e gestionale esistente hanno evidenziato, soprattutto nei piccoli comuni, una realtà abbastanza diffusa di personale solo parzialmente impiegato nei tre comparti del Servizio Idrico Integrato, ed in alcuni casi solo nelle situazioni di emergenza e non nelle attività di ordinaria gestione del servizio. Prendendo inoltre in considerazione lo sviluppo del patrimonio impiantistico, in particolare l entrata in funzione di nuovi impianti di depurazione, di nuove reti e in generale dell estensione del servizio idrico integrato, nonché il presumibile aumento della produttività, dovuto alle sinergie derivanti dall integrazione tra i servizi di acquedotto, fognatura, depurazione all interno dell Ambito Territoriale Ottimale, è risultato necessario prevedere una variazione della forza lavoro nei 20 anni previsti dal Piano. Su tali basi si prevede un aumento dell organico fino ad un massimo di 67 unità negli anni successivi all entrata in esercizio delle nuove infrastrutture. Tale incremento del personale si mantiene poi costante negli anni seguenti. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 13

14 5 I COSTI OPERATIVI La stima dei costi operativi della nuova azienda di gestione è finalizzata sia alla definizione della struttura dei costi aziendali, sia alla stima della tariffa che la nuova azienda dovrà applicare, stante la suddetta struttura di costi e il previsto piano degli investimenti. Per quanto riguarda la componente dei costi operativi di progetto necessari al calcolo della tariffa reale media come stabilito dal Metodo Normalizzato 2, si sono effettuate stime per il servizio acquedotto, depurazione, fognatura. Sono compresi in questi costi, con riferimento alle prescrizioni del decreto legislativo n. 127/1991 3, le seguenti categorie: B 6 - Costi per materie di consumo e merci (al netto di resi, abbuoni e sconti); B 7 - Costi per servizi; B 8 - Costi per godimento di beni di terzi; B 9 - Costo del personale; B 11 - Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci; B12 - Accantonamento per rischi; B 13 - Altri accantonamenti; B 14 - Oneri diversi di gestione. I costi operativi di progetto sono stati stimati mediante l'utilizzo di parametri che risentono dello sforzo di ottimizzazione gestionale e che scontano il conseguimento di economie di scala, così come dovrebbe accadere per il futuro soggetto gestore dell ATO n.3 Peligno Alto Sangro. Nella Tabella seguente si riportano i costi operativi di progetto relativi al primo anno di gestione, articolati in cinque macro categorie: costo del personale, acquisti, servizi di terzi ad acquisto acque, ed altri costi operativi. All'interno di queste cinque categorie vengono esplicitate le voci di costo che assumono maggiore rilevanza, mentre le altre spese vengono riportate nella voce residuale altro. Migliaia di Euro Personale Acquisti energia elettrica reagenti altro (materiali di consumo, carburante) 39 Servizi di terzi smaltimento fanghi manutenzioni reti e pronto intervento altro (consulenza legale, servizi assicurativi, noleggio automezzi, ecc.) Acquisto di acqua Altri costi operativi (affitto sedi, spese CdA) 165 TOTALE Metodo Normalizzato di cui al D.M. 1 agosto 1996, Approvazione del metodo normalizzato per definire le componenti di costo e determinare la tariffa di riferimento". 3 Le componenti della tariffa di riferimento sono definite in base al decreto legislativo del 9 aprile 1991, n. 127, in recepimento delle direttive n. 78/660/CEE e n. 83/349/CEE. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 14

15 Sulla base di queste stime, per il primo anno di esercizio è stato quindi individuato un valore di costo operativo complessivo pari a circa 4,8 milioni di euro. Tale valore include tutti i costi relativi alla gestione caratteristica, ad esclusione degli ammortamenti, che rientrano in tariffa mediante il piano degli investimenti. Per quanto riguarda il primo anno di esercizio, il costo del personale, scaturente dall'ipotesi di una struttura organizzativa iniziale pari a 53 addetti, risulta pari a circa 1,7 milioni di euro, ottenuto ipotizzando un costo medio annuo per addetto in linea con gli attuali costi del personale nell area. Nella determinazione del costo del personale per gli anni successivi al primo è stato considerato l'incremento del fabbisogno di organico derivante dallo sviluppo del patrimonio impiantistico e dalla crescita della popolazione servita nonché l aumento della retribuzione media, fino ad un valore in linea con la media nazionale degli addetti del settore. Con riferimento alle spese per acquisti, pari complessivamente a 1,2 milioni di euro, le voci di costo che presentano una maggiore incidenza percentuale sono rappresentate dai costi di energia elettrica (circa 1 milione di euro) e dai costi per i reagenti (0,2 milioni di euro). All'interno della categoria servizi di terzi, il cui valore ammonta complessivamente a circa 1,7 milioni di euro, le voci di costo che presentano una maggiore incidenza percentuale sono rappresentate dai servizi per manutenzioni straordinarie non programmate e pronto intervento (circa 0,2 milioni di euro) e dal servizio di smaltimento fanghi (circa 0,7 milioni di euro). Nell'ultima categoria, sono compresi i costi dei servizi commerciali, dei servizi amministrativi, dei sistemi informativi, dei servizi di laboratorio, la consulenza legale ecc. con un costo complessivo di circa 0,7 milioni di euro. Per la stima dei costi operativi complessivi assumono importanza gli oneri derivanti dall acquisto di acqua; questi si assestano su un costo pari a circa 0,1 milioni di euro per un volume acquistato nell anno pari a 0,61 milioni di metri cubi. Infine, gli altri costi operativi (circa 0,2 milioni di euro) sono costituiti essenzialmente dai costi per l affitto delle sedi e dai costi del Consiglio di Amministrazione. Nel grafico seguente è riportato lo sviluppo dei costi operativi di progetto suddivisi in macro categorie, nell'orizzonte temporale dei trenta anni presi in considerazione dal Piano. 2,50 2,00 euro a mc 1,50 1,00 0,50 0, Costi operativi Ammortamenti Remunerazione del capitale Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 15

16 6 LO SVILUPPO TARIFFARIO La tariffa media ponderata delle gestioni esistenti è stata calcolata rapportando i ricavi delle gestioni attuali ai volumi di acqua erogata. Detto calcolo, ha risentito in parte dei vuoti informativi legati alla mancata disponibilità o attendibilità, per alcuni Comuni, dei dati necessari per le elaborazioni e, pertanto è stato necessario effettuare delle stime utilizzando i valori medi ricavati sulla base dei dati disponibili. Per quanto concerne i canoni del servizi di fognatura e depurazione, in accordo con quanto prescritto dal Metodo, in mancanza dei dati di ricognizione sono stati applicati i canoni massimi previsti alla data di entrata in vigore della Legge 36/94, pari rispettivamente a lire 170 e 500 per mc erogato. La tariffa media ponderata del servizio idrico integrato delle gestioni esistenti che risulta applicando i criteri sopra esposti è pari a 0,89 Euro a metro cubo. Per determinare la tariffa reale d ambito, cioè la tariffa che verrà effettivamente applicata nell ambito considerato, si è proceduto al calcolo delle tre componenti della tariffa: costi operativi, ammortamenti e remunerazione del capitale. I costi operativi di progetto, come determinati nel Capitolo V, sono stati confrontati con i costi operativi di riferimento calcolati secondo il modello elaborato dal Ministero dei Lavori Pubblici e contenuto nel Metodo normalizzato. La componente di costi riconosciuta in tariffa, infatti, potrà essere rappresentata dai costi operativi di progetto, purché gli stessi non superino il limite dei costi operativi di riferimento, incrementati del 30%. Tale limite è indicato come soglia superiore invalicabile per i costi operativi riconosciuti nella tariffa. In accordo con quanto prescritto dal Metodo, è comunque necessario stabilire un percorso per migliorare di anno in anno l efficienza gestionale. Per questo motivo si prevede la riduzione dei costi operativi degli anni successivi al primo sulla base di percentuali legate allo scarto esistente tra i costi operativi di riferimento e quelli di progetto: quanto maggiore è lo scarto tanto maggiore sarà la percentuale di riduzione imposta dal Metodo. In sostanza, quindi, i costi operativi che comporranno la tariffa di un anno qualsiasi diverso dal primo sono dati dai costi operativi dell anno precedente più la variazione prevista per l incremento quantitativo e qualitativo del servizio meno la variazione in diminuzione legata al miglioramento dell efficienza. Applicando questa metodologia di calcolo della componente dei costi operativi al caso dell ambito del Peligno, emerge sin dal primo anno uno scostamento tra i costi operativi di progetto e quelli di riferimento. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 16

17 CONFRONTO DEI COSTI OPERATIVI DEL PRIMO ANNO (migliaia di euro) Valori COP di riferimento COP di riferimento + 30% COP di progetto Tuttavia, come emerge dalla tabella precedente, la stima dei costi operativi di progetto non supera la soglia rappresentata dai costi di riferimento aumentati del 30%; tale condizione risulta soddisfatta anche per tutti gli anni successivi al primo. Nella tabella seguente si riporta, per alcuni anni di riferimento, lo sviluppo dei costi operativi di progetto e le componenti annuali che determinano le variazioni previste nei costi operativi: tali componenti sono rappresentate dalla variazione in aumento dovuta agli incrementi di servizio e da quella in diminuzione dovuta al miglioramento d efficienza imposto dal Metodo. Nell ultima riga della tabella sono riportati i costi operativi effettivamente coperti dalla tariffa media di ambito. CONFRONTO DEI COSTI OPERATIVI (migliaia di euro) COP di progetto Miglioramento di efficienza 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% COP al netto del miglioramento di efficienza Canone di concessione di cui rate dei mutui in essere di cui spese funz. ATO Costi operativi in tariffa Sulla base dello sviluppo ipotizzato per i costi operativi e per le altre due componenti tariffarie, ammortamenti e remunerazione del capitale investito, è stato possibile determinare la serie tariffaria che si dovrà applicare nei prossimi trenta anni all ambito del Peligno, suddivisa nelle tre componenti e stante le ipotesi sopra descritte. SVILUPPO DELLA TARIFFA DI RIFERIMENTO (TRM), ANNI 1-10 migliaia di euro e euro a metro cubo Costi operativi Ammortamenti Remunerazione capitale Tariffa di riferimento 0,92 0,96 1,07 1,14 1,21 1,23 1,23 1,25 1,27 1,29 Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 17

18 (SEGUE) SVILUPPO DELLA TARIFFA DI RIFERIMENTO (TRM), ANNI migliaia di euro e euro a metro cubo Costi operativi Ammortamenti Remunerazione capitale Tariffa di riferimento 1,30 1,34 1,35 1,36 1,36 1,36 1,38 1,39 1,40 1,40 20 (SEGUE) SVILUPPO DELLA TARIFFA DI RIFERIMENTO (TRM), ANNI migliaia di euro e euro a metro cubo Costi operativi Ammortamenti Remunerazione capitale Tariffa di riferimento 1,41 1,41 1,40 1,40 1,40 1,38 1,35 1,32 1,29 1,26 30 Una volta individuato lo sviluppo tariffario è possibile calcolare i k relativi, ovvero gli incrementi tariffari tra un anno e l altro, e confrontarli con i livelli massimi ammessi dal Metodo, come illustrato nelle tabelle successive. SVILUPPO TARIFFARIO (TRM) E DEL K, ANNI 1-10 euro a metro cubo e percentuali Tariffa media ponderata 0,92 Tariffa di ambito (TRM) derivante dal calcolo diretto 0,92 0,96 1,07 1,05 1,14 1,21 1,23 1,25 1,27 1,29 k effettivo -0,4% 4,6% 11,2% 6,6% 5,9% 1,5% 0,7% 1,0% 1,7% 1,4% k massimo 7,5% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 9 10 (SEGUE) SVILUPPO TARIFFARIO (TRM) E DEL K, ANNI euro a metro cubo e percentuali Tariffa di ambito (TRM) Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno derivante dal calcolo diretto 1,30 1,34 1,35 1,36 1,36 1,36 1,38 1,39 1,40 1,40 k effettivo 1,2% 2,7% 1,4% 0,2% 0,2% 0,3% 0,9% 0,8% 0,7% 0,6% k massimo 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 19 20

19 (SEGUE) SVILUPPO TARIFFARIO (TRM) E DEL K, ANNI euro a metro cubo e percentuali Tariffa di ambito (TRM) derivante dal calcolo diretto tariffa diretta 1,41 1,41 1,40 1,40 1,40 1,38 1,35 1,32 1,29 1,26 k effettivo 0,2% -0,1% -0,2% -0,2% -0,2% -1,2% -2,2% -2,2% -2,2% -2,3% k massimo 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% Le tabelle precedenti mostrano che i valori del k nel terzo, quarto e quinto anno di gestione non risultano inferiori o pari al k massimo consentito; tale andamento è conseguenza del forte vincolo derivante dalla programmazione degli investimenti, necessari per assicurare gli standard di servizio prestabiliti. Tale serie tariffaria non è applicabile per tali anni, a causa del mancato rispetto del vincolo del k massimo, evidenziando così la necessità di determinare la tariffa effettivamente applicabile sulla base del massimo aumento consentito dal Metodo. SVILUPPO TARIFFA APPLICABILE DEL K, ANNI 1-10 euro a metro cubo e percentuali Tariffa media ponderata 0,92 Tariffa da piano ambito 0,92 0,96 1,07 1,14 1,21 1,23 1,23 1,25 1,27 1,29 K da piano -0,4% 4,6% 11,2% 6,6% 5,9% 1,5% 0,7% 1,0% 1,7% 1,4% k massimo 7,5% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% Tariffa al k massimo 0,99 1,04 1,09 1,15 1,21 1,27 1,33 1,40 1,47 1,54 Tariffa applicabile 0,92 0,96 1,01 1,06 1,11 1,17 1,23 1,29 1,35 1,42 (SEGUE) SVILUPPO TARIFFA APPLICABILE E DEL K, ANNI euro a metro cubo e percentuali Tariffa da piano ambito 1,30 1,34 1,35 1,36 1,36 1,36 1,38 1,39 1,40 1,40 19 K da piano 1,2% 2,7% 1,4% 0,2% 0,2% 0,3% 0,9% 0,8% 0,7% 0,6% k massimo 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% Tariffa al k massimo 1,62 1,70 1,78 1,87 1,96 2,06 2,17 2,27 2,39 2,51 Tariffa applicabile 1,33 1,33 1,35 1,36 1,36 1,36 1,38 1,39 1,40 1,40 20 Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 19

20 (SEGUE) SVILUPPO TARIFFA APPLICABILE DEL K, ANNI euro a metro cubo e percentuali Tariffa da piano ambito 1,41 1,41 1,40 1,40 1,40 1,38 1,35 1,32 1,29 1,26 29 K da piano 0,2% -0,1% -0,2% -0,2% -0,2% -1,2% -2,2% -2,2% -2,2% -2,3% k massimo 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% 5,0% Tariffa al k massimo 2,63 2,76 2,90 3,05 3,20 3,36 3,53 3,70 3,89 4,08 Tariffa applicabile 1,41 1,41 1,40 1,40 1,40 1,38 1,35 1,32 1,29 1,26 30 Il grafico successivo mostra il confronto tra l andamento della tariffa di riferimento e quella applicabile. L andamento delle due tariffe si discosta solo dal terzo al dodicesimo anno di gestione per poi assumere gli stessi valori. LO SVILUPPO TARIFFARIO: TARIFFA DI RIFERIMENTO E TARIFFA APPLICABILE euro a metro cubo Confronto TRM e Tariffa applicabile euro a mc 1,50 1,40 1,30 1,20 1,10 1,00 0,90 0,80 0,70 0,60 0, Tariffa di ambito (TRM) Tariffa applicabile Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 20

21 LE COMPONENTI DELLA TARIFFA APPLICABILE (euro a metro cubo) Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 21

22 7 IL PIANO ECONOMICO - FINANZIARIO Il presente paragrafo illustra le ipotesi di base adottate per la elaborazione del piano economico finanziario e ne espone i principali risultati. La redazione dei bilanci previsionali e dei prospetti dei flussi di cassa ha infatti lo scopo di verificare la sostenibilità sotto il profilo finanziario e reddituale delle scelte operate e degli obiettivi posti nel Piano d ambito, poiché consente di individuare le dinamiche del fabbisogno nell arco temporale considerato ed ipotizzare le adeguate modalità di copertura dello stesso, nel rispetto dei principi contabili e dei criteri di una efficiente gestione economico-finanziaria. Conto economico La allegata tabella A evidenzia per ciascun anno la formazione del risultato di esercizio, esponendo i componenti positivi e negativi di reddito secondo lo schema di cui al Decreto Legislativo 127/91 del c.c.. In particolare, vengono evidenziati i risultati intermedi rappresentati da: valore della produzione, costo della produzione, differenza tra valore e costo della produzione, risultato della gestione finanziaria, risultato della gestione straordinaria, risultato ante imposte e risultato di esercizio. Per ciò che concerne il valore della produzione, esso risulta costituito dai ricavi da tariffa. Per la determinazione di tale valore si è ipotizzato, prudenzialmente, un volume di acqua fatturata pari ai m3 erogati. Nel costo della produzione confluiscono i costi operativi e gli ammortamenti, determinati in base alle assunzioni illustrate nei paragrafi precedenti. Il risultato della gestione finanziaria evidenzia il totale degli interessi maturati sull indebitamento in essere, che è articolato in diverse linee di finanziamento in funzione della natura del fabbisogno da coprire. Le ipotesi sottostanti al piano di finanziamento sono illustrate con maggiore dettaglio nel commento alla tabella dei flussi di cassa. In via prudenziale, data l ampiezza dell arco temporale considerato, non è stata formulata alcuna stima in merito ai proventi e agli oneri straordinari. Nel calcolo delle imposte, in accordo con quanto disposto dalla vigente normativa tributaria, si è proceduto alla determinazione dell IRAP, mediante l applicazione dell aliquota del 4,25% alla base imponibile, rappresentata dalla somma del reddito operativo e dei costi del personale, e dell IRPEG, che si sostanzia nell applicazione di una aliquota media pari al 35%. Stato patrimoniale Si forniscono in allegato le tabelle relative alla situazione patrimoniale (tabella A). Il Piano di ambito ipotizza un finanziamento aggiuntivo da parte del soggetto pubblico di 14,0 milioni di euro, da destinare a parziale copertura degli investimenti previsti dal Piano di ambito per il periodo Le ipotesi assunte circa le modalità di erogazione del contributo pubblico prevedono che gli incassi avvengano nel corso dell esercizio in cui si determina l uscita di cassa. Relazione di sintesi Piano d Ambito Peligno 22

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