COMMITTENTE INCARICATO RESPONSABILI DEL LAVORO. Comune di Merano Rip.3 - Edilizia e Servizi Tecnici Uffiicio Gestione del Verde e Ambientale

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1 d i e P a s s e r i n M e r a n COMMITTENTE Comune di Merano Rip.3 - Edilizia e Servizi Tecnici Uffiicio Gestione del Verde e Ambientale INCARICATO Mauro Tomasi Studio Associato PAN RESPONSABILI DEL LAVORO Mauro Tomasi - STUDIO ASSOCIATO PAN (coordinamento generale e aspetti floristico-vegetazionali) Davide Righetti (aspetti faunistici) Merano, ottobre 2009

2 d i e P a s s e r i n M e r a n INDICE INTRODUZIONE 1 1 INQUADRAMENTO CLIMATICO 2 2 VEGETAZIONE VEGETAZIONE POTENZIALE VEGETAZIONE ATTUALE metodologia di indagine formazioni vegetazionali individuate 13 o vegetazione a salici arbustivi 15 o salici-populeto su isola fluviale 16 o vegetazione spondale a dominanza di salici e pioppi 16 o vegetazione spondale arboreo-arbustiva a dominanza di specie extrariparie e/o alloctone 18 o vegetazione spondale con ontano su scarpata 19 o alneta 20 o vegetazione spondale a dominanza di specie ruderali 22 o formazioni boscate collinari extrariparie a latifoglie 22 o bacino idrico con sponde a dominanza di vegetazione sinantropica 24 o roveto 24 o parchi e giardini grado di naturalità e di funzionalità ecologica 26 3 FLORA 29 4 FAUNA AREA DI STUDIO MATERIALI E METODI INDAGINE AVIFAUNISTICA L avifauna intesa come indicatore ambientale Funzione pubblica, didattica, sociale e ricreativa Avifauna tra obblighi legislativi e fonte di ricerca applicata Avifauna ed interazione con l uomo Risultati delle indagini Gli indici di qualità ambientale MAMMIFERI Metodi d indagine Metodi di censimento indiretti Metodi di censimento diretti Inquadramento legislativo Lista sistematica, indicazioni conservazionistiche di ogni vertebrato valutato presente RETTILI E ANFIBI Anuri Urodeli Rettili INDICAZIONI GESTIONALI 75 o definizione di un piano di tagli della vegetazione spondale 76 o regolamentazione dell accesso alle sponde 77 o allargamenti di sezione, costruzione di canali laterali, rami morti o piccole zone palustri; 79 o contenimento delle specie vegetali alloctone invasive: 80 o predisposizione di un piano di gestione per la conservazione e valorizzazione naturalistica dell area di Lazago; 80 o tutela della zona di presenza di Myricaria germanica; 83 o posizionamento di cassette nido; 83 o valorizzazione naturalistica del sistema di vasche ornamentali della Passeggiata Gilf; 83 o aumento delle superfici nude di deposito fluviale; 83 BIBLIOGRAFIA 85

3 d i e P a s s e r i n M e r a n ALLEGATI allegato 1: schede floristico - vegetazionali allegato 2: atalnti e studi sull ornitofauna a livello amministrativo comunale allegato 3: schema sintetico di attribuzione del valore di sensibilità conservazionistico ( c.d. valore ornitico ) allegato 4: elenco delle specie ripartite per ordine, famiglia, genere, specie, norme di tutela e valore ornitico allegato 5: Individuazione dei cluster di riferimento all analisi conservazionistica ai fini ornitici CARTOGRAFIA TAVOLA 1: carta di sintesi della vegetazione TAVOLA 2: carta del grado di naturalità della vegetazione TAVOLA 3: carta del grado di funzionalità ecologica della vegetazione

4 1 I n t r o d u z i o n e Nella presente relazione vengono riportati i risultati emersi da un indagine volta alla caratterizzazione di alcuni aspetti dell ecologia terrestre del torrente Passirio relativi alle componenti vegetazione, flora e fauna, nel tratto compreso entro il territorio comunale di Merano. L indagine ha preso avvio da una fase preliminare volta ad ottenere una prima caratterizzazione dell ambiente indagato, attraverso la realizzazione di sopralluoghi iniziali di ricognizione del sito, raccolta ed analisi di bibliografia e dati esistenti, colloqui con tecnici e specialisti di settore. Tale inquadramento preliminare ha permesso di impostare la successiva fase di campagna mirata alla caratterizzazione degli aspetti floristici, vegetazionali e faunistici. In particolare, le indagini vegetazionali hanno preso in esame le fitocenosi caratterizzanti la fascia fluviale (isole fluviali e sponde per un buffer di larghezza variabile in dipendenza delle caratteristiche dell alveo) e perifluviale (relativamente a quelle formazioni ancora legate sotto il profilo ecologico e/o funzionale al corso d acqua). L ambito ripario è stato suddiviso in tratti omogenei dal punto di vista della composizione e della struttura della vegetazione. Ciascun tratto è stato descritto analiticamente e caratterizzato in merito alla sua valenza sia naturalistica che ecologico-funzionale. Nel corso delle indagini di campagna concernenti la componente vegetazionale una certa attenzione è stata dedicata a verificare l eventuale presenza di specie floristiche di pregio comprese nella Lista rossa per l Alto Adige (Wilhalm T. & Hilpold A. 2006: Rote Liste gefährdeter Gefäßpflanzen Südtirol. Gredleriana). Per quanto concerne le analisi faunistiche, sono stati indagati i gruppi zoologici relativi alle classi Mammalia, Anphibia (Anuri e Urodeli), Reptilia e Aves. L indagine è stata mirata alla verifica degli indici (diretti e indiretti) di presenza/assenza, utilizzando le metodologie più idonee alle rispettive classi zoologiche, quali, a titolo esemplificativo, transetti, punti di ascolto, trappolaggi, ecc. Da ultimo, nella fase conclusiva del lavoro si è provveduto all elaborazione dei dati raccolti nelle fasi precedenti (preliminare e di campagna) e all organizzazione dei risultati, ponendo l attenzione sui seguenti aspetti: valutazione di stato di conservazione, pregio naturalistico e grado di sensibilità di habitat e specie indagati; formulazione di obiettivi e di proposte di valorizzazione, da tradurre in strategie gestionali condivise; identificazione di criticità e conflitti (in atto e potenziali) tra obiettivi di conservazione e realtà gestionale del territorio.

5 2 I n q u a d r a m e n t o c l i m a t i c o 1

6 3 1 I n q u a d r a m e n t o c l i m a t i c o Il clima della conca di Merano si caratterizza per scarse precipitazioni, con valori medi intorno ai 700 mm/anno e temperature medie annue superiori a 11 C. La favorevole esposizione e la particolare conformazione orografica del territorio, protetto a nord da elevati gruppi montuosi e aperto a sud verso la valle dell Adige, determinano condizioni particolari che spingono nelle situazioni stazionali più assolate e favorevoli, verso microclimi submediterranei. Non a caso le promozioni turistiche di Merano descrivono la conca come un isola sub-mediterranea immersa nella catena alpina. Considerevoli sono le escursioni termiche, in particolare nel periodo primaverile ed autunnale, con temperature minime e massime annuali rispettivamente inferiori a 10 C e talvolta superiori a 35 C. Nel corso dell anno la temperatura giornaliera può presentarsi al di sotto di 0 C per tre o quattro mesi, mentre le temperature massime giornaliere superano i 30 C per più di un mese. Le precipitazioni meteoriche si manifestano con frequenza massima dalla primavera inoltrata a tutta l estate, mentre i minimi di frequenza si raggiungono nel periodo invernale, con conseguenti scarse nevicate. Il clima infine è condizionato dalla presenza del foehn, un vento caldo e secco proveniente da nord, che spira decine di volte all anno nell area di Merano, contribuendo a mantenere bassi i valori di umidità relativa, e mitigando gli estremi di temperatura. Nella figura sottostante è riportato un climo-diagramma, costruito in base ai dati della stazione climatica di Merano-Qurazze.

7 4 2 V e g e t a z i o n e

8 5 2 V e g e t a z i o n e 2. 1 v e g e t a z i o n e p o t e n z i a l e Il concetto di vegetazione potenziale è stato formulato da Tüxen nel 1956: «Per vegetazione potenziale si intende la vegetazione che si costituirebbe in una zona ecologica o in un determinato ambiente, a partire da condizioni attuali di flora e di fauna, se l'azione esercitata dall'uomo sul manto vegetale venisse a cessare e fino a quando il clima attuale non si modifichi di molto». La vegetazione potenziale rappresenta pertanto un importante riferimento da tenere sempre presente nella realizzazione di indagini vegetazionali, in particolare se finalizzate ad interventi di ripristino e valorizzazione ambientale. La vegetazione ripariale è una vegetazione di tipo azonale, non legata cioè a una determinata zona fitoclimatica, ma alle particolari situazioni create dall azione del fiume in tutti i suoi aspetti, in particolare quelli relativi alla presenza di acqua nel terreno. Il suo sviluppo, laddove permesso dalla disponibilità di spazio lateralmente al corso d acqua, segue una zonazione trasversale di tipo edafoigrofila. Mano a mano che ci si allontana dalla zona assiale, variano infatti: o il tipo di sedimenti dei depositi alluvionali marginali, e la conseguente capacità del suolo di trattenere l acqua, con un gradiente che va dalla dominanza di substrati grossolani non evoluti, a quella di substrati pesanti, ricchi in sedimenti fini e in sostanza organica; o il livello di falda, e di conseguenza la dotazione idrica del suolo; o la ricorrenza delle piene, e l influenza delle stesse sia sulla dinamica dei sedimenti che sull entità dei danni meccanici procurati alle piante dal trasporto di materiale solido e dalla forza dell acqua. Per l area in esame, tenuto conto dell inquadramento ambientale del paragrafo precedente, si può ipotizzare uno sviluppo della vegetazione ripariale potenziale simile a quello riportato nella seguente figura:

9 6 Nell alveo inciso, lungo le lingue di greto ciottoloso o sabbioso (in funzione della selezione granulometrica operata dal fiume), si sviluppa una vegetazione temporanea, perlopiù discontinua e a carattere annuale o comunque erbacea: la cosiddetta vegetazione effimera di greto. Ad una notevole ricchezza floristica (per la presenza di innumerevoli nicchie d insediamento, libere, ma di breve durata) fa da contrappunto le pressoché totale mancanza di organizzazione sotto il profilo vegetazionale. Allontanandosi dalle zone in attiva erosione, continuamente rimaneggiate dalle piene ordinarie, compaiono i primi popolamenti più stabili e organizzati, rappresentati dai saliceti arbustivi (altezza 2-5 m), consorzi a dominanza di Salix eleagnos e Salix purpurea. Queste formazioni si insediano su depositi sabbiosi o ciottolosi, sommersi dalle piene ed esposti all urto dei sassi. Gli spostamenti dell alveo inciso possono determinare la loro (locale) scomparsa o viceversa la loro espansione e il loro consolidamento (a cui segue l evoluzione verso altre cenosi arboree - vedi oltre); si tratta quindi un tipo di vegetazione temporaneo, ma stabilmente rappresentato, grazie ai continui spostamenti del letto ordinario del fiume, che difficilmente occupa tutto l alveo disponibile, anche all interno di tratti regimati. La composizione floristica può essere molto varia, dato il continuo disturbo o rimaneggiamento che la formazione subisce soprattutto a livello delle specie erbacee: in tale situazione sono le specie arbustive di salice, con la loro dominanza, a caratterizzare la vegetazione. Laddove vengono a ridursi i fenomeni perturbativi delle dinamiche fluviali, ad esempio a seguito di un cambiamento del percorso dell acqua, i saliceti arbustivi evolvono nel tempo verso i saliceti arborei (dominati da Salix alba) e i salici populeti (con partecipazione di Populus nigra), le formazioni arboree per prime soggette all azione erosiva e di deposito delle piene. Si formano di norma nelle zone site a diretto contatto con il corso d acqua,

10 7 grazie alla capacità di sopportare a lungo le piene, laddove però l acqua non rimanga stagnante (suoli sabbiosi). Queste cenosi sono legate ad una situazione di equilibrio dinamico, con colonizzazione di nuove aree abbandonate dal fiume e perdita di altre, per erosione o - viceversa - per invecchiamento: hanno infatti un evidente carattere pioniero, soprattutto grazie alla grande produzione di semi della specie edificatrice (Salix alba), alla loro distribuzione anemocora e alla elevata capacità di riproduzione vegetativa.. Al saliceto arboreo fanno seguito, o spesso si sostituiscono ad esso, le formazioni ad ontano bianco (Alnus incanae), presenti nei fondovalle di numerose vallate alpine ad una quota generalmente compresa tra 700 e 1400 metri, di norma entro l area di esondazione delle piene. I suoli, poco evoluti ed idromorfi per la presenza costante della falda, hanno tessitura generalmente ghiaioso-sabbiosa, salvo nelle aree meno disturbate dagli eventi alluvionali in cui può essere presente una modesta frazione limosa. Quando porzioni di fondovalle si impaludano, per la presenza di strati impermeabili di contenimento dell acqua, o nelle aree in cui il livello di falda raggiunge quasi il piano di campagna, si possono aggiungere altre formazioni, quali le ontanete ad ontano nero. L influenza delle piene è divenuta ormai scarsa, quantomeno relativamente agli effetti di tipo meccanico della corrente, scarsamente sopportati dall ontano nero. I suoli sono idromorfi, a tessitura fine, spesso torbosi e con falda affiorante. Infine, ad una distanza più o meno grande dal corso d acqua, dipendente dalle caratteristiche morfologiche, edafiche ed idrologiche del territorio, la vegetazione azonale ripariale si mette in contatto con la vegetazione zonale (il più delle volte, formazioni boscate collinari a carpino nero e orniello), che non è più condizionata dall azione del fiume in tutti i suoi aspetti, ma dalle caratteristiche climatiche ed ambientali generali. La zonazione tipica, sopra descritta, è di norma complicata nella realtà da tutta una serie di situazioni particolari (spesso legate all orografia del territorio e alle variazioni morfologiche dell alveo indotte dal dinamismo fluviale), che rendono possibili soppressioni di alcune associazioni all interno della sequenza, oppure l inserimento all interno di un associazione di nuclei più o meno ampi di associazioni contigue.

11 v e g e t a z i o n e a t t u a l e La vegetazione attuale, detta anche vegetazione reale, è rappresentata da ciò che è presente oggi in natura, quale risultato dell'azione dell'uomo sul manto vegetale nel corso dei secoli. Tra le diverse formazioni vegetazionali, le riparie sono tra quelle che hanno subito le maggiori alterazione ad opera dell azione antropica. Un forte impatto l hanno avuto le deforestazioni e le bonifiche realizzate per favorire lo sviluppo delle attività umane agricole e insediative, che hanno eliminato o fortemente compromesso nella loro funzionalità ecologica gran parte della vegetazione igrofila delle piane esondabili. Altrettanto devastante è stato poi l impatto antropico causato dalla regimazione dei corsi d acqua, che oltre a modificarne la morfologia naturale attraverso la rettificazione, la riduzione della larghezza e la costruzione di argini artificiali, ne ha stravolto il regime idrologico e le dinamiche evolutive ad esso connesse (complici in quest ultimo caso anche altre azioni, quali la costruzione di dighe, l estrazione di sedimenti, i prelievi idrici, ecc.). Ne consegue che la maggior parte dei corsi d acqua presenta oggi una vegetazione ripariale molto ridotta, frammentata e spesso fortemente alterata nei suoi aspetti compositivi e strutturali. Questa situazione riguarda anche il tratto di Passirio considerato nella presente indagine. Quasi ovunque alla vegetazione della piana esondabile si sono sostituite le attività agricole, industriali e gli insediamenti abitativi. Il corso d acqua è stato rettificato, ridotto in ampiezza ed arginato con la costruzione di muri di contenimento e scogliere di protezione, che impediscono la formazione di vegetazione spondale o ne riducono comunque fortemente la naturalità. La vegetazione riparia, ove presente, si limita quasi sempre a delle strette fasce arboree / arbustive a ridosso del corso d acqua, nella maggior parte dei casi impostate su opere di protezione (scogliere spesso cementate e solo a tratti ricoperte di sedimenti) e pertanto spesso pressoché affrancate dal sistema idrico. Ciò si riflette in particolare sulla composizione floristica di queste formazioni, quasi ovunque alterata e molto lontana da quella caratterizzante le formazioni ripariali, con abbondanza di specie ad ampio spettro ecologico (nitrofile, ruderali, sinantropiche, avventizie, ecc.) e, cosa ancor più grave, di specie alloctone invasive. A questa generale situazione di degrado delle cenosi riparie fanno eccezione due situazioni: o le formazioni vegetali presenti in corrispondenza delle rare zone di deposito di sedimenti ancora sottoposte alle dinamiche degli eventi alluvionali (isole fluviali o piccoli e discontinui depositi spondali), caratterizzate da saliceti arbustivi o consorzi arborei a salici e pioppi; o il bosco di ontano nero presente in corrispondenza dell area di Lazago, in sinistra idrografica del Passirio, pregevole formazione igrofila di

12 9 carattere relittuale, il cui valore naturalistico (potenziale più che attuale) impone l adozione di specifiche misure di conservazione e valorizzazione. Lo studio della vegetazione attuale è partito dall analisi delle cartografie storiche di uso del suolo. La prima carta consultata risale al 1773 ( Plan von dem Passer Bach bey Meran, wie Solcher im Monat November 1773 Sich befunden, aufgenommen und gezeichnet durch Johannes Jes. von Mohr, Ober Weeg Inspector 1773 ) m e t o d o l o g i a d i i n d a g i n e Pianta del torrente Passirio nella zona di Merano, del 1773 (fonte: Archivio Storico Cittadino di Merano, fotografato ed elaborato da: Freilich Landschaftsarchitektur) Sono evidenti i tentativi di creazione di muri di contenimento a protezione delle aree edificate e dei coltivi, così come le aree di esondazione delle piene in sinistra idrografica del Passirio lungo tutto il tratto compreso tra il ponte della Posta e la confluenza con l Adige (aree indicate in carta con la dizione überschuttete Wiesen ). Con ogni probabilità il corso d acqua presentava per ampi tratti carattere naturaliforme.

13 10 Sono poi state analizzate la Franziszeische Landesaufnahme del 1820 e la Culturenskelettkarte risalente al Dal confronto delle due carte si evincono, per quanto possibile, le seguenti informazioni: o la sottrazione della piana inondabile a favore degli insediamenti e delle attività agricole caratterizzava la quasi totalità del corso d acqua già agli inizi del 1800; solamente in corrispondenza della zona di confluenza tra il Passirio e l Adige, la carta del 1820 riporta la presenza di formazioni riparie di una certa estensione, successivamente indicate nella cartografia del 1856 come aree incolte (in aggiunta ad altre superfici presenti nel tratto superiore del torrente a monte di Merano); o nella Franziszeische Landesaufnahme l andamento del torrente risulta ancora di tipo naturaliforme, con anse e meandri, in particolare nella porzione a monte dell area cittadina, mentre già nella Culturenskelettkarte si evidenzia la canalizzazione del corso d acqua in un unico stretto alveo ( e forse, uno spostamento del suo asse verso est); o lo stesso dicasi per la presenza di isole fluviali, segnalate frequenti nel tratto di torrente a valle dell abitato di Merano nella carta del 1820 e non più riportate in quella del Franziszeische Landesaufnahme del 1820

14 11 Culturenskelettkarte del 1856 Successivamente per la verifica delle trasformazioni d uso del suolo nell area di pertinenza del Passirio si è passati all analisi delle fotografie aeree, mettendo a confronto tra loro riprese del 1981 (non ortorettificate) del 1992, 2000 e 2006 (ortofotocarte), analisi che però non ha portato all ottenimento di particolari informazioni aggiuntive rispetto a quelle già a disposizione dalla consultazione di altre fonti. Tra queste informazioni, la sistemazione del torrente nel tratto a monte del ponte Giove, con la costruzione di soglie con massi ciclopici negli anni 80 e la creazione della zona industriale di Tirolo agli inizi del secolo. A questa prima analisi effettuata a tavolino ha fatto seguito il rilievo di campagna, effettuato nel periodo compreso tra giugno e settembre. La vegetazione lungo alveo è stata rilevata procedendo per tratti omogenei dal punto di vista della composizione e della struttura delle fitocenosi, arrivando complessivamente a distinguerne oltre 110. Di ciascun tratto è stata poi tracciata la sezione trasversale, rappresentativa dell organizzazione della vegetazione riparia lungo tale direttrice, distinguendo, ad esempio, la vegetazione arbustiva di greto, quella spondale impostata su scogliera e quella presente sul muro di contenimento. Questi differenti tipi di vegetazione sono stati descritti infine analiticamente in merito ai seguenti parametri: o composizione floristica

15 12 o struttura verticale, ovvero articolazione in strato erbaceo, arbustivo ed arboreo (quest ultimo distinto in alberi di piccola, media e grande taglia); o struttura orizzontale e a ciascun tipo di vegetazione è stato attributo un nome (vedi oltre par formazioni vegetazionali individuate). Un esempio di descrizione riferito ad uno dei tratti rilevati è riportato nella seguente figura. Le descrizioni delle singole sezioni sono riportate in allegato alla presente relazione (cfr. allegato 1). Per l area di Lazago il rilievo, anziché per tratti lineari, è proceduto per poligoni, ciascuno descritto in maniera analoga a quanto visto appena sopra. L elevato dettaglio di rilevamento della vegetazione conseguito dall applicazione di tale metodologia di indagine, oltre ad essere funzionale a una successiva puntuale e corretta definizione delle misure di intervento, vuole anche rappresentare un punto di partenza, uno stato dell arte datato 2009, delle conoscenze sulla composizione e articolazione della vegetazione lungo il Passirio, in base al quale potere in futuro, attraverso controlli e monitoraggi, valutare le modifiche subite dalle fitocenosi riparie, in particolare in seguito all auspicabile applicazione di azioni relative al contenimento delle specie alloctone invasive, di cui si dirà in seguito.

16 13 I forti rimaneggiamenti subiti dalla vegetazione riparia rendono estremamente difficile, o più spesso impossibile, inquadrare i tipi vegetazionali rilevati all interno di specifici taxon fitosociologici. Nella maggior parte dei casi si è provveduto quindi ad attribuire loro dei nomi fittizi, descrittivi del carattere fisionomico della vegetazione, ferma restando comunque sempre la descrizione di dettaglio offerta dalla rappresentazione di ciascuna sezione (cfr. allegato 1) f o r m a z i o n i v e g e t a z i o n a l i i n d i v i d u a t e Complessivamente, le oltre 200 porzioni di ambito ripario rilevate sono state ricondotte a 11 unità vegetazionali (e 28 sottounità) di seguito elencate e descritte nei loro caratteri generali. UNITÀ E SOTTOUNITÀ VEGETAZIONALI DI SINTESI VEGETAZIONE A SALICI ARBUSTIVI saliceto arbustivo su isola fluviale vegetazione spondale di greto a salici e ontani SALICI-POPULETO SU ISOLA FLUVIALE VEGETAZIONE SPONDALE A DOMINANZA DI SALICI E PIOPPI su greto su scarpata/scogliera VEGETAZIONE SPONDALE ARBOREO-ARBUSTIVA A DOMINANZA DI SPECIE EXTRARIPARIE E/O ALLOCTONE a dominanza di specie alloctone a dominanza di specie extra-riparie a dominanza di specie extra-riparie e alloctone VEGETAZIONE SPONDALE CON ONTANO, SU SCARPATA a salici e ontani a dominanza di ontani ALNETA di ontano nero di ontano nero con ontano bianco di ontano nero degradata con robinia di ontano bianco e nero VEGETAZIONE SPONDALE A DOMINANZA DI SPECIE RUDERALI FORMAZIONI BOSCATE COLLINARI EXTRARIPARIE A LATIFOGLIE a dominanza di pioppo nero e robinia a dominanza di robinia a dominanza di tiglio a dominanza di tiglio e pioppo nero con abbondante vegetazione alloctona con elementi alloctoni a orniello e bagolaro a latifoglie mesofile (ontaneta degradata) BACINO IDRICO CON SPONDE A DOMINANZA DI VEGETAZIONE SINANTROPICA

17 14 ROVETO roveto roveto con copertura rada di alberi PARCHI E GIARDINI parco urbano alberato giardino privato In allegato è riportata una carta di sintesi della vegetazione, riferita, per motivi di chiarezza della rappresentazione grafica, alle sole unità vegetazionali (cfr. tavola 1).

18 15 VEGETAZIONE A SALICI ARBUSTIVI (Salicetum incano-purpureae; Salicetum eleagno-purpureae) vegetazione a salici saliceto arbustivo su isola fluviale 97, 100, 107 arbustivi vegetazione spondale di greto a salici e ontani 1, 2, 104 Si tratta di consorzi a dominanza di Salix eleagnos e Salix purpurea, caratterizzanti di norma le porzioni di alveo frequentemente invase dalle acque. La ricorrenza periodica dei fenomeni alluvionali mantiene questi consorzi ad uno stadio arbustivo, mentre l assenza o la debole intensità di questi ne favorisce lo sviluppo verso forme alto-arbustive o arboree, quali tipicamente i saliceti a salice bianco o gli alneti ad ontano bianco. L espressione più tipica con cui si manifestano nell area indagata è quella dei saliceti arbustivi su isola fluviale, rilevata in tre localizzazioni, o lungo il Passirio, all estremo nord del tratto in esame (100); o lungo il Passirio, all altezza dell area di Lazago (97); o lungo l Adige, poco a monte della confluenza (107). Oltre ai salici arbustivi, sono talvolta presenti isolati individui arborei, sempre però di taglia ridotta (2-4 m, per il continuo ringiovanimento cui soggiacciono) quali, in particolare, Salix alba, e/o Populus nigra, a testimoniare la tendenza naturale di questi consorzi ad evolvere verso formazioni arboree, laddove tale dinamica non risulti bloccata dal periodico ricorrere di eventi di piena. Nello strato erbaceo frequenti Calamagrostis pseudophragmites, Petasites hybridus, Menta longifolia, Deschampsia caespitosa. Altre formazioni a dominanza di salici arbustivi caratterizzano poi un tratto relativamente lungo della sponda di destra idrografica dell Adige (1, 2), ed uno della sponda di sinistra idrografica del Passirio, appena a valle dell area di Lazago (104), con strutture lineari di ridotta profondità e per lo più discontinue. Accanto a S.purpurea e S.eleagnos, sempre dominanti, caratterizza questi consorzi una significativa partecipazione degli ontani, nero (Alnus glutinosa) e/o bianco (A.incana). Degna di nota la presenza della tamerice alpina (Myricaria germanica), l'unica specie di tamerice selvatica delle Alpi centrali, che necessita di suoli molto umidi e corsi d'acqua veloci, ricchi di ossigeno, qui limitata a pochi esemplari riuniti in piccoli nuclei nella porzione di valle del tratto 1.

19 16 SALICI-POPULETO SU ISOLA FLUVIALE (Salicetum albae) salici-populeto su isola fluviale 6, 59, 106 I salici-populeti, formazioni arboree dominate da Salix alba e Populus nigra, rappresentano di norma lo stadio evolutivo verso cui si sviluppano i consorzi descritti al punto precedente quando rimangono isolati dalle dinamiche alluvionali. All interno dell area in esame questo tipo di popolamenti si rinvengono in corrispondenza di tre le isole fluviali, situate rispettivamente a ridosso del confine nord (106), nella porzione centrale del tratto cittadino del Passiro, appena a valle del ponte della Posta (59), e lungo l Adige, all altezza della confluenza (6). Su tali isole i salici-populeti si affermano nelle parti più protette (elevate), mentre nelle porzioni periferiche, o comunque nelle parti più esposte alle periodiche inondazioni del corso d acqua, sono presenti alcune fasce marginali di saliceti arbustivi. Accanto al salice bianco e al pioppo nero, dominanti, si affiancano Salix eleagnos e S.purpurea, sia con individui arbustivi che con soggetti arborei di grandi dimensioni (fin oltre 10 m di altezza) e poche altre specie quali Calamagrostis pseudophragmites, Phalaris arundinacea e qualche (per fortuna rara) presenza di Buddleja davidii e Robinia pseudoacacia. VEGETAZIONE SPONDALE A DOMINANZA DI SALICI E PIOPPI vegetazione spondale a dominanza di salici e pioppi su greto 8, 16, 17, 18, 24, 53, 61, 62, 63, 64, 65, 68, 75, 95 su scarpata/scogliera 13, 98, 99, 105, 108 Si tratta di formazioni lineari che caratterizzano lunghi tratti delle sponde del Passirio. Se ne riconoscono principalmente due differenti tipi: o quelli edificati su scogliera o quelli presenti su depositi spondali di sedimenti fini e grossolani Il caso più comune è il primo, corrispondente anche alle formazioni più affrancate dall acqua e con carattere meno strettamente igrofilo. Questi popolamenti, caratterizzanti il Passirio nell intero tratto spondale a monte della zona industriale di Tirolo (98, 99, 105) e in alcune porzioni poco prima della confluenza (13, 108), costituiscono delle fasce boscate continue e dense, strette pochi metri (7-8 m), articolate sia in termini strutturali (arbusti e alberi di diversa grandezza) che compositivi. Accanto al pioppo nero e ai salici ripari (Salix alba, S.purpurea e S.eleagnos), dominanti e caratterizzanti fisionomicamente il consorzio, si ritrovano numerose altre specie arboree ed arbustive, quali Salix caprea, Alnus incana, A.glutinosa, Fraxinus excelsior, F. ornus, Ulmus minor, Acer pseudoplatanus, Betula pendula, Prunus avium, Sorbus aucuparia, Celtis australis, Corylus avellana, Ligustrum vulgare, Cornus sanguinea, Crataegus monogyna,

20 17 A questa estrema eterogeneità compositiva, consegue una pressoché totale mancanza di organizzazione sotto il profilo vegetazionale, confermata anche a livello erbaceo dalla presenza di svariate specie, tra le quali Deschampsia caespitosa, Brachypodium sylvaticum, Calamagrostis pseudophragmites, Artemisia vulgaris, Chenopodium album, Humulus lupulus, Hedera helix, Festuca rupicola, Euphorbia cyparissias, Centaurea stoebe, Eupatorium cannabinum, ecc.. Fortunatamente ridotto è il contingente delle alloctone invasive, non tanto relativamente al numero di specie quanto alla loro abbondanza, ovunque scarsa. Tra esse: Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima, Buddleja davidii, Solidago canadiensis, Reynoutria japonica, Impatiens glandulifera. Ben rappresentate, con una distribuzione frammentaria ma abbastanza uniforme all interno dell area di studio, sono anche le formazioni a dominanza di salici e pioppi caratterizzanti alcuni tratti di sponda con localizzati depositi di sedimenti. L ambiente, un po più selettivo, riduce il numero di specie, incentrato per lo più su entità igrofile riparie, quali Populus nigra, Salix alba, S.purpurea, S.eleagnos, in genere sempre presenti, accompagnati a seconda dei casi da Populus alba, Ulmus minor, Alnus incana, A.glutinosa. Ne consegue una connatazione più naturalistica di questi consorzi rispetto a quelli del caso precedente, riconducibili per certi aspetti ad associazioni del Salicetum eleagno-purpureae e/o del Salicetum albae, limitate tuttavia nella loro espressione più tipica dalla ridotta estensione (solitamente poche decine di metri quadrati) e frammentarietà dei popolamenti.

21 18 VEGETAZIONE SPONDALE ARBOREO-ARBUSTIVA A DOMINANZA DI SPECIE EXTRA-RIPARIE E/O ALLOCTONE vegetazione spondale arboreo-arbustiva a dominanza di specie alloctone 19-21, 23-25, 29, 33, 41, 42, 46, 47, 50, 58, 67, 68, 70, 87, 102 a dominanza di specie extra-riparie 26, 70, 82, 86, 88, 91 a dominanza di specie extra-riparie e alloctone 7, 14-18, 22, 27, 28, 30, 43, 45, 50-57, 60-66, 69, 71-81, 83-85, 108, 110 Questo tipo di vegetazione è presente principalmente lungo la maggior parte delle sponde del Passirio nel tratto compreso tra le passeggita Gilf e la confluenza con l Adige, con formazioni lineari impostate di norma su scogliere o scarpate a massi ciclopici e sui muri di contenimento in pietrame. È rappresentata da differenti tipi di formazioni, estremamente variabili tra loro sia in termini compositivi, che strutturali, con zone a vegetazione continua o discontinua, dominate talvolta da alberi di varia grandezza, in alcuni casi a prevalenza di vegetazione arbustiva e/o erbacea. Denominatore comune è la mancanza, o la scarsità di flora igrofila riparia, e l abbondanza di entità alloctone e di specie indigene extra-riparie (sinantropiche, ruderali, nemorali, prative, ecc.). Tra le alloctone destano la maggiore preoccupazione quelle con carattere invasivo, specialmente laddove presenti con nuclei quasi puri, o comunque particolarmente abbondanti, come ad esempio: o Robinia pseudoacacia nei tratti 14-17, 19, 21, 23-25, 27-30, 41, 42, 68, 70, 74, 78, 80, 81, 85, 91,102; o Ailanthus altissima nei tratti 19, 20, 21, 33, 41, 43, 50, 51, 58, 67, 68; o Deutzia scabra nei tratti 23, 24, 25, 29, 30, 41, 45, 46, 47, 72, 79, 80, 87; o Sorbaria sorbifolia nei tratti 22, 43, 71, 72, 80, 81; o Buddleja davidii nei tratti 58, 60-62, 67-69, 102; o Reynoutria japonica nel tratto 87. La mancanza per queste formazioni di una qualsiasi organizzazione sotto il profilo floristico-vegetazionale impedisce un loro riferimento a specifici tipi vegetazionali o a definiti taxon fitosociologici.

22 19 VEGETAZIONE SPONDALE CON ONTANO, SU SCARPATA vegetazione spondale su scarpata a salici e ontani 44, 48, 49 a dominanza di ontani 80, 81 Si tratta di formazioni spondali lineari continue, di ridotta profondità, impostate su scarpata, isolate o solo marginalmente interessate dalle dinamiche fluviali e dal contatto con il corso d acqua, che si è inteso mettere in evidenza per la significativa presenza di ontani. Se ne distinguono due differenti tipi: - il primo, è costituito da una fascia vegetata lunga circa 200m presente in destra idrografica del Passirio, appena a valle del ponte Romano. Qui il popolamento si sviluppa a ridosso della sponda (a massi cementati) del canale che fiancheggia in questo tratto il torrente, cosa che ne limita fortemente le possibilità evolutive verso un assetto di sufficiente naturalità. La composizione è incentrata sull ontano nero, con partecipazione secondaria di ontano bianco (abbondante nella porzione di valle del tratto considerato) e robinia, oltre a locali presenze di pioppo tremolo (Populus tremula), orniello (Fraxinus ornus) e acero montano (Acer pseudoplatanus). Nel sottobosco dominano specie alloctone, tra cui in particolare Deutzia scabra, diffusa con nuclei di una certa consistenza, e presenze secondarie di Solidago canadiensis, Sorbaria sorbifolia, Ailanthus altissima. - il secondo tipo caratterizza circa 300 m della sponda di sinistra idrografica del Passirio nel tratto compreso tra il ponte Teatro e il ponte Petrarca, con una formazione mista arboreo-arbustiva sviluppata su scogliera. Nella composizione, accanto all ontano nero, abbondante, sono presenti differenti tipi di salice (Salix caprea, S.purpurea, S.alba, S.eleagnos) e svariate altre latifoglie quali Alnus incana, Populus alba, Populus nigra, Ulmus minor, Acer pseudoplatanus, A.platanoides, Fraxinus ornus, Betulla pendula, Sambucus nigra, ecc. Abbondanti anche le specie alloctone, in particolare alcune invasive come Deutzia scabra, Sorbaria sorbifolia, Ailanthus altissima. A questo complessivo disordine compositivo corrisponde uno scarso livello di naturalità di queste formazioni.

23 20 ALNETA alneta di ontano nero 111 di ontano nero con ontano bianco 112 di ontano nero degradata con robinia 113 di ontano bianco e nero 114 Le formazioni più pregevoli in termini naturalistici riscontrate all interno dell area indagata corrispondono ai consorzi a dominanza di ontano caratterizzanti un ampia porzione dell areale di Lazago. Si tratta per la maggior parte di alnete ad ontano nero (111, 112, 113), riconducibili, quanto meno nella loro espressione potenziale, alle ontanete di carattere palustre dei suoli ricchi in acqua, idromorfi (Alnion glutinosae). Al pari delle formazioni riparie, esse sono svincolate dalla serie di vegetazione climacica, e costituiscono infatti vegetazioni azonali, legate esclusivamente alla presenza della falda affiorante. Il soprassuolo è costituito, in generale, da una fustaia matura a copertura densa, con abbondanza di piante di considerevole diametro (anche oltre 50 cm) e altezza media intorno ai m; frequenti sono i soggetti deperienti così come il legno morto, sia in piedi che a terra. La porzione meglio conservata di queste cenosi corrisponde ad un nucleo di ridotte dimensioni (circa 1600 mq) situato nella parte sud-est dell area (111). La composizione dello strato arboreo è dominata in modo quasi esclusivo dall ontano nero, che forma una copertura uniforme e densa di individui adulti e maturi, con infiltrazioni nelle zone marginali di singoli esemplari di Prunus avium, Alnus incana, Fraxinus ornus. Fa eccezione di una piccola area con abbondante presenza robinia (113). Nella componente erbacea di sottobosco domina a tratti Agopodium podagraria, talvolta sostituito da estese coperture di edera (Hedera helix), cui si affiancano altre specie quali Geum urbanum, Carex remota, Carex sylvatica, Deschampsia caespitosa, Brachipodium sylvaticum, Poligonatum verticillatum, Oxalis acetosella, Athyrium filix femina, Dryopteris filix mas, Galeopsis speciosa, Lamium album, ecc.. Numerose anche le specie arbustive, come ad es. Rubus caesius, Rubus fruticosus, Euonymus europaeus, Rosa sp., Viburnum opalus, Sambucus nigra, Cornus sanguinea, Prunus padus, Prunus mahaleb. La restante parte dell alneta di ontano nero (112) vede una partecipazione abbondante nello strato arboreo di ontano bianco, a tratti co-dominante o addirittura dominante rispetto al nero. A differenza del caso precedente, il popolamento si presenta più articolato, sia in termini strutturali, con alberi di differente altezza e portamento, e densità della copertura variabile, sia sotto il profilo compositivo, specialmente per quanto concerne la componente arborea, dove accanto ai due ontani compaiono con una certa frequenza altre specie quali Salix alba (con esemplari di grandi dimensioni, riuniti in gruppi), Ulmus campestris, Prunus avium, Fraxinus ornus, Betula pendula, ecc. Nel sottobosco si affermano maggiormente le specie arbustive, in particolare, nei tratti a minore densità del soprassuolo, con relativamente forte sviluppo di Rubus sp. Rosa sp. Prunus padus, Crataegus monogyna.

24 21 La presenza di un piccolo ruscello arricchisce la flora con alcune entità igrofile, quali, nelle zone di acque lente o ferme, Callitriche stagnalis, Veronica anagallis-aquatica, Veronica beccabunga, Nasturtium officinale, Ranunculus ficaria, Scirpus sylvaticus, Poligonum mite, Equisetum hyemale. Un certo disturbo è invece costituito dalla presenza di Impatiens glandulifera, diffusa con alcuni nuclei di una certa consistenza nei tratti spondali a minore copertura arborea del suddetto rivo. In generale, il fattore ecologico di maggiore influenza nel determinare la conservazione di queste pregevoli formazioni, è la dotazione idrica del suolo, che deve mantenersi il più possibile elevata, di norma mediante un alto livello della falda, oppure, in sostituzione, attraverso la lenta diffusione e il ristagno di acque di scorrimento superficiali. Ciò rappresenta anche il principale punto di debolezza per le ontanete in esame, come testimoniato, oltre che dalla scarsità di elementi igrofili nella flora di sottobosco, anche dal prosciugamento della rete di canali, ben riconoscibili nella loro morfologia, diffusi all interno del bosco, ed in particolare di una pozza alimentata dall acqua di falda, ancora attiva e presente per lo meno fino ad una decina di anni fa. Ed è probabilmente su tale aspetto che deve basarsi principalmente ogni intervento volto alla conservazione e valorizzazione di queste pregevoli formazioni forestali, di elevato valore naturalistico e di particolare interesse storico-paesaggistico, in quanto lembi residuali delle antiche formazioni planiziali che caratterizzavano in passato l ambiente di fondovalle. Non è riconducibile al caso precedente, e in generale ad alcun particolare tipo vegetazionale definito, la formazione a dominanza di ontano bianco costituente una stretta fascia a ridosso del Passirio (114). Lo strato arboreo ed arbustivo si presenta abbastanza eterogeneo, costituito, in aggiunta all ontano bianco, da Alnus glutinosa, Prunus avium, Fraxinus excelsior, Fraxinus ornus, Acer pseudoplatanus, Acer campestre, Ulmus minor, Quesrcus rubra, Salix purpurea, S.eleagnos, S.alba (queste ultime specie, i salici, direttamente in affaccio sul torrente), Corylus avellana, Sambucus nigra, Rubus fruticosus, Rosa sp., Ligustrum vulgare. Frequenti anche le specie alloctone invasive, prima fra tutte Deutzia scabra, con nuclei di una certa consistenza nella porzione di valle del presente tratto, ma anche Impatiens glandulifera e Buddleja davidii.

25 22 VEGETAZIONE SPONDALE A DOMINANZA DI SPECIE RUDERALI 'vegetazione spondale a dominanza di specie ruderali 11, 12 a dominanza di specie ruderali, con pioppi, salici e alloctone 9, 10 Questo tipo di vegetazione caratterizza le sponde di sinistra idrografica dell Adige nel tratto a monte della confluenza con il Passirio, come conseguenza della ampia disponibilità di superfici nude a sedimenti grossolani derivante dagli intensi lavori di rimodellamento degli argini e dell alveo del fiume realizzati nell ultimo decennio. Domina per l appunto la flora ruderale, tra cui Artemisia annua, Artemisia verlotiorum, Sonchus asper subsp. asper, Lepidum densiflorum, Amaranthus retroflexus, Chenopodium strictum, Oenothera biennis, cui si aggiungono altre specie erbacee quali Cynodon dactylon, Digitaria sanguinalis, Setaria pumila, Verbascum thapsus, Helianthus tuberosus, Senecio inaequidens, Solanum nigrum. Accanto alle entità ruderali compaiono in alcune localizzazioni (9, 10) nuclei di recente affermazione di specie arboreo-arbustive pioniere, come ad esempio Betula pendula, Populus nigra, Robinia pseudoacacia, Buddleja davidii, Ulmus minor, Salix purpurea, segno di un iniziale evoluzione della vegetazione verso strutture più organizzate. FORMAZIONI BOSCATE COLLINARI EXTRARIPARIE A LATIFOGLIE formazioni boscate collinari extrariparie a latifoglie a dominanza di pioppo nero e robinia 1, 2, 4, 117 a dominanza di robinia 3, 94, 104, 118 a dominanza di tiglio 91 a dominanza di tiglio e pioppo nero 5 con abbondante vegetazione alloctona 102, 103, 119 con elementi alloctoni 84, 85, 92, 96 a orniello e bagolaro 101 a latifoglie mesofile (ontaneta degradata) 115, 116 Si tratta per la maggior parte di boschi di pendice, estesi lungo il versante fino a raggiungere direttamente le sponde del corso d acqua. È quello che ad esempio accade lungo il Passirio, nel tratto compreso tra Lazago e il ponte Tappeiner, dove il torrente scorre incassato tra due versanti relativamente scoscesi, oppure in destra idrografica dell Adige. Fanno eccezione invece, in tal senso, alcune formazioni boscate presenti nell area di Lazago, in posizione più interna rispetto al corso d acqua. Si sono distinti i seguenti tipi vegetazionali: - a orniello e bagolaro - a dominanza di pioppo nero e robinia - a dominanza di tiglio e pioppo nero

26 23 - a dominanza di tiglio - a latifoglie mesofile (ontaneta degradata) - a dominanza di robinia - con abbondante vegetazione extra-ripariale ed alloctona - con elementi alloctoni A parte qualche eccezione, questi boschi presentano una considerevole articolazione sia in termini compositivi che strutturali; dominano le formazioni mature ad altofusto, con esemplari spesso di dimensioni considerevoli e relativamente abbondante legno morto, sia a terra che in piedi, aspetti questi il più delle volte riconducibili all abbandono di tali consorzi alla libera evoluzione. Le situazioni di maggior degrado corrispondono ai robinieti (quello appena a monte del ponte Giovo 94 -, in destra idrografica del Passirio, quello situato sul versante opposto, appena a valle dell area di Lazago 104 -, quello in destra idrografica dell Adige 3), oppure ad alcune formazioni con differenti specie di alloctone, presenti in sinistra idrografica del Passirio nel tratto compreso tra il ponte Giovo e l areale di Lazago (102, 103, 119). Di un certo pregio invece, i boschi caratterizzati dalla presenza abbondante di tiglio, come ad esempio la formazione dominata da tale specie situata in sinistra idrografica del Passirio a valle del ponte della Gilf (91), oppure quella in destra idrografica del fiume Adige (5), dove al tiglio si affianca, relativamente abbondante, il pioppo nero. Per una descrizione sintetica degli aspetti compositivi e strutturali dei singoli tipi vegetazionali si rimanda alle schede riportate in allegato 1.

27 24 BACINO IDRICO CON SPONDE A DOMINANZA DI VEGETAZIONE SINANTROPICA bacino idrico vegetale con sponde a dominanza di vegetazione sinantropica 122 Il bacino idrico in questione corrisponde al laghetto artificiale presente nell area di Lazago, alimentato direttamente da una derivazione idrica del Passirio. La vegetazione delle sponde, per la maggior parte di tipo erbaceo, si caratterizza per una totale assenza di idrofite, e ridotte presenze di specie igrofile quali Lycopus europaeus, Phalaris arundinacea, Scirpus sylvaticus, Impatiens noli-tangere, Juncus effusus, Mentha longifolia, Epilobium hirsutum. Completano il quadro floristico, estremamente eterogeneo e disorganizzato, le seguenti specie: Dactylis glomerata, Solidago canadiensis, Echinochloa crus-galli, Impatiens glandulifera, Setaria pumila, Saponaria officinalis, Agropyron repens, Ranunculus acris, Erigeron annuus, Artemisia vulgare, Medicago sativa, Lolium perenne, Aster novi-belgii, Plantago major, Phleum pratense, Festuca pratensis, Arrhenatherum elatius, Digitaria sanguinalis, Juncus tenuis, Juncus compressus, Arctium lappa, Betula pendula, Prunus avium, Populus nigra, Rubus fruticosus, Salix purpurea, Urtica dioica, Ulmus minor, Chenopodium album, Convolvulus sepium. ROVETO roveto 120 roveto con copertura rada di alberi 121 Si tratta di formazioni arbustive dominate da Rubus fruticosus, Rubus caesius, Rosa sp., caratterizzanti alcune porzioni dell area di Lazago. La monotonia di tali formazioni è talvolta interrotta dalla presenza di specie arboree (121), in particolare Prunus avium, ma anche ontano nero, robinia, ailanto, che testimoniano la tendenza del bosco a riappropriarsi progressivamente di queste superfici. Costituiscono pertanto una fase del processo di rigenerazione della vegetazione forestale, a cui va comunque riconosciuta una funzione ecologica di differenziazione ambientale, di una certa importanza quantomeno in termini faunistici come area di rifugio, riproduzione ed alimentazione per alcune specie in certi periodi dell anno.

28 25 PARCHI E GIARDINI parco urbano alberato 71-79, 83, 86, 87, 90 giardino privato 89 Un lungo tratto del Passirio, nel segmento compreso tra il ponte della Posta e quello della Gilf, è fiancheggiato, sia in destra che in sinistra idrografica, da parchi urbani alberati afferenti in parte al Parco Elisabeth (71-75), in parte alle Passeggiate d Estate (76-79, 83, 86, 87) ed in parte infine alla Passeggiata Gilf (90). Si caratterizzano principalmente, quantomeno in termini paesaggistici, per la presenza di alberi di considerevoli dimensioni, talvolta monumentali, rappresentati per la maggior parte da specie esotiche di varia provenienza, tra le quali Aesculus hippocastanum, Camaecyparis lawsoniana, Cedrus deodara, Cedrus libani, Chamaecyparis pisifera, Gingko biloba, Liriodendron tulipifera, Platanus acerifolia, Platanus occidentalis, Populus canescens, Populus x canadensis, Robinia pseudoacacia, Salix x chrysocoma, Tilia petiolaris, Zelkova carpinifolia, Albizzia julibrissin, Cupressus sempervirens, Cercis siliquastrum, Metasequoia gliptostroboides, Umbellularia californica, Photinia serrulata, Cephalotaxus harringtonia, Cedrus atlantica, Sequoia sempervirens, Sequoiadendron gigantea, Quercus rubra, Juglans nigra, Calocedrus decurrens, Pterocarya fraxinifolia, Osmanthus fragrans, Chamaecyparis lawsoniana, ecc. Poche (sia come numero di specie che come presenze) le entità indigene, per lo più spontanee, come ad esempio Celtis australis, Fraxinus ornus, Acer pseudoplatannus, Acer campestre, Acer platanoides, Alnus glutinosa, Ulmus glabra, Populus nigra, Tilia cordata. Anche a livello arbustivo ed erbaceo dominano le piante esotiche, o comunque coltivate, organizzate in aiuole o su terrazzamenti, che lasciano poco spazio alla specie della flora locale, per lo più ridotte a sparute entità nemorali, provenienti dalle adiacenti formazioni forestali (ad es. Brachypodium pinnatum, Poligonatum verticillatum, Hepatica nobilis, Campanula trachelium) o ad elementi rupicoli vegetanti su muretti a secco o su piccoli affioramenti rocciosi (Asplenium trichomanes, Asplenium rutamuraria, Asplenium septentrionale, Ceterach officinarum, Festuca rupicola, Sedum album, ecc.). Appena a monte del Ponte Romano, in destra idrografica, è presente poi un piccolo giardino privato (89), costituito da due terrazzamenti degradanti verso il Passirio, con prato all inglese e qualche singola pianta da frutto.

29 26 La valutazione della vegetazione ha fatto riferimento a due parametri, rispettivamente grado di naturalità e grado di funzionalità ecologica, attribuiti a ciascuno dei tratti lineari o poligoni di vegetazione indagati secondo la scala di valori qui sotto riportata 1 - cattivo 2 - scarso 3 - sufficiente 4 - buono 5 - elevato g r a d o d i n a t u r a l i t à e d i f u n z i o n a l i t à e c o l o g i c a GRADO DI NATURALITÀ: attraverso questo parametro viene valutata la rispondenza della cenosi al tipo vegetazionale potenziale di riferimento. Vengono presi in considerazione sia gli aspetti compositivi, sia quelli relativi all articolazione strutturale del popolamento. Con ciò si fornisce pertanto anche un giudizio in merito allo stato di conservazione della vegetazione, laddove ad esempio la sua espressione potenziale risulti fortemente compromessa dalla diffusa presenza di specie alloctone invasive, oppure laddove la struttura risulti estremamente semplificata dal tipo di gestione adottato. Il grado di naturalità non è tuttavia da confondere con il valore naturalistico della vegetazione, ovvero il suo pregio inteso sia in termini di rarità della cenosi considerata che di livello di minaccia cui è sottoposta; tale aspetto viene invece in parte contemplato nel grado di funzionalità ecologica trattato poco più avanti. Dalla carta del grado di naturalità messa a punto per l area indagata (cfr. tavola 2) emergono i seguenti risultati: o la categoria ottimo non è stata attribuita ad alcuna delle cenosi rilevate; o la categoria buono fa riferimento principalmente alle isole fluviali con vegetazione a salici e pioppi, all alneta ad ontano nero di Lazago e ad alcune formazioni boscate di pendice; o nella categoria sufficiente rientra qualche formazione boscata con ontano nell area di Lazago, più la quasi totalità delle formazioni spondali a dominanza di salici e pioppi, come ad es. quelle che caratterizzano in maniera pressoché esclusiva entrambe le sponde del Passirio nel tratto a nord dell area industriale di Tirolo; o scarso, quando non addirittura cattivo, è il grado di naturalità dominante sia nel tratto urbano (formazioni spondali a dominanza di specie extrariparie e alloctone, parchi urbani alberati, ecc.), che alla confluenza tra l Adige e il Passirio (zone a vegetazione ruderale, formazioni boscate a dominanza di alloctone, ecc.) che, ancora, nell area di Lazago (zone a funzione ricreativa, formazioni boscate a dominanza di alloctone, roveti, ecc.).

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