ART. 39 SPAZI PER LA SOSTA ART. 40 DELIMITAZIONE DEGLI STALLI ART. 41 CARATTERISTICHE DEGLI STALLI DI SOSTA Capo VII - MODERAZIONE

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2 INDICE: ART. 1 CONTENUTI DEL REGOLAMENTO... 8 TITOLO I - REGOLAMENTO VIARIO E CLASSIFICAZIONE STRADALE... 9 Capo I - PREMESSE GENERALI... 9 ART. 2 AMBITO TERRITORIALE DI APPLICAZIONE, COMPETENZE E MODIFICHE 9 ART. 3 DEROGHE PER STRADE ESISTENTI... 9 ART. 4 DEROGHE PER NUOVE STRADE E NUOVI INSEDIAMENTI... 9 Capo II - CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DELLE STRADE ART. 5 DEFINIZIONE E FUNZIONI DEI TIPI PRINCIPALI DI STRADA URBANA ART. 6 STANDARD NORMATIVI E DIMENSIONALI DI RIFERIMENTO ART. 7 STRADE DESTINATE A ZTL E AP Capo III - COMPONENTI DI TRAFFICO AMMESSE ART. 8 DEFINIZIONI DELLE COMPONENTI DI TRAFFICO AMMESSE ART. 9 PRINCIPALI DEFINIZIONI E STANDARDS DI RIFERIMENTO DEGLI ELEMENTI STRADALI ART. 10 MARCIAPIEDI ART. 11 RACCORDI TRA PIANI A DIVERSA QUOTA (SCIVOLI) ART. 12 SCIVOLI LONGITUDINALI ART. 13 SCIVOLI TRASVERSALI ART. 14 SCIVOLI D ANGOLO ART. 15 PISTE CICLABILI ART. 16 ITINERARI AMMESSI PER GLI AUTOVEICOLI DEL TRASPORTO COLLETTIVO ART. 17 CORSIE RISERVATE/PROTETTE PER GLI AUTOVEICOLI DEL TRASPORTO COLLETTIVO ART. 18 ZONE DI FERMATA PER I MEZZI DEL TPL ART. 19 ZONE DI FERMATA PER IL MEZZO DI TPL E RELATIVA SEGNALETICA 46 ART. 20 ORGANIZZAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE Capo IV - CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DELLA SEZIONE TRASVERSALE ART. 21 DEFINIZIONI E STANDARD DI RIFERIMENTO ART. 22 NUMERO MINIMO DI CORSIE PER TIPO DI STRADA ART. 23 FASCE LATERALI DI PERTINENZA ART. 24 FASCE DI RISPETTO E LORO DIMENSIONAMENTO ART. 25 TRIANGOLO DI VISIBILITÀ E RAGGI DI CURVATURA ART. 26 CUNICOLI PER SOTTOSERVIZI E FOGNATURE Capo V CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DELLE INTERSEZIONI STRADALI URBANE ART. 27 DEFINIZIONI ART. 28 STANDARD E NORME DI RIFERIMENTO PER LE INTERSEZIONI ART. 29 TIPI DI INTERSEZIONI STRADALI ART. 30 DISTANZE MINIME E VISIBILITÀ TRA LE INTERSEZIONI ART. 31 INTERSEZIONI A ROTATORIA ART. 32 LARGHEZZA DELLE CORSIE ART. 33 GEOMETRIA DELLE ROTATORIE ART. 34 ATTRAVERSAMENTI PEDONALI ART. 35 DISTANZA E UBICAZIONE DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI ART. 36 ILLUMINAZIONE STRADALE Capo VI - DIMENSIONI DELLE FASCE DI SOSTA LATERALE SU STRADA ART. 37 STANDARD E NORME DI RIFERIMENTO ART. 38 TIPOLOGIE DI PARCHEGGIO... 61

3 ART. 39 SPAZI PER LA SOSTA ART. 40 DELIMITAZIONE DEGLI STALLI ART. 41 CARATTERISTICHE DEGLI STALLI DI SOSTA Capo VII - MODERAZIONE DEL TRAFFICO ART. 42 DEFINIZIONI ART. 43 LIMITATORI DI VELOCITÀ TITOLO II - OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO Capo I - DISCIPLINA OCCUPAZIONI DELLE SEDI STRADALI ART. 44 DEFINIZIONI E DISCIPLINE GENERALI ART. 45 OCCUPAZIONI PER FRONTEGGIARE SITUAZIONI DI EMERGENZA ART. 46 OCCUPAZIONI PER ESERCIZIO COMMERCIALE SU POSTEGGIO IN AREE PUBBLICHE ART. 47 OCCUPAZIONI PER ESERCIZIO COMMERCIO SU SUOLO, AREE E SPAZI PUBBLICI IN FORMA ITINERANTE ART. 48 OCCUPAZIONI PER ESPOSIZIONE MERCI ALL ESTERNO DEGLI EDIFICI DEL COMMERCIO ART. 49 OCCUPAZIONI PER ATTIVITÀ CULTURALI, SPORTIVE, POLITICHE, ASSOCIAZIONI BENEFICHE, DI PROMOZIONI E VALORIZZAZIONE COMMERCIALE ART. 50 OCCUPAZIONI PER SPETTACOLI VIAGGIANTI E PER SPETTACOLI CIRCENSI ART. 51 OCCUPAZIONI PER ATTIVITÀ DI SOMMINISTRAZIONE AL PUBBLICO DI ALIMENTI E BEVANDE ART. 52 OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO CON CANTIERI ART. 53 OCCUPAZIONI PER CARICO / SCARICO MERCI E TRASLOCHI ART. 54 OCCUPAZIONI PER INSTALLAZIONI DI CHIOSCHI ED EDICOLE ART. 55 OCCUPAZIONI ABUSIVE Capo II OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO ART. 56 DISPOSIZIONI GENERALI ART. 57 CONCESSIONI E OBBLIGHI DEL CONCESSIONARIO ART. 58 TEMPORANEITÀ ART. 59 DIVIETI ART. 60 VINCOLI ART. 61 DENSITÀ ART. 62 OCCUPAZIONE ART. 63 IMPIANTISTICA ALL INTERNO DELL AREA OCCUPATA ART. 64 DANNEGGIAMENTI ART. 65 MANUTENZIONE ART. 66 REVOCHE E SOSPENSIVE ART. 67 RIMOZIONE DEI MATERIALI RELATIVI AD OCCUPAZIONI ABUSIVE ART. 68 RESTITUZIONE DEL SUOLO ART. 69 ADEGUAMENTO ART. 70 DISCIPLINA PER IL RILASCIO DELLA CONCESSIONE ART. 71 RINNOVO DELLA CONCESSIONE ART. 72 RINUNCIA ALLA RICHIESTA DI OCCUPAZIONE ART. 73 SANZIONI ART. 74 PUBBLICITÀ SU ELEMENTI D ARREDO URBANO ART. 75 SPESE DI ISTRUTTORIA PER CONCESSIONI DI OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO ART. 76 NORME RELATIVE ALLE OCCUPAZIONI ART. 77 ZONIZZAZIONE DELLE OCCUPAZIONI ART. 78 TAVOLOZZA DEI COLORI DEGLI ELEMENTI COMPLEMENTARI ART. 79 COMPATIBILITÀ CON IL SISTEMA VIABILISTICO ART. 80 TAVOLI, SEDIE e POLTRONCINE... 93

4 ART. 81 OMBRELLONI Forma materiali e colori Sicurezza ART. 82 PANTALERE Forma materiali e colori ART. 83 DOPPIA FALDA CON COPERTURA CENTRALE Forma materiali e colori ART. 84 PICCOLO PADIGLIONE Forma materiali e colori ART. 85 PEDANE, TAPPETI e ZERBINI Forma materiali e colori Sicurezza ART. 86 FIORIERE e ELEMENTI DI DELIMITAZIONE Forma materiali e colori ART. 87 PALETTO DISSUASORE ART. 88 TRANSENNE PARAPEDONALI ART. 89 PORTABICICLETTE ART. 90 PARACARRO ART. 91 ESPOSITORE PUBBLICITARIO ART. 92 CHIOSCHI ART. 93 GAZEBI ART. 94 PANCHINE ART. 95 CESTINI PORTARIFIUTI ART. 96 PERGOLATI ART. 97 PARAVENTI E CONTROVENTATURE Capo III OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO CON CANTIERI ART. 98 CONDOTTA DEI LAVORI ART. 99 OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO CON CANTIERI ART. 100 RECINZIONI E STRUTTURE PROVVISORIE DI CANTIERE ART. 101 PULIZIA E DECORO DEL SUOLO PUBBLICO AL TERMINE DEL CANTIERE Capo IV TENDE ART. 102 TENDE ART. 103 DIVIETI E LIMITAZIONI ART. 104 LIMITI DI POSIZIONE ART. 105 DOMANDA, DOCUMENTAZIONE E RILASCIO ART. 106 ADEGUAMENTO ALLE NORME ART. 107 SANZIONI Capo V - DISCIPLINA DEI PASSI CARRABILI ART. 108 OGGETTO E AMBITO DI APPLICAZIONE ART. 109 DEFINIZIONI DEGLI ACCESSI ART. 110 ACCESSI SU STRADE EXTRA URBANE ART. 111 ACCESSI SU STRADE URBANE ART. 112 UBICAZIONE DEI PASSI CARRABILI ART. 113 DISTANZA DALLE INTERSEZIONI E DIMENSIONI ART. 114 DIMENSIONAMENTO DEI PASSI CARRABILI ART. 115 CARATTERISTICHE TECNICHE ART. 116 TIPOLOGIE COSTRUTTIVE ART. 117 PRESCRIZIONI PER LA COSTRUZIONE E LA MANUTENZIONE ART. 118 PROCEDURA D AUTORIZZAZIONE ART. 119 PASSI CARRABILI TEMPORANEI ART. 120 PASSI CARRABILI GIÀ AUTORIZZATI ART. 121 SEGMENTI GIALLO E NERO ART. 122 DISPOSIZIONI TRANSITORIE PER PASSI CARRABILI

5 TITOLO III PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI E DELLE PUBBLICHE AFFISSIONI Capo I NORME DI CARATTERE GENERALE ART. 123 ELABORATI COSTITUTIVI DEL PIANO DEGLI IMPIANTI E DELLE PUBBLICHE AFFISSIONI ART. 124 ATTUAZIONE DEL PIANO ART. 125 TITOLO AUTORIZZATIVO PER INSTALLAZIONE DEGLI IMPIANTI ART. 126 EFFETTUAZIONE DELLA PUBBLICITA PERMANENTE SU PROPRIETA COMUNALE ART. 127 OBBLIGHI DEL TITOLARE DELL AUTORIZZAZIONE ART. 128 PRESCRIZIONI GENERICHE ART. 129 UBICAZIONE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI ART. 130 AMBITI DI INTERVENTO Capo II PUBBLICITÀ ART. 131 MEZZI PUBBLICITARI DUREVOLI P U B B L I C I T À D U R A T A T R I E N N A L E ART. 132 CARTELLO PUBBLICITARIO ART. 133 TOTEM ART. 134 INSEGNA DI ESERCIZIO ART. 135 DOMANDA E DOCUMENTAZIONE PER TARGHE E INSEGNE ART. 136 RILASCIO DELLE CONCESSIONI PER TARGHE E INSEGNE ART. 137 ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO ART. 138 LIMITAZIONE PER INSTALLAZIONE INSEGNE ART. 139 LIMITAZIONE PER INSTALLAZIONE DI INSEGNE ART. 140 LIMITAZIONE PER INSTALLAZIONE DI TARGHE ART. 141 MATERIALI PER INSEGNE E TARGHE ART. 142 STATO DI CONSERVAZIONE ART. 143 PREINSEGNA ART. 144 DOMANDA E DOCUMENTAZIONE POSA PREINSEGNE ART. 145 RILASCIO E RINNOVO AUTORIZZAZIONE POSA PREINSEGNE ART. 146 PALINE E PENSILINE FERMATA BUS ART. 147 MEZZI PUBBLICITARI PROVVISORII D U R A T A N O N S U P E R I O R E A 3 M E S I ART. 148 STRISCIONE ART. 149 STENDARDO ART. 150 SEGNO ORIZZONTALE RECLAMISTICO ART. 151 ALTRE FORME DI PUBBLICITA TEMPORANEA ART. 152 DIVIETI A L T R A D U R A T A ART. 153 CARTELLO TEMPORANEO ART. 154 TOTEM TEMPORANEI ART. 155 TELI E PANNELLI PITTORICI MONOFACCIALI ART. 156 CARTELLO COMPRAVENDITA E AFFITTANZA ART. 157 TRANSENNA PUBBLICITARIA PARAPEDONALE ART. 158 LAVAGNA MENÙ ART. 159 DISPENSER O CONTENITORI DI GIORNALI O MATERIALE PUBBLICITARIO ART. 160 ALTRE FORME DI PUBBLICITA PERMANENTE ART. 161 PUBBLICITÀ SU VETRINE DEI NEGOZI SFITTI ART. 162 IMPIANTI PUBBLICITARI ISTITUZIONALI Capo III AFFISSIONI ART. 163 CAMPO DI ATTUAZIONE ART. 164 PRESCRIZIONI UBICATIVE ART. 165 PIANI E STUDI DI ARREDO URBANO

6 ART. 166 DEFINIZIONE E TIPOLOGIA DELL IMPIANTO, PRESCRIZIONI TECNICHE ART. 167 SERVIZIO AFFISSIONISTICO DEL COMUNE ART. 168 DISTRIBUZIONE DELLE PUBBLICHE AFFISSIONI PER FINALITÀ, ATTRIBUZIONE DELLE SUPERFICI ART. 169 EFFETTUAZIONE DELLE AFFISSIONI DIRETTE Capo IV NORME TRANSITORIE FINALI ART. 170 SUPPORTI PROVVISORI ART. 171 ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA ART. 172 SANZIONI PER I MEZZI PUBBLICITARI E AFFISIONISTICI ART. 173 NORMA DI RINVIO ART. 174 SPESE DI ISTRUTTORIA PER IMPIANTI PUBBLICITARI TITOLO IV DEL PATRIMONIO ARBOREO Capo I INTERVENTI SUL PATRIMONIO ARBOREO ART. 175 GOVERNO DEL PATRIMONIO ARBOREO PUBBLICO ART. 176 CANTIERI COINVOLGENTI VERDE PUBBLICO ART. 177 DISPOSIZIONI GENERALI PER RIPRISTINI SU AREE A VERDE ART. 178 NORME TECNICHE PER IL RIPRISTINO SU AREE A VERDE ART. 179 VALUTAZIONE DEI DANNI AL PATRIMONIO ARBOREO ART. 180 SUSSISTENZA PER L ABBATTIMENTO IN LUOGHI PUBBLICI ART. 181 PIANTUMAZIONE DELLE AREE PUBBLICHE ART. 182 DISTANZA DI NUOVE ALBERATURE DA PALI I.P Capo II USO DEL VERDE ART. 183 AMBITO DI APPLICAZIONE ART. 184 DISPOSIZIONI GENERALI ART. 185 SPAZI A VERDE ART. 186 ACQUE ART. 187 COLTURA ART. 188 GIOCO ART. 189 ATTIVITÀ SPORTIVA ART. 190 SPAZIO PER CANI ART. 191 ATTIVITÀ COMMERCIALI E DI INTRATTENIMENTO ART. 192 CONTRIBUTI VOLONTARI ART. 193 ATTIVITÀ DI VIGILANZA ART. 194 SANZIONI ART. 195 DISPOSIZIONI TRANSITORIE FINALI ART. 196 ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE REGOLAMENTO ALLEGATO 1 TAVOLA DELLA CLASSIFICAZIONE STRADALE.. ALLEGATO 2 DISCIPLINA CONCESSIONE DI SPAZI DI SUOLO PUBBLICO A PARTITI, MOVIMENTI POLITICI E ORGANIZZAZIONI SINDACALI... ART. 1 AMBITO DI DISCIPLINA... ART. 2 MODALITÀ E TEMPI DI RICHIESTA DELLA CONCESSIONE... ART. 3 SUPERFICIE DA OCCUPARE... ART. 4 CRITERIO DI ROTAZIONE... ART. 5 OBBLIGHI A CARICO DEI CONCESSIONARI... ART. 6 DINIEGO DELLA CONCESSIONE... ART. 7 OBBLIGHI DI COMUNICAZIONE... ART. 8 NORME DI RINVIO... ALLEGATO 3 DISCIPLINA DELLE RACCOLTE DI FONDI A SCOPO BENEFICO EFFETTUATE CON LA CESSIONE DI BENI

7 DIETRO RISCOSSIONE DI UN OFFERTA IN DENARO... ART. 1 AMBITO DI DISCIPLINA... ART. 2 MODALITà E TEMPI DI RICHIESTA DELLA CONCESSIONE... ART. 3 CRITERIO DI ROTAZIONE... ART. 4 MODALITà E TEMPI DI RILASCIO DELA CONCESSIONE... ART. 5 OBBLIGHI DEL CONCESSIONARIO... ART. 6 ELENCO DELLE POSTAZIONI... ART. 7 DURATA DELLA CONCESSIONE... ART. 8 DIVIETI... ART. 9 VIGILANZA E CONTROLLO... ART. 10 SANZIONI... ALLEGATI 4 PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI E PUBBLICHE AFFISSIONI... ALLEGATO 5 DEFINIZIONI STRADALI E DI TRAFFICO... ALLEGATO 6 PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI E TECNICI... ALLEGATO 7 STANDARD TECNICI PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE... ALLEGATO 8 CLASSIFICAZIONE STRADE AI SENSI DELL ART. 46 DEL REG. 495/

8 ART. 1 CONTENUTI DEL REGOLAMENTO 1. Il presente Regolamento si compone dei quattro titoli di seguito elencati: - Titolo I della Classificazione Viaria; - Titolo II delle Occupazioni del Suolo; - Titolo III Degli Impianti Pubblicitari; - Titolo IV Del Patrimonio Arboreo; 2. al presente Regolamento si compone altresì dei seguenti allegati: - allegato 1: CLASSIFICA FUNZIONALE DELLE STRADE - allegato 2: DISCIPLINA CONCESSIONE DI SPAZI DI SUOLO PUBBLICO A PARTITI, MOVIMENTI POLITICI E ORGANIZZAZIONI SINDACALI - allegato 3: DISCIPLINA DELLE RACCOLTE DI FONDI A SCOPO BENEFICO EFFETTUATE CON LA CESSIONE DI BENI DIETRO RISCOSSIONE DI UN OFFERTA IN DENARO - allegato 4: PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI E PUBBLICHE AFFISSIONI - <A>: tavola planimetrica contenente il quadro d unione delle tavole relative al censimento degli impianti per le pubbliche affissioni e le affissioni dirette; - <B>: tavola planimetrica contenente la delimitazione degli ambiti di intervento; - <C>: censimento degli impianti affissionistici; - allegato 5: DEFINIZIONI STRADALI E DI TRAFFICO - allegato 6: PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI E TECNICI; - allegato 7: STANDARD TECNICI PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE; - allegato 8: CLASSIFICA STRADE AI SENSI DELL ART. 46 DEL REG. 495/ Il seguente Titolo I ha per oggetto la definizione delle caratteristiche geometriche e la disciplina d'uso di ciascuna strada di competenza del Comune compresa nell'ambito territoriale di applicazione di cui all articolo 2 seguente. 4. Il Regolamento Viario esplicita gli standard tecnici, di ogni tipo di strada urbana, attraverso le classificazioni e prescrizioni contenute nelle successive Parti. 5. Il RV caratterizza i singoli elementi di viabilità affinché essi possano svolgere la loro funzione preminente nel contesto dell'intera rete urbana e affinché sia assicurato un omogeneo grado di sicurezza e di regolarità d'uso alle infrastrutture stradali comunali. 6. Il RV, in quanto ai valori degli standard geometrici prescritti, e' da considerarsi cogente per le strade di nuova realizzazione ed e' da considerarsi come obiettivo da raggiungere per le strade esistenti, laddove siano presenti vincoli strutturali immediatamente non eliminabili. Nel caso in cui particolari condizioni locali, ambientali, paesaggistiche, archeologiche od economiche non consentano il pieno rispetto del presente regolamento, possono essere adottate soluzioni progettuali diverse, purché sia dimostrata la loro accettabilità da specifiche analisi sul piano della sicurezza e della fluidità del traffico, nonché della qualità paesaggistica, morfologica ed ambientale. 8

9 TITOLO I - REGOLAMENTO VIARIO E CLASSIFICAZIONE STRADALE Capo I - PREMESSE GENERALI ART. 2 AMBITO TERRITORIALE DI APPLICAZIONE, COMPETENZE E MODIFICHE 1. L'ambito territoriale di applicazione del presente Regolamento Viario riguarda l intero territorio comunale con particolare attenzione a quelle zone ricomprese nella delimitazione del Centro Abitato ai sensi dell art. 4 del Nuovo Codice della Strada. 2. Le eventuali operazioni di revisione ed integrazione del regolamento viario e della classifica funzionale delle strade (Allegato 1) che si renderanno necessarie dopo l approvazione, saranno apportate dal competente Servizio Pianificazione e Programmazione Mobilità e poi approvate dal Consiglio Comunale. 3. In assenza di aggiornamento vigono le indicazioni dell ultimo regolamento viario approvato. 4. Per la progettazione di nuove tratte stradali, tale classifica funzionale costituisce un vincolo normativo che viene esplicitato, oltre che con le norme tecniche di attuazione del PGT, attraverso il Regolamento Viario, sia per quanto riguarda la definizione delle caratteristiche geometriche che per le conseguenti norme di organizzazione e di uso. ART. 3 DEROGHE PER STRADE ESISTENTI 1. Qualora l'amministrazione Comunale intenda procedere a riqualificazione ambientale di strade esistenti tramite progetti allo scopo finalizzati, si potrà derogare dagli standard indicati a condizione che vengano garantite le condizioni di sicurezza. 2. Per i casi di deroga su strade esistenti, gli standard dimensionali minimi inderogabili corrispondono a quelli della categoria funzionale immediatamente inferiore. 3. Negli stessi casi, agli uffici responsabili del procedimento e' demandata la verifica e l'approvazione dei progetti, ivi inclusa la relazione asseverata del progettista che attesti i requisiti di sicurezza e di superamento della barriere architettoniche. ART. 4 DEROGHE PER NUOVE STRADE E NUOVI INSEDIAMENTI 1. Per le strade di nuova realizzazione, per gli elementi viari ricadenti in Piani Particolareggiati o Piani Attuativi approvati e per gli adeguamenti di infrastrutture stradali esistenti connessi alla realizzazione di nuovi insediamenti abitativi e/o produttivi e/o commerciali, le eventuali richieste di deroga agli standard geometrici e/o funzionali, motivate da interesse pubblico, dovranno essere accompagnate dalla necessaria documentazione tecnica che, oltre agli elaborati progettuali, dovrà comprendere una relazione asseverata del progettista che attesti i requisiti di sicurezza e di superamento della barriere architettoniche, nonché le motivazioni che hanno condotto al non rispetto degli standard geometrici e funzionali previsti dal Regolamento Viario. 2. L accettazione delle deroghe avviene in sede di Conferenza dei Servizi contestualmente all approvazione del progetto, che in ogni caso dovrà essere approvato con deliberazione di Giunta Comunale. Tale deliberazione dovrà riportare esplicitamente che la deroga viene concessa per ragioni di pubblica utilità. 9

10 Capo II - CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DELLE STRADE ART. 5 DEFINIZIONE E FUNZIONI DEI TIPI PRINCIPALI DI STRADA URBANA 1. Le strade urbane, presenti all'interno dell'ambito territoriale comunale di cui all'art. 2 precedente, sono classificate (ai sensi dell'art. 2 - comma 2 del D. Lgs. 285/92 NCDS e alla Dir.Min ) in riferimento alle loro caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali (ovvero in rapporto alla velocità di esercizio prevista), nei seguenti tipi principali: d - strade urbane di scorrimento (CLASSE D): hanno la funzione di garantire la fluidità degli spostamenti veicolari di scambio all'interno della rete viaria cittadina. Consentono un elevato livello di servizio agli spostamenti a più lunga distanza interni all'area urbana. In questa categoria rientrano, in particolare, le strade veloci urbane, con deroga sul limite generalizzato di velocità urbana (art. 142 D. Lgs. 285/92 NCDS: è possibile elevare il limite da 50 fino ad un massimo di 70 km/h previa apposita segnalazione), e gli itinerari riservati ai mezzi pubblici di superficie, costituiti da sequenze di strade riservate e/o da strade con sedi e/o corsie riservate; e1 - strade urbane interquartiere (CLASSE E1) con funzione intermedia tra strade urbane di scorrimento tipo d) e strade urbane di quartiere tipo e); e - strade urbane di quartiere (CLASSE E) assolvono la funzione di collegamento tra settori e quartieri limitrofi o, per le aree di più vaste dimensioni, di collegamento tra zone estreme di un medesimo settore o quartiere (spostamenti di minore lunghezza rispetto a quelli eseguiti sulle strade di scorrimento). In questa categoria rientrano, in particolare, le strade destinate a servire i principali insediamenti urbani e di quartiere (servizi, attrezzature, ecc.), che vengono raggiunti attraverso gli opportuni elementi viari complementari. La velocità massima ammessa è di 50 km/h. Possono essere prescritte, previa adeguata segnalazione, velocità inferiori; f1 - strade locali interzonali (CLASSE F1) con funzione intermedia tra strade urbane di quartiere tipo e) e strade locali tipo f). f - strade locali (CLASSE F): hanno la funzione di garantire, agli spostamenti pedonali, l'accesso diretto agli edifici nonché la funzione di supportare la parte iniziale e finale degli spostamenti veicolari privati. In questa categoria rientrano, in particolare, le strade pedonali e le strade-parcheggio; su di esse non è ammessa la circolazione dei mezzi di trasporto pubblico collettivo. La velocità massima ammessa è di 50 km/h Possono essere prescritte velocità inferiori, previa adeguata segnalazione (cfr. art. 135 del Reg. per zone residenziali). f bis itinerari ciclopedonali: strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell utenza debole della strada 10

11 2. Le caratteristiche gerarchiche e dimensionali e le connessioni funzionali dei suddetti tipi di strade sono rappresentate nella figura che segue. 3. Tali caratteristiche gerarchiche sono senz altro valide per le aree in trasformazione o di nuova costruzione e sono solo uno schema funzionale di riferimento per l esistente. 4. Si definisce inoltre (cfr. art. 2, c. 4, D. Lgs. 285/92 NCDS): strada di servizio: quella, di norma, affiancata ad una strada principale (primaria o autostrada, strada urbana di scorrimento) avente la funzione di garantire la sosta veicolare senza interferenze con l'altra viabilità, di raggruppare gli accessi dalle proprietà laterali alla strada principale e viceversa, nonché consentire il movimento e le manovre dei veicoli non ammessi sulla strada principale stessa. ART. 6 STANDARD NORMATIVI E DIMENSIONALI DI RIFERIMENTO 1. Le strade di cui alla classificazione dell'art. 3 precedente, debbono avere (cfr. art. 2 D. L. 285/92 Nuovo Codice della Strada per i riferimenti normativi e dimensionali), le seguenti caratteristiche minime: STRADA EXTRAURBANA PRINCIPALE: (figura STRADA-EUP) strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia e banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso, con accessi alle proprietà laterali coordinati, contraddistinta dagli appositi segnali di inizio e fine, riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli a motore; per eventuali altre categorie di utenti devono essere previsti opportuni spazi. Deve essere attrezzata con apposite aree di servizio, che comprendano spazi per la sosta, con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione. 11

12 Figura STRADA-EUP strade extraurbane principali 12

13 STRADA EXTRAURBANA SECONDARIA: (figura STRADA-EUS) strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia e banchine. Figura STRADA-EUS strade extraurbane secondarie 13

14 STRADA URBANA DI SCORRIMENTO: (figure STRADA-US e STRADA-US1) strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchine pavimentate e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate; per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate. Figura STRADA-US strade urbane di scorrimento 14

15 Figura STRADA-US1 strade urbane di scorrimento 15

16 STRADA URBANA DI QUARTIERE: (figura STRADA-UQ) strada ad unica carreggiata con una o più corsie per senso di marcia, banchine pavimentate e marciapiedi; per la sosta sono previste aree attrezzate con apposita corsia di manovra, esterna alla carreggiata. Figura STRADA-UQ strade urbane di quartiere 16

17 STRADA LOCALE: (figure STRADA-LE e STRADA-LU) strada urbana opportunamente sistemata ai fini della circolazione pedonale e veicolare non facente parte degli altri tipi di strade. Figura STRADA-LE strade locali extraurbane 17

18 Figura STRADA-LU strade locali urbane STRADA LOCALE A DESTINAZIONE PARTICOLARE: Per quanto riguarda le strade locali in alcuni casi le indicazioni precedentemente fornite non sono applicabili. In ambito extraurbano, di strade agricole, forestali, consortili e simili, nelle quali le dimensioni della piattaforma vanno riferite in particolare all ingombro dei veicoli di cui è previsto il transito. In ambito urbano per le strade residenziali prevale l esigenza di adattare lo spazio stradale ai 18

19 volumi costruiti ed alle necessità dei pedoni. Vedasi Piano dei Servizi e nuove Opere di Urbanizzazione Le strade debbono avere, come riferimento normativo e dimensionale, le seguenti caratteristiche minime: STRADE URBANE INTERQUARTIERE: strada a carreggiate indipendenti, con una o più corsie per senso di marcia, banchine pavimentate e marciapiedi, intersezioni a raso semaforizzate; per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali estranee alla carreggiata; La fascia di pertinenza è m. 5,00 STRADE LOCALI INTERZONALI: strada a carreggiata unica con una corsia per senso di marcia, banchine pavimentate e marciapiedi, intersezioni a raso semaforizzate. La fascia di pertinenza è m. 5,00 L'ampiezza delle fasce di rispetto è regolata dall'art. 18 del NCDS, dall art. 28 del relativo Regolamento di attuazione, nonché dal P.G.T. che può proporre fasce più ampie, ed è richiamata all'art. 24 del presente RV. Gli standards tecnici del corpo stradale riferiti ai tipi di cui ai punti precedenti sono meglio esplicati nei successivi capitoli. ART. 7 STRADE DESTINATE A ZTL E AP 1. Ai fini dell'applicazione del presente Regolamento Viario si definiscono: zone a traffico limitato (ZTL): aree in cui l'accesso e la circolazione veicolare sono limitati ad ore prestabilite o a particolari categorie di utenti e di veicoli; aree pedonali urbane (AP): zone interdette alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza e salvo deroghe per i velocipedi e per i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonchè per quelli ad emissione zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi; Zone 30: zone nelle quali non è consentito superare la velocità di 30 km/h. 19

20 Capo III - COMPONENTI DI TRAFFICO AMMESSE ART. 8 DEFINIZIONI DELLE COMPONENTI DI TRAFFICO AMMESSE 1. Ai fini della citata ammissibilità, la circolazione (movimento e sosta) delle suddette componenti viene raggruppata in: - la circolazione dei pedoni; - la circolazione e sosta dei velocipedi; - il movimento e la sosta dei veicoli per il trasporto collettivo (veicoli in servizio pubblico con fermate di linea, quali autobus, filobus); - il movimento e la sosta degli altri veicoli (veicoli pubblici e privati senza fermate di linea, quali ciclomotori e motocicli, autovetture, autoveicoli commerciali, autobus turistici, taxi, ecc.); ART. 9 PRINCIPALI DEFINIZIONI E STANDARDS DI RIFERIMENTO DEGLI ELEMENTI STRADALI 1. Al fine di definire l'ammissibilità delle diverse componenti di traffico sui diversi tipi di strada di cui al punto 6, il presente Regolamento stabilisce, per ciascuno degli spazi in cui è ripartita la sede stradale, gli standard di riferimento ai quali è d'obbligo adeguarsi per le strade di nuova costruzione ed a cui tendere per quanto attiene quelle esistenti. Gli spazi in cui è suddivisa la sede stradale e che ne costituiscono parte principale sono: 1) marciapiedi; 2) piste ciclabili; 3) corsie di marcia (ad uso promiscuo); 4) corsie riservate (sedi proprie protette) per i veicoli del trasporto collettivo; 5) piazzole (o golfi) di fermata per i veicoli del trasporto collettivo; 6) spazi di sosta per autoveicoli separati dalla carreggiata; 7) fasce di sosta laterale la carreggiata; 8) banchine o corsie di emergenza; 9) spartitraffico (in genere comprensivo dei dispositivi di ritenuta). ART. 10 MARCIAPIEDI 1. La larghezza dei marciapiedi (delimitati in sinistra da ciglio non sormontabile e sagomato di altezza massima, di norma, pari a 15 cm), va considerata al netto sia di strisce erbose o di alberature, sia di occupazioni di suolo pubblico impegnative quali: edicole di giornali, cabine telefoniche, cassonetti dei rifiuti solidi urbani ecc.. Sui marciapiedi possono, comunque, trovare collocazione alcuni servizi di modesto impegno: centralini semaforici, colonnine di chiamata di soccorso, idranti, pali e supporti per l'illuminazione e per la segnaletica verticale, nonché eventualmente - per cartelloni pubblicitari, solo se paralleli al senso di marcia. 2. Gli uffici valuteranno soluzioni con marciapiede a raso in presenza di particolari dimensioni e caratteristiche delle strade. 3. Le occupazioni permanenti di sede stradale di altro genere (plateatici, edicole, ecc.) fanno riferimento all'art. 20, del D. Lgs. 285/92 NCDS. Per quanto riguarda le zone di rilevanza storico ambientale, ovvero quando sussistono particolari caratteristiche geometriche della strada, è ammessa l occupazione dei marciapiedi a condizione che venga garantita una zona adeguata per la circolazione dei pedoni e delle persone con limitata o impedita capacità motoria non inferiore a m. 1,00. 20

21 4. La larghezza del marciapiede va considerata al netto sia di strisce erbose o di alberature che di dispositivi di ritenuta. Tale larghezza non può essere inferiore a metri sul marciapiede possono comunque trovare collocazione alcuni servizi di modesto impegno, quali centralini semaforici, colonnine di chiamata di soccorso, idranti, pali e supporti per l illuminazione e per la segnaletica verticale, nonché eventualmente per cartelloni pubblicitari (questi ultimi da ubucare comunque in senso longitudinale alla strada). In presenza di occupazioni di suolo pubblico localizzate e impegnative (edicole di giornali, cabine telefoniche, cassonetti ecc.) la larghezza minima del passaggio pedonale dovrà comunque essere non inferiore a metri Per marciapiedi protetti (o passaggi pedonali protetti), da realizzare sulle strade di scorrimento ed interquartiere, si intendono quei marciapiedi (o passaggi pedonali) dotati, in corrispondenza del lato prospiciente la carreggiata veicolare, di elementi fisici (barriere di sicurezza, cordoli, fittoni, reti, ecc.) la cui altezza non deve consentire ai veicoli di portarsi su tale spazio pedonale nel rispetto dei disciplinari tecnici in materia. Sono altresì da considerarsi marciapiedi protetti anche quelli non a diretto contatto con le carreggiate veicolari (ad esempio a lato di marcia tram, di file di veicoli in sosta, ecc.), dove sia necessario convogliare i pedoni mediante specifici attraversamenti pedonali. Le anzidette misure di marciapiedi sono, riepilogate nella Tabella LM qui sotto riportata, corrispondenti agli usi consentiti sulle diverse strade ed alle relative attrezzature necessarie. Tabella LM Larghezza dei marciapiedi Larghezza (m) Utilizzo su Attrezzature 1,50 Strada di scorrimento in galleria/sottopasso dispostivi di ritenuta 1,50 Strade locali a minima densità insediativa residenziale (eccez.), lunghe tratte di strade di strade di quartiere senza insediamenti laterali (eccez.) e strade di quartiere o - locali in galleria 1,50 Viadotti di strade di quartiere parapetti 1,50 Lunghe tratte di strade di scorrimento senza insediamenti laterali (eccezionale) ringhiere 1,50 Viadotti di strade di scorrimento parapetti e ringhiere 1,50 Strade Locali - 1,50 Strade di scorrimento ringhiere 3,00 Strade di quartiere con servizi urbani e/o di quartiere e per particolari situazioni commerciali eventuali ringhiere 4,00 Idem, in zone commerciali e turistiche eventuali ringhiere ART. 11 RACCORDI TRA PIANI A DIVERSA QUOTA (SCIVOLI) 1. Generalmente, i dislivelli su percorsi pedonali vengono superati mediante la creazione di scivoli. Tuttavia, lo scivolo rappresenta una modalità di superamento dei dislivelli alternativa al gradino, utile a profili d utenza con particolari difficoltà motorie (portatori d arto meccanico, claudicanti, portatori di gesso ad un arto inferiore, ecc.), agli anziani e ai non vedenti. 2. Pertanto, la soluzione ottimale per consentire a tutti il superamento di quota consiste in una configurazione mista, che prevede accanto allo scivolo, anche il comune gradino. 3. Per facilitare il superamento del dislivello alle persone anziane, alle persone con disturbi dell equilibrio o con disabilità fisica, è opportuno prevedere idonei elementi di sostegno. Tali elementi possono svolgere contemporaneamente il ruolo di delimitazione tra scivolo e gradino in caso di configurazione mista. 4. Quando il percorso si raccorda con il livello stradale o è interrotto da un passo carrabile, sono ammesse brevi rampe per un dislivello massimo di 15 cm. La differenza di quota senza ricorso a rampe non dovrà superare i 2,5 cm e dovrà essere arrotondata o smussata. 5. La pendenza delle rampe di collegamento fra piani orizzontali diversi, varia in funzione della lunghezza delle rampe stesse, e precisamente: - per rampe fino a m 0,50 la pendenza massima ammessa è del 12%; 21

22 - per rampe fino a m 2,00 la pendenza massima ammessa è del 8%; - per rampe fino a m 5,00 la pendenza massima ammessa è del 7%; - oltre i m 5,00 la pendenza massima ammessa è del 5%. 6. Ogni 10 m di lunghezza la rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni minime 150x150 cm ovvero 140x170 cm in senso trasversale e 170 in senso longitudinale al verso di marcia. 7. Per dislivelli superiori a 15 cm, qualora a lato rampa sia previsto un parapetto non pieno, la rampa deve essere dotata di un cordolo di almeno 10 cm di altezza. Nei casi di pavimentazione della strada sarà necessario studiare soluzioni per il raccordo del manto stradale con gli scivoli. 8. Si possono individuare le seguenti tipologie fondamentali di scivoli: 1) scivoli longitudinali: semplici, doppi, a passo carrabile ; 2) scivoli trasversali: interni o esterni al marciapiede; 3) scivoli d angolo: lungo le direttrici di transito pedonale, al di fuori delle direttrici di transito pedonale, diagonali. ART. 12 SCIVOLI LONGITUDINALI 1. Gli scivoli longitudinali sono raccordi inclinati disposti lungo il senso di marcia dei pedoni. Caratteristica peculiare degli scivoli longitudinali è l assenza di rapporto tra la larghezza del marciapiede e il dislivello da superare. 2. Specifici campi d applicazione sono: marciapiedi di modesta larghezza caratterizzati da un dislivello, rispetto al piano della strada carrabile, rilevante e non modificabile; banchine dei mezzi di trasporto pubblico a quota più elevata rispetto a quella del marciapiede. 3. Allo scopo di segnalare preventivamente ai pedoni l improvvisa perdita d appoggio determinata dalla presenza dello scivolo è utile far precedere lo stesso da un segnale di preavvertimento sul piano di calpestio di profondità non inferiore a 75 cm. mediante differenziazione della pavimentazione a) Scivoli longitudinali semplici Scivoli longitudinali semplici possono essere adottati in presenza di marciapiede di larghezza di circa 300 cm e per elevare la banchina della fermata del mezzo di trasporto pubblico portandola alla stessa quota del pianale del mezzo. Questa variante degli scivoli longitudinali, occupando solo parzialmente il marciapiede, deve essere integrata da idonee opere di delimitazione. Il varco d accesso di questi manufatti non deve essere inferiore a 150 cm. 22

23 b) Scivoli longitudinali doppi Allo scopo di evitare pericolose soluzioni di discontinuità del percorso pedonale, è desiderabile realizzare scivoli longitudinali doppi o a coppia, posti simmetricamente rispetto al varco d accesso. Il varco d accesso di questi manufatti non deve essere inferiore a 150 cm. c) Scivoli a passo carrabile Quando il varco d accesso dello scivolo satura completamente la larghezza del marciapiede e da esso dipartono rampette simmetriche si realizzano scivoli a passo carrabile. Questa soluzione risulta di difficile attuazione in presenza di accessi di negozi o abitazioni alla quota del marciapiede. ART. 13 SCIVOLI TRASVERSALI 1. Gli scivoli trasversali si realizzano mediante un piano inclinato posto trasversalmente al senso di marcia dei pedoni. Di norma deve essere garantito uno spazio pianeggiante di attesa, prima dell immissione in carreggiata, della lunghezza minima di 90 cm. a) Scivoli interni La dimensione minima residua del marciapiede in corrispondenza dello scivolo, per permettere una rotazione di 90 a persone su carrozzina, è di 120 cm. Per evitare problemi d attraversamento con la sedia a ruote la somma della pendenza della rampa e l eventuale contro pendenza della carreggiata non deve superare il 15%. Affinché lo scivolo non costituisca un ostacolo per i pedoni deve essere raccordato lateralmente al marciapiede mediante spondine inclinate di modesta pendenza (5-10%). Qualora non si possano 23

24 evitare, scivoli trasversali con spondine laterali ripide o conformate a gradino, devono essere delimitati da idonei elementi parapedonali integrati sul piano di calpestio da un segnale di preavvertimento della profondità minima di 75 cm. b) Scivoli esterni al marciapiedi Gli scivoli trasversali posti esternamente al marciapiede possono essere utilmente adottati con opportuni accorgimenti in alcune situazioni. Può essere conveniente adottarli in presenza di marciapiedi stretti non ampliabili né modificabili, come alternativa agli scivoli d angolo. Per non costituire fonte di pericolo per gli automobilisti non devono invadere la corsia riservata ai veicoli e comunque essere adeguatamente protetti e segnalati. Questa tipologia di scivolo può essere convenientemente adottata in corrispondenza di stalli di sosta riservati ai disabili o, in generale quando sia necessario od opportuno garantire l accessibilità al marciapiede mediante un manufatto provvisorio. Scivoli esterni realizzati come allargamento del marciapiede per interrompere o delimitare un area riservata permanentemente alla sosta ai margini della sede stradale, hanno due importanti prerogative: favoriscono la visibilità reciproca automobilista-pedone agli attraversamenti e riducono la lunghezza dell attraversamento pedonale. 24

25 ART. 14 SCIVOLI D ANGOLO 1. Gli scivoli d angolo devono il nome alla loro collocazione in corrispondenza o in prossimità degli angoli degli isolati; rappresentano il necessario completamento degli attraversamenti d angolo. 2. L adozione degli scivoli d angolo deve essere subordinata alla previsione di opportuni accorgimenti volti a migliorare la visibilità reciproca pedone automobilista agli attraversamenti e la percezione del bordo del marciapiede agli angoli degli isolati da parte delle persone con problemi di vista. a) Scivoli d angolo posti lungo le direttrici del percorso pedonale Quando gli scivoli d angolo sono posti lungo le direttrici di transito pedonale, è indispensabile segnalare tattilmente il piano dello scivolo. Questa collocazione presenta alcuni aspetti positivi: consente la realizzazione di scivoli accessibili anche in presenza di marciapiedi di larghezza ristretta non ampliabili né modificabili; consente di ridurre al minimo il percorso da compiere per attraversare la sede stradale; gli scivoli, in generale, non interferiscono con le paline della segnaletica stradale né con altre attrezzature. Al fine di agevolare gli automobilisti nella percezione visiva dei pedoni in procinto di attraversare la strada si suggerisce di limitarne l adozione ai seguenti casi: nei casi di modesta larghezza del marciapiede o di specifiche condizioni al contorno, dove non siano praticabili altre modalità di accesso al marciapiede; in corrispondenza di quegli attraversamenti nei quali non è prevista l opzione di svolta dei veicoli. In presenza di scivoli d angolo posti lungo le direttrici di transito pedonale si dovrà privilegiare l accessibilità al marciapiede mediante l abbassamento dello stesso per tutta la sua larghezza in corrispondenza dell angolo dell isolato alla quota della carreggiata stradale e realizzando due rampe longitudinali di raccordo. 25

26 ART. 15 PISTE CICLABILI 1. A norma del Nuovo Codice della Strada, le piste ciclabili, sia esse in sede propria (piste protette, con spartitraffico longitudinale di larghezza minima 0,50 m) che su corsia riservata, devono normalmente possedere: a) una larghezza di 1.50 metri per ciascun senso di marcia, con soluzione ridotta ad metri 1.25 nel caso di due corsie contigue nello stesso senso di marcia o in senso opposto, (eccezionalmente riducibile a metri 1 per limitate lunghezze di itinerario opportunamente segnalato); b) una velocità di progetto pari a 25 km/h; c) un raggio planimetrico minimo di 5 metri (riducibile a 3 metri in area di intersezione); d) una pendenza longitudinale massima del 5% (elevabile a 10% sulle rampe degli attraversamenti ciclabili sfalsati), la quale sulla base chilometrica non deve comunque superare il valore medio del 2%, salvo deroghe documentate da parte del progettista e purchè sia, in ogni caso, garantita piena fruibilità da parte dell utenza. 2. Su aree di intersezione a raso (in promiscuo con pedoni ed altri veicoli) le piste ciclabili su corsia riservata vanno in genere affiancate al lato interno degli attraversamenti pedonali rispetto all area di intersezione, in modo da istituire per i ciclisti la circolazione a rotatoria antioraria sulla intersezione 26

27 medesima, mentre per gli attraversamenti a livelli sfalsati riservati ai ciclisti (piste ciclabili in sede propria) va in genere preferita la soluzione in sottopasso (nel rispetto della citata pendenza longitudinale massima delle rampe non superiore al 10%) e nel caso di attraversamenti in sovrappasso va garantita la sussistenza di barriere protettive laterali di altezza non inferiore ad 1,50 m. Le caratteristiche tecniche delle piste ciclabili devono essere definite nel rispetto anche delle ulteriori norme integrative riportate nel D.M. 30/11/99 n. 557 e dal Manuale per la Realizzazione della Rete Ciclabile della Regione Lombardia. 3. Gli itinerari ciclabili comprendono le seguenti tipologie di offerta, riportate qui in ordine decrescente rispetto al grado di sicurezza che le stesse offrono per l utenza ciclistica: a) piste ciclabili in sede propria; in sede propria, ad unico o doppio senso di marcia, qualora la sua sede sia fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore ed ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili. In ambito urbano, se la distanza tra carreggiata e ciclabile è pari o > a 5.00m non necessita di separazione fisica, stessa cosa se in ambito extra urbano siamo in presenza di distanze pari o > a 10.00m o in presenza di fossati; b) piste ciclabili su corsia riservata ricavate sul marciapiede; su corsia riservata, ricavata sul marciapiede, ad unico o doppio senso di marcia, qualora l'ampiezza ne consenta la realizzazione senza pregiudizio per la circolazione dei pedoni, purché separata dal movimento pedonale da apposita segnaletica orizzontale ed eventualmente protetta sul lato della carreggiata stradale; 27

28 c) piste ciclabili su corsia riservata ricavata sulla carreggiata stradale; su corsia riservata, ricavata sulla carreggiata stradale, ad unico senso di marcia, concorde a quello della contigua corsia destinata ai veicoli a motore ed ubicata di norma in destra rispetto a quest'ultima corsia, qualora l'elemento di separazione sia costituito essenzialmente da striscia di delimitazione longitudinale o da delimitatori di corsia. Tale elemento separatore è costituito da due strisce di segnaletica orizzontale, una bianca di 12 cm ed un altra gialla di 30 cm separate tra loro di 12 cm. La segnaletica gialla è posta sul lato della pista ciclabile. d) percorsi promiscui pedonali e ciclabili; e) percorsi promiscui ciclabili e veicolari. 3. Riguardo agli ultimi due tipi di itinerari si tenga presente che i percorsi promiscui ciclabili pedonali e ciclabili veicolari sono individuati laddove non vi siano le condizioni ambientali per il raccordo di due tratti di pista ciclabile contigui. 4. Le piste ciclabili a doppio senso di marcia hanno normalmente una larghezza pari a m 3.00, riducibile a m Solo per brevi tratti, purchè opportunamente segnalata, tale larghezza può essere ulteriormente ridotta a metri La definizione delle tipologie avverrà al momento della progettazione degli itinerari, in relazione alle disposizioni e ai vincoli del citato D.M. 557 e dal Manuale per la Realizzazione della Rete Ciclabile della Regione Lombardia. Qualora non risulti possibile rispettare i criteri e gli standard progettuali anzidetti occorrerà, così come previsto dall art. 8.7 del D.M. 557/99, provvedere alle opportune segnalazioni. 6. Allo scopo anche di rendere agevoli e uniformi gli interventi di manutenzione delle piste ciclabili occorre rispettare i seguenti indirizzi tecnici nella realizzazione delle pavimentazioni e della segnaletica orizzontale: 1) lo strato di usura delle piste ciclabili (curato al massimo nella regolarità della sua superficie) deve essere realizzato, di norma, in conglomerato bituminoso o altri materiali simili, con l utilizzo di resine antisdrucciolo da applicare sulla superficie nei punti critici (attraversamenti e zone di conflitto con altri flussi veicolari), mentre i percorsi pedonali devono essere differenziati, ove possibile, tramite una diversa pavimentazione (ad esempio tramite l utilizzo di elementi auto-bloccanti o in pietra naturale); 2) lungo gli itinerari ciclabili deve essere presente sulla superficie il pittogramma con il simbolo della bicicletta di norma ad ogni interruzione della pista ciclabile e in particolari punti di conflitto, con la ripetizione di tale simbolo ad intervalli di m lungo l intero percorso; 3) le griglie di raccolta delle acque piovane non devono presentare elementi principali ne paralleli all asse delle piste né con elementi trasversali tali da determinare difficoltà di transito per i ciclisti. Particolare attenzione deve essere posta all'illuminazione artificiale degli 28

29 attraversamenti ciclabili, evitando che vengano a trovarsi in zone d'ombra. 7. In caso di piste ciclabili dotate di impianti d illuminazione è indispensabile prevedere lungo l intero sviluppo dell impianto, l accesso per la manutenzione ai punti luce con i mezzi d opera, garantendo un percorso transitabile, pavimentato ed accessibile direttamente dalla pubblica via. Nella progettazione del percorso per l accesso dei mezzi agli impianti, dovrà essere preso come riferimento un mezzo standard avente le seguenti caratteristiche: larghezza: 2,5 m, lunghezza: 6 metri, altezza: 3 metri, peso: 35 quintali. Eventuali deroghe in merito alla prescrizione di cui sopra potranno essere concordate e acquisite solo in forma scritta, presso il Comune di Cremona o l ente gestore degli impianti IP (illuminazione pubblica). 8. Sempre nel caso di piste dotate di impianti d illuminazione pubblica è necessario inoltre prevedere a lato dell area ciclabile, una fascia dedicata all installazione dei punti luce, di opportuna larghezza e tale da permettere il rispetto delle necessarie distanze dei pali dalla pista ciclabile. 9. Dovranno essere obbligatoriamente previsti impianti d illuminazione dedicati agli attraversamenti ciclopedonali nei seguenti casi: 1) Attraversamenti ciclopedonali in corrispondenza di viabilità principale non illuminata da impianto d illuminazione stradale, se non dotati di regolazione semaforica; 2) Attraversamenti pedonali in prossimità di edifici scolastici e di culto o di altri attrattori di utenza pedonale debole (bambini, anziani, invalidi, etc ), se non dotati di regolazione semaforica. 10. Per quanto riguarda le prestazioni illuminotecniche, le caratteristiche tecniche e costruttive che dovranno possedere gli impianti d illuminazione pubblica (IP), si rimanda alle vigenti norme tecnico legislative di riferimento, al Piano Regolatore dell illuminazione Pubblica Comunale ed ai pertinenti Regolamenti. ART. 16 ITINERARI AMMESSI PER GLI AUTOVEICOLI DEL TRASPORTO COLLETTIVO 1. Gli autobus in servizio urbano ed extraurbano possono transitare solo lungo i percorsi predefiniti, nonché fermarsi e sostare alle fermate ed ai capolinea anch'essi predefiniti. I percorsi, le fermate ed i luoghi di sosta devono essere esplicitamente contenuti nella documentazione di concessione di ciascuna linea. Per le variazioni di percorso e di fermata in occasione di fiere, mercati, manifestazioni varie e lavori di manutenzione, che limitino la percorribilità stradale, vale quanto riportato nelle relative Determinazioni Dirigenziali. ART. 17 CORSIE RISERVATE/PROTETTE PER GLI AUTOVEICOLI DEL TRASPORTO COLLETTIVO 1. I mezzi pubblici collettivi comprendono sia gli autobus di linea che i Taxi. 2. Sulle corsie riservate al trasporto pubblico di superficie possono transitare, oltre ai mezzi 29

30 precitati, anche i velocipedi e i S. UU. EE e veicoli in servizio pubblico. 3. Nelle strade a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, l eventuale corsia riservata a mezzi pubblici dovrà essere posta verso il lato esterno della stessa, previa opportuna regolazione semaforica delle intersezioni. In presenza di corsie riservate, qualora non protette, queste devono essere separate dalle altre corsie di marcia mediante due strisce continue affiancate, una bianca di 12 cm. di larghezza ed una gialla di 30 cm., distanziate tra loro di 12 cm.; la striscia gialla deve essere posta sul lato della corsia riservata. 4. Le dimensioni minime trasversali di dette corsie riservate, salvo riduzione in attestamento semaforico ed al netto delle strisce segnaletiche orizzontali di delimitazione della carreggiata, sono fissate: - per le strade con due o più corsie per senso di marcia, in metri 3.50; - per le strade con una corsia per senso di marcia, di norma in metri Per corsie protette dei mezzi di linea del trasporto collettivo si intendono anche quelle delimitate lateralmente da elementi in elevazione, infissi nella pavimentazione (ad esempio borchie metalliche, cordoli i gomma, ecc.). Tali corsie debbono essere segnalate, così come le precedenti, con apposita segnaletica verticale di preavviso. 6. Le corsie in sede propria sono realizzate in carreggiate delimitate da appositi elementi spartitraffico (ancorché sprovvisti di elementi di ritenuta), all interno della piattaforma stradale ma separate fisicamente da altre componenti del traffico, complete di banchine di fermata (qualora non siano ubicate a lato dei marciapiedi) e dotate di specifica segnaletica semaforica sulle intersezioni. All'interno delle corsie riservate, protette ed in sede propria sono comunque ammessi esclusivamente le categorie di veicoli autorizzate da apposite Ordinanze sulla circolazione stradale. ART. 18 ZONE DI FERMATA PER I MEZZI DEL TPL 1. Per le strade extraurbane esistenti il Ncds (Reg. 495/1992, art. 352 c. 6) indica che, qualora le fermate degli autobus possano costituire intralcio o pericolo per la circolazione a causa della ristrettezza della carreggiata, devono prevedersi appositi golfi di fermata fuori della carreggiata, provvisti di raccordi di entrata ed uscita, di lunghezza minima di 30 m (figura V.2 del Reg). 1. Fermate poste lungo le strade extraurbane principali (tipo B): Le piazzole di fermata degli autobus poste lungo le strade extraurbane principali devono essere individuate in spazi fisicamente separati dalla piattaforma principale (Ncds, art. 2). L accessibilità alle fermate da parte degli utenti del trasporto pubblico collettivo deve essere garantita mediante percorsi pedonali esterni e anch essi fisicamente separati dalla piattaforma principale, collegati con la rete pedonale locale e, ove possibile, con aree attrezzate per la sosta delle biciclette (interscambio modale), considerato che queste tipologie di linee extraurbane (tipo bus express ) normalmente sono caratterizzate da un ampio bacino di utenza. L attraversamento stradale dei pedoni lungo le strade di tipo B non è ammesso a raso. In mancanza di ulteriori indicazioni normative, è opportuno che lungo le strade di tipo B la localizzazione, le caratteristiche geometriche e le caratteristiche costruttive delle piazzole di fermata degli autobus vengano concertate con l ente gestore della strada già nelle fasi di progettazione preliminare. Un esempio di fermata lungo strade di tipo B è esemplificato nell allegato EXTR- 0, contemplando opere di rilevante costo economico. 2. Fermate poste lungo le strade extraurbane secondarie (tipo C): Per le strade extraurbane secondarie sono raccomandate le tipologie di fermata mostrate negli allegati EXTR-1 e EXTR-2. Dovranno pertanto essere localizzate al di fuori della carreggiata stradale, prevedendo, oltre allo spazio vero e proprio di fermata, adeguati raccordi di ingresso ed uscita. Inoltre dovrà essere predisposto un marciapiede (o isola rialzata) di almeno 1,5 m di larghezza, illuminato, posto esternamente alla carreggiata e destinato agli utenti dell autobus. In coda alla fermata è da prevedersi l attraversamento pedonale, che, in presenza di fermate poste su entrambi i lati della carreggiata, viene posizionato in coda alle due fermate, tra loro sfalsate come indicato dal Ncds. La prima tipologia di fermata (allegato EXTR-1) è caratterizzata da una larghezza minima della zona centrale del golfo di fermata di 30

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