Lo sviluppo della Teoria della mente

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1 Lo sviluppo della Teoria della mente APPROFONDIMENTO: - Meltzoff A.N. (2005). Imitation and other minds: The like me hypothesis. In S. Hurley & N. Chater (Eds.), Perspectives on imitation: From neuroscience to social science (Vol. 2, pp ). Cambridge, MA: MIT Press. - Frith U. (2008). Lʼautismo. Spiegazione di un enigma. Cap. 5 (pag ). Laterza, Bari. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 1

2 Discontinuità o continuità nello sviluppo della ToM? < 3 anni > 4 anni Continuità o discontinuità? Conoscenze e ragionamento mentalistico Attribuzione di credenze: stati mentali rappresentativi Discontinuità: la capacità di attribuire credenze riflette un mutamento concettuale nella ToM del bambino, che consente di comprendere la natura rappresentativa (e non solo referenziale) degli stati mentali (v. approccio Theory Theory) Continuità: il concetto di credenza emerge come risultato dello sviluppo graduale della comprensione della mente e del suo funzionamento, che ha inizio nei primi mesi di vita Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 2

3 Discontinuità o continuità nello sviluppo della ToM? Ci sono molte evidenze che prima dei 3 anni i bambini sanno attribuire a se stessi e agli altri stati mentali non direttamente osservabili e prevedere il comportamento sulla base di tali stati: desideri (obiettivi delle azioni altrui) percezioni (direzione dellʼattenzione, conoscenza) emozioni (espressioni emotive come manifestazione di stati interiori) Problema: quanto realmente mentalistiche sono queste attribuzioni? Per molte di queste abilità esistono due possibili spiegazioni, una più ricca, e una più povera. Rich interpretation: i bambini attribuiscono stati mentali agli altri nel tentativo di prevederne e spiegarne il comportamento. Lean interpretation: i bambini sono fino dalla nascita sensibili nei confronti di specifici indizi ambientali informativi rispetto agli stati mentali altrui (desideri, obiettivi, conoscenze), ma questo non implica la reale attribuzione di stati mentali, che è solo apparente. Previsioni corrette solo quando le conoscenze attribuite dal bambino allʼagente coincidono con la realtà Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 3

4 Discontinuità o continuità nello sviluppo della ToM? Indizi ambientali < 3 anni > 4 anni referential Possibili prerequisiti cognitivi dominiogenerali? Realism 2 sistemi di conoscenza diversi, indipendenti, o 1 unico sistema?? Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 4

5 Le ipotesi di continuità nello sviluppo della ToM Il modello like-me di Meltzoff lo sviluppo della ToM prende il via dallʼinnata capacità di imitare Lʼipotesi dellʼimplicit mentalizing di Uta Frith lo sviluppo della ToM prende il via da meccanismi biologicamente determinati che rendono il bambino capace di intuire in modo implicito gli stati interiori. (Ipotesi: questi meccanismi sono deficitari o assenti nellʼautismo). Lʼipotesi del ruolo dei neuroni specchio nello sviluppo della ToM lo sviluppo della ToM prende il via dallʼinnata capacità di imitare, che è resa possibile dal sistema dei neuroni specchio. (Ipotesi: la disfunzione dei neuroni specchio è allʼorigine dellʼautismo). Tutte sottolineano la continuità tra le prime forme di mentalizzazione e le forme più evolute di ToM. Tutte implicano che la dicotomia tra lean e rich interpretation delle prime capacità sociali del bambino non ha senso di esistere (se non allʼinterno di un modello theory theory ) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 5

6 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff Il punto di partenza dello sviluppo della cognizione sociale è il riconoscimento dellʼequivalenza tra Se e gli Altri, che prende il via dallʼinnata capacità tipicamente umana di IMITARE. DallʼIMITAZIONE si sviluppa la COMPRENSIONE DEGLI STATI MENTALI Fino dalla nascita i bambini possono apprendere le possibilità e le conseguenze delle proprie azioni osservando il comportamento degli altri e imitandolo (se altri) usare se stessi e la propria esperienza per comprendere le azioni e gli stati psicologici degli altri (se altri) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 6

7 L imitazione nel Like-Me framework di Meltzoff Esistono diversi tipi di IMITAZIONE Imitazione neonatale (nascita) Imitazione di nuove azioni (14 mesi) Imitazione dellʼintenzione (15 mesi) movimenti del corpo azioni su oggetti obiettivi dellʼazione Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 7

8 (Meltzoff & Moore, 1997) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 8

9 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff Like-me Developmental framework Imitation Intrinsic connection between observed and executed acts, as manifest by newborn imitation (Meltzoff & Moore, 1997). STEP 1 First-person experience Infants experience the regular relationship between their own acts and underlying mental states. STEP 2 Understanding Other Minds Others who act "like me" have internal states "like me." STEP 3 Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 9

10 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff STEP 1 IMITAZIONE Questo passaggio è reso possibile dal patrimonio innato dellʼindividuo. Imitazione neonatale (Meltzoff & Moore, 1997) I neonati di poche ore imitano movimenti del volto (es: protrusione della lingua) e del corpo (movimenti delle dita della mano) Non reflex-like phenomenon Lʼimitazione neonatale è resa possibile da un sistema rappresentativo che crea un match tra lʼinput visivo e il suo equivalente propriocettivo e motorio: Active Intermodal Mapping System (AIM) Osservazione / Esecuzione sono codificati allʼinterno di un framework comune, sopramodale Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 10

11 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff STEP 2 FIRST-PERSON EXPERIENCE Questo passaggio è basato sullʼesperienza personale, attraverso la quale il bambino mappa la relazione tra i propri stati corporei e le proprie esperienze mentali. Es: il bambino sperimenta il legame tra desiderio di raggiungere un oggetto - espressione del volto e movimenti del corpo In questo modo il bambino costruisce un legame bidirezionale tra mente e comportamento Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 11

12 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff STEP 3 UNDERSTANDING OTHER-MINDS Questo passaggio implica una proiezione nella mente dellʼaltro degli stati mentali che, nel bambino stesso, si accompagnano allʼazione osservata. Quando il bambino vede unʼaltra persona produrre un comportamento analogo a quello da lui stesso compiuto nel passato, proietta sugli altri lo stato mentale che, regolarmente, nella sua mente si accompagna a quel comportamento. Questo è reso possibile dalla capacità innata del bambino di cogliere equivalenze tra il comportamento altrui e il proprio comportamento (vedi STEP 1) e dalla capacità di creare legame tra i propri stati mentali e i propri comportamenti motori (vedi STEP 2). Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 12

13 La ToM e il Like-Me framework di Meltzoff Lʼimitazione neonatale e le basi neurali che la supportano forniscono il fondamento innato per lo sviluppo della ToM. Attraverso un processo di sviluppo continuo, che si fonda sulla capacità di utilizzare la propria esperienza come framework per interpretare le azioni intenzionali degli altri, il bambino costruisce molto velocemente la capacità di inferire gli stati mentali degli altri. IMITAZIONE NEONATALE dagli ALTRI al SEʼ ATTRIBUZIONE DI DESIDERI dal SEʼ agli ALTRI PERCEZIONI EMOZIONI Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 13

14 Il Like-Me framework di Meltzoff e l attribuzione di stati mentali in età preverbale Meltzoff usa a sostegno della sua teoria le evidenze sperimentali che dimostrano come prima dei 3 anni i bambini sanno attribuire a se stessi e agli altri stati mentali non direttamente osservabili e prevedere il comportamento sulla base di tali stati: desideri (obiettivi delle azioni altrui) percezioni (direzione dellʼattenzione, conoscenza) emozioni (espressioni emotive come manifestazione di stati interiori) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 14

15 Il Like-Me framework di Meltzoff e l attribuzione di stati mentali in età preverbale I bambini nei primi 2 anni di vita attribuiscono DESIDERI (obiettivi) alle persone, e su questa base ne prevedono/spiegano il comportamento 18 mesi (Repacholi & Gopnik, 1997): cracker vs broccoli I b. rispondono in modo appropriato ai desideri di unʼaltra persona anche quando questi differiscono dai propri (danno broccoli allo sperimentatore che ha mostrato di gradirli invece dei cracker che loro stessi preferiscono) 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique - I b. inferiscono e imitano lo scopo dellʼazione indipendentemente dal fatto che lo scopo venga effettivamente raggiunto dal modello (imitano lo scopo di unʼazione mancata) - I b. imitano lo scopo dellʼazione utilizzando azioni diverse da quelle prodotte dal modello (raggiungono lo scopo dellʼazione mancata del modello utilizzando unʼazione per loro più facile da eseguire rispetto a quella mostrata dal modello) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 15

16 Il Like-Me framework di Meltzoff e l attribuzione di stati mentali in età preverbale 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique Eʼ possibile inferire come i bambini si rappresentano il comportamento al quale assistono mediante ciò che scelgono di riprodurre attraverso il proprio comportamento I bambini sono esposti a un modello che esegue unʼazione ma non raggiunge lʼobiettivo. Domanda: i bambini imitano lʼazione superficiale o lʼobiettivo dellʼazione? Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 16

17 Il Like-Me framework di Meltzoff e l attribuzione di stati mentali in età preverbale 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999) Esperimento 1 modello biologico Gruppo 1 - dimostrazione (goal raggiunto): il modello esegue lʼazione sullʼoggetto e la porta a termine con successo. Gruppo 2 - dimostrazione (intenzione - goal non raggiunto): il modello esegue lʼazione sullʼoggetto senza riuscire a portarla a termine. Gruppo 3 - controllo - (baseline): in assenza di dimostrazione da parte dellʼadulto. Per controllare la possibilità che gli oggetti utilizzati inducano nel bambino la produzione dellʼazione target anche in assenza del modello (affordances che possono indurre lʼazione target). Variabile dipendente: numero di azioni target prodotte dopo lʼosservazione del modello nei diversi gruppi sperimentali Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 17

18 Il Like-Me framework di Meltzoff e l attribuzione di stati mentali in età preverbale 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique Esperimento 1 modello biologico Risultati: il numero di azioni target varia in modo significativo nei tre gruppi: GRUPPO 1 = GRUPPO 2 GRUPPO 1 e GRUPPO 2 > GRUPPO 3 Replica a 9 mesi: GRUPPO 1 > GRUPPO 2 e GRUPPO 3 GRUPPO 2 = GRUPPO 3 Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 18

19 Il Like-Me framework di Meltzoff e l attribuzione di stati mentali in età preverbale 15 e 18 mesi (Meltzoff,1995, 1999): behavioral reenactment technique Esperimento 2 modello non biologico Gruppo 1 - dimostrazione (intenzione - goal non raggiunto): il modello esegue lʼazione sullʼoggetto senza riuscire a portarla a termine. Gruppo 2 - dimostrazione inanimata (no intenzione): una macchina svolge lʼazione sullʼoggetto senza portarla a termine, utilizzando gli stessi movimenti del modello umano. Risultati: il numero di azioni target varia in modo significativo nei due gruppi: GRUPPO 1 > GRUPPO 2 Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 19

20 L attribuzione di stati mentali in età preverbale I bambini nei primi 2 anni di vita attribuiscono PERCEZIONI (conoscenza) alle persone, ossia comprendono che attraverso specifici comportamenti gli altri percepiscono specifici aspetti della realtà e ne acquisiscono conoscenza. neonati Preferiscono un volto con direct gaze vs averted gaze (Farroni et al, 2002) 3 mesi Utilizzano la direzione dello sguardo come cue per spostare la propria attenzione verso un target periferico (Hood et al., 1998) Lean interpretation: i bambini apprendono lʼassociazione tra direzione dello sguardo e comparsa di eventi interessanti nellʼambiente; o possiedono un meccanismo innato di tipo riflesso Rich interpretation: i bambini interpretano il guardare come unʼazione che fornisce allʼattore accesso visivo e conoscenza sulla realtà Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 20

21 L attribuzione di stati mentali in età preverbale Prove a sostegno della Rich interpretation: mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following A partire dai 12 mesi i b. comprendono la natura referenziale dello sguardo: lo sguardo è sempre diretto verso qualcosa. Gli occhi sono il canale necessario per connettere le persone con gli oggetti Gli oggetti assumono una valenza particolare se sono guardati da unʼaltra persona. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 21

22 L attribuzione di stati mentali in età preverbale mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following An infant and adult make eye-contact The adult turns to look at the target The infant follows and looks at the correct target Variabili dipendenti: - direzione dellʼorientamento dello sguardo del bambino - durata dello sguardo sul target corretto - frequenza dellʼindicazione in direzione del target corretto Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 22

23 L attribuzione di stati mentali in età preverbale mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following Due condizioni sperimentali: Occhi aperti vs Occhi chiusi A partire dai 12 mesi i b. orientano lo sguardo più frequentemente, fissano più a lungo e indicano più spesso lʼoggetto verso cui lʼadulto si è orientato quando gli occhi dellʼadulto sono aperti vs chiusi. A 9 mesi le due condizioni occhi aperti e occhi chiusi non differiscono Gli oggetti inanimati assumono una salienza speciale quando sono oggetto dellʼattenzione di unʼaltra persona Il b. utilizza gli occhi e non semplicemente la direzione della testa come indizio sulla direzione dellʼattenzione dellʼadulto Il b. non sta solo imitando il movimento dellʼadulto Il b. tiene in considerazione lo status percettivo dellʼaltro: indica quando il partner può vedere lʼoggetto (occhi aperti) e non quando il partner non ha accesso visivo allʼoggetto (occhi chiusi) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 23

24 L attribuzione di stati mentali in età preverbale mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following Benda sulla fronte vs Benda sugli occhi I b. di 14 mesi orientano lo sguardo verso lʼoggetto con > frequenza se lo sperimentatore che lo fissa ha una benda sulla fronte vs sugli occhi. A 12 mesi le due condizioni non differiscono. I b. comprendono le conseguenze dellʼocclusione causata da un movimento biologico (chiusura occhi) prima di quella causata da una barriera artificiale. Eʼ possibile che questo dipenda dalla first-person experience che insegna al bambino che la chiusura delle palpebre blocca la percezione? Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 24

25 L attribuzione di stati mentali in età preverbale mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following Training: Benda intera vs Benda bucata I b. di 12 mesi a cui viene fatta sperimentare la benda intera, nel test non si orientano verso lʼoggetto quando lo sperimentatore indossa la benda. Lʼeffetto del training non cʼè se i b. sperimentano la benda bucata (che non impedisce contatto visivo con lʼoggetto). La first-person experience modifica lʼinterpretazione che i b. danno del comportamento delle altre persone I b. utilizzano la first-person experience per fare attribuzioni sugli stati mentali degli altri Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 25

26 L attribuzione di stati mentali in età preverbale mesi (Brooks & Meltzoff, 2002, 2004): paradigma del gaze-following 9 m 12 m 14 m 18 m Occhi APERTI Occhi CHIUSI Benda fronte Benda occhi First-person experience con benda occhi x = x x x x x x x = x > -- Conclusioni: dai 14 mesi i bambini comprendono la natura referenziale della percezione (la percezione diretta verso un oggetto), MA solo intorno ai 4-5 anni ne comprendono natura rappresentativa (la percezione interpretazione attiva della realtà) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 26

27 L attribuzione di stati mentali in età preverbale I bambini nei primi 2 anni di vita attribuiscono EMOZIONI alle persone e le utilizzano per inferire gli obiettivi delle loro azioni e per dirigere il proprio comportamento. 14 mesi (Phillips et al., 2002) I b.combinano gaze + espressione emotiva per prevedere il comportamento altrui Scena: un adulto di fronte a più oggetti ne guarda uno + sorride + lo afferra. Scena 2: lʼoggetto afferrato nella scena 1 è in una nuova posizione, lʼadulto sorride I bambini si aspettano che lʼadulto afferri lʼoggetto afferrato nella scena 1 e mostrano sorpresa se lʼadulto ne afferra uno diverso. 14 mesi (Repacholi & Meltzoff) I b. combinano gaze + scambi emotivi tra due persone per regolare il proprio comportamento - Scambio emotivo tra due adulti: il 2 adulto esprime rabbia (o espressione neutra) quando il 1 adulto esegue unʼazione su un oggetto. La probabilità che il bambino imiti lʼazione sullʼoggetto varia in funzione dellʼemozione espressa dal 2 adulto (rabbia vs neutra) e in funzione del fatto che lʼadulto possa vederlo mentre esegue lʼazione. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 27

28 L attribuzione di stati mentali in età preverbale I dati descritti a proposito della capacità dei bambini al di sotto dei 24 mesi di interpretare e prevedere il comportamento degli altri dimostrano che: I bambini possiedono un framework, allʼinterno del quale i diversi stati emotivi - emozioni - desideri - percezioni interagiscono in modo causale per determinare il comportamento proprio e altrui Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 28

29 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith Utah Frith ha studiato la relazione tra autismo e ToM, partendo dallʼosservazione che:. Prestazioni nei compiti di falsa credenza -autistici vs controlli autistici i b. con autismo mostrano un rallentamento significativo nello sviluppo della ToM: delay di circa 5 anni rispetto ai b. con sviluppo normale nelle prestazioni nei compiti di falsa credenza ma arrivano comunque a prestazioni vicine al 100% Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 29

30 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith Ipotesi - Frith, 2004 lʼautismo è caratterizzato da: un deficit nei meccanismi innati e hardwired che sottostanno allʼ intuitive mentalizing una preservata abilità di apprendere regole sociali e associazioni Lʼapprendimento è lento in assenza di meccanismi innati di bootstrapping (innesco) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 30

31 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Milestones dello sviluppo della ToM Prerequisiti del mentalizing Interesse per gli stimoli sociali Sensibilità al movimento biologico (esseri animati vs inanimati) Sensibilità alla agency (auto-propulsione vs movimento indotto) 0 mesi 0-3 mesi 6 mesi Sono abilità presenti in varie specie animali Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 31

32 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Milestones dello sviluppo della ToM Implicit mentalizing a partire circa dai 18 mesi Gioco di finzione Comprensione del legame tra vedere e conoscere Pointing protodichiarativo Joint attention (guardare nella stessa direzione nella quale guarda unʼaltra persona) preceduta da - sensibilità alla direzione dello sguardo dai 3 mesi - riferimento sociale 9-12 mesi Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 32

33 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Milestones dello sviluppo della ToM Explicit mentalizing a partire dai 4-6 anni Capacità di giustificare le false credenze individuando le origini ingannevoli delle credenze Abilità tipicamente e unicamente umana Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 33

34 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH: Lo sviluppo della ToM nellʼautismo A 18 mesi, i bambini che non manifestano segni di implicit mentalizing Joint attention (guardare nella stessa direzione di unʼaltra persona) Pointing protodichiarativo (indicare oggetti per dirigere lʼattenzione di unʼaltra persona) Gioco di finzione Sono a rischio di autismo (80% diagnosticati a 3 anni, Baron-Cohen et al., 1998) Esiste una predisposizione innata al mentalizing nel cervello umano? Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 34

35 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith Gli autistici cadono in molti test della ToM che misurano la capacità di mentalizzazione implicita Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 35

36 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith ToM animations Tricking triangle Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 36

37 La ToM nell autismo: l ipotesi dell implicit mentalizing di Uta Frith UTA FRITH (2004): lʼautismo è causato da: un deficit nei meccanismi innati e hardwired che sottostanno allʼ intuitive mentalizing. I bambini con autismo NON dispongono di quei bias attentivi che facilitano lʼapprendimento nellʼambito della cognizione sociale una preservata abilità di apprendere regole sociali deficit aggiuntivi che portano alle ridotte abilità sociali che caratterizzano lʼautismo Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 37

38 Le basi neurali dell imitazione: i neuroni specchio La scoperta dell esistenza nel cervello della scimmia e dell uomo di una classe di neuroni visuomotori nella corteccia premotoria ha aperto la strada alla possibilità di individuare le basi neurali della capacità innata di imitare. NEURONI SPECCHIO (Rizzolatti e colleghi) Il sistema motorio dellʼosservatore si attiva allʼosservazione di unʼazione o alla presentazione del suono associato allʼazione Senza che questo implichi necessariamente la produzione di un esplicito movimento, ma solo la programmazione di quel movimento, o la pre-attivazione dei muscoli coinvolti. Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 38

39 Le le basi neurali dell imitazione: i neuroni specchio Nellʼuomo, studi di neuroimmagine hanno dimostrato che il sistema dei neuroni specchio è coinvolto: nella comprensione delle intenzioni associate alle azioni osservate sulla base del contesto Riconoscimento delle emozioni ed empatia (neuroni specchio-insula-sistema limbico) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 39

40 Le origini del sistema dei neuroni specchio Le prime evidenze sullʼesistenza del sistema dei neuroni specchio nelle prime fasi dello sviluppo Bambini di 12 mesi anticipano con gli occhi lʼobiettivo di unʼazione. Lʼeffetto non è presente nei bambini di 6 mesi. (Falck-Ytter et al., 2006) I neuroni specchio imparano a prevedere le azioni degli altri vengono rafforzati dallʼesperienza N.B.: anche nellʼadulto il sistema è modellato dallʼesperienza Nei bambini di 6-7 mesi, lʼosservazione di un attore che svolge unʼazione provoca lʼattivazione delle aree sensomotorie (Shimada & Hiraki, 2006) Psicologia dello Sviluppo Cognitivo a.a Prof.ssa Viola Macchi Cassia 40

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