Nel settore petrolifero, considerato fino a. Prove di rivoluzione in corso

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1 Fondi azionari energia Una situazione in movimento Prove di rivoluzione in corso Con l'estrazione dello shale oil e del gas di scisto gli Stati Uniti stanno per diventare il primo produttore di petrolio, scavalcando Arabia Saudita e Russia. Nello stesso tempo la Cina diverrà il maggiore paese importatore del pianeta, anche con un tasso di sviluppo rallentato. In pratica l'intero settore è percorso da una serie di cambiamenti di cui gli investitori dovranno tenere conto al momento di prendere posizione Nel settore petrolifero, considerato fino a qualche anno fa abbastanza stabile, è in corso da alcuni anni una vera e propria rivoluzione. Durante il prossimo biennio, la Cina diventerà il primo importatore mondiale di crude-oil, mentre gli Stati Uniti guideranno la produzione globale di idrocarburi, trainati in particolare dallo sviluppo di soluzioni alternative, creando così uno spostamento del baricentro dei consumi. Ma quali saranno le conseguenze per il comparto? Il primo scorcio del 2014 si è aperto con una serie di decisi ribassi sul mercato del petrolio. Il Wti, il greggio benchmark targato Nord America, è infatti stato protagonista, tra la fine del 2013 e l inizio del nuovo anno, della più marcata contrazione settimanale dal giugno 2012, per poi registrare nei giorni seguenti un susseguirsi di flessio- a cura di Elisa Donati ni. Al contrario, il prezzo del Brent, ovvero il greggio di riferimento per il Vecchio continente, si è mantenuto pressoché stabile, al netto di alcune modeste oscillazioni, su un valore medio di 110 dollari al barile in termini reali, livello intorno a cui orbita dal Ciononostante, sono molti a ritenere che il 2014 sarà caratterizzato da una certa stabilità dei prezzi, col Brent compreso nel range dei dollari al barile e il Wti che dovrebbe scambiare con uno sconto medio di circa dollari per barile. Ma, ipotizzando uno scenario di questo tipo, che cosa ci si deve ragionevolmente attendere per il prossimo futuro? IMPROBABILE IL CROLLO DELLE QUOTAZIONI Stando a quanto emerge dal World Energy Outlook 2013, il rapporto annuale dell Aie, l Agenzia internazionale per l energia, gli Stati Uniti diventeranno il primo produttore 50 FONDI&SICAV/Gennaio 2014

2 «Sono molti a sostenere che il 2014 sarà caratterizzato da una certa stabilità dei prezzi» mondiale entro il 2015, trainati in particolare dallo sviluppo dello shale oil. Già durante lo scorso anno, il forte aumento della produzione di idrocarburi statunitense ha fatto sì che l offerta globale restasse ampia, nonostante la domanda consistente e il calo delle forniture dalla Libia e dall Iran. E, probabilmente, sarà proprio questa iperattività a stelle e strisce a limitare eccessivi rialzi dei prezzi. Improbabile appare tuttavia anche un crollo delle quotazioni, che potrebbe essere facilmente contenuto dalla chiusura dei rubinetti dell Arabia Saudita. Inoltre, anche i perduranti rischi sulla produzione in Libia, Iran e Iraq rappresentano una sorta di rete di salvataggio nel caso di eventuali cadute. La scoperta di nuove soluzioni, grazie appunto allo sviluppo delle tecniche di frantumazione, sta pertanto modificando le gerarchie mondiali. Ma non solo. L Aie ritiene che l andamento delle quotazioni dell oro nero, che nel 2035 dovrebbero toccare 128 dollari al barile, sosterrà un incremento degli investimenti nel comparto degli idrocarburi non convenzionali, ossia shale gas e shale oil. La produzione dei giacimenti petroliferi attualmente in attività registrerà inoltre, sempre col medesimo orizzonte temporale, una contrazione pari a 40 milioni di barili al giorno, a fronte di un calo quotidiano della quota di greggio alternativa di 5 milioni di barili. Ciò significa che l aumento dello shale gas e del petrolio non convenzionale permetterà di colmare il crescente gap tra domanda e offerta. E se gli Stati Uniti sono destinati a scalare il podio della produzione mondiale entro il 2015, sorpassando Arabia Saudita e Russia, ora ne occupano il gradino più basso con 8 milioni di barili al giorno, mentre il prossimo anno si prevede che arriveranno a toccare quota 11 milioni. Tuttavia, l Aie rimarca che questo trend non durerà a lungo e, FONDI&SICAV/Gennaio

3 Fondi azionari energia Una situazione in movimento I primi 20 fondi azionari energia Descrizione Valuta ISIN Patrimonio Perf. 6 mesi Volat. ann. 6 mesi Pictet Clean Energy I Usd LU ,762 11,345 30,421 Swiss & Global AM (Lux) SA JB EF Energy Transition C Eur LU ,543 15,856 28,327 BlackRock Global Funds Sicav BGF New Energy X2 Usd LU ,766 11,290 23,194 Invesco Funds Sicav Energy CH Eur LU ,755 10,836 14,138 AXA World Funds Sicav Framlington Junior Energy F Cap. Eur LU ,247 14,117 11,178 Threadneedle (Lux) Sicav TLux - Global Energy Equities AEH Eur LU ,049 11,347 10,959 BlackRock Global Funds Sicav BGF World Energy D2 Cap. Hedged Eur LU ,616 11,452 10,617 Swiss & Global AM (Lux) SA SAM Smart Energy C Eur LU ,061 10,754 10,062 BlackRock Global Funds Sicav BGF World Energy X2 Eur LU ,577 13,181 9,757 State Street GA France SA Energy Index Equity I Usd FR ,375 12,079 8,757 Eurizon EasyFund Equ Energy & Materials LTE ZH Eur LU ,534 10,265 8,519 Parvest Sicav Equity World Energy I Eur LU ,986 13,376 7,565 Schroder ISF Sicav Global Energy A Acc. Hedged Eur LU ,740 11,934 7,266 Investec Global Strategy Fund Sicav Global Energy I Acc. Eur LU ,927 14,032 6,183 Petercam B SA Equities Energy & Resources F Cap. Eur BE ,217 11,480 6,084 UBS (Lux) Equity Sicav Energy P Acc. Usd LU ,795 12,335 5,447 ING (L) Sicav Invest Energy I Cap. Usd LU ,727 12,663 5,271 Schroder ISF Sicav Global Energy A Acc. Usd LU ,802 12,110 4,685 Clariden Leu (Lux) Energy Equity B Usd LU ,115 13,025 3,241 Mediolanum IF - Challenge Ltd Energy Equity L - A Eur IE ,559 10,622 1,315 Perf. 1 anno una volta archiviato, sarà necessario un aumento sostanziale dell apporto proveniente dal Medio Oriente, che si conferma protagonista del panorama globale di più lungo termine. Nell arco dei prossimi 10 anni, infatti, il ruolo dei paesi Opec sarà di minore rilievo a causa dei maggiori afflussi provenienti dagli Stati Uniti, nonché dalle sabbie bituminose del Canada, dai giacimenti deepwater del Brasile e dalle frazioni liquide di gas naturale. Tuttavia, terminata questa decade, la produzione non-opec subirà una battuta d arresto e a quel punto sarà compito dei paesi del Medio Oriente soddisfare una fetta consistente della domanda mondiale. IMPATTO SUGLI ESPORTATORI AFRICANI Le importanti modifiche che stanno interessando la composizione dell offerta globale di greggio vanno a impattare, va da sé, anche sul fronte della domanda. Secondo i dati dell Aie, infatti, la Cina diventerà entro il 2015 il primo importatore mondiale di crude-oil scavalcando gli Usa. Il tasso di crescita medio annuo delle importazioni nette di petrolio di Pechino è previsto del 4% nel periodo , un valore comunque inferiore all 11,8% degli anni Questo calo è da ricondurre al rallentamento della crescita cinese che, stando alle stime del Fondo Monetario Internazionale, si attesterà su una media annua pari a 6,14% fino al Tuttavia, il cambio di rotta nel commercio di crude-oil mette Pechino in una posizione di forza, soprattutto nei confronti degli operatori dell Africa occidentale. Il pesante calo della richiesta statunitense sta infatti avendo un pesante impatto sugli esportatori africani, specie in Nigeria e Angola, che ora si trovano a dovere competere per accaparrarsi una quota del mercato asiatico. Così, lo spostamento del baricentro dei consumi petroliferi porterà senz altro conseguenze sulla capacità di raffinazione delle regioni interessate. E se, secondo l Aie, le importazioni nette di greggio del Nord America andranno praticamente ad azzerarsi nel 2035, l area rafforzerà il suo ruolo di esportatore di prodotti petroliferi. L Asia diventerà 52 FONDI&SICAV/Gennaio 2014

4 Volat. ann 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni Perf. inizio anno Volat. ann. inizio anno 11,318 5,789 16,148 52,538 18,993 1,821 6,426 16,247 2,402 21,099 71,883 23,221 5,094 11,366 11,668 5,548 16,294 3,539 5,750 13,523-2,033 24,763 53,433 27,620-1,027 7,287 16,369-1,653 24, ,10 25,265-1,119 8,053 13,328 3,211 22,158 36,292 24,359-1,497 11,751 12,724-11,277 21,792 39,927 23,694-1,533 10,485 10,948-5,761 13,574 55,449 19,426 2,945 6,482 13,735-7,485 19,576-0,561 8,615 13,254 12,262 18,703 0,272 7,114 12,470 3,348 18,403 46,128 20,155-1,060 9,341 14,581 5,483 19,178 65,216 20,933-0,697 9,768 13,40-0,596 9,008 15,494-3,779 21,122 61,952 22,005-2,315 8,737 14,350-6,816 19,965 44,588 21,036 0,241 5,883 13,512 0,090 7,496 14,267-3,069 20,764 57,521 21,302-1,706 8,674 13,249-25,276 22,252 50,310 25,368 0,393 7,044 14,501-5,677 21,050 58,465 23,063-0,481 7,044 11,287-6,977 16,885 39,778 19,602-0,043 7,015 Ragionevolmente, i prezzi attuali del petrolio quale tipo di cash flow possono generare? «Stando ai valori attuali, non ci attendiamo un migliorail centro incontrastato del commercio mondiale e assorbirà forniture da Medio Oriente, Russia, Africa, America Latina e Canada. E, per quanto riguarda il Medio Oriente, l ampliamento della capacità di raffinazione orientata all export incrementerà le possibilità che i prodotti petroliferi, piuttosto che il greggio, aumentino la loro quota di mercato. Mario Di Marcantonio e Maria Luisa Medaglia, analisti settore energy del team equity research di Eurizon Capital Sgr Cresce l offerta Quali sono le prospettive, per quanto riguarda free cash flow e capex, per le industrie del segmento energetico dei paesi sviluppati? «Per quanto concerne il capex, per il 2014 ci attendiamo un aumento moderato rispetto allo scorso anno. Le società specializzate sul fronte dell esplorazione e della produzione dovrebbero effettuare investimenti comunque in crescita, mentre si scorgono segnali di maggiore disciplina da parte delle grandi imprese integrate, per le quali si prevede un allocazione sostanzialmente in linea con quella del Questo accento sull attenzione agli investimenti riflette la volontà di preservare i free cash flow in un contesto in cui presumibilmente non si verificheranno significativi miglioramenti degli afflussi a livello aggregato, soprattutto in assenza di un rialzo apprezzabile della materia prima rispetto ai prezzi medi dello scorso anno». FONDI&SICAV/Gennaio

5 Fondi azionari energia Una situazione in movimento mento del cash flow rispetto al 2013, dal momento che il greggio è leggermente sotto il prezzo medio dello scorso anno, e i costi di produzione appaiono ancora in aumento, con casi sempre più frequenti di revisioni al rialzo delle spese rispetto alle previsione originarie, a fronte di una maggiore complessità dei progetti». Major o gruppi di piccole dimensioni? Dove si trovano le migliori occasioni? «Le opportunità migliori rimangono nelle società integrate e nell E&P (esplorazione e produzione) di grossa capitalizzazione, data la posizione predominante che detengono, sia per quanto riguarda il portafoglio sia sul fronte della flessibilità finanziaria. Inoltre, appaiono interessanti quelle imprese capaci di rivedere il proprio ambito di attività individuando eventuali aree non core che possano essere oggetto di cessione, tagliando gli investimenti laddove i ritorni sono troppo contenuti e di conseguenza non sostenibili, soprattutto nel caso in cui si verifichi un calo del prezzo della commodity. Nelle infrastrutture energetiche ci aspettiamo ancora M&A nell arco di tutto il 2014, senza escludere un potenziale ulteriore consolidamento dell industria in considerazione della sua natura strategica». Qual è il rapporto tra domanda e offerta di petrolio? «Per il 2014, si prevede che la domanda mondiale sarà interessata da una modesta accelerazione se raffrontata con quella dell anno precedente, come conseguenza della maggiore crescita globale. I principali fautori di questo in- MARIO DI MARCANTONIO E MARIA LUISA MEDAGLIA, ANALISTI SETTORE ENERGY DEL TEAM EQUITY RESEARCH DI EURIZON CAPITAL SGR cremento della richiesta saranno ancora i paesi emergenti, mentre sul fronte dell offerta ci si attende un passo più sostenuto, grazie all apporto delle regioni non Opec. In particolare, il contributo alla produzione mondiale fornito dagli Stati Uniti, in quanto risultato della rivoluzione costituita dalla possibilità di estrarre idrocarburi dagli scisti (i cosiddetti shale), rappresenterà oltre la metà dell incremento di produzione stimato per i paesi non Opec. La produzione degli stati che fanno parte di questa organizzazione, invece, dovrà essere ragionevolmente aggiustata in funzione dell atteso aumento del contributo iracheno e del ritorno sul mercato dell apporto libico, per evitare che si crei un surplus di offerta tale da deprimere in maniera eccessiva il prezzo del greggio». In Cina, l attuale congiuntura è favorevole al petrolio o la crisi della parte infrastrutturale rischia d impattare l andamento delle commodity in generale? «La Cina oggi rappresenta circa il 12% del fabbisogno complessivo di petrolio e ne produce meno della metà e, nonostante gli sforzi per ridurre il dispendio energetico e l introduzione di energie rinnovabili, si prevede che la domanda cinese continuerà ad aumentare, dato che il consumo pro capite è ancora su livelli estremamente bassi se comparato con quello dei paesi sviluppati. Solo un rallentamento economico particolarmente accentuato potrà ridurre in maniera vistosa la richiesta del gigante asiatico di questa materia prima, al momento di centrale importanza soprattutto per le applicazioni legate ai trasporti». Hannes Loacker, analista del team global equities di Raiffeisen Capital Management Un 2014 positivo per le aziende Quali sono le prospettive, per quanto riguarda free cash flow e capex, per le industrie del segmento energetico dei paesi sviluppati? «Nonostante il prezzo del petrolio sia in aumento a partire dalla fine del 2008, ci sono stati anni in cui numerose aziende del comparto non erano in grado di coprire i loro investimenti, nonché i loro dividendi, solo grazie ai flussi di cassa. Tuttavia, questa situazione dovrebbe modificarsi durante l anno in corso. Senz altro, puntare su progetti con un ampio orizzonte temporale potrà offrire un valido supporto alla generazione di cash flow. Inoltre, i piani d investimento di svariate compagnie petrolifere quali Shell, Bp, Eni, Total Exxon Mobil, Petrobas e Bg evidenziano un cambio di rotta strategico. Anziché focalizzarsi esclusivamente sulla crescita dell offerta, le aziende rivolgono la loro attenzione verso la massimizzazione del profitto su ciascun barile di greggio prodotto. Per quanto riguarda invece le loro allocazioni, fatta eccezione per Bg, nessuna di queste società sta progettando di incrementare le proprie posizioni nell arco del prossimo biennio». 54 FONDI&SICAV/Gennaio 2014

6 Ragionevolmente, i prezzi attuali del petrolio quale tipo di cash flow possono generare? «Il cash flow per barile è soggetto ad ampie oscillazioni, legate soprattutto all economia della regione di riferimento. Tutto sommato, se il Brent continuasse a viaggiare sui 110 dollari al barile e il Wti intorno a 100, il free cash flow complessivo delle major petrolifere europee dovrebbe aumentare in un range tra il 5% e il 7%. In termini assoluti, compresa pertanto la quota di produzione di gas, il cash flow operativo si attesterà tra i 30 e i 35 dollari al barile». Attualmente quali sono le società più interessanti del settore? «A nostro avviso, le aziende di piccole dimensioni potranno offrire maggiori potenzialità. In particolare, alcuni nomi europei, quali Premier Oil, Afren e Tullow Oil evidenziano un grande valore, specie per chi vuole puntare sul mercato azionario. Ciononostante, ci attendiamo performance soddisfacenti anche da parte delle major». anno ha infatti messo in luce come il mercato mondiale di petrolio possa essere, più o meno facilmente, messo in difficoltà dal blocco degli approvvigionamenti provenienti dalla Libia e dall Iran. Inoltre, la flessione nella produzione in paesi come il Sudan, la Nigeria, la Siria e l Iraq ha comportato un ulteriore riduzione dell offerta globale di oro nero. Attualmente sembra che la situazione stia rientrando, però preferiamo mantenere una certa cautela. Ad esempio, restiamo scettici sul fatto che la Libia o l Iran saranno in grado di eguagliare i livelli di produttività toccati all inizio dello scorso anno. Inoltre, per quanto riguarda gli Stati Uniti, la crescita della produzione dello shale oil potrebbe subire una battuta d arresto già nell arco del Dunque, nel complesso stimiamo che la domanda di petrolio Opec rimanga pressoché costante (intorno a 29,5 30 milioni di barili al giorno) anche a fronte dell apporto fornito dallo shale a stelle e strisce, dalle sabbie bituminose canadesi e dai giacimenti carioca che potranno eventualmente compensare un nuovo blocco delle forniture». Qual è l attuale situazione di mercato nel settore petrolifero? «Per il 2014, ci attendiamo una crescita della domanda mondiale di petrolio pari a oltre l 1,2%, valore che rappresenterebbe il più elevato incremento dal Dal nostro punto di vista, tuttavia, il fronte dell offerta avrà un ruolo decisamente più marcato nell influenzare lo sviluppo dei prezzi del greggio. Uno sguardo all interruzione delle forniture avvenuta durante il quarto trimestre dello scorso In Cina, l attuale congiuntura è favorevole al petrolio o la crisi della parte infrastrutturale rischia d impattare l andamento delle commodity in generale? «La domanda di petrolio targata Cina sarà senz altro di fondamentale importanza per lo sviluppo dei prezzi a livello globale. Se l economia crescerà (in termini di Pil) tra il 7% e l 8%, la richiesta di oro nero è destinata ad aumentare del 3,5 4%, un valore ancora piuttosto neutrale per il mercato petrolifero». HANNES LOACKER, ANALISTA DEL TEAM GLOBAL EQUITIES DI RAIFFEISEN CAPITAL MANAGEMENT FONDI&SICAV/Gennaio

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