Dalla psicologia dello sport e dell esercizio fisico alla disability sport psychology

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1 Seminario su Psicologia dello sport e della disabilità Dalla psicologia dello sport e dell esercizio fisico alla disability sport psychology Francesca Vitali, Università degli Studi di Genova Genova, 23 ottobre 2009

2 Cos è la psicologia dello sport e dell esercizio fisico? La psicologia dello sport e dell esercizio fisico rappresenta lo studio delle persone e dei loro comportamenti nelle attività sportive e motorie e l applicazione pratica di queste conoscenze. (Weinberg e Gould, 2007; pag. 13) Foundations of Sport and Exercise Psychology. Champaign, IL: Human Kinetics.

3 La psicologia dello sport e dell esercizio fisico studia: i fattori (mentali/cognitivi, emotivi, sociali) che influenzano (e sono influenzati dal) la partecipazione e la performance tanto nello sport (agonistico e amatoriale), quanto nell attività fisica/motoria più in generale; gli effetti psicologici che ne derivano. (Williams, 2005) Applied Sport Psychology: Personal Growth to Peak Performance London, UK: MacGraw-Hill.

4 La psicologia dello sport e dell esercizio fisico applicate: si occupano dello sviluppo di teorie e delle conseguenti applicazioni pratiche nello sport e nell esercizio fisico; favoriscono lo sviluppo di un clima (organizzativo, sociale, mentale) ideale per l allenamento e la crescita dell atleta e delle persone che praticano esercizio fisico; stimolano la partecipazione allo sport e all esercizio fisico per favorire lo sviluppo del benessere psico-fisico. (Williams, 2005)

5 La psicologia dello sport e dell esercizio fisico derivano da: PSICOLOGIA Psicologia generale Psicologia sperimentale/fisiologica Psicologia comunicazione Psicologia apprendimento Psicologia cognitiva Psicologia clinica Psicologia dello sviluppo Psicologia personalità Psicologia sociale/del lavoro e org. Psicologia salute Counseling/Coaching Psicologia disabilità/diversabilità Psicologia differenze genere SCIENZE MOTORIE Metodologia allenamento Valutazione funzionale Sviluppo motorio Apprendimento e controllo motorio Discipline motorie e sportive Pedagogia sport Sociologia e Storia sport Attività motoria adattata Biomeccanica Ergonomia Fisiologia esercizio e sport Medicina sport Scienze alimentazione/endocrinologia PSICOLOGIA SPORT E ESERCIZIO FISICO (Adattato da Singer et al., 2001; Weinberg and Gould, 2007)

6 Un po di storia: psicologia dello sport e dell esercizio fisico tra passato e futuro. PRIMA FASE : le origini Coleman Roberts Griffith ( , padre fondatore USA) - fonda il primo laboratorio europeo (Germania, 1920) - tiene il primo corso accademico (University of Illinois, 1923) - crea il primo laboratorio US (Athletic Research Laboratory, 1925) - Psychology of Coaching (1926) e Psychology of Athletes (1928) SECONDA FASE : l identità scientifica e professionale Ferruccio Antonelli ( , primo psicologo dello sport) - fonda l International Society of Sport Psychology (1965) - organizza il primo congresso mondiale (Roma, 1965) - crea l International Journal of Sport Psychology (1970) - fonda l Associazione Italiana Psicologia dello Sport (1974)

7 Un po di storia: la psicologia dello sport e dell esercizio fisico tra passato e futuro TERZA FASE : il consolidamento Anni North American Society Psychology of Sport and Physical Activity (NASPSPA) - Fédération Europénne de Psychologie des Sports et des Activités Corporelles (FEPSAC) Anni Riviste (Research Quarterly for Exercise and Sport, Journal of Sport Psychology oggi Journal of Sport & Exercise Psychology, Journal of Applied Sports Psychology, The Sport Psychologist, ) Anni 90 - Singer et al. (1993). Handbook of Research on Sport Psychology (I Ed.)

8 Un po di storia: la psicologia dello sport e dell esercizio fisico tra passato e futuro QUARTA FASE : il periodo contemporaneo USA: APA Division 47 Exercise and Sport psychology ITALIA: Psicologia dello sport (e dell esercizio fisico) (M-PSI/06) Fiorisce la psicologia dell esercizio fisico nelle università Aumenta l interesse per la psicologia dello sport applicata

9 Organizzazioni e Associazioni scientifiche internazionali International Paralympic Committee:

10 Organizzazioni e Associazioni scientifiche nazionali ASSOCIAZIONE ITALIANA PSICOLOGIA DELLO SPORT Prossimo congresso: ottobre 2010 a Chieti SOCIETÀ ITALIANA DI PSICOLOGIA DELLO SPORT

11 ASSOCIAZIONE ITALIANA PSICOLOGIA DELLO SPORT FINALITÀ mantiene rapporti con strutture scientifiche e professionali (italiane, europee e internazionali) collabora con Ordini (Psicologi, Medici e altri), istituzioni e organizzazioni attive nello S/E promuove ricerca scientifica e applicazioni professionali realizza progetti e programmi di ricerca/consulenza SOCI Psicologi, psicoterapeuti, medici, pedagogisti, sociologi, insegnanti di EF, laureati in scienze motorie, tecnici, atleti, fisioterapisti, dirigenti sportivi, giornalisti sportivi

12 Riviste internazionali e nazionali 1970: International Journal of Sport Psychology 1979: Journal of Sport Psychology 1980: Journal of Sport and Exercise Psychology 1986: Movimento 1987: The Sport Psychologist 1989: Journal of Applied Sport Psychology 2000: Giornale Italiano di Psicologia dello Sport

13 DISCIPLINA (conoscenze) o PROFESSIONE (applicazione del sapere)? Esiste un cospicuo corpus di teorie e di conoscenze, ma c è carenza di psicologi dello sport full-time. (Martin, 2009) N= ca psicologi dello sport e dell esercizio fisico in 61 diversi Paesi (Salmela, 1992) Se 100% sono gli psicologi italiani occupati (a 20 anni dalla Legge 56 del 18 febbraio 1989), il 3% si occupa di sport/tempo libero (Ordine degli Psicologi Nazionale, 2009) <10% degli psicologi occupati in Liguria sono inseriti nei nuovi ambiti della psicologia (tra cui sport e esercizio fisico) (Ordine degli Psicologi della Liguria; Fraccaroli e Vitali, 2000; Morra e Spotorno, 2009)

14 PROFESSIONE dello psicologo (dello sport e dell esercizio fisico) Professione aperta Complessità e pluralità Cambiamento Eterogeneità (nella professione e fra professionisti) Concorrenzialità Flessibilità, pro-attività e imprenditorialità ALTA DOMANDA IMPLICITA MERCATO e SCARSA OFFERTA ESPLICITA!

15 Settori operativi della psicologia dello sport e dell esercizio fisico 1) RICERCA (studi vs esperimenti, casi, teorie, congressi, ) E APPLICAZIONE (approccio attivo, conoscenza professionale) INTEGRAZIONE del sapere scientifico e professionale! 2) FORMAZIONE (accademica, sportiva, professionale) 3) CONSULENZA: - Clinical sport/exercise psychology (severi disturbi) - Educational sport/exercise psychology (mental coaches) - Organizational&Work psychology in sport/exercise

16 Psicologia dello sport e dell esercizio fisico: quali orientamenti? Esattamente come un allenatore persegue il successo con strategie diverse (es. offensiva o difensiva), anche gli psicologi possono scegliere fra diversi orientamenti (teorici/applicativi). 1) PSICOFISIOLOGICO (processi psicofisiologici) 2) PSICOSOCIALE (interazione persona e ambiente) 3) COGNITIVO-COMPORTAMENTALE (aspetti cognitivi e ambientali)

17 Standard etici per gli psicologi dello sport e dell esercizio fisico 1. Competenza (alti standard professionali e consapevolezza dei propri limiti) 2. Integrità (nella ricerca, nella formazione, nella consulenza) 3. Responsabilità professionale e scientifica (benessere dei clienti/utenti viene prima di tutto) 4. Rispetto per la dignità e i diritti delle persone (diritti umani, rispetto delle diversità, privacy, segreto professionale) 5. Attenzione al benessere altrui (benessere psicologico e fisico viene prima della vittoria/performance/eccellenza) 6. Responsabilità sociale (equità sociale, rispetto del principio di pari opportunità per tutti) [Linee-guida APA, 1992; Advancement of Applied Sport Psychology (AAASP)]

18 Potenzialità e limiti della teoria e della pratica professionale Conoscenza Potenzialità Limiti Teorica e scientifica - Affidabile e specifica - Sistematica e controllata - Oggettiva e valida - Riduzionista e conservativa - Lenta ad evolvere - Scarsa praticabilità Pratica e professionale - Olistica e generale - Innovativa - Immediata - Scarsa affidabilità - Mancanza di spiegazioni - Scarsa validità (Adattato da Weinberg e Gould, 2007)

19 I criteri di una valida consulenza psicologica (nello sport e nell esercizio fisico) Trasparenza Responsabilità Formazione continua Collegamento/Rete Esperienza (Adattato da Seiler, 1996; Past President FEPSAC)

20 TRASPARENZA Gli psicologi S/E: rispondono in modo trasparente a domande come: cosa, perché, come, chi usano un linguaggio chiaro e condiviso si avvalgono di metodi scientifici validati, affidabili e misurabili operano in modo trasparente e sono pronti ad ammettere i propri limiti

21 RESPONSABILITÀ Gli psicologi S/E: operano con chiare linee direttrici e linee-guida lavorano nel rispetto dell ordine professionale e di una propria forte deontologia/etica evitano rigidità evitano eccessivo atteggiamento clinico Filosofia di fondo (psicologo S/E e allenatore): considerare l atleta/utente come persona indipendente, capace di stabilire relazioni significative, effettuare un analisi autonoma della prestazione e far fronte alle difficoltà anche attraverso soluzioni creative.

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23 FORMAZIONE CONTINUA Gli psicologi S/E: dopo una specifica preparazione, si aggiornano costantemente, seguendo percorsi di info/formazione continua collaborano fra loro in vari gruppi (supervisione o intervisione) rispettano le specifiche competenze e specializzazioni [es. Educational sport/exercise psychologist (mental coaches) -> (severi disturbi) -> Clinical sport/exercise psychologist]

24 COLLEGAMENTO Gli psicologi S/E: sono una rete aperta di/fra professionisti sono in contatto fra loro e collaborano con colleghi più specializzati in determinati settori (sviluppo continuo competenze professionali) costituiscono e partecipano attivamente ad una comunità (scientifica e professionale)

25 ESPERIENZA Gli psicologi S/E: conoscono i mondi dello sport e dell esercizio fisico vantano esperienze lavorative in diverse discipline sportive e ambiti motori Es. Educational sport/exercise psychologist (mental coaches): il proprio focus di azione è la preparazione psicologica e mentale e ciò li autorizza ad operare nonostante possano essere privi di conoscenze specifiche su alcune discipline sportive

26 PROFESSIONISTI E NON CIARLATANI! NON FIDATEVI DI CHI: promette successi strabilianti senza o con pochi sforzi garantisce risultati immediati esclude a priori la possibilità di non riuscire procede senza seguire né rispettare il contesto sportivo/motorio scommette su obiettivi che utenti/clienti non sono in grado di raggiungere rende dipendenti i propri utenti/clienti (Seiler, 1996)

27 La consulenza psicologica nello sport e nell esercizio fisico PSICOLOGIA DELLO SPORT Sport a livello professionale/agonistico Atleti d élite Professionisti (dirigenti e manager, allenatori, preparatori, ) Ricerca dell eccellenza (sportiva, motoria, personale/di gruppo ) PSICOLOGIA DELL ESERCIZIO FISICO Sport a livello amatoriale e attività motoria/esercizio fisico Atleti amatoriali di tutti i livelli e persone Diversi attori coinvolti (allenatori, genitori, educatori, operatori, ) Partecipazione e migliore qualità della vita

28 PSICOLOGIA SPORT PSICOLOGIA ESERCIZIO FISICO Personalità Motivazione Emozioni Gestione arousal/ansia Gruppi (dinamiche, coesione, comunicazione, leadership) Allenamento abilità mentali (imagery, goal-setting, self-efficacy, ACT) Burnout/stress/overtraining Competizione e cooperazione Performance/prestazione Sport giovanile Violenza e sport Dipendenze/Doping Infortuni Disabilità e sport Differenze di genere Etica e sport Personalità Motivazione Emozioni Salute e benessere Gruppi Aspetti psicologici (self-efficacy, autostima, supporto sociale, benessere) Recupero e mantenimento benessere Cooperazione Attività motoria adattata Giovani e esercizio fisico/gioco Aggressività e esercizio fisico Dipendenze/Doping Infortuni Disabilità e esercizio fisico Differenze di genere Etica e esercizio fisico (Adattato da Singer et al., 2001; Weinberg and Gould, 2007)

29 PSICOLOGIA DELLO SPORT Éuna disciplina antica, ma una giovane scienza Una convinzione erronea che ne ha rallentato la diffusione (atleti e allenatori): considerare le abilità mentali come innate e non migliorabili Ricerche ed esperienze hanno dimostrato che le abilità mentali (come quelle fisiche, tecniche), possono essere apprese, sviluppate e perfezionate

30 Livelli di analisi e di intervento della psicologia dello sport 1) livello individuale, per migliorare: - abilità mentali - gestione emozioni/arousal 2) livello di gruppo e di squadra, per favorire: - coesione e buona leadership - comunicazione efficace 3) livello organizzativo, per favorire: - buona relazione persona-organizzazione - buon clima, soddisfazione e benessere organizzativo

31 Livelli di analisi e di intervento della psicologia dello sport

32 LE FORME DELL ALLENAMENTO ALLENAMENTO FISICO/MOTORIO ALLENAMENTO TECNICO ALLENAMENTO MENTALE

33 La prestazione Performance = Abilità fisiche/motorie X Abilità tecniche X Abilità mentali X Abilità strategiche

34 La preparazione mentale nello sport agonistico MENTAL TRAINING (o Psychological Skill Training, PST) Consiste nel sistematico e specifico allenamento di abilità mentali e psicologiche con lo scopo di migliorare la performance, aumentare il divertimento e raggiungere una crescente soddisfazione per le proprie attività fisiche e sportive. Weinberg and Gould (2007)

35 Evoluzione delle tecniche del MENTAL TRAINING nello sport PRIMA FASE delle tecniche di rilassamento (Anni 60 70): epoca del Training Autogeno (Peresson, Calderaro, Pozzi) SECONDA FASE delle psicoterapie (Anni 70 80): epoca dell approccio e orientamento clinico (Antonelli,Traetta) TERZA FASE del Mental Training (Anni 80 ad oggi): epoca dell applicazione professionale del sapere scientifico (Martens, Singer, Suinn,...)

36 ESEMPI di programmi e manuali di preparazione mentale nello sport The athlete's guide to sports psychology (Harris and Harris, 1984) Mental training for Athletes & Coaches (Orlik, 1986) Coaches guide to sport psychology (Martens, 1987) Athletes' guide to mental training (Nideffer, 1987) Seven steps to peak performance (Suinn, 1986) Five step strategy (Singer, 1986 ) Mental Training (Cei, 1987) A mental game plan (Albinson and Bull, 1988) Guida per Atleti all allenamento mentale (Syer and Connoly, 1989) Visualizzazioni Guidate (Gramaccioni, 1990) Modello Idiografico (Robazza, 1990)

37 PREPARAZIONE Stato ottimale di arousal e corretto atteggiamento motivazionale, emotivo e comportamentale. Ripetizione di comportamenti associati a precedenti prestazioni di successo 1 IMMAGINAZIONE Anticipazione polisensoriale dell azione, eseguita in maniera perfetta VALUTAZIONE dell azione e della strategia. Se necessario, correzione della procedura 5 4 Five Step Strategy (Singer, 1986) ESECUZIONE dell azione programmata, in modo automatico e fluido 3 2 FOCALIZZAZIONE DELL ATTENZIONE Concentrazione intensa ed esclusiva su un aspetto importante

38 Five step strategy (Singer, 1986) Le singole sottostrategie sono: apprese singolarmente applicate una dopo l altra in sequenza La strategia complessiva: è semplice da acquisire può essere applicata da principianti (di diversa età), per migliorare l apprendimento motorio può essere applicata da atleti esperti per incrementare e perfezionare il gesto tecnico

39 Il Visual-Motor Behavior Rehearsal (VMBR) (Suinn, 1972) Il metodo della ripetizione visiva e motoria del comportamento: deriva dalla teoria bioinformazionale di Lang (1970) si basa su 2 fasi: 1) fase di rilassamento (preparatoria) 2) fase di immaginazione mentale (esercizio) L esperienza mentale immaginata è polisensoriale (visiva, tattile, uditiva, ma anche emotiva e cinestesica) consiste nella ripetizione mentale di un singolo gesto atletico o di una certa sequenza di azioni è applicabile per sport basati su un gesto atletico specifico, ma anche per sport complessi (es. di squadra)

40 Il Visual-Motor Behavior Rehearsal (VMBR) (Suinn, 1972) Suinn (1986) ha poi inserito il metodo VMBR all interno di un programma di MENTAL TRAINING più ampio, basato su 7 fasi (metodo Seven steps to peak performance ): 1) allenamento al rilassamento 2) gestione dello stress 3) controllo dei pensieri 4) autoregolazione 5) metodo VMBR 6) allenamento alla concentrazione 7) controllo delle energie (Robazza et al., 1994)

41 PROGRAMMA DI MENTAL TRAINING: UN ESEMPIO Prima settimana Autovalutazione e basi del MT Tecnica: contrazione-distensione Seconda settimana Goal setting Rilassamento Muscolare Progressivo Terza settimana Atteggiamento Mentale Visualizzazioni generiche disattivanti Quarta settimana Fattori di distrazione e Routine pre-gara Visualizzazioni sportive ( Allenamento ) Quinta settimana Allenamento con le visualizzazioni Allenamento Ideo-Motorio Sesta settimana Gestione dell energia psichica Visualizzazioni attivanti Settima settimana Allenamento delle abilità attentive Visualizzazioni: concentrazione Ottava settimana Self-talk Visualizzazioni: motivazioni e self-efficacy Nona settimana Gestione delle situazioni stressanti Visualizzazioni per la soluzione dei problemi Decima settimana Visualizzazione pre-gara

42 Abilità Mentali di base (Martens, 1988) Controllo dei pensieri Controllo dell attenzione Formulazione degli obiettivi Gestione delle emozioni Modulazione dell arousal Controllo delle immagini

43 Abilità Mentali di base: esempi di metodi (Martens, 1988) Thought stopping e thought centering (Nideffer, 1976) 1976) ATTENTION CONTROL TRAINING (Nideffer, 1976) 1976) Goal-setting (Locke and Latham, 1985) Metodo IZOF (Hanin, 2000) Tecniche di di respirazione e Imagery Imagery e Visualizzazioni Guidate (Gramaccioni, 1990) 1990)

44 Un esempio: il caso della Peak perfomance Aspetti emozionali Elevata fiducia ed ottimismo Elevata energia psicofisica Profonda soddisfazione Aspetti attentivi Attenzione focalizzata Immersione totale Automatismo esecutivo

45 Le emozioni, se gestite, consentono di esprimere risorse personali al meglio e in modo costante. Utilizzo superiore del potenziale umano vita anni mesi Le emozioni sono stati elicitati da una valutazione, nei quali si riconosce una situazione come inebente o favorente il proprio benessere (Ekkekakis & Petruzzello, 2000) tratti emotivi temperamento Temporalità settimane giorni umori ore minuti secondi emozioni sentimenti Esperienze emotive (Adattato da Vallerand & Blanchard, 2000)

46 MODELLO TEORICO DI ANSIA COMPETITIVA Situazione competitiva oggettiva Stimoli Percezione di incertezza del risultato Percezione di paura Percezione dell'importanza del risultato Ansia competitiva di tratto Percezione dell'organismo Ansia di stato Risposta (Martens, Vealey e Burton, 1990)

47 Prestazione Prestazione Ansia cognitiva Fiducia Dal modello multidimensionale di ansia competitiva ai fattori Prestazione Ansia somatica

48 e dai fattori allo strumento di misura: CSAI-2 n. Item Per nulla Un po' Abbastanza Molto Molto inibente Molto facilitante 1. Sono preoccupato/a per questa gara (acog) 2. Mi sento nervoso/a (acog) Il mio corpo è teso (asom) Il mio cuore sta battendo forte (asom) 9. Mi sento fiducioso/a (fid) Sono fiducioso/a di poter superare situazioni difficili (fid) Legenda: acog= ansia cognitiva; asom= ansia somatica; fid= fiducia (Martens, Burton, Vealey, Bump, and Smith, 1990)

49 Emozione e prestazione: il contributo di Hanin (2000) Definizione alternativa delle emozioni che, in modo olistico, sono intese come componenti specifiche di una esperienza legata ad uno stato psicobiosociale (Hanin, 1997; 2000)

50 Il modello IZOF: LE DIMENSIONI DELLE EMOZIONI NEGATIVE (Spiacevoli) Mobilizzazione energie Utilizzo inappropriato energie e rischio sovraccarico FACILITANTI Mobilizzazione e utilizzo energie Mancata mobilizzazione energie e disturbo nell utilizzo POSITIVE (Piacevoli) INIBENTI (Hanin, 1978; 1986; 1989; 1995; 1997)

51 Il modello IZOF Emozioni facilitanti All interno della zona ottimale Emozioni inibenti Al di fuori della zona scadente Zona scadente Al di fuori della zona scadente Performance ottimale

52 Il modello IZOF Emozioni facilitanti Al di fuori della zona ottimale Zona ottimale Al di fuori della zona ottimale Emozioni inibenti Zona scadente Performance scadente

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54 Punteggi medi degli scarti delle emozioni dalla prestazione ideale (10 gare) N = 34 velocisti (100, 200, 400) e ostacolisti (100, 110, 400) Età: 18-32; livello medio e alto; M e F; la prestazione ideale corrisponde alla linea dello zero (Zadro e Robazza, 2000)

55 Implicazioni pratiche del modello IZOF CONSAPEVOLEZZA Condizioni psicofisiche associate alla prestazione CONTROLLO

56 PSICOLOGIA DELL ESERCIZIO FISICO: benessere e qualità della vita Scorretto stile di vita Sedentarietà. Alimentazione non equilibrata Igiene posturale errata. Inadeguata gestione dello stress Problemi psicologici e fisici -- Cardiovascolari. - Diabete e Obesità. Dolori alla zona della colonna vertebrale. Sindromi da adattamento psicosomatico (Gelati e Vitali, 2008)

57 Sedentarietà Un fenomeno in forte incremento: 38,4% della popolazione non pratica alcuna attività fisica e può essere definita sedentaria (in Italia, nel 2000); se per gli uomini 1 su 3 può essere definito sedentario, per le donne la percentuale sale al 43,5%; la tendenza degli ultimi anni dimostra che è difficile abbassare drasticamente questi valori. Indagine Lo sport che cambia; i cittadini ed il tempo libero (ISTAT, 2006): il 41% degli italiani (circa 23 milioni e 300 mila), non fa nessuna attività fisica ed è in sovrappeso. (ISTAT, 2005; 2006)

58 Problemi mentali Negli USA i problemi mentali sono alla base del: 30% delle ospedalizzazioni 10% della spesa medica I problemi principali sono ansia e depressione (che colpiscono più le donne) (Weinberg e Gould, 2007)

59 Stress Allarme Resistenza Esaurimento 20% lavoratori europei lavora più di 45 ore/settimana 25% lavoratori europei lavora con ritmi elevati quasi tutto il tempo 27% lavoratori europei ritiene che il proprio lavoro stia danneggiando la sua salute In aumento costante dal 1995 ad oggi (Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, 2000)

60 Effetti positivi di un regolare esercizio fisico É dimostrato che: riduca ansia e depressione (sia effetti acuti sia effetti cronici) migliori l umore aumenti la percezione di benessere psicologico migliori l autostima protegga contro lo stress (psicologico e fisiologico) sviluppi l intelligenza nei bambini (Piaget, 1936) migliori la performance cognitiva nel tempo ESERCIZIO FISICO MIGLIORA LA QUALITÀ DELLA VITA! (Weinberg e Gould, 2007)

61 DISABILITY SPORT (AND EXERCISE) PSYCHOLOGY Éuna disciplina ed una professione poco sviluppata, poco visibile, ma la DOMANDA IMPLICITA è elevatissima Ha origine dalla Psicologia S/E, dalle Scienze Motorie e dalle scienze che studiano la DISABILITÀ (diversabilità; Canevaro e Ianes, 2003*) Cospicuo corpus di teorie, ma carenza di psicologi S/E che si occupino di disabilità (Disability Exercise and Sport Psychologist) (Martin, 2009) *Canevaro, A., e Ianes, D. (2003). Diversabilità. Storie e dialoghi nell anno europeo delle persone disabili. Trento: Erickson.

62 DISABILITY SPORT (AND EXERCISE) PSYCHOLOGY Per molti aspetti TEORICI, si sovrappone alla Psicologia S/E (modelli, costrutti, scale, misure ) (di cui è parte) ma l APPLICAZIONE necessita di approcci e conoscenze professionali specifici e differenti Se ci sono pochi psicologi S/E che si occupano di disabilità, sono ancora meno gli psicologi S/E disabili

63 DISABILITY SPORT (AND EXERCISE) PSYCHOLOGY Le ricerche ci dicono che le persone disabili: - usano abilità mentali - dimostrano buon atteggiamento verso gli psicologi S/E (Martin, 2009)

64 DISABILITÀ e NORMALITÀ "Gli atleti Top Level non sono normali" (Seiler, 2006) Presentano il percentile più alto (non hanno una distribuzione normale) Dalle ricerche, sono escluse le statistiche più comuni [es. differenze fra gruppi (ANOVA)] Non esistono gruppi di controllo N sono di solito molto bassi

65 DISABILITY SPORT (AND EXERCISE) PSYCHOLOGY Filosofia di fondo: massimo adattamento e massima flessibilità per la persona/atleta disabile (in base a genere, età, appartenenza etnica, ma anche tipologia di disabilità, condizioni di salute, tipologia di disciplina sportiva o di attività motoria praticata, )

66 Temi ed aree della DISABILITY SPORT PSYCHOLOGY (DSP) - Programmi di preparazione mentale (per giovani, adulti e anziani disabili) - Percorsi e programmi di attività motoria adattata (e di riabilitazione, mantenimento, prevenzione, ) che tengano conto degli aspetti della DSP - Ricerca scientifica nella DSP (troppo pochi sono i ricercatori che oggi se ne occupano) - Consulenza professionale nella DSP è un campo ricco di opportunità e di sfide (Martin, 2009)

67 DISABILITY SPORT PSYCHOLOGY (DSP) tra passato e futuro - Il primo autore che ha suggerito agli psicologi S/E di occuparsi di disabilità è stato Asken (1991) - La comunità scientifica pubblica sulle principali riviste della psicologia S/E Segnali incoraggianti: Disability and Health (NEW) (Martin, 2009)

68 Sfide future per la Psicologia S/E e per la Disability Sport (and Exercise) Psychology Riduzione del gap tra ricerca e pratica Integrazione tra università ed Enti/Associazioni Consolidamento della professione Certificazione dello Psicologo Sport/Esercizio (UE?) Reti fra Associazioni scientifiche e professionali Attenzione a tutte le aree della Psicologia S/E Attenzione a tutte le aree vicine alla Psicologia S/E Attenzione a tutte le aree vicine alla disabilità

69 Grazie dell attenzione! Si ringrazia per la collaborazione l ASSOCIAZIONE ITALIANA PSICOLOGIA DELLO SPORT francesca.vitali@unige.it

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