Definizione di sistema

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1 Tecnologia dei cicli produttivi Seconda parte Prof.ssa Angela Tarabella Dipartimento di Economia Aziendale a.a Definizione di sistema È un insieme di elementi concreti o astratti, collegati logicamente tra di loro Ogni sistema ha una realtà esterna alla quale è collegato Ogni sistema è collegato ad altri sistemi ed è a sua volta costituito da sottosistemi (elementi costitutivi) suddivisi in ulteriori sotto elementi via via più semplici 2 L azienda come sistema aperto L azienda è un sistema complesso ed ha una serie di interazioni con l ambiente esterno ed è sottoposto a condizionamenti dinamici continui Oggi le imprese operano in un contesto altamente complesso 3 1

2 Area produttiva Area commerciale Area amministrativa I sottosistemi aziendali (aree fondamentali o funzioni operative) A queste si aggiungono le aree ricerca e sviluppo, organizzazione e gestione del personale, area finanziaria, logistica, ecc.) 4 Funzioni del sistema aziendale Area produttiva Le diverse funzioni del sistema aziendale sono correlate tra di loro in un rapporto di input-output Altre aree (R&S, Organizzazione, ) Area manageriale Area commerciale Le funzioni utilizzano strumenti generali di sistema e strumenti propri della singola funzione È necessario tenere conto delle reciproche interrelazioni Area finanziaria 5 L azienda industriale L azienda produce beni e servizi utili all uomo, li colloca sul mercato per riceverne il massimo beneficio economico, nel rispetto dei vincoli giuridici, morali e sociali Con riferimento al RISULTATO l attività aziendale si distingue in: Primaria (prodotti agricoli o minerari); Secondaria (prodotti industriali); Terziaria (servizi); Terziaria avanzata (ICT) 6 2

3 Attività primaria l settore primario è l insieme delle attività economiche tradizionali. Fanno parte del settore primario l agricoltura, l allevamento, le aziende ittiche, le aziende minerarie e di estrazione. Il settore primario è uno dei principali settori produttivi di un sistema economico. Il peso dell attività primaria sull economia tende a diminuire con lo sviluppo economico. Gran parte delle attività economiche del settore primario sono legate all andamento ciclico delle stagioni. Fino alla Rivoluzione Industriale il settore primario ha svolto un importante ruolo di sussistenza per le popolazioni. Ancora oggi in molti paesi non sviluppati il peso del settore primario è preponderante rispetto agli altri settori dell economia (secondario, terziario). 7 Attività secondaria Il settore secondario comprende le attività economiche di tipo industriale. Il settore secondario si sviluppa nel corso dello sviluppo economico ed è caratterizzato dall utilizzo intensivo della tecnologia per la produzione dei beni. Il settore secondario è uno dei principali settori produttivi di un sistema economico. La definizione secondaria deriva dal fatto che i prodotti industriali sono destinati a soddisfare i bisogni secondari, in altri termini quei bisogni che sopraggiungono soltanto quando sono stati già soddisfatti i bisogni primari. Il settore secondario si occupa della trasformazione delle materie prime e dei prodotti provenienti dal settore primario al fine di produrre dei nuovi prodotti finiti da collocare sui mercati di vendita. Appartengono al settore secondario le industrie di ogni tipo (manifatturiera, chimica, tessile, farmaceutica, agroalimentare, metallurgica, meccanica, energia), l edilizia e l artigianato. 8 Attività terziaria L attività terziaria comprende l'insieme delle attività economiche che producono servizi e prestazioni rivolte a famiglie ed imprese. Sono quindi escluse le imprese produttrici di beni materiali. In alcune definizioni il terziario è anche definito come settore residuale dell economia comprendente tutto ciò che non è agricoltura e non è industria. Il settore è chiamato terziario in quanto nelle fasi dello sviluppo economico si verifica dopo la formazione del settore primario e del settore secondario. Nel settore terziario sono incluse aziende eterogenee e diverse. I servizi sono classificati in due macro tipologie. Servizi destinati alla vendita. Sono inclusi in questa categoria il commercio, gli alberghi, i pubblici servizi, le comunicazioni, il credito, le assicurazioni, le consulenze e i servizi per l impresa. Servizi non destinati alla vendita. Sono inclusi in questa categoria i servizi domestici e le amministrazioni pubbliche. 9 3

4 Attività terziaria avanzata L attività terziaria avanzata è l insieme delle attività economiche nei settori delle nuove tecnologie dell informazione. Appartengono al terziario avanzato le aziende di telecomunicazioni, le aziende informatiche, le aziende new media e i servizi di consulenza e di elaborazione delle informazioni. Il termine terziario avanzato è stato coniato negli ultimi decenni per disaggregare il grande calderone del settore terziario e distinguere le imprese di servizio a basso valore aggiunto da quelle ad alto valore aggiunto e tecnologico. La percentuale del terziario avanzato nei confronti degli altri macro-settori permette di determinare il grado di sviluppo economico di un paese. Per questa sua importante caratteristica anche il terziario avanzato è di recente considerato come uno dei principali settori produttivi di un sistema economico ed è anche conosciuto con il termine di settore quaternario in quanto si aggiunge come quarto settore agli altri tre settori produttivi tradizionali di un sistema economico (primario, secondario, terziario). 10 Ciclo produttivo Definizione: complesso delle operazioni attraverso le quali, in un azienda industriale, si ottiene il prodotto In un ciclo produttivo si combinano gli input (materie ed energia) si effettua la trasformazione in altri beni di maggiore valore (output) Tutte queste funzioni vengono svolte dal sistema produttivo Si aggiungono poi le funzioni di supporto (servizi di produzione) 11 La tecnologia dei cicli produttivo studia il SISTEMA PRODUTTIVO, con riferimento ai mezzi tecnici e ai procedimenti di produzione L insieme dei mezzi diretti e indiretti utilizzati per la produzione forma lo STABILIMENTO INDUSTRIALE composto da: Edifici, superfici e volumi funzionalmente coordinati, adatti ad ospitare materiali e persone (layout di stabilimento e di impianto=pianificazione); Apparecchiature, macchinari e attrezzature varie direttamente rivolte alla realizzazione del prodotto (MEZZI DIRETTI); Mezzi tecnici generali, indiretti e funzionali, destinati ai servizi di stabilimento (MEZZI INDIRETTI); speciali comuni 12 4

5 La pianificazione del sistema produttivo Scelta del processo produttivo; Scelta del macchinario; Scelta del layout; Scelta degli edifici e delle aree; Scelta dell ubicazione. 13 Ciclo di Vita di un Prodotto Le relazioni dell impresa con l ambiente esterno portano ad un continuo adattamento per soddisfare con il prodotto, le esigenze dei consumatori Molto importante è l attività di Ricerca & Sviluppo: per innovare nuovi processi o prodotti che portano ad una scoperta/invenzione cui fa seguito la progettazione che porta all innovazione di processo, di sistema, di prodotto e alla sua diffusione o trasferimento 14 Ciclo di Vita di un Prodotto Profitti Successo Economico Decollo 0 Profitti Negativi Sviluppo iniziale Crescita Maturità Declino e rivitalizzazione Tempo 15 5

6 Processo di introduzione di un nuovo prodotto dall'adozione alla saturazione del mercato Geoffrey Alexander Moore (1946) Nato a Portland, Oregon (USA) nel Esponente di rilievo della teoria dell OrganizationalBehaviour, consulentemanagerialee autoredel volume: Crossing the Chasm: marketing and selling disruptive products to mainstream customers (1991). Crossing the Chasm (Moore, 1991) 6

7 Crossing the Chasm (Moore, 2001) Crossing the Chasm with Social Media Esternalità di rete (o economie di rete) DEFINIZIONE = situazione in cui l utilità che un consumatore trae dal consumo di un bene dipende (in modo positivo o negativo) dal numero di altri individui che consumano lo stesso bene (o che lo abbiano acquistato). L interdipendenza fra le utilità dei consumatori può essere: di natura tecnologica positiva (es: fax, lettori VHS, Windows) economia di scala dal lato della domanda di natura comportamentale (es: mode, trend) dapprima positiva, poi negativa Beni di status esternalità di rete negative: Effetto snob Effetto Veblen 7

8 Strategie dei produttori to cross the chasm Esternalità di rete di natura tecnologica positive Feedback positivi Viral marketing Passaparola Esternalità di rete di natura comportamentale (dapprima positive, poi) negative Trend-setters Testimonials credibilità Rubriche di costume Prezzo come variabile chiave La scelta del processo produttivo Processo o ciclo di produzione = sequenza di operazioni e attività successive che debitamente coordinate e integrate consentono la realizzazione del prodotto; Input fisici (materie prime, energia, lavoro manuale) Input intellettuali (conoscenze, tecnologia, know-how, informazioni, ecc.) Si trasformano secondo codificate procedure tecniche 23 Classificazione dei processi produttivi Si classificano secondo diversi criteri: 1. Con riferimento alla natura delle trasformazioni 2. Con riferimento alla natura del prodotto finito 3. In relazione alla dimensione 4. Sulla base del rapporto tra i due fattori fondamentali della produzione (capitale e lavoro) 5. Sulla base del diagramma tecnologico che li contraddistingue 6. In base alla continuità del processo produttivo 7. In relazione agli impatti ambientali generati 24 8

9 1. Classificazione degli impianti sulla base della natura delle trasformazioni Si individuano i processi chimici, biologici, estrattivi, metallurgici, manifatturieri) Ogni processo contiene delle sottoclassi: ad esempio il tessile appartiene al manifatturiero e può essere del cotone, della lana, delle fibre artificiali, ecc.) Classificazione degli impianti sulla base della natura del prodotto Si individuano i processi dell industria alimentare, elettronica, spaziale, tessile, lapidea, della carta, ecc. ) Produzione di biscotti Produzione di lastre in marmo 26 Classificazione dei prodotti finiti BENI STRUMENTALI macchine utensili, automobili, elettrodomestici BENI DI CONSUMO tessuti, generi alimentari, carta, vetro SERVIZI spostamenti, ristorazione, stoccaggio, controllo 27 9

10 3. Classificazione degli impianti sulla base della dimensione Si individuano i processi che appartengono alla grande, media e piccola industria sulla base del numero di addetti, della capacità produttiva, capitale sociale, investimenti effettuati, fatturato annuo, ecc.) Grande industria Piccola industria Produzione di caffè Classificazione degli impianti sulla base del rapporto capitale/lavoro Si individuano i processi in capital intensive o labour intensive, industriali o artigianali Nei primi predomina il capitale e sono generalmente attività con impianti industriali dedicati Nei secondi predomina la componente lavoro come ad esempio nel settore agricolo Classificazione degli impianti sulla base del diagramma tecnologico (o processo produttivo) I processi si suddividono in: Monolinea: utilizzano una sola materia prima (o una miscela) ed ottengono un unico prodotto (produzione acciaio, carta, ecc.) ES. PRODUZIONE DELLA CARTA Fase 1 Preparazione impasto Fase 2 Macchina continua Fase 3 Essiccazione 30 10

11 5. Classificazione degli impianti sulla base del diagramma tecnologico o processo produttivo I processi si suddividono in: Sintetici o convergenti: diverse materie prime confluiscono in un solo prodotto (cantieri navali, autoveicoli, elettrodomestici). Si tratta invero di attività di assemblaggio. ES. PRODUZIONE DI AUTOMOBILI Classificazione degli impianti sulla base del diagramma tecnologico (o processo produttivo) I processi si suddividono in: Analitici o divergenti: utilizzano un unica materia prima per ottenere più prodotti (raffinerie di petrolio). ES. RAFFINAZIONE PETROLIO 32 I prodotti della raffinazione 33 11

12 5. Classificazione degli impianti sulla base del diagramma tecnologico (o processo produttivo) I processi si suddividono in: Convergenti-divergenti o sintetiche-analitiche: diverse materie prime confluiscono in un unico intermedio da quale si ottengono diversi prodotti (es. industrie chimiche, elettriche, ecc.). ES. INDUSTRIA CHIMICA PRINCIPIO ATTIVO Classificazione degli impianti sulla base del diagramma tecnologico (o processo produttivo) I processi si suddividono in: Industrie a cicli multipli intrecciati: sono processi tipici dell industria meccanica dove i vari cicli si intrecciano tra loro 35 La rappresentazione del processo produttivo Lo stabilimento è un concetto «statico»; Il processo produttivo è un concetto «dinamico» Si rappresenta con il «DIAGRAMMA TECNOLOGICO» Esso rappresenta la schematizzazione grafica delle operazioni che costituiscono il ciclo produttivo indicandone la sequenza e la coordinazione 36 12

13 Esempio di diagramma tecnologico utile anche per una operazione quotidiana! Ricerca sullo scaffale Scelta confezione del pacco Trasporto a casa Collocazione in dispensa Prelievo per cottura Trasporto al tavolo Pranzo 37 Nelle imprese industriali i diagrammi tecnologici adottano la seguente simbologia: Il cerchio, rappresenta una qualsiasi manipolazione o trasformazione di materiale; La freccia, indica il trasferimento o il trasporto di materiali; Il triangolo rovesciato si utilizza per lo stoccaggio o magazzinaggio Il quadrato per l ispezione e il collaudo durante o alla fine del ciclo produttivo; Il semicerchio per una sosta o attesa. 38 Si rappresenti il diagramma tecnologico del presente processo di produzione della birra

14 Completamento del diagramma Se si aggiungono i materiali impiegati si ottiene il diagramma tecnologico «quantitativo» Il diagramma si completa con l aggiunta dei «tempi» di svolgimento di ogni singola fase Classificazione degli impianti sulla base della continuità del processo produttivo Si individuano gli impianti di produzione in: Impianti a ciclo continuo Impianti a ciclo intermittente Impianti a ciclo ripetitivo Es. cartiera Es. falegnameria Es. lavatrici 41 Industrie a ciclo continuo La produzione si svolge ininterrottamente per lunghi periodi e non si può interrompere. Può essere scelto dall imprenditore (es. elettrodomestici) o tecnicamente obbligato come nel caso degli impianti siderurgici, le cartiere, i cementifici). In alcuni casi dipende dalla sequenza delle operazioni (es filatura, tessitura, tintoria) Altri esempi: produzione di zucchero, ghisa, altoforno Come si effettua la scelta di un ciclo continuo? 42 14

15 Esempio Macchina A B C Durata lavorazione 12 minuti 36 minuti 18 minuti Il Massimo Comune Divisore (M.C.D.) dei tempi di lavorazione è 6. Quindi la combinazione tra 2 macchine A, 6 macchine B e 3 macchine C rappresenta la capacità produttiva minima che deve essere apprestata per raggiungere il flusso minimo di pieno impiego: in una settimana di 40 ore = 1 pezzo ogni 6 minuti = 400 pezzi 43 Vantaggi dei processi continui maggiori rendimenti, grazie alla specializzazione delle macchine e alla possibilità di conseguire le economie di scala; maggiore velocità delle lavorazioni e semplicità di programmazione; assenza di costi di attrezzaggio. 44 Industrie a processo intermittente o discontinui I processi produttivi intermittenti (o discontinui) si distinguono in due principali categorie: produzione di beni eseguiti su commessa in base a specifiche tecniche del committente o concordate in stretta collaborazione; produzione per il magazzino, che a sua volta può svolgersi: per grandi lotti (produzione standardizzata di massa) su modello, per piccole serie. Impianti a ciclo ripetitivo La produzione avviene per lotti, e su ogni unità del lotto si ripetono le stesse operazioni (produzione per il magazzino) Es produzione di elettrodomestici, automobili 45 15

16 Schematizzazione dei sistemi di produzione (Matrice di Woodward, 1965) Differenziazione e numerosità dei prodotti Molteplicità diprodotti Prodotto unico d) Processo continuo -Prodotto unico e con scarsa differenziazione - Grandi flussi (massa) - Processo continuo -Produzione per il magazzino -Sistema operativo stabile e polivalente c) Processo ripetitivo per grandi lotti - Molteplicità di prodotti - Ripetuti in grande serie - Processo intermittente -Produzione per il magazzino -Sistema operativo stabile e polivalente Produzione dimassa Prodotto standardizzato dall azienda a) Processo intermittente per commessa singola - Prodotto unico -Sistema operativo specifico e transitorio b) Processo intermittente per piccoli lotti - Molteplicità di prodotti -Produzione in piccola serie - Processo intermittente -Sistema operativo flessibile Piccola serie/singola unità Prodotto indicato dall acquirente Dimensione dei flussi e grado di standardizzazione Gli elementi su cui è costruita la matrice sono tre: 1. differenziazione e numerosità dei prodotti 2. grado di standardizzazione dei prodotti e dimensione dei flussi con cui vengono collocati sul mercato 3. modalità con cui si manifesta la domanda: Su indicazione del cliente (commessa) Prodotti realizzati dall azienda (a magazzino) 47 Matrice di Woodward (1965) Limiti: Staticità: non tiene conto dell evoluzione della vita del sistema-impresa Chiusura rispetto all esterno: non tiene conto delle interazioni con l ambiente esterno

17 Sistemi di produzione su progetto (job shop) Ciascun progetto è volto alla realizzazione di un unico prodotto e pertanto manca la ripetitività del processo e la struttura organizzativa si qualifica di volta in volta sulle necessità del prodotto 49 Sistemi di produzione su modello (flow shop) Prevede numerosi prodotti (dimensione del lotto) anche diversi tra loro su modelli predisposti dal produttore per adattarli alle esigenze del consumatori Processo intermittente Ne sono un esempio alcuni produttori di impianti, macchine o attrezzature Il flusso è frammentario e orientato al prodotto (il prodotto segue un percorso di lavorazione presso macchinari specifici) Classificazione degli impianti sulla base degli impatti ambientali generati I processi si suddividono in: Processi a tecnologie pulite (BAT e BATNEEC): sono processi che hanno adottato soluzioni tecnologiche volte alla riduzione degli impatti ambientali a monte e a valle Gli interventi a monte sono definiti «ex ante» = prima che l inquinamento si sia manifestato Gli interventi a valle sono definiti «end of pipe» o «ex post» = successivi alla produzione di inquinanti 51 17

18 Altri criteri di classificazione delle produzioni industriali 1) MODO DI REALIZZARE IL PRODOTTO Produzione per processo Produzione per parti 2) MODO DI REALIZZARE IL VOLUME DI PRODUZIONE Produzione unitaria Produzione intermittente a lotti 3) MODO DI RISPONDERE ALLA DOMANDA DI MERCATO Produzione su commessa Produzione a magazzino 1) Modo di realizzare il prodotto Si può suddividere in: - produzione per processo gli elementi che costituiscono il prodotto finale non possono essere facilmente identificabili Esempio: produzione acciaio e cemento 53 1) Modo di realizzare il prodotto Si può suddividere in: - produzione per parti Si suddivide in: - fabbricazione, che modificano forma, dimensioni ecc. - montaggio, che effettuano operazioni di assemblaggio di parti Esempio: industria automobilistica 54 18

19 2) Modo di realizzare il volume di produzione Si può suddividere in: - produzione unitaria Il volume di produzione è corrispondente alla realizzazione di un solo prodotto Esempi: cantiere navale o cantiere edile 55 2) Modo di realizzare il volume di produzione Si può suddividere in: - produzione intermittente a lotti Il volume di produzione è realizzato in lotti di entità superiore ai fabbisogni immediati Esempi: produzione di elettrodomestici, componenti metallici 56 3) Modo di rispondere alla domanda di mercato Si può suddividere in: - produzione su commessa Attività viene intrapresa sulla base di ordini dei clienti, si divide in: produzione su commesse singole (esempio: automobili particolari: da corsa, di lusso) produzione su commesse ripetitive (esempio: mobiliarredi) 57 19

20 3) Modo di rispondere alla domanda di mercato Si può suddividere in: - produzione a magazzino L attività viene effettuata prima di aver ricevuto gli ordini dei clienti 58 Altre suddivisioni delle produzioni industriali a) make to stock (produzione a magazzino) È la produzione di prodotti standard prima di ricevere gli ordini dei clienti, operando sulla base di previsioni Il sistema produttivo è caratterizzato da una rigidità produttiva, rischi di mercato in quanto il prezzo è fissato all atto della vendita e rischi di vita tecnologica del prodotto. Esempi: bulloni, cuscinetti ecc. 59 Altre suddivisioni delle produzioni industriali b) assembly to order (assemblaggio sulla base dell ordine) È la produzione su previsione di sottogruppi standard e la successiva personalizzazione del prodotto finito in fase di assemblaggio finale solo a fronte di un ordine acquisito È il caso di produzioni ad elevata ampiezza di mix di codici di prodotto finito con comunanza di alcuni sottogruppi standard. Il tempo accettato dal mercato per l evasione dell ordine è uguale o di poco superiore alla somma del tempo di assemblaggio e del tempo di consegna. Esempi: autoveicoli, mobili ecc

21 Altre suddivisioni delle produzioni industriali c) engineer to order (progettazione sulla base dell ordine) La produzione non può iniziare fino a che l ordine del committente non sia stato acquisito. In questo caso si attivano le attività di progettazione, ingegnerizzazione e realizzazione del prodotto che risulta tipico delle commissioni singole Esempio: nave da crociera 61 Altre suddivisioni delle produzioni industriali d) make to order (produzione su commessa) Analogo, ma differente, da engineer to order in quanto le attività di progettazione ed ingegnerizzazione possono essere anticipate prima dell acquisizione dell ordine del prodotto che risulta tipico delle commesse ripetitive Esempio: prodotti su catalogo 62 Altre suddivisioni delle produzioni industriali e) purchase to order (acquisto dei componenti sulla base dell ordine) Si hanno dei componenti del prodotto molto costosi e quindi può risultare molto oneroso acquistarli senza avere la certezza di utilizzarli prontamente nella richiesta di un prodotto personalizzato. Non si acquistano in anticipo i materiali, ma si attende l acquisizione dell ordine del cliente Esempio: imprese artigianali con prodotti di pregio 63 21

22 La scelta del layout Per layout di uno stabilimento industriale si intende la disposizione planimetrica o spaziale Il layout può essere generale o speciale: - Generale se riguarda l intero stabilimento - Speciale se riguarda un singolo reparto Il layout comprende la progettazione e attuazione della disposizione ottimale delle attrezzature industriali, ivi comprese la manodopera, il macchinario, le scorte, i trasporti interni e tutti i servizi accessori, nonché la struttura per contenere tali sistemi 64 Tipologie di layout Esistono quattro tipi principali di layout anche se in genere si individua una combinazione di questi: Layout per prodotto; Layout per processo Layout a punto fisso Layout a isole Raramente si attuano nelle forme indicate 65 Layout per prodotto Caratteristico delle industrie manifatturiere di grande serie Ogni area dello stabilimento è destinata alla produzione di un solo prodotto o di prodotti similari Il prodotto è standardizzato e prodotto in grande quantità Il macchinario è disposto nell ordine in cui viene utilizzato nel ciclo di lavorazione 66 22

23 Layout di prodotto Le materie prime arrivano ad un estremo dell area di fabbricazione e passano da un operazione all altra con tempi minimi di trasporto fino all altro estremo, da cui esce il prodotto finito 67 Esistono diverse tipologie di layout in linea 68 Layout per processo o funzionale o per reparto Riunisce in un unico reparto tutte le lavorazioni dello stesso tipo Esempio: Stampaggio Tornitura Saldatura Ecc. fresatura tornitura Tutte le operazioni simili e il macchinario relativo sono riuniti nella stessa area 69 23

24 Layout per processo È indicato per produzioni intermittenti e per commessa Utile quando i prodotti hanno cicli di fabbricazione differenziati e non è possibile individuare una traiettoria unica del prodotto Permette maggiore flessibilità rispetto al layout di prodotto Layout per reparto Le macchine utensili (unità produttive) sono presidiate da operatori specialistici, generalmente intercambiabili nell ambito del reparto. L operatore tiene sotto controllo la lavorazione in corso, talvolta si occupa direttamente del caricoscarico pezzi, provvede al re-tooling della macchina al termine del lotto di produzione Il percorso dei pezzi in lavorazione attraverso i reparti, da una macchina all altra, è determinato dal rispettivo ciclo di lavoro. 71 Schema di una singola attività dall Operazione N-1 (altro reparto) 72 24

25 Schema del flusso dei materiali 73 Elementi di confronto tra i modelli Produttività: la produzione in linea trova il suo punto forte nella grande serie, con poca variabilità del prodotto; il reparto risulta più conveniente per lotti medio-piccoli, con grande varietà di prodotto Flessibilità: valgono considerazioni simmetriche. Nella linea, si devono riattrezzare non solo le unità operatrici, come del resto anche nel reparto, ma anche tutto il sistema per convogliare materiali 74 Elementi di confronto tra i modelli Pianificazione: la complessità del flusso dei materiali nel modello per reparto rende la pianificazione di questo modello molto difficile. La Linea, al contrario, ha una cadenza perfettamente prevedibile, pari al tempo di ciclo dell operazione più lenta. Lean Thinking : nella linea, il materiale circolante inattivo lungo il processo produttivo è ridotto al minimo, mentre nel modello per reparto è in quantità molto più rilevante (mediamente, un contenitore pieno per ogni macchina) 75 25

26 Elementi di confronto tra i modelli Colli di bottiglia : si intendono i problemi di bilanciamento della capacità produttiva (tempo di ciclo) delle diverse unità operatrici della linea. Nel modello per reparto, lavorazioni particolarmente onerose possono essere smaltite su più macchine in parallelo, senza penalizzare le operazioni successive Affidabilità: considerando la stessa probabilità di guasto di una unità operatrice, fino a soluzione del problema la linea è ferma; nel reparto invece si può pensare di superare il blocco trasferendo la produzione su altra macchina dello stesso reparto 76 Accanto alle due soluzioni estreme «in linea» e «per reparto» si trovano molteplici soluzioni miste Una di queste è costituita dal layout a isole 77 Layout a isole o Group Technology (GT) Riprende le caratteristiche della linea e del reparto Le macchine con funzioni diverse vengono aggregate in un gruppo e disposte secondo la sequenza delle operazioni elementari previste dal ciclo produttivo All interno di ciascun gruppo le macchine sono disposte in linea All interno di ciascun gruppo (isola) si mantiene la specializzazione produttiva della linea ma si ottiene una maggiore variabilità grazie ai reparti 78 26

27 Organizzazione del Layout a isole 1. Si suddivide dapprima tutto il catalogo dei pezzi da produrre in classi o famiglie secondo criteri di similitudine morfologica (insiemi di pezzi simili fra di loro per forma/dimensioni) o tecnologica (cicli di lavoro simili) 2. A livello impiantistico, si organizza quindi il sistema di produzione in celle, ciascuna dotata delle risorse produttive dedicate ad una specifica famiglia di pezzi definita come sopra 79 Struttura del layout a isole L idea dell isola permette una evoluzione del concetto di Linea di Produzione verso quello di Cella di Produzione, che ne supera i limiti di flessibilità, e introduce il concetto di FMS (Flexible Manufacturing System). Ogni Cella è costituita da un insieme di unità operatrici, asservite ad un manipolatore centrale (robot) che gestisce il flusso dei pezzi in lavorazione da uno scaffale di carico (pezzi grezzi) ad uno di scarico (pezzi finiti) attraverso tutte le operazioni tecnologiche. 80 I vantaggi del layout a isole Rispetto alla linea: maggiore flessibilità. Il riattrezzaggio del manipolatore nell ambito dell isola consiste al più nella sostituzione dell attrezzo di presa del pezzo (la mano del robot) Rispetto al reparto: maggior livello di automazione: un manipolatore per un gruppo di macchine, invece che per ogni macchina; semplificazione del flusso dei pezzi (vantaggi nella pianificazione e negli obiettivi del lean thinking ) 81 27

28 Flusso dei materiali in un layout a isole 82 La produttività oggi lascia il posto alla flessibilità Ieri: capacità di produrre elevati volumi a prezzi competitivi (grandi capacità di risposta dei mercati) LA PRIORITÀ ERA LA PRODUTTIVITÀ Oggi: capacità di adattarsi rapidamente e basso costo ad una domanda di mercato in continua evoluzione LA PRIORITÀ È LA FLESSIBILITÀ 83 Layout a punto fisso In questo tipo di layout, i materiali, o il componente principale del prodotto, rimangono in una posizione prefissata nello stabilimento Gli attrezzi, il macchinario, il personale ed i componenti del prodotto, confluiscono verso tale posizione Esempio: produzione artigianale o grandi manufatti (aeromobili, imbarcazioni) 84 28

29 Layout a punto fisso Tra i vantaggi del layout a punto fisso possiamo citare i seguenti: ampliamento delle capacità professionali dei dipendenti responsabilizzazione degli addetti flessibilità su: caratteristiche del prodotto varietà dei prodotti volume di produzione investimenti di capitale nel layout minimi 85 Scelta dell ubicazione dello stabilimento La scelta è legata alla valutazione di molteplici fattori e deve essere ben ponderata date le difficoltà di ricollocazione di un attività produttiva nel breve termine Esistono due fattori di condizionamenti della scelta: Vincoli naturali: ESPRIMONO I VINCOLI LEGATI ALLA CONFIGURAZIONE DEL TERRITORIO E ALLA DISPONIBILITÀ DI RISORSE NATURALI Esempio di alcuni vincoli: disponibilità di acqua, particolari tipi di clima, disponibilità di materie prime LE SCELTE SONO LIMITATE Vincoli artificiali: SONO DA RICONDURRE ALL ATTIVITÀ UMANA, COME AD ESEMPIO L URBANIZZAZIONE, LA DISPONIBILITÀ DI MANODOPERA, LA FORMAZIONE DEL PERSONALE, LA VICINANZA DI INFRASTRUTTURE COME PORTI, INTERPORTI, RETI FERROVIARIE, ecc. 86 I fattori di condizionamento dell ubicazione possono classificarsi anche in base alla loro natura Fattori tecnici (es centrale idroelettrica necessita di acqua; Fattori economici (la centrale idroelettrica necessita della presenza dei requisiti di economicità di sfruttamento) Fattori finanziari (esistenza o meno di agevolazioni, vincoli strutturali, di accesso alle risorse finanziarie) 87 29

30 Altri fattori di influenza sono: Distanza dai mercati di riferimento (oneri di trasporto e scorte); Distanza dai mercati di vendita; Disponibilità di maestranze qualificate; Costo del lavoro; Fattori politico-sociali; Pressione fiscale; Disponibilità e costo dell energia; Disponibilità di acqua; Reti di trasporto e comunicazioni efficienti; Fattori ambientali; Altri

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