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2 Signor Presidente del Consiglio, Signore Consigliere e Signori Consiglieri, mi sembra evidente che questa non sarà la solita relazione di bilancio, anche perché questo non è il solito bilancio. Quello che abbiamo davanti è uno strumento rigorosamente contabile con l unico scopo di pareggio: un vero e proprio bilancio di guerra, figlio dei tagli operati dalla Regione per più del 25% dei trasferimenti ordinari, ovvero in meno che pesano come un macigno sulla vita e sulle funzioni dell Ente Provincia, a cui si aggiunge l impossibilità di applicare fin dall inizio l avanzo di amministrazione. Una riduzione in totale di , una enormità sotto tutti i punti di vista. Qualcuno ci ha detto di aspettare giugno, ma che serietà è approvare un bilancio preventivo in giugno? E soprattutto quali sono le certezze che avremo in giugno che oggi non abbiamo? Nessuna. Ecco il perché della nostra scelta di portare oggi alla vostra attenzione un bilancio draconiano, sotto il minimo vitale. Abbiamo quindi condotto delle scelte significative, come il blocco delle indennità di risultato per dirigenti e PO, il congelamento delle quote associative, la gestione all osso, zero contributi, congelamento delle indennità degli amministratori per il 25%, conferma del blocco del personale, zero attività aldilà di quella istituzionale. Contiamo di adeguare via via queste voci nel corso dell anno, facendo affidamento sia sull assestamento regionale e sia sull applicazione dell avanzo. Appare però evidente che un taglio del 25% dei trasferimenti ordinari non è accettabile né tanto meno ragionevole, togliere un quarto delle risorse alle Province significa mettere in discussione l erogazione dei servizi essenziali, scuole e strade in primis. Questa situazione è la stessa della stragrande maggioranza dei Comuni della nostra Regione, e viene veramente da chiedersi quale politica abbia questa Regione nei confronti delle autonomie locali. Di certo non può andare avanti così, non è possibile che la Regione continui a svolgere ruoli di amministrazione finendo per impoverire Province e Comuni che invece quei ruoli devono esercitare. Ma non continuo per rispetto del silenzio elettorale. Non siamo i tipi che si piangono addosso e siamo pronti ad affrontare l emergenza, ma se questa emergenza continuerà, il sistema è destinato al collasso, con tutte le conseguenze drammatiche sia sul piano sociale che economico. È del resto incredibile verificare come la Provincia di Gorizia continui a erogare, pur in questa situazione, una mole di attività veramente invidiabile, a dimostrazione che non siamo solo contributi e fantasia, come qualcuno in modo rocambolesco afferma, ma siamo un istituzione di area vasta solida e vitale. Guardiamo adesso uno per uno i servizi che comunque continueremo ad erogare al territorio e ai cittadini, pur in regime di guerra, e che di fatto rappresentano la mission vera della nostra istituzione provinciale: I

3 ambiente: autorizzazioni allo scarico, impianti energetici, rifiuti, acqua, emissioni in atmosfera, discariche, smaltimento amianto, controlli caldaie, wi-fi gratis, il paesaggio con Venezia capitale europea cultura; scuole: edilizia scolastica, tavolo scolastico provinciale, coordinamento piano di riordino scolastico, manutenzioni correnti, riscaldamento e servizi, erogazione contributi libri di testo; strade: manutenzioni ordinarie e straordinarie, interventi vari, riduzioni velocità, sfalci bordi carreggiate, manutenzione piste ciclabili, interventi contro la neve e il ghiaccio, sicurezza stradale; lavori pubblici: patto di stabilità permettendo abbiamo un battente di lavori pubblici non secondario, dal completamento della sede, al fotovoltaico, alle opere viarie, alla sistemazione delle scuole, all impiantistica sportiva e a Carso 2014+; lavoro ed economia: centri per l impiego, inserimento lavorativo disabili, incentivi alle imprese, lavori socialmente utili, patto per lo sviluppo, gestione aree di crisi, tavolo verde agricoltura; sociale: piano immigrazione, CISI, centri antiviolenza, politiche per le pari opportunità, azioni contro l omofobia, protocollo Caritas, protocollo pensionati, gestione Casa Bagni di Lusnizza, tavolo volontariato; cultura e giovani: musei provinciali e sale espositive già aperte, galleria Spazzapan, archivio, mostre già programmate con finanziamenti esterni, forum giovani e sede, sedi per le associazioni, centenario grande guerra; sport: piano provinciale di impiantistica sportiva, educare con lo sport, sport e scuola, sostegno allo sport disabile, tavolo sport e tavolo speleologia, palestre; trasporti: motorizzazione, trasporto pubblico locale su gomma, autorizzazioni trasporti eccezionali; turismo: Carso 2014+, piste ciclabili litorale e Isonzo, promozione Collio e turismo gastronomico, GAL Carso; programmazione europea: più di 30 progetti approvati su svariati aspetti della nostra proposta economica e sociale; avvocatura provinciale: tutela degli interessi di cittadinanza con costituzione di parte civile nei processi per l amianto, e sulla gestione dell Ospizio Marino. cooperazione internazionale e pace: progetti finanziati dall ATO acqua in giro per il mondo, coordinamento politiche per la pace; multilinguismo: minoranze linguistiche e dialetti finanziate con fondi vincolati regionali; fauna: attività di vigilanza ambientale, piano faunistico regionale e abbattimenti in deroga, sportello 4 zampe, centro di recupero Fossalon. II

4 Non poco, come si vede, e sicuramente mi sono dimenticato di qualcosa. Due parole sono altresì necessarie sul patto di stabilità. Ho cercato di spiegarlo alle persone ma non ci sono riuscito, non trovo nulla di ragionevole nel fatto che con i soldi in tasca non si possa pagare un lavoro fatto. Credo sia l esempio più dirompente di cosa non può e non deve essere l Europa. Se l Europa è solo Fiscal Compact e Credit Crunch, allora non ci serve. Mi auguro che quanto prima il patto venga rinegoziato con l Europa, ma soprattutto mi auguro una svolta totale nelle politiche comunitarie e nelle politiche finanziarie del continente. Leggo oggi che la Germania ha rivisto al ribasso le sue stime di crescita, citando Bertold Brecht mi viene da dire che se non sta attenta non avrà nessuno a cui chiedere aiuto un domani. Il clima elettorale mi impone di non andare oltre nelle considerazioni politiche, ma qualcosa vorrei aggiungere in merito alla crisi. È mia ferma convinzione che dalla crisi si esca solo con un nuovo modello di sviluppo che risponda alle domande proprie dell economia in modo diverso dal passato, ovvero, cosa produrre? Perché produrre? E per chi produrre? La crisi economica ci ha consegnato un mondo che deve ogni giorno fare i conti con la sostenibilità dello sviluppo, ma non è sufficiente parlare solo di ambiente, la sostenibilità deve essere anche sociale ed economica, perché solo l equilibrio tra questi tre aspetti, ambiente, persone, economia, può dare vita ad un nuovo modello di sviluppo. Oggi così non è, non basta riempirsi la bocca con i costi della politica, bisogna chiedersi dove si va e come si va. Non sempre vedo questa consapevolezza. Prevale ancora la politica urlata, della battuta acida e sagace, dell immagine fine a se stessa, pensiamo di essere una nazione ma siamo diventati un talk show. Del resto la politica ha dato veramente una pessima immagine di sé, ma come dice il Presidente del Senato non siamo tutti uguali, e se c è una speranza di uscita dalla crisi essa passa per la fiducia nelle istituzioni e nella democrazia. Sono anni che dico la stessa cosa, ovvero che è il tempo della responsabilità, della scelta e del cambiamento, e lo ripeto anche oggi: Cambiare significa impostare un nuovo modello di welfare incardinato sulla persona e i suoi diritti e non sull appartenenza sociale o etnica, ridurre il divario tra persone ricche e persone povere, aumentare la mobilità sociale, premiare il merito, distruggere le corporazioni, coniugare flessibilità e garanzie. Cambiare significa estendere ed investire sulla green economy per rendere sostenibile e reale il modello di crescita. Investire sull innovazione, la ricerca applicata, il sapere, l università, la conoscenza, la competenza. E non certo la via del nucleare. Cambiare significa costruire istanze democratiche sostanziali e non più solo formali, combattere la privatizzazione della democrazia, il predominio delle oligarchie e dei clan. Attuare veramente il federalismo. III

5 Sociale, ambiente, democrazia: le tre sfide della globalizzazione. Ma chi parla oggi di nuovo welfare? Di nuovo modello di sviluppo? Di federalismo? Di democrazia sostanziale? La risposta è scontata. Non è però scontato che da questa crisi si esca con più democrazia e più uguaglianza, né con un nuovo modello di sviluppo sostenibile per l ambiente, per le persone e per l economia. Ci può essere la passione di una vita in una battaglia così. Ecco, non è chiedere troppo che la politica ritorni quella passione genuina e disinteressata che ha cambiato il mondo e che ha riempito il cuore di milioni di persone, dando a tutti una speranza e un sogno da realizzare. È un problema di classi dirigenti, ma non solo, riguarda ognuno di noi. È la fatica del cambiamento: il mondo nuovo. La nostra Provincia è parte di questo cambiamento e non ci siamo mai tirati indietro. Non sto qui a ricordare il superamento del confine, la conferenza economica e la sua attualità, le politiche europee, le scelte green economy sui rifiuti e sull acqua, sulla energia solare e sulla economia del mare, le politiche sulla multiculturalità, lo sloveno, il friulano, le parlate venete, in una parola noi. Queste cose le sappiamo, ma c è una cosa che non capisco, perché ogni qualvolta si parla di razionalizzazione, sia il tribunale, sia l azienda sanitaria, sia il punto nascita, sia il carcere, sia il porto, sia gli uffici statali, sia quelli regionali, sia la Pozzuolo, sia la Provincia stessa, ogni volta dobbiamo essere sempre noi a perdere qualcosa e mai l opposto. E qui veramente mi fermo per motivi elettorali, ma penso di aver detto chiaro che noi non ci stiamo. Ecco perché il Bilancio 2013 non vuole essere solo un bilancio di guerra. Non ci rassegniamo. Le nostre scelte sono solo rimandate, ma la direttrice di marcia non è cambiata. Francois Jullien ci ha insegnato che la Cina e l Oriente sono un altro noi possibile, e dopo un po ho capito che non era solo una minaccia ma l invito a superare il nostro noi quotidiano, condizione essenziale per uscire dalla crisi. Non ci ferma il dibattito sulle Province, perché sappiamo che non si può disegnare una nuova architettura istituzionale senza sapere quale società si vuol costruire e quale modello di sviluppo si vuole perseguire. Signor Presidente del Consiglio, Signore Consigliere e Signori Consiglieri, concludo questa relazione con le stesse parole dell anno scorso, perché ho come la sensazione che abbiamo perso un anno per essere quello che non siamo e che mai saremo. Parlo dunque della Costituzione Italiana, la nostra Costituzione, la più bella del mondo. Lo faccio perché ho sempre pensato che il concetto di patria non abbia nulla a che vedere con quello di nazionalismo, ne tanto meno di stato centralizzato. Oggi l idea di Costituzione si intreccia con il futuro delle Province, con il ruolo delle democrazie di fronte alla crisi finanziaria, con lo spostamento della centralità economica e culturale dell Europa, con l emersione dalla miseria di miliardi di persone nel mondo. IV

6 Parlo ogni anno di Costituzione in omaggio alla nostra storia travagliata e come monito per me stesso, prima che per gli altri, per non dimenticare e per non avere paura del futuro: a questo serve una Carta Costituzionale, a sapere chi siamo, da dove veniamo e dove possiamo andare. Non dimentichiamolo, per il bene dell Italia, per il bene dell Isontino. La Giunta Provinciale Gorizia, 27 marzo 2013 V

7 VI

8 Siôr President dal Consei, Sioris Conseiris e Siôrs Conseîrs, mi samee evident che cheste no sarà la solite relazion di belanç, ancje parcè che chest nol è il solit belanç. Chel che o vin denant al è un strument contabil rigorôs cul unic obietîf di paritât: un vêr e propri belanç di vuere, fi dai tais operâts de Regjon par plui dal 25% dai trasferiments ordenaris, o ben in mancul che a pesin come un clap su la vite e su lis funzions dal Ent Provincie, dulà che si zonte la impussibilitât di aplicâ fin dal inizi il vanzum di aministrazion. Une riduzion in totâl di , une enormitât sot ducj i ponts di viste. Cualchidun nus à dite di spietâ Jugn, ma ce serietât ise aprovâ un belanç preventîf a Jugn? E soredut cualis sono lis ciertecis che o varìn in Jugn che vuê no vin? Nissune. Ve il parcè de nestre sielte di puartâ vuê ae vuestre atenzion un belanç draconian, sot il minim vitâl. O vin duncje fat des sieltis significativis, come il bloc des indenitâts di risultât par dirigjents e PO, il conzelament des cuotis associative, la gjestion al vues, zero contribûts, conzelament des indenitâts dai aministradôrs pal 25%, conferme dal bloc dal personâl, zero ativitâts al di là di chê istituzionâl. O Contìn di adeguâ vie vie chestis vôs tal cors dal an, fasint afidament sei tal assestament regjonâl e sei te aplicazion dal vanzum. Al è evident però che un tai dal 25% dai trasferiments ordenaris nol è acetabil ni tant mancul resonevul, gjavâ un cuart des risorsis aes Provinciis al vûl dî meti in discussion la erogazion dai servizis essenziâi, scuelis e stradis in primis. Cheste situazion e je la stesse de stragrande maiorance dai Comuns de nestre Regjon, e e ven sul seri di domandâsi cuale politiche e vedi cheste Regjon tai confronts des autonomiis locâls. Di sigûr no si pues lâ indenant cussì, nol è pussibil che la Regjon e ledi indenant a davuelzi funzions di aministrazion par finî a impuarî Provinciis e Comuns che invezit chestis funzions a àn di esercitâ. Ma no voi indenant par rispiet dal silenzi eletorâl. No sin modei che si vain intor e o sin pronts a afrontâ la emergjence, ma se cheste emergjence e larà indenant, il sisteme al è destinât a colassâ, cun dutis lis conseguencis dramatichis sei sul plan sociâl che economic. Al è incredibil verificâ come la Provincie di Gurize e continui a erogâ, pûr in cheste situazion, une liste di ativitâts une vore invidiabile, a dimostrazion che no sin dome contribûts e fantasie, come cualchidun al dîs, ma o sin une istituzion di aree vaste solide e vitâl. Cjalìn cumò un par un i servizis che dut câs o continuarìn a erogâ al teritori e ai citadins, pûr in regjim di vuere, e che di fat a rapresentin la mission vere de nestre istituzion provinciâl: ambient: autorizazions al scaric, implants energjetics, refudums, aghe, emissions in atmosfere, discjariis, smaltiment dal amiant, controi des cjalderiis, wi-fi sore nuie, il paisaç cun Vignesie capitâl europeane de culture; VII

9 scuelis: edilizie scolastiche, taule scolastiche provinciâl, coordenament dal plan di riordin scolastic, manutenzions corintis, riscjaldament e servizis, erogazion contribûts dai libris di test; stradis: manutenzions ordenariis e straordenariis, intervents varis, riduzions velocitât, sfalçs des borduris des stradis, manutenzion des pistis ciclabilis, intervents cuintri la nêf e le glace, sigurece stradâl; lavôrs publics: pat di stabilitât permetint o vin un liste di lavôrs publics no secondari, dal completament de sede, al fotovoltaic, aes oparis viariis, ae sistemazion des scuelis, ae implantistiche sportive e a Cjars 2014+; lavôr e economie: centris pal implei, inseriment lavoratîf dai disabii, incentîfs aes impresis, lavôrs di utilitât sociâl, pat pal svilup, gjestion des areis di crisi, taule dal vert e de agriculture; sociâl: plan de imigrazion, CISI, centris antiviolence, politiche pes oportunitâts parelis, azions cuintri la omofobie, protocol Caritas, protocol pensionâts, gjestion de Cjase di Lusniz, taule dal volontariât; culture e zovins: museus provinciâi e salis espositivis za viertis, galarie Spazzapan, archivi, mostris za programadis cun finanziaments esternis, forum dai zovins e sede, sedis pes associazions, centenari de vuere grande; sport: plan provinciâl di implantistiche sportive, educâ cul sport, sport e scuele, sostegn al sport disabil, taule dal sport e taule de speleologjie, palestris; traspuarts: motorizazion, traspuart public locâl su gome, autorizazions traspuarts ecezionâi; turisim: Cjars 2014+, pistis ciclabilis dal litorâl e dal Lusinç, promozion dal Cuei e turisim gastronomic, GAL Cjars; programazion europeane: plui di 30 progjets aprovâts su varis aspiets de nestre propueste economiche e sociâl; avocadure provinciâl: tutele dai interès di citadinance cun costituzion di part in cause civîl tai procès pal amiant, e su la gjestion dal Ospizi Marin. cooperazion internazionâl e pâs: progjets finanziâts dal ATO aghe ator pal mont, coordenament des politichis pe pâs; multilinguisim: minorancis linguistichis e dialets finanziâts cui fonts regjonâi vincolâts; faune: ativitât di vigjilance ambientâl, plan faunistic regjonâl e abatiments in deroghe, sportel 4 çatis, centri di recupar di Fossalon. No pôc, come che si viôt, e di sigûr mi soi dismenteât alc. VIII

10 Dôs peraulis a son di sigûr necessariis sul pat di stabilitât. O ai cirût di spiegâlu aes personis ma no soi rivât, no cjati nuie di resonevul tal fat che cui bêçs inte sachete no puedi paiâ un lavôr za fat. O crôt che al sedi l'esempli plui dirompent di ce che no pues e no devi jessi la Europe. Se la Europe e je dome Fiscal Compact e Credit Crunch, alore no nus covente. Mi auguri che prin pussibil il pat al vegni rinegoziât cu la Europe, ma soredut mi auguri une svolte totâl tes politichis comunitariis e tes politichis finanziariis dal continent. O lei vuê che la Gjermanie e à riviodût al ribàs lis sôs stimis di cressude, citant Bertold Brech mi ven di dî che se no sta atente no varà nissun par domandâ aiût un doman. Il clime eletorâl mi impon di no lâ oltri tes considerazions politichis, ma alc o volarès zontâ in merit ae crisi. O soi une vore convint che de crisi si jes dome cuntun gnûf model di svilup che al rispuindi aes domandis propriis de economie in maniere diferente dal passât, o ben, ce produsi? Parcè produsi? E par cui produsi? La crisi economiche nus à consegnât un mont che al devi fâ i conts ogni dì cu la sostignibilitât dal svilup, ma nol è suficient fevelâ dome di ambient, la sostignibilitât e devi jessi ancje sociâl e economiche, parcè che dome l'ecuilibri tra chescj trê aspiets, ambient, personis, economie, al pues dâ vite a un gnûf model di svilup. Vuê cussì come che al è, no baste implenâsi la bocje cui coscj de politiche, bisugne domandâsi dulà che si va e cemût che si va. No simpri o viôt cheste cussience. E prevâl ancjemò la politiche sberlade, de batude acide e scaltre, de imagjine fine a se stesse, o pensìn di jessi une nazion ma o sin deventâts un talk show. Dal rest la politiche e à dât sul seri une pessime imagjine di se stesse, ma come che al dîs il President dal Senât "no sin ducj compagns", e se e je une sperance di jessude de crisi e passe pe fiducie intes istituzions e inte democrazie. A son agns che o dîs la stesse robe, o ben che al è rivât il timp de responsabilitât, de sielte e dal cambiament, e lu ripet ancje vuê: Cambiâ al vûl dî impostâ un gnûf model di stât sociâl incancarât su la persone e i siei dirits e no su la apartignince sociâl o etniche, ridusi la distance tra personis sioris e personis puaris, aumentâ la mobilitât sociâl, premiâ il merit, eliminâ lis corporazions, coniugâ flessibilitât e garanziis. Cambiâ al vûl dî estendi e investî su la economie verde par rindi sostignibil e reâl il model di cressude. Investî su la inovazion, la ricercje aplicade, il savê, la universitât, la cognossince, la competence. E no sigûr la vie dal nucleâr. Cambiâ al vûl dî costruî domandis democratichis sostanzialis e no plui dome formâls, combati la privatizazion de democrazie, il predomini des oligarchiis e dai clan. Atuâ sul seri il federalisim. Sociâl, ambient, democrazie: lis trê sfidis de globalizazion. IX

11 Ma cui fevelial vuê di gnûf stât sociâl? Di gnûf model di svilup? Di federalisim? Di democrazie sostanziâl? La rispueste e je scontade. Nol è però scontât che di cheste crisi si jes cun plui democrazie e plui avualiance, ni cuntun gnûf model di svilup sostignibil pal ambient, pes personis e pe economie. E pues jessi la passion di une vite intune bataie cussì. Duncje, nol è domandâ masse che la politiche e torni a jessi chê passion gjenuine e disinteressade che e à cambiât il mont e che e à implenât il cûr di milions di personis, dant a ducj une sperance e un sium di realizâ. Al è un probleme di classis dirigjentis, ma no dome, al rivurde ognun di nô. E je la fadure dal cambiament: il mont gnûf. La nestre Provincie e je part di chest cambiament e no si sin mai tirâts indaûr. No stoi chi a ricuardâ il superament dal confin, la conference economiche e la sô atualitat, lis politichis europeanis, lis sieltis di economie verde sui refudums e su la aghe, su la energjie solâr e su la economie dal mâr, lis politichis su la multiculturalitât, il furlan, il sloven, lis feveladis venitis, intune peraule nô. Chestis robis lis savìn, ma e je une robe che no capìs, parcè ogni volte che si fevele di razionalizazion, che al sedi il tribunâl, che e sedi la aziende sanitarie, che al sedi il pont nassite, che e sei la pereson, che al sedi il puart, che a sedin i uficis statâi, che a sedin chei regjonâi, che e sedi la Pozzuolo, che e sedi la Provincie stesse, ogni volte o vin di jessi simpri nô a pierdi alc e mai il contrari. E chi sul seri mi fermi par motîfs eletorâi ma o pensi di vê dite clâr che nô no i stin. Ve parcè che il Belanç dal 2013 nol vûl jessi dome un belanç di vuere. No si rassegnìn. Lis nestris sieltis a son dome rimandadis, ma la direzion di marce no je cambiade. Francois Jullien nus à insegnât che la Cine e l Orient a son un altri nô pussibil, e dopo un pôc o ai capît che no jere dome une menace ma l invît a superâ il nestri nô cuotidian, condizion essenziâl par jessi de crisi. Il dibatit su lis Provinciis no nus ferme, parcè che o savìn che no si pues disegnâ une gnove architeture istituzionâl cence savê ce societât si vûl costruî e ce model di svilup si vûl perseguî. Signôr President dal Consei, Sioris Conseiris e Siôrs Conseîrs, sierant cheste relazion cu lis stessis peraulis dal an passât, parcè che o ai come la sensazion che o vin pierdût un an par jessi chel che no sin e che mai o sarìn. O feveli duncje de Costituzion Taliane, la nestre Costituzion, le plui biele dal mont. Lu fâs parcè che o ai simpri pensât che il concet di patrie no vedi nuie a ce fâ cun chel di nazionalisim, ni tant mancul di stât centralizât. Vuê la idee di Costituzion si lee cul futûr des Provinciis, cu la funzion des democraziis cuintri de crisi finanziarie, cul spostament de centralitât economiche e culturâl de Europe, cu la emersion de miserie di miliarts di personis tal mont. X

12 O feveli ogni an di Costituzion in omaç ae nestre storie tribulade e come monit par me stes, prime che par chei altris, par no dismenteâ e par no vê pôre dal futûr: a chest e servìs une Cjarte Costituzionâl, a savê cui che o sin, di dulà che o vignìn e dulà che podìn lâ. No stin a dismenteâlu, pal ben de Italie, pal ben dal Lisuntin. La Zonte Provinciâl Gurize, ai 27 di Març dal 2013 XI

13 XII

14 Gospod predsednik Pokrajinskega sveta, spoštovane svetnice in spoštovani svetniki, zdi se mi očitno, da to ni običajno poročilo, ki spremlja proračun, tudi zato, ker to ni običajni proračun. Kar imamo pred seboj, je v strogem pomenu računovodsko sredstvo z enim samim ciljem: ravnovesje proračuna. Gre za vojni proračun v pravem pomenu besede, sad varčevalnih ukrepov Dežele, ki je črtala več kot 25% rednih prenosov, kar pomeni minus in postavlja pod vprašaj obstoj in naloge Pokrajine. Temu je treba dodati še nezmožnost uporabe od vsega začetka proračunskega presežka. Znižanje sredstev znaša skupaj , kar je astronomski znesek z vseh vidikov. Nekdo nam je svetoval, da počakamo na junij, a bi bilo resno sprejeti proračun šele junija? In predvsem, ali bomo junija sploh imeli večjo gotovost od tiste, ki jo imamo danes? Prav nobene. Zato smo se odločili, da vam ta izjemno strog proračun pod minimalno mejo predstavimo danes. Sprejeli smo pomembne odločitve, kot so zamrznitev nadomestila za uspešnost načelnikov in organizacijskih položajev, zamrznitev stroškov za članarine, skrajno omejevanje stroškov, zamrznitev prispevkov, 25-odstotna zamrznitev nadomestil upraviteljev, potrditev zamrznitve zaposlovanja osebja, omejitev delovanja le na institucionalne naloge. Predvidevamo, da bomo te postavke lahko prilagodili med letom na podlagi deželnega rebalansa in z uporabo proračunskega presežka. Očitno pa je, da je 25-odstotno rezanje rednih prenosov bodisi nesprejemljivo bodisi nerazumno, saj odvzeti četrtino sredstev Pokrajinam pomeni postaviti pod vprašaj bistvene storitve, v prvi vrsti šole in ceste. V enakem položaju se je znašla velika večina občin v naši deželi, in res se moramo spraševati, kakšno politiko vodi ta Dežela v razmerju do lokalnih avtonomij. Tako prav gotovo ne bo šlo, ni sprejemljivo, da Dežela še naprej opravlja upravne naloge, katerih rezultat je obubožanje Pokrajin in Občin, ki pa morajo te naloge izvajati. Ne bom nadaljeval, ker spoštujem volilni molk. Nismo taki, da bi obupovali, in pripravljeni smo kljubovati izrednemu stanju, a če se bo to izredno stanje nadaljevalo, bo sistem odpovedal s hudimi posledicami na socialnem in gospodarskem področju. Skoraj neverjetno se zdi, kako Pokrajina Gorica kljub danim pogojem še naprej opravlja zavidljivo kopico dejavnosti. To je pravi dokaz, da Pokrajina niso samo prispevki in domišljija, kot nekateri predrzno zatrjujejo, temveč je solidna in vitalna ustanova širšega prostora. Sedaj natančno preglejmo storitve, ki jih bomo kljub vojnemu stanju še naprej ponujali našemu ozemlju in našim občanom in ki dejansko predstavljajo poslanstvo naše Pokrajine: okolje: dovoljenja za izpust, energetske naprave, odpadki, voda, emisije v zrak, odlagališča, odstranjevanje azbesta, nadzor nad kurilnimi napravami, brezplačni wi-fi, krajina z Benetkami evropsko prestolnico kulture; XIII

15 šole: šolski objekti, Pokrajinsko in čezmejno omizje za šolstvo, usklajevanje načrta za preureditev šolstva, redno vzdrževanje, ogrevanje in druge storitve, dodelitev prispevkov za nakup šolskih knjig; ceste: redno in izredno vzdrževanje, razni posegi, zmanjševanje hitrosti v cestnem prometu, košenje bankin in brežin, vzdrževanje kolesarskih stez, ukrepi v primeru sneženja in poledice, varnost v prometu; javne gradnje: če nam bo pakt o stabilnosti dopustil, imamo nezanemarljiv načrt, ki zadeva javne gradnje: dokončanje glavnega sedeža Pokrajine, fotovoltaični sistemi, cestna infrastruktura, posegi na šolskih in športnih objektih ter projekt Kras 2014+; zaposlovanje in gospodarstvo: centra za zaposlovanje, zaposlovanje invalidnih oseb, spodbude za podjetja, javno koristno delo, pakt za razvoj, upravljanje kriznih področij, zeleno omizje za kmetijstvo; sociala: načrt priseljevanja, konzorcij CISI, centri proti nasilju, politika enakih možnosti, akcije proti homofobiji, dogovor s Karitas, dogovor z upokojenci, upravljanje doma v Lužnicah, omizje za prostovoljstvo; kultura in mladi: Pokrajinski muzeji in že odprte razstavne dvorane, Galerija Spazzapan, arhiv, že načrtovane razstave, financirane z zunanjimi sredstvi, Pokrajinski forum mladih s svojim sedežem, prostori za društva, stoletnica izbruha prve svetovne vojne; šport: pokrajinski načrt o športnih objektih, Vzgajanje s pomočjo športa, Šport in šola, podpiranje športa za invalide, omizje za šport in omizje za jamarstvo, telovadnice; prevozi: Motorizacija, lokalni javni prevoz potnikov v cestnem prometu, dovoljenja za izredne prevoze; turizem: Kras 2014+, kolesarke steze ob obali in Soči, promocija Brd in gastronomskega turizma, LAS Kras; evropsko načrtovanje: več kot 30 odobrenih projektov v zvezi z različnimi vidiki naše gospodarske ponudbe in socialnega življenja; pokrajinska pravna služba: zaščita javnega interesa v sodnih obravnavah o azbestu in v zadevi Ospizio Marino; mednarodno sodelovanje in politika miru: projekti, ki jih financira uprava ATO za vodo v tujih državah, usklajevanje politike miru; večjezičnost: jezikovne manjšine in narečja, ki prejemajo namensko vezana deželna sredstva; favna: okoljski nadzor, deželni favnistični načrt in odstrel na podlagi odstopanja, okence za štirinožce, center za reševanje Fossalon. Iz zgoraj navedenega je razvidno, da ne gre za zanemarljivo delo, gotovo pa bi lahko še našteval. XIV

16 Dovolite mi nekaj besed na račun pakta stabilnosti. Zaman sem ga skušal pojasniti ljudem. Nesmiselno se mi namreč zdi dejstvo, da se z denarjem v žepu ne da plačati opravljenega dela. To je po mojem mnenju najbolj vehementen primer tega, kar Evropa ne more in ne sme biti. Če je Evropa samo Fiscal Compact in Credit Crunch, je ne potrebujemo. Upam, da se bodo v zvezi s paktom čim prej obnovila pogajanja z Evropo, zlasti pa si želim, da bi prišlo do popolnega preobrata v evropski politiki in v finančni politiki naše celine. Danes sem prebral, da je Nemčija svoje napovedi glede rasti popravila navzdol. Če citiram Bertolda Brechta, mora biti izredno previdna, sicer v prihodnosti ne bo imela nikogar, ki bi ga lahko zaprosila za pomoč. Zaradi predvolilnega obdobja se ne bom dodatno poglabljal v politična razmišljanja, želel pa bi nekaj dodati v zvezi s krizo. Trdno sem prepričan, da se lahko krize rešimo samo z novim razvojnim modelom, ki bo ponudil nov odgovor na ekonomska vprašanja oziroma na vprašanj, kaj naj proizvajamo Zakaj naj proizvajamo? Za koga naj proizvajamo? Ekonomska kriza nam je predala svet, ki se mora vsak dan soočati s trajnostjo razvoja, pri čemer ne gre le za okolje, trajnost mora biti tudi socialna in ekonomska, saj lahko le ravnovesje teh treh vidikov - okolje, ljudje, ekonomija obrodi nov razvojni model. Danes ni tako; ni dovolj, da se obregamo ob stroške politike, vprašati se moramo, kam gremo in na kakšen način gremo. To zavest včasih pogrešam. Še vedno prevladuje kričava politika, zaznamovana z zajedljivimi in odrezavimi napadi, s podobami, ki so same sebi namen; mislimo, da smo narod, v resnici pa smo se sprevrgli v pogovorno oddajo. Sicer pa že sama politika meče nase izredno slabo podobo. Vendar pa, kot pravi predsednik senata,»nismo vsi enaki«in če že obstaja upanje za izhod iz krize, je to možno le z zaupanjem v inštitucije in demokracijo. Že več let ponavljam isto stvar, in sicer, da je čas za prevzem odgovornosti, za izbire in spremembe. Tudi danes to poudarjam: Spremeniti se pomeni oblikovati nov model blaginje, ki temelji na človeku in njegovih pravicah, ne pa na družbeni ali etnični pripadnosti; pomeni zmanjšati prepad med bogatimi in revnimi, okrepiti socialno mobilnost, nagraditi zasluge, uničiti korporacije, povezati prožnost in jamstva. Spremeniti se pomeni okrepiti in investirati v zeleno ekonomijo za zagotovitev trajnostnega in stvarnega modela rasti. Vlagati v inovacije, aplikativne raziskave, znanje, univerzo, izkušenost, sposobnost. Nikakor pa ne usmeritev v nuklearno znanost. Spremeniti se pomeni snovati tehtne in ne le formalne demokratične zahteve, boriti se proti privatizaciji demokracije ter prevladi oligarhije in klanov. Zares udejanjiti federalizem. Sociala, okolje, demokracija: trije izzivi globalizacije. XV

17 Kdo pa danes govori o novi blaginji? O novem razvojnem modelu? O federalizmu? O substancialni demokraciji? Odgovor je samoumeven Ni pa samoumevno, da bomo iz te krize izšli z več demokracije in več enakopravnosti, niti ne z novim modelom trajnostnega razvoja za okolje, za ljudi in za ekonomijo. Ta bitka zahteva predanost, ki časovno terja celo življenje. Ne zahtevamo preveč, ko si želimo, da bi politika zopet postala pristna in nesebična strast, ki je spremenila svet in napolnila srca milijone ljudem, ko jim je dala upanje in ponudila uresničljive sanje. Gre za problem vodilnih razredov, a ne samo, zadeva vsakega od nas. Gre za napor, ki ga zahtevajo spremembe: nov svet. Naša Pokrajina je del teh sprememb, od katerih nismo nikdar odstopali. Ne želim dolgoveziti o padcu meje, ekonomski konferenci in njeni aktualnosti, evropski politiki, vpeljavi zelene ekonomije na področje odpadkov in vode, o sončni energiji in o morski ekonomiji, o politiki večkulturnosti, slovenščini, furlanščini, beneških narečjih, skratka z eno besedo, o nas. Vse te zadeve poznamo, vendar pa ne razumem, zakaj moramo vsakič, ko je govora o racionalizacij - sodišča, zdravstvenega podjetja, porodnišnice, zapora, pristanišča, državnih in deželnih služb, brigade Pozzuolo, Pokrajine - mi izgubiti nekaj in nikoli obratno. Na tem mestu se bom zares ustavil, ker ne želim posegati v predvolilne zadeve, prepričan pa sem, da sem jasno povedal, da mi na to ne pristanemo. Zato proračun za leto 2013 ni zgolj poračun vojni proračun, proračun vojnih izgub. Ne bomo obupali. Naše odločitve nameravamo zgolj preložiti, glavne smernice pa ostajajo nespremenjene. Francois Jullien nas je podučil, da sta Kitajska in Vzhod samo»možna različica nas«. Naposled sem doumel, da ne gre zgolj za grožnjo, ampak za poziv, da presežemo»naš vsakdanji jaz«kot predpogoj za izhod iz krize. Ne bomo se zaustavili ob grožnjah po ukinitvi Pokrajin, saj vemo, da ni mogoče narisati nove institucionalne arhitekture, ne da bi vedeli, katero družbo želimo zgraditi in kateremu razvojnemu modelu želimo slediti. Gospod predsednik Pokrajinskega sveta, spoštovane svetnice in spoštovani svetniki, poročilo bom zaključil z istimi besedami, ki sem jih uporabil lani, saj se mi dozdeva, da smo izgubili eno leto, da bi postali to, kar nismo, in kar nikoli ne bomo. V mislih imam italijansko Ustavo, našo Ustavo, najlepšo na svetu. To bom storil zato, ker sem vedno verjel, da pojem domovine nima nič skupnega s pojmom nacionalizma in še manj s centralizirano državo. Danes se ideja Ustave prepleta s prihodnostjo Pokrajin, z vlogo demokracij v odnosu do finančne krize, z izpodrivom ekonomskega in kulturnega centralizma Evrope, z izhodom iz revščine milijarde ljudi po svetu. XVI

18 Vsako leto spregovorim o Ustavi v počastitev naše razburkane zgodovine in kot opomin samemu sebi, bolj kot ostalim, da ne bom pozabil in da me ne bo strah prihodnosti: temu je namenjena Ustavna listina, da se zavedamo, kdo smo, od kod prihajamo in kaj lahko dosežemo. Ne pozabimo na to, za dobro Italije, za dobro Posočja. Gorica, 27. marec 2013 Pokrajinski odbor XVII

19 XVIII

20 SEZIONE 1 CARATTERISTICHE GENERALI DELLA POPOLAZIONE, DEL TERRITORIO, DELL ECONOMIA INSEDIATA E DEI SERVIZI DELL ENTE 1

21 2

22 1.1 POPOLAZIONE Prospetto preliminare riassuntivo (art.156 D.Lgs. 267/2000) Popolazione legale 2001 (penultimo censimento) n Popolazione residente alla fine del penultimo anno precedente (31/12/2011) (ultimo censimento) maschi n n Popolazione scolastica iscritta alle scuole medie superiori di competenza provinciale femmine n n La demografia Nel corso degli ultimi dieci anni si conferma la generale tendenza all aumento della popolazione residente in regione sostenuta soprattutto dalla crescita nella provincia di Pordenone (+8,5%) ma anche, in misura minore, a Udine e Gorizia. Trieste è l unico territorio provinciale che presenta un calo dei residenti nel periodo considerato. Tabella 1: Andamento della popolazione nelle province PROVINCIA Pordenone Udine Gorizia Trieste F.V.G Fonte: Demo-ISTAT La popolazione residente in provincia di Gorizia, secondo i dati dell ultimo censimento 2011, è di unità ripartite in di sesso maschile (48,4%) e di sesso femminile (51,6%) pari all 11,50% della popolazione regionale. 1 Tabella 2: Distribuzione territoriale per ambito. Anni Alto isontino Basso isontino Maschi Femmine Maschi Femmine Fonte Demo-ISTAT. Si rileva un equilibrio nella distribuzione della popolazione per ambito tra alto e basso isontino: infatti la popolazione risiede per il 50,1 % nel basso isontino e per il 49,9% nell alto isontino. Risultano più numerose le femmine in entrambi i distretti con un aumento percentuale più evidente nei maschi residenti nel basso isontino rispetto a dieci anni fa. 1 Fonte sito internet: data ultima consultazione 13/3/

23 Figura 1: Distribuzione territoriale della popolazione per ambito al 31/12/ ,96% 25,64% 26,00% 25,50% 25,00% 24,45% 24,50% 23,96% 24,00% 23,50% 23,00% 22,50% M F M F ALTO ISONTINO BASSO ISONTINO Fonte: Demo-ISTAT. Figura 2: Distribuzione territoriale per comune al 31/12/ Gorizia Capriva del Friuli Cormons Doberdò del lago Dolegna del Collio Farra d'isonzo Fogliano-Redipuglia Gradisca d'isonzo Grado Mariano del Friuli Medea Monfalcone Moraro Mossa Romans d'isonzo Ronchi dei Legionari Sagrado San Canzian d'isonzo San Floriano del Collio San Lorenzo Isontino San Pier d'isonzo Savogna d'isonzo Staranzano Turriaco Villesse Fonte: Demo- ISTAT 4

24 Tabella 3: Popolazione residente per classi di età e sesso in provincia di Gorizia. Censimenti CLASSI DI ETA' M F T M F T 0-9 anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni e + anni TOTALI Fonte: Demo- ISTAT Figura 3: Popolazione residente per classi di età in provincia di Gorizia. Censimenti anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni 100 e + anni Fonte: Demo- ISTAT Il grafico soprastante evidenzia che nell arco degli ultimi 10 anni si è verificato un positivo incremento numerico nelle fasce più giovani della popolazione (0-9 e 10-19) mentre la parte più anziana della popolazione è in aumento nella fascia ma soprattutto in quella L incremento numerico più significativo si registra però fra i quarantenni. 5

25 Tabella 4: Popolazione residente per sesso e stato civile nella provincia. Anni Uomini Uomini Uomini Uomini Totale Donne Donne Donne Donne Totale Celibi Coniugati Divorziati Vedovi Maschi Nubili Coniugate Divorziate Vedove Femmine Totale M/F Fonte: I.S.T.A.T. - Demo Tabella 5: Caratteristiche demografiche della popolazione della provincia di Gorizia 2 31/12/ /12/2011 Classi età M F TOT. M F TOT. < 15 anni % < 15 anni 11,65% 10,31% 10,96% 13,18% 11,50% 12,31% >= 65 anni % >= 65 anni 17,97% 26,77% 22,54% 21,41% 29,00% 25,32% anni pop. attiva % pop. età attiva 70,37% 62,92% 66,50% 65,40% 59,50% 62,36% Indice di vecchiaia 154,20 259,70 205,72 162,49 252,30 205,76 Indice di dipendenza 42,10 58,93 50,37 52,89 68,06 60,36 Età media 42,67 47,18 45,01 44,29 48,26 46,34 Totale Maschi Totale Femmine Totale MF Rapporto di mascolinità 92,67 93,82 Indice di struttura attiva 102,37 114,75 108,27 142,63 148,54 145,50 Indice di ricambio 200,86 226,94 213,50 159,57 186,09 172,48 Fonte:14 e 15 censimento ISTAT Per quanto riguarda l evoluzione demografica della provincia di Gorizia nell ultimo decennio si è assistito ad un progressivo invecchiamento della popolazione con l età media della popolazione che si è alzata passando da 45,01 anni nel 2001 ai 46,34 anni dell ultimo censimento 2011; anche la percentuale di ultrasessantacinquenni sul totale conferma questo andamento: in dieci anni si è passati dal 22,54% al 25,32%. Peraltro l indice di vecchiaia è costante a causa del buon incremento demografico fra i minori di 15 anni. L indice di ricambio generazionale, che prende in considerazione il rapporto tra le persone mature con anni ed i giovani passa da 213,50 del 2001 a 172,48 del 2011 con una variazione negativa dovuta al maggior aumento nella fascia anziana rispetto a quella giovane del quadriennio L indice di struttura attiva passa da 108,27 del 2001 a 145,50 del 2011 e conferma la netta prevalenza numerica della fascia di età rispetto a tutte le altre. Nel 2011 il rapporto di mascolinità risulta in leggero aumento rispetto a dieci anni prima da 92,67 a 93,82. Tuttavia dopo i 60 anni l incidenza delle donne sugli uomini aumenta e questo perché la loro aspettativa di vita è più elevata, tanto che il rapporto di mascolinità per gli anziani con più di 65 anni diminuisce al 69%; nelle fasce d età più giovani la tendenza è inversa e il rapporto di mascolinità è sempre superiore a 100 (107,5 per i minori di 15 anni risultanti dall ultimo censimento). 2 Rielaborazione su dati ISTAT; fonte sito internet: data ultima consultazione 13/3/

26 1.1.2 Movimento migratorio L'andamento delle principali componenti demografiche provinciali degli ultimi nove anni è riportato nel prospetto seguente. Il saldo migratorio pur continuando ad essere positivo risulta in progressivo calo ed anche nell ultimo anno è stato positivo per sole 197 unità. A causa dello stabilizzarsi del fenomeno, dovuto anche ai riflessi negativi della crisi economica degli ultimi anni, nel 2011 il saldo migratorio subisce una diminuzione dell 88% rispetto al picco raggiunto nel Il saldo naturale invece continua a presentare valori negativi con un trend in aumento confermando il minore ricambio generazionale caratteristico dell ultimo decennio. Tabella 6: Bilancio demografico al 31/12, serie storica dal 2003 al Nati Morti Saldo naturale Nuovi Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo Totale demografico Fonte: elaborazione Ufficio Statistica della Provincia di Gorizia su dati ISTAT 3 Il grafico sottostante evidenzia il trend calante della tabella precedente. In particolare si nota che nel 2011 il saldo naturale è stabile e contribuisce in modo decisivo al declino del saldo complessivo. Figura 4: Trend bilancio demografico dal 2003 al Saldo naturale Saldo migratorio Saldo demografico Fonte: elaborazione Ufficio Statistica della Provincia di Gorizia su dati ISTAT 3 Fonte sito internet: Bilancio demografico per provincia al 31/12/

27 Il bilancio demografico annuale I.S.T.A.T. di fine 2011 evidenzia un saldo naturale negativo in quasi tutti i comuni e questo sia prima che dopo le operazioni censuarie di riaccertamento; il saldo migratorio è positivo in generale ma non per tutti i comuni: in particolare a Monfalcone, con l acuirsi della crisi economica, si è verificato un notevole incremento del saldo migratorio negativo. Peraltro le operazioni censuarie di inizio ottobre avevano già evidenziato, in questo comune, circa 600 residenti in meno, molto probabilmente attribuibili ad abbandoni de facto del territorio nazionale non dichiarati all anagrafe. Rimane invece positivo il saldo migratorio nella città di Gorizia, anche se pure qui le operazioni censuarie hanno evidenziato, come a Monfalcone, circa 600 residenti effettivi in meno. Tabella 7: Flussi demografici post-censimento per comune nell anno Comune popolazione riaccertata dal censimento al 9/10/2011 nati morti saldo naturale nuovi iscritti cancellati saldo migratorio saldo demografico numero famiglie convivenze popolazione finale al 31/12/2011 Gorizia Capriva del Friuli Cormons Doberdò del lago Dolegna del Collio Farra d'isonzo Fogliano Redipuglia Gradisca d'isonzo Grado Mariano del Friuli Medea Monfalcone Moraro Mossa Romans d'isonzo Ronchi dei L Sagrado San Canzian d'is San Floriano del C San Lorenzo Is San Pier d'isonzo Savogna d'isonzo Staranzano Turriaco Villesse TOTALE Fonte: elaborazione Ufficio Statistica della Provincia di Gorizia su dati ISTAT Al termine delle operazioni censuarie 2011 la popolazione straniera residente in regione è pari a persone, con una netta diminuzione rispetto all anno precedente di unità in valore assoluto (-8%). La popolazione straniera in provincia di Gorizia ammonta a persone alla chiusura del censimento e a al 31/12/2011 e costituisce il 7,15% della popolazione totale residente sul territorio provinciale. La composizione della popolazione straniera è di maschi e femmine di cui minorenni. Al censimento 2011 la popolazione straniera residente in regione è aumentata del 154,1% rispetto al precedente censimento del 2001 mentre a livello provinciale l incremento è più accentuato e si attesta a +165,6% nello stesso periodo. 8

28 Tabella 8: Popolazione straniera residente in regione - Censimenti 2001 e 2011 Fonte: tratta dalla pubblicazione L Italia del censimento I.S.T.A.T. Tabella 9: Bilancio demografico al 31/12 della popolazione straniera residente nella provincia di Gorizia popolazione straniera iscritti cancellati totale di cui: iscritti totale Anni totale Uomini Donne Minorenni per acquisizione di cittadinanza italiana * (*) I dati su iscrizioni e cancellazioni sono post-censuari e si riferiscono agli ultimi tre mesi dell'anno mentre il dato sui nuovi cittadini italiani si riferisce all'intero 2011 Fonte: Figura 5: Popolazione straniera residente in provincia distinta per sesso e classe di età - Censimento maschi femmine anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni 100 anni e più Fonte: elaborazione Ufficio Statistica della Provincia di Gorizia su dati ISTAT 9

29 Rispetto al 1/1/2011 gli ultimi dati definitivi alla fine dello stesso anno evidenziano un generalizzato calo degli stranieri residenti pari a circa 800 unità in tutta la provincia. Le perdite negli stranieri residenti più consistenti in valore assoluto si sono presentate a Monfalcone (-295 unità) seguita da Gorizia (-144), Grado (-134) e Staranzano (-68) mentre piccoli comuni come Moraro, Mariano e Turriaco si pongono in controtendenza con lievi aumenti. La distribuzione della popolazione straniera per comune evidenzia la maggior concentrazione di persone straniere nei comuni più popolosi soprattutto per motivi legati al lavoro. Monfalcone presenta un 15% circa di residenti stranieri e Gorizia una percentuale costante negli anni dell 8% circa. Peraltro gli altri comuni della provincia hanno percentuali di popolazione straniera sul totale dei residenti con valori pari o inferiori al 5%. Il 2011 è stato un anno di svolta in questo senso perché per la prima volta l incidenza della popolazione straniera è diminuita anziché aumentata. La distribuzione della popolazione straniera per fascia d età (figura 5) evidenzia una maggior presenza in tutti i comuni di persone giovani in età lavorativa, soprattutto nella fascia anni che da sola assorbe il 60% del totale degli stranieri residenti. Pure consistente è la quota di stranieri in età scolare (0-19 anni) che rappresenta il 25% della popolazione straniera residente mentre le altre fasce d età hanno una rappresentatività più contenuta: solo il 4,5% degli stranieri sono ultrasessantenni. Tabella 10: Popolazione straniera residente al 1/1 per Comune - Anni dal 2009 al var var var Gorizia ,45% -0,26% -4,63% Capriva del Friuli ,44% 4,26% 4,08% Cormons ,09% 1,75% -12,5% Doberdò del lago ,13% 9,68% -23,53% Dolegna del Collio ,11% 20,00% - Farra d'isonzo ,00% -3,70% -19,23% Fogliano-Redipuglia ,94% 13,33% -2,52% Gradisca d'isonzo ,92% 7,02% -3,93% Grado ,69% 7,04% -25,19% Mariano del Friuli ,33% -7,69% 16,66% Medea ,76% 23,68% -23,40% Monfalcone ,32% 4,25% -6,90% Moraro ,00% 50,00% 37,50% Mossa ,27% -9,80% -26,08% Romans d'isonzo ,25% 1,18% -3,49% Ronchi dei Legionari ,71% 6,89% -6,00% Sagrado ,41% 29,17% - San Canzian d'isonzo ,91% 5,10% -8,58% San Floriano del Collio ,00% -28,57% 60,00% San Lorenzo Isontino ,00% 4,55% 30,43% San Pier d'isonzo ,41% 16,95% -7,24% Savogna d'isonzo ,22% 11,32% -10,17% Staranzano ,73% 8,63% -18,63% Turriaco ,00% 5,45% 12,93% Villesse ,93% 3,85% -5,55% Fonte: elaborazione Ufficio Statistica della Provincia di Gorizia su dati ISTAT 10

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