Le soluzioni digitali a servizio della PA
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1 Le soluzioni digitali a servizio della PA
2 Agenda La strategia europea e nazionale Il quadro di riferimento nazionale Pianificazione strategica dell ICT Le barriere all innovazione I benefici indotti dalla digitalizzazione Alcuni temi oggi rilevanti per la PA che si innova I desiderata dell utenza
3 Agenda Digitale Europea (COM 245/2010) L Agenda Digitale è stata presentata dalla Commissione Europea nel maggio 2010 con lo scopo di sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TLC o ICT) per favorire l'innovazione, la crescita economica e la competitività. Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 19 maggio 2010, intitolata «Un agenda digitale europea» Obiettivo principale: ottenere vantaggi socio economici sostenibili grazie a un mercato digitale unico basato su Internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili.
4 Agenda Digitale Europea (COM 245/2010) L'Agenda Digitale rappresenta una delle sette iniziative faro individuate nella più ampia Strategia EU2020, finalizzata a una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile dell'unione. Con una maggiore diffusione e un uso più efficace delle tecnologie digitali, l'europa potrà stimolare l'occupazione e affrontare le principali sfide a cui è chiamata, offrendo ai suoi cittadini una migliore qualità della vita e assicurando: Un migliore servizio sanitario; Trasporti più sicuri ed efficienti; Un ambiente più pulito; Nuove possibilità di comunicazione; Un accesso più agevole ai servizi pubblici e ai contenuti culturali.
5 Agenda Digitale Europea (COM 245/2010) L'Agenda Digitale Individua i principali ostacoli che minano gli sforzi compiuti per sfruttare le TLC; Indica la strategia unitaria a livello europeo volta al loro superamento, individuando le aree d'azione che sono chiamati ad adottare gli Stati membri: Realizzare il mercato digitale unico; Aumentare interoperabilità e standard; Consolidare la fiducia e la sicurezza on line; Promuovere un accesso ad Internet veloce e superveloce per tutti; Investire nella ricerca e nell innovazione; Migliorare l alfabetizzazione, le competenze e l inclusione digitale; Promuovere vantaggi per la società grazie all utilizzo della tecnologia (ambiente, sanità e trasporti).
6 Agenda Digitale Italiana (DL 179/2012, art. 14) L'Agenda Digitale Italiana (ADI) è stata istituita il primo marzo 2012 con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione; il Ministro per la Coesione Territoriale; il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e il Ministro dell Economia e delle Finanze. Il c.d. decreto crescita 2.0, ha previsto le misure per la sua applicazione concreta. I principali interventi sono previsti nei settori: identità digitale, PA digitale/open data, istruzione digitale, sanità digitale, divario digitale, pagamenti elettronici e giustizia digitale.
7 Cabina di Regia (DL 69/2013, art. 13) La cabina di regia è l organo operativo dell ADI. È strutturata in sei gruppi di lavoro corrispondenti a sei assi strategici: infrastrutture e sicurezza; ecommerce; egovernment Open Data; Alfabetizzazione Informatica Competenze Digitali; Ricerca e Innovazione; Smart Cities and Communities. Elabora una serie di iniziative concrete con l obiettivo di innovare ognuno dei sei ambiti tematici e di implementare gli indirizzi dell Agenda Digitale Europea in campo nazionale. Elabora inoltre proposte normative e di riorganizzazione della macchina amministrativa, tenendo conto dei principi di efficienza e risparmio.
8 Agenzia per l Italia Digitale (DL 83/12, art.19) L Agenzia per l Italia Digitale ha il compito di attuare gli obiettivi definiti dall'adi, monitorando l'attuazione dei piani di ICT delle Pubbliche Amministrazioni e promuovendone annualmente di nuovi, in linea con l Agenda Digitale Europea.
9 Agenzia per l Italia Digitale (DL 83/12, art.20) In particolare l Agenzia per l Italia Digitale: Svolge attività di progettazione delle iniziative strategiche per la più efficace erogazione di servizi in rete della PA a cittadini e imprese; Dovrà elaborare le linee guida e le regole tecniche per la piena interoperabilità e cooperazione applicativa tra i sistemi informatici della PA e tra questi e i sistemi dell UE; Dovrà accelerare i processi di informatizzazione dei documenti amministrativi, vigilare sulla qualità dei servizi e sulla razionalizzazione della spesa ICT, contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, anche mediante l'accelerazione della diffusione delle Reti di nuova generazione (NGN); Dovrà promuovere le iniziative di alfabetizzazione informatica mediante tecnologie didattiche innovative rivolte ai cittadini, ai pubblici dipendenti, anche mediante intese con la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e il Formez.
10 Misure per l ADI (DL 179/2012, artt. 1 9) Identità Digitale Documento digitale unificato Carta di identità elettronica e tessera sanitaria (art. 1) Anagrafe unificata, censimento annuale della popolazione e Archivio delle strade (artt. 2, 3) Domicilio digitale del cittadino e obbligo di PEC per le imprese (artt. 4,5) Amministrazione Digitale Pubblicazione dati e informazioni in formato aperto (art. 9) Biglietti di viaggio elettronici e sistemi di trasporto intelligente (art. 8) Procedure digitali per acquisto di beni e servizi (art. 6) Trasmissione obbligatoria di documenti per via telematica (artt. 6,7) Pubblicizzazione dei dati della PA (art. 9)
11 Misure per l ADI (DL 179/2012, artt ) Istruzione Digitale Fascicolo elettronico per gli studenti universitari e semplificazione di procedure in materia di università (art. 10) Libri e centri scolastici digitali (art. 11) Sanità Digitale Fascicolo sanitario elettronico, cartella e prescrizione medica digitali (artt. 12,13) Imbulso banda larga e ultralarga Azzeramento del divario digitale, interventi per la diffusione delle tecnologie digitali (art. 14)
12 Misure per l ADI (DL 179/2012, artt ) Moneta e Fatturazione Digitale Pagamenti elettronici alle Pubbliche Amministrazioni (art. 15) Utilizzo della moneta elettronica (art. 15) Giustizia Digitale Biglietto di cancelleria, comunicazioni e notificazioni per via telematica (art. 16) Modifiche alla legge fallimentare (art. 17) Sinergia con l VIII PQ Horizon 2020 (art. 19) Comunità intelligenti (art. 20)
13 ADI Alcune iniziative Bandi del MIUR per le Smart Cities and Communities (Decreto Direttoriale 391/Ric del 05/07/2012) Piano nazionale banda larga e Piano nazionale banda ultra larga del Ministero dello Sviluppo Economico (DL 179/2012, art. 14 Bando GUCE GU/S S50 del 12/03/2013)
14 Decreto Legge Fare (DL 69/2013, artt ) Novità in materia di Agenda Digitale: Governance dell ADI (art. 13) La governance viene resa più snella e operativa. La cabina di regia che presenterà al Parlamento un quadro complessivo delle norme vigenti, dei programmi avviati e del loro stato di avanzamento, nonché delle risorse disponibili. La cabina di regia si avvale di un Tavolo permanente, composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università. L Agenzia per l Italia Digitale viene poi sottoposta alla vigilanza unicamente del Presidente del Consiglio. Misure per favorire la diffusione del domicilio digitale (art. 14) All atto della richiesta della CIE o del documento unificato, il cittadino potrà chiedere una casella di PEC. Razionalizzazione dei CED (art. 16) Misure per favorire la realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico (art. 17)
15 Agenda La strategia europea e nazionale Il quadro di riferimento nazionale Pianificazione strategica dell ICT Le barriere all innovazione I benefici indotti dalla digitalizzazione Alcuni temi oggi rilevanti per la PA che si innova I desiderata dell utenza
16 Il quadro di riferimento nazionale Dall Agenda Digitale Europea ai Gruppi di Lavoro in Italia Mercato Digitale Unico Infrastrutture e Sicurezza Interoperabilità e Standard ecommerce Fiducia e Sicurezza Internet veloce e Super veloce egovernment e Open Data Alfabetizzazione informatica Ricerca e Innovazione Ricerca e Innovazione Alfabetizzazione e inclusione digitale Smart Communities ICT e Società [fonte: RIIR, 2012]
17 Il quadro di riferimento nazionale Leggi regionali sulla Società dell Informazione [fonte: Cisis, 2012]
18 Il quadro di riferimento nazionale
19 Il quadro di riferimento nazionale Interoperabilità [fonte: RIIR, 2012]
20 Il quadro di riferimento nazionale Identità digitale Le Regioni con più servizi attivati sulle CRS LA DI FFUSI ONE Le Regioni più attive (% CRS distribuite rispetto alla popolazione) L ADOZI ONE Le regioni con più CRS attivate [fonte: RIIR, 2012]
21 Il quadro di riferimento nazionale Banda larga [fonte: RIIR, 2012]
22 Il quadro di riferimento nazionale Sistema Informativo Territoriale [fonte: RIIR, 2012]
23 L innovazione nelle Regioni Eterogeneità nazionale Fonte: EC, IUS 2013
24 L innovazione nelle Regioni.. eterogeneità regionale Innovation Leader Innovation Follower Moderate Innovator Modest Innovator Sardegna Basilicata Calabria Molise Piemonte Lombardia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Lazio Provincia Autonoma Trento Veneto Valle d'aosta Liguria Toscana Umbria Marche Abruzzo Puglia Campania Provincia Autonoma Bolzano Sicilia Fonte: EC, IUS 2013 Follower - High Moderate - High Modest - High Follower - Medium Moderate - Medium Modest - Medium Follower - Low Moderate - Low Modest - Low
25 L innovazione nelle Regioni.. in differenti aspetti Indice di Modernità ICT Tasso di Utilizzo ICT Maturità dell offerta Readiness ICT del Territorio 1 Emilia Romagna Emilia Romagna Emilia Romagna Emilia Romagna 2 Lombardia Veneto Veneto Friuli Venezia Giulia 3 Veneto Trentino Alto Adige Lombardia Lombardia 4 Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Toscana Lazio 5 Friuli Venezia Giulia Toscana Trentino Alto Adige Liguria 6 Toscana Lombardia Piemonte Valle d'aosta 7 Liguria Piemonte Liguria Marche 8 Piemonte Valle d'aosta Marche Piemonte 9 Lazio Liguria Lazio Trentino Alto Adige 10 Marche Umbria Friuli Venezia Giulia Veneto 11 Valle d'aosta Lazio Basilicata Toscana 12 Umbria Sardegna Abruzzo Umbria 13 Abruzzo Marche Calabria Campania 14 Basilicata Abruzzo Valle d'aosta Abruzzo 15 Campania Campania Campania Sardegna 16 Sardegna Sicilia Umbria Puglia 17 Calabria Puglia Molise Sicilia 18 Puglia Basilicata Sicilia Basilicata 19 Sicilia Calabria Puglia Calabria 20 Molise Molise Sardegna Molise Fonte: MIP&SDA, Ricerca Modernità ICT & Territorio, 2012
26 L innovazione nelle Regioni Quali le conseguenze dell eterogeneità nella gestione dell innovazione? Criticità: Frammentazione dei sistemi.differenti livelli di servizio Assenza di standard bassa replicabilità Opportunità: Ente follower bassi sforzi in contesto di ridotta incertezza Riuso Ente pioniere alti sforzi in contesto di incertezza Federalismo competitivo e non cooperativo
27 Il ruolo dei diversi livelli di governo Community Network IL GRADO DI ADESIONE % di Comuni aderenti alla Community Network per regione I L GRADO DI ADOZI ONE Le Community Network più attive nelle funzioni offerte, nei processi e nei servizi condivisi (Numero di funzioni o servizi presenti su un panel di 22 servizi) [fonte: Cisis, 2012]
28 Il ruolo dei diversi livelli di governo Qual è il livello istituzionale più adeguato a elaborare strategie di egovernment? 72% 43% 36% 17% 24% 28% 11% 24% 28% 10% 8% Regioni e Provincie Comuni > abitanti Comuni < abitanti Nazionale Regionale Provinciale/Sovracomunale (comunità montana, unione di comuni, ecc.) Comunale Governance dell innovazione destrutturata [fonte: Osservatorio egovernment 2012]
29 Il ruolo dei diversi livelli di governo Qual è il livello istituzionale più adeguato per coordinare azioni di egovernment? 53% 12% 13% 8% Comunale Provinciale Regionale Nazionale Il supporto di altri Enti nella riuscita del progetto è Molto utile o determinante 60% [fonte: Osservatorio egovernment 2012]
30 Agenda La strategia europea e nazionale Il quadro di riferimento nazionale Pianificazione strategica dell ICT Le barriere all innovazione I benefici indotti dalla digitalizzazione Alcuni temi oggi rilevanti per la PA che si innova I desiderata dell utenza
31 Pianificazione strategica ICT: perché è così importante? Emerge un utilizzo non ottimizzato dei fondi a disposizione, imputabile anche ad una carenza della pianificazione strategica ICT Una corretta ed accurata pianificazione può portare i seguenti vantaggi: Migliore utilizzo delle risorse: concretezza degli obiettivi e dei benefici attesi Consapevolezza delle decisioni di investimento: spesa maggiormente sotto controllo Visione condivisa per un più facile coordinamento con altri soggetti (sia interni che esterni all Ente) Visione più chiara dell evoluzione della dotazione ICT dell Ente
32 Pianificazione strategica ICT: elementi salienti La Governance Per poter intraprendere un reale processo innovativo della PAL è indispensabile un governo condiviso tra gli Enti e una pianificazione di medio lungo periodo, che utilizzi la leva della tecnologia per conseguire una maggiore efficienza interna e una migliore efficacia nella relazione con cittadini e imprese. Tale processo richiede una regia strutturata tra gli stessi Enti in particolare le Regioni, dotate sia di strumenti di pianificazione che di investimenti e i Comuni, che erogano la maggior parte dei servizi sia in termini progettuali che di erogazione delle risorse. Gli investimenti Le Regioni sono i soggetti naturali deputati ad assumersi il ruolo di governance dei sistemi informativi, per le competenze disponibili al proprio interno e per le disponibilità di investimenti finanziari (che, tra l altro, hanno difficoltà a utilizzare interamente). Il raccordo con i Comuni e gli altri Enti sul territorio deve essere pieno, per evitare o finanziamenti a pioggia o investimenti improduttivi.
33 Pianificazione strategica ICT: elementi salienti L integrazione tra gli Enti Per evitare che lo sforzo dei singoli Enti venga vanificato, è opportuno lavorare in direzione dell integrazione dei dati, presupposto indispensabile per la qualità e l efficienza dei servizi. La qualità e la trasparenza delle gare Più gare (con regole semplici), più trasparenza negli appalti e un utilizzo molto più spinto delle forniture private, sono presupposti imprescindibili per una migliore qualità di applicazioni informatiche che diano vero valore aggiunto nei servizi online.
34 Pianificazione strategica dell ICT Obiettivi Azioni Program. strategica ICT Risorse Strumenti Prospettiva di medio/lungo periodo
35 Pianificazione strategica: obiettivi Formulazione dei fabbisogni di informatizzazione, sulla base dell analisi dei processi interni (bottom up) e degli obiettivi direzionali da perseguire (top down) Identificazione della soluzione e valutazione della fattibilità, dal punto di vista tecnico, dei costi connessi alla realizzazione, dei benefici attesi, dei rischi e dei vincoli tecnologici, temporali e normativi Analisi del make or buy, intesa come valutazione dell opportunità di esternalizzare, in tutto o in parte la realizzazione del progetto e la definizione delle modalità di selezione del Fornitore OUTPUT Criteri qualitativi e quantitativi a cui tendere
36 Pianificazione strategica: risorse Vincoli: Disponibilità di Risorse Umane Quantità Competenze Fonti di finanziamento Materiali ed infrastrutturali Visione lifecycle Entità organizzative: Responsabile del piano la persona responsabile della gestione del piano. La figura di Responsabile del piano può coincidere con il Responsabile di contratto (competenze giuridico amministrative) Centro di costo la persona o l organizzazione che beneficerà dei risultati del piano Centro di responsabilità la persona o l organizzazione coinvolta a vario titolo nella realizzazione del piano Centro di spesa l organizzazione che provvede ad impegnare i fondi per il piano
37 Pianificazione strategica: strumenti Normative, Piani e Linee Guida emanate in cascata dai diversi livelli di governo Esempio, Pubblica Amministrazione Centrale: Piano triennale dell ICT per la PA (CNIPA, poi DigitPA, ora AgID) Piano annuale dell ICT per la PA (CNIPA, poi DigitPA, ora AgID)
38 Pianificazione strategica: azioni a) Formalizzazione del programma ed elaborazione dei relativi piani b) Analisi dei rischi c) Pianificazione della comunicazione d) Pianificazione della qualità e) Esecuzione dei piani f) Controllo dei piani g) Revisione, riesame e valutazione h) Definizione dell infrastruttura i) Manutenzione dell infrastruttura j) Definizione / valutazione dei processi k) Progettazione e realizzazione della formazione l) Conclusione / chiusura del piano
39 Processo decisionale: fasi Il processo decisionale a supporto della strategia d acquisto di soluzioni applicative da parte della Pubblica Amministrazione si compone di differenti fasi successive: Riconoscimento del bisogno (influenza di Normativa e Opportunità di finanziamento) Definizione delle specifiche tecniche e funzionali Ricerca delle informazioni Richiesta delle possibili offerte Valutazione delle alternative Decisione Assegnazione dell incarico Attività post acquisto
40 Processo decisionale: ruoli I ruoli che operano nel processo d acquisto in ambito PA sono molteplici, e spesso rivestiti da un unico attore: Iniziatore: identifica il bisogno e il prodotto che può soddisfarlo Utilizzatore: utilizza l applicativo oggetto di acquisto Acquirente: depositario dell autorità formale di effettuare l acquisto vero e proprio e di negoziare con il fornitore Influenzatore: soggetto che in modo diretto o indiretto influenza il processo decisionale Decisore: soggetto detentore dell autorità di scegliere tra le esistenti alternative/ proposte, capace di approvare formalmente la decisione d acquisto Ogni ruolo ha una propria funzione obiettivo e propri vincoli Il numero di soggetti chiamati a ricoprire i ruoli del processo di acquisto è influenzato dalla: Tipologia di acquisto Tipologia di Amministrazione
41 Agenda La strategia europea e nazionale Il quadro di riferimento nazionale Pianificazione strategica dell ICT Le barriere all innovazione I benefici indotti dalla digitalizzazione Alcuni temi oggi rilevanti per la PA che si innova I desiderata dell utenza
42 Le barriere all innovazione Quali le barriere a un efficace gestione dell innovazione? Analisi dei fattori ritenuti abbastanza o molto rilevanti nell influenzare NEGATIVAMENTE il processo di introduzione di una soluzione innovativa 1. Risorse 2. Organizzazione La mancanza di adeguate risorse economiche 83% 86% 73% 81% 3. Cultura La scarsa disponibilità di personale da dedicare al progetto 78% 71% 54% 70% 4. Contesto La mancanza di competenze interne 42% 46% 41% 43% nord centro sud e isole fonte: Osservatorio egovernment 2012
43 Le barriere all innovazione Quali le barriere a un efficace gestione dell innovazione? Analisi dei fattori ritenuti abbastanza o molto rilevanti nell influenzare NEGATIVAMENTE il processo di introduzione di una soluzione innovativa 1. Risorse La difficoltà di interagire con altre aree organizzative del proprio Ente 66% 64% 66% 66% 2. Cooperazione 3. Cultura 4. Contesto La difficoltà nell interagire con i Ministeri e le loro Agenzie, quando sia necessario coinvolgerli La difficoltà di interagire con altri Enti pubblici dello stesso livello istituzionale, quando sia necessario coinvolgerli La sovrapposizione delle competenze e dei doveri istituzionali degli Enti Pubblici Il cambiamento dei referenti politici nel tempo 66% 68% 59% 55% 50% 63% 55% 54% 37% 48% 43% 49% 65% 56% 50% 47% La difficoltà nell interagire con la Regione, quando sia necessario coinvolgerle 40% 50% 54% 45% nord centro sud e isole fonte: Osservatorio egovernment 2012
44 Le barriere all innovazione Quali le barriere a un efficace gestione dell innovazione? Analisi dei fattori ritenuti abbastanza o molto rilevanti nell influenzare NEGATIVAMENTE il processo di introduzione di una soluzione innovativa 1. Risorse 2. Cooperazione 3. Cultura 4. Contesto La resistenza degli utenti al cambiamento La mancanza di commitment politico La mancanza di commitment della dirigenza 74% 82% 61% 62% 50% 63% 60% 50% 54% 60% 57% 72% La mancanza di commitment del personale dell Ente coinvolto 41% 50% 57% 49% nord centro sud e isole fonte: Osservatorio egovernment 2012
45 Le barriere all innovazione Quali le barriere a un efficace gestione dell innovazione? Analisi dei fattori ritenuti abbastanza o molto rilevanti nell influenzare NEGATIVAMENTE il processo di introduzione di una soluzione innovativa 1. Risorse L inadeguatezza o il disallineamento della soluzione con la normativa (in particolare se nuova) 39% 52% 57% 50% 2. Cooperazione 3. Cultura 4. Contesto La mancanza/l inadeguatezza di documenti programmatici sull innovazione del proprio ente La scarsa disponibilità di idonee soluzioni tecnologiche (es.: infrastrutture) La mancanza/l inadeguatezza di documenti programmatici sull innovazione a livello regionale o nazionale 53% 50% 39% 43% 36% 41% 41% 36% 49% 49% 41% 42% nord centro sud e isole fonte: Osservatorio egovernment 2012
46 Agenda La strategia europea e nazionale Il quadro di riferimento nazionale L innovazione nelle Regioni Pianificazione strategica dell ICT Le barriere all innovazione I benefici indotti dalla digitalizzazione Alcuni temi oggi rilevanti per la PA che si innova I desiderata dell utenza
47 I benefici dell informatizzazione
48 I benefici della digitalizzazione La digitalizzazione NON è sempre sinonimo di risparmio: SANZIONI AMMINISTRATIVE SUAP Per Enti di piccole dimensioni con meno di multe rilevate l anno La digitalizzazione completa del processo non apporta benefici sufficienti a giustificare l investimento Minuti per pratica front end back end Tutti 1% 30% 80% Tutti 1% 30% 80% Grado di digitalizzazione
49 I benefici della digitalizzazione I benefici raggiungibili dalla digitalizzazione dello Sportello Unico SCIA ambito terziario SCIA ambito edilizio Permesso di costruire (eccetto sanatorie) Numero di pratiche nazionali annue Digitalizzazione Totale Benefici Raggiungibili FTE FTE FTE 15,5 MLN FTE
50 I benefici della digitalizzazione I benefici raggiungibili dalla digitalizzazione del processo sanzionatorio PROCESSO PARZIALMENTE DIGITALE PROCESSO TOTALMENTE DIGITALE Costi vivi Tempo uomo Digitalizzazione 55 MLN FTE * Enti con popolazione superiore a abitanti
51 I benefici della digitalizzazione Il processo sanzionatorio: Registrazio ne dei verbali Verifica del contravven tore Notifica della sanzione Pagamento Riconciliazi one Sollecito Iscrizione a ruolo Gestione ricorso prefetto Gestione ricorso Giudice di pace Il livello di digitalizzazione (% di Enti) 79,7% 60,6% 36,1% 31,5% 28,4% 26,5% 16,2% 15,2% 12,3% 5,3% 0,6% Registro Digitale Registro e controllo contravventore digitalizzati Registro e riconciliazione digitalizzati Pagamenti digitali Registro e pagamenti digitalizzati Registro, controllo contravventore e invio al soggetto notificatore digitalizzati Registro, riconciliazione e invio al Prefetto digitalizzati Registro, pagamenti e riconciliazione digitalizzati Registro, controllo contravventore, anagrafe e invio al soggetto notificatore digitalizzati Registro, Digitalizzazione riconciliazione completa e invio al GdP digitalizzati
52 I benefici della digitalizzazione L articolazione dello Sportello Unico ENTI TERZI SPORTELLO UNICO COMUNE ASSEVERAZIONI Professionista A Professionista B IMPRESA Professionista C Il livello di digitalizzazione dello Sportello Unico (% di Enti) 59% 34% 35% 37% 10% 4% 1% Solo piattaforma telematica Piattafoma + PEC Piattafoma + Consenvazione sostitutiva Piattaforma + Digitalizzazione back-office Piattaforma + Digitalizzazione Enti terzi Piattaforma + Conferenza Servizi Totale Digitalizzazione
53 Agenda La strategia europea e nazionale Il quadro di riferimento nazionale Pianificazione strategica dell ICT Le barriere all innovazione I benefici indotti dalla digitalizzazione Alcuni temi oggi rilevanti per la PA che si innova I desiderata dell utenza
54 Il «riuso»
55 Il «riuso» Nella scelta di possibili soluzioni da realizzare nell ambito di un progetto di egovernment, si prendono in considerazione soluzioni implementate da altre realtà e quindi a riuso? 24% 29% No, mai Sì, sempre Sì, ma solo in alcuni casi. Specificare: 47% Progetti regionali provinciali Progetti che coinvolgono numerosi enti (es: E.L.I.S.A.) Conoscenza pregressa dell Ente cedente e riconosciuta validità del progetto
56 Il «riuso» Quali dei seguenti fattori ha contribuito positivamente all introduzione della soluzione a riuso rispetto a soluzioni proprietarie all interno del proprio Ente? Referenze da parte di altre pubbliche amministrazioni 77% 23% Quali dei seguenti fattori ritiene siano stati critici nel processo di adozione di una soluzione a riuso? Difficoltà a capire se la soluzione individuata fosse realmente rispondente alle esigenze del 82% 18% Minor costo di acquisizione della soluzione Maggior rispondenza delle soluzioni a riuso alle esigenze dell Ente rispetto ad Semplificazione dei processi delle procedure di affidamento Riduzione dei tempi di acquisizione e introduzione delle soluzioni all interno Maggior trasparenza nei costi di acquisizione e gestione della soluzione 75% 65% 59% 56% 44% 25% 35% 41% 44% 56% abbastanza o molto poco o per nulla Difficoltà nella gestione di nuovi sviluppi della soluzione Difficoltà nella gestione della manutenzione correttiva della soluzione Elevato costo di introduzione e gestione della soluzione Difficoltà nel venire a conoscenza delle soluzioni effettivamente a riuso Inadeguata documentazione correlata alla soluzione (ad es. manualistica, ecc.) Inadeguato supporto tecnico da parte dell Ente cedente o di chi ne fa le veci 75% 73% 63% 63% 62% 56% 25% 27% 37% 37% 38% 44%
57 Integrazione banche dati
58 Integrazione delle banche dati La trasmissione digitale dei dati: Scambio dati all interno dell Ente Scambio dati all esterno dell Ente REGIONI e COMUNI con più di ab, circa 90% REGIONI 66% Dati trasmessi non digitalmente 24% Trasmissione digitale dei dati 76% 1% 52% 29% 10% 6% 2% Dati trasmessi non digitalmente 49% Trasmissione digitale dei dati 51% 54% 7% 5% 27% 7% 1% 43,5% per le regioni non certificata Sistema documentale Cooperazione applicativa PEC to PEC FTP Cloud storage (es: Google Docs, DropBox, ecc.)
59 Integrazione delle banche dati Obiettivi dell integrazione delle banche dati Importanza dell obiettivo in una scala da 1 (non rilevante) a 8 (molto rilevante) Società esterne UO interne Maggiore qualità dei servizi offerti all'utenza 6,23 5,64 Maggiore accuratezza nell'analisi dei dati Riscontri più rapidi a favore dei soggetti esterni Accesso più agevole ad elementi di supporto decisionale Automazione delle verifiche sulle dichiarazioni dei cittadini Diminuzione delle richieste dei dati all'utenza Aumento della proattività dell'ente (es. memo scadenze al cittadino) Dati a disposizione dell'utenza (es. OpenData) 4,13 3,50 3,06 2,69 5,16 5,16 4,97 5,06 5,58 4,94 4,94 4,48 4,06 6,31 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00
60 Integrazione delle banche dati Le progettualità avviate sull integrazione delle banche dati: Avvio di progetti volti all integrazione dei dati posseduti dall Ente Avvio di progetti volti all integrazione dei dati posseduti da altri Enti Avvio di progetti di integrazione nei prossimi 12 mesi 36,1% 63,9% 62,9% 37,1% 70,4% 29,6% REGIONI 73% I piccoli comuni con l ausilio dei fornitori realizzano progetti per integrare soprattutto i DB della contabilità Sì No
61 Integrazione delle banche dati Tipologia di dati integrati Progetti volti all integrazione dei dati posseduti dall Ente Progetti volti all integrazione dei dati posseduti da altri Enti Anagrafici (es. demografici) Tributari (es. tasse, Risorse umane (es. Terrioriali (es. edilizia, Geografici (es. idrografia, Attività produttive (es. Statistici (es. ISTAT) Sociali (es. assistenziali) Scolastici (es. studenti) Mobilità (es. trasporto Patrimoniali (es. immobili) Infrastruttuali (es. reti, Fiscali (es. IRPEF, IRAP, Culturali (es. musei, Altro dato (specificare) Sanitari (es. fascicolo Ricerche (es. risultati Sicurezza (es. caserme, Terzo settore (es. ONLUS) Giudiziari (es. processi) 80,6% 63,9% 63,9% 52,8% 44,4% 44,4% 41,7% 36,1% 25,0% 25,0% 22,2% 22,2% 19,4% 19,4% 16,7% 16,7% 11,1% 5,6% 2,8% 2,8% Anagrafici (es. demografici) Tributari (es. tasse, Terrioriali (es. edilizia, Statistici (es. ISTAT) Geografici (es. idrografia, Attività produttive (es. Fiscali (es. IRPEF, IRAP, IVA) Culturali (es. musei, Sanitari (es. fascicolo Patrimoniali (es. immobili) Sociali (es. assistenziali) Risorse umane (es. Scolastici (es. studenti) Mobilità (es. trasporto Sicurezza (es. caserme, Ricerche (es. risultati Infrastruttuali (es. reti, Giudiziari (es. processi) Terzo settore (es. ONLUS) 61,3% 45,2% 41,9% 41,9% 38,7% 38,7% 25,8% 25,8% 22,6% 22,6% 19,4% 19,4% 12,9% 12,9% 6,5% 6,5% 3,2% 3,2% 0,0%
62 Integrazione delle banche dati Raggiungimento dei risultati desiderati: Società esterne UO interne Maggiore qualità dei servizi offerti all'utenza 59% 67% Riscontri più rapidi a favore dei soggetti esterni 58% 63% Automazione delle verifiche sulle dichiarazioni dei cittadini 63% 60% Maggiore accuratezza nell'analisi dei dati 62% 61% Accesso più agevole ad elementi di supporto decisionale 59% 59% Dati a disposizione dell'utenza (es. OpenData) 56% 60% Diminuzione delle richieste dei dati all'utenza 48% 55% Aumento della proattività dell'ente (es. memo scadenze al cittadino) 44% 44%
63 Integrazione delle banche dati Criticità riscontrate nei progetti di integrazione Progetti volti all integrazione dei dati posseduti dall Ente Progetti volti all integrazione dei dati posseduti da altri Enti Difficoltà a mantenere aggiornate le banche dati Eccessivo sforzo necessario per la bonifica dei dati Resistenze interne del personale Resistenze interne delle figure apicali Scarsa affidabilità dei dati forniti da soggetti terzi Difficoltà di estrazione dei dati Alti costi progettuali Mancanza di competenze interne 55,6% 47,2% 44,4% 27,8% 19,4% 19,4% 16,7% 11,1% Difficoltà di collaborazione con gli altri Enti coinvolti Difficoltà a mantenere aggiornate le banche dati Eccessivo sforzo necessario per la bonifica dei dati Difficoltà di estrazione dei dati Scarsa affidabilità dei dati forniti da soggetti terzi Alti costi progettuali Mancanza di competenze interne Resistenze interne del personale Resistenze interne delle figure apicali Difficoltà legate alle infrastrutture tecnologiche Eccessiva dimensione dei dati 9,7% 6,5% 6,5% 12,9% 22,6% 19,4% 25,8% 32,3% 38,7% 51,6% 51,6% Piccoli Comuni (37%) Tribunali e Procure (36%) Forze dell ordine (32%) ASL (27%) Uffici territoriali di gioventù (25%) Vigili del fuoco (18%) Agenzia delle Entrate (18%) INPS (17%) Regioni (16%) Agenzia del Territorio (15%) Soprintendenze (12%) Province (11%)
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