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1 La metamorfosi del «modello emiliano» Conferenza finale C è ancora spazio per il modello distrettuale? Fabrizio Guelpa Servizio Studi e Ricerche Parma, 28 novembre 2011

2 I principali temi Distretti ancora diversi? I driver del cambiamento Criticità e opportunità 1

3 Distretti: stessa parola per contenuto diverso Piccole imprese che cooperano e competono Produzione manifatturiera Territorio che fornisce economie di agglomerazione Medie imprese che governano la filiera Sempre più produzione terziaria Sempre più produzione effettuata/comprata all estero Ma soprattutto le imprese dei distretti non si muovono più collettivamente, ma in base alle proprie strategie individuali 2

4 Nei distretti le imprese non sono più simili tra loro sul piano reddituale come in passato 1.10 Dispersione del Mol/fatturato (scarto interquartilico/mediana) Non distretti Distretti Fonte: Guelpa e Trenti (2007) Un ambiente di vantaggi condivisi dovrebbe dare una dispersione più bassa: nei distretti era così, ma lo è sempre meno. 3

5 La concorrenza erode di meno i vantaggi competitivi raggiunti, dovuti a fattori persistenti Percentuale di imprese che rimangono over-performing (Mol/fatturato) 60.0% 55.0% 50.0% % 40.0% Fonte: Guelpa e Trenti (2007) 35.0% 30.0% Distretti Non distretti Un ambiente come quello distrettuale tradizionale rende più difficile mantenere nel tempo un vantaggio competitivo: condivisione di risorse strategiche, imitazione, scambi informativi. Oggi è un po meno vero. Il modello dei distretti sembrerebbe cambiato: i fattori collettivi perdono peso 4

6 Sono ancora competitivi i distretti? Esportazioni dei distretti a confronto Gli anni Novanta (1991 = 100) Gli anni Duemila (1999 = 100) 150 Aree non distrettuali* 140 Distretti Aree non distrettuali* 120 Distretti * nei comparti di specializzazione dei distretti Fonte: Intesa Sanpaolo su dati ISTAT Nella prima metà degli anni 90 i distretti hanno mostrato una crescita delle esportazioni superiore rispetto alle aree non distrettuali. Dopo un decennio senza scostamenti significativi (dal 1996 al 2004), a partire dal 2005 si è aperto un differenziale negativo a sfavore dei distretti. 5

7 Nel distretti di nuovo in corsa Esportazioni dei distretti (var. % tendenziale) 18,7 12,3 15,2 16,3 12,9-0,1 14,7 10,2 10,9 7,1 8,5 8,8 8,4 1,8 3,1 1,3 0,9 2,3 0,5-1,7-1,5-7,3-16,9-21,6-21,1-23,8 Fonte: Intesa Sanpaolo su dati ISTAT 6 I 10 II 10 III 10 IV 10 I 11 II 11 I 05 II 05 III 05 IV 05 I 06 II 06 III 06 IV 06 I 07 II 07 III 07 IV 07 I 08 II 08 III 08 IV 08 I 09 II 09 III 09 IV 09

8 Distretti nuovamente più veloci dei non-distretti Export dei distretti e non-distretti a confronto (var. % tendenziale 1Q11) , ,2 14 Distretti Aree non distrettuali* Fonte: Intesa Sanpaolo su dati ISTAT 7

9 Distretti attualmente più veloci della Germania ,4 Export dei distretti italiani vs. export di prodotti manufatti della Germania (var. % tendenziale) 16,3 10,6 12,9 Variazione % dell export dei distretti dell Emilia Romagna nel 2 trimestre 2011: +10,7% trim trim Export manufatti tedeschi Export 140 distretti italiani Fonte: Intesa Sanpaolo su dati ISTAT 8

10 In Emilia Romagna export di 10 distretti su 19 già oltre i livelli pre-crisi: bene l agro-alimentare Export dei distretti dell Emilia Romagna (differenza % tra l export del 2 trimestre 2011 e l export del 2 trimestre 2008) Lattiero-caseario Parmense Calzature di Fusignano-Bagnacavallo I salumi del modenese I salumi di Parma Abbigliamento di Rimini Lattiero-caseario di Reggio Emilia Mobili imbottiti di Forlì Alimentare di Parma I salumi di Reggio Emilia Macchine per l'imballaggio di Bologna 13,0 12,2 5,7 4,3 27,6 23,1 20,3 17,4 64,2 56,6 Maglieria e abbigliamento di Carpi Ciclomotori di Bologna Food machinery di Parma L'ortofrutta emiliana Macchine utensili di Piacenza Piastrelle di Sassuolo Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena Calzature di San Mauro Pascoli Macchine legno di Rimini -6,0-6,9-7,8-13,6-13,7-15,0-29,2-31,5-34,0 Fonte: Intesa Sanpaolo su dati ISTAT

11 I principali temi Distretti ancora diversi? I driver del cambiamento Criticità e opportunità 10

12 1. Alta e crescente propensione all export L appartenenza ai distretti facilita l accesso ai mercati: propensione all export dei distretti superiore a quella delle aree non distrettuali. Propensione all export delle imprese che dichiarano di esportare (export in % del fatturato; valori mediani) 60 Aree non distrettuali Distretti Fonte: Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali 11

13 Dai mercati maturi ai nuovi mercati Export nei nuovi mercati nei distretti calzaturieri (in % export totale) Montebelluna 22,1 33, ,9 Brenta 15,4 Fermo 19,4 37,4 San Mauro Pascoli 29,2 55, Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Istat Il ritmo di crescita verso i mercati emergenti è inoltre maggiore rispetto alle aree non distrettuali 12

14 Il peso della domanda proveniente dagli emergenti è destinato ad aumentare 100% Quota delle importazioni mondiali in USD 80% 64,6% 60% 40% 56,8% 43,2% 20% 35,4% 0% Avanzati Emergenti Avanzati: Stati Uniti, Eurozona, Giappone, Regno Unito, Canada, Australia, Svezia, Svizzera Emergenti: Brasile, Cina e Hong Kong, India, Russia, Ungheria, Polonia, Romania, Turchia, Singapore, Corea, Tailandia, Taiwan, Filippine, Indonesia, Sudafrica, Messico, paesi OPEC Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati OEF 13

15 Mercati emergenti come traino ma non solo Export dei distretti dell Emilia Romagna per mercato di sbocco (var. % tendenziale) mercati maturi nuovi mercati 26,9 22, ,3 5, II 07 IV 07 II 08 IV 08 II 09 IV09 II 10 IV 10 II 11 Fonte: Intesa Sanpaolo su dati ISTAT 14

16 2. Anche crescente apertura delle filiere... Importazioni in % Esportazioni nei distretti del tessile-abbigliamento Treviso Varese Modena Vicenza Biella Prato Como Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Istat Tra il 2000 e il 2010 in aumento il ricorso a produttori esteri, soprattutto cinesi. Cresce anche l import da altri paesi emergenti (Turchia, Tunisia,...). 15

17 ... con passaggio di testimone tra Romania e Cina Cresce il ruolo della Cina e si diffondono nuove forme di internazionalizzazione produttiva: l import dalla Cina non attiva, a differenza di quanto avviene per la Romania, flussi di export. Import dalla Cina (in % totale import) Import dalla Romania (in % totale import) Modena Treviso Vicenza 0 Modena Treviso Vicenza Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Istat Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Istat 16

18 3. Nei distretti intensa attività brevettuale, che sosterrà la competitività futura... Propensione a brevettare nel manifatturiero italiano (domande di brevetto ogni addetti) Propensione a brevettare tra le imprese distrettuali italiane (domande di brevetto ogni addetti) 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0, ,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0, Totale manifatturiero Fonte: Intesa Sanpaolo su dati EPO e ISTAT Settori distrettuali Non distretti* Distretti Aree non distrettuali: nei comparti di specializzazione dei distretti Il ritmo di crescita dei brevetti è maggiore rispetto alle aree non distrettuali 17

19 ... con alcune specificità Maggiore concentrazione dei brevetti nei distretti: ruolo chiave di alcuni leader non solo delle filiere produttive ma anche dei processi cognitivi ed innovativi. Imprese dei distretti più propense a creare nuova conoscenza sulla base della ricombinazione di conoscenze precedenti e meno propense a utilizzare i risultati della ricerca scientifica. Minore impatto delle innovazioni introdotte dalle imprese dei distretti sulla ricerca successiva di altri soggetti: minore radicalità delle innovazioni brevettate all interno dei distretti e/o elevata specificità che contraddistingue molti soggetti distrettuali. L innovazione ha avuto un ruolo statisticamente significativo nel sostenere le quote di mercato negli anni di crisi, pur a fronte di sacrifici più significativi sulla redditività. 18

20 Spiccano alcuni distretti della meccanica Propensione a brevettare dei distretti della meccanica italiani (domande di brevetto ogni 1000 addetti) e numero complessivo dei brevetti Distretto N. totale brevetti Macchine per l'imballaggio di Bologna 16,40 23, Macchine agric. di Reggio/Modena 11,83 17, Meccanica strumentale di Vicenza 12,12 7, Meccanica strumentale della Val Seriana 15,08 14, Meccanica strumentale del Bresciano 10,24 11, Food machinery di Parma 7,24 16, Macchine legno di Rimini 12,65 23,90 86 Meccanica Strumentale di Varese 5,60 5,69 85 Macchine utensili e per il legno di Pesaro 3,53 10,66 40 Macchine concia/pelle di Vigevano 3,05 2,01 18 Macchine uten. di Piacenza 2,89 10,91 18 Macchine tessili di Biella 5,39 4,13 14 Metalmeccanica di Lecco 1,42 2,23 12 Metalmeccanico del Basso Mantovano 1,16 1,35 10 La propensione è stata calcolata prendendo, al numeratore, la somma delle domande di brevetto dei due sottoperiodi. Al denominatore sono stati posti gli addetti dei settori e delle province di riferimento, rispettivamente nel 2001 per il periodo e nel 2007 per il periodo Gli addetti del 2001 sono tratti dal Censimento ISTAT, mentre quelli del 2007 sono tratti dalle statistiche sulla Struttura e competitività del sistema delle imprese (sempre di fonte ISTAT) che consentono una analisi disaggregata a livello provinciale e di settore a 3 digit. I dati del 2007, disponibili solamente nella nuova versione della classificazione ATECO 2007, sono stati riconvertiti alla vecchia classificazione ATECO Fonte: ISTAT, Thomson Innovation 19

21 4. Riposizionamento italiano su prodotti a più alta qualità 40,0 Export italiano per fasce di prezzo/qualità (composizione %) ,0 30,0 25,0 Bassa Media Alta Fonte: Intesa Sanpaolo, su dati BACI 20

22 Certificazione della qualità dei processi come leva competitiva non pienamente sfruttata nei distretti Propensione a certificare a confronto per settore, 2010 Distretti Numero Aree non distrettuali* Distretti In % totale Aree non distrettuali* Alimentare ,0 15,4 Altri settori ,4 15,7 Casa: beni per l'edilizia ,2 12,7 Metallurgia e prodotti in metallo ,7 23,1 Moda: beni di consumo ,4 3,6 Moda: beni intermedi ,5 9,7 Meccanica ,6 19,9 Mobile ,3 14,1 Totale ,1 17,6 * Solo settori di specializzazione distrettuale. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Accredia e bilanci aziendali Negli ultimi anni il gap dei distretti si è in parte attenuato. Effetto statisticamente significativo sulla crescita, in particolare nei distretti. 21

23 5. I marchi sono poco sfruttati... Imprese con marchi registrati nei distretti di Carpi, della Riviera del Brenta e di Montebelluna, 2010 (quota %) Nessun marchio Marchio in Italia Marchio comunitario Marchio internazionale Marchio negli Stati Uniti Marchio nei 4 uffici (a) Carpi 56,1 43,9 15,3 20,1 9,5 7,4 Riviera del Brenta 57,0 40,5 24,1 25,3 5,1 3,8 Montebelluna 34,4 62,3 49,2 41,0 26,2 24,6 (a) Marchio registrato in Italia, negli Stati Uniti, marchio comunitario, marchio internazionale. Fonte: Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), The Trade Marks and Designs Registration Office of the European Union (OHIM), United States Patent and Trademark Office (USPTO) e The World Intellectual Property Organization (WIPO) Analisi pilota sulle imprese di 3 distretti. Effetti statisticamente positivi sulla crescita: solo con marchi di valore (ampia copertura di mercati); per le imprese che non sono multibrand. 22

24 ... anche se emergono segnali positivi: il caso di Carpi Carpi: distribuzione temporale dei marchi registrati in Italia (quota %) Carpi: distribuzione temporale dei marchi internazionali registrati (quota %) 41% 58% anni '80 anni '90 primi anni '00 secondi anni '00 Fonte: Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, UIBM 0 anni '80 anni '90 primi anni '00 secondi anni '00 Fonte: Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, WIPO Negli anni Duemila a Carpi accelerazione della propensione a registrare il proprio marchio anche all estero. Forte impulso dato dalla nascita e dall affermazione di un nucleo di imprese nel comparto della confezione. 23

25 6. Cresce il ruolo dell imprenditoria extracomunitaria, soprattutto cinese... Imprenditori extracomunitari attivi nel tessile-abbigliamento Imprenditori extracomunitari Imprenditori cinesi Imprenditori extracomunitari (in % totale) Imprenditori cinesi (in % totale) 2000 (a) 2009 (b) 2009 (b) 2000 (a) 2009 (b) 2009 (b) Prato ,6 50,5 49,0 Brescia ,9 21,6 18,3 Firenze ,6 20,7 18,3 Modena (Carpi) ,6 20,4 16,7 Treviso ,7 15,4 12,1 Vicenza , ,2 Bergamo ,5 11,6 8,4 Varese ,6 5,5 2,7 Biella ,1 5,3 0,4 Como n.d. 5,8 7,3 n.d. Principali distretti ,4 24,1 21,1 Italia , ,8 (a) per Prato e Treviso 2001; (b) per Vicenza, Bergamo e Como 2008 I dati si riferiscono ai codici 17 e 18 dell Ateco 2002, con le eccezioni di Prato e Firenze. Per queste due province i dati del 2009 si riferiscono ai codice 13 e 14 dell'ateco 2007 Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Camere di commercio delle province indicate 24

26 ... fenomeno da governare che può creare opportunità per il territorio L imprenditoria e i lavoratori extracomunitari sono una conseguenza anche della bassa attrattività dei settori tradizionali per le giovani generazioni: Il sistema scolastico deve supportare il cambiamento culturale contribuendo a valorizzare l impiego in comparti che richiedono oggi un alto grado di professionalità e competenze di alto profilo; L offerta formativa deve essere formulata in modo da corrispondere alle effettive esigenze espresse dalle imprese locali. Problemi (concorrenza sleale, lavoro sommerso e irregolare,...) ma anche opportunità dall imprenditoria e occupazione cinese: Contribuito a frenare la delocalizzazione se l imprenditoria straniera offre vantaggi di costo e flessibilità, ma anche prodotti e servizi di qualità; Opportunità di valorizzare skill che risultano inutilizzati (il 41,7% degli occupati totali stranieri è sotto-inquadrato); Contributo a ridurre le barriere culturali che frenano gli investimenti cinesi in Italia. 25

27 I principali temi Distretti ancora diversi? I driver del cambiamento Criticità e opportunità 26

28 Distretti fondamentali per la competitività dell industria italiana ed emiliana, con alcune criticità da affrontare Punti a favore nel confronto con le imprese non distrettuali: Know-how produttivo, competenze, flessibilità, qualità, time to market, grazie anche a integrità delle filiere produttive Più elevata propensione all export Più rapida crescita export verso i mercati emergenti Maggior propensione a registrare brevetti Aree di possibile recupero: Inferiori richieste di certificazione della qualità Poche registrazioni di marchi Novità da governare: Problemi di ricambio generazionale Imprenditoria extracomunitaria Delocalizzazione e ricorso a subfornitori esterni al distretto Lontano il recupero di quanto perso nel 2009, soprattutto per i componentisti. Il difficile equilibrio tra leader e componentisti 27

29 Quali opportunità? Spazi per un patto di filiera fra imprese leader e componentisti? L esempio di Gucci in Toscana... Cooperazione/aggregazione tra componentisti dirette a creare filiere verticali per migliorare servizio, aumentare potere contrattuale, rafforzare capacità commerciale... Marchio di qualità e tracciabilità per i prodotti del distretto Partnership con altri distretti: nel calzaturiero di San Mauro, ad esempio, si può pensare allo sviluppo di prodotti eco-compatibili insieme a S. Croce sull Arno. Condivisione R&S e formazione (Brenta e San Mauro). Accrescere ulteriormente la presenza commerciale nei nuovi mercati Partnership e/o reti miste di impresa tra imprese manifatturiere e di servizi (logistica, banche): per promuovere l offerta locale con azioni ad hoc (es. show-room del Made in Italy all estero); per gestire i rischi di approvvigionamento delle materie prime. Cruciale favorire il ricambio generazionale. Il ruolo del sistema scolastico... 28

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