LO SGUARDO DEL DESIDERIO * NOTA SU UN CASO DI SMARTPHONE-VOYEURISMO. Riccardo Piero Dalle Luche

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1 Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33, 3, LO SGUARDO DEL DESIDERIO * NOTA SU UN CASO DI SMARTPHONE-VOYEURISMO Riccardo Piero Dalle Luche La nozione clinica e psicoanalitica di perversione è da molti anni in grave crisi. Un tempo argomento centrale della teoria psicoanalitica, soprattutto nell orizzonte freudiano e postfreudiano, oggi ha completamente perduto significato metapsicologico, ha una scarsa risonanza clinica e, soprattutto, è socialmente obsoleta. I contributi più recenti (Benvenuto 2005, Scalzone 2009) sembrano in primo luogo doversi impegnare in una autogiustificazione della permanenza della nozione, quindi arrovellarsi per dare una veste di rinnovata attendibilità a nozioni, ipotesi e teorie avanzate negli scorsi cent anni, molte della quali sfiorano ormai la comicità involontaria, infine districarsi tra argomentazioni etiche, sociologiche e antropologiche per trovare un supporto teorico che non sia visto come stigmatizzante. Il risultato, ben evidente ad esempio nell equilibrato saggio di Benvenuto (2005), è che una conoscenza raffinata della teoria e della clinica psicoanalitica delle perversioni porta ad un uso parco oppure del tutto generico ed in ogni caso teoreticamente debole dei termini e modelli tradizionali. Tutto è perverso, compresa forse la pratica analitica stessa, quindi nulla è ormai, oggi, davvero perverso. Restano i casi clinici che, in Benvenuto (2005), come più di cent anni fa nella catalogazione di Krafft-Ebing (1893), si fanno notare da tutti, suscitando ilarità quando non sfociano nella tragedia, ma danno invece profondamente da pensare ad ogni terapeuta che si rispetti. I motivi della decadenza della nozione di perversione sono molteplici ma soprattutto sociali e politici: il principale è che la liberalizzazione della sessualità ha portato all accettazione sociale, e di conseguenza medica, di quella che un tempo si definiva devianza sessuale. La creazione di communities e la rivendicazione dell orgoglio della diversità va ormai oltre il vasto territorio dell omosessualità per allargarsi ai sadomasochisti (Stoller 1991), ai feticisti e ad altre pratiche che trovano la loro visibilità prevalentemente online. Il criterio della consensualità tra i partner ha, cioè, del tutto messo tra parentesi sia il criterio del genere sessuale dei partner, sia il tipo di interazione fisica e sessuale che avviene tra di loro (Stoller 1991, Dalle Luche 1996). La decadenza dei concetti di reciprocità e di autenticità ha liberato la sessualità dai vincoli interpersonali stretti che un tempo venivano richiesti per legittimare i rapporti sessuali (Boss 1962). L ampia accettazione sociale e la diffusione della pornografia in dvd e soprattutto su internet ha polverizzato la nozione stessa di voyeurismo. Forse solo sulla pedofilia è rimasto un vero stigma sociale, ma più nei termini legali che non in quelli psichiatrici 1. Questi mutamenti 1 I terapeuti del resto conoscono la pedofilia se non per la passione infinita di Humbert (Nabokov 1955) solo per * Presentato al Simposio Psicopatologia dell'intersoggettività e della intercorporeità al 46 Congresso Nazionale SIP, Milano, ottobre 2012 SOTTOMESSO APRILE 2013, ACCETTATO GIUGNO 2014 Giovanni Fioriti Editore s.r.l. 251

2 Riccardo Piero Dalle Luche storici sul concetto di perversione sono stati recepiti ufficialmente dalla serie dei DSM che hanno cambiato il termine tecnico in quello di Parafilie o Disturbo delle Preferenze Sessuali (Dalle Luche 1996), limitando le diagnosi ai casi in cui questi comportamenti causano disagio o difficoltà interpersonali (APA 2000) o se sono agiti senza consenso, cioè se siano sanzionabili legalmente. Si può quindi dire che l intero campo delle perversioni, che fino a pochi decenni or sono erano ritenute avere un ruolo patogenetico assolutamente centrale sia in psicoanalisi (la nevrosi come negativa della perversione Freud 1905) che negli scritti fenomenologici (l esito di una radicale incapacità di amare a causa dell angoscia legata alla sessualità- Boss, 1962), è stato bonificato totalmente da ogni valenza psicopatologica. In pratica le ultime vestigia della psicopatologia della perversione sono rimaste quei casi caratterizzati dalla presenza di timori fobico-ossessivi di compiere azioni ritenute perverse (Dalle Luche 1999). Ormai la discussione a livello dei media è invece quella socio-politica della parificazione dei diritti, ad esempio delle coppie omosessuali, e della lotta all emarginazione omofobica, veri e propri compimenti del percorso di sdoganamento etico-politico della diversità sessuale. Per questo motivo sanzionabile è diventato colui che esprime qualche riserva contro la legittimazione di ogni pratica sessuale divergente dai fini naturali, come si diceva una volta e, paradossalmente, incorrono sotto la scure della moralità molto più comportamenti eterosessuali un tempo considerati del tutto normali, come, ad esempio, i rapporti eterosessuali a pagamento 2. Lo sfondo di questo Zeitgeist contrasta tuttavia con saltuarie esperienze cliniche che tutt ora ci confrontano con la cara vecchia nozione di perversione : osservazioni più importanti che hanno a che fare con il campo di transizione tra psicopatia e psicosi, tra immaginario sessuale e pratiche comportamentali, tra pulsioni e relazioni, ma anche piccoli episodi, furtive enactments (Fogel e Myers 1991), atti occasionali, situazioni al limite con le nevrosi, disturbi d ansia, ossessività. Si tratta di osservazioni rare in quanto il soggetto che incorre in un problema legato ad alcuni suoi comportamenti sessuali (che talora o perfino spesso coesistono con una normalità nell identità sessuale, dell orientamento e nel comportamento sessuale abituale) ricerca l aiuto di uno psichiatra spesso solo per motivi di ordine medico-legale, ad esempio per attestare di aver intrapreso un percorso di cura, oppure per i risvolti ansiosi legati all essere stato scoperto o svelato nelle sue pratiche singolari, come viene sottolineato anche dagli estensori del DSM- IV-TR (APA 2000). Insomma il perverso, se è lecito ancora chiamarlo così, non ha di regola alcuna intenzione di curarsi, sia perché tende ad autoassolversi per quello che ha fatto, ritenuto un comportamento occasionale, una debolezza facilmente reprimibile, sia perché, quando è libero da timori di riprovazione, i suoi comportamenti sono soggetti al discontrollo pulsionale se non alla ricerca di un vero godimento (si potrebbe parlare, parafrasando Lacan di principio di Godimento ), quindi sono difficilmente contrastabili. La presente nota nasce da una fugace osservazione ambulatoriale, che mi ha fatto riflettere come sia del tutto impossibile eliminare dalla psicopatologia la nozione di perversione a fronte i resoconti perlopiù incompleti e incerti degli adulti che hanno subito abusi precoci (Dalle Luche e Taponecco 2012). 2 Il politically correct, a ben vedere, va ben oltre. Non vi è solo una indistinzione tra pratiche sessuali, ma anche tra generi sessuali, per cui uomini e donne, oltre ad avere, com è certamente giusto, pari diritti, non vengono più in nessun modo distinti psicologicamente e psicopatologicamente. Si potrebbe quindi dire che la pratica politica ha condizionato la psicologia ad abrogare ogni differenza sessualmente condizionata. 252 Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3

3 Un caso di smartphone-voyeurismo di comportamenti sessuali assurdi, regressivi, perfino non gratificanti e, tuttavia, gravemente lesivi per l identità personale e l onorabilità di chi le attua. Uno spunto clinico Un uomo di 35 anni, normotipo, impiegato in un azienda pubblica, celibe e tutt ora convivente con i propri genitori, esente da disturbi psichici in senso stretto, di normale intelligenza e capacità di critica, circa due anni fa era venuto a chiedere di curarsi in quanto aveva tentato di scrutare tra le gambe di una collega, che indossava una gonna e stava seduta alla sua scrivania, facendo un video col proprio telefonino. Il tipo, che chiamerò Signor P., era stato scoperto e minacciato di denuncia, di conseguenza era molto ansioso e mi chiese di avere un periodo di riposo dal lavoro e di cominciare un percorso di indagine su questo comportamento assurdo. I pochi colloqui avevano messo in risalto soltanto la solitudine, la ridotta socialità, l insoddisfazione generica per il lavoro e la scarsa progettualità alternativa dell uomo, il quale non aveva mai avuto una ragazza né aveva mai cercato contatti a pagamento. Il Signor P., scomparso per due anni, è riapparso in ambulatorio in relazione alla reiterazione dei suoi comportamenti, dopo essere stato trasferito di ufficio, con una nuova collega, quindi al ripetersi dello scandalo nella sede di lavoro e alla necessità di curare il proprio stato ansioso, dovendosi astenere per un certo periodo dall andare a lavorare. In questa occasione il Signor P. tenne però a specificare, generando in me non poca meraviglia, che questo stupido e banale comportamento era condiviso da numerose persone che pubblicavano su determinati siti internet i loro brevi video girati in luoghi pubblici, quali mercati, concerti, scuole, tram e così via. La condivisione della pratica faceva sì che lui non si ritenesse malato, anche se si giudicava uno stupido per aver ripetuto la cosa per due volte sul luogo di lavoro facendosi scoprire in entrambi i casi. Ho quindi appreso che questo smartphone-voyeurismo di ciò che le donne hanno sotto le gonne è una pratica diffusa e ampiamente condivisa. Il lettore che abbia almeno una cinquantina di anni ricorderà che alle Scuole Medie, quando finalmente avevamo delle compagne di classe da osservare (perché alle scuole elementari c erano solo classi maschili o femminili), gettare la matita in terra per potersi piegare e sbirciare tra le gambe delle ragazzine con le gonne, era un attività piuttosto diffusa nella classe. Certamente all epoca avevamo picchi ormonali non controllabili che stimolavano la nostra curiosità poco più che infantile. Si trattava di un modo maldestro di esplorare un territorio sconosciuto in quanto ben pochi di noi avevano idee minimamente chiare su cosa nascondessero le ragazzine tra le loro cosce. Freud (1927), in un passo di grande chiarezza ed eleganza, e riferito a un età non ben definita nell età evolutiva, riconduce proprio a questo tipo di attività scrutatorie la genesi del feticismo adulto 3 : in ultima analisi si tratterebbe di un disturbo legato alla mancata elaborazione 3 Il piede o la scarpa devono la predilezione feticista a essi rivolta al fatto che il maschietto, nella sua curiosità, ha cercato di spiare, dalle gambe in su, il genitale femminile. Come già un tempo si supponeva, pelliccia e velluto fissano la vista del pelo pubico, alla quale avrebbe dovuto far seguito, stando ai propri desideri, la vista del membro femminile. I capi di biancheria femminile, eretti così spesso a feticci, fissano l attimo della spoliazione, l ultimo in cui si poteva ancora credere alla donna fallica. Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3 253

4 Riccardo Piero Dalle Luche di un esperienza comune, quella di scrutare tra le gambe femminili, di un misconoscimento o un diniego della realtà della diversità anatomica. La differenza tra il comportamento del ragazzino preadolescente e quello del nostro Signor P. è dunque solo questa: che il Signor P. ha 35 anni e, anche ammesso che non abbia avuto la possibilità di vedere l oggetto di desiderio del suo sguardo, non gli dovrebbero essere mancate le occasioni di soddisfare la sua curiosità in formato digitale, e dovrebbe quindi avere ben chiaro che cosa sia quest oggetto che suscita in modo così irrefrenabile la sua spinta scopica. Certamente con un video fatto con il telefonino non potrà mai scoprire le qualità precise di quest oggetto, e non solo perché di regola le colleghe di lavoro, come un tempo le compagne di classe, indossano le mutande. Del resto la presenza di quest indumento in funzione di ostacolo o barriera allo sguardo non gli dispiace affatto, perché gli consente di avallare quel diniego che genera la scissione tra realtà e fantasia nell organizzazione perversa (Freud 1927). Si tratta quindi solo di un comportamento infantile e regressivo, dimostrante l equiparazione di Fenichel (1951) tra perversione e infantilismo sessuale 4? O piuttosto, seguendo quello che è probabilmente il più smaliziato teorico delle perversioni degli ultimi decenni del secolo scorso, Robert Stoller, le perversioni dell adulto sono disturbi post traumatici dell infanzia (Stoller 1991), in altre parole rappresentano il comportamento sessuale dell adulto che insiste più sulla gratificazione anatomica che su quella interpersonale (Stoller 1975), e che contiene il trauma infantile (Stoller 1991)? Comunque sia, quella incarnata dal nostro Signor P è una perversione nevrotica (Benvenuto 2005), un comportamento parzialmente egodistonico, interpretabile come un compromesso tra la pulsione ed il suo oggetto di soddisfacimento, che viene desiderato pur essendo interdetto; un comportamento irrazionale che non porta a niente se non a passare per pazzo e maniaco nel proprio ambiente di lavoro. L oggetto del desiderio e la pulsione scopica Pur non essendo un adepto di Jacques Lacan, la sua lettura psicoanalitica del Simposio di Platone, nel Seminario Libro VIII Il transfert (Lacan ), un opera degna di restare sugli scaffali dei classici della psicoanalisi e della psichiatria, rappresenta un percorso decisamente affascinante. In questo testo orale, come tutti i seminari, Lacan giunge a un acuta e per certi versi anticonformista definizione dell oggetto del desiderio, inteso in senso sessuale siamo agli albori dell economia post-capitalistica che si è finora retta creando oggetti-feticci di desideri per consumatori ridotti a macchine desideranti e immagini pubblicitarie che se ne sono fatte principali media. L oggetto del desiderio sessuale è dunque, per Lacan, che rilegge nel Simposio l insegnamento di Socrate, e in qualche modo si sottrae così a millenni di letture cattoliche (ed anche psicoanalitiche) di Platone, non è il partner cui ci si riferisce di norma come oggetto d amore, quanto ciò che lo rende desiderabile, e di cui il desiderante non ha possesso (è questo uno dei significati dell abusata formula paradossale amare è dare ciò che non si ha ). 4 I perversi non sono sessualmente adulti: il che può essere dovuto sia ad un arresto di sviluppo, sia a una regressione. Il fatto che le perversioni spesso si sviluppino in reazioni a disillusioni sessuali, conferma l efficacia della regressione (Fenichel 1951, p. 365). 254 Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3

5 Un caso di smartphone-voyeurismo Quest oggetto causa o condizione di desiderio (Quinet 2004), che talora, ma non sempre, Lacan identifica anche come objet petit a (Lacan ), questo certo non so che (Jankélévitch 1957), questo oggetto che si sottrae alle coordinate euclidee e kantiane degli altri oggetti (Quinet 2004), sia esso una caratteristica fisica o del carattere, ma anche, un gesto, un modo di sorridere o di muoversi, un eleganza nel vestirsi o nell abbigliarsi, lo charme o l intelligenza o il sapere (ad esempio in Socrate che, per il resto, era ben poco attraente) è comunque qualcosa di parziale, spesso perfino di accessorio (di non necessario, di ornamentale, agalma, in greco antico 5 ); è qualcosa di prezioso ed altamente valorizzato dal soggetto (Quinet 2004), che assume la massima rilevanza in quanto condiziona irrevocabilmente la scelta del partner sessuale, con tutto ciò che di affettivo ne consegue. Questa presa di posizione di Lacan a favore della assoluta parzialità dell oggetto d amore (Lacan ), e, implicitamente, per la secondarietà degli aspetti sentimentali del legame, pone la sua teoria dell amore drasticamente in contrapposizione al mito platonico (nel Simposio enunciato in toni grotteschi dal comico Aristofane) della ricerca della completezza (mito citato anche da Freud in Aldilà del principio del piacere, 1920) e anche alla teoria ascensionale enunciata dalla sacerdotessa Diotima, della sublimazione dal bello individuale verso il summum bonum, nota come dottrina platonica dell amore 6. L oggetto causa di desiderio è un oggetto della sensazione e di regola cade sotto la sfera visiva (Quinet 2004), è cioè l oggetto di uno sguardo di desiderio, da cui nasce ogni amore. I registi cinematografici, lo sanno bene, e gli appassionati di cinema potrebbero citare centinaia di esempi in cui Lui si innamora di Lei dopo un semplice sguardo: ad esempio, nel film Casinò (1995) di Martin Scorsese la macchina da presa si sofferma sullo sguardo di Sam (Asso) Rothsein (Robert De Niro) che, osservando i modi e l andatura di Ginger (Sharon Stone), se ne innamora perdutamente in barba al fatto che lei è una tossica, ladra, spacciatrice, con un organizzazione affettiva di tipo borderline, come direbbe la maggior parte degli psichiatri, e che gli rovinerà la vita fin quando non morirà di overdose. L esempio delle dive cinematografiche è molto istruttivo per il nostro discorso, perché per esserlo non basta che un attrice sia, come di regola, una donna bellissima; per diventare un oggetto di desiderio di valore mondiale deve avere qualcosa in più, qualcosa di speciale, 5 Per un esaustiva trattazione dell etimologia e dei molteplici significati di agalma nella lingua e nella letteratura greca, rinvio il lettore a Quinet (2004), pp. 65-8). 6 Merita citare i passi esilaranti e inequivoci di Lacan ( pp. 158 e sgg.): La funzione dell oggetto parziale è una delle più grandi scoperte dell indagine analitica... la chiave del desiderio umano... il nostro primo sforzo è stato invece di interpretarlo dirigendolo verso una dialettica della totalizzazione, di volgerlo nell oggetto piatto, l oggetto rotondo, l oggetto totale, l unico degno di noi, l oggetto sferico senza piedi né zampe, il tutto dell altro, dove, com è risaputo, il nostro amore irresistibilmente finisce, trova il suo compimento... Non ci siamo detti che questo altro, in quanto oggetto di desiderio, è forse la somma di un mucchio di oggetti parziali, cosa ben diversa da un Oggetto totale. Non ci siamo detti che ciò che elaboriamo, con cui abbiamo a che fare di quel fondo che si chiama l Es, non è forse nient altro se non un grande trofeo di tutti questi oggetti. No, all orizzonte della nostra ascesi, del nostro modello di amore, abbiamo messo dell altro... Ma di questo altro abbiamo fatto l altro a cui si rivolge quella bizzarra funzione che chiamiamo oblatività. Amiamo l altro per se stesso o, almeno, così è quando si è arrivati alla meta e alla perfezione. Lo stadio genitale dà la sua benedizione a tutto questo... basta amare genitalmente per amare l altro per se stesso... vi ho fatto sentire da tempo il ridicolo di quella sorta di predicozzo che si sviluppa attorno a tale idealità terminale... rimane tuttavia un ambiguità riguardo alla questione se di quest altro a cui dedichiamo la nostra oblatività in questo amore tutto amore, tutto per l altro cerchiamo il godimento, come sembra andare da sé trattandosi di unione genitale, oppure la perfezione... (p. 158). Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3 255

6 Riccardo Piero Dalle Luche basti pensare ai miti imperituri di Greta Garbo, Marilyn Monroe (che non era esente da vistosi difetti fisici), Grace Kelly, e, più recentemente, appunto, a forse quella che è stata l ultima diva di questo spessore, Sharon Stone 7. La bellezza si vede; il fascino si sente, ha scritto Roberto Gervaso (1983). Seguendo questa traccia si può dire che lo sguardo del desiderio segue di per sé un attrazione soggettiva, cui inerisce qualcosa di sinestesico (una fascinazione ), pur essendo un fenomeno che ricade pienamente nella normalità della vita umana. Ma in cosa si distingue allora lo sguardo del desiderio del perverso? Prendiamo un altro esempio cinematografico, L uomo che amava le donne di Truffaut (1977), che ho analizzato altrove (Dalle Luche 2009). Bertrand, il protagonista, esplicitamente e coerentemente non ama una singola donna, ma ama tutte le donne, è ipersensibile ai normali attributi e perfino alla sola voce dell altro sesso, ma soprattutto delle donne ama le gambe, il loro modo di camminare, che osserva un po coattivamente, e che gli ricordano le gambe di sua madre quando, seminuda, gli camminava intorno per casa da ragazzino, per confermare a se stessa che lui non esisteva. In questo ricordo sta il segreto del legame insopprimibile che il soggetto ha con il suo oggetto causa di desiderio: ne va infatti del suo stesso essere, e il piccolo Bertrand diventerà l adulto per cui la compagnia o anche solo la visione di una donna diventerà assolutamente necessaria. Nel suo caso l oggetto del desiderio diventa parzialmente anonimo, cioè è qualcosa che può rendere attraente se non tutte, almeno buona parte delle donne, indipendentemente da tutte le altre loro caratteristiche. La parziale anonimizzazione, l isolamento, la deanimazione dell oggetto del desiderio appaiono chiaramente in un sogno nel quale Bertrand si vede come manichino femminilizzato, oggetto di desiderio per una moltitudine di donne. Coattività, anonimia e deanimazione (ma anche animazione dell inanimato) dell oggetto, sono già le principali caratteristiche di un oggetto perverso. Ma il soggetto diventa totalmente perverso soltanto quando il suo oggetto si svincola totalmente dalla persona che ne è portatrice, come la collezione di stivaletti che il feticista di un classico di Buñuel (Diario di una cameriera, 1964) fa indossare ritualmente alla cameriera di casa, all insaputa della moglie. L oggetto del desiderio diventa qui un feticcio del tutto anonimo, avulso da ogni contesto relazionale, totalmente manipolabile, controllabile, inseribile in rituali di godimento identici a se stessi e realizzabili con qualsiasi partner. In conclusione se la relazione d amore è sempre una relazione parziale, resta comunque rivolta ad un singolo, specifico Altro, quella del perverso è, se così si può dire, più parziale, anzi, è talmente parziale da poter fare a meno dell Altro in quanto individuo specifico. Per quanto attiene al voyeurismo in senso stretto Freud a più riprese ha fatto riferimento ad una pulsione di guardare (Freud 1905, 1915, 1927), spontanea in tutti i bambini e legata alla pulsione di sapere relativamente all enigma della sessualità. Freud (1915) sottolineava l importanza degli indumenti che nascondono la nudità come causa del desiderio, che sarebbe quindi legato all impossibilità di soddisfare completamente la pulsione alimentando la spinta al suo soddisfacimento (Quinet 2004). Freud (1915) ha posto anche la pulsione scopica alla 7 Ovviamente ognuno può avere le proprie preferenze, e probabilmente ci sono preferenze condivise da ogni generazione. Gli italiani della mia età avranno certamente chiaro cosa intendo per oggetto del desiderio ricordandosi di un icona del cinema erotico italiano come Laura Antonelli. 256 Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3

7 Un caso di smartphone-voyeurismo base del vissuto del bello, come esito elaborativo dell eccitamento sessuale: poiché di per sé gli organi genitali non possono mai essere considerati belli, la velatura dei sessi porterebbe successivamente a spostare la percezione della bellezza sull intero corpo. La pulsione scopica, per Freud, è quindi alla base del desiderio erotico e del vissuto di bellezza che anima il desiderio. Per alcuni psicoanalisti degli anni 40 e 50 viene trattata come una pulsione specifica, la scoptofilia, la sessualizzazione delle sensazioni visive 8 (Fenichel 1951). Lacan invece ne ha fatto una pulsione sui generis in quanto, diversamente da quelle classiche, non avrebbe alcun aggancio con le funzioni fisiologiche, e quindi non sarebbe dell ordine del bisogno ma del desiderio (Quinet 2004) 9. Sta di fatto che di regola, nelle condizioni di normalità, l oggetto del desiderio non si identifica mai con gli organi sessuali, anzi questa identificazione tende ad urtare la coscienza e quindi la suscettibilità individuale, direi soprattutto femminile. Decenni di lavoro mentale separano dunque l adulto dal bambino per il quale il pericoloso oggetto della pulsione scopica non è un oggetto del desiderio sessuale ma primariamente un oggetto di conoscenza, mentre per l adulto può anche divenirlo, ma solo esclusivamente con la mediazione di una scelta legata, come si è detto, ad altre caratteristiche visibili del corpo dell altro, ad altri objet petit a. Solo nella pornografia i genitali tornano a essere tout court, senza alcuna particolare mediazione, oggetti del desiderio (si potrebbe dire che la pornografia colma la distanza tra l adulto e il bambino, spazzando via tutti i processi elaborativi). Gli organi sessuali non sono del resto di per sé neppure gli oggetti dello sguardo del desiderio del perverso. Per comprendere il vero voyeurista perverso, come il nostro Signor P., non ci si può tuttavia accontentare di parlare solo di una regressione pulsionale, bisogna metterne in risalto un altra caratteristica fenomenologica. Mentre il feticista può controllare e manipolare a piacimento il suo oggetto, mentre l esibizionista può, vuole o almeno spera di controllare lo sguardo (e la pulsione scopica) degli altri, lo sguardo del voyeur deve eludere il controllo altrui e per questo deve essere furtivo, nascosto, escludere totalmente il contatto relazionale con l osservato 10. I soggetti osservati, causa o condizioni del desiderio, non devono sapere di esserlo e il voyeur, da parte sua, non cerca alcuna altra forma di contatto, sessuale o meno, con loro (APA 2000), anzi li tiene opportunamente a distanza, vuole, per citare Sartre (1943), la non-reciprocità dei rapporti sessuali. Quando Sharon Stone, per fare un altro esempio cinematografico molto celebre, in Basic Instinct di Paul Verhoeven (1992), ipnotizza gli agenti che la interrogano mostrando furtivamente 8 La scoptofilia è la principale componente della curiosità sessuale infantile, spesso simile a un esigenza istintiva (Fenichel 1951). 9 C è probabilmente in questa idea di Lacan il riflesso della teoresi sartriana del desiderio il quale, per il filosofo, non implicherebbe l atto sessuale ma lo porrebbe tematicamente ; il desiderio non è altro che una delle grandi forme che può prendere la rivelazione del corpo dell altro ( ) l essere che desidera è la coscienza che si fa corpo ( ) nel desiderio, io mi faccio carne di fronte all altro per appropriarmi della carne dell altro ( ) Questo è l ideale impossibile del desiderio: possedere la trascendenza dell altro come pura trascendenza e tuttavia come corpo (Sartre 1943, pp ). 10 La cosa è ben nota fin dalla mitologia greca, ad esempio negli episodi di Diana e Atteone, Mercurio e Erse o di Giove e Antiope, oggetto di numerosissime rivisitazioni pittoriche, tra le quali mi piace segnalare le incisioni cinquecentesche di Giovanni Iacopo Caraglio Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3 257

8 Riccardo Piero Dalle Luche l ombra del pube nell accavallare per due volte di fila le gambe, visto che lei le mutande non le ha messe, preventivamente, la sua intenzionalità ha un senso inverso a quelle create dal Signor P. con i suoi precari videoagiti: eppure in entrambi i casi si tratta di uno sguardo maschile che scruta l ombra di un sesso femminile, ma nell esempio cinematografico l esibizionista è in posizione di padrone, mentre il Signor P. incarna un ruolo meschino, servile, puerile. Per parlare di vero voyeurismo e di vero esibizionismo, dev essere sospesa la reversibilità dello sguardo, inteso, nel senso di Merleau Ponty (Merleau Ponty 1985, Cavallo 2006), come un atto intenzionale appartenente a un corpo che al contempo è vedente e visibile. Chi guarda non può essere visto e chi si esibisce non può essere guardato. Il voyeur che scruta di nascosto incarna un ruolo illegittimo, vergognoso, servile. Ma anche l esibizionista, quand è spinto a mostrarsi, senza il consenso altrui magari con il classico impermeabile addosso-, divenendo dipendente dallo sguardo dell altro per il soddisfacimento del proprio timore di castrazione (Fenichel 1951), si pone anch egli in una posizione servile, illegittima, dipendente e vergognosa 11. Guardare vs vedere Il voyeur, scrive Arlow (1991), è costretto a guardare perché non può vedere. Perché non può vedere? Innanzitutto perché non ha un partner consensuale, cioè qualcuno che si lascia guardare, oppure si esibisce tout court. Ma soprattutto non può guardare perché quando confrontato con l inevitabile verità dell anatomia femminile, non ha niente da spartire con essa (Arlow 1991). Il voyeur in questo senso condivide la genesi delle sue condotte più che con l esibizionista con il feticista del resto il feticismo è il modello di tutte le perversioni (Bak 1968). Il feticista, però, va oltre il semplice evitamento della cruda visione dell organo femminile, o il diniego della sua rappresentazione, alla quale sostituisce piedi, stivaletti, abbigliamenti di cuoio e quant altro, secondo la classica teoria freudiana (Freud 1927). In questo senso il nostro Signor P., con il suo comportamento bizzarro, elude il conflitto da numerosi punti di vista: cerca di guardare ciò che non può vedere, sapendo che non lo vedrà (perché le donne portano le mutande, di regola), senza il consenso e la partecipazione di chi detiene l oggetto del suo desiderio, e senza che effettivamente sia lui a guardare direttamente, ma piuttosto il suo smartphone: la mediazione tecnologica, come avviene anche nella fruizione della pornografia, consente di mantenere le distanze e, quindi, deresponsabilizza. Inoltre la community degli smart-voyeuristi online, gli rilascia l ultima legittimazione. Ma vi è un altro modo per risolvere il dilemma del voyeur, ed è quello utilizzato da numerosi pittori e fotografi d arte. Si potrebbe anche qui creare un filo rosso che lega quello che forse è il primo pittore moderno a dipingere in modo totalmente esplicito e realistico il sesso femminile, Gustave Courbet con il suo L origine du monde (ora al Musée D Orsay a Parigi, ma per un certo tempo in possesso, forse non casualmente, di Jacques Lacan, che lo teneva velato e nascosto agli occhi dei visitatori comuni Roudinesco 1995), alla lunghissima serie di grandi artisti moderni, 11 Questo abbozzo di analisi fenomenologica contrasta con i destini della pulsione scopica delineati da Freud. (1915), in particolare il rovesciamento nel contrario e il ritorno sulla propria persona che fanno per lui del voyeurista e dell esibizionista praticamente la stessa persona invischiata ambivalentemente in una dinamica auto-erotica e narcisistica. 258 Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3

9 Un caso di smartphone-voyeurismo da Klimt, Schiele, Picasso, Moreni, fino a Mapplethorne e a Lucien Freud (questi ultimi due forniscono splendide esemplificazioni dell oggetto del desiderio dell omosessuale), che hanno ripetutamente, insistentemente, sdoganato, in quanto opera d arte, l oscenità 12 degli organi sessuali. In queste operazioni artistiche è presente lo stesso conflitto del voyeur, ma viene risolto in modo diverso. La rappresentazione artistica degli organi sessuali consente di mostrarli, di esibirli, e, in quanto opera d arte, di compiere la trasformazione alchemica dell osceno nel bello, consentendo all osservatore di non sentirsi offeso dal contenuto della rappresentazione. È facile qui identificare il quarto e ultimo destino della pulsione scopica delineata da Freud (1915), cioè la sublimazione. Tuttavia, nella storia dell arte, periodicamente, si assiste a un oscillazione dei limiti dell osceno, per cui, in una sorta di escalation, l artista sa bene di creare (e, talora, di cercare) lo scandalo oltrepassando ogni volta la soglia della tolleranza, insomma, di volere épater le bourgois. In questo gioco la sublimazione è quindi quasi sempre accompagnata da una certa aggressività sadica, in quanto l osservatore dell opera è posto in condizione di far finta di nulla, per non apparire bigotto e puerile, cioè di dover subire masochisticamente la scelta creativa dell artista. E che dire del collezionista di simili opere d arte, ad esempio il committente di L origine du monde, il diplomatico turco-francese Khalil-Bey, che possedeva anche altre opere al limite tra l erotico e il morboso o l osceno, almeno per l 800, come Il bagno turco di Ingres e Le sommeil di Courbet? Non è forse una forma di feticismo perverso possedere la rappresentazione di ciò che non si può vedere, non è forse un compromesso per poterlo guardare a piacimento e all infinito, legittimamente, e senza esserne coinvolti personalmente? Si ripropone qui l annosa definizione del concetto di pornografico, sui cui si potrebbe aprire un ampia discussione; per quanto ci riguarda, può bastare dire che il porno persegue il progetto megalomanico di mostrare ciò che normalmente è tenuto fuori scena, senza o quasi senza alcuna mediazione 13, ed in questo senso vorrebbe annullare (terzo destino della pulsione scopica secondo Freud, 1915) tutto quanto di psichico passa tra l atto del guardare ed il suo oggetto. In questo senso la pornografia avrebbe poco a che vedere con le complicazioni dello sguardo del desiderio del vero voyeur come di quello dell artista: sarebbe cioè solo un artificio tecnologico (e in ultima analisi un meccanismo sociale in ultima analisi ben tollerato) per soddisfare un bisogno, tenendo così sotto controllo fino ad annientarlo, il rischio del desiderio. 12 La comoda etimologia di osceno dal greco o-skenè, e dal latino ob-scaenam, con signficato fuori dalla scena, sostenuta, tra gli altri, ripetutamente, da Carmelo Bene, è probabilmente falsa. Più probabile è la derivazione dal latino "obscenus o obscinum, che significa di malaugurio, oppure da ob coenum", "fango, melma", che rinviano piuttosto al significato di "laido" e "di cattivo augurio". Molto acuta è anche l analisi fenomenologica dell "osceno" in Sartre (1943, pp. 488 e sgg.), che ne fa un sinonimo di "privo di grazia". 13 Anche su questo punto si potrebbe disquisire, in quanto è noto che il cinema porno ha i suoi generi, i suoi divi, la sua diversa qualità registica e attoriale e che sempre più negli ultimi anni anche il cinema d autore può introdurre inserti al limite e spesso oltre il limite della pornografia nelle proprie opere artistiche. Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3 259

10 Riccardo Piero Dalle Luche Riassunto Parole chiave: perversione, parafilie, voyeurismo, oggetto del desiderio, pornografia L autore prende spunto dal caso di un uomo che coattivamente era spinto a fare dei brevi clip video col proprio smartphone sotto le gonne delle colleghe di lavoro, per rivisitare il senso diagnostico e psicodinamico della nozione di perversione. Questo caso di smartphone-voyeurismo, una pratica che pare avere molti adepti nelle communities su internet, consente una riflessione sulla nozione lacaniana di oggetto del desiderio e pone in luce i meccanismi con cui l interdizione della visione dell organo sessuale può essere aggirata. Se il perverso concretizza dei comportamenti di compromesso rispetto ai conflitti da eludere, molti pittori celebri hanno tentato di mostrare ciò che normalmente non può essere mostrato (l osceno ) attraverso la mediazione della rappresentazione artistica. Rispetto a questi due soggetti, il perverso e l artista, il pornografo tenta di mostrare l osceno senza alcuna mediazione: il suo sguardo non è uno sguardo di desiderio ma è rivolto solo alla soddisfazione di un bisogno. THE LOOK OF DESIRE. A NOTE ON A SMARTPHONE-VOYEURISM CASE Abstract Key words: perversion, paraphilias, object of desire, voyeurism, pornography The paper concerns the clinical sketch of a man who was compelled to take short videos with his smartphone under the skirts of his office colleagues. The case stimulates some reflections about the clinical and psychodynamic meaning of the notion of perversion. It is an example of a compromise behaviour that bypasses the direct sight of a female sex organ: the look of desire of the patient tries to glimpse what cannot be seen. Some well known painters tried to turn around the same conflict with the mediation of art, showing explicitly the sexual organs and going beyond the boundaries of obscenity. On the other hand the pornographer tries to show what is usually considered obscene without any mediation, so that his products meet much more sexual needs than the aims of the look of desire. Bibliografia American Psychiatric Association (2000). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision (DSM IV TR). Washington DC. Arlow JA (1991). Derivative Manifestations of Perversion. In Fogel GI, Myers op. Cit., pp Bak RC (1968). The Phallic Woman: The Ubiquitous Fantasy in Perversions. Psychoanal Study Child 23, Benvenuto S (2005). Perversioni. Sessualità, etica, psicoanalisi. Bollati Boringhieri, Torino. Boss M (1962). Senso e contenuto delle perversioni sessuali. Tr. it. Sugar, Milano. Buñuel L (Regia di). Diario di una cameriera (Fra, 1964). Cavallo M (2006). Lo sguardo e la voce. Al di là della fenomenologia della percezione. it/n7-1 Dalle Luche R (1996). Varianti dell idea di perversione. Psichiatria e psicoterapia analitica XV, 3, Dalle Luche R (1999). Il continuum psicopatologico tra ossessioni, compulsioni e comportamenti parafilici. Nota su un caso di Disturbo Ossessivo Compulsivo con temi pedofili. In Callieri B, Frighi L (a cura di) La problematica attuale delle condotte pedofile. Dall Eros greco alla perversione sessuale. Edizioni Universitarie Romane, Roma. 260 Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3

11 Un caso di smartphone-voyeurismo Dalle Luche R (2009). Ogni donna è un film a sé. Cinema, letteratura, autobiografia, e psico(pato)logia del libertinaggio in L uomo che amava le donne di François Truffaut. Psichiatria Generale e dell Età Evol 46, 3-4, Dalle Luche R, Taponecco C (2012). Le tematiche di abuso sessuale precoce in un campione di pazienti psichiatriche acute. Giorn It Psicopat 12, Fenichel O (1951). The Psychoanalytic Theory of neurosis. Tr. it. C Gastaldi, Trattato di psicoanalisi delle nevrosi e delle psicosi. Astrolabio, Roma. Fogel GI, Myers WA (Eds) (1991). Perversion & Near-Perversions in Clinical Practice. New Psychoanalytic Perspectives. Yale Univ. Press, New Haven & London. Freud S (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In Opere, Vol. IV. Boringhieri, Torino ( ). Freud S (1915). Metapsicologia. 1. Pulsioni e loro destino. In Opere, Vol VIII. Boringhieri, Torino. Freud S (1920). Al di là del principio del piacere. In Opere, Vol, IX. Boringhieri, Torino. Freud S (1927). Feticismo. In Opere, Boringhieri, Vol. X. Boringhieri, Torino, pp Jankélevitch W (1957). Il non-so-che e il quasi niente. Tr. it. Einaudi, Torino Krafft Ebing R von (1893) Psychopathia sexualis, 8 a edizione. Enke, Stuttgart. Lacan J (1960-1). Il seminario VIII. Il transfert. A cura di JA Miller e A Di Ciaccia. Einaudi, Torino Merleau Ponty M (1964). L occhio e lo spirito. Tr. it. SE, Milano Quinet A (2004). Le plus de regard. Destins de la pulsion scopique. Étude psychoanalytique. Editions du champ lacanien, Paris. Nabokov V (1955). Lolita Tr. it. Longanesi, Milano. Roudinesco E (1995). Jacques Lacan. Profilo di una vita, storia di un sistema di pensiero. Raffaello Cortina, Milano. Sartre JP (1943). L essere e il nulla. Saggio di ontologia fenomenologica. Tr. it. Il Saggiatore, Milano Scalzone F (a cura di) (2009). Perversione, perversioni e perversi. Borla, Roma. Scorsese M (Regia di). Casinò (Usa, 1996) Stoller R (1975). Perversion. The Erotic Form of Hatred. Tr. it. Libero Sosio, Perversione, la forma erotica dell odio. Feltrinelli, Milano Stoller R (1991). Pain & passion. A psychoanalyst explores the world of S & M. Plenum Press, New York and London. Truffaut F (regia di) (1977). L uomo che amava le donne. Fra. Verhoeven P (regia di) (1992). Basic Instinct, USA. Corrispondenza Riccardo Piero Dalle Luche SPDC ASL 1 Massa e Carrara, via Sottomonte Massa kraepelin@alice.it Psichiatria e Psicoterapia (2014) 33,3 261

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