50 anni di vita a Leverano
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- Daniele Lorenzi
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1 50 anni di vita a Leverano Da Cassa Rurale ed Artigiana a Banca di Credito Cooperativo BCC L e v e r a n o
2 Nuova sede: Piazza Roma 4 BCC L e v e r a n o
3 Presentazione I primi 50 anni raccontati in un volume per testimoniare alle future generazioni nello scenario di Leverano, gli anni della nascita, dei successivi anni della crescita, del radicamento sul territorio, delle scelte e del consolidamento della nostra Banca. Questa l idea cardine che il Consiglio di Amministrazione ha voluto attuare e sviluppare commissionando alla Cooperativa Il Sorriso di Leverano, la stesura dell opera. Nessuna commemorazione, bensì semplice ricordo, quasi storiografico e cronologico, del nostro trascorso senza tralasciare gli importanti obiettivi oggi raggiunti e le ambizioni di domani. Siamo certi che i protagonisti degli anni raccontati si rivedranno e s identificheranno nel narrato per rinsaldare le loro ragioni d attaccamento alla Cassa Rurale ed Artigiana di Leverano. Per i giovani d oggi, futuri nostri clienti e soci, siamo convinti che sarà una miniera inesauribile d ispirazione per uno stile di vita, sempre tendente alla solidarietà ed alla mutualità. Principi, questi, che hanno ispirato la costituzione e hanno segnato la vita della nostra cooperativa, a baluardo da ogni insidia e da ogni senso di debolezza. Riteniamo che certamente Vi sarà gradita la lettura e auspichiamo che, anche in futuro altri volumi potranno documentare la presenza sempre fattiva della B.C.C. di Leverano. Con affetto e stima. Lorenzo Zecca Presidente 5
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5 Introduzione Anzitutto, un avvertenza per il lettore. Questo volume, pubblicato per ricordare i primi cinquant anni di vita della Cassa Rurale ed Artigiana di Leverano (ora Banca di Credito Cooperativo), non si limita solo a ricostruire le tappe fondamentali del lungo e impervio percorso storico del benemerito Istituto di Credito (fatto, di per sé, già altamente encomiabile), ma racconta anche - in forma sintetica e, insieme, puntuale la storia degli ultimi cinquant anni della nostra Leverano. Merito degli autori è stato quello di essere riusciti a intrecciare sapientemente le vicende della Cassa con la vita quotidiana, pulsante, dei Leveranesi. Da tale intreccio emerge con chiarezza come la Cassa Rurale ed Artigiana sia stata un autentico volano non solo per lo sviluppo economico, ma anche per la crescita sociale, civile e culturale del popolo leveranese. Il lettore troverà, dunque, in questo scritto, non solo la storia della Cassa, ma anche un pezzo della sua storia, di cui egli è stato, a vario titolo, protagonista. Celebrare i cinquant anni di vita di un Istituto di Credito, come la Cassa Rurale ed Artigiana, non è un puro atto formale, ossia una delle tante ricorrenze pubbliche, che lasciano spesso indifferenti, o a cui, chi partecipa, lo fa solo per un atto di cortesia o per dovere d ufficio. No! Ritengo che il ricordare i cinquant anni di attività della Cassa sia avvertito da tutti (dirigenti, personale, soci, cittadinanza) come un bisogno, più che come un dovere. E ciò perché ognuno sente la Cassa come qualcosa di familiare, come qualcosa di suo, ossia come qualcosa a cui si è legati da sempre e con cui si è cresciuti insieme. La ragione di questa fortissima valenza affettiva dei cittadini verso la Cassa risiede principalmente nel fatto che essa è un Istituto di Credito popolare e cooperativo. Ciò che è veramente popolare, il popolo lo avverte subito, lo considera come suo e quindi vi si affeziona. Ma oltre che dalla popolarità, la Cassa è caratterizzata anche dallo spirito cooperativo. Un carattere, quello della cooperazione, altamente morale e che, proprio per questo, dura fatica ad 7
6 affermarsi universalmente, soprattutto in un tempo come il nostro, in cui la massimizzazione del profitto è considerata, dai fautori del liberismo anarchico ed eslege, come l unico valore o, comunque, come il valore per eccellenza, a cui tutto deve essere sacrificato. Gli istituti di credito cooperativi (come ogni altra analoga iniziativa) rappresentano, in questo senso, un alternativa validissima all economicismo brutale, che oggi imperversa in tutto il mondo, proprio perché hanno saputo conciliare l ineludibile esigenza dell efficienza economica e gestionale con gli altrettanto ineludibili imperativi etici della giustizia e della solidarietà, in mancanza dei quali, la società umana si trasforma in una giungla. La Cassa ha un anima popolare e uno spirito cooperativo che la rendono familiare a tutto il popolo lavoratore. Per convincersi di ciò, è sufficiente scorrere l elenco dei soci fondatori: nomi a tutti familiari, nomi amici, nomi cari. Leggendoli, si respira aria di famiglia, aria di casa, aria di Leverano. Sono nomi che hanno contribuito attivamente a fare la storia di Leverano, in quest ultimo mezzo secolo. Nomi popolari. Di un popolo che finalmente si è scoperto essere il protagonista della storia e non più uno spettatore passivo, relegato ai margini della società, come purtroppo è accaduto per secoli. Certo, il cammino non è stato facile. Ma nulla di ciò che nella storia è valido e duraturo viene acquisito senza difficoltà, che talvolta possono essere anche grandi, enormi. Si pensi, ad esempio, alle difficoltà che incontrarono i primi soci fondatori, per superare il muro di indifferenza, incredulità e diffidenza che molti cittadini opponevano alla nuova realtà costituita dalla Cassa. Si trattava di cambiare una mentalità, intessuta di passività e soggezione, che si era radicata da secoli nella nostra gente. Un compito, quindi, estremamente difficile, ma che la costanza e la lungimiranza dei primi soci - aiutata certo dai radicali mutamenti sociali avvenuti nell Italia del secondo dopoguerra - riuscirono a portare felicemente a termine. E infatti, grazie alla ferrea volontà e determinazione dei primi soci, nonché all intelligenza e avvedutezza degli amministratori successivi, la Cassa, col passare degli anni, cominciò a farsi strada tra la nostra gente. I cittadini, cioè, cominciarono a capire l importanza che un tale istituto poteva avere sia per la crescita personale e familiare sia per lo sviluppo economico e sociale dell intera comunità. Già sul finire degli anni degli esordi e soprattutto nel periodo del boom economico (sotto la presidenza del compianto dott. Antonio Biasi ) la Cassa era diventata per i Leveranesi un punto di riferimen- 8 BCC L e v e r a n o
7 to economico imprescindibile. Com è attestato sia dall incremento dei depositi (che dal 1968 al 1982 aumentarono di ben dieci volte), sia dall aumento del numero dei soci (triplicato) sia, infine, dalla tumultuosa e straordinaria crescita del patrimonio sociale (passato dai circa 7 milioni di lire del 1968 agli oltre 2 miliardi del 1982). Un chiaro ed inequivocabile segno che la Cassa si era ormai affermata a livello cittadino e non solo. Questa linea di tendenza si consolidò nel decennio , sotto le Presidenze Zecca e Durante. Fu questo un periodo di profonde trasformazioni economiche e tecniche, come l introduzione della floricoltura, la coltivazione in serra, l attenzione alla qualità dei prodotti tradizionali (vino, olio, ortaggi ecc.), che hanno contribuito a fare di Leverano uno dei Comuni economicamente più floridi non solo della provincia di Lecce, ma dell intero Salento. Queste trasformazioni - che la Cassa, con la sua tradizionale politica, accompagnava e stimolava - fecero aumentare i depositi, nel volgere di un decennio, di ben Otto volte. Un risultato che gli amministratori seppero gestire con grande prudenza, oculatezza e lungimiranza, senza mai smarrire l anima cooperativistica dell Istituto, come dimostrano, ad esempio, i diversi interventi a sostegno della costruzione della prima casa; interventi che contribuirono, tra l altro, a far uscire dalla crisi i settori dell edilizia, dell artigianato e del commercio. Il benessere economico degli anni 80 generò (come nel resto dell Italia), anche a Leverano episodi incresciosi di disagio giovanile, cui gli amministratori della Cassa non rimasero insensibili. In particolare, nel periodo delle Presidenze Politano, Roselli, Zecca, nonostante i grossi problemi connessi alle trasformazioni strutturali negli anni , moltiplicarono le iniziative a favore non solo dei diversi settori economici (mutui agevolati alle aziende artigiane, agricole e cooperative), ma anche in ambito sociale, assistenziale, culturale e sportivo (borse e prestito di studio per i giovani, sussidi per l acquisto di computer, incentivi per la rivalutazione del Centro storico, iniziative a favore dei popoli del Terzo Mondo, sussidi alla Croce Rossa Italiana, alle strutture sanitarie oltre che a manifestazioni culturali e sportive. Come ho prima accennato, uno dei pregi di questo volume risiede nell intreccio, o meglio, nell amalgama, che gli autori hanno saputo ben realizzare, tra le vicende della Cassa e quelle del contesto sociale in cui essa è nata ed opera. Le due storie, per così dire, si fondono, diventano un unica storia: la storia dei Leveranesi negli ultimi cinquant anni. Una storia in cui i veri protagonisti sono i cit- 9
8 tadini, ossia la gente comune, il popolo. Una storia che dimostra non solo quanto ha fatto, ma anche quanto può fare lo spirito cooperativo, che in primis nella Cassa Rurale ed Artigiana e poi in altre realtà economiche locali (come la Cantina sociale, l oleificio, il mercato dei fiori, ecc.) ha trovato concreta incarnazione. Per queste ragioni, ritengo che il libro, qui rapidamente presentato, debba essere letto non solo dai soci della BCC, ma da tutte le famiglie di Leverano. Sono certo che la sua lettura contribuirà a rafforzare il senso civico e democratico della nostra comunità. Cosimo Quarta Docente Università di Lecce 10 BCC L e v e r a n o
9 Premessa storica Nel 1869, tra la diffidenza degli economisti tedeschi, Federic Raiffesen fondò la prima Cassa di Credito Cooperativo, una nuova istituzione che sembrava destinata all insuccesso, poiché voleva quasi contrastare la legge economica del profitto. Privilegiando nettamente le qualità personali rispetto alla titolarità dei beni e garanzie reali, le Casse miravano a favorire la formazione del piccolo risparmio, determinando una vera rivoluzione nell assetto organizzativo del credito. In questo va ricercato il merito storico delle Casse: una nuova concezione di fare banca, che cercava, attraverso la mutualità di colmare i vuoti lasciati dalle grandi istituzioni. Il modello Raiffesen fu ripreso da Leone Wallemborg, economista e uomo politico di stampo liberale, ministro delle finanze che, nel 1883, a Loreggia, in provincia di Padova, fondò la prima Cassa Rurale. Alla luce della Rerum Novarum di Leone XIII, furono i cattolici, laici ed ecclesiastici che, alla fine dell Ottocento, diventarono promotori e fondatori di numerose Casse Rurali in Italia. Esortati ad intraprendere nuove iniziative nel campo sociale, a favore delle classi rurali, videro nel Credito Cooperativo, un modo concreto per sostenere ed agevolare l agricoltura, titolare il risparmio e liberare i contadini dall ormai invalso ricatto dell usura. L idea della cooperazione venne recepita con fiducia dal mondo agricolo e le Casse Rurali fiorirono molteplici nella penisola, soprattutto nel Nord Est ed in Sicilia, secondo il proclama: promuovere, fondare istituzioni utili per la crescita socio-economica dei lavoratori e delle loro famiglie. In tutti gli statuti delle prime Casse Rurali veniva ribadito l impegno a fermarsi non solo alla soluzione dei problemi economici, ma anche a perseguire un miglioramento culturale, civile e morale delle comunità, nelle quali le istituzioni si trovavano ad operare. Le Casse Rurali ed Artigiane puntarono così, sin dalle origini, a determinare una sorta di rottura con la spirale del sottosviluppo e dell emarginazione socio-economica delle aree più deboli, cercando di valorizzare al meglio le risorse esistenti. L esperienza imprenditoriale delle B.C.C. è partita in sordina, pun- 11
10 tando più sulla logica dell evoluzione che su quella della rivoluzione, ma il risultato, a 120 anni di distanza dalla fondazione della prima Cassa cooperativa di prestiti nel 1883, è stato sorprendentemente positivo. Le B.C.C. oggi, contano 461 aziende con 3206 sportelli, sono direttamente presenti in 2208 Comuni e hanno operatività su 4000 Comuni. Esse rappresentano il terzo gruppo creditizio per diffusione territoriale. Nel 2002 le banche della categoria hanno accresciuto gli impieghi economici, che hanno superato i 57 miliardi di euro, e la raccolta diretta, che ha sfiorato i 76,5 miliardi di euro, con una dinamica decisamente più vivace rispetto alle altre banche, visto che il tasso di crescita degli impieghi è stato più che triplo rispetto a quello del resto del sistema e quello della raccolta circa il doppio di quello rilevato per le altre banche. La crescita continua ha dimostrato che la scelta del Credito Cooperativo era ed è vincente: una Banca inserita nel connettivo socioeconomico che si pone esclusivamente l obiettivo di lavorare per le comunità locali, promovendone la crescita. 12 BCC L e v e r a n o
11 Origini:
12 Nuova sede: ingresso 14 BCC L e v e r a n o
13 Dall ideazione alla costituzione A Leverano, il 6 luglio 1952, fu costituita la Cassa Rurale. Molti dei protagonisti,oggi, purtroppo non ci sono più, tuttavia ricorrendo alle fonti documentarie e alla viva testimonianza di molti soci, si può togliere la polvere dalla memoria e procedere ad una ricostruzione dei momenti salienti, che hanno segnato la vita della Banca. Nella fase preliminare compare la figura di un esperto conoscitore delle Casse Rurali, Michele Viterbo che, contando sull appoggio di alcuni notabili del posto, promosse l idea del credito cooperativo. Vi è poi il ricordo di un viaggio a Roma per acquisire le necessarie informazioni, a cui seguirono i primi incontri tra i soci fondatori in via Garibaldi, forse si era in17, nella sede del Consorzio. Nella prima assemblea, a cui parteciparono 61 soci, furono nominati il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale, che avrebbero accompagnato la Banca nella sua costituzione. È opinione diffusa che il dott. Antonio Biasi e don Vincenzo Zagà, tra i promotori, seguirono l iter della costituzione, con particolare determinazione e notevole impegno personale. Questa comune convinzione è rafforzata anche dai documenti. Infatti a pag. 11 dell Atto Costitutivo si legge: I detti comparenti mi dichiarano di voler costituire come con il presente costituiscono una Società Cooperativa a responsabilità limitata, sotto la denominazione: Cassa Rurale ed Artigiana di Leverano, Società Cooperativa a responsabilità limitata con sede nel Comune di Leverano (Provincia di Lecce) in conformità dell approvazione di massima alla costituzione accordata dal Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio nella seduta del 14 marzo 1952 N Vig., diretta al sig. Biasi dott. Antonio, promotore della Cassa Rurale ed Artigiana di Leverano (Dall Atto Costitutivo) Già da questo primo atto emerge con chiarezza il ruolo svolto dal dott. Biasi, nella fase propositiva del progetto. Ed è proprio il dott. 15
14 Biasi, presidente della Cassa, che nel verbale d assemblea del 71, commemorando la scomparsa del parroco, don Zagà, ne ricorda l operato, ma soprattutto ne sottolinea l importanza per la costituzione dell Istituto di Credito: Signori soci, è doveroso da parte mia ricordare a tutti noi la figura del nostro benemerito socio don Vincenzo Zagà come pioniere ed iniziatore proprio del nostro Istituto; Lui non fu solo una dei soci fondatori, ma fu principalmente Colui che si prodigò, insieme ad un esigua schiera di amici, a realizzare la Cassa Rurale ed Artigiana di Leverano; si batté per la sua fondazione e finalmente nel 1950 ottenne il decreto ministeriale che autorizzò l apertura della Cassa Rurale ed Artigiana nella nostra città. Ricordo la Sua gioia e la Sua soddisfazione nel giorno dell inaugurazione della nostra prima Sede, ricordo gli auguri e gli auspici che ci fece perché la Cassa Rurale ed Artigiana di Leverano progredisse e si affermasse, ricordo le Sue parole affettuose e di incitamento perché tutti collaborassimo nell interesse della nuova creatura che allora si affacciò alla realtà economica di Leverano. (Dal verbale d Assemblea del 1971) A tutti i soci promotori va, comunque, il merito di aver saputo, con grande lungimiranza, nella Cassa Rurale, al di là delle inevitabili difficoltà iniziali, una reale opportunità di crescita per tutta la comunità locale. Dott. ALDO VALENTINI NOTAIO ATTO COSTITUTIVO della Cassa Rurale ed Artigiana di Leverano Società Cooperativa a responsabilità limitata. Repubblica Italiana L anno millenovecentocinquantadue, addì sei del mese di Luglio in Leverano e nei locali della S.A.C.A.L.T. alla via Giuseppe Garibaldi, alle ore otto. Innanzi a me, dott. Aldo Valentini fu Gustavo Adolfo, Notaio residente in Lecce ed iscritto nel ruolo dei Distretti Notarili Riuniti di Lecce e Brindisi e dei testimoni idonei sigg. Giuseppe Paladini di Edoardo, impiegato nato e domiciliato in Leverano alla via Cesare Battista e Giovanni Rango fu Oronzo, proprietario nato a Galatina e domiciliato in Lecce, alla via Cesare Battisti o meglio alla via Luigi Scarambone, BCC L e v e r a n o
15 SI SONO COSTITUITI: 1) Il sig. Baffa dott. Giuseppe Tommaso. 2) Il sig. Biasi dott. Antonio. 3) Il sig. Biasi geom. Luigi. 4) Il sig. Cappello Carmine. 5) Il sig. Cirfeda Giovanni. 6) Il sig. D Agostino Antonio. 7) Il sig. D Agostino Placido. 8) Il sig. D Amanzo Paolo. 9) Il sig. Della Mamma Vincenzo. 10) Il sig. De Mitri Enrico. 11) Il sig. De Simone Francesco. 12) La sig.a Durante Maria. 13) Il sig. Durante dott. Francesco. 14) Il sig. Durante Rocco. 15) Il sig. Erroi Antonio di Francesco. 16) Il sig. Erroi Antonio di Vincenzo. 17) Il sig. Erroi Salvatore. 18) La sig.a Frassanito Cecilia. 19) Il sig. Frassanito Giovanni. 20) Il sig. Frassanito Luigi. 21) La sig. Frassanito Maria. 22) Il sig. Frassanito Oronzo. 23) Il sig. Giuranna rag. Rocco. 24) Il sig. Giuranna Opremio. 25) Il sig. Greco Rocco. 26) Il sig. Landolfo Raffaele. 27) Il sig. Landolfo avv. Sante. 28) Il sig. Landolfo Vincenzo. 29) Il sig Margapoti Donato. 30) Il sig Matino Giovanni. 31) Il sig. Miri Antonio. 32) Il sig. Muci Salvatore. 33) Il sig. Muia Santo. 34) Il sig. Musca Rocco. 35) Il sig. Negro dott. Eugenio. 36) Il sig. Nestola Pasquale. 37) Il sig. Perrone Francesco. 38) Il sig. Quarta Fernando. 39) Il sig. Romanello Costantino di Salvatore. 40) Il sig. Romanello Costantino fu Isaia. 41) Il sig. Romanello Emilio. 42) Il sig. Romanello Giuseppe. 43) Il sig. Romanello dott. Isaia. 44) Il sig. Romanello Isaia. 45) Il sig. Romanello Luigi. 17
16 46) Il sig. Romanello Rocco. 47) Il sig. Savina Grazio. 48) Il sig. Savina Carmelo. 49) Il sig. Trono prof. Vito. 50) Il sig. Zecca Antonio. 51) Il sig. Zecca Cosimo. 52) Il sig. Zecca Emanuele fu Francesco. 53) Il sig. Zecca Emanuele di Vito Salvatore. 54) Il sig. Zecca Giuseppe. 55) Il sig. Zecca Emanuele fu Salvatore. 56) Il sig. Zagà Rocco. 57) Il sig. Zagà Rosario. 58) Il sig. Zagà Vincenzo. 59) Il sig. Zecca Rocco Salvatore. 60) Il sig. Savina Raffaele. 61) Il sig. Tramacere Rocco Giuseppe. 62) Il sig. Russo Pompilio. 63) Il sig. Quarta Sebastiano. 64) Il sig. Cazzella avv. Temistocle. 65) Il sig. Leone inseg. Eufrasio. 66) Il sig. De Carlo Ercole. 67) Il sig. Trono prof. Francesco. 68) La sig.a Durante Agata fu Vito. 69) Il sig. Cazzella dott. Pietro. 70) Il sig. D Amanzo prof. Cosimo. 71) Il sig. Paladini geom. Egidio. 72) La sig.a Cappello Gloria. 73) Il sig. Cappello Giuseppe. 74) Il sig. Quarta Rocco. 75) Il sig. Quarta Antonio di Antonio. 76) Il sig. Cazzolla Francesco. 77) Il sig. Zagà Antonio. 78) Il sig. Quarta Antonio fu Alessandro. 79) Il sig. Fiore Ippazio. 80) Il sig. Quarta Antonio di Alessandro. 81) Il sig. Congedo dott. Enrico. 82) Il sig. Russo prof. Antonio. 83) Il sig. Quarta prof. Rocco. 84) La sig.a Calò Maria Addolorata. 85) Il sig. Velardi dott. Giuseppe. 86) Il sig. Miglietta ins. Antonio. 87) Il sig. Quarta Cosimo. 88) Il sig. Frisenda Mario. 89) Il sig. Giovanni Lecciso. 90) Il sig. Raganato Salvatore. 91) Il sig. Rizzo Giuseppe. 18 BCC L e v e r a n o
17 92) Il sig. Calò Rocco Angelo. 93) Il sig. Miri Antonio. 94) Il sig. Miri Rocco. 95) Il sig. Paladini Donato. 96) Il sig. Muci Cosimo. 97) Il sig. Sorino Vincenzo. 98) Il sig. Maffei dott. Antonio. 99) La sig.a D Andria Anna. Detti comparenti sono tutti cittadini italiani, di loro piena capacità giuridica e della cui identità personale io notaio sono personalmente certo. La società ha lo scopo di procurare il credito in primo luogo ai soci e di compilare le operazioni ed i servizi di banca consentiti dalla legge e dal presente statuto prevalentemente a favore degli agricoltori e degli artigiani, il miglioramento delle condizioni morali ed economiche dei quali costituisce la sua principale ragione di essere. La società si propone pure di fare opera di propaganda per il risparmio e la previdenza. La durata della società è fissata fino al trentuno dicembre 1970millenovecentosettanta, con facoltà di sciogliersi anche prima di detto termine, nonché di prorogarsi una o più volte dopo lo stesso. (Dall Atto Costitutivo) Titolo nominativo 19
18 Cariche sociali 1952 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE D AGOSTINO PLACIDO CAZZELLA TEMISTOCLE VELARDI GIUSEPPE LANDOLFO SANTO D AMANZO COSIMO NESTOLA PASQUALE ROMANELLO COSTANTINO COLLEGIO SINDACALE MARGAPOTI DONATO BIASI LUIGI ZAGA VINCENZO Presidente Vice Presidente Presidente Sindaco effettivo Sindaco supplente 20 BCC L e v e r a n o
19 Il Contesto Era il Leverano aveva vissuto con fervido impegno, volto alla difficile ricostruzione socio-economica, gli anni del dopoguerra, cercando di cancellare, dalle orecchie e dal cuore, l eco delle incursioni aeree, delle bombe e delle sirene. Lontana dai grandi problemi della guerra fredda e delle politiche internazionali, all indomani del referendum, la vita aveva ripreso il suo corso e si compiva nella quotidianità, fatta di lavoro, sacrificio, devozione, speranza. La popolazione, come si ricava dal Censimento del 51, era costituita da abitanti, residenti in case molto piccole, con scarsi servizi igienici e senza acqua potabile. L agricoltura costituiva la risorsa economica principale e la vita di gran parte dei cittadini leveranesi si svolgeva nei campi. La situazione fondiaria nel territorio di Leverano non differiva da quella dei comuni viciniori e che, del resto, era comune a gran parte del Sud: proprietà piccole e talvolta piccolissime, molto spesso insufficienti per soddisfa- Raccolta del tabacco 21
20 re le esigenze più elementari delle famiglie contadine, si affiancavano a proprietà estremamente estese, che si configuravano come veri e propri latifondi. Questo induceva sovente i piccoli proprietari a stipulare contratti di affitto, colonia o mezzadria. Le colture più diffuse erano quelle storiche della vite e dell olivo, che davano prodotti di buona qualità, quasi interamente assorbiti dal mercato locale. A queste si aggiungeva la coltura del tabacco, che era la grande protagonista delle campagne: dava una buona resa, grazie alla peculiare natura dei terreni e assicurava guadagni sicuri, con la consegna alle Manifatture che, peraltro, assorbivano gran parte della manodopera femminile locale. I seminativi, cereali e leguminose, occupavano i terreni poveri e superficiali ed erano coltivati a rotazione triennale: due anni di cereali e un anno di legumi, per sfruttare al meglio il terreno. Infatti l impiego di fertilizzanti era limitatissimo: si sopperiva in qualche modo ad essi con il letame degli animali. Ortaggi e verdura, invece, venivano coltivati in piccoli appezzamenti per soddisfare i bisogni familiari. Nell ottica dell economia di autosufficienza, veniva sempre riservato nei cortili delle case, uno spazio necessario per allevare galline, conigli e colombi, Dissodamento dei campi. 22 BCC L e v e r a n o
21 che fornivano carni e uova indispensabili nella dieta dei malati e delle puerpere. Ridenti giardini abbellivano con naturale semplicità l essenziale struttura delle abitazioni, fornivano melagrane, nespole e agrumi e altri frutti ormai scomparsi per il consumo domestico e costituivano una forte attrazione per i monelli di strada, che riuscivano sempre ad eludere la sorveglianza e a cogliere i primi frutti. Una coltura marginale, un tempo molto importante per l economia locale, era quella del cotone, che filato e tessuto veniva utilizzato per realizzare diversi capi di biancheria e di abbigliamento. Il pensiero costante dei contadini era rivolto ai fenomeni atmosferici da cui dipendevano inevitabilmente i raccolti e contro i quali nulla poteva la loro tenacia e la loro operosità. Le gelate, le piogge, talora troppo abbondanti o a volte del tutto assenti, pregiudicavano la produzione agricola e incidevano negativamente sull economia dell intero paese. Oltre che nella forza delle proprie braccia, il contadino poteva contare su un tradizionale corredo agricolo, che da generazioni veniva usato per strappare alla macchia terreni da coltivare. Alcuni disponevano, poi, dell aiuto del bestiame bovino ed equino che, allevato con premura, costituiva un vero capitale. Cavalli ed asini venivano alloggiati e custoditi in locali, adibiti a stalle, posti all interno delle case. Gli animali seguivano lo stesso ritmo delle famiglie contadine: duro lavoro nei campi nei giorni feriali, strigliate accurate e bardature a festa per il passeggio della domenica. Animali al lavoro 23
22 Diversi mestieri, oggi ormai scomparsi, erano legati alle attività agricole, come il maniscalco, che con solerzia e pazienza ferrava i cavalli, il mastro che riparava carri, traini e attrezzi agricoli, gli operatori di frantoi oleari e palmenti vinicoli. Maniscalco Singolare era il mercato dei fisculi (filtri usati nella spremitura delle olive), che testimoniava la grande attività nel settore oleario. La vita dei campi regolava anche il ritmo della vita civile: è sintomatico che il maggior numero dei matrimoni venisse celebrato in determinati mesi dell anno, soprattutto Novembre, poiché allora si poteva fare affidamento sul ricavato del raccolto. Il matrimonio era nella quasi totalità religioso e per questo sanciva un vincolo indissolubile, destinato a durare tutta la vita; comportava una cerimonia semplice, preparata con cura e vissuta intensamente anche dai familiari degli sposi. Il tradizionale pranzo di nozze per i compari ed i parenti e il rinfresco per tutti i conoscenti, a base di dolcetti, spumoni, rosoli e confetti, davano all evento una vasta risonanza nell universo locale. Guardando le foto ormai ingiallite dei giovani sposi, tornano alla mente le parole di Girolamo Marciano che inserisce, tra i prodotti della buona terra di Leverano, gli uomini e le donne. 24 BCC L e v e r a n o
23 Matrimonio negli Anni 50 Produce e genera questo paese uomini di natura piacevole, di costumi mansueti, e di senso buono, e non fallace, di volto allegro, e di colore vivace, di abito ottimo, di corpo agile, d ingegno, azione e parlare pronto, costumati, non bugiardi, non rapaci, non seduttori, non intemperanti, non desiderosi dell altrui, non ambiziosi, non ingiusti, non fraudolenti, ma veritieri, fedeli, parchi, liberali, contenti del proprio, ed uniti fra loro, serbando costanza ed integrità nell avversa e prospera fortuna. La bellezza delle figliole è naturale, non fucata, o ad arte abbellita, sono di aspetto grazioso, di volto bello, allegro e leggiadro, alquanto eburneo, brunetto e pieno di grazia; di statura mediocre, e corpo sano e vegeto, col ragionare dolce, piacevole, onesto,grazioso, le chiome e gli occhi neri, splendidi e fiammeggianti. (Descrizione, origine e successi della Provincia d Otranto) La società ruotava attorno alla famiglia, ancora patriarcale, con i nonni ed i padri che erano tenuti in estrema considerazione, i cui pareri erano ritenuti sacri. Le donne occupavano un ruolo marginale nella società, ma erano 25
24 tenute in grande considerazione e godevano di molto rispetto nell ambito familiare. Esse, non solo si dedicavano alla casa, ma in molti casi, contribuivano all economia familiare con occupazioni diverse. Molte in campagna, per lavori stagionali, come la vendemmia, la raccolta delle olive e del tabacco; altre, rimaste nella memoria collettiva, in attività commerciali, che gestivano con spirito d intraprendenza, cortesia e affabilità. Numerose erano inoltre le esperte sarte, le abili tessitrici e ricamatrici, che preparavano con perizia il corredo femminile, vanto di ogni giovane sposa. In un economia rurale, in cui trovava posto esclusivamente il prodotto pratico e resistente, i capi erano sobri e decorosi, realizzati con grande senso estetico. Le abitazioni del paese, progettate e costruite da esperti muratori, andavano assumendo una struttura più articolata rispetto alla pianta tradizionale casa, camera e cucina : un corridoio centrale disimpegnava le camere, secondo le impostazioni dell architettura razionalista. Accanto ai nuovi soffitti lineari rimanevano le volte a stella, a botte, a margherita, quali elementi architettonici che davano eleganza alla struttura. La facciata principale così come gli imbotti di porte e finestre erano adornati con sobria linearità da maestri scalpellini della pietra leccese. Numerosi gli artigiani che, con laboriosità ed arte, operavano negli anni 50, a Leverano; le botteghe, tramandate da padre in figlio, diventavano vere scuole per tanti giovani in apprendistato. Laboratorio di falegnameria 26 BCC L e v e r a n o
25 I falegnami fabbricavano mobilio di buona fattura e di ottimo gusto: tavoli robusti, comode credenze, capienti casse, armadi con specchi, costituivano l arredo di base, necessario per ogni famiglia. L abbigliamento semplice ed essenziale e le calzature comode e robuste, erano forniti da artigiani bravi, scrupolosi e pieni d inventiva, capaci di ricavare dal poco capi funzionali e resistenti. Spesso il sarto era anche barbiere e la sua bottega diventava luogo di incontro tra i compaesani, che si riunivano per commentare gli ultimi avvenimenti. Frequentatissimi erano i numerosi forni a legna, dove venivano cotti non solo il pane, ma anche frise, taralli e biscotti, preparati secondo ricette tramandate da generazioni dalla quasi totalità delle donne di casa. Una figura singolare era il banditore pubblico, che alla stregua del vecchio strillone, bannisciava (annunciava) le notizie di interesse collettivo: dall arrivo del pesce fresco al mercato, alla vendita del grano. Udite, udite! : era un modo sicuramente efficace, per mettere tutti al corrente delle notizie importanti. Le attività commerciali erano molto ridotte e legate al fabbisogno giornaliero della popolazione: accanto alle vecchie putee, botteghe di genere alimentare, vi erano negozi di tessuti, mercerie, drogherie, farmacie e piccoli empori. Per gli acquisti più importanti bisognava recarsi a Lecce con le macchine a noleggio o con la corriera, altrimenti biso- Macchina a noleggio 27
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