PUGLIA REGIONE TRAINANTE PER L OLIVICOLTURA NAZIONALE? Il ruolo ricoperto nell ultimo trentennio, nell analisi storica di un osservatore speciale
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- Arturo Nicolosi
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1 Workshop Innovation Tergeo PUGLIA REGIONE TRAINANTE PER L OLIVICOLTURA NAZIONALE? Il ruolo ricoperto nell ultimo trentennio, nell analisi storica di un osservatore speciale Giuseppe Mauro Ferro Accademico dei Georgofili Enovitis in Campo Torrevento, Corato (Bari) giugno 2016
2 INTRODUZIONE (1) Quando nel 1957, con il Trattato di Roma, fu deciso di istituire la Comunità Economica Europea, furono riconosciuti come prioritari gli obiettivi da realizzare per l agricoltura Fu quindi imposta agli Stati Membri una non sempre facile riconversione delle attività in essere nel settore In alcuni comparti furono ripartite anche quote produttive limitate
3 INTRODUZIONE (2) Gli intenti dichiarati erano quelli di: - distribuire più razionalmente le attività fra i diversi Paesi - incrementare la produttività - assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola - stabilizzare i mercati - garantire la sicurezza degli approvvigionamenti - assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori
4 INTRODUZIONE (3) Con questi fini nacque la PAC, che è stata poi riformata più volte, anche violando le tuttora vigenti regole del Trattato di Roma e di altri successivi Di fatto, l originaria impostazione è stata rovesciata, riducendo le produzioni agricole e rendendo precari i redditi degli agricoltori La Comunità Europea ha inoltre imposto direttive che hanno determinato un progressivo allargamento del tradizionale settore primario, inglobandovi altre attività, quali la pesca La stessa definizione di imprenditore agricolo è stata allargata, includendovi i contoterzisti che non partecipano ai rischi di impresa
5 INTRODUZIONE (4) L antico e generale termine di multifunzionalità è stato attribuito alle aziende agricole che hanno avuto libertà di svolgere anche attività specifiche di altri settori (commercio, artigianato, turismo, servizi, ecc.) Si è così innescata nelle campagne un impropria e progressiva agrarizzazione di qualsiasi attività, perseguendo un indirizzo definito rurale Sono stati a questo scopo distribuiti cospicui finanziamenti, tratti comunque dal capitolo che, nel bilancio europeo, è assegnato all agricoltura (oggi ne assorbirebbe circa il 40%)
6 INTRODUZIONE (5) Questi interventi non solo hanno distratto fondi destinati all agricoltura, ma anche sottratto manodopera (già carente) nel settore primario. Inoltre, hanno contribuito a far crescere le esigenze edilizie, l urbanizzazione e la cementificazione delle campagne, con ulteriori riduzioni delle superfici agrarie coltivabili SAU) Il settore primario invece è stato sempre chiaramente e significativamente limitato all insieme delle attività agro-silvopastorali Anche la più moderna definizione di agricoltura, quale gestione razionale e tutela delle risorse rinnovabili della biosfera, non contempla gli sconfinamenti di recente concessi, mentre la conservazione della biosfera costituisce da sempre un obiettivo che qualifica i veri agricoltori
7 PAC - REG. (CEE) n. 136/66 del 22/09/1966 Attuazione di un Organizzazione Comune dei Mercati nel Settore dei Grassi Con tale regolamento la Comunità Economica Europea riconobbe sostanzialmente che la situazione dei mercati dei grassi di origine vegetale era caratterizzata dall importanza del fabbisogno e dalla scarsità della produzione totale Gli Stati Membri dipendevano largamente dal mercato mondiale per quanto riguardava l approvvigionamento in questo settore Per aumentare la produzione di olio di oliva in Italia e in Francia (Spagna, Grecia e Portogallo non facevano parte della CEE) a prezzi competitivi fu istituito, fra gli altri, un aiuto alla produzione, sotto forma di integrazione di prezzo, affinché gli olivicoltori investissero il sussidio ricevuto non solo per integrare i bilanci, ma anche per ammodernare gli impianti
8 RIFORME DELLA PAC OCM OLIO D OLIVA (1) Per moltissimi anni il settore è stato tutelato a 360 con il riconoscimento dei seguenti aiuti: - ai produttori, un aiuto alla produzione così come dichiarata in domanda, che fosse compatibile con le rese comunitarie in olive ed in olio, senza tener conto della qualità - ai confezionatori (per la stragrande maggioranza commercianti ed industriali del settore), un aiuto al consumo per ogni litro di olio di oliva confezionato ed immesso sul mercato (fino alla campagna 1997/98) - ai produttori, commercianti ed industriali la possibilità di conferire all ammasso AIMA, a prezzi oltremodo interessanti, la produzione che non trovava collocazione sul libero mercato (fino alla campagna 1997/98)
9 RIFORME DELLA PAC OCM OLIO D OLIVA (2) L OCM olio d oliva dal 1966 ha avuto varie riforme, che hanno previsto il passaggio dall integrazione di prezzo all aiuto alla produzione, fino a quella che dal 2006 ha svincolato dalla produzione gli aiuti diretti agli olivicoltori (disaccoppiamento totale) Sempre dal 2006, cospicue risorse sono state trasferite dal primo pilastro (interventi di mercato e pagamenti diretti agli olivicoltori) al secondo pilastro (sviluppo rurale) Il finanziamento della PAC è assicurato da due fondi: - il Feaga (Fondo europeo agricolo di garanzia) - il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale)
10 Fonte: ISTAT PERDITA DI VALORE A SEGUITO DEL DISACCOPPIAMENTO TOTALE Andamento della produzione agricola ai prezzi di base del settore agricolo e olivicolo in Puglia (valori correnti, 2000 = 100) Prodotti olivicoli Produzione agricola totale
11 ELEVATO COSTO DEL LAVORO IN AGRICOLTURA ALIQUOTE CONTRIBUTIVE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA SOCIALE A CARICO DEL DATORE DI LAVORO NEI PRINCIPALI PAESI DELL UE PER I LAVORATORI STAGIONALI Paesi UE Aliquote contributive % GERMANIA 0,02 OLANDA 2,28 BELGIO 8,25 REGNO UNITO 12,00 FRANCIA 13,01 DANIMARCA 15,00 SPAGNA 18,16 PORTOGALLO 21,00 ITALIA 35,30 Fonte: CIA.
12 PIANO OLIVICOLO NAZIONALE - ANNO 1981 (1) Agli inizi degli anni 80, dopo l adesione della Grecia alla Comunità Europea (1/01/1981) ed in previsione dell adesione di Spagna e Portogallo avvenuta il 1 gennaio 1986, il Ministero dell Agricoltura coinvolse la filiera olivicola-olearia nazionale per la definizione di un Piano Olivicolo che avesse come obiettivo fondamentale l ammodernamento del settore, tenuto conto che: - un 30% dell olivicoltura nazionale era già competitiva a livello internazionale - un altro 30% aveva bisogno di interventi sostanziali per essere resa competitiva - la restante percentuale di olivicoltura aveva solo fini paesaggistici e di difesa del territorio dal punto di vista idrogeologico
13 PIANO OLIVICOLO NAZIONALE - ANNO 1981 (2) Il costo presunto dell attuazione del Piano era stato determinato in miliardi delle vecchie lire! Furono stampate varie pubblicazioni, mi ricordo era un opuscolo di color verde intenso con l intestazione Piano Olivicolo Nazionale Naturalmente non se ne fece nulla e più volte negli anni successivi, in particolari momenti di crisi del settore, fu rispolverato ma mai con la consapevolezza di metterlo in pratica
14 PIANO OLIVICOLO NAZIONALE ANNO 2016 (1) Nel corso del 2015 il MIPAAF di concerto con la filiera olivicola olearia italiana ha definito un Piano Olivicolo Nazionale i cui obiettivi strategici sono: - incrementare la produzione nazionale di olive e di olio extravergine, attraverso la razionalizzazione della coltivazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti e l introduzione di nuovi sistemi produttivi - sostenere le attività di ricerca per accrescere la competitività
15 PIANO OLIVICOLO NAZIONALE ANNO 2016 (2) - finanziare iniziative per la valorizzazione del prodotto italiano e per la promozione e il miglioramento della qualità - stimolare il recupero delle varietà e delle cultivar nazionali delle olive da mensa e incentivare la meccanizzazione - sostenere l aggregazione e l organizzazione economica nell ambito della filiera
16 PIANO OLIVICOLO NAZIONALE ANNO 2016 (3) In questi giorni il MIPAAF sta per definire il decreto di attuazione del Piano Olivicolo Nazionale, la cui finalità è decidere in che modo utilizzare lo stanziamento complessivo da parte dello Stato di 32 milioni di euro, di cui 18 riferiti al 2016 e 14 da spendere nel 2017 Il suddetto stanziamento sarà suddiviso tra i 5 obiettivi strategici contenuti nel Piano ed in particolare 9,5 milioni di euro alla misura finalizzata ad incrementare la produzione di olio extra vergine di oliva e 11,6 milioni di euro agli interventi per sostenere l aggregazione e l organizzazione economica degli operatori della filiera
17 IL QUADRO STRUTTURALE DELL OLIVICOLTURA PUGLIESE Aziende (n.) Var. % SAU (Ha) Var. % Foggia ,2% ,8% Bari ,4% ,6% Taranto ,7% ,7% Brindisi ,1% ,8% Lecce ,0% ,1% BAT ,2% ,0% PUGLIA ,2% ,4% ITALIA ,8% ,3% Fonte: ISTAT.
18 IL QUADRO STRUTTURALE DELL OLIVICOLTURA PUGLIESE LE ALTRE FASI DELLA FILIERA OPIFICI PUGLIA ITALIA FRANTOI CONFEZIONATORI SANSIFICI RAFFINERIE 3 8 Fonte: Portale SIAN Dati al 28/02/2015.
19 IL QUADRO PRODUTTIVO DELL OLIVICOLTURA La produzione di olio di oliva (tonnellate) Var. % 2011/2010 PUGLIA ,9 ITALIA ,0
20 Andamento della produzione di olive e olio in Puglia Anni Produzione Produzione Produzione Anni totale olive olive da olio Resa olio (tonnellate) (tonnellate) (tonn/ha) (tonnellate) , , , , , , Variaz % 2011/2010 3,5% 8,7% 3,5% 13,9% Variaz % 2011/2006-4,9% -8,8% -5,1% -14,9% Fonte: ISTAT.
21 Produzione di olive e olio per provincia Produzione Produzione Produzione Province totale olive olive da olio Resa olio (tonnellate) (tonnellate) (tonn/ha) (tonnellate) Foggia , Bari , Taranto , Brindisi , Lecce , Barletta-Andria-Trani , Puglia , Fonte: ISTAT.
22 La filiera degli oli extravergini di oliva DOP pugliesi Fonte: ISTAT. Operatori Nr. % su Italia Produttori agricoli ,0 SAU Olivicola ,7 Frantoi ,2 Imbottigliatori 141 9,4
23 OP olivicole nella regione Puglia Organizzazione di Produttori* Soci VPC % VPC/socio OLIVICOLTORI DI PUGLIA SCA Puglia S.c.a.r.l ,00 7, ,7 ORGANIZZAZIONE OLIVICOLA DI PRODUTTORI PUGLIESI S.c.a.r.l ,00 4, ,7 OP.APROLI BARI Soc.Coop.agricola ,00 4,3 503,8 O.P.APOL BARI Soc.Coop.agricola ,00 3,8 227,6 O.P. ASSOPROLI BARI Soc.Coop.agricola ,00 5,5 114,8 O.P.OLEIFICIO COOP.VO GOCCIA DI SOLE MOLFETTA Soc.coop.agr ,00 3, ,3 O.P. OLEOPUGLIA Soc.Coop.agricola ,00 9, ,7 O.P.ACLI TERRA BRINDISI Soc.Coop.agricola ,00 21, ,7 O.P.ACLI TERRA FOGGIA Soc.Coop.agricola ,00 1,6 578,5 O.P.APROL FOGGIA Soc.Coop.agricola ,00 1,7 74,7 O.P.APROL LECCE Soc.Coop.agricola ,00 5,5 85,5 O.P.COSAL Soc.Coop.agricola ,00 1, ,5 O.P. ORO DI PUGLIA Soc.Coop.agricola ,00 2, ,1 O.P.ALPAS Soc.Coop.agricola ,00 6, ,8 O.P.SQUINZANESE Soc.Coop.agricola ,00 1, ,2 O.P.ASS.I.PROL. Soc.Coop.agricola ,00 4,1 780,9 O.P.AJPROL Soc.Coop.agricola ,00 4, ,3 O.P. ASSOCIAZIONE PROVINCIALE PRODUTTORI OLIO A.P.P.O ,00 5,9 327,5 O.P. SOCIETA AGRICOLA OLIVETI TERRA DI BARI Soc. Agricola ,00 5,5 267,3 Totale ,00 100,0 450,6 *Sono state considerate solo quelle per le quali era disponibile il dato sul VPC e dei soci. Fonte: MIPAAF.
24 TREND DELLE ESPORTAZIONI DI OLIO DI OLIVA* DALLA PUGLIA (migliaia di euro) *L aggregato comprende l olio di oliva vergine ed extravergine e altro olio di oliva. Fonte: INEA.
25 PRINCIPALI MERCATI DI SBOCCO DELL EXPORT DI OLIO DI OLIVA* DALLA PUGLIA Paesi Valore Quota sul totale (migliaia di euro) (%) Giappone % Spagna % Germania % Stati Uniti % Grecia % Francia % Svizzera % Regno Unito % UE % Extra UE % TOTALE MONDO % *L aggregato comprende l olio di oliva vergine ed extravergine e altro olio di oliva. Fonte: INEA.
26 CONCLUSIONI (1) L analisi dei dati ha evidenziato la rilevanza delle dimensioni della filiera olivicola pugliese, soprattutto se confrontata con il dato medio nazionale Tuttavia, vi sono anche rilevanti criticità che contraddistinguono il comparto: - notevole peso delle aziende di limitata dimensione (sia economica che finanziaria) - conseguente elevato grado di frammentarietà della struttura produttiva - presenza prevalente di sistemi produttivi tradizionali, scarsamente efficienti e poco innovativi
27 A ciò si devono aggiungere: CONCLUSIONI (2) - gli elevati costi di gestione degli oliveti (in particolare quelli di raccolta e molitura, ma anche le spese per l energia e i fertilizzanti) - il basso livello di remunerazione per i produttori che fa sì che per molte realtà produttive non valga la pena sostenere tali costi Per questi motivi, le aziende olivicole pugliesi dipendono fortemente dagli aiuti disaccoppiati erogati dalla Politica Agricola Comune Attualmente, gli aiuti erogati da Bruxelles, hanno un incidenza media sui redditi delle aziende pugliesi compresa tra il 30%, nel caso delle grandi aziende, e il 50% per le realtà produttive di piccole dimensioni.
28 CONCLUSIONI (3) La produttività delle aziende pugliesi è spesso condizionata anche dalla rigidità strutturale connessa con la presenza diffusa di piante secolari, le quali, avendo in molti casi un carattere monumentale, non permettono un esercizio efficiente e redditizio delle attività Un ultimo anello debole della filiera attiene alle fasi di distribuzione e commercializzazione, caratterizzate da un basso livello di coordinamento verticale e dalla scarsa efficienza ed efficacia della rete distributiva. Alla luce di tali considerazioni, le possibilità di sviluppo della filiera olivicola della Puglia sembrano dunque essere legate principalmente alla ristrutturazione dell apparato produttivo e alla promozione sui mercati esteri
29 CONCLUSIONI (4) La ristrutturazione degli oliveti obsoleti e l ammodernamento degli impianti e delle tecniche di coltura e di raccolta sono fondamentali per rafforzare la competitività delle aziende olivicole pugliesi, in quanto consentirebbero l abbattimento dei costi di produzione, l aumento dell efficienza e della produttività ed il miglioramento della qualità delle produzioni In quest ambito, anche le buone pratiche agricole e l innovazione tecnologica si renderebbero necessarie per migliorare il livello qualitativo della produzione olearia pugliese
30 CONCLUSIONI (5) Le ridotte dimensioni aziendali non sempre favoriscono questi processi e ridimensionano anche il potenziale di marketing delle imprese della filiera E necessario, pertanto, concentrare maggiormente l offerta e valorizzare il prodotto cercando di fare sistema La polverizzazione produttiva e la scarsa massa critica che caratterizzano il comparto olivicolo pugliese non permettono, infatti, di comunicare e promuovere in maniera efficace la qualità del prodotto all estero e dunque di imporsi sui mercati internazionali
31 CONCLUSIONI (6) SENZA L IMPRENDITORIALITA E L INNOVAZIONE NON POTRA ESSERCI REDDITO E QUINDI FUTURO PER L OLIVICOLTURA PUGLIESE
32 CONCLUSIONI (7) Occorre, comunque, fare sistema e creare stretti collegamenti tra ricerca scientifica, imprese, finanza ed Istituzioni, così da assecondare più efficacemente l innovazione, indispensabile per la valorizzazione e competitività dell olivicoltura pugliese sui mercati internazionali Difendere l olivicoltura vuol dire preservare una ricchezza formidabile che altre regioni cercano di sviluppare, valorizzare e utilizzare per far crescere la propria economia e per il miglioramento della qualità della vita Alla base di tutto occorre instaurare un nuovo stile che dovrebbe alimentare i rapporti sociali ed una nuova organizzazione che dovrebbe facilitare la creatività economica
33 CONCLUSIONI (8) Ciascuno di noi dovrà, comunque, essere consapevole delle proprie responsabilità, a cominciare dalle scelte strategiche che opereremo anche per rispetto delle future generazioni, le quali non mancheranno di giudicare criticamente, con il distacco dell analisi storica, la coerenza delle nostre azioni rispetto agli obiettivi prefissati.. Naturalmente XYLELLA FASTIDIOSA permettendo!!! GRAZIE PER L ATTENZIONE
34 L AGROALIMENTARE PUGLIESE E il settore trainante dell economia regionale e nel 2015 ha registrato un +8,59% della PLV per un valore di oltre 3 mld di euro Dal 2004 al 2014 l export agroalimentare è passato da circa 800 milioni a 1,4 mld di euro (+65%) 16 sono le produzioni DOP e IGP, mentre 183 prodotti agroalimentari e tradizionali (facenti parte di 9 filiere agroalimentari sono tutelate dal marchio collettivo comunitario Prodotti di Qualità Puglia
35 L EXPORT AGROALIMENTARE REGIONE PUGLIA
36 BANCA D ITALIA (1) L ECONOMIA DELLA PUGLIA 2015-FOCUS AGROALIMENTARE Nel rapporto congiunturale di novembre 2015 viene ribadito che il settore agroalimentare costituisce una concreta opportunità di sviluppo economico per la Puglia e di presenza sui mercati esteri Viene osservato come esso costituisca una peculiarità del territorio pugliese, in cui esistono le core competence necessarie per contrastare la tendenza verso l omologazione, garantendo la differenziazione del prodotto Le potenzialità di sviluppo del variegato settore agroalimentare pugliese sono molteplici ed offrono ricadute interessanti sotto il profilo socio-economico visto che spesso le filiere sono radicate ed interamente presenti sul territorio, quindi il valore si crea, permane e si sviluppa sul medesimo contesto socio-geografico
37 BANCA D ITALIA (2) L ECONOMIA DELLA PUGLIA 2015-FOCUS AGROALIMENTARE La relazione prodotto-territorio se opportunamente comunicata (un prodotto per avere valore deve essere conosciuto ed apprezzato), consente di valorizzare e tutelare contestualmente le specificità dei prodotti e dei territori d origine Tra le principali difficoltà del comparto, vi è certamente la ridotta dimensione media delle imprese che, oltre a non consentire l avvio di un circolo virtuoso, (produzione, esportazione, valore, occupazione, indotto, altra produzione), innesca un circolo vizioso poiché proprio la ridotta dimensione non agevola l interscambio verso l estero
38 BANCA D ITALIA (3) L ECONOMIA DELLA PUGLIA 2015-FOCUS AGROALIMENTARE La ridotta dimensione strutturale delle imprese si ripercuote negativamente non solo sul fronte produttivo ma, ovviamente, anche sugli altri importanti - oggi fondamentali - processi di governo delle imprese, primo fra tutti il marketing inteso non solo come attività di promozione ma soprattutto come analisi e comprensione dei mercati Per avere successo sui mercati esteri, occorre farsi conoscere lì dove si può essere apprezzati Bisogna investire in ricerche, azioni di scouting, contatti con buyer, partecipazione a fiere, presenza attiva e visibilità sul Web nelle sue variegate e mutevoli forme Tutto questo è difficile che possa realizzarlo la singola e spesso piccola azienda
39 BANCA D ITALIA (4) L ECONOMIA DELLA PUGLIA 2015-FOCUS AGROALIMENTARE Occorre, quindi, stimolare e sostenere le iniziative di incentivazione di aggregazione delle imprese per realizzare e commercializzare prodotti con medesimi standard qualitativi ed un unico brand da promuovere su Paesi selezionati con precisi criteri di screening
40 BILANCIA AGROALIMENTARE ITALIANA (anno 2015) La bilancia agroalimentare italiana è risultata in deficit per un importo di 6 miliardi di euro Le importazioni sono passate da 41,9 del 2014 a 42,8 mld di euro del 2015 (+2%), mentre la componente agricola è passata da 13,0 a 13,7 mld di euro (+6%) Le esportazioni sono passate da 34,3 a 36,8 mld di euro (+7%), mentre la componente agricola è passata da 5,9 a 6,6 mld di euro (+11%) Il grado di copertura commerciale esportazioni/importazioni) è passato dall'82 all'86%
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