Elisa Paganini. LA METAFORA Dispense per il corso di Semiotica A. A Modulo 2 Aggiornate il

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1 Elisa Paganini LA METAFORA Dispense per il corso di Semiotica A. A Modulo 2 Aggiornate il John R. Searle Metaphor apparso per la prima volta in A. Ortony (a cura di), Metaphor and Thought, Cambridge, Cambridge University Press (1979) LA TEORIA DELLA SOSTITUZIONE IN CHIAVE PRAGMATICA John Searle scrive poco dopo Grice, è chiaramente influenzato dalle nuove prospettive che il lavoro di Grice offre per un analisi pragmatica dell uso del linguaggio e propone di analizzare la metafora, adottando e approfondendo le idee di Grice. Egli inoltre prende apertamente posizione contro la teoria del confronto o della similitudine (già criticata da Black) e contro la teoria dell interazione (difesa invece da Black) e difende una versione della teoria della sostituzione La formulazione del problema La principale preoccupazione di Searle è spiegare come funzionano le metafore. Egli assume che il problema di spiegare il funzionamento delle metafore faccia parte di una questione di natura essenzialmente pragmatica in cui si assume che ci sia una differenza fra ciò che le parole significano e ciò che il parlante intende comunicare con quelle parole. Il significato metaforico di un enunciato riguarda ciò che il parlante intende, secondo Searle, e va al di là di ciò che è letteralmente detto (altri esempi di enunciati in cui il significato inteso dal parlante è diverso dal significato letterale sono l ironia e gli atti linguistici indiretti su cui Searle tornerà alla fine del suo saggio). Perché il parlante si aspetti che il suo interlocutore possa capire qualcosa al di là del significato letterale di ciò che gli viene comunicato, ci devono essere delle regole o dei principi che permettono di inferire a partire dal significato letterale il significato inteso o metaforico. Sono regole o principi che il parlante sfrutta e l interlocutore usa per comprendere quello che gli viene comunicato. Prima di occuparsi delle regole o principi che permettono di passare dal significato letterale al significato inteso o metaforico, occorre considerare più nel dettaglio il significato letterale. Searle ritiene che la maggior parte degli autori che si sono occupati di metafora abbiano dato per scontato che gli enunciati hanno un significato letterale e che è chiaro in cosa consiste. Fornire invece un resoconto del significato letterale è una questione difficile e sottile. Searle non fornisce un resoconto esaustivo del significato letterale degli enunciati, ma si preoccupa di evidenziarne alcuni aspetti per mettere in luce le differenze rispetto alle idee precostituite al riguardo. L idea che deve essere abbandonata riguardo al significato letterale è che basti il significato letterale delle singole parole per riuscire a comporre le condizioni di verità di un enunciato (cioè basta sapere il significato letterale delle parole per sapere come sarebbe il mondo se l enunciato fosse vero). Ma non è così. Prima di considerare la critica che Searle muove a questa idea occorre capire cosa si intende quando si dice che il significato letterale di un enunciato è dato dalle sue condizioni di verità. Le condizioni di verità di un enunciato sono eventi o stati di cose che si realizzerebbero nel mondo se l enunciato fosse vero. Per dirlo altrimenti, il significato letterale di un enunciato è ciò che viene compreso da chi parla la lingua in cui è proferito l enunciato: cioè chi comprende l enunciato sa come sarebbe il mondo se l enunciato fosse vero. Ora è molto importante tener distinte le condizioni di verità di un enunciato dal suo valore di verità. Si consideri ad esempi l enunciato Milano è la capitale d Italia, le sue condizioni di verità corrispondono a come sarebbe il mondo se l enunciato fosse vero, le condizioni di verità dell enunciato sono da tener distinte dalla verità dell enunciato (di fatto l enunciato è falso come è ben noto). Quindi quando ci interessiamo al significato letterale di un enunciato ci interessiamo alle condizioni di verità e non alla sua verità o alla sua falsità.

2 2 Si tratta ora di rendersi conto che le condizioni di verità di un enunciato non si possono semplicemente calcolare sulla base del significato delle parole che compongono l enunciato. Vediamo perché. Consideriamo ad esempio l enunciato Il gatto è sul tappeto, per riuscire a sapere come dovrebbe essere fatto il mondo affinché l enunciato fosse vero occorre innanzitutto sapere quando è stato proferito l enunciato e poi sapere quali informazioni presuppone il parlante per individuare il gatto rilevante e il tappeto rilevante. Occorrono quindi informazioni sul contesto di emissione (in questo caso è rilevante l istante in cui l enunciato è stato proferito) e sulle informazioni di sfondo presupposte dal parlante. Consideriamo un altro esempio proposto da Searle: Sally è alta. Ancora una volta per riuscire a stabilire le condizioni di verità dell enunciato dobbiamo sapere quando l enunciato è stato proferito (cioè dobbiamo avere informazioni sul contesto di emissione dell enunciato) e poi dobbiamo avere informazioni di sfondo per poter attribuire il predicato essere alta. In questo caso dobbiamo sapere che il predicato essere alta è qui inteso per riferirsi alle donne e quello che è letteralmente detto è che Sally è alta per essere una donna (può di fatto essere più bassa di una giraffa considerata bassa). Consideriamo l ultimo esempio proposto da Searle: Sta diventando caldo qui. In questo caso le informazioni contestuali rilevanti per stabilire le condizioni di verità dell enunciato non riguardano solo il tempo di emissione dell enunciato ma anche il luogo di emissione. Inoltre essere caldo è un termine attributivo e dobbiamo avere informazioni di sfondo sul tipo di cose a cui ci stiamo riferendo. Ma le informazioni di sfondo non solo ci servono per sapere a che tipo di cose si riferiscono i termini attributivi, ma anche una serie di altre informazioni che ci permettono di selezionare una serie di casi rilevanti. Riconsideriamo l enunciato Il gatto è sul tappeto, che valore di verità assumerebbe se il gatto e il tappeto fluttuassero nell aria in assenza di forza gravitazionale? E che valore di verità assumerebbe se il gatto fosse in grado di volare e avesse un tappeto attaccato al suo ventre? Ci servono quindi una serie di informazioni rilevanti per sapere a che tipo di situazioni ci stiamo riferendo. Searle ritiene inoltre che la capacità di riconoscere la somiglianza abbia un ruolo rilevante nell attribuire un valore di verità a un enunciato. Ad esempio quando usiamo i predicati attributivi, noi assumiamo che tutti gli oggetti di un certo tipo a cui il predicato si applica hanno certe somiglianze. Ad esempio tutte le donne alte sono simili riguardo all altezza, tutte le stanze calde sono simili riguardo al calore, ecc. Per ricapitolare Searle considera tre aspetti rilevanti, oltre al significato letterale delle parole, per stabilire le condizioni di verità di un enunciato: sono (1) il contesto di emissione dell enunciato, (2) le assunzioni di sfondo e (3) la nozione di somiglianza. Searle mette così in luce che la pragmatica ha un ruolo cosiddetto pre-semantico: cioè fattori pragmatici entrano in gioco prima di aver stabilito le condizioni di verità di un enunciato e le condizioni di verità di un enunciato sono appunto ciò che si prefigge di ottenere la semantica. Ora che sono stati evidenziati alcuni elementi essenziali per riuscire a stabilire le condizioni di verità di un enunciato, occorre rendersi conto che ciò che il parlante intende è diverso da quello che dice. Il significato metaforico di un enunciato riguarda, per Searle, non quello che viene letteralmente detto, ma quello che viene inteso dal parlante. Proprio questo caratterizza la teoria della sostituzione difesa da Searle: il parlante dice qualcosa ad esempio della forma S è P e intende qualcosa di diverso, cioè qualcosa come S è R. S è R può essere intesa come una parafrasi dell enunciato metaforico e sebbene Searle sia disposto a riconoscere che le parafrasi non riescono a rendere conto pienamente del significato metaforico di un enunciato, tuttavia le parafrasi si avvicinano con una certa approssimazione. E il problema che interessa Searle è riuscire a stabilire come l interlocutore sia in grado di inferire da S è P che il parlante intende qualcosa di molto simile a S è R.

3 3 Searle rileva inoltre che non possiamo sempre stabilire sulla base della forma di un enunciato se si tratta di un enunciato da interpretare letteralmente o figurativamente. Ad esempio Sta diventando caldo qui può essere usato per informare l interlocutore che l ambiente si sta riscaldando (significato letterale), che desidera che la finestra sia aperta (atto linguistico indiretto), per lamentarsi del freddo (uso ironico) o per sottolineare che la discussione sta diventando offensiva (uso metaforico). La questione che interessa Searle è appunto sapere come fa l interlocutore a capire qual è il significato inteso al di là di quello letterale Le critiche alla teoria semplice del confronto Prima di presentare la sua teoria, Searle si propone di criticare le due principali teorie della metafora difese al tempo in cui scrive: la teoria del confronto (o della similitudine) e la teoria dell interazione. Secondo Searle entrambe le teorie non sono accettabili, ma dagli errori di queste teorie si possono trarre insegnamenti su come sviluppare la teoria corretta (che a parere di Searle è la teoria della sostituzione, opportunamente specificata). La principale obiezione di Searle alla teoria del confronto è che erroneamente assume che un enunciato metaforico esprima lo stesso significato letterale di una similitudine. Secondo Searle la similitudine non corrisponde al significato letterale (cioè alle condizioni di verità) dell enunciato metaforico. La similitudine non corrisponde neanche a ciò che è inteso; la similitudine è tuttalpiù uno degli strumenti che può essere utilizzato per riuscire a riconoscere ciò che il parlante intende. Prima obiezione. Alla base dell idea di Searle c è la distinzione di Grice fra significato del parlante (o ciò che è implicato) e significato letterale (o ciò che è detto). I sostenitori della teoria del confronto ritengono comunemente che un enunciato metaforico abbia lo stesso significato letterale di un enunciato che esprime una similitudine. Ma questo è falso secondo Searle. Per rendere evidente questo aspetto, Searle muove una prima critica alla teoria del confronto. La teoria del confronto assume che ci siano due oggetti fra cui si instaura un confronto, ma questo è falso. Consideriamo ad esempio l enunciato metaforico Sally è un blocco di ghiaccio, se l enunciato assumesse che ci sono due oggetti (Sally e un blocco di ghiaccio) fra cui instaurare una relazione di somiglianza allora si potrebbe dire che dalla verità dell enunciato si può dedurre che esiste Sally e esiste un blocco di ghiaccio. Ma quest ultima assunzione non la possiamo fare. Infatti, se pensiamo all enunciato metaforico Sally è un drago, dalla verità dell enunciato non possiamo inferire che esistono due oggetti (Sally e un drago) fra cui si instaura una relazione di somiglianza, semplicemente perché i draghi non esistono e quindi l enunciato metaforico può essere vero senza che esistano i draghi. L idea di Searle è quindi che il significato di un enunciato metaforico non può essere equivalente a quello di un confronto (o similitudine) perché non sempre si può assumere che i due termini della similitudine esistano e la similitudine presuppone che i due termini del confronto esistano affinché possa sussistere la relazione espressa. [Può essere utile considerare che qui Searle usa il quantificatore esistenziale. Il quantificatore esistenziale è un simbolo con cui si rappresenta l esistenza nella logica moderna. Si scrive così: ( x) (x.) e si legge esiste un x tale che. Quindi ad esempio ( x) (x è un drago) si legge esiste un x tale che è un drago. Questo piccolo inciso può servire al lettore per capire i simboli inseriti da Searle nel suo saggio.] Seconda obiezione. Searle osserva che l asserto metaforico può essere vero non solo quando non esiste almeno uno dei due termini del confronto (come ad esempio nel caso di Sally è un drago ), ma anche quando l asserto comparativo è falso. Si consideri ad esempio l asserto Riccardo è un gorilla usato con l intento di comunicare che Riccardo è feroce, cattivo e incline alla violenza. Searle è pronto a riconoscere che per arrivare a questo contenuto si deve passare dall asserto comparativo Riccardo è come un gorilla e dall assunzione che i gorilla siano feroci, cattivi e inclini alla violenza. Di fatto però, le ricerche etologiche hanno mostrato che la precedente credenza è falsa, i gorilla sono creature timide e sensibili, inclini a manifestare sentimenti di affetto. Quindi

4 4 in questo caso, se Riccardo è feroce e incline alla violenza, non è affatto simile ai gorilla, pertanto l asserto comparativo è falso e tuttavia l enunciato metaforico può essere correttamente asserito. Terza obiezione. C e una terza ragione per cui l enunciato metaforico non è per Searle equivalente a un enunciato comparativo. Secondo Searle, la comparazione non costituisce neanche il significato inteso da chi proferisce un enunciato metaforico. Anche supponendo - come vuole la teoria della comparazione - che un enunciato metaforico sia equivalente a un enunciato comparativo, la teoria non ci aiuta a stabilire in quale senso la comparazione avvenga. Prendiamo in considerazione l enunciato metaforico Giulietta è il sole, e supponiamo che il suo significato sia equivalente all enunciato comparativo Giulietta è come il sole. Anche supponendo che sia così, non sappiamo ancora in che senso Giulietta assomigli al sole, quali caratteristiche del sole possono essere attribuite a Giulietta. Sarà il fatto di essere costituita per di più di materia gassosa? Evidentemente no. Il fatto di essere 90 milioni di miglia dalla terra? Evidentemente no. La teoria della comparazione non fornisce alcuno strumento per stabilire come deve essere la comparazione. Per esprimere la stessa idea in termini più schematici, l enunciato metaforico può essere della forma S è P e secondo i comparativisti è equivalente S è come P, ma questo non ci dice ancora in che senso S e P sono confrontabili, quindi l enunciato metaforico dovrebbe tuttalpiù essere equivalente a un enunciato della forma S è come P rispetto a R, ma la teoria comparativa non ci dice come stabilire R. Quarta obiezione. Anche assumendo che un enunciato metaforico sia equivalente a un enunciato comparativo, ci sono casi in cui non c è alcuna effettiva somiglianza fra gli oggetti fra cui si suppone esserci una comparazione. Prendiamo in considerazione ad esempio l enunciato Sally è un blocco di ghiaccio, in base alla teoria della comparazione, l enunciato è equivalente a Sally è come un blocco di ghiaccio. Ma non esiste alcun predicato R di cui si possa dire che Sally è come un blocco di ghiaccio rispetto a R. Ad esempio non si può dire che Sally è come un blocco di ghiaccio per il fatto di essere imperturbabile e la ragione è che non si può attribuire ai blocchi di ghiaccio la proprietà di essere imperturbabili. Ma se uno vuole insistere che i blocchi di ghiaccio sono impassibili, allora lo stesso si dovrebbe poter dire di tutti gli oggetti inanimati, come la brace ardente ad esempio. Ma se noi diciamo, Sally è brace ardente, sicuramente otteniamo un significato metaforico diverso da quello ottenuto con Sally è un blocco di ghiaccio. Del resto molte similitudini non sono intese in senso letterale, se prendiamo il titolo di una famosa canzone scozzese My love is like a red, red rose, è evidente che non si assume che ci sia una proprietà che l amore e le rose rosse condividono. Ovviamente il sostenitore della teoria del confronto può ribattere che Sally è un blocco di ghiaccio non è solo una metafora, ma è anche un iperbole e che in generale le metafore sono esagerazioni di un qualche tipo. Inoltre può sostenere che una metafora può essere equivalente a un enunciato comparativo che è a sua volta metaforico e che si può poi sciogliere la metafora dell enunciato comparativo fino a raggiungere un livello di confronto totale. Ad esempio, Sally è un blocco di ghiaccio è equivalente a Sally è come un blocco di ghiaccio che significa Sally è come un blocco di ghiaccio perché entrambi sono molto freddi. Ma poiché l enunciato Sally è molto fredda è esso stesso metaforico, bisogna specificare il senso in cui questo confronto è adeguato fino a quando la metafora sarà completamente analizzata in termini letterali. A questo riguardo, Searle manifesta il proprio scetticismo. Non sembra esserci alcuna somiglianza letterale fra persone imperturbabili e oggetti freddi che potrebbe giustificare il fatto che quando diciamo di qualcuno che è freddo stiamo dicendo che è imperturbabile. In generale Searle sottolinea che ci sono molte metafore che non fanno appello ad alcuna similitudine. Ad esempio le metafore che usano concetti spaziali per parlare di durata temporale (es. il tempo vola o il tempo si è fermato ), metafore che usano concetti di gusto per parlare di tratti personali (es. è una persona dolce, ha un tratto amaro ). Ciò dimostra che noi facciamo certe associazioni mentali che non sono però fondate su somiglianze fra tipi di oggetti.

5 Le critiche ad una teoria sofisticata del confronto Searle considera anche una forma più sofisticata di teoria del confronto, presentata da George Miller nell antologia in cui viene pubblicato anche il suo saggio sulla metafora. Miller crede che un asserto metaforico sia sempre equivalente a una similitudine, ma offre un suo modo di ricostruire la similitudine corrispondente all asserto metaforico. Se l enunciato ha la forma di un identità, come ad esempio L uomo è un lupo, dove tanto il soggetto quanto l espressione dopo il verbo essere è un termine che nomina un oggetto o un tipo di oggetto, allora la parafrasi è di questo tipo esiste una proprietà che l uomo ha e esiste una proprietà che il lupo ha e tali proprietà sono tali che si assomigliano. Per esprimere la stessa idea in modo un po più schematico, supponiamo che l enunciato d identità sia della forma S è P allora la similitudine corrispondente è schematicamente esprimibile come segue ( F) ( G) {SIM [F(S), G(P)]} che si legge esiste una proprietà F e esiste una proprietà G tali che la proprietà F posseduta da S è simile alla proprietà G posseduta da P. Se invece l enunciato ha la forma di un enunciato in cui si applica un predicato a un soggetto, come ad esempio Il problema è spinoso, la parafrasi assume la seguente forma: esiste una proprietà che il problema ha e tale proprietà è simile alla proprietà di essere spinoso posseduta da qualche altro oggetto. Per esprimere l idea in termini schematici, supponendo che l enunciato ha la forma l oggetto x ha la proprietà F, la similitudine corrispondente è schematicamente esprimibile come segue ( G) ( y) {SIM [G(x), F(y)]} che si legge esiste una proprietà G e un oggetto y tali che la proprietà G posseduta da x è simile alla proprietà F posseduta da y. Secondo Searle, l errore della teoria sofisticata del confronto è ancora una volta quello di confondere le condizioni di verità di un enunciato metaforico (che in base alla teoria del confronto sono fornite da un enunciato comparativo) con il modo in cui noi arriviamo a comprendere ciò che è inteso dal parlante (e per comprendere ciò che è inteso dal parlante la similitudine in alcuni casi svolge un ruolo). Inoltre, anche assumendo che un enunciato comparativo possa svolgere un ruolo nella comprensione di un enunciato metaforico, la proposta di Miller ha due problemi fondamentali: (1) non ci dice come possiamo arrivare a intendere il valore delle variabili e (2) ci fornisce una parafrasi troppo complicata e non è plausibile che chi comprende una metafora riesca a operare una computazione così complessa. Vediamo più nel dettaglio le osservazioni di Searle. Per comprendere l obiezione (1) occorre riconsiderare la parafrasi che Miller propone. Per un enunciato di identità della forma S è P la parafrasi corrispondente ha la forma ( F) ( G) {SIM [F(S), G(P)]}. Ora la domanda che pone Searle è come si fa a riconoscere come interpretare le variabili F e G. Se l enunciato di identità è l uomo è un lupo, allora la parafrasi ci dice che c è una proprietà che gli uomini hanno e una proprietà che hanno i lupi e queste proprietà si assomigliano. Ma come facciamo a stabilire qual è la proprietà rilevante degli uomini e qual è la proprietà rilevante dei lupi? Non c è una risposta adeguata sull argomento. Per comprendere l obiezione (2) possiamo ancora considerare l enunciato metaforico l uomo è un lupo. In questo caso, ci si aspetta che il parlante sia in grado di rilevare ben tre proprietà non espresse dall enunciato: una proprietà posseduta dagli uomini, una proprietà posseduta dai lupi e una certa relazione di somiglianza fra queste proprietà. Searle osserva che è molto improbabile che gli esseri umani siano in grado di rilevare ben tre proprietà non espresse dall enunciato per arrivare a comprendere un enunciato metaforico. Secondo Searle, se la comparazione svolge un ruolo per arrivare a comprendere che cosa è inteso dall enunciato comparativo, tale comparazione è molto più semplice, l enunciato ci dice semplicemente che c è qualche proprietà che gli uomini hanno e per riuscire a comprenderla occorre pensare ai lupi. Così come l enunciato la nave ha solcato il mare, quello che si sta dicendo che la nave ha compiuto qualche azione nei confronti del mare e per comprendere che tipo di relazione sia occorre riflettere su quello che succede quando qualcosa (ad esempio un aratro) solca qualcos altro (ad esempio il terreno).

6 Le critiche alla teoria dell interazione E ora opportuno considerare le critiche che Searle muove alla teoria dell interazione. Secondo Searle, i sostenitori della teoria dell interazione (come i sostenitori della teoria del confronto) non riescono a comprendere la differenza fra il significato letterale di un enunciato metaforico e il significato inteso dal parlante. Secondo tali filosofi l interazione serve per comprendere il significato letterale dell enunciato, e secondo Searle, essi non si rendono conto invece che l interazione serve tuttalpiù a intendere il significato inteso con l enunciato metaforico. Critica alla distinzione fra espressioni usate letteralmente e espressioni usate in modo metaforico. L idea che sta alla base dei teorici dell interazione è che il significato di un enunciato metaforico dipende dall interazione fra espressioni usate letteralmente e espressioni usate metaforicamente. Infatti, è parte integrante di una teoria dell interazione che si possa distinguere fra tenore e veicolo (come fa Richard) o fra cornice e fuoco (come fa Black). Searle sottolinea che non è affatto necessario che ci sia una parte dell enunciato che sia usato in modo letterale. Si prenda ad esempio l enunciato Sally è un blocco di ghiaccio, in questo caso si può ritenere che Sally sia usata in modo letterale. Ma se noi sostituiamo Sally con una descrizione metaforica di Sally, ad esempio decidiamo di soprannominare Sally la cattiva notizia e quindi diciamo La cattiva notizia è un blocco di ghiaccio abbiamo ancora un enunciato metaforico. Il sostenitore della teoria dell interazione può sostenere che il verbo essere è usato in modo letterale nell enunciato La cattiva notizia è un blocco di ghiaccio, ma anche il verbo essere può essere sostituito, ad esempio possiamo dire La cattiva notizia si è rappresa in un blocco di ghiaccio. In questo caso abbiamo un enunciato metaforico misto, cioè un enunciato con diverse espressioni interpretate in modo metaforico. Alcuni sostengono che le metafore miste sono stilisticamente riprovevoli, ma questo non significa che siano logicamente incoerenti e pertanto inutilizzabili. Critica all idea che il significato metaforico dipenda da un interazione fra espressioni linguistiche. Secondo i teorici dell interazione, il significato di un enunciato metaforico dipende dall interazione fra gli elementi dell enunciato. Searle sostiene che l interazione non può essere fra il significato (o riferimento) delle espressioni coinvolte. Si consideri ad esempio l enunciato Sally è un blocco di ghiaccio in questo caso il riferimento di Sally è un oggetto, mentre il riferimento di è un blocco di ghiaccio non è un oggetto (filosofi diversi caratterizzerebbero il riferimento di questa espressione in modi diversi), e non è chiaro come questi significati possano interagire. Per di più espressioni diverse possono produrre lo stesso significato metaforico: ad esempio l enunciato Quella ragazza laggiù nell angolo è un blocco di ghiaccio può avere lo stesso significato metaforico di Sally è un blocco di ghiaccio, quindi il significato metaforico non è strettamente connesso alle espressioni utilizzate. Searle riconosce che i teorici dell interazione hanno il pregio di aver sottolineato che il significato metaforico, cioè il significato inteso dal parlante, non dipende dal riferimento delle espressioni coinvolte, ma dipende tuttalpiù dall insieme di credenze, associazioni, intenzioni che noi colleghiamo alle diverse espressioni nell enunciato metaforico La teoria della sostituzione di Searle Searle non definisce la sua teoria come teoria della sostituzione, ma la sua teoria può essere interpretata in questo modo. Vediamo innanzitutto qual è la differenza fra la teoria classica della sostituzione e la teoria proposta da Searle. In base alla teoria classica, il significato letterale o semantico di un enunciato metaforico della forma S è P corrisponde al significato di un enunciato della forma S è R, dove R è sostituita a P. Quello che invece sostiene Searle è che il significato letterale o semantico dell enunciato S è P dipende unicamente dal significato letterale delle espressioni coinvolte e da (1) contesto di emissione, (2) informazioni di sfondo e (3) somiglianza, ma il significato inteso da chi usa un

7 7 enunciato della forma S è P in modo metaforico può essere rappresentato con un enunciato della forma S è R, dove R sostituisce P. Ora, la questione che si pone è: come si fa a comprendere che chi dice S è P intende farci capire S è R? Questa domanda corrisponde per Searle alla seguente domanda: come funzionano le metafore? La risposta sintetica alla domanda è che il proferimento di P richiama alla mente R, nel modo speciale in cui gli asserti metaforici richiamano alla mente il loro significato inteso. Ma questa risposta non è soddisfacente se non si rendono espliciti i principi che presiedono al funzionamento delle metafore e si evita quindi di spiegare le metafore con un altra espressione metaforica come richiamare alla mente. C è comunque una differenza fra la domanda come funzionano le metafore? e come una cosa richiama alla mente un altra?. Le metafore hanno un ambito di azione ristretto e funzionano in modo sistematico (mentre il richiamare alla mente non ha queste due proprietà). Le metafore hanno un ambito ristretto perché non tutti i modi in cui una cosa può richiamarne alla mente un altra sono utilizzati anche dagli enunciati metaforici e sono sistematiche perché si fondano su un insieme di principi condivisi da parlante e ascoltatore (o scrittore e lettore). Per comprendere tali principi Searle propone di porsi dalla parte dell ascoltatore (o lettore). E evidente che i principi che utilizza l ascoltatore sono condivisi dal parlante. Per riuscire a ricostruire come fa l ascoltatore a comprendere una metafora non ci si deve aspettare che si ricostruiscano i passaggi che compie a livello cosciente, si tratta invece di ricostruire schemi d inferenza che sono utilizzati a livello inconscio e che permettono agli ascoltatori di comprendere le metafore. Secondo Searle, l ascoltatore deve compiere almeno tre passaggi per comprendere un enunciato metaforico: (1) deve avere una strategia per capire se l asserto ascoltato richiede o no un interpretazione metaforica; (2) una volta che ha deciso che l asserto richiede un interpretazione metaforica, deve seguire certi principi per stabilire i possibili valori di R (dove R è l espressione che fornisce l interpretazione intesa di P ); e (3) deve avere principi per restringere il campo d azione di R. Vediamo ora questi passaggi uno per uno. (1) Consideriamo innanzitutto come fa l ascoltatore ad accorgersi che l enunciato richiede un interpretazione metaforica. Ad esempio l enunciato metaforico Samuele è un maiale, se interpretata letteralmente, è falsa. In questo caso, l ascoltatore deduce che l enunciato è da intendersi in senso metaforico perché riconosce un difetto nell enunciato interpretato in senso letterale. Tuttavia non bisogna ritenere che il difetto che si riscontra nell enunciato interpretato letteralmente dipenda dal fatto che l enunciato è falso. L enunciato potrebbe essere vero e tuttavia richiedere un interpretazione metaforica. Ad esempio il politico britannico Disraeli commentò la sua ascesa al potere come primo ministro nonostante la sua origine ebrea con la seguente osservazione: Mi sono arrampicato fino alla cima di un palo unto. Questo enunciato potrebbe essere anche letteralmente vero, ma quello che l ascoltatore intuisce è che quando Disraeli commenta la sua ascesa politica con questo enunciato, non sta facendo un affermazione da interpretare in senso letterale. Quello che quindi induce l ascoltatore a ritenere che l asserto debba essere interpretato in senso metaforico non è semplicemente il fatto che l enunciato interpretato letteralmente sia falso, ma è più generalmente che l asserto è difettoso in un qualche senso. Ma che cosa può rendere difettoso un asserto per l ascoltatore? Come abbiamo osservato, si può dare il caso che l enunciato sia letteralmente falso, ma si può anche dare il caso che violi le regole degli atti linguistici o i principi conversazionali della comunicazione. Ma ci possono essere altre ragioni, ad esempio quando

8 8 leggiamo una poesia siamo più facilmente inclini a ritenere che richieda un interpretazione metaforica almeno in alcuni dei suoi passaggi. (2) Quando l ascoltatore ha stabilito che l asserto deve essere interpretato in senso metaforico, sa che deve cercare un significato alternativo per una certa espressione linguistica. Chiamiamo P l espressione linguistica che l ascoltatore ritiene debba essere sostituita e chiamiamo R l espressione con cui P deve essere sostituita. Si tratta ora di ricostruire come fa l ascoltatore a ricostruire che l espressione intesa dal parlante è R. Searle ci dice che innanzitutto l ascoltatore seleziona un insieme di caratteristiche che appartengono a P, caratteristiche che sono ben note, salienti e distintive. Per fare questo, Searle enuncia otto principi che pur non essendo esaustivi, danno l idea di come procede la selezione dei possibili valori di R. Nell enunciare questi principi è evidente che Searle intende criticare la teoria della comparazione (o similitudine), ciò che permette di sostituire R a P non dipende dalla relazione fra il soggetto dell enunciato S e l espressione P (che può essere tanto un termine predicativo quanto un termine relazionale), ma dipende da alcuni principi che a partire dall espressione P ci permettono di stabilire i possibili valori di R. Principio 1: le cose che sono P sono per definizione R Per esempio l enunciato metaforico Sam è un gigante deve essere interpretato come Sam è grande perché i giganti sono per definizione grandi. Principio 2: le cose che sono P sono di fatto (o contingentemente) R Per esempio l enunciato metaforico Sam è un maiale deve essere interpretato come Sam è sporco, puzzolente, trascurato, ghiotto perché i maiali sono di fatto (o contingentemente) sporchi, puzzolenti, trascurati, ghiotti. Principio 3: si crede comunemente che le cose che sono P siano R (anche se l ascoltatore e il parlante sanno che R è falso di P) Per esempio, l enunciato metaforico Riccardo è un gorilla deve essere interpretato come Riccardo è malvagio e incline alla violenza perché si crede comunemente che i gorilla sia malvagi e inclini alla violenza (anche se gli etologi hanno scoperto il contrario). Principio 4: le cose che sono P non sono R, non sono simili a R e non si crede che siano R, ma è un fatto della nostra cultura o della nostra natura associare nella nostra mente le cose che sono P con le cose che sono R Ad esempio Sally è un blocco di ghiaccio deve essere interpretato come Sally è insensibile perché è un fatto della nostra cultura associare i blocchi di ghiaccio (e le cose fredde in genere) all insensibilità. O si consideri l enunciato Marco è spigoloso che deve essere interpretato come Marco ha un carattere poco socievole perché è un fatto della nostra natura o della nostra cultura associare la spigolosità alla scarsa socievolezza. Principio 5: le cose che sono P non sono R, e neppure si crede che siano R, ma il fatto di essere P è simile al fatto di essere R. Ad esempio, l enunciato metaforico Sei diventato un aristocratico è utilizzato per far capire che il nostro interlocutore è in una condizione paragonabile a quella di un aristocratico, anche se non assomiglia a un aristocratico.

9 9 Principio 6: P e R hanno significati simili, ma P ha un applicazione ristretta Ad esempio, marcio si riferisce di solito alla frutta avariata, ma se diciamo il parlamento è marcio intendiamo dire che il parlamento è deteriorato. In questo caso marcio e deteriorato hanno significati simili, ma marcio ha un applicazione ristretta rispetto a deteriorato. Principio 7: gli stessi principi 1-6 possono essere applicati ad asserti che non hanno la forma S è P, ma hanno la forma S è in relazione-p con S*. In questo caso si passa da S è in relazione-p con S* a S è in relazione-r con S*. Ad esempio, consideriamo il caso in cui la relazione-p è per definizione o per somiglianza una relazione-r. Ad esempio in la nave ha solcato il mare, il predicato solcare è per definizione passare attraverso una superficie terrestre smuovendo la terra con una punta acuminata, data la somiglianza fra arare e passare attraverso una qualunque superficie, noi possiamo intendere che chi ha parlato intendeva comunicare la nave è passata attraverso la superficie del mare e questo perché solcare è simile a passare attraverso la superficie di. Principio 8: la sineddoche e la metonimia sono da intendersi come casi speciali di metafora in cui la relazione fra P e R è del tipo parte-tutto, contenitore-contenuto, vestito-indossatore. Anche in questi casi c è un principio che permette di associare P a R e pertanto per Searle questi casi sono da intendersi come casi di metafora a tutti gli effetti. (3) Dopo che sulla base dei principi 1-8 o di altri principi si sono stabiliti i possibili valori di R sulla base dell espressione P, allora si prende in considerazione il soggetto S e tale soggetto ha il ruolo di restringere il campo di R. Facciamo alcuni esempi. Si prendano in considerazione questi due enunciati L auto di Maria è una sanguisuga e Maria è una sanguisuga. In questo caso, l espressione metaforica P è in entrambi i casi una sanguisuga, ma il significato metaforico cambia. Per il principio 2, un oggetto che è una sanguisuga è un oggetto che succhia il sangue dei mammiferi. Per il principio 5, ciò che succhia il sangue di un mammifero è simile a ciò che assorbe ciò che essenziale alla sussistenza di qualcosa. Quando diciamo L auto di Maria è una sanguisuga probabilmente intendiamo dire che consuma molta benzina e pertanto consuma anche i soldi di Maria. Quando diciamo che Maria è una sanguisuga intendiamo dire che Maria assorbe qualcosa di essenziale alla sussistenza delle persone con cui ha a che fare e, a seconda di come si comporta Maria, potrebbero essere le energie psicologiche dei suoi interlocutori o le finanze dei suoi amici o le energie fisiche di chi le sta intorno. L idea di Searle è quindi che all espressione una sanguisuga sono associate certe caratteristiche in base ai principi 1-8 e poi sulla base del soggetto S, queste caratteristiche sono opportunamente ristrette. Facciamo un altro esempio. Consideriamo gli enunciati Marco ha presentato un argomento debole, Marco ha un temperamento debole, Marco ha il debole del gioco, Marco è debole in latino e Oggi è uscito un debole raggio di sole. In tutti questi enunciati è presente la parola debole che letteralmente significa con scarse energie fisiche. In base ai principi 1-8 debole finisce per essere equivalente a scarso, con poca intensità, ma anche a non capace di contrapporsi a o che non è in grado di confrontarsi con. A seconda del soggetto S, verrà selezionato il significato rilevante di volta in volta. E utile osservare che Searle prende decisamente posizione contro i sostenitori della teoria dell interazione proprio in questo terzo stadio dell elaborazione del significato metaforico. Contrariamente a quanto sostengono i teorici della teoria dell interazione, non è una qualche relazione fra il soggetto S e l espressione P che fa emergere il significato metaforico. Ma secondo Searle, innanzitutto all espressione P sono associati una serie di valori R e poi sulla base di S i valori di R sono opportunamente limitati.

10 La relazione fra metafora da una parte e ironia o atti linguistici indiretti dall altra Searle confronta i principi su cui si fonda la metafora con quelli su cui si fondano l ironia o gli atti linguistici indiretti. Nel caso dell ironia, l ascoltatore riconosce che il significato letterale non è adeguato, ma questo fa immediatamente intendere che il significato inteso è la negazione di ciò che viene espresso. Quindi sebbene il primo passaggio (il riconoscimento che il significato letterale è inadeguato) sia comune nel caso dell ironia e della metafora, il secondo e il terzo passaggio richiesti nel caso della metafora non caratterizzano il riconoscimento del significato inteso con un enunciato ironico. L esempio di Searle è il seguente: una persona rompe un prezioso vaso cinese e io gli dico Hai fatto proprio una bella cosa. E evidente che il significato letterale è inadeguato, ma l ascoltatore capisce che il significato inteso è la negazione di quello che ho detto. Nel caso degli atti linguistici indiretti invece il significato letterale non viene percepito come inadeguato, ma solo come un primo stadio verso un altro significato inteso. Ad esempio, se qualcuno ci chiede Mi puoi passare il sale? è evidente che la richiesta delle nostre capacità non è adeguata alla conversazione, tuttavia il significato letterale non è scartato, ma è solo il primo stadio per arrivare a comprendere che ciò che il parlante ci chiede è di passargli il sale. Quindi nel caso degli atti linguistici indiretti non occorre ritenere inadeguato il significato letterale, ma il significato letterale costituisce un primo stadio per arrivare a comprendere il significato inteso dal parlante Metafora e parafrasi Searle conclude il suo saggio chiedendosi se la parafrasi che noi possiamo fornire di un enunciato metaforico sia sempre adeguata. Searle ritiene che ci sia un senso in cui si può rispondere sì alla domanda e un senso in cui si deve rispondere no. Secondo Searle, la parafrasi è adeguata a rendere conto del significato inteso dal parlante. Le condizioni di verità della parafrasi devono pertanto essere le stesse di ciò che il parlante intende comunicare. Tuttavia è innegabile a parere di Searle che la parafrasi sia in un certo senso inadeguata perché noi non riconosciamo una piena corrispondenza fra ciò che è comunicato con un enunciato metaforico e ciò che comunichiamo con una sua parafrasi. La ragione è per Searle che nel caso di un enunciato metaforico noi arriviamo a comprendere il significato inteso dal parlante attraverso un procedimento che parte dal significato letterale e arriva al significato inteso (e tale procedimento per Searle si divide in tre stadi come abbiamo visto), mentre noi arriviamo a intendere la parafrasi soltanto attenendoci al significato letterale di essa. 2.4 Donald Davidson What Metaphors Mean (1978) in Critical Inquiry 5.1: pp traduzione italiana disponibile TEORIA DELLA CAUSALITA BRUTA Donald Davidson pubblica il suo articolo sulle metafore un anno prima di Searle, quindi non conosce il saggio di Searle, ma è a conoscenza delle idee di Grice. Egli chiaramente distingue, come fa Grice, fra ciò che un enunciato significa letteralmente e ciò che il parlante intende comunicare con quell enunciato. Davidson ritiene, come Searle, che il significato metaforico non sia equivalente al significato letterale degli enunciati, ma contrariamente a quello che sostiene Searle non ritiene neanche che ci sia un significato metaforico che corrisponde a ciò che il parlante intende comunicare e che l ascoltatore è in grado di capire. Quindi per Davidson non esiste un significato metaforico: né un significato metaforico letterale, né un significato metaforico inteso che può essere trasmesso da parlante ad ascoltatore. Questa è la tesi negativa di Davidson, in base alla quale non esiste un significato metaforico di un enunciato, esiste solo il significato letterale dell enunciato. Accanto alla tesi negativa, Davidson propone anche una tesi positiva: la cosiddetta tesi della causalità bruta. L idea è che l enunciato metaforico, pur non avendo un significato metaforico, induce nell ascoltatore (lettore) certi pensieri o emozioni. Questi pensieri non sono proposizionali, non possono essere parafrasati in enunciati e non sono neanche chiaramente delimitabili.

11 11 L enunciato metaforico causa nell ascoltatore (lettore) certe associazioni, pensieri, immagini. E per questo che la tesi di Davidson è chiamata tesi della causalità: l idea è che l enunciato prodotto dal parlante o scrittore causa certi pensieri, associazioni o immagini nel lettore o ascoltatore (ma questi pensieri, associazioni o immagini non corrispondono necessariamente né ciò che le parole significano, né ciò che il parlante vuole far intendere al suo ascoltatore). La maggior parte del saggio di Davidson è dedicato all enunciazione e all argomentazione a favore della tesi negativa e quindi anche la ricostruzione che verrà qui presentata metterà soprattutto l accento sulla critica che Davidson muove a tutte le teorie che sono a favore di un significato metaforico degli enunciati Alcune osservazioni storiche Davidson non è il primo filosofo a sostenere che gli enunciati metaforici hanno solo un significato letterale. Prima di lui i Neopositivisti avevano adottato una posizione analoga. I Neopositivisti sono un gruppo di filosofi attivi soprattutto nella prima metà del XX secolo e uniti dall idea che la filosofia deve ambire alla stessa precisione a cui perviene la scienza e che questo rigore scientifico può essere ottenuto attraverso l analisi del significato letterale degli enunciati. Per tali filosofi pertanto i cosiddetti enunciati metaforici hanno solo un significato letterale e qualunque cosa uno possa intendere attraverso un enunciato metaforico che sia diverso dal significato letterale dipende unicamente dalla sua sensibilità e dalle sue capacità emotive. L idea è che l enunciato metaforico può influire sulle nostre capacità psicologiche ed emotive e produrre certi sentimenti, ma questo fatto non influisce sul contenuto letterale dell enunciato. La teoria di Davidson assomiglia alla teoria emotiva: ci dice che l unico significato che hanno gli enunciati metaforici è il loro significato letterale. Quello che è comunicato dagli enunciati metaforici è causalmente indotto in noi: secondo Davidson ciò che noi traiamo dagli enunciati metaforici è paragonabile ai sogni, così come i sogni sono causalmente prodotti dalle nostre esperienze, così quello che intendiamo attraverso gli enunciati metaforici è prodotto in noi da certi enunciati linguistici. Quello che noi traiamo dagli enunciati metaforici non dipende da regole linguistiche e in generale non dipende da regole codificate. Però secondo Davidson c è una relazione causale bruta fra gli enunciati metaforici e ciò che noi associamo a essi. A differenza dei Neopositivisti, Davidson rivendica un ruolo per la metafora non solo nel linguaggio poetico e nell espressione di sentimenti, ma anche nel linguaggio scientifico, in filosofia e nella legge. Come si può forse intuire, la tesi di Davidson ha sollevato numerose critiche. Innanzitutto da questa tesi segue che nessuno può travisare una metafora, ogni interpretazione è ugualmente adeguata. E nessuno potrebbe negare una metafora. Consideriamo l enunciato metaforico di John Donne ( Nessun uomo è un isola ), questo enunciato potrebbe essere ugualmente interpretato in modi diversi da persone diverse e nessuno potrebbe affermare di qualcuno che non ha capito la metafora. Inoltre, quando Hugh Grant, nel film About a Boy, sente questo enunciato alla televisione e reagisce negandolo e dicendo: I am a bloody Ibiza! secondo Davidson sta dicendo qualcosa di letteralmente incompatibile con quanto espresso dal primo enunciato. Ma, e su questo forse Davidson ha ragione, non si può dire che stia negando il contenuto metaforico del primo enunciato. Un altro aspetto che molti filosofi hanno sottolineato è che ci sono metafore morte e generalmente si dice che il significato inizialmente metaforico è diventato significato letterale. Ma, in base alla teoria di Davidson, non esistono significati metaforici e questa teoria ha quindi difficoltà a spiegare l insorgere delle metafore morte Gli argomenti di Davidson contro le diverse ipotesi a sostegno dell idea che ci sia un significato non letterale degli enunciati metaforici Davidson presenta vari argomenti contro la tesi che gli enunciati metaforici abbiano un altro significato oltre al significato letterale. Questa tesi è stata sostenuta dalla maggior parte dei filosofi

12 12 prima di lui (ad eccezione dei Neopositivisti) e Davidson intende proprio mettere in discussione gli argomenti che sono stati usati a sostegno di questa tesi. Qui di seguito prenderemo in considerazione i vari argomenti che Davidson fornisce contro la tesi che l enunciato metaforico abbia un significato diverso da quello letterale. Innanzitutto, Davidson rileva che è stato a lungo sostenuto che l enunciato metaforico permette di vedere delle somiglianze. Davidson ribatte osservando che l estensione di ogni termine generico è caratterizzata da somiglianze fra gli elementi che costituiscono l estensione. Ad esempio, l estensione di rosa sarà costituita da un insieme di fiori che sono fra loro somiglianti nell essere una rosa, l estensione di neonato è costituita da un insieme di esseri umani che sono somiglianti riguardo all essere neonati. Quindi la caratteristica della somiglianza fra gli elementi che costituiscono l estensione di un termine non può essere considerata specifica della metafora. PRIMA IPOTESI: IL SIGNIFICATO METAFORICO E UN ESTENSIONE DEL SIGNIFICATO LETTERALE La prima ipotesi che Davidson prende in considerazione è che un espressione linguistica assume in un enunciato metaforico un significato nuovo che fa appello a nuove somiglianze. La ragione per cui uno può arrivare a formulare un ipotesi di questo tipo è la seguente. Si prenda l enunciato non metaforico Tolstoj è stato un bambino, in questo caso il termine bambino si applica a Tolstoj in quanto ha condiviso con gli altri bambini alcune proprietà che consentono l attribuzione della proprietà essere bambino. Prendiamo ora in considerazione l affermazione di Thomas Mann in base alla quale Tolstoj è stato un grande moralizzatore bambino, in questo Thomas Mann si riferisce a Tolstoj adulto e si assume che bambino abbia un estensione diversa che si fonda sulla somiglianza fra i bambini veri e propri e Tolstoj maturo. Obiezione di Davidson a questa tesi: Davidson osserva che se si genera un nuovo significato per il termine essere bambino - il significato che si fonda sulla somiglianza fra Tolstoj adulto e altri bambini - allora si genera semplicemente un nuovo significato letterale che sostituisce il precedente. Non abbiamo quindi a che fare con un significato metaforico, ma semplicemente con un nuovo significato letterale. SECONDA IPOTESI: I TERMINI METAFORICI SONO AMBIGUI Qualcuno potrebbe sostenere che i termini metaforici non hanno semplicemente un significato metaforico, ma mantengono due significati: il significato letterale e un significato metaforico. In base a questa interpretazione i termini metaforici sono ambigui: quando noi ci troviamo di fronte a un enunciato metaforico dovremmo provare una certa incertezza su quale dei due significati adottare. Ad esempio quando Melville ha scritto Cristo era un cronometro l effetto della metafora dovrebbe dipendere dal fatto che applichiamo prima il senso ordinario del termine e poi un significato metaforico. Obiezione di Davidson: L effetto della metafora non può dipendere da un imbarazzo di questo tipo di fronte ai due significati. Di fatto quando noi comprendiamo una metafora, non siamo incerti su quale significato attribuirvi. In alcuni casi ci sono enunciati ambigui in cui una stessa parola (o più parole) possono assumere significati diversi in letture diverse, ad esempio nella tragedia shakespeariana Troilo e Cressida ad un certo punto compare questa affermazione Our general doth salute you with a kiss che permette due letture (entrambe volute da Shakespeare), in base ad una delle due letture significa il nostro generale ti saluta con un bacio nell altra significa noi tutti in generale ti salutiamo con un bacio. Questo gioco di parole è diverso dalla metafora in cui lo stesso significato metaforico rimane anche dopo ripetute letture dello stesso enunciato (non c è quindi l incertezza tipica dell ambiguità).

13 13 TERZA IPOTESI: I TERMINI METAFORICI HANNO DUE SIGNIFICATI CONTEMPORANEAMENTE Si potrebbe cercare di ribattere al precedente argomento che i termini metaforici non sono ambigui nel senso di indurci imbarazzo su quale significato adottare, ma piuttosto mantengono due significati contemporaneamente: il significato letterale (che rimane latente) e il significato metaforico. Se questa interpretazione è corretta, allora ci deve essere una regola che ci permette di passare dal significato letterale al significato metaforico. L idea è in qualche modo analoga a un idea avanzata da Frege in base alla quale i termini del linguaggio (e gli enunciati del linguaggio) non hanno solo un significato, ma anche un senso. Quindi per Frege noi afferriamo contemporaneamente il senso e il significato dei termini linguistici e degli enunciati e (in alcuni casi) il senso di un espressione o di un enunciato diventa il suo significato. Obiezione di Davidson: Secondo Davidson, se questa ipotesi fosse corretta non ci sarebbe modo di distinguere fra quando un parlante impara un significato metaforico e quando impara un nuovo significato di una parola. Per illustrare questa obiezione, Davidson fa un celebre esempio, l esempio dell extraterrestre che arriva da Saturno. Supponiamo che un extraterrestre di Saturno sbarchi sul nostro pianeta e che noi vogliamo insegnargli l uso della parola aiuola. Per far questo, utilizziamo un banale stratagemma, lo portiamo in giro e gli indichiamo di volta in volta oggetti e gli diciamo aiuola. Per esempio, gli facciamo vedere quei rari appezzamenti di verde delimitati da sassi in giro per Milano e gli diciamo aiuola, gli facciamo vedere gli spartitraffico e gli diciamo aiuola, gli facciamo vedere un gruppo di piante fiorite in un giardino e gli diciamo aiuola. Non gli stiamo spiegando che cosa significa aiuola, ma con una certa fortuna gli insegniamo ad usare la parola. Ora, quello che gli insegniamo è che una certa parola si riferisce a certi oggetti nel mondo. Possiamo distinguere in questo processo, (1) il periodo in cui impara la parola e in cui quindi è concentrato in particolare sulla parola e su come viene usata e (2) il periodo in cui ha appreso la parola. Quando ha appreso la parola gli possiamo dire in fondo alla strada c è un aiuola e l abitante di Saturno impara qualcosa del mondo. Questa distinzione è molto importante per Davidson ed è bene tener presente che nel periodo in cui il parlante impara la parola la sua maggiore concentrazione è sulla parola, quando invece ha imparato la parola la concentrazione dell abitante di Saturno è sul mondo di cui parliamo. Ora supponiamo che l abitante di Saturno ci imbarchi e ci porti con una navicella su Saturno. Quando ci troviamo su Saturno possiamo guardare l universo e vediamo in lontananza il pianeta terra e diciamo aiuola, intendendo usare la parola in senso metaforico riprendendo il famoso verso di Dante L aiuola che ci fa tanto feroci (Paradiso canto 22). Il problema cruciale è il seguente: che differenza fa per il nostro interlocutore (cioè l extraterrestre) se considera la nostra affermazione come un uso letterale o un uso metaforico? Davidson sottolinea che se l ipotesi del doppio significato delle espressioni metaforiche fosse corretta non ci sarebbe una gran differenza. Quello che farebbe il parlante è semplicemente associare un nuovo significato (o riferimento) a quelli già precedentemente acquisiti e non ci sarebbe modo di distinguere per l abitante di Saturno la comprensione di un enunciato letterale da un enunciato metaforico. Quale sarebbe per Davidson invece la differenza? Secondo Davidson, se il parlante imparasse un nuovo significato, la sua attenzione principale sarebbe sulla parola, mentre se accettasse un significato acquisito, imparerebbe qualcosa sul mondo. Questa differenza, che per Davidson è così importante, è completamente persa dall ipotesi che i termini metaforici abbiano un doppio significato. Perché per ogni nuovo significato metaforico un parlante imparerebbe qualcosa sulla parola e non sul mondo.

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