Gesù prima e dopo la resurrezione

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1 Antonio Meli Gesù prima e dopo la resurrezione Tra storia e fede Armando editore meli.indd :02:45

2 Sommario Introduzione 9 Capitolo I: L intelligenza pre-pasquale di Gesù Un maestro itinerante ebreo per nascita e formazione Gesù avvento del Regno di Dio La crisi dei seguaci di Gesù 32 Capitolo II: L intelligenza post-pasquale di Gesù La risurrezione di Gesù segna un nuovo inizio L esperienza pasquale porta i seguaci di Gesù a scoprire la sua vera identità e missione I seguaci di Gesù interpretano la sua morte in croce alla luce della sua Pasqua I seguaci di Gesù interpretano la sua vita alla luce della sua Pasqua I seguaci di Gesù interpretano il mistero di Dio alla luce della sua Pasqua La nascita della Chiesa dalla Pasqua di Gesù 58 meli.indd :02:45

3 7. Il ministero apostolico si radica sull esperienza pasquale L esperienza pasquale porta i seguaci di Gesù a vivere un nuovo ethos L esperienza pasquale dei seguaci di Gesù tra il già e il non ancora L esperienza pasquale porta i seguaci di Gesù a comprendere il disegno di salvezza concepito da Dio e a benedirlo per esso 68 Conclusione 71 Nota bibliografica 75 meli.indd :02:45

4 Se Cristo non è risuscitato dai morti, la fede è vuota. (Cfr. 1 Cor 15, 14) meli.indd :02:45

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6 In quanto cristiano non solo provo un senso di ammirazione per la figura di Gesù, ma anche desidero seguirlo come discepolo e, quindi, imitarlo. Anni di studio e di riflessione, di servizio della Parola e soprattutto di vita cristiana hanno formato in me una particolare intelligenza di Gesù, un interpretazione maturata sia in ambiente ecclesiale che secolare. Non c è dubbio che su Gesù esiste un vero e proprio conflitto delle interpretazioni destinato probabilmente a non concludersi mai. Desidero proporre quel ritratto di Gesù che ai miei occhi appare più credibile e, pertanto, più vero. Come ha rilevato papa Ratzinger 1, la figura di Gesù tratteggiata in particolare nel Nuovo Testamento presenta una sua intrinseca coerenza e attendibilità che le altre ricostruzioni rea- 1 Cfr. J. Ratzinger (Benedetto XVI), Gesù di Nazareth, Rizzoli, Milano, 2007, meli.indd :02:45

7 12 lizzate da prospettive estranee al Nuovo Testamento non hanno. Di fatto, le ricostruzioni che muovono da prospettive estranee al Nuovo Testamento si rivelano riduttive e dettate da motivazioni ideologiche come lo scientismo che non ammette che, nella nostra esperienza, possa darsi qualcosa che supera l esprit de geometrie. Ma già Pascal, grande scienziato e uomo di fede, aveva messo in evidenza come la nostra esperienza è aperta a qualcosa che supera l esprit de geometrie e che può essere colto da ciò che egli chiama l esprit de finesse. Bisogna accostarsi al Nuovo Testamento non solo con l esprit de geometrie, con lo spirito scientifico proprio del nostro tempo e che nel campo delle scienze bibliche si esprime in particolare con il metodo storico-critico, ma anche e soprattutto con l esprit de finesse che va oltre lo spirito scientifico e ci dà un intelligenza più profonda della figura di Gesù raccontata dal Nuovo Testamento. Nel proporre un ritratto di Gesù intendo seguire un indicazione ormai divenuta un luogo ermeneutico condiviso sia dall esegesi sia dall interpretazione ecclesiale di Gesù: ovverosia la distinzione tra il Gesù pre-pasquale e quello post-pasquale. Sappiamo bene che il Nuovo Testamento è stato remeli.indd :02:45

8 datto dopo la Pasqua di Gesù e consiste nella ricostruzione di detti e fatti di Gesù secondo prospettive teologiche peculiari elaborate sia dagli stessi suoi apostoli (come, ad esempio, Giovanni, Giacomo, Matteo, Pietro, Paolo) oppure da uomini che hanno seguito il loro insegnamento (come, ad esempio, Marco, Luca). La mia ricostruzione del ritratto di Gesù seguirà questa fondamentale indicazione operando una distinzione tra l intelligenza che di Gesù i suoi discepoli e gli apostoli si erano formati prima dell evento della risurrezione, e quella successiva a esso. Il Gesù pre-pasquale è interpretato secondo una determinata prospettiva che costituisce una certa attesa messianica, variamente intesa da chi faceva parte della cerchia di Gesù e da coloro che, invece, l hanno avversato. La morte in croce di Gesù mette in crisi l attesa messianica dei suoi seguaci e sembra confermare il giudizio dei suoi avversari sul suo conto: quello cioè di un eretico dalle pretese infondate. Per le guide religiose di Israele (che entro certi limiti erano anche guide politiche sia pure sotto il controllo del potere politico di Roma) la morte in croce significa una smentita delle pretese messianiche e divine di Gesù. Per i seguaci di Gesù questa 13 meli.indd :02:45

9 morte in croce segna un momento di profonda crisi che mette in discussione le loro aspettative su di lui. Certo Gesù aveva dato segni (cifre) della sua messianità e della sua divinità, ma tutto ciò era stato interpretato dai suoi seguaci secondo uno schema messianico allora prevalente che faceva riferimento ad alcuni passaggi della Sacra Scrittura, e ne metteva in ombra altri. I seguaci di Gesù, in quanto ebrei, concepivano la sua missione sia in termini religiosi che politici poiché nella loro tradizione le due dimensioni erano tra di loro indissolubilmente connesse come le due facce di una stessa medaglia. Anche le guide religiose di Israele erano convinte di questo profondo legame tra dimensione religiosa e politica: proprio questo spiega la loro avversione nei suoi confronti. La morte in croce di Gesù significava agli occhi dei suoi seguaci la fine del progetto messianico di cui Egli si era fatto in qualche modo interprete: i suoi seguaci (a incominciare proprio dagli apostoli) ritennero che tutto fosse miseramente finito e ritornarono alla vita di prima. Ma ecco che avvenne qualcosa di assolutamente inatteso, qualcosa di assolutamente sorprendente che va al di là di quanto 14 meli.indd :02:45

10 15 i discepoli e gli apostoli di Gesù potessero immaginare, qualcosa che andava al di là della loro psicologia, della loro mentalità, della loro sensibilità. Questo qualcosa di assolutamente misterioso e unico è definito come risurrezione di Gesù. Attraverso un processo che passa per l incredulità e il dubbio, i discepoli e gli apostoli giungono alla ferma convinzione della sua risurrezione. Ciò dà alla loro vita una svolta decisiva, un cambiamento profondo che investe il loro modo di pensare, sentire, agire. Ora sono pronti ad annunciare con estremo coraggio che quel Gesù morto in croce è stato costituito da Dio Signore, cioè Dio esso stesso, e che grazie a Lui è effuso su tutti gli uomini lo Spirito Santo che libera l uomo dal peccato e lo introduce nella stessa vita divina. Quest avvenimento con i suoi effetti storici (tomba vuota, apparizioni, e soprattutto la condotta assolutamente nuova e imprevedibile degli stessi discepoli e apostoli) dà il via ad un movimento storico che va sotto il nome di storia del cristianesimo con i suoi momenti di chiaro e scuro. Ispirati dallo Spirito Santo quale dono di Gesù Risorto, i discepoli e gli apostoli interpretano in una nuova luce tutta la vita di Gesù, compresa la sua morte in croce. Se prima avevano dato una certa inmeli.indd :02:45

11 16 terpretazione, ecco che dopo l evento della risurrezione, che trova il suo compimento con l effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, gli stessi discepoli e apostoli danno di Gesù un interpretazione nuova, ovverosia un interpretazione salvifica. Loro che prima avevano interpretato la sua morte, in linea con alcuni testi biblici, come una maledizione divina, come una forma chiara di sconfessione da parte di Dio delle pretese messianiche e divine di Gesù, adesso, invece, la interpretano come l espressione di un atto estremo di amore da parte di Dio per ogni uomo, come l atto supremo di donazione che Dio fa di se stesso in Gesù. Interpretano la morte di Cristo in linea con altri testi biblici come il supremo sacrificio del giusto a vantaggio dei peccatori. Questa esegesi si trova chiaramente espressa nella letteratura epistolare del Nuovo Testamento: nelle lettere di San Paolo, San Pietro, San Giovanni, San Giacomo, nell Apocalisse di Giovanni. Alla luce dello Spirito Santo, che è insieme Spirito di Verità e di Amore, i discepoli e gli apostoli di Gesù reinterpretano sia i suoi detti che i fatti, così come la sua stessa vita. Questa interpretazione si è conservata in seno alla Chiesa lungo i secoli fino ad oggi, facendosene gameli.indd :02:45

12 ranti i successori degli apostoli unitamente a quello dell apostolo Pietro. Seguendo la prospettiva appena tracciata, dividerò il mio ritratto di Gesù in due momenti: quello pre-pasquale e quello post-pasquale. Il Gesù prepasquale è quello che annuncia il Regno di Dio e lo rende presente attraverso le guarigioni miracolose, annuncia un nuovo ethos, critica l interpretazione farisaica della religione ebraica, introduce una nuova visione di Dio, ama i peccatori e sta con loro, agisce in modo assolutamente libero; è quello che a un certo punto del confronto con i leader religiosi di Israele si lascia processare senza difendersi e consegnare alle autorità romane per essere crocifisso, suscita nei suoi seguaci grandi attese che verranno deluse con la sua morte in croce, crea nelle autorità religiose ebraiche un avversione che lo porterà all eliminazione fisica, è colui che queste autorità religiose ebraiche fanno passare per un eretico, un impostore, un bestemmiatore; è quello che si dichiara superiore al tempio e allo stesso Sabato e che, pertanto, si attribuisce prerogative divine. Il Gesù post-pasquale è quello che muore in croce per salvare l uomo, risorge da morte per renderci partecipi della stessa vita divina, è il Signore, è Dio, il Figlio 17 meli.indd :02:45

13 di Dio, colui in cui abita la pienezza della divinità, è quello che crea attorno a sé una famiglia nuova che va sotto il nome di Chiesa, è quello in cui tutto è stato creato e che ricapitola in sé tutto; è il sommo sacerdote che, attraverso l offerta di sé una volta per tutte, ci ha aperto le porte del cielo e ci ha introdotti in Dio per sempre, è il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, è il Verbo incarnato per la nostra salvezza (colui che ci libera dai nostri peccati e ci comunica la vita divina), che ci rivela il mistero di Dio come comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. È opportuno rilevare, infine, come il Nuovo Testamento non intende dimostrare l esistenza storica di Gesù: la dà per scontata. Esso non risponde alla domanda se Gesù è veramente esistito (questa domanda se l è posta in modo particolare la critica moderna), ma alla domanda concernente l identità e la missione di Gesù. Per questo la domanda circa la sua esistenza storica, che chiama in causa in particolare l attendibilità storica del Nuovo Testamento, trova una risposta convincente nella stessa testimonianza apostolica su Gesù. Alla luce di quanto appena detto intendo articolare il discorso su Gesù secondo un itinerario che distingue il Gesù pre-pasquale da quello post-pasquale. 18 meli.indd :02:45

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