Applicazione di una strategia di intervento per la riduzione delle cellule somatiche nella specie ovina. Riassunto

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1 Applicazione di una strategia di intervento per la riduzione delle cellule somatiche nella specie ovina Cuccuru Cesare *, Preti Carlo **, Meloni Maria.Grazia**, Moroni Paolo***. * Istituto di Patologia Speciale e Clinica Medica Veterinaria, Università degli Studi di Sassari ** Associazione Regionale Allevatori - Regione Sardegna- *** Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria, Università degli Studi di Milano Riassunto Il lavoro descrive un metodo, di pratica applicazione, per la riduzione delle cellule somatiche del latte (SCC) in ovini con valori iniziali superiori a 2.. cellule/ml. e una prevalenza di infezioni intramammarie di circa 5%. La sperimentazione è stata eseguita in due differenti greggi. Nel primo (A) la mungitura era eseguita meccanicamente, mentre nel secondo (B) manualmente. I punti principali della strategia sono stati: la separazione degli animali infetti da quelli sani durante la mungitura, l eliminazione delle pecore con infezioni coniche, la terapia durante l asciutta, il miglioramento delle condizioni sanitarie ed un controllo periodico dello stato sanitario mammario. Il gregge A ha mostrato un decremento del contenuto cellulare del latte che da un valore medio iniziale di cellule/ml. si è ridotto a cellule/ml. dopo il primo anno e 91. cellule/ml. dopo il secondo. Contemporaneamente abbiamo osservato un incremento medio della produzione lattea di 6 litri per ovino a lattazione. Il gregge B ha invece evidenziato un comportamento inverso nel corso dei due anni nel senso che si è osservata una riduzione delle cellule limitata dopo il primo anno ( da cellule/ml. a cellule/ml.) cui ha fatto seguito una forte riduzione durante il secondo anno (da cellule/ml. a 854. cellule/ml.). Ciò deriva, probabilmente da un episodio di mastite clinica da Staphylococcus aureus verificatasi, in quest ultimo allevamento, durante il mese di Dicembre del primo anno di sperimentazione. Infine anche in questo gregge è stato osservato un incremento nella produzione lattea che alla fine della sperimentazione risultava di 5 litri per ovino a lattazione. Abstract This paper show a practical method to reduce milk somatic cell count (SCC) in ewes with starting values above 2.. cells/ml. and a prevalence of intramammary infections (IMI) of about 5%. The experimentation was executed using two different herds. The first (A) was machine milked and the second (B) manually milked. Separation of healthy animals from infected during milking, elimination of ewes with chronic infections, therapy during the dry period, improvement of sanitary conditions and a periodic control to evaluate mammary gland sanitary status were the main steps of the program. After one year, in herd A SCC mean decrease from cells/ml. to cells/ml. to get at 91. cells/ml. at the end of the experimental period (second year). At the same time milk production meanly increased to 6 litres/ewe/lactation. Herd B showed an inversion of the response during the 2 years with a low infections' reduction during the first year (from cells/ml. to cells/ml.) but an high reduction during the second year (from cells/ml. to 854. cells/ml.). It probably derived from an event of staphylococcal aureus mastitis during December of the first year of experimentation. Finally also this herd show a production increase to 5 litres/ewe/lactation. Key words: Milk somatic cells, intramammary infection, ewe.

2 INTRODUZIONE Tra i vari fattori che determinano la variazione delle cellule somatiche (SC), le infezioni mammarie rappresentano indubbiamente quello che riveste un ruolo preponderante nell incremento delle stesse nel latte. Numerose ricerche hanno oramai dimostrato che, anche nella specie ovina, differenti variabili sia fisiologiche che ambientali, pur influenzando il numero delle SC del latte, determinano comunque aumenti nei valori cellulari che, se si esclude l ultimo periodo della lattazione, rimangono nell ordine delle decine di migliaia cellule/ml.( 1, 5, 7, 1,) La presenza di infezioni mammarie, invece, stimolando una risposta infiammatoria ed immunitaria determina incrementi che sono nell ordine delle centinaia di migliaia/ml. (2, 3, 4, 9) Le ultime pubblicazioni sui dati medi di cellule somatiche nel nostro Paese riportano valori di 1.5. di cellule/ml. con variazioni marcate da una Regione all'altra (8). Ne deriva una elevata prevalenza di infezioni negli allevamenti ovini della nostra penisola. Da quanto finora esposto, una riduzione del contenuto cellulare del latte non può che basarsi sulla riduzione della prevalenza di IMI.. Lo scopo di questo lavoro è quello di verificare i risultati ottenuti dall applicazione di una strategia di intervento sul campo in greggi con elevato numero di cellule somatiche e di verificarne la reale possibilità di utilizzazione su larga scala. A tale scopo, dopo aver individuato le greggi con elevato contenuto cellulare, abbiamo ritenuto importante programmare, in relazione alle caratteristiche degli allevamenti, una serie di interventi tendenti a ridurre nell arco di due lattazioni successive le infezioni mammarie. MATERIALE E METODI DISEGNO DELL ESPERIMENTO La ricerca è stata eseguita nell arco di tre lattazioni successive (ultimi mesi della prima lattazione e due lattazioni seguenti), su due greggi di ovini di razza sarda appartenenti ad allevamenti di tipo semi intensivo situati in Sardegna nella Provincia di Sassari nel comune di Pattada. Il gregge A era situato in zona collinare a circa 5m sul livello del mare e costituito da 25 animali in lattazione, 145 pluripare, 6 primipare e 5 arieti. Il gregge B era situato in zona collinare a circa 4m sul livello del mare e costituito da 235 animali in lattazione, 19 pluripare, 45 primipare e 4 arieti. La consistenza numerica dei due greggi variava leggermente nell arco dei tre anni come riportato nella tabella n 1. Gli animali erano alimentati per la maggior parte dell anno al pascolo con integrazione, in ovile, di alimenti concentrati. La mungitura veniva eseguita meccanicamente nel gregge A e manualmente nel gregge B due volte al giorno. Dopo la mungitura i capezzoli venivano disinfettati mediante nebulizzazione con clorexidina. In entrambe le greggi non erano rilevabili all esame clinico gravi problemi all apparato mammario per quanto alcuni animali presentavano disomogeneità volumetrica tra le emimammelle e, alla palpazione, noduli ed indurimenti. Sia in analisi precedenti che durante la sperimentazione, non è stata mai riscontrata la presenza di microrganismi contagiosi a livello di emimammelle nel gregge A, mentre, nel gregge B, durante il primo anno della sperimentazione, è stata diagnosticata, nel mese di Dicembre, una mastite da Staphylococcus aureus che ha interessato 3 animali in forma clinica e 36 soggetti in forma subclinica. Il disegno sperimentale ( vedi schema a pagina4) prevedeva un periodo preliminare (ultimi mesi della lattazione ) per l individuazione di greggi che presentassero caratteristiche sanitarie mammarie riconducibili a quelle medie della nostra Regione (infezioni determinate da microrganismi ambientali, contenuto in cellule somatiche > 1.5. cellule/ml., percentuale dei soggetti positivi all esame batteriologico > 3%) e ha consentito di verificare l incidenza, e l eziologia delle infezioni. Nei successivi due anni, sono stati eseguiti campionamenti citologici quindicinali sul latte di massa ed esami clinici e citologici sui singoli capi ogni 6 gg. Durante la lattazione sono stati creati due gruppi: Gruppo S (capi sani): soggetti con emimammelle normali all esame clinico e CMT negativo; Gruppo I (soggetti infetti): soggetti con alterazioni a carico della mammella e/o positività al CMT. I gruppi venivano separati all atto della mungitura, durante la quale, il gruppo I veniva sempre munto successivamente al gruppo S e in quest ultimo le primipare prima delle pluripare.i gruppi venivano rimodellati durante la lattazione in relazione all esito 2

3 dell esame citologico individuale e alla comparsa di alterazioni della mammella clinicamente rilevabili. In tutti i soggetti che andavano a costituire il gruppo degli infetti, veniva eseguito un prelievo di latte per l'analisi batteriologica e successivo antibiogramma. Durante l asciutta venivano riformati tutti i capi che, durante la lattazione, avevano presentato e superato mastiti clinicamente manifeste, ed una parte, circa il 5%, dei capi con infezioni mammarie croniche e/o poco produttivi e/o a fine carriera. Il secondo periodo di riforma precedeva l introduzione delle primipare nel gregge (Marzo) e comprendeva il rimanente 5% dei capi da scartare. Durante l asciutta veniva effettuata la terapia antibiotica su tutti i capi del gregge. Inoltre, sono state valutate, nel corso dei tre anni, le produzioni di latte nei due greggi. PRELIEVO DEI CAMPIONI Durante la fase preliminare (ultimi mesi della lattazione ), ed ogni qualvolta si presentassero mastiti cliniche, Il latte veniva prelevato, previa disinfezione del capezzolo con fazzolettini imbevuti di clorexidina ed eliminazione dei primi getti, da ogni singola emimammella e raccolto in 2 provette di plastica da 15 ml. I campioni venivano in breve tempo trasportati in laboratorio in regime di freddo e quindi sottoposti alle analisi batteriologiche. Le analisi citologiche sul latte di massa venivano effettuate con una periodicità di 15 gg. utilizzando il metodo opto-fluorimetrico. Le analisi citologiche sui singoli capi venivano invece eseguite mediante il California Mastitis Test. ESAME BATTERIOLOGICO L esame batteriologico è stato effettuato secondo le procedure indicate dalla FIL-IDF (6). Il latte, circa 1 µl, è stato seminato su piastre di agar-sangue e successivamente incubato per 18 ore a 37 C. Le colonie di crescita sono state isolate ed identificate mediante prove biochimiche e API System. (Bio Merieux).Sono stati definiti positivi i campioni di latte che: presentavano microrganismi di origine ambientale (streptococchi diversi da S. agalactiae e coliformi) in coltura pura e/o più di 1. UFC/ml; presentavano stafilococchi coagulasi negativi (CNS) in coltura pura e/o più di 1. UFC/ml. In riferimento alla analisi mediante CMT, i campioni di latte che, all analisi, risultavano non sicuramente negativi venivano considerati positivi includendo quindi in quest ultimo gruppo anche i campioni dubbi. ANALISI DEI RISULTATI Tutti i dati sono stati inseriti in un apposito database ed analizzati con software statistico MINITAB, procedura GLM mediante il test di Tukey. INTERVENTI DURANTE LA LATTAZIONE (FASE PRELIMINARE) Analisi batteriologiche e citologiche (CMT) sui singoli capi sono state eseguite nei tre mesi precedenti l asciutta con una frequenza di circa 2 gg. tra un prelievo e il successivo al fine di identificare i soggetti per la formazione dei due gruppi (sano e infetto). I soggetti senza alterazioni mammarie clinicamente rilevabili e negativi all analisi batteriologica ed al CMT andavano a costituire il gruppo S, i rimanenti formavano il gruppo I. INTERVENTI DURANTE LA 1^ ASCIUTTA Circa il 5% dei capi facenti parte del gruppo I venivano riformati. A questi si aggiungevano altri soggetti facenti parte del gruppo S selezionati dall allevatore in relazione alle caratteristiche produttive. Il rimanente gregge veniva trattato durante i primi giorni del mese di Settembre, 4-6 gg. prima del parto con 1.2. U.I. di spiramicina + 1. U.I. neomicina/capo. 3

4 INTERVENTI AL PARTO E DURANTE LE LATTAZIONI SUCCESSIVE Una settimana dopo il parto veniva eseguito il CMT delle emimammelle dei capi dell intero gregge e venivano rimodellati i gruppi in relazione ai risultati citologici. Tale operazione veniva ripetuta dopo 4-5 gg. dallo svezzamento e nel corso dell intera lattazione con una periodicità di circa 6 gg. mentre ogni 15 gg. si procedeva ad un analisi citologica del latte massale. La mungitura degli animali infetti era successiva a quella dei capi sani e, tra questi ultimi, le primipare precedevano le pluripare. Alla fine della mungitura di ciascun capo, indipendentemente dal gruppo di appartenenza, si disinfettavano i capezzoli mediante nebulizzazione di una soluzione di clorexidina. Nel mese di Marzo venivano riformati i soggetti con infezioni croniche, quelli resistenti al trattamento antibiotico effettuato nel periodo dell asciutta ed infine alcuni capi scarsamente produttivi. Questi erano sostituiti dalle primipare che iniziavano in questo periodo la lattazione. INTERVENTI DURANTE LA 2^ ASCIUTTA L intervento di selezione era simile a quello adottato nell asciutta precedente, mentre per il trattamento antibiotico si è preferito utilizzare un prodotto a base di cloxacillina (mg 6/capo) sia in relazione all esito dell antibiogramma sia per le caratteristiche di maggiore persistenza del farmaco nella mammella. RISULTATI ALLEVAMENTO A L applicazione di questa strategia ha consentito una notevole riduzione media del contenuto in cellule somatiche del latte nell arco di due lattazioni (tabella 2, grafico 1). Si può osservare infatti come il valore medio annuale di cellule/ml. all inizio della sperimentazione sia decresciuto sia nel primo anno (1.38. cellule/ml.) che nel secondo (91. cellule/ml.) con una riduzione media complessiva del 57%. La dinamica delle cellule somatiche ha evidenziato, all interno delle singole lattazioni, una tendenza all aumento della SCC con un incremento progressivo e costante ad esclusione del penultimo prelievo che mostrava un flesso, particolarmente evidente nella prima lattazione. Contemporaneamente (tabella 3 e grafici 2 e 3) si è ottenuto un incremento nella produzione lattea che è passata da valori iniziali medi di 166 l/capo a 221 1/capo nella prima lattazione per arrivare ai 226 l/capo nella seconda con un aumento annuale medio dopo i due anni di sperimentazione di 6 litri per capo. La percentuale media di positività al CMT, che a seguito dei controlli effettuati negli ultimi mesi della lattazione era del 48%, si è ridotta al 23% il primo anno e al 2% alla fine della seconda lattazione (grafico 4). Anche il livello di positività al CMT ha subito una notevole flessione (tabella 4), soprattutto tra la prima e la seconda lattazione durante la quale anche la percentuale tra i soggetti infetti interessati ad ambedue le emimammelle si riduceva dal valore iniziale del 79% al 74% nella prima lattazione per arrivare al 31% nella seconda (grafico 4 bis). I risultati delle analisi batteriologiche hanno confermato, durante l intero arco della sperimentazione l esclusiva presenza di Streptococchi ambientali e Stafilococchi coagulasi negativi evidenziando inoltre una stretta correlazione tra positività al CMT, e positività batteriologica, soprattutto nei campioni con contenuti cellulari più elevati (tabella 4). ALLEVAMENTO B La presenza di mastite da Staphylococcus aureus nel mese di Dicembre della 1^ lattazione in tre capi facenti parte di un gruppo di 7 capi, già separato, fortunatamente, per motivi di pascolo, dal resto dell allevamento, ha determinato un incremento cellulare che ha riportato, all interno del suddetto gruppo, la SCC a valori molto elevati. I capi interessati hanno mostrato la classica forma clinica gangrenosa acuta. Due di questi sono stati immediatamente riformati, il terzo è morto naturalmente. L infezione subclinica è stata diagnosticata in 36 capi, nei quali è stato osservato un notevole incremento dei valori di CMT. Tutti i capi di questo gruppo sono stati mantenuti separati fino alla rinormalizzazione dei valori cellulari del latte avvenuta in maniera progressiva e costante 4

5 dopo circa un mese dall insorgenza dell infezione. Se si esclude questo episodio, i risultati ottenuti nell allevamento B hanno rispecchiato, anche se in misura meno evidente, quelli osservati nell azienda A con una notevole riduzione media del contenuto in cellule somatiche del latte nell arco delle due lattazioni (tabella 5, grafico 5). La riduzione nel tempo del contenuto cellulare ha mostrato invece un comportamento opposto se confrontato con quanto osservato nell azienda A risultando relativamente contenuta dopo il primo anno di sperimentazione (da cellule/ml a cellule/ml.) ed elevata dopo il secondo anno (da cellule/ml. a 854. cellule/ml.). La dinamica delle cellule somatiche ha evidenziato, all interno delle singole lattazioni, anche in questa azienda, una tendenza all aumento della SCC caratterizzato però da un andamento piuttosto irregolare nelle prime due lattazioni. La riduzione media complessiva della SCC è stata del 58%. Contemporaneamente (tabella 6 e grafici 6 e 6 bis) si è ottenuto un incremento nella produzione lattea che è passata dai 16 l/capo nella lattazione a 187 1/capo nella prima per arrivare ai 21 l/capo nella seconda lattazione con un aumento annuale medio dopo i due anni di sperimentazione di 5 litri per capo. La percentuale media di positività al CMT, che dopo i controlli iniziali era del 51%, si è ridotta al 27% il primo anno e al 24% alla fine della seconda lattazione (grafico 7). In riferimento al livello di positività al CMT ed alla percentuale di soggetti con infezione mammaria bilaterale, analogamente a quanto osservato nel gregge A, si è riscontrata una notevole flessione nel numero dei capi positivi (tabella 7), soprattutto tra la prima e la seconda lattazione ed una riduzione nella percentuale dei soggetti interessati ad ambedue le emimammelle che dallo 82% si portava allo 8% nella prima lattazione per arrivare al 33% nella seconda (grafico 7 bis). I risultati delle analisi batteriologiche hanno evidenziato, nel gruppo nel quale sono state osservate le manifestazioni di mastite gangrenosa, la presenza sia di S. aureus sia di Streptococchi ambientali e Stafilococchi coagulasi negativi. Le specie microbiche appartenenti a questi ultimi due raggruppamenti hanno caratterizzato i risultati batteriologici del rimanente gregge durante l intero arco della sperimentazione, evidenziando, anche in questo allevamento, una stretta correlazione tra positività al CMT e positività batteriologica, soprattutto nei campioni con contenuti cellulari più elevati (tabella 7). L analisi statistica (tabella 8 e 9) ha confermato, nei due allevamenti, una riduzione altamente significativa del contenuto cellulare del latte massale nei diversi prelievi delle tre lattazioni evidenziando, inoltre, quale fattore di variabilità il periodo della lattazione. CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI Lo schema utilizzato in questo lavoro ha permesso di raggiungere l obiettivo che ci eravamo preposti. La riduzione delle infezioni mammarie è stato il punto fondamentale della strategia. Infatti, per quanto altri parametri possano interagire sulla variazione della SCC, le IMI sono indubbiamente la causa che determina gli incrementi più significativi. In particolare un analisi dei risultati ottenuti nei due allevamenti ci induce ad effettuare le seguenti considerazioni: 1) la dinamica delle cellule somatiche nelle singole lattazioni rispecchia, in misura particolare nei primi due anni, le differenze gestionali ed igienico sanitarie dei due allevamenti. Infatti mentre nell allevamento A sono state osservate in maniera costante le misure di profilassi delle IMI, nell allevamento B una serie di problemi gestionali ha permesso la piena applicazione delle misure di profilassi solamente durante la seconda lattazione. Inoltre, durante la prima lattazione, la comparsa di una mastite contagiosa che ha interessato 3 animali in forma clinica e 36 in forma subclinica, ha influito negativamente sui risultati medi finali, soprattutto se riferiti ai benefici osservati dopo il primo anno. Per queste ragioni, nonostante il numero di SCC fosse all inizio della sperimentazione molto simile nei due allevamenti, si è osservata, alla fine della prima lattazione, una diminuzione più importante nella prima azienda nella quale, si sono verificate, in misura assai modesta, nuove infezioni e reinfezioni mammarie nei capi negativizzati. 5

6 2) Il latte di tank è un ottimo indicatore del livello di infezioni mammarie nell allevamento. Valori medi superiori a 1.5. cellule/ml. indicano una diffusione di IMI che supera il 5% degli animali in lattazione; 3) la riduzione delle infezioni ha apportato un notevole incremento medio nella produzione lattea. Se infatti si confrontano i valori iniziali con quelli osservati alla fine della seconda lattazione, si può rilevare un incremento annuo medio per capo di 6 e 5 litri rispettivamente nell allevamento A e B. E evidente che la spiegazione di questo incremento è da ricercare nella riduzione del numero di animali infetti. In questi capi i processi infiammatori che possono interessare una parte o l intero organo mammario determinano una riduzione volumetrica del parenchima secernente durante il processo infiammatorio e, spesso, danni permanenti alla ghiandola. La disuguaglianza tra i due greggi, nell incremento delle produzioni, deriva, molto probabilmente, da tutti i fattori esposti precedentemente in relazione alla dinamica delle SCC. 4) Completamente sovrapponibile nelle due aziende, anche se con valori leggermente differenti, è sia la tendenza generale verso una riduzione dei capi positivi al CMT, durante tutto il periodo della sperimentazione, sia la dinamica relativa alla percentuale di infezioni bilaterali o della singola emimammella. In relazione a questi due parametri si può osservare, alla fine del primo anno di sperimentazione, un dimezzamento del numero dei capi infetti e una riduzione minima, tra questi soggetti, delle infezioni bilaterali. Al contrario, durante il secondo anno si rileva un comportamento caratterizzato da una riduzione minima dei capi infetti, ma un notevole decremento delle infezioni bilaterali. Vi è inoltre da rilevare una netta diminuzione, alla fine della seconda lattazione, della percentuale di capi con valori chiaramente o fortemente positivi al CMT a favore di quelli debolmente positivi. Da ciò deriva che l applicazione delle indicazioni suggerite dalla strategia determina non solo una diminuzione totale delle infezioni, ma anche una riduzione della gravità delle stesse. La riduzione dei capi con infezioni bilaterali e di quelli con valori molto elevati di SCC si è resa quindi possibile solamente in un secondo tempo, in seguito alla eliminazione delle infezioni croniche, alla terapia nel periodo dell asciutta ed alla risoluzione dei problemi gestionali che, nella pratica, sono sempre presenti quando si attuano modifiche sulla conduzione dell allevamento. Anche in questo caso valgono, per il gregge B, le considerazioni fatte in precedenza sulla dinamica delle cellule somatiche. 5) La riduzione delle cellule somatiche nel latte di tank al di sotto di 1.. cellule/ ml., con valori iniziali superiori ai 2.. di cellule/ml. può essere ottenuta nell arco di due lattazioni se vengono attuati accorgimenti che trovano fondamento nella: a) applicazione delle più elementari norme igieniche durante la mungitura; b) separazione dei soggetti sani da quelli infetti all atto della mungitura che deve seguire, indipendentemente dal tipo (manuale o meccanica) utilizzato nell allevamento, un ordine ben preciso di esecuzione: (primipare sane, pluripare sane, infette); c) controllo clinico e citologico (CMT) dei capi almeno ogni 6 gg., subito dopo il parto, allo svezzamento e prima dell asciutta; d) controllo batteriologico dei capi con CMT dubbio o positivo subito dopo il parto (effetto della terapia) e a fine lattazione, quest ultimo affiancato al risultato dell antibiogramma; e) riforma dei capi con infezioni croniche; f) separazione e terapia dei soggetti con forme cliniche di mastite; g) incremento della quota di rimonta, che, oltre agli aspetti produttivi dei singoli capi, valuti la presenza di infezioni mammarie latenti e subcliniche, in forma cronica; La ricerca, ancora in corso, potrà fornire ulteriori indicazioni sui benefici economico produttivi, che derivano dall applicazione di schemi di intervento, sempre più funzionali, per il raggiungimento di bassi valori di SCC a costi ridotti. Le strategie per la riduzione delle cellule somatiche, implicano una stretta collaborazione tra veterinario e allevatore. Quest ultimo, infatti, diversamente da quanto si verifica per altri interventi, non rileva nell immediato benefici tali da implicare un impegno che, riferito alle modalità di gestione e alla situazione economica degli allevamenti ovini nella nostra Regione, è certamente da considerare gravoso. 6

7 BIBLIOGRAFIA 1 Cuccuru C., Zecconi A., Caria A., Ruffo G., Contini A.: Analysis of risk for somatic cell count in ewes: enviromental, management and microbiological factors. Atti International Symposium "Somatic cells and milk of small ruminants". Bella Cuccuru, C., P. Moroni, A. Zecconi, A. Caria & A. Contini, Differential cell counts in ewes milk in relation to somatic cell counts and infection status. Seminar on Production and Utilization of Ewes and Goats Milk Limin-Hersonissos, Crete, Greece Cuccuru C., Zecconi A., Moroni P., Contini A.:Cellule somatiche e infezioni mammarie ovine.obiettivi & Documenti Veterinari , Fthenakis G.C.:Use of somatic cell count or of indirect tests in milk for the diagnosis of subclinical mastitis in ewes. Atti International Symposium somatic cells and milk of Small Ruminants. Bella Settembre Gonzalo C., De la Fuente L.F., Fuertes J.A., Fernandez G., Primitivo F.S.: Day-to day variation of the somatic cell count in ewe milk. Atti International Symposium somatic cells and milk of Small Ruminants. Bella Settembre IDF Recommended methods for somatic cell counting in milk. Doc. no 168. International Dairy Federation Bruxelles Belgium. 7 Lagriffoul G., Bergonier D., Berthelot X., Jacquin M., Guillouet P., Barillet F.: Facteurs de variation genetiques et non genetiques des comptages de cellules somatiques du lait de brebis en relation avec les caracteres laitiers et les mesures portant sur le lait du tank. Atti International Symposium somatic cells and milk of Small Ruminants. Bella Settembre Ledda A., De Santis E.: Situacion en Italia del recuento de celulas somaticas en la leche de oveja y estrategias de control. Atti della 16^ Jornadas Nacionales y 1^ Internacionales del Grupo de Técnicos Especialistas en Mamitis y Calidad de Leche. Murcia (Spagna 18-19/1/1999) Moroni P., Cuccuru C., Zecconi A., Manunta L., Pittau M., Contini A.:Correlazione tra infezioni mammarie, conta cellulare e contenuto in lisozima e nagase nel latte di pecore sarde.atti della S.I.S.Vet Romeo M., Esnal A., Contreras A., Aduriz J.J., Gonzales L., Marco J.C.: Evolution of milk somatic cell counts along the lactation period in sheep of the Latxa breed. Atti International Symposium somatic cells and milk of Small Ruminants. Bella Settembre

8 Lattazione Analisi batteriologiche e citologiche Selezione gruppi Sane Infette (~ 5%) (~ 5%) Terapia in asciutta Riforma asciutta Parto CMT Rimodellamento gruppi Svezzamento CMT Lattazione 1 Inserimento primipare Riforma lattazione Rimodellamento gruppi Sane Infette (~ 5%) (~ 5%) Terapia in asciutta Riforma asciutta Riprende schema da parto 8

9 Tabella n.1: Consistenza degli allevamenti (n. massimo capi per lattazione) durante le tre lattazioni. Allevamenti Cellule/ml. x 1. A Pluripare A Primipare A Totali B Pluripare B Primipare B Totali Tabella n.2 e grafico n.1: distribuzione della SCC (x 1.) del latte massale nel corso di tre lattazioni successive dell allevamento A Prelievi Cellule/ml. x 1. Riduzione complessiva % , , , , , , , , , ,38 Media geom ,

10 Tabella n.3 e grafici 2 e 3: distribuzione dei capi, produzione lattea annua totale e per capo e relative variazioni nel corso delle tre lattazioni successive dell allevamento A Variazione Prelievi Lattaz. Lattaz. 1 Lattaz. 2 complessiva Capi in lattazione Agnelli Arieti Totale litri latte Variazione media annuale Produzione media annuale/capo 165, , ,9615 Variazione media annuale/capo 55, ,9897 6, Grafico 2: Produzioni (litri) annue totali allevamento A Grafico 3: produzioni (litri) medie annue/capo nell'allevamento A Tabella n.4: Livello di positività al CMT dei capi nel corso di tre lattazioni successive dell allevamento A e correlazione con i risultati delle analisi batteriologiche Classi Percentuale media di positività al CMT Correlazione con l esame batteriologico Lattazione Lattazione Lattazione % 1 2 Negativi Dubbi Debolmente positivi Chiaramente positivi Fortemente positivi

11 Grafico n.4: Percentuale media dei capi positivi al CMT durante tre lattazioni successive nell'allevamento A Grafico n. 4 bis: Percentuale media dei capi positivi bilateralmente al CMT riferita al totale dei soggetti (1) e a quelli positivi al CMT (2) durante tre lattazioni successive nell'allevamento A Totale Positivi 11

12 Tabella n.5 e grafico n.5: distribuzione della SCC (x 1.) del latte massale nel corso di tre lattazioni successive dell allevamento B Prelievi Cellule/ml. x 1. Riduzione complessiva % , , , , , , , , , , Media geom , Tabella n.6 e grafici 6 e 6 bis: distribuzione dei capi, produzione lattea annua totale e per capo e relative variazioni nel corso delle tre lattazioni successive dell allevamento B Variazione Prelievi Lattaz. Lattaz. 1 Lattaz. 2 complessiva Capi in lattazione Agnelli Arieti Totale litri latte Variazione media annuale Produzione media annuale/capo 159, ,913 29,6341 Variazione media annuale/capo 27, ,7211 5,

13 Grafico 6: Produzioni (litri) annue totali allevamento B Grafico 6 bis: produzioni (litri) medie annue/capo nell'allevamento B Tabella n.7: percentuale di positività al CMT delle singole emimammelle nel corso di tre lattazioni successive dell allevamento B e correlazione con i risultati delle analisi batteriologiche Classi Percentuale media di positività al CMT Correlazione con l esame batteriologico % Lattazione Lattazione 1 Lattazione 2 Negativi Dubbi Debolmente positivi Chiaramente positivi Fortemente positivi

14 Grafico n.7: Percentuale media dei capi positivi al CMT durante tre lattazioni successive nell'allevamento B Grafico n. 7 bis: Percentuale media dei capi positivi bilateralmente al CMT riferita al totale dei soggetti (1) e a quelli positivi al CMT (2) durante tre lattazioni successive nell'allevamento B Totale Positivi Tabella n.8: Modello Lineare Generalizzato analisi della varianza delle cellule nei diversi anni della sperimentazione Periodo Gradi libertà Adj MS F P Mese Anno Tabella n.9: Modello Lineare Generalizzato confronto dei prelievi successivi al primo anno nei confronti di quest ultimo Periodo T P Differenza delle medie SE della differenza 1^ Lattazione ^ Lattazione

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