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1 Corso di Sociologia dei processi culturali a.a prof. Marco BRUNO Sapienza Università di Roma Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale Corso di laurea in Comunicazione, tecnologie e culture digitali

2 Teorie del riflesso e il diamante culturale M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 2

3 Cultura come creazione sociale. Alcuni temi - La produzione sociale della cultura. Durkheim e la rappresentazione collettiva. - La produzione collettiva della cultura - Innovazione culturale e mutamento sociale M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 3

4 Cultura come creazione sociale Cultura come creazione individuale? Chi crea gli oggetti culturali? Se si fa riferimento alla cultura in senso stretto (letteratura, arte, filosofia, ecc.) è innegabile il ruolo del genio individuale, anche se la genialità stessa richiede un humus culturale per realizzarsi. Se si intende la cultura nel senso più ampio di un modello di significati storicamente trasmesso, risulta evidente che essa costituisce una creazione più collettiva che individuale. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 4

5 Cultura come creazione sociale. Durkheim Chi crea gli oggetti culturali? Da un punto di vista sociologico, la cultura e le opere culturali sono creazioni collettive e non individuali Cultura come prodotto dell interazione sociale Relazioni / legami Rituali Aspettative M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 5

6 La cultura come creazione sociale Previsioni, aspettative, relazioni "Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata". "Ah! scusa", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: Che cosa vuol dire addomesticare? [...] È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami " "Creare dei legami?" "Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. [...] "Se tu vuoi un amico addomesticami!" "Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino." [...] Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, 1943 Pagina 6

7 La cultura come creazione sociale Previsioni, aspettative, relazioni Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, 1943 Il piccolo principe ritornò l'indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore Ci vogliono i riti". Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe. Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".

8 Cultura come creazione sociale. Durkheim La concezione della cultura come prodotto sociale trae origine dal lavoro di Durkheim sulla religione Durkheim e il problema dell ordine e della coesione sociale. Modernità e integrazione sociale. Società moderna e divisione del lavoro sociale. Insegnamento, agenzie di socializzazione. Coscienza collettiva / Rappresentazioni collettive M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 8

9 Cultura come creazione sociale. Durkheim Le forme elementari della vita religiosa (1912) Dimensione totemica della religione. Cosa accomuna le religioni? Per quanto Durkheim abbia preso in considerazione solo la religione più primitiva - il totemismo - il suo intento e quello di cogliere gli elementi costitutivi della religione, trovare i fondamenti di tutte le religioni e scoprire il bisogno umano che causa la credenza e la pratica religiosa. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 9

10 Cultura come creazione sociale. Durkheim La società fa sorgere il senso del divino negli esseri umani attraverso: 1) il suo potere, il suo controllo su noi che si manifesta nella sua abilita di causare o di inibire le nostre azioni indipendentemente dall utilità individuale; 2) la sua forza positiva, per l azione rinforzante e vivificante della società. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 10

11 Cultura come creazione sociale. Durkheim Quando un membro della società è in armonia morale con i suoi compagni «egli ha più fiducia, più coraggio, più ardimento nell azione, esattamente come il fedele che crede di sentire gli sguardi del suo dio rivolti benevolmente verso di lui. Si produce così una specie di sostegno continuo del nostro essere morale» (Durkheim, 1912, tr. it. 1963, pp ). La gente pensa che questo sostegno sia dovuto a qualche causa esterna, «a qualche forza sempre rappresentata con simboli religiosi, e risponde a questa forza con rispetto e timore» (Griswold, 2005, p. 79). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 11

12 Cultura come creazione sociale. Durkheim Analisi delle forme elementari, il totem La forza religiosa non deriva da un totem o da un dio, ma dall esperienza del sociale. La religione pertanto è il sistema di idee attraverso cui le persone rappresentano la loro società M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 12

13 Cultura come creazione sociale. Durkheim Concezione funzionalista, bisogno di religione La religione come base di tutte le categorie del pensiero. La religione e tutte le categorie del pensiero sono rappresentazioni collettive che esprimono realtà collettive. «Una religione è un sistema solidale di credenze e pratiche relative a cose sacre, cioè separate e interdette, le quali uniscono in un unica comunità morale, chiamata chiesa, tutti quelli che vi aderiscono» (Durkheim, 1912, tr. it. 1963, p. 50). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 13

14 Cultura come creazione sociale. Durkheim La rappresentazione collettiva come collante tra i membri interconnessi della società La distinzione tra sacro e profano Durkheim distingue due fasi dell esperienza Mondo profano, nella vita quotidiana le cose sono uniformi e monotone Mondo sacro, nel tempo della festa le persone sperimentano l effervescenza collettiva M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 14

15 Cultura come creazione sociale. Durkheim La cultura, compresa la religione, è una rappresentazione collettiva 1. Gli oggetti culturali sono prodotti da persone in relazione con altre persone 2. Nei loro prodotti culturali, le persone rappresentano le loro esperienze, di lavoro, di gioia, di paura e di amore Categorie collettive e rappresentazioni. Esempio: la settimana degli Igbo in Nigeria M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 15

16 La cultura come creazione sociale M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 16

17 Cultura come creazione sociale. L interazionismo simbolico Durkheim ha inaugurato l approccio alla produzione collettiva della cultura secondo il quale sono le interazioni sociali, sia a livello di piccolo gruppo che al più ampio livello della società, a generare cultura. Erede dell approccio durkheimiano può essere considerato l interazionismo simbolico: interessato a come la gente costruisce attivamente le sue norme e i suoi ruoli. La prospettiva di fondo degli interazionisti è che il sé dell uomo non e una forma platonica preesistente, ma è creata dall interazione sociale (Griswold, 2005, p. 78). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 17

18 Cultura come creazione sociale. L interazionismo simbolico Attenzione alle interazioni tra le persone e al modo in cui queste stesse interazioni generano cultura. Una volta creati, gli oggetti culturali sono riprodotti e trasmessi attraverso la loro ripetuta espressione e attraverso la socializzazione dei nuovi membri del gruppo. A questo punto, torna decisivo il ruolo delle reciproche aspettative (la società come rete di aspettative). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 18

19 Cultura come creazione sociale. L interazionismo simbolico Esempio: in Goffman l interazione non riguarda solo l evoluzione della personalità, ma tutta l esperienza umana: il sé cerca di proiettare un certo insieme di significati su coloro con cui interagisce, e a sua volta cerca di interpretare i significati costruiti dai partner nell interazione. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 19

20 Cultura come creazione sociale. L interazionismo simbolico Goffman analizza questo processo impiegando le metafore delle performance teatrali. ( La vita quotidiana come rappresentazione ) Il sé è un attore che svolge un ruolo davanti a un pubblico. Se la perfomance ha successo, il sé vede confermata una certa identità sia nei confronti del partner dell interazione sia verso se stesso. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 20

21 Cultura come creazione sociale. Le subculture Le persone non sono semplicemente membri di un singolo gruppo o di una comunità, ma di una pluralità di gruppi, o di una parte di tale comunità. Una subcultura esiste entro un più ampio sistema culturale e ha contatti con la cultura esterna. Nel dominio della subcultura funziona un potente insieme di simboli, significati e norme comportamentali che sono vincolanti per i membri della subcultura, spesso opposto di quelle in vigore nella cultura più ampia. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 21

22 Cultura come creazione sociale. Le subculture Cultura, subcultura, identità. Identità e Altro generalizzato Mead: gruppi sociali astratti e classi sociali o i sottogruppi concreti. Consumo e identità. (Volvo versus Apple) Sociologia e subculture: - Scuola di Chicago: subculture non assimilate - Subculture giovanili - Subculture e organizzazioni M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 22

23 Cultura come creazione sociale. Le subculture Subcultura e identità, il problema della durata. Subculture giovanili Subculture professionali Fine (1987): membri delle squadre giovanili di baseball (Little League) e produzione di subculture temporanee Autocultura e socializzazione ai ruoli della società americana (maschi adulti, impegno e successo, comportamento adeguato, controllo emotivo). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 23

24 Le subculture M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 24

25 Le subculture Una subcultura fa riferimento non solo a preferenze di consumo (non tutte generano una subcultura), ma anche ad uno stile di vita. Stile e identità: Hebdige Index Part One: Some case studies 1. From culture to hegemony 2. Holiday in the sun: Mister Rotten makes the grade; Boredom in Babylon. 3. Back to Africa; The Rastafarian solution; Reggae and Rastafarianism; Exodus: A double crossing. 4. Hipsters, beats and teddy boys; Homegrown cool: The style of the mods; White skins, black masks; Glam and glitter rock; Bleached roots: Punks and white ethnicity. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 25

26 Le subculture Dalla cultura all egemonia, agli stili subculturali. Per Hebdige, due termini gramsciani sono particolarmente utili per analizzare le sottoculture: congiuntura e specificità. Le subculture si formano in rapporti simbolici con il più ampio sistema della cultura tardo industriale. Sono organizzate intorno a età e classe, ma non interamente determinate da esse, e si esprimono nella creazione dello stile. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 26

27 Le subculture Dalla cultura all egemonia, agli stili subculturali. Questi stili sono prodotti all'interno di specifiche congiunture storiche e culturali, da non leggere semplicemente come resistenza all egemonia. Piuttosto, le sottoculture mettono insieme stili, immagini e cultura materiale a loro disposizione nel tentativo di costruire un identità che le conferisca una relativa autonomia all'interno di un ordine sociale fratturato per classe, differenze generazionali, lavoro. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 27

28 Intermezzo I folk devils e il panico morale Funzione di riassorbimento del nuovo e della devianza Es. Media e immigrazione. Uso delle etichette, ossessione per la nazionalità I media rappresentano il binomio normale/anormale, in particolare costruendo espliciti «etichettamenti» (labelling) delle devianze secondo una rappresentazione consensuale del mondo, dove le violazioni vengono considerate atipiche (e formano il piano implicito delle notizie) e messe in contrasto con la maggioranza ipertipica della popolazione (che forma lo sfondo implicito o meno cospicuo delle notizie). [1] Lo stereotipo incapsula la devianza in una struttura stabile e riconoscibile: «l atipico tipico». [1] J. Young, Oltre il paradigma consensuale: una critica del funzionalismo di sinistra nella teoria delle comunicazioni di massa, in R. Grandi, M. Pavarini, M. Simondi, pp. 144 e 141. Tra i principali esponenti delle teorie del «paradigma consensuale» sviluppate in Gran Bretagna negli anni Settanta, si vedano anche i lavori del Glasgow Media Group e di Graham Murdock e Stanley Cohen. Cfr. S. Cohen, Folk Devils and Moral Panics, MacGibbon and Kee, London 1972; S. Cohen, J. Young (a cura di), The manufacture of the news. Social problems, Deviance and the Mass Media, Constable, London aprile 2016

29 Immagini dell immigrazione la formazione del pregiudizio in una società in continuo cambiamento come quella contemporanea, nasce innanzitutto da un fenomeno di ritardo culturale, ossia dallo scarto che viene continuamente a prodursi [ ] tra rappresentazione del vissuto e i modelli di valore dei quali ci serviamo per inquadrare i problemi e per valutarne le conseguenze. Carlo Marletti, Extracomunitari. Dall immaginario collettivo al vissuto quotidiano del razzismo, Eri Rai, Torino, p aprile 2016

30 Lo stereotipo nei media e l atipico tipico Ossessione per le etichette - Funzione di riassorbimento del nuovo e della devianza La ricorrenza di questa continua associazione della nazionalità agli incidenti ed ai reati assume il carattere di un autentica ossessione, un sottofondo evidenziato anche semplicemente elencando una serie di titoli pubblicati di volta in volta su tutte le testate esaminate: Forzava distributori, rumeno in manette (Repubblica, 22/12/2002); Rumeno truccava distributori di sigarette (Il Tempo, 22/12/2002); Marocchini quattordicenni scippano pensionato e rischiano il linciaggio (Il Giornale, 23/12/2002); Arrestati tre albanesi (Repubblica, 14/01/2003); Tunisino minaccia romano (Il Giornale, 17/01/2003); Senegalese arrestato (Il Messaggero, 19/01/2003); Rumeno dietro le sbarre per una rapina a Rimini. (Il Tempo, 19/01/2003); Preso ladro rumeno in un supermarket (Repubblica, 13/01/2003); Manette a un immigrato. Cameriere clonava nel ristorante le card dei clienti (Il Messaggero, 20/01/2003); Denunciato cinese alloggiava clandestini (Repubblica, 22/01/2003); Sgominata una banda di Rumeni che clonava carte di credito (Corriere della Sera, 23/01/2003); Arrestati quattro immigrati romeni (Il Messaggero, 23/01/2003); Rumeno tenta di rubare ai Musei Capitolini (Il Tempo, 23/01/2003); Un serbo a Milano uccide l'ex amante (La Stampa, 13/02/2003). 21 aprile 2016

31 Lo stereotipo nei media e l atipico tipico Ossessione per le etichette - Funzione di riassorbimento del nuovo e della devianza In un saggio dedicato al comportamento della stampa verso i movimenti sociali degli anni Settanta saggio contenuto in una delle storiche raccolte di Castronovo e Tranfaglia, 1976 ritroviamo una rappresentazione del deviante inequivocabilmente legata alla figura del «capellone»: 21 aprile 2016

32 Lo stereotipo nei media e l atipico tipico Ossessione per le etichette - Funzione di riassorbimento del nuovo e della devianza In un saggio dedicato al comportamento della stampa verso i movimenti sociali degli anni Settanta saggio contenuto in una delle storiche raccolte di Castronovo e Tranfaglia, 1976 ritroviamo una rappresentazione del deviante inequivocabilmente legata alla figura del «capellone»: «Il Tempo»: Indagini su due capelloni per l omicidio di una settantenne (21 giugno [1971]); Scippata e malmenata da tre capelloni (7 luglio); Capellone ferisce e rapina una signora (18 luglio) [ ]. Nel «Corriere della Sera», la presenza tematica del capellone è meno assillante e tenebrosa. Gli esempi tuttavia non difettano [ ]: Capellone in moto aggredisce i carabinieri (6 agosto); Sempre di scena capelloni e sbandati nella città spopolata (14 agosto); Bloccati dalla polizia tre capelloni ladri Basta sostituire il termine capellone con albanese o rumeno Cfr. M. Isnenghi, Forme e ideologia della informazione quotidiana , in V. Castronovo, N. Tranfaglia (a cura di), La stampa italiana del neocapitalismo, Laterza, Roma-Bari 1976, p aprile 2016

33 Mutamento sociale e risposta culturale? Kefalas (2003), quartieri operai bianchi di Chicago e mantenimento del proprio backyard Subcultura operaia bianca americana Belway come ultimo giardino. Viene prima la minaccia o il giardino curato? Ogborn (1936) e la teoria del ritardo culturale Cultura materiale e cultura adattiva M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 33

34 Mutamento sociale e risposta culturale? Cultura materiale e cultura adattiva Esempio 1. Le foreste americane. Condizioni materiali e culturali (natura e integrazione con le pratiche sociali). Poi risposta adattiva (riforestazione). Esempio 2 Tabacco e stili di vita salutisti Quali condizioni materiali sarebbero mutate? M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 34

35 Mutamento sociale e risposta culturale? Il problema dell innovazione culturale, 3 elementi 1. In determinati periodi Periodi di sfilacciamento dell ideologia dominante (Williams, 1973); perturbazione dell ordine morale (Wuthnow, 1987). Durkheim e l anomia. Esempio anni Sessanta Baby boomers in Usa, Europa ma anche nel resto del mondo M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 35

36 Mutamento sociale e risposta culturale? Il problema dell innovazione culturale, 3 elementi 2. Anche le innovazioni seguono le convenzioni Becker (1982), creatori culturali e artisti. 1. Professionisti integrati 2. Artisti folk 3. Individualisti ribelli 4. Artisti naïf 3. Solo alcune innovazioni si istituzionalizzano Esempi Monarchie in Europa e riforma protestante Bessie Smith M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 36

37 Produzione, distribuzione e ricezione culturale Definire la cultura un prodotto collettivo è solo la premessa per approfondire il problema del complesso apparato interposto tra i creatori di cultura e i consumatori, che comporta meccanismi di produzione e di distribuzione, tecniche di commercializzazione, la creazione di situazioni che mettono a contatto potenziali consumatori di cultura e oggetti culturali. Questo apparato è l industria culturale Concezione negativa (Teoria critica) Concezione neutra (Hirsch) M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 37

38 L industria culturale Insieme di organizzazioni che producono articoli culturali di massa come dischi, libri di facile lettura e film a basso costo (Griswold 2005, p. 108). Paul M. Hirsch (1972) Una modernizzazione del concetto di industria culturale in direzione della interattività e dell incertezza. Un modello di sistema dell industria culturale M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 38

39 L industria culturale Alcuni fattori chiave degli oggetti culturali (quando li si considera nei termini della produzione di massa). - Incertezza della domanda - Tecnologia relativamente economica - Eccedenza di aspiranti creatori culturali Industria culturale tra stabilità e innovazione Il sistema dell industria culturale opera per regolare e confezionare l innovazione e dunque per trasformare la creatività in prodotti commerciabili e prevedibili (Griswold 2005, p. 108). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 39

40 L industria culturale Il sistema parte dai creatori i cui input, posto che superino un filtro, vengono recepiti dal sottosistema manageriale che lo trasformano in prodotto. Attraverso i media questo arriva ai consumatori, la cui fruizione retroagisce sul sistema manageriale orientandone le scelte ulteriori. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 40

41 L industria culturale L industria culturale come meccanismo di regolazione dell innovazione tramite selezione Sono presenti due tipi di feedback 1. Proviene dai media e consiste di recensioni e dell attenzione che i media riservano a un prodotto. 2. È prodotto dai consumatori ed è misurabile attraverso le vendite (dei biglietti, dei dischi, dei libri, il numero dei contatti, etc.). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 41

42 L industria culturale Il modello di Hirsch concerne i prodotti culturali di massa tangibili, ma esso con poche modifiche può essere applicato alla cultura elevata, alle idee e ad ogni altro oggetto culturale (Griswold 2005, p. 112). Esso, per esempio, può essere applicato addirittura da una religione istituzionalizzata. Sottosistema dei creatori, dei produttori, dei gatekeeper, dei ricevitori. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 42

43 L industria culturale Problema dei ricevitori (e della libertà di interpretazione culturale). Individuo e società / particolare universale Tra questi due punti estremi, Zerubavel (1997) colloca la mente sociale. Una ricezione mediata dalle appartenenze di gruppo. Per concepire la ricezione degli oggetti culturali dobbiamo considerare che il significato tratto da essi non è fermamente e indiscutibilmente inserito nell oggetto stesso. Esempio degli stereotipi o del linguaggio razzista Intermezzo: il problema del politicamente corretto. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 43

44 L industria culturale Il tramite tra il sottosistema manageriale e i consumatori e il mercato culturale, laddove gli oggetti culturali competono per ritagliarsi fasce più ampie di consumo. Particolare importanza, nell ottica della sociologia della cultura, ha il problema dei consumatori, che rappresentano una massa stratificata: diversi tipi di persone guardano, comprano, amano, usano, leggono e credono in diversi oggetti culturali (p. 123). La stratificazione culturale M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 44

45 L industria culturale La stratificazione culturale e le culture di gusto (Gans 1974) Culture di gusto, classi alte e medie. Partecipazione più intensa, varietà di gusto. Bourdieu e il capitale culturale I rapporti tra capitale economico e capitale culturale Capitale culturale e mantenimento dello status M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 45

46 Cultura, gusto e orizzonti di aspettative Teoria estetica della ricezione letteraria (Jauss 1987) Il ricevitore culturale non è un recipiente vuoto. Il contenuto viene collocato all interno di un orizzonte di aspettative. Griswold (1987), studio sulla ricezione letteraria del romanzo In the castle of my skin - Un libro sull ambiguità dell identità - Un libro su come un giovane giunge alla maturità - Un libro sul razzismo M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 46

47 Cultura, gusto e orizzonti di aspettative Liebes, Katz (1990), Cross-cultural readings of Dallas - Israeliani di origine marocchina: una soap sui legami e le difficoltà familiari - Israeliani di origine russa: una soap di denuncia contro il capitalismo - Nati in Israele (e gruppo di controllo a Los Angeles): semplice intrattenimento Orizzonti di aspettative e framing. La comunicazione politica e l intervento in guerra. Ancoraggio, risonanze culturali (Gamson 1992) M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 47

48 Libertà di interpretazione culturale Due concezioni Secondo la prima, la teoria della cultura di massa, la gente deve sottostare ai significati che sono intrinseci agli oggetti culturali (gli oggetti culturali sono forti/i ricevitori sono deboli). I significati culturali sono strettamente controllati e i ricevitori non hanno alcuna liberta d interpretazione (Griswold 2005, pp ). In quest ottica, l industria culturale serve per produrre intrattenimento di massa su una scala sino allora impensabile. M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 48

49 Libertà di interpretazione culturale Due concezioni Secondo la prima, la teoria della cultura di massa, un simile intrattenimento si basa su un minimo comune denominatore di gusto, che enfatizza l aspetto di spettacolo su quello morale o intellettuale, allo scopo di catturare una porzione di mercato che sia la più ampia possibile. I prodotti della cultura di massa rendono i ricevitori apatici e intorpiditi. Questa apatia a sua volta predispone questi ricevitori passivi alla tirannia politica, mentre il loro semplice numero spinge i produttori culturali alla preparazione di materiali sempre più violenti, sensazionali, scioccanti, capaci di far reagire un pubblico incline a stancarsi (Ibid., p. 132). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 49

50 Libertà di interpretazione culturale Due concezioni Secondo la seconda, la teoria della cultura popolare, la gente può costruire qualunque significato (i ricevitori sono forti/gli oggetti culturali sono deboli) (Ibid., p. 130); essa assume che non vi siano distinzioni, che non vi siano rappresentazioni culturali migliori o peggiori, più ricche o più povere, ispirate o deprimenti, elevate o pornografiche, ma che vi siano solo tipi di persone diverse che fanno esperienza di oggetti culturali attribuendo ad essi significati differenti. Il significato diventa cosi in assoluto una funzione della mente del ricevente (Ibid., p. 131). M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 50

51 Libertà di interpretazione culturale Seduzione, imbarbarimento e cultura di massa Resistenza attraverso la cultura popolare M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 51

52 Seduzione, imbarbarimento e cultura di massa Resistenza attraverso la cultura popolare Mondo sociale (CM) Industria culturale Creatori (CP) La gente e l industria culturale (CM) Passivi Ricevitori (CP) Attivi Oggetto culturale M. Bruno. Soc. dei processi culturali Pagina 52

53 (Cultura e organizzazioni) Costruzione culturale dei problemi sociali Dimensione globale e della seconda modernità M. Bruno -

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