La collana editoriale Irepa si propone quale strumento di diffusione ed informazione per quanti operano nel campo dell economia e della gestione

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1 La collana editoriale Irepa si propone quale strumento di diffusione ed informazione per quanti operano nel campo dell economia e della gestione della pesca. Essa accoglie i contributi che l Irepa, autonomamente o in collaborazione con altre sedi di studio e di ricerca, produce nell ambito delle sue attività istituzionali. L obiettivo che l Irepa intende perseguire mediante la realizzazione di quest iniziativa editoriale risponde, pertanto, ad un duplice ordine d esigenze. Se da un lato, infatti, si vuole contribuire al soddisfacimento della crescente domanda d informazione e documentazione scientifica ed applicata inerente gli studi di settore, dall altro è fortemente sentita l importanza di esplorare segmenti di mercato attualmente poco o nulla coinvolti con lo studio di questo particolare aspetto dell economia delle risorse naturali. È con questo spirito che vogliamo partecipare ad un pubblico più ampio di quello degli specialisti di settore i risultati di un impegno che, avviato nei primi anni 80, vede oggi il coinvolgimento di un numero considerevole di enti di studio e ricerca operanti in ambito comunitario ed internazionale. Dal continuo scambio di esperienze maturato in contesti a struttura biologica e produttiva fortemente differenziata ci auguriamo possa derivare quel processo di continuo arricchimento cui, in ultima analisi, tende questa nuova proposta culturale.

2 L Irepa onlus, Istituto di ricerche economiche per la pesca e l acquacoltura, è un organizzazione non lucrativa di utilità sociale, dotata di personalità giuridica, ed opera in convenzione con l Università di Salerno. È stata fondata nel 1982 con lo scopo di promuovere lo sviluppo della ricerca economica del settore e di svolgere attività di assistenza in favore degli enti pubblici deputati alla gestione delle risorse ittiche e dell acquacoltura. L istituto, nel quadro delle iniziative previste dalla politica comunitaria del settore, è responsabile della organizzazione e gestione dell Osservatorio economico della pesca in Italia, un sistema di monitoraggio esteso all intero territorio nazionale, la cui attività è diretta a fornire il supporto informativo necessario alla elaborazione dei programmi di intervento da parte dell amministrazione nazionale e comunitaria. L istituto svolge un intensa attività a carattere internazionale, sia nel quadro dei programmi di ricerca in collaborazione con altri istituti europei, sia contribuendo alla realizzazione dei programmi di sviluppo in altri paesi. Irepa onlus, via S. Leonardo, trav. Migliaro, Salerno tel. 089/ fax 089/ irepa@irepa.org - sito web

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4 Il presente rapporto è realizzato nell ambito del programma di assistenza tecnica Osservatorio economico sulle strutture produttive della pesca marittima in Italia, con il contributo del Ministero delle politiche agricole e forestali DG pesca e acquacoltura e Unione Europea reg. n. 2080/93 Sfop. Progetto grafico della griglia di riporto dei dati: BN Grafica Salerno Copyright 2001 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy Edizione Anno È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, non autorizzata. Per la legge la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l autore. Ogni fotocopia che eviti l acquisto di un libro è illecita ed è punita con una sanzione penale (art. 171 legge , n. 633). Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Stampa: Tipomonza, via Merano 18, Milano. I lettori che desiderano informarsi sui libri e le riviste da noi pubblicati possono consultare il nostro sito Internet: o scrivere, inviando il loro indirizzo, a: FrancoAngeli, viale Monza 106, Milano.

5 Indice Prefazione pag. 7 Summary» 9 1. La pesca marittima in Italia» La performance della pesca italiana nel contesto europeo» Il quadro macroeconomico del settore pesca italiano» I principali avvenimenti e interventi normativi» L andamento dello sforzo di pesca» L andamento della produzione» Il conto economico della pesca italiana» 29 Statistiche per l Italia» 33 Statistiche per i sistemi di pesca» 37 Parametri strutturali valori medi» La pesca marittima nelle regioni italiane» 53 Statistiche per le regioni marittime» La pesca in Liguria» 62 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca in Toscana» 78 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca nel Lazio» 94 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca in Campania» 113 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca in Calabria» 132 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca in Puglia» 146 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca in Abruzzo e Molise» 167 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca nelle Marche» 185 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca in Emilia Romagna» 203 Statistiche per i sistemi di pesca» 212 5

6 2.10. La pesca in Veneto e Friuli Venezia Giulia pag. 222 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca in Sardegna» 241 Statistiche per i sistemi di pesca» La pesca in Sicilia» 257 Statistiche per i sistemi di pesca» Tematiche gestionali» Le prospettive di breve termine» La pesca del gambero rosso nel 1999» Produzione, commercializzazione e consumo di squali in Italia» 288 Glossario» 295 Appendice I principali interventi normativi del Ministero delle politiche agricole e forestali (Mipaf) relativi all anno 1999» 301 6

7 Prefazione Il processo di modernizzazione e di riorganizzazione del settore ittico nazionale è proseguito nel corso del 1999; la sempre maggiore integrazione che lega l attività del settore peschereccio ai settori economici a monte e a valle del processo produttivo determinano l insorgere di nuove problematiche aprendo la strada a nuove possibilità di sviluppo. La complessità del settore è testimoniata dalle problematiche che emergono dai più recenti documenti di programmazione e gestione della pesca, nei quali si vincolano gli obiettivi della pubblica amministrazione ai molteplici aspetti economici, sociali ed ambientali che interessano il comparto. In particolare, si afferma sempre più il principio della centralità delle politiche ambientali nella pesca e nella acquacoltura; ai concetti oramai divenuti parte del lessico comune, quali pesca responsabile, principi precauzionali, perennità delle risorse si aggiunge quello del principio di sostenibilità. L uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi risulta presupposto indispensabile per una duratura attività economica di pesca; il perseguimento di tale obiettivo permetterà di esaltare tutte le funzioni positive di pesca e di acquacoltura responsabili, nelle politiche di conservazione e tutela delle risorse. Altro aspetto interessante, che influenzerà sicuramente il settore nel futuro, è rappresentato dalla crescente partecipazione con cui la pubblica opinione segue le vicende relative allo sfruttamento delle risorse naturali, in particolare di quelle ittiche; tale interessamento ha creato un clima di forte attenzione rispetto alle problematiche del settore. Analogamente al precedente rapporto prodotto nell ambito delle attività dell Osservatorio economico sulle strutture produttive della pesca marittima in Italia, anche nell attuale edizione si è scelto di approfondire in maniera dettagliata l andamento del settore a livello regionale, privilegiando una più ampia descrizione del comparto ittico a livello locale. Nel primo capitolo viene fornita una descrizione della performance economica della flotta italiana confrontata con quella europea; a questa analisi segue quella sul quadro macroeconomico del settore peschereccio allargato e sui principali avvenimenti ed interventi normativi. L analisi sulla flotta è stata arricchita da un approfondimento sulla evoluzione dello sforzo di pesca secondo la vigente normativa comunitaria. Il primo capitolo si conclude con la descrizione analitica della produzione (catture, ricavi e prezzi) e del conto economico settoriale (costi di produzione, remunerazione del lavoro, profitto di impresa). Le statistiche presentate nella parte finale del capitolo, sono riportate ai seguenti livelli di aggregazione: (a) statistiche per l Italia; (b) statistiche per sistemi di pesca e (c) parametri strutturali. Il secondo capitolo, fornisce un quadro completo del settore peschereccio a livello di singola regione costiera tramite la descrizione della produzione e dei risultati reddituali conseguiti dalla flotta peschereccia per singoli sistemi di pesca e delle variazioni di maggiore rilevanza intercorse negli ultimi anni. Alla fine di ciascun capitolo, sono riportate le statistiche 7

8 su attività, capacità, produzione e conto economico della pesca marittima per sistemi di pesca. Il capitolo 3, dedicato alle tematiche gestionali più rilevanti e attuali del settore, si apre con una analisi sulle prospettive di breve termine attraverso la descrizione dei più importanti avvenimenti che hanno interessato il comparto nel Viene descritta, nel paragrafo successivo, la pesca del gambero rosso che assume in tutto il Mediterraneo estrema rilevanza economica e che, per diversi aspetti, è una attività del tutto peculiare e specifica. All interno dell Osservatorio 1999 si è voluto, infine, dare rilevanza ad un particolare gruppo di specie, gli squali, descrivendone le caratteristiche principali di produzione, commercializzazione e consumo. Negli ultimi anni, si è assistito ad un crescente interesse internazionale per la conservazione di tali specie e sembra che attualmente, più che mai, si avverta la necessità di un approccio più sistematico al problema della valutazione e della gestione di tale risorsa. Infine, nell appendice si riporta l elenco delle principali normative emanate dal Ministero delle politiche agricole e forestali nel corso del

9 Summary In 1999, the overall fishery production (marine fishery and aquaculture) has been of tons, corresponding to a gross marketable production of billion lire. Compared to the previous year, a reduction in the production levels was recorded, both in quantity and value (in both cases equal to -6,2%). Once again, such contraction of the production level involves mainly the marine fishery, while the output of aquaculture products is basically stable. In the year examined, estimated catches were of tons vs. the tons of the previous year. The most significant reduction was recorded for the Mediterranean fishery (-10,5%), with a catch total of tons, whereas the production of the oceanic fleet shows an increase of approximately 20%, reaching in 1999 a catch of tons 1. As already mentioned, aquaculture production was stable, summing up to a total of 217 thousand tons, approximately. It should be noted that, while mollusc production increased (+1,4%), fish production declined (-1,7%). This reduction is apparently in contrast with the tendencies of the sector, that indicate the presence of growth margins mainly for the aquaculture of marine fish species (sea breams and sea basses) and for new species. In actual fact, an analysis of the main species cultured in Italy shows a constant growth for sea basses and sea breams, a substantial stability for eels and grey mullets and a strong contraction for trouts. It is the negative trend recorded for this last species that influenced the total aquaculture production in Also for 1999, the contraction of the marine fishery on one side, and the overall stability of aquaculture on the other, determined an increase in the contribution of aquaculture quantities to the internal overall production, that reached 32% in 1999, gaining two percentage points as compared to In terms of the gross marketable production value, the proportion is sensibly lower, reaching 22%. In 1999 also, the trade balance of the fishery sector shows a decline: fishery products imports of 726 thousand tons corresponded to exports of 116 thousand tons, with a resulting deficit of 610 thousand tons. In terms of value, imports amounted to billion lire, while exports amounted to 640 billion lire with a deficit of about thousand billion lire. It should be noted also, that, as compared to the previous year, the negative trade balance showed a 9% variation in terms of quantity and a 6% variation in terms of value. In comparison to the previous year, the volume of the imported fishery products shows a further increase (+7,2%), whereas the export flow remains stable. The only positive element is 1. The increase in oceanic fishery catches is due to the addition of the total catch data for tuna, while in 1998, these data had not been considered. 9

10 a reduction in the import average prices (-4,5%) and an increase in the export average prices (+1,3%). In the last years, the fishery sector has been characterised by increasing imports and by a heavier reliance on foreign countries. In 1999, another phenomenon affected highly foreign trades, the temporary withdrawal due to war causes 2 which determined a long halt in the fishery activity in the Upper and Medium Adriatic Seas which are also the most rich in fish. Interrupting the activity for several months determined a notable increase in imports from abroad; furthermore, even when activity resumed, national operators complained about having problems in trading products at satisfactory prices. The long period of inactivity opened up new supply channels which undermined the local product. The constant presence of low price aquaculture and import products made it difficult for the traders to re-enter the market at the same income levels of the pre-war induced rest period. The interruption of the fishing activity had a negative impact not only on prices and on the fishery products marketing, but it also determined a substantial reduction in the catch levels of the Adriatic fleets. In fact, in the summer months nearly all bottom trawlers, midwater pair trawlers and a large part of purse seiners stopped their activity. Only the small scale fishery and the dredgers segments did not stop their activity. Considering that from 1999 all through 2000, there has been a stable increase of the price of oil products, it becomes evident that the year examined has been characterised by a series of events which influenced negatively the fishery industry sector, that therefore experienced a substantial reduction of the profitability of its activity. Regarding the domestic demand for fishery products, it should be noted that in 1999 an increase in the domestic consumption of fish was recorded, increase which had already started in 1998, although at a much lower growth rate. The global volume of the products destined to domestic consumption, (obtained by taking into account domestic production and imports in 1999) was equal to thousand tons, for a value of billion lire. The overall per caput consumption of fish products, excluding contributions provided by the domestic preserved food industry, has been equal to kg compared to the kg of the previous year. Such increase in consumption concerned quantity only; in fact, expenditures destined to the purchase of fish declined of approximately 2%. Average prices are generally declining although different trends are recorded for fresh and frozen fish and for preserved fish; in the latter sector many products (tuna fish, sardines and anchovies in oil) are now mature and price levels are subject to strategic limitations to keep the demand high. In conclusion, the macro-economic framework shows that a constant reduction in the domestic production levels corresponds to an increase in the deficit of the fishery trade balance. The high demand level, which is constantly recovering after the stagnation phase in the consumption of all main food products, is met through higher imports levels, while aquaculture production seems to have reached an equilibrium level. The most interesting trends have been evidenced for the aquaculture production, such trends allow to confirm that marine fish species offer is increasing, whereas no positive trends are recorder for the freshwater species. 2. The temporary withdrawal due to war causes is divided into two periods: the first from May 14 to June 3, for vessels which stopped voluntarily due to serious safety reasons (in particular the Chioggia, Venezia and Manfredonia compartments); the second period, applied to the whole area of the Adriatic Sea, started on June 4 and was due to end on July 15; this term however was postponed until August 31 by the decree n. 243 of July 27, 1999, concerning urgent and extraordinary dispositions for the fishery in the Adriatic Sea. 10

11 1. La pesca marittima in Italia 1.1. La performance della pesca italiana nel contesto europeo Nel 1999, la flotta da pesca dell Unione Europea risulta composta da battelli, per un tonnellaggio complessivo di mila tonnellate. La flotta italiana presenta un incidenza su quella europea del 21% in numero e di solo il 13% in tonnellaggio; la flotta più numerosa è quella greca ( battelli), mentre la più rappresentativa per stazza impiegata è quella spagnola (553 mila tsl). Le flotte dei singoli paesi membri risultano tra di loro eterogenee a causa delle caratteristiche strutturali e delle tecniche di pesca in prevalenza utilizzate. In particolare, si passa da una stazza media per battello di appena 5 tsl della flotta greca ad un valore di 369 tsl per la flotta olandese. La diversità che caratterizza la pesca nel Mediterraneo da quella praticata nel Nord Europa permette di distinguere la struttura produttiva dell Unione in due grandi gruppi al loro interno relativamente omogenei; le attività di pesca nel Mediterraneo si svolgono prevalentemente nella fascia costiera e sono praticate da numerose navi di piccole dimensioni; a tale pesca se ne contrappone una di tipo industriale e ad elevata specializzazione e produttività praticata nel Nord e negli oceani. Rispetto al 1998, la struttura produttiva nei 15 paesi membri è diminuita, in numero, del 5,4%, mentre la stazza registra un leggero incremento (+1,4%). Gli occupati complessivi nel settore peschereccio europeo sono stimati in poco meno di 230 mila unità; circa la metà ( addetti) è imbarcato su battelli spagnoli e italiani; se si considerano i occupati nella pesca marittima in Grecia, si può facilmente desumere l elevata concentrazione degli imbarcati nei paesi mediterranei. In particolare, a flotte ad elevato impiego di capitale, si contrappongono strutture produttive che presentano una elevata incidenza di lavoro impiegato sul tonnellaggio (labour intensive). È questo il caso dell Italia o della Grecia che, se in termini di stazza lorda rappresentano rispettivamente il 13% e il 5,6% del totale europeo, in termini di marittimi totali raggiungono il 23% e il 16%. Incidenze opposte si evidenziano in altri paesi quali l Olanda (l 8% del tsl ed appena l 1% degli imbarcati) o il Regno Unito (il 12% del tsl e il 6% degli imbarcati). Dal punto di vista della produzione, nel 1999, è stato stimato un volume di catture di circa 6 milioni di tonnellate per miliardi di lire. Il 25% delle catture totali proviene dalla Danimarca, la cui produzione è rivolta principalmente a specie ittiche destinate all industria per farina di pesce e non al consumo umano; tra le principali specie pescate ricade il cicerello, lo spratto, il merluzzo norvegese e l aringa atlantica. Per quantitativi pescati, segue la Spagna (il 18% delle catture totali). Dall Italia, proviene soltanto il 7% delle catture totali, ma in compenso il fatturato complessivo incide per il 21% sul valore totale delle catture, incidenza inferiore soltanto a quella spagnola (il 27%). Il prezzo medio ponderato, calcolato rapportando il valore 11

12 Tab Principali indicatori della pesca nell Unione Europea, 1999 Numero di battelli tsl Occupati Valore delle catture (mld lire) Valore delle catture (mln euro) Volume delle catture (1000 t) Belgio Danimarca Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Olanda Portogallo Spagna Svezia Regno Unito UE Valori medi per battello tsl Occupati Valore delle catture (mln lire) Valore delle catture (000 euro) Volume delle catture (t) Belgio 176 5, Danimarca , Finlandia 6 0, Francia 28 2, Germania 29 1, Grecia 5 1, Irlanda 43 3, Italia , Olanda 369 5, Portogallo 10 2, Spagna , Svezia 23 1, Regno Unito 29 2, UE , Fonte: Economic Performance of Selected European Fishing Fleet, Concerted Action (Fair L ), Annual Report, Dati riferiti al Per l Italia dati Alp per il numero dei battelli e il tsl e dati Irepa per occupati e produzione; i dati si riferiscono alla flotta mediterranea e a quella oceanica. delle catture al corrispondente volume in quantità, raggiunge il livello più alto proprio in Italia (all incirca /kg). In generale, il prezzo è superiore alle /kg per Spagna, Portogallo, Grecia e Francia; mentre si attesta su valori molto bassi (anche appena 400 /kg) negli altri paesi. Tra i paesi del Nord Europa, si distingue, per il valore unitario delle catture, il Belgio, che 12

13 presenta una flotta fortemente specializzata nella cattura di pesci piatti e gamberi (6.400 /kg). Dal raffronto dei dati di produzione con l anno precedente, si evidenzia una flessione delle catture del 12,5% a cui ha fatto seguito una riduzione del fatturato del 10,7%. Il trend evidenziato per la produzione italiana 1, in calo del 10% circa, accomuna tutti gli altri paesi comunitari anche se con oscillazioni differenti; la riduzione più consistente si è avuta per la produzione spagnola (-23%), quella minore per le catture della flotta olandese (-0,7%). Tab Variazioni % nei principali indicatori della pesca nella UE e in Italia tra 1999 e 1998 Numero di battelli tsl Occupati Valore delle catture Volume delle catture Italia 1 1,0 0,6-0,9-7,6-9,6 UE ,1 1,9-11,1-10,7-12,5 Fonte: 1. Dati Alp per il numero dei battelli e il tsl e dati Irepa per occupati e produzione; i dati si riferiscono alla flotta mediterranea e a quella oceanica. 2. Economic Performance of Selected European Fishing Fleet, Concerted Action (Fair L ), Annual Report, Con una produzione media per battello di 22 tonnellate, l Italia si conferma di molto al di sotto della produttività unitaria stimata per la flotta europea (67 tonnellate), recuperando in termini di fatturato, essendo i ricavi medi annui per battello in linea con la media europea (153 milioni di lire per l Italia e 156 milioni di lire per l Unione Europea). La perdita registrata nell arco dell ultimo anno riferita alle catture per battello è stata, sia a livello europeo che a livello nazionale, superiore al 4% (tab ). In termini di ricavi medi annui per battello, la flotta italiana ha subìto una contrazione maggiore (-8,2%), rispetto a quella degli altri paesi membri (-2,8%). Le variazioni più consistenti si registrano consideran- Tab Performance economica della pesca nell Unione Europea, 1999 Valori 1999 Var. % UE-15 2 Italia 1 UE-15 2 Italia 1 Catture per battello (tonnellate) ,1-7,9 plv per battello (mln lire) ,8-8,2 Catture per addetto (tonnellate) ,6-7,0 plv per addetto (mln lire) ,4-7,4 Fonte: 1. Dati Alp per il numero dei battelli e il tsl e dati Irepa per occupati e produzione; i dati si riferiscono alla flotta mediterranea e a quella oceanica. 2. Economic Performance of Selected European Fishing Fleet, Concerted Action (Fair L ), Annual Report, Si veda a tal proposito il paragrafo

14 do la produzione media per addetto; la contrazione negli occupati totali che si è registrata in Europa, infatti, ha permesso all indicatore dato dal rapporto tra produzione e addetti di rimanere su valori simili a quelli dell anno precedente. La contrazione degli occupati (-11%) ha riguardato soprattutto la Spagna (-23%) e la Danimarca (-38%); sostanzialmente stabili, al contrario, gli occupati nella pesca marittima in Italia Il quadro macroeconomico del settore pesca italiano Al fine di individuare le variazioni intercorse nei principali aggregati economici del settore pesca, viene qui presentato il quadro macroeconomico in grado di descrivere il comparto produttivo peschereccio italiano nelle sue diverse articolazioni. In particolare, il computo della produzione complessiva deriva dai dati riferiti alla flotta mediterranea coperta dalla rilevazione Irepa 2, da quelli della flotta oceanica e dall acquacoltura. La derivazione del consumo interno e di quello pro-capite, tramite l analisi delle importazioni ed esportazioni di prodotti freschi e surgelati, completa il quadro macroeconomico del settore pesca. Nel 1999, la produzione complessiva (pesca marittima e acquacoltura) è stata di tonnellate per una produzione lorda vendibile di miliardi di lire. Rispetto all anno precedente, si è registrata una contrazione dei livelli produttivi sia in quantità che in valore (in entrambi i casi pari al -6%). La contrazione continua a riguardare la pesca marittima, mentre sostanzialmente stabile è risultata la produzione dei prodotti di allevamento. Le catture, nell anno considerato, sono state stimate in tonnellate contro le tonnellate dell anno precedente; la riduzione più consistente ha riguardato la pesca nel Mediterraneo (-10,5%), con un livello di catture di tonnellate; stabile la produzione di mitili ( tonnellate). In aumento di circa il 20% la produzione della flotta oceanica che ha raggiunto, nel 1999, una cattura di tonnellate 3. Come detto, sostanzialmente stabile è risultata la produzione di allevamento, pari a circa 217 mila tonnellate; è interessante evidenziare come, mentre è aumentata la produzione di molluschi (+1,4%), è diminuita quella di pesci (-1,7%); tale riduzione sembra contraddire le tendenze in atto nel settore che mostrano margini di crescita dell allevamento di specie ittiche soprattutto di quelle marine (spigole e orate) e di quelle innovative. In effetti, se si analizzano i dati riferiti all allevamento delle principali specie allevate in Italia, si evidenzia una crescita ancora molto sostenuta per spigole e orate, una sostanziale stabilità per anguille e cefali e una forte contrazione per le trote. È proprio l andamento negativo rilevato per tale ultima specie ad aver influenzato la produzione totale di acquacoltura nel Il calo della produzione della pesca marittima da un lato e la sostanziale stabilità della produzione di acquacoltura dall altro, determina anche per il 1999 la crescita del contributo delle quantità prodotte dall acquacoltura sulla produzione interna complessiva che raggiunge il 32% nel 1999, guadagnando due punti percentuali rispetto al In termini di valore della produzione lorda vendibile, la quota è sensibilmente inferiore attestandosi al 22%. Continua anche nel 1999, il peggioramento della bilancia commerciale del settore ittico; a fronte di 726 mila tonnellate di importazioni, sono stati esportati prodotti ittici per 116 mila 2. I dati stimati dall Irepa riguardano la produzione della flotta mediterranea escluso i mitili. 3. L aumento delle catture della pesca oceanica è dovuto all aggiunta nei dati totali di cattura del pescato di tonno, catture che nel 1998 non venivano attribuite all Italia in quanto il prelievo si riferiva a società miste. 14

15 tonnellate con un conseguente disavanzo di 610 mila tonnellate; in termini monetari, le importazioni si sono attestate intorno ai miliardi di lire, mentre le esportazioni hanno raggiunto i 640 miliardi di lire per un disavanzo di circa miliardi. Da notare come, rispetto all anno precedente, il saldo negativo della bilancia commerciale ha subìto una variazione del 9% in termini di quantità ed una variazione del 6% in termini monetari. Rispetto all anno precedente, cresce ulteriormente il volume dei prodotti ittici importati (+7,2%), mentre rimane costantemente stabile il flusso delle esportazioni. Unica nota positiva è rappresentata dalla contrazione dei prezzi medi all import (-4,5%) e la rivalutazione di quelli all export (+1,3%). Si accentua, dunque, anche nel 1999, la dipendenza dall estero del comparto ittico nazionale, come dimostrato dal grado di autoapprovvigionamento che passa dal 50% del 1998, al 48% del 1999; dunque, meno della metà del consumo apparente nazionale è soddisfatto dalla produzione interna (tab ). La dipendenza dall estero per i consumi interni (grado di propensione all import) è risultata anch essa in aumento; infatti, nel 1998, il rapporto tra importazioni e consumo apparente è stato pari al 57,5% contro il 59,8% del Tab La bilancia ittica e principali indicatori Aggregati macroeconomici (mld lire) Totale produzione Importazioni Esportazioni Saldo Volume di commercio Consumo apparente Indicatori (%) Grado di autoapprovvigionamento 4 50,1 48,1 Propensione a importare 5 57,5 59,8 Propensione a esportare 6 15,2 16,3 Grado di copertura commerciale 7 13,3 13,1 1. plv pesca marittima e acquacoltura. 2. Somma delle esportazioni e delle importazioni. 3. Totale produzione più le importazioni e meno le esportazioni. 4. Rapporto tra produzione e consumi. 5. Rapporto tra importazioni e consumi. 6. Rapporto tra esportazioni e produzioni. 7. Rapporto tra esportazioni e importazioni. La crescita delle importazioni e della dipendenza dall estero del comparto ittico è ormai un elemento che caratterizza da diversi anni il settore; nel 1999, un altro fenomeno ha condizionato sensibilmente gli scambi con l estero; si tratta del fermo bellico 4 che ha comportato 4. Per approfondimenti si veda il paragrafo

16 Fig Produzione interna e bilancia commerciale dei prodotti ittici nel 1999 Pesca mediterranea t mld Pesca oceanica t mld 76 Pesca marittima t mld Acquacoltura t mld 846 Produzione ittica totale t mld Import fresco Fresco, congelato e surgelato t mld Import Trasformato t mld Export fresco Fresco, congelato e surgelato t mld 497 Export Trasformato t mld 143 Consumo interno totale t mld Consumo pro - capite annuo kg 22,38 16

17 una lunga pausa dell attività peschereccia nei compartimenti dell Adriatico dai quali proviene il 56% delle catture totali nazionali; il blocco dell attività per parecchi mesi ha determinato un sensibile incremento dell approvvigionamento dall estero; inoltre, anche alla ripresa dell attività gli operatori nazionali hanno lamentato difficoltà di commercializzazione del prodotto a prezzi soddisfacenti. Il lungo periodo di fermo ha favorito lo sviluppo di nuovi canali di approvvigionamento che hanno messo in crisi il prodotto locale. La costante presenza di prodotto di allevamento e di importazione a prezzi bassi, ha reso difficile il ritorno sul mercato agli stessi livelli reddituali del periodo precedente al fermo bellico. Dal lato della domanda interna di prodotti ittici, si evidenzia come nel 1999 è proseguita la ripresa dei consumi domestici di pesce, avviatasi nel corso del 1998 anche se a un ritmo di crescita nettamente inferiore. Il volume globale del prodotto destinato al consumo interno ottenuto considerando la produzione nazionale e le importazioni per il 1999 è stato di migliaia di tonnellate per un valore pari a miliardi di lire; il consumo pro-capite complessivo di prodotti ittici, al netto degli apporti provenienti dall industria conserviera nazionale, è stato pari a 22,38 kg contro i 22,32 kg dell anno precedente. La crescita dei consumi ha riguardato esclusivamente le quantità; infatti, la spesa destinata all acquisto di pesce è diminuita di circa il 2%. I prezzi medi sono risultati tendenzialmente in calo anche se andamenti differenti si colgono per il pesce fresco e congelato e per quello conservato; per quest ultimo comparto, molti prodotti (tonni, sardine e acciughe sott olio) sono ormai maturi e per mantenere alta la domanda si preferisce limitare il livello dei prezzi. In conclusione, dal quadro macroeconomico si evince come, a fronte di una costante contrazione dei livelli produttivi interni, fa riscontro un aumento del deficit della bilancia ittica; la domanda elevata e in costante ripresa dopo la fase di ristagno che ha caratterizzato i consumi dei principali prodotti alimentari dal 1992 al 1998, viene soddisfatta mediante maggiori importazioni, mentre sembra aver raggiunto un punto di equilibrio la produzione di acquacoltura. Per quest ultima, anzi, si evidenziano le tendenze più interessanti che in pratica permettono di confermare come stia aumentando l offerta di specie ittiche di mare, mentre non si segnalano tendenze positive per quelle di acqua dolce I principali avvenimenti e interventi normativi Il 1999 coincide con l ultimo anno di applicazione del V piano triennale della pesca e dell acquacoltura e rappresenta un anno di passaggio verso la nuova programmazione dei fondi strutturali per il periodo Importanti cambiamenti hanno investito il settore negli ultimi anni; la globalizzazione dei mercati, il processo di decentramento amministrativo, il potenziamento degli accordi internazionali, l introduzione delle quote per alcune specie sono soltanto alcuni dei fattori alla base dei mutamenti in atto nel settore; questi elementi hanno influenzato l impostazione dei nuovi strumenti di programmazione a supporto delle più recenti linee gestionali. Così, se il nuovo piano triennale mantiene inalterati gli obiettivi fondamentali da perseguire per il prossimo triennio (razionalizzazione della struttura produttiva, potenziamento della produzione interna, salvaguardia dei livelli occupazionali), si conferma l importanza del processo di modernizzazione e decentramento amministrativo che sta interessando il comparto ittico, introdotto dal D.L. 143/97. La successiva delibera Cipe n. 71 del ha stabilito le competenze specifiche in capo all amministrazione centrale (in particolare, la gestione delle 17

18 risorse ittiche marine di interesse nazionale e la competenza in materia di adeguamento e rinnovo della flotta). Le regioni hanno avuto un ruolo attivo anche nel corso della negoziazione del nuovo Sfop iniziata a partire dal 1998; all interno delle iniziative intraprese in Agenda 2000, sono stati ridefiniti i fondi e discussi i vari piani operativi regionali all interno dei quali sono state individuate le misure che ciascuna regione reputa necessario attuare per sostenere il settore peschereccio e migliorare le condizioni di operatività e redditività. Da un punto di vista normativo, il 1999 è stato caratterizzato dall emanazione di importanti provvedimenti volti sia alla gestione razionale delle risorse, sia al controllo dello sforzo di pesca, sia al sostegno occupazionale ed economico degli operatori del settore. A tal proposito va menzionato il decreto 13 aprile 1999 n. 23 con il quale è stata disciplinata l attività di pescaturismo da intendere come l insieme delle attività intraprese dall armatore di nave da pesca costiera locale o ravvicinata, che imbarca sulla propria unità persone diverse dall equipaggio per lo svolgimento di attività turistico-ricreative; il regolamento in questione abroga i decreti ministeriali del 19 giugno 1992 e 1 aprile 1998 prevedendo l insieme delle norme alla base del regolamento per lo svolgimento di tale attività. Il decreto chiarisce i periodi in cui è possibile svolgere l attività di pescaturismo e le caratteristiche tecniche degli attrezzi e delle imbarcazioni da adibire all attività. Tra le iniziative di pescaturismo rientrano lo svolgimento dell attività praticata di pesca sportiva e lo svolgimento di attività turistico-ricreative nell ottica della divulgazione della cultura del mare e della pesca per avvicinare il grande pubblico al mondo della pesca professionale. Inoltre, potranno essere svolte attività finalizzate alla conoscenza e alla valorizzazione dell ambiente costiero, delle lagune costiere e, ove autorizzate dalla regione competente, delle acque interne. Con la pubblicazione dei decreti legislativi n. 298 del 17 agosto 1999 (attuazione della direttiva 93/103 del Consiglio del riguardante le prescrizioni minime di sicurezza e salute per il lavoro sulle imbarcazioni da pesca) e n. 271 del 27 luglio 1999 (sicurezza e salute a bordo delle navi da pesca nazionali) anche nel comparto della pesca professionale vengono introdotte misure a tutela della salute e sicurezza del lavoro previste dalla norma generale n. 626/94. Con tali provvedimenti legislativi sono state estese anche alle attività di pesca le norme sulla sicurezza sul lavoro previste dalle direttive comunitarie che dettano le regole da seguire a bordo per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori, l igiene e la manutenzione tecnica delle attrezzature. Tra gli interventi normativi di maggior rilievo emanati nel corso del 1999 in materia di gestione delle risorse, ricordiamo quello relativo alla nuova regolamentazione dei Cogevo. Con il regolamento recante disciplina dell attività dei consorzi di gestione dei molluschi bivalvi 5, i Cogevo sono stati dotati di ulteriori e maggiori poteri di intervento. In particolare, essi potranno, d ora in poi, elaborare autonomamente ed introdurre, previa richiesta unitaria delle associazioni di categoria e automatica emanazione entro sette giorni da parte del ministero, misure tecniche riguardanti: i quantitativi massimi pescabili, l uso degli attrezzi consentiti, il calendario delle attività di pesca, le modifiche ai punti di sbarco consentiti, la costituzione delle aree di ripopolamento, i criteri di assegnazione o revoca delle autorizzazioni (a partire dal 1 gennaio 2009). Sempre in tema di gestione delle risorse, nel corso dell anno analizzato, con il decreto del 14 gennaio 1999, è stato approvato il piano di razionalizzazione della pesca del tonno rosso in Italia che prevede in particolare una serie di misure di carattere socio-economico destinate a 5. D.M , n. 515, pubblicato sulla G.U. del , n

19 favorire la riduzione della capacità di pesca attraverso la riconversione produttiva degli operatori coinvolti; il decreto prevede, inoltre, che i proprietari o armatori delle navi che effettuano catture di tonno rosso sono obbligati alla tenuta di un quaderno di bordo 6 sul quale devono essere indicati i quantitativi catturati e presenti a bordo, la data e il luogo di tali catture nonché il tipo di attrezzi da pesca utilizzati. Con decreto successivo 7 sono state, inoltre, fissate le quote per attrezzi di pesca per ogni singola imbarcazione autorizzata alla cattura di tonno rosso. Sempre nel 1999, la pesca del tonno rosso è stata caratterizzata dall applicazione, per la prima volta per tale tipo di pesca, dell arresto temporaneo dell attività per allentare lo sforzo di pesca su tale specie. In Adriatico la pesca è stata proibita per tutto il mese di maggio; creando malcontenti in tutta la marineria in quanto il fermo è stato imposto nel periodo dell anno in cui le catture risultano più abbondanti e di ottima qualità. Nelle restanti aree, la pesca del tonno rosso si è fermata dal 16 luglio al 15 agosto. Per il rilievo e i numerosi effetti che ha provocato sul settore, attenzione particolare merita il fermo bellico, cosiddetto perché il conflitto bellico nei Balcani ha avuto come ripercussione il blocco dell attività di numerosi pescherecci adriatici. L inizio del conflitto nei Balcani, nei primi mesi dell anno, ha creato uno stato di apprensione e incertezza presso i marittimi impegnati nella pesca in Adriatico. Riflessi negativi sull attività di pesca sono stati inizialmente limitati alla modifica dei percorsi di pesca, all obbligo di mantenere una distanza minima di tre miglia da eventuali navi da guerra ed all incanalamento del traffico economico in aree concorrenti con la pesca provocando peraltro problemi di affollamento di mezzi navali nei pressi delle acque di confine con l Albania. Soprattutto da Termoli in giù si è registrata qualche maggiore difficoltà per il fatto che l area presentava una maggiore concentrazione di mezzi navali. Il successivo ritrovamento nelle acque di ordigni esplosivi e le conseguenti operazioni di bonifica hanno portato all attuazione del fermo bellico. Quest ultimo è stato articolato in due periodi: il primo dal 14 maggio al 3 giugno, per le marinerie che si sono fermate volontariamente per gravi ragioni di sicurezza (in particolare i compartimenti di Chioggia, Venezia e Manfredonia); il secondo periodo invece, applicabile in tutto l Adriatico e partito il 4 giugno, prevedeva come termine il 15 luglio; tale data, però, è stata prorogata al 31 agosto dal decreto n. 243 del 27 luglio 1999 concernente disposizioni straordinarie e urgenti per la pesca nel mare Adriatico. Come conseguenza di questa misura cautelativa si è fermata la quasi totalità della flotta a strascico, le volanti e anche buona parte della circuizione. Solo i segmenti della piccola pesca e delle draghe non hanno subìto arresti dell attività. Come avremo modo di evidenziare nei paragrafi successivi, l interruzione dell attività ha determinato non soltanto riduzioni nei giorni di pesca e nei livelli di cattura delle flotte adriatiche ma ha avuto ripercussioni di più lungo periodo influenzando negativamente i prezzi e la commercializzazione dei prodotti ittici per tutto il Se si considera che l ultimo trimestre del 1999 è stato caratterizzato dall aumento del prezzo dei prodotti petroliferi, che ancora oggi continua senza sosta, si comprende come, l anno analizzato, si sia contraddistinto per il susseguirsi di avvenimenti che hanno negativamente influenzato il comparto ridimensionando notevolmente la redditività dell attività esercitata. 6. Il regolamento CE n. 2737/1999 della Commissione del 21 dicembre 1999 che stabilisce le modalità di registrazione delle informazioni fornite sulle catture di pesci da parte degli stati membri, ha esteso l obbligo della tenuta del giornale di bordo a tutte le imbarcazioni con lunghezza fuori tutto superiore ai 10 metri. 7. Decreto ministeriale del 14 settembre

20 1.4. L andamento dello sforzo di pesca Caratteristiche strutturali della flotta da pesca In seguito all adeguamento dell Archivio licenze di pesca intervenuto nel 1998 che comportò l incremento del numero dei battelli ed un aumento molto meno sostenuto del tonnellaggio e della potenza motore, nel 1999, la flotta si consolida sui valori dell anno precedente. I battelli iscritti risultano corrispondenti ad un tonnellaggio di stazza lorda di tsl. Il segmento più numeroso si conferma quello della piccola pesca 8 con battelli seguito dai polivalenti (3.767 battelli); sono i battelli con la sola autorizzazione per lo strascico; meno numerose le draghe idrauliche (755 unità), i battelli a circuizione (277 unità) e le volanti a coppia (147 unità). In termini di tonnellaggio, rilievo assoluto assumono gli strascicanti che con tonnellate rappresentano il 45% di tutta la capacità di pesca esercitata dalla flotta nazionale; il tonnellaggio complessivamente impegnato dai polivalenti è risultato, sempre nel 1999, pari a tonnellate, mentre quello della piccola pesca è stato di tonnellate. La capacità di pesca in termini di tsl espressa dalla circuizione è stata stimata in tonnellate; volante e draghe idrauliche presentano, infine, la più bassa incidenza con, rispettivamente, un impiego di tsl e tsl. Per completare l analisi delle principali componenti dello sforzo di pesca, va evidenziato come la potenza motore complessivamente impegnata dalla flotta nel 1999 è stata di kw. È interessante sottolineare che la potenza motore risulta maggiormente equidistribuita tra i sistemi di pesca rispetto al tonnellaggio di stazza lorda; infatti, il 34% della potenza motore totale è assegnata agli strascicanti, il 33% ai polivalenti, il 20% alla piccola pesca e la rimanente quota agli altri tre sistemi di pesca. Per il tonnellaggio, invece, vi è una netta prevalenza degli strascicanti (il 45% del tsl complessivo, contro il 26% dei polivalenti e il 14% della piccola pesca). La minore concentrazione della potenza motore si spiega considerando che non c è proporzionalità diretta tra dimensioni medie del battello in tonnellate e motore installato, in quanto la potenza del motore cresce a ritmi meno sostenuti della stazza ed i battelli più piccoli hanno, comunque, un motore installato che, a prescindere dalla dimensione, non scende mai la di sotto di un valore soglia (all incirca 15 kw) Andamento dello sforzo di pesca Alcune difficoltà procedurali hanno impedito di dare piena attuazione alle misure di arresto definitivo di cui al reg. 3699/93 nel corso del Di conseguenza, non è stato possibile procedere al ritiro delle imbarcazioni nella misura prevedibile in funzione delle richieste pervenute all amministrazione. Per tale motivo, nessuna sostanziale modifica si segnala nelle variazioni delle componenti dello sforzo di pesca rispetto al La flotta della piccola pesca è costituita da natanti con lunghezza fuori tutto inferiore ai 12 metri e che non hanno autorizzazione per attrezzi da traino. 9. La correlazione tra potenza motore e tonnellaggio di stazza lorda, pari allo 0,81, è inferiore a quella esistente tra tonnellaggio di stazza lorda e lunghezza fuori tutto (0,85); mentre è maggiore il legame che lega la potenza motore alla lunghezza fuori tutto (0,87). 20

21 La flotta è aumentata in numero dell 1%, mentre in termini di tonnellaggio di stazza lorda l incremento è stato di appena lo 0,7%; poco consistente anche la variazione della potenza motore (+0,8%). Tab Le principali componenti dello sforzo di pesca, valori assoluti e valori medi per battello Battelli (n.) tsl (t) Potenza motore (kw) Giorni (n.) 1 Anno Var. % 99/98 1,0 0,7 0,8 0,2 Stazza/battello (t) kw/battello Giorni/battello (n.) Anno ,6 77,5 162,0 Var. % 99/98-0,3-0,2-0,8 Fonte: elaborazioni Irepa su dati Archivio licenze di pesca. 1. Dati Irepa. L analisi disarticolata a livello di singolo sistema di pesca permette di cogliere in maniera più attenta le variazioni intervenute nella struttura produttiva. In aumento la flotta polivalente sia in numero che in tonnellaggio e potenza motore (rispettivamente +6,5%, +5,5% e +3,6%); variazioni positive, anche se meno sostenute, si registrano per lo strascico (+1,2% per il numero di battelli, +0,3% per il tonnellaggio e +0,8% per la potenza motore). Sui valori dell anno precedente la piccola pesca, mentre in calo è risultata la flotta delle draghe idrauliche, delle volanti e della circuizione. Per alcuni sistemi (polivalenti e strascico, in particolare) le variazioni non corrispondono ad effettive entrate ed uscite dalla struttura produttiva, ma sono, piuttosto, da ricondurre a lavori di aggiornamento e revisione della flotta dovuti a mancate o ritardate cancellazioni, duplicazioni, e così via. Per altri sistemi di pesca, al contrario, vi sono state, nel corso del 1999, delle effettive variazioni nella consistenza; è questo il caso, per esempio, delle draghe idrauliche, sistema per il quale il II piano vongole 10 ha previsto una graduale riduzione delle unità adibite alla pesca dei molluschi bivalvi e il blocco delle licenze fino al Tra il 1998 e il 1999, l Alp riporta una riduzione di circa 50 vongolare. Per la circuizione, il calo nei livelli produttivi, che ormai dura da diversi anni, ha spinto molti armatori a dismettere l attività; tale tendenza è comune in tutta Italia, in quanto la contrazione della flotta in numero e tonnellaggio ha riguardato tutte le regioni in cui viene praticato tale sistema di pesca. Discorso analogo vale per le volanti a coppia, sistema in continuo ridimensionamento che al 1999, si compone di sole 147 barche. Per quest ultimo sistema va, comunque, evidenziato un andamento differenziato a livello regionale, in quanto vi sono alcune aree (principalmente quelle del Nord Adriatico), in cui si registrano andamenti positivi sia per la struttura che per i livelli produttivi. La tendenza registrata per i valori medi delle componenti della capacità di pesca (tsl per 10. D.M (G.U , n. 180). 21

22 battello e kw per battello), mostra un ulteriore ridimensionamento della struttura produttiva; diminuisce, infatti, sia la stazza media (-0,3%) che la potenza motore media (-0,2%). A livello di sistemi di pesca si evidenzia una crescita delle dimensioni per battello soltanto per la volante e la circuizione, sistemi per i quali si è registrata la maggiore contrazione in valore assoluto a conferma del fatto che sono fuoriusciti i battelli mediamente più piccoli. Si contrae di circa l 1% la stazza media degli strascicanti (da 44 tsl a 43 tsl). Al di là delle variazioni registrate nelle componenti della capacità di pesca, il 1999 si caratterizza per le forti oscillazioni dell attività di pesca che hanno interessato soprattutto le barche a strascico e le volanti a coppia dell Adriatico. Il fermo bellico di cui si è detto nel paragrafo precedente, infatti, si è andato ad aggiungere ai provvedimenti di arresto dell attività previsti di norma ogni anno 11, determinando una variazione negativa nei giorni medi di pesca. I giorni complessivi di attività sono stati, per l anno analizzato, per una media di 162 giorni a battello. La contrazione dell attività ha riguardato lo strascico (-6,2%), la volante a coppia (-15,6%) e la circuizione (-8,2%); in aumento, al contrario i giorni totali di pesca per le draghe idrauliche (+21%), la piccola pesca (+0,6%) e i polivalenti (+1,7%). Il blocco dell attività in Adriatico per 90 giorni consecutivi, ha avuto effetti rilevanti, evidenziati da un calo dei giorni medi di pesca per i battelli a strascico, passati in un solo anno da 175 a 162; decremento ancora maggiore per le volanti a coppia (da una media di 172 giorni battello del 1998 ai 153 giorni battello del 1999). In controtendenza sono risultate soprattutto le draghe idrauliche per le quali continua la ripresa nei giorni di pesca iniziata nel In particolare, i giorni medi di attività delle draghe idrauliche sono passati dai 113 giorni per battello del 1993 agli 89 del 1997, per risalire a 91 nel 1998 e a 117 nel Tale andamento è certamente da associare al buon esito del I e II piano vongole. Soprattutto l introduzione di un reale decentramento decisionale ha determinato, in molti casi, l adozione di misure dirette al recupero degli stock con effetti positivi riscontrabili nella maggiore dimensione unitaria delle vongole e nel maggior quantitativo prelevato Lo sforzo di pesca e la sua riduzione secondo la vigente normativa comunitaria Al fine di ottenere un rapporto sostenibile tra capacità di pesca della flotta comunitaria e le risorse disponibili, la Comunità ha intrapreso ormai dal 1983 una politica strutturale volta alla progressiva riduzione dello sforzo di pesca. I paesi membri sono obbligati a ricondurre lo sforzo di pesca nazionale ai livelli stabiliti nei vari programmi di orientamento pluriennali. La convergenza verso gli obiettivi prefissati è verificata tramite l utilizzo di indicatori ritenuti idonei a misurare la capacità di pesca. Come è risaputo, la capacità di pesca viene stimata attraverso la misura di caratteristiche 11. Nel Tirreno e nello Ionio, il decreto ministeriale del ha disciplinato l interruzione tecnica dell attività dello strascico dal 20 settembre al 18 ottobre. L interruzione, come già per il 1998, è stata facoltativa. In Sardegna, apposita legge regionale ha previsto il blocco totale dell attività della pesca con strascico dal 12 settembre al 28 ottobre. In Sicilia, la legge regionale 24/99 ha previsto l interruzione facoltativa dell attività che, come per gli anni precedenti, ha interessato tutti i sistemi di pesca. Il periodo di fermo ha coperto 45 giorni tra ottobre e dicembre. Oltre allo strascico, hanno aderito al fermo anche i battelli della circuizione e della piccola pesca costiera. 22

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