CANDIDATO Eleonora Gronchi

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "CANDIDATO Eleonora Gronchi"

Transcript

1 UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA Il ruolo dell esperienza nell insegnamento scientifico: il principio di Archimede in una Scuola Primaria RELATORE Prof. Emanuele Sorace CANDIDATO Eleonora Gronchi Anno Accademico

2 A mamma e babbo per il loro sostegno; A mio fratello, il miglior scienziato smemorato; A Dario perché c è sempre stato. 2

3 Indice INTRODUZIONE PRIMO CAPITOLO RIFERIMENTI TEORICI: ALCUNI PEDAGOGISTI E LE LORO TEORIE 1. La teoria cognitiva di Piaget 1.1. La formazione dei concetti scientifici secondo Piaget 2. La teoria storico-culturale di Vygotskij 2.1. La formazione dei concetti scientifici secondo Vygotskij 3. L attivismo di Dewey 3.1. Il ruolo e il significato dell educazione 3.2. Le indagini personali del mondo 4. Due modelli a confronto: il modello di Howkins e quello di Guilford 5. Un progetto straniero per l innovazione dell insegnamento scientifico: Karpuls e lo SCIS SECONDO CAPITOLO IL RUOLO DELL ESPERIENZA NELL INSEGNAMENTO SCIENTIFICO 1. Il gioco come il fare esperienza : due modi per conoscere il mondo 2. La teoria dell esperienza di Dewey 3. Il laboratorio come luogo ideale in cui usare l esperienza 4. L importanza dell esperienza nell insegnamento delle scienze 5. La ludoteca scientifica di Pisa: basare la fisica sull esperienza 6. Al di là dell esperienza 6.1. dalla conoscenza di senso comune alla conoscenza scientifica 6.2. il ruolo dell insegnante 6.3. la motivazione come base per l apprendimento 3

4 TERZO CAPITOLO I PROGRAMMI MINISTERIALI DEL 1985 E LE INDICAZIONI NAZIONALI DEL 2003 A CONFRONTO 1. Excursus storico 2. I Programmi Ministeriali del Fenomeni fisici e chimici 3. Le Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati nella Scuola Primaria 4. Confronto tra i Programmi e le Indicazioni Nazionali QUARTO CAPITOLO IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE 1. Al tempo di Archimede: la Grecia ellenistica 1.1. la nascita della scienza 1.2. la rimozione della rivoluzione scientifica 1.3. Lo sviluppo delle scienze 1.4. Decadenza e fine della scienza 1.5. I rinascimenti 2. Il ruolo della Biblioteca di Alessandria nello sviluppo della cultura ellenistica 3. il grande Archimede 3.1. L assedio di Siracusa e la morte di Archimede 3.2. Il ritrovamento della tomba 3.3. Le opere 4. Sui galleggianti: il principio di Archimede 4.1. La storia della corona 4.2. Le proposizioni del trattato 4.3. La dimostrazione pratica del principio di Archimede 4.4. Il principio di Archimede nel linguaggio matematico 4.5. Il galleggiamento dei corpi 4.6. Applicazioni pratiche della spinta di Archimede: sommergibili e navi, dirigibili e aerostati 5. Il mito di Archimede da Cicerone a Walt Disney 4

5 QUINTO CAPITOLO IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE IN UNA SCUOLA PRIMARIA 1. Introduzione 2. Piaget: riflessioni sul galleggiamento 3. Informazioni preliminari al progetto 3.1. Alcuni punti chiave del progetto 3.2. Il contesto della scuola 3.3. le conoscenze pregresse degli alunni 3.4. Ipotesi iniziale 3.5. Obiettivi 3.6. Spazi e tempi 3.7. Strategie 3.8. Strumenti e materiali 3.9. Prodotto finale Verifica 4. Il progetto: incontro dopo incontro CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIE ALLEGATI 5

6 Introduzione Molti vedono la fisica come una materia pesante, difficile e in certi casi anche odiosa. La fisica studiata sui libri, fatta di formule e definizioni imparate a memoria è l incubo di molti studenti che finiscono per ritenerla una materia incomprensibile. C è una soluzione? C è qualcosa di diverso dall uso del libro di testo per far comprendere questa disciplina? I bambini quando sono molto piccoli fanno tantissime domande: queste domande hanno come tema principale il mondo che li circonda, vogliono scoprire ciò che sta dietro all apparente realtà, vogliono scoprire il perché di quel comportamento Perché allora finiscono per non amare la fisica? La fisica indaga sulla realtà e fornisce molte informazioni sul mondo che ci circonda e può dare risposte alle domande tanto insistenti di quei bambini. Il processo di odio cresce comunque con l età e con l abbandono dell esperienza pratica e l utilizzo sempre più preponderante di formule da imparare sui libri di testo senza che l insegnante mostri cosa ci sta dietro. Finché i bambini sono piccoli l insegnante mantiene vivo il legame con la realtà che viene poi sostituito, almeno per quanto riguarda la mia esperienza scolastica, dallo studio del libro di testo. Su ciò verte tutta la mia tesi. Attraverso un progetto proposto a dei bambini di una scuola primaria ho voluto verificare se l esperienza, la pratica laboratoriale, aiuta a capire concetti difficili. Niente libri quindi, né quaderni ma solo esperimenti per far sì che ognuno possa confrontare le proprie ipotesi, la propria conoscenza di senso comune, con la conoscenza scientifica attraverso l osservazione, la realizzazione di esprimenti in classe e la condivisione degli stessi. Il capire attraverso l esperienza è una pratica abbastanza diffusa nella scuola primaria: per apprendere il bambino ha bisogno di sperimentare in ogni ambito disciplinare. La scienza si presta bene a questo tipo di lavoro. 6

7 Nel primo capitolo ho preso in esame alcuni degli autori del panorama pedagogico. Conoscere queste teorie è stato importante, sia per aver ripreso la concezione che essi hanno del bambino, sia per aver verificato il loro contributo, ad esempio di Vygostkij e Piaget, sullo sviluppo dei concetti scientifici. In questo primo capitolo, oltre a vedere anche la teoria di Dewey, ho individuato due modelli, quello di Guilford e quello di Hawkins, che mi sono serviti come base teorica per il percorso realizzato a scuola. Ho inserito tra tutti questi autori anche il contributo di un progetto straniero di rinnovamento dell insegnamento delle scienze: il progetto SCIS di Karplus. Nel secondo capitolo ho finalmente preso in considerazione dal punto di vista teorico il concetto d esperienza. Tra gli autori più illustri ho inserito proprio Dewey: ho analizzato la sua teoria dell esperienza che egli espone nel libro Esperienza e educazione. Ho inoltre associato all esperienza da un lato il concetto di gioco come anticipatore della metodologia usata dai bambini per conoscere ciò che li circonda e dall altro il laboratorio come pratica scolastica positiva, sebbene troppo trascurata dagli insegnanti. Spunto di riflessione per la pratica laboratoriale è anche la Ludoteca scientifica a cui ho dedicato alcune pagine. Nello stesso capitolo ho titolato un paragrafo al di là dell esperienza. Reputo importante che un insegnante valuti l importanza dell esperienza (non solo nell insegnamento scientifico) con particolare attenzione anche alla motivazione dei bambini, ai loro interessi, alla conoscenza di senso comune che loro hanno e che portano a scuola e al ruolo cruciale che ricopre l insegnante stesso. Nel terzo capitolo ho preso in esame i Programmi Ministeriali del 1985 e le Indicatori Nazionali del Il mio intento era quello di verificare lo spazio che in entrambi i casi veniva dato alla scienza, in particolare alla fisica e provare a trarre delle conclusioni tramite un confronto diretto tra i due. 7

8 Nel quarto capitolo sono arrivata finalmente a trattare il lato fisico della mia ricerca: il principio di Archimede. Prima di tutto mi sono soffermata, grazie alla lettura del libro di Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata, sulla particolare tesi portata avanti dallo stesso autore secondo cui la scienza è nata al tempo di Archimede nella Grecia ellenistica ma di quel periodo di grande fioritura scientifica molti ricordano solo alcuni sporadici personaggi e non il livello altissimo di conoscenze scientifiche raggiunte. A dimostrazione di tale sviluppo ho portato come modello la biblioteca di Alessandria che lo stesso Archimede aveva frequentato per approfondire i suoi studi. Sempre nello stesso capitolo ho brevemente ripercorso la leggendaria vita di Archimede come uomo e come scienziato soprattutto: dalla lettura delle sue opere emerge una figura molto moderna di scienziato che indaga il reale, che cerca di spiegare i fenomeni che lo circondano attraverso un indagine rigorosa. Ho illustrato quindi l Archimede interessato alla matematica, all astronomia, alla geometria; l Archimede inventore e anche l Archimede che si divertiva ad ideare giochi per gli altri. Al principio di Archimede ho dedicato un paragrafo a parte. Ho illustrato la famosa storia che si narra abbia portato lo scienziato alla scoperta del peso specifico e del principio che regola il galleggiamento degli oggetti. Di seguito a questa ho estrapolato quindi le proposizioni che lo spiegano e che in molti hanno studiato a scuola, traducendole anche nel linguaggio matematico. Attraverso queste proposizioni ho individuato i criteri per cui un oggetto galleggia e un altro affonda e ho portato come esempi le applicazioni pratiche di tali leggi. Per concludere il capitolo ho voluto ricordare come anche la Walt Disney, nella versione italianizzata, abbia contribuito alla creazione nel nostro immaginario, di un Archimede leggendario nel ruolo di inventore di oggetti strani: sto parlando del personaggio dei cartoni animati Archimede Pitagorico. Il quinto capitolo è la parte che mi ha impegnato maggiormente rispetto alle altre, poiché non ho semplicemente raccolto del materiale ma ho dovuto ideare un progetto sul principio di Archimede che fosse adatto ai bambini. 8

9 L idea di questo progetto nasce da una mia curiosità: dopo aver studiato fisica alla scuola superiore in modo piuttosto meccanico e mnemonico, mi sono imbattuta nel corso di Didattica della Fisica che ho frequentato diversi anni fa, nel quale la professoressa ci mostrava alcuni esperimenti per poterli riproporre ai bambini. Questo fatto mi aveva molto colpito e più volte mi ero chiesta vuoi vedere che puntando sull esperienza e l esperimento si riesce a far capire questi concetti anche ai bambini? A proposito lo slogan della Ludoteca scientifica dice: se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco. Le modalità dell insegnamento scientifico possono dunque essere riassunte in tre tipologie diverse: - la lezione frontale: l insegnante spiega e il bambino ascolta ma dimentica - il cattivo uso del laboratorio: l insegnante svolge l esperimento, il bambino osserva e può in questo modo solo ricordare - l esperienza attiva: l insegnante guida il bambino, non invade il suo fare, il bambino conduce l esperimento e capisce! È a quest ultima categoria che io mi sono volutamente ispirata. L ipotesi fondante del progetto era voler dimostrare come attraverso degli incontri ben graduati e calibrati sui bambini basati sul principio del fare, dell esperienza è possibile capire il principio di Archimede e rispondere alla domanda perché gli oggetti galleggiano? Gli incontri svolti nel gruppo di bambini sono stati dieci; in ognuno di essi i bambini erano protagonisti e svolgevano loro gli esperimenti, non dimenticando mai di fissare alla fine le novità emerse. Molti bambini sicuramente hanno tratto un grosso vantaggio da questo tipo di approccio. 9

10 Primo capitolo RIFERIMENTI TEORICI: ALCUNI PEDAGOGISTI E LE LORO TEORIE Più volte sia nella fase di elaborazione che nella fase di realizzazione e poi nel corso della verifica del progetto, ho fatto ricorso alle teorie dei più importanti pedagogisti. Avere sempre un riferimento teorico può essere utile per conoscere chi ci sta di fronte. Gli autori che ho preso in esame hanno alcuni punti in comune mentre su altri divergono soprattutto per quanto riguarda l idea di sviluppo del bambino e per quanto concerne la formazione dei concetti scientifici. Sebbene le teorie alle quali farò cenno si differenziano per molti motivi, esse impongono riflessioni che possono avere effetti importanti sul piano pedagogico-didattico: - è confermata l'importanza dell'esperienza diretta - Appare poi indispensabile una conoscenza del bambino: per poter graduare le proposte in base alle strutture, agli schemi o alle capacità già in possesso del bambino, se si vuoi tener conto della teoria di Piaget, o, per conoscere e intervenire nell'area dì sviluppo potenziale come vuole la teoria di Vygotskji La teoria cognitiva di Piaget Un punto di riferimento nel panorama educativo è certamente Piaget ( ) con la sua teoria sullo sviluppo cognitivo del bambino egli ha contribuito a dare agli studi un carattere scientifico e sperimentale. Egli si dedicò dapprima alla biologia, occupandosi delle variazioni che in ambienti 1 C.G. HOFFMANN, Fare scienze nella scuola di base, La nuova Italia Editrice, Scandicci (Fi) pag

11 diversi presentava un mollusco: si imbatté per la prima volta in quello che sarà uno dei tanti temi da lui sviluppati ovvero l adattamento degli individui a condizioni ambientali mutevoli. Riflettendo su tale tema ipotizzò che l intelligenza rende possibili gli adattamenti rapidi, tiene conto dei problemi improvvisi che si presentano e produce subito il comportamento adeguato. Secondo Piaget l intelligenza quindi è uno strumento adattivo molto potente quando, nell adulto è pienamente sviluppata. Ma come si forma nel bambino? A questo problema Piaget fu portato a riflettere anche dalla temporanea collaborazione (1920) con l Istituto A. Binet, di Parigi e da quella con l Istituto J.J. Rousseau, che E. Claparède, egli pure studioso dell intelligenza, aveva fondato a Ginevra per promuovere la ricerca scientifica sullo sviluppo del bambino 2. L intelligenza è già completamente presente nel bambino o semplicemente si dispiega con la crescita? Si può considerare il prodotto dell accumularsi di molteplici esperienze o è il risultato di una particolare interazione dell organismo con l ambiente? Piaget fu sostenitore di questa ultima ipotesi, precisando nella sua teoria la modalità di questa interazione. Lo sviluppo dell intelligenza risulta essere un equilibrio dinamico tra processo di assimilazione dei dati dell esperienza a schemi mentali già presenti nell individuo in crescita e un processo di accomodamento, ovvero di modificazione di tali schemi quando l esperienza compiuta è troppo nuova e contrasta con essi. Un ulteriore concetto della teoria di Piaget utile per un insegnante è l idea che lui ha del conoscere. Secondo Piaget conoscere vuol dire agire su un oggetto, trasformarlo e comprendere questo processo di trasformazione. La conoscenza che lui descrive è quindi un operazione, uno sperimentare, un manipolare, è qualcosa che non si assume a priori in un certo momento e tutta insieme, ma si elabora per tutto l arco della vita. Da notare come sia possibile rimandare questo suo pensiero al modo di insegnare scienze nella scuola di base: i concetti scientifici si apprendono gradualmente, con l esperienza e la manipolazione e non con la memorizzazione. 2 A. FONZI (a cura di), Manuale di psicologia dello sviluppo, Giunti, Firenze 2001, pag

12 Egli condusse osservazioni sistematiche sui suoi tre figli utilizzando il metodo osservativo definito quasi-sperimentale, poiché le osservazioni erano spesso guidate da ipotesi e le condizioni in cui il bambino veniva posto erano predisposte proprio in base a quelle ipotesi. Piaget quindi fu promotore di una importante innovazione nel metodo d indagine. Ha avuto anche il merito di aver sostituito le indagini fondate su aneddoti o registrazioni di fatti, come avveniva nella seconda metà dell 800, con indagini sistematiche basate su metodologie e presupposti teorici rigorosi. Piaget si basa sull osservazione che non si limita soltanto ai comportamenti spontanei ma introduce delle modificazioni sull ambiente o stimoli. Attraverso tale metodo di indagine Piaget è arrivato a concludere i suoi studi sullo sviluppo dei bambini con la distinzione di esso in quattro stadi: 1. stadio senso motorio (dalla nascita ai 2 anni circa) il bambino in questa fase inizia ad agire e sperimentare attraverso il suo corpo l ambiente circostante. Il bambino apprende toccando gli oggetti, manipolandoli, esplorando fisicamente l ambiente. Compie operazioni dirette sulla realtà e attraverso di esse arriva a costruire alcuni semplici schemi legati ad oggetti, allo spazio in cui vive, ecc. 2. stadio pre-operatorio (dai 2 ai-7 anni circa) in questo stadio inizia a strutturarsi la funzione simbolica. Iniziano a svilupparsi il linguaggio (il bambino diventa capace di usare le parole per rappresentare oggetti e immagini in modo simbolico), il pensiero e le prime rappresentazioni della realtà. In questo stadio si ha la ricostruzione di tutto quello che è stato sviluppato a livello sensomotorio. Questo è lo stadio del pensiero intuitivo, il bambino sa produrre immagini mentali, e indica come attività caratteristiche che lo accompagnano il gioco simbolico (uso uno scatolone come se fosse ), l imitazione differita (compiuta un po di tempo dopo che il modello è stato osservato) e il linguaggio verbale (le parole servono per evocare realtà non presenti). In questa fase il bambino viene definito egocentrico, tale termine non viene usato da Piaget con un accezione negativa ma come la tendenza a 12

13 interpretare il mondo esclusivamente nei termini del proprio punto di vista. Il bambino non capisce che gli altri vedono gli oggetti in una prospettiva diversa dalla sua. 3. stadio delle operazioni concrete (7-11 anni) mi sembra giusto dedicare ampio spazio all analisi di tale fase poiché il progetto di didattica della fisica è stato da me condotto con bambini di anni. Durante questo stadio di sviluppo, il bambino si impadronisce delle nozioni astratte e logiche. Questa fase è particolarmente importante da considerare nell insegnamento scientifico e matematico. Il bambino è in grado di compiere operazioni matematiche quali moltiplicazione, divisione, sottrazione e somma. Durante tale periodo i bambini diventano meno egocentrici: cominciano a decentrarsi, cioè ad uscire dalla visione rigida della realtà propria del periodo precedente. La capacità di decentrarsi si esprime anche nei giochi di gruppo, frequenti a questa età. Il pensiero si caratterizza in questa fase con la reversibilità: questa importante abilità consente di annullare una operazione mentalmente e di compensarla con una seconda operazione, uguale e contraria. A tal proposito per capire meglio posso citare un esperimento: per riconoscere che il contenuto di due bottiglie di diversa forma (una stretta e alta e l altra larga e bassa), riempite entrambe con la medesima quantità d acqua, rimane lo stesso, occorre ripercorrere all inverso il cammino: dai due differenti livelli alla medesima quantità d acqua con le quali sono state riempite. Solo facendo questo cammino inverso è possibile capire che le due bottiglie contengono la stessa quantità di liquido. La reversibilità del pensiero può essere sia spaziale che temporale. Classificare, scomporre il tutto in parti, sistemare una serie di oggetti secondo altri valori, sono operazioni che si basano sulla possibilità di trasformare il reale in sistemi coerenti e reversibili. Disporre una fila di palline in ordine di grandezza, smontare e rimontare un oggetto sono tutte operazioni possibili da questo stadio in poi. 13

14 4. stadio delle operazioni formali o ipotetiche deduttive (11-15 anni) In questo stadio il soggetto è in grado di ragionare su ipotesi e non solo su oggetti, costruire nuove operazioni di logica delle classi e delle relazioni, padroneggiando il pensiero astratto. Il pensiero diventa totalmente indipendente dall esperienza diretta: mentre nel periodo precedente il bambino messo di fronte ad un problema era costretto a compiere un certo numero di trasformazioni e cercava la conferma nell esperienza diretta, adesso si prescinde dalla realtà e opera per ipotesi, prevede ecc. 1.1 La formazione dei concetti scientifici secondo Piaget Che cosa accade nella testa dei bambini o dei ragazzi quando cercano di capire li mondo?, come arrivano a formarsi delle idee o dei concetti? quali meccanismi entrano in funzione e secondo quali itinerari ciò avviene? 3 Piaget (come molti altri del resto) vede nel rapporto mondo-bambino una grande attività mentale di quest'ultimo come denota anche la suddivisione in stadi e le caratteristiche che li differenziano. Egli dice che fino dai primi contatti di tipo puramente percettivo, il bambino va formandosi schemi o strutture. Quando, si trova di fronte nuovi oggetti il bambino ha due possibilità: questi oggetti non si oppongono agli schemi che già lui possiede oppure se questo avviene, il bambino accomoda i vecchi schemi secondo i nuovi oggetti che ha incontrato. Il bambino ha la capacità di trasformare i propri schemi in funzione dei nuovi incontri: è artefice della propria conoscenza e intelligenza. Tra i fattori che intervengono sullo sviluppo cognitivo per Piaget, ho scelto quelli più significativi secondo il mio progetto: 3 C.G. HOFFMANN, Fare scienze nella scuola di base, La nuova Italia Editrice, Scandicci (Fi), pag

15 - la maturazione e la crescita organica: lo sviluppo naturale è determinato da fattori biologici che ne costituiscono la condizione preliminare e necessaria. - L esercizio o l esperienza: l esperienza è necessaria ma non sufficiente dice Piaget. Egli distingue due tipi di esperienza: una fisica e l altra logico-matematica. Con la prima i bambini riescono a distinguere le proprietà degli oggetti, a classificarli, a metterli in relazione sempre però nel rispetto delle operazioni concrete. Quando questa fase viene superata il bambino che ha undici anni, è in grado di lavorare non più soltanto con oggetti concreti ma anche con le preposizioni., in modo molto più astratto e ipotetico (è l esperienza logico-matematica). 2. La teoria storico-culturale di Vygotskij Il contributo di Vygotskij ( ) è stato generalmente contrapposto a quello di Piaget; le ragioni vanno ricercate nel loro modo antitetico di spiegare lo sviluppo umano: mentre Piaget fa riferimento ad una forte influenza geneticobiologica, Vygotskij dà importanza al contesto sociale e culturale. Rispetto alla concezione di sviluppo di Piaget, Vygotskij critica in particolare (Vigotskij dedicò un capitolo del libro Pensiero e linguaggio alla critica delle ricerche piagettiane) il fatto che lo sviluppo del pensiero del bambino è considerato come un processo scollegato totalmente da ciò che può essere appreso dagli adulti, dagli insegnanti, ecc. Secondo Piaget e collaboratori, la capacità di ragionamento e l intelligenza del bambino, le sue idee su ciò che lo circonda, le sue interpretazioni sulle cause fisiche, la sua padronanza delle forme logiche sono considerate come processi autonomi che non vengono influenzati in alcun modo dall apprendimento scientifico. Solo se lo sviluppo è ad un determinato livello allora c è un certo tipo di apprendimento: l apprendimento quindi segue lo sviluppo. Vygotskij ammette che l apprendimento comincia molto prima rispetto 15

16 a quello scolastico; perciò il bambino quando entra a scuola può trovare continuità con quello che ha imparato oppure discontinuità (vedere parte sulla conoscenza di senso comune). Per far sì che l apprendimento scolastico diventi significativo e produca quindi effetti positivi, sarebbe allora necessario utilizzare un concetto importante della teoria di Vygotskij: l area di sviluppo prossimale. Con essa si indica la differenza tra il livello di sviluppo di un individuo in un dato momento e il suo livello potenziale non ancora espresso. Questo concetto può essere così inteso: corrisponde ad esempio alla differenza tra il livello dei compiti che il bambino è in grado di svolgere autonomamente e il livello di compiti eseguibili con l aiuto degli adulti. Il bambino lavorando con gli altri riesce a fare cose che da solo altrimenti non sarebbe capace di fare. In una classe ci sono allora tante aree di sviluppo prossimale, le une diverse dalle altre. Il contesto familiare e quello scolastico hanno il compito di fornire al bambino i cosiddetti artefatti cognitivi, cioè quegli strumenti che gli consentono di andare al di là del proprio patrimonio genetico. L autore dà enorme importanza all ambiente in cui è inserito un bambino perché determina il suo sviluppo. Apprendimento e sviluppo sono dunque connessi ma tale connessione non è assolutamente lineare. Si tratta di una dipendenza reciproca, dinamica e complessa. Perciò muta l idea tradizionale del rapporto tra apprendimento e sviluppo: i due processi non coincidono e neppure l apprendimento segue lo sviluppo ma secondo Vygotskij avviene esattamente l opposto il processo di sviluppo segue quello di apprendimento. Diversamente dalla teoria di Piaget in questo caso, un insegnamento fondato sul rispetto degli stadi di sviluppo di un bambino non porta assolutamente a nessun miglioramento, a nessun apprendimento nuovo e quindi di conseguenza a nessun sviluppo La formazione dei concetti scientifici secondo Vygotskij Anche per Vygotskij vi è una differenza fra i concetti che il bambino si forma nell'esperienza, quando la mente è lasciata libera di agire come vuole e i 16

17 concetti che assimila a scuola quando impartiamo nozioni sistematiche al bambino, gli insegniamo molte cose ch'egli non può vedere o sperimentare direttamente 4. Fra i concetti che il bambino apprende, di particolare importanza sono, per Vygotskij, quelli scientifici. I concetti scientifici, con il loro sistema gerarchico di interrelazioni, sembrano essere il mezzo nel quale la consapevolezza e la padronanza si sviluppano per primi, per trasferirsi più tardi in altri concetti e in altre aree di pensiero. La coscienza riflessiva arriva al bambino attraverso i concetti scientifici 5. Secondo Vygotskij, i concetti spontanei e quelli scientifici si sviluppano a partire da direzioni opposte per poi incontrarsi: i concetti spontanei, che hanno origine nell'esperienza, sono spesso inconsapevoli, cioè il bambino può possedere un concetto ma non averne coscienza; i concetti scientifici invece, in generale, vengono introdotti con una definizione verbale e attraverso operazioni non spontanee. Ma lo stretto legame fra i due tipi di concetti viene ancor più messo in evidenza quando egli afferma che un concetto scientifico non può essere appreso se il concetto spontaneo corrispondente non si è evoluto, con queste parole egli vuol dire che il concetto quotidiano apre la strada a quello scientifico. Alla formazione dei concetti secondo Vygotskij si arriva dopo essere passati da tre fasi fondamentali: - la fase del "mucchio", quando il bambino mette in relazione a una parola, un insieme di oggetti senza seguire alcun criterio - Il modo di pensare per "complessi", quando un bambino riunisce oggetti sulla base di effettivi rapporti fra di essi. Determinante in questa fase è il ruolo dell adulto: di questa categoria infatti fanno parte gli pseudo concetti che il bambino acquisisce non dall esperienza spontanea ma dagli adulti che usano le parole e il bambino le impara. - La terza fase è quella della formazione dei concetti veri e propri compare necessariamente solo dopo che si è svolto per intero il modo di pensare per complessi. 4 G. HOFFMANN, Fare scienze nella scuola di base, La nuova Italia Editrice, Scandicci (Fi), p L. S. VYGOTSKIJ, Pensiero e linguaggio,. trad. it.., Giunti, Firenze 1954, p

18 Dalle indagini dì Vygotskij risulta anche che molto spesso gli adolescenti, sebbene siano in grado di formare concetti e operare con essi in una situazione concreta, riescono con difficoltà a definirli e anche, una volta afferrato e formulato il concetto a livello astratto, difficilmente riescono ad applicarlo a situazioni concrete nuove, diverse da quelle originali. In tutto il processo di concettualizzazione un ruolo estremamente importante è svolto dal linguaggio: le operazioni intellettuali sono guidate dall'uso di parole che servono per centrare l'attenzione, per astrarre certi tratti e simbolizzarli per mezzo di un segno. Quindi è importante, in ambito scientifico puntualizzare molto sulle parole specifiche per far acquisire i concetti sottostanti. A tal proposito esiste una forte contrapposizione tra la teoria di Vygotskij e quella di Piaget. Piaget sostiene che nel bambino il pensiero precede lo sviluppo del linguaggio, inizialmente subordinato al pensiero e di tipo egocentrico diventa solo dopo comunicativo e quindi sociale. Vygotskij invece si oppone a questa teoria poiché afferma che la funzione primaria del linguaggio è la comunicazione: il primissimo linguaggio che compare nel bambino è quello sociale cioè frutto dell interazione del bambino soprattutto con i genitori. Per Vygotskij il pensiero è successivo al linguaggio poiché è il linguaggio che determina il pensiero. 3. L attivismo di Dewey Gran parte della storia dell Attivismo è sicuramente sotto il segno di Dewey. Con il termine attivismo vengono racchiuse le esperienze delle scuole nuove 6, che vedono l educazione non come trasmissione di un sapere oggettivo, ma come la formazione della personalità autonoma. 7 La critica alla scuola tradizionale e l idea di un educazione centrata sull alunno sono i pilastri 6 Termine usato e coniato per la prima volta da Pierre Bovet, direttore dell istituto Rousseau nel U. AVALLE, Cultura pedagogica, Paravia, Torino 1997, p

19 dell Attivismo e del movimento delle scuole nuove. Ferriere 8 individua le scuole nuove come autentici laboratori di pedagogia pratica, strutturati come collegi situati in campagna ma dotati di un atmosfera familiare. In essi il lavoro manuale si accompagna all attenzione per l educazione fisica e quindi alla vita all aria aperta. L educazione deve basarsi sia sulla cultura generale sia sulla specializzazione, fondarsi sull interesse e sull esperienza (vedi capitolo successivo) e sull attività personale. Se si ha come scopo la formazione dell uomo e del cittadino bisogna presupporre un educazione che si basi sulla considerazione psico-pedagogica dello sviluppo del bambino Il ruolo e il significato dell educazione L educazione è secondo Dewey ricostruzione e riorganizzazione continua dell esperienza, allo stesso tempo personale e sociale. In Il mio credo pedagogico (1987) Dewey sintetizza in cinque punti i fondamenti della sua convinzione pedagogica: - l'istruzione è frutto della partecipazione progressiva dell'individuo al patrimonio comune del genere umano: - l'istruzione è un processo sociale e la scuola il fulcro di questo processo, quindi è inerente alla vita e non preparatoria ad essa; - il centro dei programmi di insegnamento è l'insieme delle attività del bambino nel quadro sociale; - il concetto che deve guidare l insegnamento è l attività del fanciullo: - l'istruzione è il fondamento del progresso sociale e politico. La riflessione sulla didattica attraversa tutta l opera di Dewey, a partire dall esperienza di Chicago per poi articolarsi attraverso vari scritti. Proprio la scuola di Chicago è uno dei primi esempi di scuola attiva. La scuola qui è connessa all università per quella continuità tanto sostenuta da Dewey che 8 È ad opera di Adolphe Ferriere che viene fatto il primo tentativo di unificazione delle scuole nuove con la fondazione a Ginevra dell Ufficio internazionale delle scuole nuove 19

20 vedeva teoria a pratica procedere parallelamente. Dewey si preoccupa di articolare la scuola in livelli corrispondenti agli stadi di sviluppo psicologico del bambino: dopo la scuola dell infanzia il bambino frequenta la scuola primaria dove il laboratorio è il metodo di lavoro più usato: gli allievi sono impegnati in una pluralità di attività, come falegnameria, cucina, tessitura, attorno alle quali si costruiscono le conoscenze linguistiche, geografiche, scientifiche 3.2. Le indagini personali sul mondo Nel testo Logica, teoria dell indagine Dewey ci illustra il suo modo di vedere il processo che sta alla base dell esplorazione del mondo e dei problemi che esso ci mette di fronte. Questo metodo assomiglia molto al metodo sperimentale usato nelle scienze. L'attività rivolta alla conoscenza riguarda l'uomo durante tutta la sua vita. L'esistenza di indagini non è cosa che si possa mettere in dubbio. Esse entrano in ogni ambito della vita e in ciascun aspetto di ogni ambito. Gli uomini compiono delle disamine nella vita di ogni giorno; essi rimuginano le cose intellettualmente: essi inferiscono e giudicano altrettanto "naturalmente" come essi mietono e seminano, producono e scambiano servizi 9. Questo lavoro intellettuale non è tipico dell'uomo adulto ma dell'uomo in quanto tale. Anche i bambini compiono indagini, sebbene queste possano risultare diverse da quelle degli adulti o degli scienziati. Si parte con una situazione problematica: verrà fatto un lavoro di analisi da tale problema e da qui si articoleranno le varie fasi: - Situazione problematica: è una situazione confusa, non chiara. Il bambino o l adulto sente l esigenza, ha un bisogno, una curiosità per fare chiarezza - Definizione del problema 9 J. DEWEY, Logica, teoria dell indagine, Einaudi, Torino 1949, p

I libri di testo. Carlo Tarsitani

I libri di testo. Carlo Tarsitani I libri di testo Carlo Tarsitani Premessa Per accedere ai contenuti del sapere scientifico, ai vari livelli di istruzione, si usa comunemente anche un libro di testo. A partire dalla scuola primaria, tutti

Dettagli

LA FISICA IN LABORATORIO

LA FISICA IN LABORATORIO Istituto Calasanzio anno 2015-2016 LA FISICA IN LABORATORIO Progetto sulle attività sperimentali per la scuola primaria e secondaria IN COSA CONSISTE IL METODO SCIENTIFICO Nell educazione scientifica è

Dettagli

FONDAMENTI E DIDATTICA DELLE SCIENZE NELLA SCUOLA DELL INFANZIA

FONDAMENTI E DIDATTICA DELLE SCIENZE NELLA SCUOLA DELL INFANZIA FONDAMENTI E DIDATTICA DELLE SCIENZE NELLA SCUOLA DELL INFANZIA giuseppina.rinaudo@unito..rinaudo@unito.itit SFP 2006 - "Introduzione al corso" V. Montel, M. Perosino, G. Rinaudo 1 Impostazione del corso

Dettagli

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Chi sono Francesco lo Basso Molfetta (Ba) Progettista di Formazione Giudice di Gara dal 1972 Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Esperienze specifiche: Tutor Progetto Formazione Giovani Obiettivi Acquisire

Dettagli

La ricerca empirica in educazione

La ricerca empirica in educazione La ricerca empirica in educazione Alberto Fornasari Docente di Pedagogia Sperimentale Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Il ricercatore ha il compito di trovare relazioni

Dettagli

QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE

QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE I FATTORI CHE ACCRESCONO L EFFICACIA DELL INSEGNAMENTO LE COMPETENZE DIDATTICHE Contrassegna con una X la casella prescelta per ogni indicatore L insegnante

Dettagli

OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI

OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI ISTITUTO COMPRENSIVO DI BREMBATE SOPRA - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO FERRUCCIO DELL ORTO OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI CLASSI PRIME SOCIALIZZAZIONE - PARTECIPAZIONE Primo quadrimestre Si pone nella

Dettagli

I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO. Palermo 9 novembre 2011

I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO. Palermo 9 novembre 2011 I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA Palermo 9 novembre 2011 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO Webquest Attività di indagine guidata sul Web, che richiede la partecipazione attiva degli studenti,

Dettagli

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA I.C.S. MAREDOLCE FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA La nostra scuola dell Infanzia con la sua identità specifica sotto il profilo pedagogico e metodologico-organizzativo persegue: l acquisizione di capacità

Dettagli

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016 Finalità della Scuola del primo ciclo Compito fondamentale della scuola del primo ciclo d istruzione, che comprende la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado, è la promozione del pieno sviluppo

Dettagli

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico Tipologia: Recupero e consolidamento delle capacità linguistiche Recupero e consolidamento delle capacità logiche Recupero e consolidamento delle capacità matematiche

Dettagli

RICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009

RICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009 RICERCA-AZIONE ovvero l insegnamento riflessivo Gli insegnanti sono progettisti.. riflettono sul contesto nel quale devono lavorare sugli obiettivi che vogliono raggiungere decidono quali contenuti trattare

Dettagli

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 RICERCA-AZIONE Insegnare per competenze: Lo sviluppo dei processi cognitivi Scuola Elementare Fiorentino DESCRIZIONE DELL ESPERIENZA Docente: Rosa

Dettagli

PROGRAMMAZIONE SCUOLA PRIMARIA - CLASSE TERZA

PROGRAMMAZIONE SCUOLA PRIMARIA - CLASSE TERZA CURRICOLO D ISTITUTO COMPRENDERE COMUNICARE RIFLETTERE RIELABORARE PROGRAMMAZIONE SCUOLA PRIMARIA - CLASSE TERZA AREA DEI LINGUAGGI (italiano, lingua inglese, musica, arte e immagine) TRAGUARDI PER LO

Dettagli

PROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima. Matematica

PROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima. Matematica ISTITUTO COMPRENSIVO DI SORISOLE Scuole Primarie PROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima Matematica Anno Scolastico 2015/ 2016 COMPETENZE : A -NUMERO Comprende il significato dei numeri, i modi per

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO MONTEGROTTO TERME SCUOLA PRIMARIA DISCIPLINA: SCIENZE - CLASSE PRIMA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

ISTITUTO COMPRENSIVO MONTEGROTTO TERME SCUOLA PRIMARIA DISCIPLINA: SCIENZE - CLASSE PRIMA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO PRIMA DELLA DISCIPLINA: SCIENZE - CLASSE PRIMA L alunno sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere. Esplora i fenomeni

Dettagli

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità Istituto Comprensivo Statale Lorenzo Bartolini di Vaiano Piano dell Offerta Formativa Scheda di progetto Progetto 5 Formazione, discipline e continuità I momenti dedicati all aggiornamento e all autoaggiornamento

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA SCIENZE NATURALI E SPERIMENTALI. Competenza: 1. Comunicazione efficace Indicatore: 1.1 Comprensione

SCUOLA PRIMARIA SCIENZE NATURALI E SPERIMENTALI. Competenza: 1. Comunicazione efficace Indicatore: 1.1 Comprensione SCUOLA PRIMARIA SCIENZE NATURALI E SPERIMENTALI Competenza: 1. Comunicazione efficace Indicatore: 1.1 Comprensione Descrittori Classe 1 Descrittori Classe 2 Descrittori Classe 3 Descrittori Classe 4 Descrittori

Dettagli

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,

Dettagli

LICEO SCIENTIFICO OPZIONE SCIENZE APPLICATE Dallo studio delle scienze sperimentali alla comprensione del mondo tecnologico

LICEO SCIENTIFICO OPZIONE SCIENZE APPLICATE Dallo studio delle scienze sperimentali alla comprensione del mondo tecnologico LICEO SCIENTIFICO OPZIONE SCIENZE APPLICATE Dallo studio delle scienze sperimentali alla comprensione del mondo tecnologico Non si impara mai pienamente una scienza difficile, per esempio la matematica,

Dettagli

Non cercate di soddisfare la vostra vanità, insegnando loro troppe cose. Risvegliate la loro curiosità.

Non cercate di soddisfare la vostra vanità, insegnando loro troppe cose. Risvegliate la loro curiosità. Non cercate di soddisfare la vostra vanità, insegnando loro troppe cose. Risvegliate la loro curiosità. E sufficiente aprire la mente, non sovraccaricarla. Mettetevi soltanto una scintilla. Se vi è della

Dettagli

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano 9 aprile 2014 Premessa Mi è stato chiesto di mettere

Dettagli

L intelligenza numerica

L intelligenza numerica L intelligenza numerica Consiste nel pensare il mondo in termini di quantità. Ha una forte base biologica, sia gli animali che i bambini molto piccoli sanno distinguere poco e molto. È potentissima e può

Dettagli

CURRICOLO SCIENZE SCUOLA PRIMARIA Classe 1, 2, 3

CURRICOLO SCIENZE SCUOLA PRIMARIA Classe 1, 2, 3 CURRICOLO SCIENZE SCUOLA PRIMARIA Classe 1, 2, 3 Nuclei tematici Scienza della materia Traguardi per lo sviluppo della competenza L alunno sviluppa atteggiamenti di curiosità verso fenomeni del mondo fisico

Dettagli

Alla ricerca dell algoritmo. Scoprire e formalizzare algoritmi.

Alla ricerca dell algoritmo. Scoprire e formalizzare algoritmi. PROGETTO SeT Il ciclo dell informazione Alla ricerca dell algoritmo. Scoprire e formalizzare algoritmi. Scuola media Istituto comprensivo di Fagagna (Udine) Insegnanti referenti: Guerra Annalja, Gianquinto

Dettagli

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014

ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014 Articolazione dell apprendimento Dati identificativi ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014 Titolo significativo Risolvere i problemi Insegnamenti coinvolti

Dettagli

CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE Gruppo di Ricerca DEAL (Dislessia Evolutiva e Apprendimento delle Lingue) Università Ca Foscari Venezia CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE Si riporta di seguito l offerta formativa

Dettagli

Che cosa può rendere felice la società? Quale lavoro può migliorare la società? Guida per l insegnante

Che cosa può rendere felice la società? Quale lavoro può migliorare la società? Guida per l insegnante Che cosa può rendere felice la società? Guida per l insegnante Obiettivi educativi generali Compito di esplorazione - Immaginare diverse modalità di risoluzione dei problemi. - Dare risposte originali.

Dettagli

CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE Gruppo di Ricerca DEAL (Dislessia Evolutiva e Apprendimento delle Lingue) Università Ca Foscari Venezia CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE A. FORMAZIONE PER LA SCUOLA PRIMARIA FORMAZIONE

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

Tavola rotonda Le competenze e la didattica laboratoriale dalla Scuola di base all Università: esempi di orientamento formativo.

Tavola rotonda Le competenze e la didattica laboratoriale dalla Scuola di base all Università: esempi di orientamento formativo. SCUOLA ESTIVA DI RICERCA EDUCATIVA E DIDATTICA CHIMICA ULDERICO SEGRE Ferrara 15 luglio 2010 Riflettere sulle conoscenze per favorire un apprendimento significativo Tavola rotonda Le competenze e la didattica

Dettagli

PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA

PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA COMPETENZA 1 IMPARARE AD IMPARARE Abilità/ Capacità Organizzare il proprio lavoro autonomamente - Rispettare le consegne - Mettere in atto strategie appropriate

Dettagli

SCIENZE E TECNOLOGIA

SCIENZE E TECNOLOGIA SCIENZE E TECNOLOGIA COMPETENZE Dimostra conoscenze scientifico-tecnologiche che gli consentono di analizzare dati e fatti della realtà e di verificare l'attendibilità delle analisi quantitative e statistiche

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli.

Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli. DOCUMENTAZIONE Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli. Attività di elaborazione, raccolta, organizzazione e diffusione di documenti.

Dettagli

Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina

Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina CURRICULUM DI SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE/EDUCAZIONE FISICA Nella stesura del curriculum di Scienze Motorie e Sportive/Educazione Fisica si

Dettagli

Orientamento in uscita - Università

Orientamento in uscita - Università ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE G. FALCONE - ASOLA (MN) Orientamento in uscita - Università prof. Ruggero Remaforte A.S.. 2012/2013 Premettendo che per orientare bisogna attivare non solo strumenti ma anche

Dettagli

IT Questionario per formatori di insegnanti di lingue Analisi dei dati

IT Questionario per formatori di insegnanti di lingue Analisi dei dati IT Questionario per formatori di insegnanti di lingue Analisi dei dati Tu 1. Al questionario hanno risposto sette formatori di insegnanti di lingue. 2. Sei formatori parlano l inglese, sei il francese,

Dettagli

Cittadinanza e Costituzione

Cittadinanza e Costituzione Cittadinanza e Costituzione Anno Scolastico 20010/11 Progetto di Cittadinanza e Costituzione Finalità Essere cittadini di un mondo in continuo cambiamento ha come premessa il conoscere e il porre in atto

Dettagli

assolutamente condivisibili.

assolutamente condivisibili. Si fa riferimento alla proposta di Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006. Il Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli contiene le seguenti definizioni: Competenze

Dettagli

ELABORATO DAI DOCENTI ISTITUTO COMPRENSIVO CALVISANO. ertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghj. Anno scolastico 2014-2015

ELABORATO DAI DOCENTI ISTITUTO COMPRENSIVO CALVISANO. ertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghj. Anno scolastico 2014-2015 qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdf ghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfg CURRICOLO DI SCIENZE hjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqw ELABORATO DAI DOCENTI

Dettagli

CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA

CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA CLASSI seconde CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA LINGUA ITALIANA l alunno utilizza in maniera appropriata il codice linguistico per descrivere, narrare argomentare. si esprime in modo

Dettagli

Dalle scatole alle figure piane. Percorso di geometria Classe prima Scuola Primaria Rispescia a.s. 2014-2015

Dalle scatole alle figure piane. Percorso di geometria Classe prima Scuola Primaria Rispescia a.s. 2014-2015 Dalle scatole alle figure piane Percorso di geometria Classe prima Scuola Primaria Rispescia a.s. 2014-2015 Dalle Indicazioni nazionali per il curricolo Le conoscenze matematiche contribuiscono alla formazione

Dettagli

PROGETTARE PER COMPETENZE

PROGETTARE PER COMPETENZE Il nostro curricolo: verticale,integrato,unitario 1 ISTITUTO COMPRENSIVO PASCOLI CRISPI MESSINA Misure di accompagnamento Indicazioni Nazionali Annualità 2014-15 Progetto Formativo Nazionale: Rafforzamento

Dettagli

L EDUCAZIONE AMBIENTALE E IL RINNOVAMENTO DEL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO. Carlo Fiorentini

L EDUCAZIONE AMBIENTALE E IL RINNOVAMENTO DEL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO. Carlo Fiorentini L EDUCAZIONE AMBIENTALE E IL RINNOVAMENTO DEL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO Carlo Fiorentini La collaborazione ci ha portato ad individuare 5 aspetti caratterizzanti l educazione ambientale 1.

Dettagli

PROGETTO: TEATRO FORUM

PROGETTO: TEATRO FORUM 24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO DI CANEVA DIPARTIMENTO AREA MATEMATICA-SCIENZE-TECNOLOGIA Scuola Primaria di SARONE. Il Supermercato a scuola

ISTITUTO COMPRENSIVO DI CANEVA DIPARTIMENTO AREA MATEMATICA-SCIENZE-TECNOLOGIA Scuola Primaria di SARONE. Il Supermercato a scuola ISTITUTO COMPRENSIVO DI CANEVA DIPARTIMENTO AREA MATEMATICA-SCIENZE-TECNOLOGIA Scuola Primaria di SARONE Il Supermercato a scuola C osa? C ome? Q uando? P erché? Abbiamo scelto di creare a scuola un angolo

Dettagli

Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro

Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro 1 Laboratorio della conoscenza: scuola e lavoro due culture a confronto per la formazione 14 Novembre 2015 Alternanza scuola e lavoro

Dettagli

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO (AL TERMINE DELLA CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA) TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE SCIENZE

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO (AL TERMINE DELLA CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA) TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE SCIENZE (AL TERMINE DELLA SCUOLA DELL INFANZIA) /ESPERIENZE LA CONOSCENZA DEL MONDO L alunno osserva con curiosità lo svolgersi dei più comuni fenomeni, ne immagina e ne verifica le cause, rendendosi sempre più

Dettagli

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati)

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) 1) Pensi alla sua istituzione scolastica, comprensiva delle diverse sedi e dei diversi gradi di scuola. Quanto è d accordo con le seguenti affermazioni?

Dettagli

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA ENTE DI APPARTENENZA ASSOCIAZIONI Coinvolgimento prima e durante l esperienza Riflessione sull esperienza Collegamenti con realtà vissuta Scoperta di nuovi bisogni e nuove opportunità Possibilità di provare

Dettagli

Istituto comprensivo Arbe Zara

Istituto comprensivo Arbe Zara Istituto comprensivo Arbe Zara Viale Zara,96 Milano Tel. 02/6080097 Scuola Secondaria di primo grado Falcone Borsellino Viale Sarca, 24 Milano Tel- 02/88448270 A.s 2015 /2016 Progettazione didattica della

Dettagli

1 CIRCOLO DIDATTICO - Pontecagnano Faiano (SA) PROFILI FORMATIVI. Allegato al POF

1 CIRCOLO DIDATTICO - Pontecagnano Faiano (SA) PROFILI FORMATIVI. Allegato al POF 1 CIRCOLO DIDATTICO - Pontecagnano Faiano (SA) PROFILI FORMATIVI Allegato al POF a.s. 2013/2014 Profilo formativo della classe prima competenze riferite agli strumenti culturali Comunicare per iscritto

Dettagli

Capitolo 2. Operazione di limite

Capitolo 2. Operazione di limite Capitolo 2 Operazione di ite In questo capitolo vogliamo occuparci dell operazione di ite, strumento indispensabile per scoprire molte proprietà delle funzioni. D ora in avanti riguarderemo i domini A

Dettagli

DALLA TESTA AI PIEDI

DALLA TESTA AI PIEDI PROGETTO EDUCATIVO DIDATTICO ANNUALE SCUOLA DELL INFANZIA A. MAGNANI BALIGNANO DALLA TESTA AI PIEDI ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO CORPO Anno scolastico 2013-14 MOTIVAZIONI Il corpo è il principale strumento

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Laboratorio di Pedagogia Sperimentale. Indice

Laboratorio di Pedagogia Sperimentale. Indice INSEGNAMENTO DI LABORATORIO DI PEDAGOGIA SPERIMENTALE LEZIONE III INTRODUZIONE ALLA RICERCA SPERIMENTALE (PARTE III) PROF. VINCENZO BONAZZA Indice 1 L ipotesi -----------------------------------------------------------

Dettagli

Giochi nel mondo. Laboratorio di intercultura

Giochi nel mondo. Laboratorio di intercultura Progetto per le attività laboratoriali Anno 2012-2013 Giochi nel mondo Laboratorio di intercultura Premessa: Oggi, più di ieri, ci si rende conto che le nuove generazioni hanno bisogno di una proposta

Dettagli

IL PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE. Mónica Sandra Lista Rodríguez

IL PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE. Mónica Sandra Lista Rodríguez IL PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE Mónica Sandra Lista Rodríguez COME NASCE E SI SVILUPPA IL PEL Nel contesto europeo, l insegnamento/apprendimento delle lingue straniere ha lo scopo di far acquisire agli

Dettagli

PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare

PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare Sottogruppo coordinato da Fortunata Capparo (verbale 2 incontro - 18 /11 2002) L ispettore Gandelli ha iniziato l incontro

Dettagli

A spasso nel Sistema Solare

A spasso nel Sistema Solare A spasso nel Sistema Solare Un progetto per le scuole dell infanzia Silvia Casu INAF-OAC Alba Murino Scuola dell infanzia Dolianova 3 Perché è importante fare scienze già nella scuola dell infanzia: come

Dettagli

Percorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado

Percorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado Premessa Percorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado Giovanna Baldini e Cristiana Vettori Libera Scuola Pisa Creare comunità consapevoli,

Dettagli

L insegnamento del Laboratorio di Fisica. Alcune considerazioni didattiche

L insegnamento del Laboratorio di Fisica. Alcune considerazioni didattiche L insegnamento del Laboratorio di Fisica Alcune considerazioni didattiche La Fisica nasce come scienza sperimentale, ma è spesso insegnata in modo soltanto teorico. Senza il supporto del laboratorio, si

Dettagli

Strategie e metodi per un apprendimento efficace

Strategie e metodi per un apprendimento efficace Strategie e metodi per un apprendimento efficace In più di 100 anni, gli psicologi cognitivi dell apprendimento hanno sviluppato parecchie tecniche di studio: alcune accelerano l apprendimento, altre invece

Dettagli

Il curricolo geografico nella scuola primaria

Il curricolo geografico nella scuola primaria Il curricolo geografico nella scuola primaria 1 La crisi dell insegnamento della geografia in Italia Curricolare (la geografia come transdisciplina) Epistemologica (quale sia il vero obiettivo dell insegnamento

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE L interesse verso la lettura ed il piacere ad esercitarla sono obiettivi che, ormai da anni, gli insegnanti della scuola primaria di Attimis si prefiggono

Dettagli

Progetto Co-meta Istituto comprensivo «E. De Amicis» di Tremestieri settore scientifico

Progetto Co-meta Istituto comprensivo «E. De Amicis» di Tremestieri settore scientifico Progetto Co-meta Istituto comprensivo «E. De Amicis» di Tremestieri settore scientifico Attività laboratoriali di matematica, fisica e scienze Federico Francesco Placenti Salvatore Alex Cordovana Giorgio

Dettagli

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

Viale Trastevere, 251 Roma

Viale Trastevere, 251 Roma PROGETTO SPORTELLO DI ASCOLTO ATTIVITA DI COUNSELING PSICOLOGICO RIVOLTO AGLI STUDENTI, INSEGNANTI E FAMIGLIE ISTITUTO SAN GAETANO Viale Trastevere, 251 Roma ANNO SCOLASTICO 2014-2015 Una proposta a cura

Dettagli

PROGETTO EM.MA PRESIDIO

PROGETTO EM.MA PRESIDIO PROGETTO EM.MA PRESIDIO di PIACENZA Bentornati Il quadro di riferimento di matematica : INVALSI e TIMSS A CONFRONTO LE PROVE INVALSI Quadro di riferimento per la valutazione Quadro di riferimento per i

Dettagli

Biografia linguistica

Biografia linguistica EAQUALS-ALTE Biografia linguistica (Parte del Portfolio Europeo delle Lingue di EAQUALS-ALTE) I 1 BIOGRAFIA LINGUISTICA La Biografia linguistica è un documento da aggiornare nel tempo che attesta perché,

Dettagli

STRUTTURA UDA U.D.A. 4. Classe III A PRESENTAZIONE

STRUTTURA UDA U.D.A. 4. Classe III A PRESENTAZIONE STRUTTURA UDA UNITÀ DIDATTICA di APPRENDIMENTO di TECNOLOGIE ELETTRICO-ELETTRONICHE E APPLICAZIONI U.D.A. 4 Classe III A.S. 2015/2016 TITOLO: Componenti fondamentali di un impianto Strumenti di misura

Dettagli

La gestione delle emozioni: interventi educativi e didattici. Dott.ssa Monica Dacomo

La gestione delle emozioni: interventi educativi e didattici. Dott.ssa Monica Dacomo La gestione delle emozioni: interventi educativi e didattici Dott.ssa Monica Dacomo Attività per la scuola secondaria di I grado Chi o cosa provoca le nostre emozioni? Molti pensano che siano le altre

Dettagli

IDEE PER LO STUDIO DELLA MATEMATICA

IDEE PER LO STUDIO DELLA MATEMATICA IDEE PER LO STUDIO DELLA MATEMATICA A cura del 1 LA MATEMATICA: perché studiarla??? La matematica non è una disciplina fine a se stessa poichè fornisce strumenti importanti e utili in molti settori della

Dettagli

La valutazione nella didattica per competenze

La valutazione nella didattica per competenze Nella scuola italiana il problema della valutazione delle competenze è particolarmente complesso, infatti la nostra scuola è tradizionalmente basata sulla trasmissione di saperi e saper fare ed ha affrontato

Dettagli

QUALE MATEMATICA NELLA SCUOLA DELL INFANZIA. Scuola dell Infanzia Don Milani Anni 2006/2007/2008 Ins. Barbara Scarpelli

QUALE MATEMATICA NELLA SCUOLA DELL INFANZIA. Scuola dell Infanzia Don Milani Anni 2006/2007/2008 Ins. Barbara Scarpelli QUALE MATEMATICA NELLA SCUOLA DELL INFANZIA Scuola dell Infanzia Don Milani Anni 2006/2007/2008 Ins. Barbara Scarpelli ESPERIENZE MATEMATICHE A PARTIRE DA TRE ANNI QUALI COMPETENZE? L avventura della matematica

Dettagli

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Edizioni Erickson La mia autostima Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Deborah Plummer Introduzione L immaginazione come strumento per il cambiamento Imagework: un

Dettagli

RELAZIONE FINALE MODULO DI PROGETTAZIONE

RELAZIONE FINALE MODULO DI PROGETTAZIONE Pagina 1 di 5 RELAZIONE FINALE MODULO DI PROGETTAZIONE La partecipazione al DOL Diploma On Line per Esperti di Didattica assistita dalle Nuove Tecnologie del Politecnico di Milano ha richiesto a ciascun

Dettagli

Cosa è una competenza?

Cosa è una competenza? Le tesi di Lisbona legano la definizione di competenza al trasferimento di saperi ed abilità fuori dall ambito in cui sono stati appresi, In particolare per la scuola dell obbligo il riferimento specifico

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin Anno 2004/2005 LA FIGURA DEL FORMATORE CSI -LE SUE PECULIARITÀ E LA SUA MISSION- CORSO SNES-CSI PER FORMATORI Bologna, 3 dicembre 2005 Lara Rossin 1 INTRODUZIONE Non si insegna e non si può insegnare,

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro

Dettagli

Il curricolo per competenze e la didattica disciplinare. Obiettivi e metodologia

Il curricolo per competenze e la didattica disciplinare. Obiettivi e metodologia Il curricolo per competenze e la didattica disciplinare Obiettivi e metodologia Presentazione e premessa Breve presentazione personale Il tema Curricolo per competenze e didattica disciplinare sarà trattato

Dettagli

Agenda degli incontri

Agenda degli incontri PROGETTO DI FORMAZIONE LEARNING BY DOING Descrizione Percorso Un percorso di formazione per supportare i docenti a formare in modo esplicito le competenze trasversali dei loro allievi. E ormai noto che

Dettagli

PRIMO BIENNIO CLASSE SECONDA - ITALIANO

PRIMO BIENNIO CLASSE SECONDA - ITALIANO PRIMO BIENNIO CLASSE SECONDA - ITALIANO OBIETTIVI MINIMI 1. ASCOLTARE/PARLARE: Ascoltare e comprendere testi orali di diverso tipo. Esprimersi oralmente in modo corretto (e pertinente), producendo testi

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

L UOMO L ORGANIZZAZIONE

L UOMO L ORGANIZZAZIONE UNITÀ DIDATTICA 1 L UOMO E L ORGANIZZAZIONE A.A 2007 / 2008 1 PREMESSA Per poter applicare con profitto le norme ISO 9000 è necessario disporre di un bagaglio di conoscenze legate all organizzazione aziendale

Dettagli

PROGETTAZIONE DIDATTICA CLASSI PRIME ANNO SCOLASTICO 2012-2013 TECNOLOGIA. Traguardi per lo sviluppo delle competenze OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

PROGETTAZIONE DIDATTICA CLASSI PRIME ANNO SCOLASTICO 2012-2013 TECNOLOGIA. Traguardi per lo sviluppo delle competenze OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO PROGETTAZIONE DIDATTICA CLASSI PRIME ANNO SCOLASTICO 2012-2013 TECNOLOGIA E compito della tecnologia quello di promuovere nei bambini e nei ragazzi forme di pensiero e atteggiamenti che preparino e sostengano

Dettagli

LA COMBUSTIONE. Proposta didattica per la classe terza. Istituto Comprensivo di Barberino di Mugello Galliano. Anno scolastico 2011-2012

LA COMBUSTIONE. Proposta didattica per la classe terza. Istituto Comprensivo di Barberino di Mugello Galliano. Anno scolastico 2011-2012 LA COMBUSTIONE Proposta didattica per la classe terza Istituto Comprensivo di Barberino di Mugello Galliano Anno scolastico 2011-2012 IL FUOCO IO SO CHE Iniziamo il percorso con una conversazione: parliamo

Dettagli

Laura Viganò 13.12.10

Laura Viganò 13.12.10 LA SCUOLA dell INFANZIA UN CONTESTO PREDISPOSTO ALL INCLUSIONE Laura Viganò 13.12.10 Alcune caratteristiche proprie della scuola dell infanzia, se riconosciute e condivise dall intero collegio docenti,

Dettagli

CURRICOLO SCUOLA PRIMARIA SCIENZE COMPETENZE

CURRICOLO SCUOLA PRIMARIA SCIENZE COMPETENZE CURRICOLO SCUOLA PRIMARIA SCIENZE COMPETENZE - L alunno sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere. - Esplora i

Dettagli

G I OC ON F A PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA

G I OC ON F A PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA G I OC ON F A PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA La proposta educativa La proposta Psicomotoria educativa rivolta a bambini dai 2 ai 6 anni, tende ad una armonica formazione della personalità vista come

Dettagli

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono

Dettagli

PQM-PON Potenziamento degli apprendimenti nell area logico-matematica

PQM-PON Potenziamento degli apprendimenti nell area logico-matematica PQM-PON Potenziamento degli apprendimenti nell area logico-matematica Scuola Secondaria di I grado Progetto realizzato con il contributo del Fondo Sociale Europeo - Programma Operativo Nazionale Competenze

Dettagli

Indicazioni per l insegnante

Indicazioni per l insegnante Indicazioni per l insegnante Tutto ciò che reca le tracce del vivere umano può diventare fonte di informazione sul passato. Ivo Mattozzi Le tracce: ogni cosa che ci circonda ha delle tracce, tracce del

Dettagli