OSSERVAZIONI GENERALI

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1 LE ASSOCIAZIONI RAPPRESENTATIVE DELLE FORME PENSIONISTICHE COMPLEMENTARI PROF. IVAN CANELLI

2 Indice 1 OSSERVAZIONI GENERALI ASSOFONDIPENSIONE ASSOPREVIDENZA ALTRE FORME ASSOCIATIVE. ASSOGESTIONI - ANIA ABI CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE di 21

3 1 Osservazioni generali L attuale sistema previdenziale così come configurato in base ai provvedimenti normativi susseguitisi negli ultimi vent anni è costituito essenzialmente da tre pilastri: a) la previdenza obbligatoria pubblica; caratterizzata, a seguito della riforma Dini, da una stretta connessione tra contributi versati e livello delle prestazioni eseguite; b) la previdenza complementare di categoria o aziendale attuata mediante adesione su base collettiva ai fondi pensione (fondi pensione negoziali o adesione su base collettiva a fondi pensione aperti); c) la previdenza integrativa individuale attuata attraverso l adesione a fondi pensione aperti o a polizze individuali pensionistiche. Nell ultimo ventennio e quindi prendendo come riferimento i due interventi normativi cardine della realtà sistemica dei fondi pensione e cioè il d.lgs. 124/1993 che, per l appunto, ha regolato l istituzione dei fondi pensione, e il d.lgs. 252/2005 che ha introdotto importanti elementi di novità, decisivo è stato l impulso allo sviluppo del secondo pilastro pensionistico nel nostro paese. Si pensi ad esempio in proposito tra le altre cose al meccanismo del silenzio-assenso, ossia l adesione tacita a un fondo pensione. Adesione che si compie nel caso in cui non venga manifestata alcuna decisione circa la destinazione dei flussi maturandi di Tfr. Tale tipo di meccanismo ha costituito senz altro, nella prima fase di applicazione della riforma, uno strumento importante ai fini dell incremento delle adesioni alla previdenza complementare. I dati pubblicati difatti dalla Covip nella Relazione annuale per l anno 2007 evidenziano che circa lavoratori avevano aderito tacitamente: in termini di percentuale di adesione registrate in quell anno tale numero corrisponde all 8% del totale delle nuove adesioni. La gran parte dei nuovi iscritti ha scelto, quindi, volontariamente di aderire alla previdenza complementare, esprimendo in forma esplicita la scelta della forma pensionistica complementare a cui versare il proprio Tfr. Alla fine del 2007, il numero complessivo degli iscritti alle forme corrispondeva a circa 4,6 milioni di soggetti con un aumento di quasi 1,4 milioni di unità, pari a circa il 43% rispetto ai dati di fine Per quanto riguarda le risorse destinate alle prestazioni, nello stesso periodo, queste sono state complessivamente pari a 58 miliardi di euro, con un incremento del 12% rispetto all anno precedente. I risultati migliori nella raccolta di nuove adesioni si è registrato per i lavoratori dipendenti del settore privato, con un aumento del 57% rispetto al I fondi pensione negoziali hanno raggiunto i migliori risultati, con circa nuove 3 di 21

4 adesioni. Negli anni successivi, caratterizzati dall esplosione della crisi finanziaria internazionale, oggi ancora molto intensa, si è registrata un inversione di tendenza, le adesioni sono sì cresciute ma a ritmi molto lenti. A fine 2010 il tasso di adesione medio alla previdenza integrativa risulta pari al 23%, nettamente inferiore rispetto alla media europea. Tassi di adesione per tipologia di occupazione (dati di fine 2010) Fonte: Elaborazioni Assofondipensione su dati Covip, Relazione per l anno In tale contesto successivamente al D.Lgs. 124/1993 viene sentita l esigenza, da parte dei soggetti operanti nel settore del secondo pilastro, di riunirsi in organismi associativi per la tutela degli interessi comuni in un ottica di affermazione e sviluppo della previdenza complementare. Nei primi anni 90 viene istituita Assoprevidenza che riunisce diversi soggetti eterogenei; mentre nel 2003 vede la luce l associazione che riunisce le realtà del mondo dei fondi pensione negoziali. Di seguito passeremo all analisi di tali realtà associative e al loro ruolo all interno del sistema pensionistico complementare. 4 di 21

5 2 Assofondipensione Assofondipensione è l Associazione dei fondi pensione negoziali 1. Associazione senza scopo di lucro costituita alla fine del 2003 ad opera delle principali organizzazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori (Confindustria, Confcommercio, Confservizi, Confcooperative, Legacoop, Agci, Cgil, Cisl, Uil e Ugl), con l obiettivo di rappresentare gli interessi dei fondi pensione negoziali istituiti successivamente al 28 aprile In seguito è stata estesa l area di rappresentatività dell associazione anche a quei fondi pensione negoziali istituiti antecedentemente al 15 novembre Fondamentale premettere che i fondi pensione negoziali sono dei fondi di categoria rivolti a specifiche platee e settori, e quindi non sono nè possono essere in concorrenza tra loro. Questa loro condizione può quindi essere sfruttata al fine di creare sinergie importanti a beneficio dell intero sistema previdenziale. In tale ottica negli intenti di tale associazione vi è la valorizzazione di tutte queste sinergie, cercando concretamente di trasformare il lavoro, le conoscenze e le esperienze dei singoli fondi in patrimonio comune, patrimonio che può senz altro costituire un importante valore aggiunto. Tra le diverse finalità dell Associazione vi è quella di valutare l attuazione della normativa italiana e di quella europea fornendo posizioni condivise con le Parti sociali e di fornire il supporto e l assistenza tecnica necessaria ai fondi in un ottica di ottimizzazione dei modelli organizzativi e amministrativi. E parte attiva nell elaborazione di proposte e di iniziative indirizzate al miglioramento dell attività dell intero sistema dei fondi pensione negoziali, promuovendo lo scambio di informazioni e valutazioni degli aspetti applicativi della normativa vigente e delle iniziative legislative e regolamentari attuative. Inoltre cura i rapporti con gli altri soggetti, enti ed istituzioni, pubblici o privati, operanti nel settore della previdenza complementare. L associazione rappresenta 34 fondi negoziali e le organizzazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori che, come parti istitutive, hanno finora fortemente contribuito allo sviluppo della previdenza complementare italiana. Il numero di iscritti ai fondi pensione negoziali è di circa 2 milioni, per oltre 24 miliardi di euro di patrimonio destinato alle prestazioni. 1 E costituita con durata illimitata l associazione non riconosciuta denominata Associazione dei fondi pensione negoziali (in forma abbreviata Assofondipensione) Art. 1 Statuto Assofondipensione. 2 In possesso dei requisiti stabiliti dall articolo 3, comma 5 dello Statuto e cioè.il cui ordinamento interno è conforme alle disposizioni legislative e regolamentari vigenti per i fondi istituiti successivamente al 28 aprile di 21

6 Assofondipensione ha ormai un ruolo da protagonista nella realtà della previdenza complementare italiana. D altra parte i fondi associati in tale organismo rappresentano insieme una forza reale sicuramente tra le più importanti, anche con riferimento alle potenzialità d investimento istituzionale del Paese. Trattasi di un esperienza innovativa del concetto di bilateralità, una realtà volta ad esaltare e sviluppare tutte le opportunità sinergiche tra le forme pensionistiche di natura contrattuale con l obiettivo finale di migliorare l efficacia e l efficienza del sistema e, soprattutto, dei servizi offerti ai lavoratori iscritti. In un contesto socio-economico estremamente problematico, specie negli ultimi anni di crisi economica, tale realtà ha teso i suoi sforzi nel tentativo di coniugare le esigenze di rappresentanza con quelle di approfondimento di temi essenziali per il sistema. Esigenze specifiche di tale realtà che si è cercato di attuare coinvolgendo i principali operatori del settore e le istituzioni politiche, economiche e sociali, al fine di promuovere nel Paese una cultura della previdenza complementare più matura e consapevole. Numerose le iniziative in tal senso condotte da Assofondipensione volte anche ad accrescere il grado di consapevolezza e di professionalità necessario per una sana ed efficiente governance delle strutture. Lo sforzo è stato altresì quello di fornire, attraverso varie iniziative (attività seminariali), a tutti gli associati livelli di conoscenza e di approfondimento elevati, in un ottica di beneficio per tutti gli operatori del settore e, soprattutto in ultima analisi per tutti gli iscritti 3. I dati aggiornati a fine settembre 2011 evidenziano che il numero degli iscritti ai fondi pensione negoziali si attestava poco al di sopra dei 2 milioni 4. Nonostante il periodo di crisi attraversato e, il rallentamento registrato nelle adesioni fino a settembre 2011, fa capo ai fondi negoziali circa il 37% degli iscritti complessivi alla previdenza complementare. L andamento delle adesioni Tipologia di forma Set-11 Fpc Fpa Fpp* Sotto tale ottica va inquadrato il lavoro fatto in tema di definizione delle best practices per la gestione dei trasferimenti che ha permesso di arrivare oggi ad una gestione più facile ed immediata di tali operazioni, anche tra forme profondamente diverse tra loro. 4 Rapporto sui fondi pensione negoziali 2011 a cura di Assofondipensione. 6 di 21

7 Pip nuovi Pip vecchi* Totale** Fonte: Covip, Relazione annuale (anni 2006, 2007, 2008, 2009, 2010). Sempre da una rilevazione del 2011 dell associazione risulta che la mappatura delle adesioni presenta forti differenziazioni su base demografica ed economica. Circa il 67% degli iscritti è di sesso maschile; poco meno del 65% delle adesioni è concentrato nelle regioni settentrionali; in ordine alla distribuzione per classi di età, la percentuale di giovani iscritti (con età inferiore ai 34 anni) rappresenta circa il 20% del totale; circa la distribuzione degli iscritti per classi di addetti delle aziende, il 78% del totale si colloca nelle imprese con oltre 50 addetti. Dall analisi condotta emergevano al settembre 2011 livelli di adesione particolarmente elevati nella grande impresa, laddove la presenza del sindacato organizzato ha consentito di attuare azioni informative e formative capillari. Più limitato invece è stato il risultato conseguito nelle piccole e medie imprese, per le difficoltà legate al raggiungimento dei lavoratori impiegati e per le eventuali resistenze da parte dei datori di lavoro. Nonostante il rallentamento delle adesioni per via della non buona congiuntura economica, le masse gestite continuano (dati a settembre 2011) a crescere con ritmi particolarmente significativi. L andamento del patrimonio Tipologia di forma Set-11 Fpc Fpa Fpp* Pip nuovi Pip vecchi* Fonte: Covip, Relazione annuale (anni 2006, 2007, 2008, 2009, 2010) 7 di 21

8 Il patrimonio totale difatti ammonta a poco più di 86 miliardi di euro. I fondi pensione negoziali superano i 24 miliardi di euro, registrando una crescita, rispetto alla fine dell anno precedente, pari a circa l 8%. Essi sono la seconda forma di previdenza, dopo i fondi pensione preesistenti, in termini di patrimonio gestito. Il 28% delle risorse complessivamente raccolte dal sistema di secondo pilastro sono ascrivibili ai fondi pensione negoziali. Un dato in continua crescita; si pensi che a fine 2006, prima dell avvio della riforma, il contributo dei fondi negoziali al patrimonio totale era pari al 18%. I dati statistici e le registrazioni compiute nell analisi attestano ancora ampie potenzialità di crescita del sistema; molti sono i lavoratori ancora non raggiunti. Fondamentale al riguardo il ruolo di un informazione che sia adeguata; necessario difatti informare adeguatamente gli individui circa la riduzione dei tassi di sostituzione del primo pilastro, dovuta alle riforme apportate al sistema pensionistico pubblico. Una recente indagine 5 ha registrato una percentuale pari al 60% degli intervistati, che ha dichiarato: di non avere un idea chiara circa l importo della pensione futura. Mentre circa il 40% degli intervistati definiva: scarso il livello delle proprie conoscenze in merito agli strumenti di previdenza complementare. La scarsa consapevolezza previdenziale Fonte: Progetto Welfare, Italia Laboratorio per le nuove politiche sociali: Pensare al futuro del welfare italiano - Ricerche e proposte - Giuseppe Roma - Direttore generale Censis 6 luglio Progetto Welfare, Italia Laboratorio per le nuove politiche sociali: Pensare al futuro del welfare italiano. Ricerche e proposte - Giuseppe Roma - Direttore generale Censis 6 luglio di 21

9 Gli Strumenti previdenziali integrativi Fonte: Progetto Welfare, Italia Laboratorio per le nuove politiche sociali: Pensare al futuro del welfare italiano - Ricerche e proposte - Giuseppe Roma - Direttore generale Censis 6 luglio La mancanza di un informazione adeguata comporta quindi notevoli difficoltà per l affermazione e lo sviluppo della previdenza complementare ed impedisce di fatto la comprensione della sua importanza nell attuale contesto socio-economico. La conseguenza di ciò è che non vengono adottati dalla platea di potenziali utenti quei comportamenti che sono necessari per adeguarsi alle mutate prospettive pensionistiche. Assofondipensione negli ultimi anni ha partecipato alle procedure di consultazione poste in essere dalla Covip dando il suo contributo nel definire un sistema di regole che fosse sempre più adeguato ad un mondo in continua evoluzione ed espansione come quello del secondo pilastro previdenziale italiano. Sempre in tale ottica l associazione è stata inoltre resa partecipe in ambito parlamentare con varie audizioni 6. Più specificamente con riferimento alla struttura dell associazione possiamo distinguere tra quattro distinte categorie di soci: 9 di 21

10 a) i soci promotori, Confindustria, Confcommercio, Confservizi, Confcooperative, Legacoop, AGCI, CGIL, CISL, UIL, UGL; b) i soci ordinari, i fondi pensione negoziali 7 e i fondi preesistenti dotati di soggettività giuridica e precisamente: Alifond, Arco, Astri, Byblos, Cometa, Concreto, Cooperlavoro, Espero, Eurofer, Filcoop, Fiprem, Foncer, Fonchim, Fondapi, Fondaereo, Fondenergia, Fondoposte, Fo.nte, Fontemp, Fopadiva, Fopen, Gommaplastica, Laborfonds, Mediafond, Pegaso, Prevaer, Prevedi, Previambiente, Previcooper, Previmoda, Priamo, Quadri e Capi Fiat, Solidarietà Veneto, Telemaco. c) i soci aggregati, un rappresentante di parte datoriale ed un rappresentante di parte sindacale, individuati tra le fonti istitutive di ciascun socio ordinario; altre organizzazioni individuate unanimemente dai soci promotori 8. d) i soci osservatori, Espero, Artifond e Fondapi. Tutti i soggetti che hanno i requisiti e le caratteristiche richieste vengono ammessi alla partecipazione all associazione dietro delibera insindacabile del consiglio direttivo. La qualità di socio si perde, oltre che per intervenuta cancellazione dall Albo 9 dei fondi pensione, per recesso o esclusione 10. Il recesso è libero 11 e può essere esercitato in qualsiasi momento 12. L esclusione può essere disposta con deliberazione dell assemblea per i soci ordinari 13 e quelli aggregati ove venga riscontrata l insussistenza o il venir meno delle condizioni richieste dall art. 3 comma 5 dello stesso Statuto. Tutti i soci ammessi, ad esclusione dei promotori 14, sono tenuti al versamento di una quota di adesione determinata dal consiglio direttivo. Sono poi tenuti al versamento di un contributo annuale 15. Sotto il profilo organizzativo sono organi dell associazione 16 : a) l Assemblea dei Soci; 6 Nel 2011, è stata sentita dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati nell indagine conoscitiva sui mercati degli strumenti finanziari e dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica nell indagine conoscitiva sulla riforma fiscale. 7 Fondi che abbiano ottenuto l autorizzazione all esercizio dell attività da COVIP. 8 Organizzazioni appartenenti alle tipologie di cui all art. 12 comma 1 let. b:.organizzazioni istitutive di fondi pensione negoziali o firmatarie di CCNL che ne promuovono le adesioni non appartenenti ai sistemi di rappresentanza dei promotori stessi. 9 Con provvedimento dell Autorità competente ex art. 4 comma 6 D.Lgs n.124/ In entrambi i casi non si ha diritto alla ripetizione dei contributi versati (art. 5 comma 6). 11 Nel caso di recesso di uno dei soci promotori il Presidente ne dà immediata informazione all assemblea per gli opportuni provvedimenti. 12 Ha effetto con la fine dell anno solare in corso, se comunicato almeno tre mesi prima di tale data; in caso contrario dalla fine dell anno solare successivo. 13 L esclusione o il recesso di un determinato socio ordinario comporta, dalla medesima data, conseguentemente la decadenza dei relativi soci aggregati (art. 5 comma 7). 14 Tuttavia il consiglio direttivo può consentire ad un socio promotore di versare un contributo annuale attraverso prestazione di beni o servizi. 15 Determinato sempre dal consiglio direttivo che si compone di una parte fissa e di una parte variabile (dipendente essenzialmente dal valore della massa amministrata e dal numero degli iscritti). 16 Tutte le cariche sono a titolo gratuito salvo diversa deliberazione dell assemblea (art. 7 comma 2) 10 di 21

11 b) il Consiglio Direttivo; c) il Comitato Tecnico; d) il Collegio dei probiviri; e) il Collegio sindacale; f) la Consulta dei presidenti. L assemblea è costituita da un elemento per ogni socio promotore e dai rappresentanti dei soci ordinari ed aggregati 17. Viene convocata almeno una volta l anno per l approvazione del bilancio nonché dal Presidente quando questi lo ritenga opportuno o da almeno un quarto dei rappresentanti dei soci con diritto di voto 18. L assemblea impartisce le direttive generali di azione dell associazione; delibera sulle modifiche statutarie e sullo scioglimento dell associazione 19. All assemblea spetta, tra le altre cose, l approvazione del bilancio, l elezione dei componenti del consiglio direttivo, la nomina del collegio dei probiviri e del collegio sindacale. Stabilisce le misure, massima e minima, del contributo associativo e decide sull esclusione dei soci. Il metodo di deliberazione è a voto palese. 20 Il consiglio direttivo si compone di diciotto membri, sei designati dai soci promotori, otto dai soci ordinari d intesa con i soci aggregati, due sempre dai soci promotori 21, uno coincidente con il coordinatore del comitato tecnico, uno eletto dal consiglio stesso. Viene convocato trimestralmente e ogni qual volta il Presidente lo ritenga opportuno. Redige il progetto di bilancio, istituisce eventuali commissione di lavoro 22, delibera sull ammissione dei soci e propone all assemblea eventuali esclusioni, definisce modalità versamento contributo, decide in merito all eventuale assunzione di personale dipendente e su eventuali incarichi di consulenza. Il presidente convoca e presiede l assemblea, il consiglio direttivo, e la consulta dei presidenti, dà le disposizioni per l esecuzione delle deliberazioni assunte dagli altri organi dell associazione e ha la rappresentanza legale dell associazione. Il comitato tecnico è invece composto da un rappresentante di ciascuno dei soci ordinari. Possono intervenire alle riunioni anche rappresentanti dei soci promotori e dei soci aggregati. Al suo interno 17 Il mandato ha durata triennale. 18 Le riunioni sono presiedute dal Presidente del consiglio direttivo o, in sua assenza o impedimento, dal vicepresidente. Di ogni riunione va redatto verbale. 19 Nominandone il liquidatore e fissandone i poteri. 20 Tuttavia per l elezione delle cariche può essere adottato lo scrutinio segreto. 21 In rappresentanza di organizzazioni istitutive di fondi pensione negoziali o firmatarie di CCNL. 11 di 21

12 viene eletto un coordinatore 23 che fa parte del consiglio direttivo. Il comitato svolge funzioni di studio, assistenza tecnica, consulenza e informazione 24. Adotta un proprio regolamento per il suo funzionamento. Quanto al collegio dei probiviri questo è costituito da tre membri eletti dall assemblea che durano in carica un triennio (uno in rappresentanza dei soci promotori e gli altri due in rappresentanza degli altri soci). Decide, con lodo inappellabile, su eventuali controversie tra soci o tra questi e l associazione 25. Il collegio sindacale si compone di cinque membri effettivi e due supplenti 26 che durano in carica tre anni e sono rieleggibili. Il collegio verifica la regolarità della gestione contabile. La consulta dei presidenti è composta dai presidenti dei soci ordinari ed è presieduta dal presidente dell associazione. La consulta pronuncia pareri sulle materie e sulle attività che riguardano l associazione. Le riunioni sono convocate dal presidente. 22 Ricorrendo a figure esterne qualora lo ritenga opportuno. 23 Dura in carica tre anni. 24 Può a tal fine istituire commissioni di studio anche avvalendosi di soggetti esterni. 25 Anche su questioni di interpretazione dello statuto. 26 Vengono eletti dall assemblea; tre effettivi ed un supplente su designazione dei soci promotori; due effettivi ed un supplente su designazione degli altri soci. 12 di 21

13 3 Assoprevidenza L associazione italiana per la previdenza complementare è stata istituita nel 1991 da un gruppo di Direttori e amministratori di fondi di previdenza complementare, con l obiettivo di dar vita ad un organismo -senza fini di lucro- che accelerasse il processo di affermazione e sviluppo della previdenza di secondo pilastro. Riunisce i regimi pensionistici complementari sorti anteriormente e successivamente al decreto legislativo 124/1993, indipendentemente dalle loro caratteristiche istituzionali, dal settore di appartenenza, dalle modalità di gestione, dall'essere ad ambito definito o aperti. Possono aderire all'associazione, nell'apposita sezione loro riservata, i fondi e i regimi aventi finalità assistenziale, qualsiasi forma soggettiva o struttura presentino. Possono partecipare anche gli operatori del settore diversi quali gestori amministrativi, finanziari, consulenti, liberi professionisti, in qualità però di soci osservatori 27. Assoprevidenza svolge un ruolo attivo nella promozione della previdenza complementare anche nei confronti degli enti e delle istituzioni coinvolte. L associazione fornisce consulenza in ambito giuridico, fiscale, attuariale, gestionale e finanziario; agevola una corretta e rigorosa interpretazione ed applicazione delle norme; favorisce il coordinamento degli associati nelle materie di comune interesse; promuove un'intensa attività di formazione su tutte le tematiche inerenti la previdenza complementare, corredata da studi, ricerche, pubblicazioni e convegni; opera anche nei confronti del pubblico dei non addetti ai lavori con un'intensa opera di sensibilizzazione volta allo sviluppo e alla diffusione della "cultura previdenziale". Il numero di soci di Assoprevidenza si è accresciuto nel tempo giungendo a oltre 170 iscritti. Il patrimonio gestito dagli associati di Assoprevidenza, o comunque ad essi riferibile, è stimato in circa 13 miliardi di euro. Le domande di ammissione devono essere dirette al Comitato direttivo che si pronuncia sulle medesime con riserva di ratifica da parte dell assemblea. Il recesso è libero ma non da luogo alla restituzione delle quote associative versate medio tempore. Prevista la sospensione e nei casi più gravi l esclusione su disposizione del comitato direttivo qualora si accerti inadempimento delle previsioni di legge e statutarie. 13 di 21

14 Gli organi dell associazione sono: a) l Assemblea degli Associati; b) il Comitato Direttivo; c) il Presidente del Comitato Direttivo e il Vice-Presidente del Comitato Direttivo; d) il Collegio dei Probiviri; e) il Collegio dei Revisori. L assemblea si riunisce in sede ordinaria entro il 30 giugno di ogni anno. In sede straordinaria su convocazione del presidente, quando questi lo ritenga opportuno o quando sia richiesto da almeno un terzo degli associati. L assemblea elegge i membri del comitato direttivo e ne determina il numero. Elegge altresì i membri del collegio dei probiviri e del collegio sindacale. Dispone l indirizzo generale dell attività dell associazione. Delibera eventuali modifiche allo statuto su proposta del comitato direttivo. Determina modalità, misura e termini di versamento delle quote associative. Il comitato direttivo è composto da un numero di membri stabilito, ogni tre anni, dall assemblea, tra un minimo di sette elementi ad un massimo di quattordici, 28 ed eletti sempre dall assemblea tra gli associati 29. Il comitato elegge al suo interno, un presidente, due vicepresidenti 30 ed il tesoriere. Quest ultimo cura la tenuta della contabilità. Il comitato viene convocato dal presidente almeno due volte l anno e quando ne fa richiesta almeno la metà dei suoi membri. Le deliberazioni vengono prese a maggioranza dei presenti e con votazione palese. Il comitato direttivo ha tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione che non siano riservati all assemblea. Sulla base delle direttive dell assemblea assume tutti i provvedimenti idonei alla realizzazione degli scopi dell associazione. Da esecuzione alle delibere assembleari; predispone e promuove studi e ricerche; affida all esterno consulenze di varia natura di interesse dell associazione; stabilisce misura e modalità quote associative da proporre all assemblea; determina le principali regole di comportamento nei rapporti tra gli associati e i soci osservatori; delibera ogni iniziativa utile e opportuna per lo sviluppo ed il miglioramento dell attività dell associazione. Il presidente è il legale rappresentante dell associazione. In caso di urgenza può compiere gli atti del comitato direttivo salvo ratifica da parte del comitato stesso Tale categoria di soci non ha diritto di voto. Tuttavia se il loro numero è almeno pari al 10% degli associati è garantita una loro rappresentanza nel comitato direttivo. 28 E nella facoltà del comitato integrare il numero di componenti con un massimo di altri cinque scelti tra operatori del settore o studiosi di chiara fama. 29 Ove nel triennio venga meno un membro questo verrà sostituito dal comitato con il primo dei non eletti. 30 Uno dei due con funzione vicaria. 31 Con eccezione di quanto previsto all art. 12 dello statuto lett. C) d) e) h) i) l). 14 di 21

15 Il collegio dei revisori vigila sulla gestione economica dell associazione; convoca l assemblea qualora non provveda il presidente e riferisce all assemblea sul rendiconto di gestione annuale. Il collegio dei probiviri è composto da tre membri eletti dall assemblea tra i suoi associati, che restano in carica un triennio e sono rieleggibili. 15 di 21

16 4 Altre forme associative. Assogestioni - ANIA ABI Esamineremo in sintesi e da ultimo altre realtà che hanno riferimento al secondo pilastro ed in particolar modo ai cosiddetti Piani Individuali Pensionistici. L associazione italiana del risparmio gestito Assogestioni 32 è stata costituita nel Secondo quanto previsto dall art. 2 comma 1 dello Statuto: L Assogestioni è una associazione volontaria senza scopo di lucro costituita fra le società e gli enti che svolgono sotto qualunque forma attività di gestione del risparmio, anche previdenziale, purché esercitata in base ad autorizzazione e sotto specifica vigilanza amministrativa, per promuovere, a sostegno dello sviluppo dell economia e del mercato finanziario e nella difesa degli interessi dei risparmiatori, condizioni normative e di mercato che possano favorire la diffusione e la tutela in Italia delle diverse forme di gestione del risparmio, anche previdenziale, e la crescita della relativa cultura. Rappresenta le società di gestione del risparmio italiane, gran parte di quelle straniere attive in Italia, diverse banche e imprese di assicurazione operanti nella gestione individuale e nei fondi pensione. L associazione si occupa quindi anche dello studio e della soluzione dei problemi che riguardano i settori del risparmio, della previdenza complementare e del mercato finanziario; collaborando con istituzioni e amministrazioni pubbliche; sollecitando l innovazione normativa a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale; promuovendo attività di divulgazione e informazione; promuovendo iniziative per il loro sviluppo e la loro crescita. Quanto agli associati questi devono svolgere sotto qualunque forma attività di gestione del risparmio, anche previdenziale, purchè esercitata sotto vigilanza amministrativa e che a tal fine risultino debitamente autorizzati 34. Organi associativi sono: a) il presidente; b) i Vice presidenti; il consiglio direttivo; il comitato esecutivo; il direttore generale; il collegio dei revisori; l assemblea degli associati. E dotata di un protocollo di autonomia in tema di gestione dei conflitti di interesse. 32 Nome originario nel 1984 era Assofondi mutato in Assogestioni nel Lo statuto del 1984 è stato integralmente rinnovato nel 2004e aggiornato ancora nel 2007 e nel Art. 4 comma 1 statuto. 16 di 21

17 Nel 2000 ha pubblicato Il sistema di classificazione dei fondi pensione mentre nel 2006 ha realizzato il primo sito in Italia di divulgazione educativa sul tema della finanza e della previdenza complementare. 35 Nel 2007 ha lanciato una campagna informativa sulla riforma della previdenza complementare. L associazione nazionale fra le imprese assicuratrici ANIA è un associazione volontaria senza fini di lucro: E costituita fra imprese ed enti autorizzati dall IVASS Istituto di vigilanza sulle Assicurazioni, ad esercitare le assicurazioni, le operazioni di capitalizzazione e quelle di gestione dei fondi pensione, nonché la riassicurazione, e sedi secondarie in Italia di imprese di assicurazione e di riassicurazione con sede legale all estero esercenti le attività predette, un Associazione che assume la denominazione ANIA Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. Fondata nel 1944 come Associazione Nazionale tra le Imprese Assicuratrici, l ANIA raggruppa chi da sempre gestisce e copre i rischi più diversi. All Ania aderiscono 188 imprese, tra socie effettive e corrispondenti, pari al 91% del mercato assicurativo in termini di premi. La raccolta del lavoro diretto italiano ammonta a 106 miliardi di euro, il 7,2 per cento del PIL. Organi dell associazione sono: a) assemblea; b) comitato esecutivo; c) presidente; d) vicepresidenti; e) comitato strategico; f) collegio dei probiviri; g) collegio dei revisori; h) direttore generale. Da ultimo si segnala come l ANIA attraverso i suoi vertici abbia evidenziato e sottolineato l esigenza dell obbligatorietà della previdenza complementare, 36 giovani. soprattutto in riferimento ai L associazione bancaria italiana ABI rappresenta il mondo bancario e finanziario con l obiettivo di tutelare e promuovere gli interessi comuni e l immagine degli Associati. A questo fine, l Associazione lavora quotidianamente su iniziative per la crescita ordinata, stabile ed efficiente del settore, in un ottica concorrenziale coerente con la normativa nazionale e dell Unione Europea. L Associazione Bancaria Italiana è una associazione volontaria senza finalità di lucro, che svolge la propria attività ai sensi del presente Statuto e, per quanto in esso non previsto, secondo le Il presidente dell'ania, Fabio Cerchiai. Ci vuole una presa di coscienza che le risorse pubbliche non sono piu sufficienti a garantire quanto promesso, sia per l'indebitamento pubblico sia per l'evoluzione demografica e sociale. Da ilsole24ore del Abi-Ania: obbligatorietà per la previdenza complementare. 17 di 21

18 norme contenute nella Costituzione della Repubblica e negli articoli 36 e seguenti del codice civile 37. Per quanto riguarda i contributi alla previdenza complementare di tale organismo si cita da ultimo il lavoro cui ha partecipato: Linee Guida per l integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governo societario nei processi di investimento delle forme 38. Tale documento fornisce ai fondi pensione, ai gestori e alle banche depositarie, indicazioni in merito all integrazione di strategie di investimento sostenibile e responsabile, nel più generale processo di investimento di un fondo pensione, al fine di esplicitare i passaggi chiave e chiarire gli aspetti critici. Nel 2009 è stata istituita una scuola per i fondi pensione, volta alla creazione di figure professionali adeguate 39. Un corso di Alta formazione per amministratori di fondi pensione. 37 Art. 1 Statuto ABI. 38 L iniziativa è stata promossa (settembre 2012) dal Forum per la Finanza Sostenibile (FFS), associazione multistakeholder per la promozione della cultura della responsabilità sociale nella pratica degli investimenti finanziari in Italia, di cui ABI è socio fondatore. 39 In collaborazione tra ABIFormazione e Universitas Mercatorum. 18 di 21

19 5 Considerazioni conclusive Le associazioni fin qui analizzate ed il loro ruolo allo stesso tempo attivo e fattivo in uno alla funzione di raccordo tra i vari soggetti che operano nel settore possono senz altro contribuire ad intensificare il fenomeno di affermazione della realtà previdenziale complementare. Hanno avuto difatti un ruolo importante anche con gli altri attori, quali parti sociali, governo e imprese, nel tentativo di eliminare i principali ostacoli alla piena e completa diffusione dello strumento complementare nei settori maggiormente frammentati. Si auspica che tali organismi rappresentativi possano avere un ruolo decisivo per favorire lo sviluppo della previdenza complementare nei settori produttivi e nelle realtà nelle quali il livello delle adesioni si è rivelato assolutamente insoddisfacente, con l obiettivo di riprendere quella spinta propulsiva che aveva caratterizzato la fase di avvio dei fondi pensione. Si tratta di partire dagli elementi di maggiore criticità ma anche dalle esperienze di successo di una qualche realtà ed estenderla alle altre proprio in un ottica associativa. Agevolando il processo di rimodulazione dell offerta nelle diverse forme pensionistiche complementari, tenendo conto delle specificità dei settori di riferimento e delle caratteristiche economiche e socio-anagrafiche delle imprese e dei lavoratori coinvolti. La riuscita di tutto questo processo risiede anche in un rinnovato impegno oltre che delle parti sociali e in particolare delle organizzazioni sindacali, anche di tali realtà di sintesi della previdenza complementare. Si pensi al sostegno all attività promozionale dei fondi pensione; all adozione di soluzioni contrattuali alternative che agevolino il collocamento e l adesione dei lavoratori, riducendo gli ostacoli e gli oneri che ancora si frappongono all esercizio delle loro libere e consapevoli scelte; alla capacità di ampliare l insieme dei servizi e delle prestazioni di carattere accessorio offerte, nella possibilità che anche le scelte legate ai profili di investimento e all universo investibile siano maggiormente calibrate sulla finalità previdenziale. Tutto ciò nella piena consapevolezza dell inesistenza di soluzioni ideali valide per tutte le realtà e per tutti i settori. Tuttavia però tali realtà associative possono svolgere un utile ruolo di raccordo ai fini dell individuazione di alcune soluzioni standard che possano essere messe a disposizione del sistema nel suo complesso. Numerose indagini campionarie evidenziano che il livello di conoscenza circa le modalità di funzionamento del sistema pensionistico pubblico e privato è molto basso. Dunque nell ottica di 19 di 21

20 una sempre maggiore diffusione nel nostro Paese, ad ogni livello 40, di una cultura della previdenza complementare fondamentale può essere il ruolo di tali organismi capaci di raccogliere le diverse sensibilità di tutti i suoi aderenti mettendone a frutto le sinergie. Le associazioni esaminate possono inoltre condurre, su alcune tematiche essenziali -quale ad esempio- i modelli di governance, una riflessione comune del settore dei fondi pensione e degli altri operatori del settore. L organismo infatti che raccoglie i vari soggetti può condurre un dibattito interno anche di confronto e di scambio di informazioni e best practises cercando di riportare a fattor comune opinioni e prassi diverse tra loro. L associazione di riferimento potrebbe così aiutare i fondi e i soggetti associati a fare chiarezza sugli svantaggi e i vantaggi ad esempio di un determinato modello, fornendo indicazioni utili ad una corretta applicazione dello stesso. Con specifico riferimento ai fondi negoziali sarebbe opportuno avviare una relazione attenta sul processo di razionalizzazione e sulla ricerca di ulteriori sinergie nelle funzioni amministrative e gestionali fra quei fondi caratterizzati da un perimetro contrattuale omogeneo, anche al fine di dotare i fondi stessi di strutture più complesse che possano rispondere meglio alle esigenze degli iscritti 41. L accorpamento eventuale di talune realtà previdenziali 42 consentirebbe di avere fondi di dimensioni maggiori, con un immediato e diretto vantaggio dato dal contenimento ulteriore dei costi per gli iscritti e con la possibilità di realizzare più vantaggiose economie di scala a beneficio degli associati. D altra parte la scelta iniziale di creare un fondo per ogni singola tipologia contrattuale era determinata dall esigenza del fondo di approcciare da vicino i lavoratori in modo che lo stesso lavoratore, nella scelta, si sentisse più a suo agio instaurando un rapporto più diretto ed immediato capace di favorire quel clima di fiducia necessario al lancio della previdenza integrativa. Nella realtà odierna però i fondi devono essere in grado di fornire prestazioni e servizi sempre più adeguati alle mutate e crescenti esigenze degli aderenti. I fondi devono poter svolgere tale loro funzione facendo affidamento su masse critiche idonee, con un forte patrimonio, e con disponibilità e capacità finanziarie più ampie. In tale ottica sono senz altro auspicabili fusioni in settori omogenei 40 In questa direzione andrebbe ripreso il memorandum sottoscritto il 7 aprile 2008 tra la Covip e il Ministero della Pubblica Istruzione, orientato a promuovere la conoscenza della previdenza complementare già nelle scuole. 41 In tal senso la COVIP come evidenziato da Assofondipensione nel suo rapporto del Questo riguarda soprattutto i fondi pensione caratterizzati da bacini di potenziali aderenti molto esigui. 20 di 21

21 o comunque vicini e/o integrabili e sinergie, che possano migliorare concretamente l offerta e la competitività delle forme pensionistiche contrattuali 43. D altra parte tale problematica si riflette anche sul rapporto tra aderenti e bacino potenziale di riferimento: a fine 2008 nove fondi pensione presentavano un tasso di adesione inferiore al 10% e, per due di essi, addirittura inferiore all 1%. Dunque è fondamentale che realtà come Assofondipensione tendano a favorire un percorso di razionalizzazione delle realtà esistenti nell ottica di una dimensione efficiente, obiettivo da raggiungere al più presto in quanto nell interesse degli aderenti e di riflesso decisivo per lo sviluppo del sistema. Nessun dubbio si pone sul fatto che in prospettiva, su un orizzonte temporale di lungo raggio, il minor costo per gli aderenti derivante da un consistente accorpamento potrebbe essere di ingenti dimensioni, con una conseguente crescita significativa del montante finale, e quindi -in ultima analisi- della prestazione. Importante dunque il ruolo delle associazioni rappresentative dei fondi in tale cruciale passaggio nell ottica di un aumento dei vantaggi agli iscritti e del raggiungimento della frontiera dell efficienza del sistema. Fondi di dimensioni maggiori e con dotazioni più cospicue permetterebbero, tra le altre cose, di incidere maggiormente su un processo di maturazione vera dei nostri mercati finanziari, come investitori istituzionali protagonisti della nostra economia. Già nel 2000, l autorità di vigilanza Covip si era occupata dell argomento dettando delle apposite istruzioni per gestire le operazioni di concentrazione 44. Di fatto però si è trattato di un provvedimento poco utilizzato a causa della mancanza di significative operazioni di concentrazione. Negli ultimi anni i fenomeni di aggregazione tra fondi hanno riguardato un po tutte le tipologie di fondi pensione (contrattuali, aperti, preesistenti) 45. Da ultimo si evidenzia l apporto che tali enti rappresentativi possono svolgere anche nelle problematiche di natura fiscale e tributaria fungendo da raccordo tra gli operatori e filtrando le diverse esigenze delle categorie di appartenenza. 43 Ad oggi sono all incirca dieci i fondi pensione negoziali che hanno meno di iscritti e metà di questi sono anche sotto la quota dei aderenti. 44 Vedasi Istruzioni per le operazioni di concentrazione tra fondi pensione, approvate con la Deliberazione Covip del 29 agosto 2000, oggi sostituite dal Provvedimento Covip 15 luglio Tra i fondi pensione negoziali, in particolare, si sono registrati alcuni casi di fondi che hanno raccolto un numero esiguo di aderenti, talvolta in misura inferiore all ammontare minimo di adesioni stabilito nel piano iniziale di attività. È il caso, ad esempio, dei fondi pensione Previprof e Marco Polo, che sono stati aggregati nel fondo pensione Fon.te. 21 di 21

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