La politica Agricola comune: Una prospettiva microeconomica

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1 La politica Agricola comune: Una prospettiva microeconomica Giuseppe G. L. Cappelletti v. 07/02/2007 Indice 1 Che cosa è la PAC? 2 2 Storia 2 3 Gli e etti delle politiche di prezzo: un analisi microeconomica I costi della PAC Giochi politici Gli agricoltori I consumatori I paesi extra-europei Interazione strategica tra i diversi agenti economici A Appendice: Analisi della PAC considerando l o erta internazionale 14 1

2 1 Che cosa è la PAC? La politica agricola comunitaria (in breve PAC) è un sistema di sovvenzioni e di politiche rivolte al settore agricolo dell Unione Europea. Nel 2005 ha rappresentato circa il 44% del bilancio UE con una spesa stimata in e43 miliardi [1]. Queste sovvenzioni servono a garantire un prezzo minimo ai produttori e al pagamento diretto per i raccolti seminati. Questa nota si divide in due parti, una prima parte istituzionale in cui illustreremo brevemente la storia e il funzionamento della PAC e una seconda parte in cui invece analizzeremo la PAC sotto una prospettiva economica, utilizzando come prima approssimazione i modelli di concorrenza perfetta. Per concludere individueremo due fenomeni legati ai processi di riforma della PAC che si prestano ad un analisi economica basata su strumenti più avanzati. 2 Storia Negli Articoli 2 e 3 del Trattato di Roma (1957) erano a ermati i compiti della Comunità Economica Europea (CEE), tra questi un chiaro riferimento veniva fatto ad una politica comune nel settore dell agricoltura. Tra i motivi che portarono all inclusione delle politiche agricole nel Trattato possiamo citare che: la Francia non avrebbe accettato che i beni agricoli non facessero parte dell accordo di libero commercio e avrebbe visto ogni limitazione come un atto discriminatorio nei suoi confronti; al momento della rma del Trattato il settore agricolo rappresentava ancora una quota importante delle economie dei paesi europei. Infatti il 20% della popolazione era impiegata nel settore agricolo. Un processo di uni cazione che non tenesse conto di questo fatto non avrebbe incontrato un sostegno politico su ciente. Il Trattato indicava anche gli obiettivi da perseguire (Articolo 33): aumentare la produttività del settore agricolo; assicurare un adeguato standard di vita per le persone occupate nel settore agricolo; difendere la stabilità dei mercati; garantire un o erta stabile e a prezzi ragionevoli per i consumatori. L Articolo 34 elenca gli strumenti consentiti per l attuazione della politica agricola.: gli interventi sui prezzi, gli aiuti, i trasferimenti, l accantonamento di prodotti e i sussidi alle esportazioni. Al momento dell attuazione di questo indirizzo fu scelto un sistema di tari e e quote sulle importazioni e un meccanismo di supporto al prezzo dei beni agricoli. Furono introdotte politiche a sostegno dei prezzi dei prodotti agricoli tramite l acquisto di parte della produzione allorché i prezzi fossero scesi sotto una determinata soglia. Inoltre furono imposti dei dazi alle importazioni (a partire dal 1970) e dei sussidi alle esportazioni. I dazi mantennero i prezzi europei a 2

3 livelli superiori a quelli del resto del mondo. I sussidi gravarono pesantemente sui produttori extra-europei che dovettero fronteggiare l o erta sotto costo dei produttori europei. Nel 1964 fu istituito il fondo europeo di orientamento e garanzia (FEOGA) per nanziare queste politiche. Nel 2003 questo fondo disponeva di un budget superiore ai 47 milioni di euro (vedere Tabella 1). Il fondo è costituito da due sezioni: la sezione di garanzia, che costituisce il 93% della spesa comunitaria per la PAC ed include la spesa per gli interventi a sostegno dei prodotti agricoli e i trasferimenti diretti agli agricoltori; la sezione di orientamento, che è destinata alle riforme strutturali del settore agricolo Bilancio UE Costo PAC FEOGA: Garanzia FEOGA: Orientamento Entrate derivanti dalla PAC Tabella 1: Spesa comunitaria riconducibile alla PAC e entrate derivanti dalle tari e sulle importazioni. Il 1984 segnò l inizio di importanti riforme strutturali. La commissione impose un tetto alle produzioni nazionali. Un esempio famoso furono le quote sulla produzione del latte che si dimostrò molto costosa a causa dei maggiori eccessi di produzione. La CEE garantiva un prezzo solo per le quantità stabilite dalle diverse quote e ogni superamento era sanzionato con multe proporzionate. La pressione per la riduzione della produzione fu sia interna, sia esterna nell ambito dei negoziati sul commercio internazionale. Ad esempio, durante l Uruguay Round, il negoziato commerciale multinazionale tenutosi a Punta dell Est nel settembre 1986, i principali produttori agricoli (Australia, Argentina, Canada e Nuova Zelanda) costituirono un gruppo di pressione insieme con gli Stati Uniti a nchè la Comunità Europea riducesse i sussidi alle esportazioni del 90% e gli altri sussidi del 75%. Proprio in quell occasione l applicazione dell Accordo Generale sulle Tari e ed il Commercio (o General Agreement on Tari s and Trade, in breve GATT) fu esteso no ad includere alcuni prodotti agricoli prima fortemente protetti dalle politiche agricole europee. Le pressioni esterne e il continuo eccesso di produzione portarono a due nuovi processi di riforma: la riforma Mc Sharry, dal nome del Commissario proponente, nel 1992 e la c.d. Agenda 2000 alla ne degli anni 90. Le due riforme hanno cercato di contenere la spesa comunitaria per le politiche agricole commisurando i trasferimenti alla dimensione dei terreni coltivati piuttosto che al volume della produzione. Inoltre si è a ermata la distinzione tra 3

4 politiche agricole e politiche rurali, cioè politiche mirate alla protezione e allo sviluppo delle aree rurali. Attualmente questo secondo tipo di politiche pesa per il 13% della spesa totale ma dovrebbe raggiungere il 25% entro la ne del decennio. Riassumendo, la politica agricola ha almeno due dimensioni d intervento, una interna ed una esterna. Da un lato la PAC garantisce che il prezzo dei prodotti agricoli nel mercato europeo non scenda sotto una data soglia. Dall altro la PAC controlla l accesso al mercato europeo tramite un sistema di dazi alle importazioni. Nella sezione seguente e nell appendice analizzeremo questi due aspetti utilizzando un modello di mercato concorrenziale. 3 Gli e etti delle politiche di prezzo: un analisi microeconomica. Una politica di prezzo come quella adottata con la PAC si propone di mantenere il prezzo dei prodotti agricoli sopra una certa soglia, indicata con P. Per fare ciò le autorità si impegnano ad intervenire ogni qual volta si ossservi un prezzo inferiore a quello stabilito acquistando la parte di produzione in eccesso rispetto all e ettiva domanda. Supponiamo che il mercato dei prodotti agricoli sia in concorrenza perfetta e che la domanda estera sia trascurabile 1. In questo contesto possiamo rappresentare la domanda e l o erta di prodotti agricoli sugli assi cartesiani aventi sulle ascisse la quantità e sulle ordinate il prezzo di un generico bene. Per semplicità ipotizzeremo che entrambe le funzioni siano lineari: S (p) = + p (1) D (p) = p (2) dove,, e sono costanti positive. Assumiamo che prima dell introduzione della PAC il mercato europeo si trovi in equilibrio. Nella Figura 1 rappresentiamo l equilibrio del mercato dato dall uguaglianza tra domanda ed o erta (S (p) = D (p)). Indichiamo con P il prezzo d equilibrio e con Q la quantità d equilibrio, che otteniamo sostituendo il prezzo di equilibrio nell equazione della domanda oppure nell equazione dell o erta di mercato. Al momento dell introduzione della politica agricola, il prezzo d equilibrio sul mercato è inferiore al prezzo minimo P che si vuole garantire. Per riportare il prezzo di mercato alla soglia minima, le autorità devono acquistare un ammontare pari al segmento AB, che è esattamente pari alla di erenza tra domanda e o erta nel caso in cui il prezzo fosse pari a P. 2 In questa sezione valuteremo gli e etti del primo tipo di soluzione, poichè per valutare la seconda dovremmo considerare gli e etti sul mercato internazionale rendendo l analisi più complicata. Per garantire il prezzo minimo l Unione Europea (UE) è disposta ad acquistare qualsiasi ammontare per un prezzo pari a P. Quindi si può scrivere la funzione di domanda governativa come una curva orizzontale in corrispondenza al prezzo P, formalmente: 8 < D G (p) = : 0 se p > P [0; +1) se p = P +1 altrimenti 1 In appendice verrà trattato il caso in cui l o erta estera non è trascurabile. 2 In alternativa le autorità possono sussidiare la produzione destinata all esportazione consentendo così ai produttori europei di vendere i propri prodotti a prezzi inferiori ai costi sostenuti. (3) 4

5 La domanda totale è ottenuta come somma della domanda domestica (D (p)) con la domanda governativa (D G (p)): 8 < p se p > P D T OT (p) = [ P ; +1) se p = P (4) : +1 altrimenti Data questa nuova funzione di domanda possiamo rappresentare il nuovo punto di equilibrio del mercato nella Figura 2. Il prezzo d equlibrio (P1 ) è esattamente pari a P, la quantità acquistata dai consumatori domestici è pari a D (P ) mentre la quantità acquistata dall UE è pari a S (P ) D (P ). Ora studiamo quali sono gli e etti sul surplus dei consumatori, sui pro tti dei produttori e la spesa pubblica richiesta per sostenere il prezzo dei prodotti agricoli. Partendo dai consumatori osserviamo che questa politica comporta una riduzione del surplus pari all area evidenziata in grigio (a + b) nella Figura 3. La variazione del benessere dei consumatori è attribuibile alla diminuzione della quantità consumata e all aumento del prezzo pagato. Guardando gli agricoltori il maggior prezzo ricevuto dai produttori comporta un aumento del loro surplus uguale all area arancione (a + b + c) nella Figura 4. Questo aumento di surplus è maggiore della perdita subita dei consumatori. Tuttavia dobbiamo anche considerare il costo sostenuto dagli stati membri dell UE per acquistare l eccesso di o erta presente sul mercato. Questo è pari all area rossa (b+c+d+e+f). Il risultato netto è una perdita di benessere sociale pari a b + d + e + f. La perdita sociale è proporzionale all eccesso di o erta corrispondente al prezzo di mercato ed al prezzo garantito. In appendice riportiamo l analisi che tiene conto dell o erta mondiale di prodotti agricoli. L esistenza della concorrenza internazionale capace di soppiantare completamente la produzione domestica richiese che insieme alle politiche di prezzo l UE limitasse l accesso al mercato europeo da parte dei produttori extra-europei. 5

6 Figura 1: Equilibrio iniziale. Figura 2: Equilibrio dopo l intervento comunitario. 6

7 Figura 3: Variazione del surplus dei consumatori dopo l introduzione della politica di prezzo. Figura 4: Variazione del surplus dei produttori dopo l introduzione della politica di prezzo. 7

8 Figura 5: Spesa sostenuta dall UE per la PAC. Figura 6: E etto del progresso tecnologico sull equilibrio del mercato. 8

9 Il progresso tecnico ha aggravato il problema illustrato precedentemente. Infatti l innovazione tecnologica nel settore agricolo ha ridotto i costi marginali di produzione per ogni livello produttivo. Questo ha causato una traslazione della curve di o erta a sud-est (Figura 6). 3 Dunque con il passare del tempo il costo della politica agricola è aumentato di pari passo con l aumento dell eccesso di o erta. Questi e etti sono stati studiati ed in parte misurati dalla Commissione Europea e dall Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), nella prossima sezione illustreremo alcuni dati e cercheremo di calibrare il nostro esempio in modo da replicare i dati stimati dalle diverse organizzazioni internazionali. 3.1 I costi della PAC Il costo della PAC può essere misurato in diversi modi: considerando la spesa sostenuta dall UE così come riportata nel bilancio comunitario oppure cercando di stimare la perdita di benessere da parte dei cittadini europei che devono pagare un prezzo maggiore per i prodotti alimentari. Nel 2005 la spesa comunitaria per le politiche agricole ammontava a 100 miliardi di euro 4 di cui 57 miliardi solo per le politiche a sostegno del prezzo dei prodotti agricoli. L OECD ha stimato che nel 2003 i maggiori prezzi hanno comportato un aggravio per i consumatori pari a 50 miliardi di euro. Ritson (1997) [3] ha stimato che il prezzo garantito è il 20% superiore al prezzo di equilibrio che si otterrebbe senza l intervento comunitario. Sulla base di questi dati possiamo proporre un esempio numerico in cui i valori dei parametri sono plausibili, in quanto ricavati da osservazioni. Consideriamo un paniere di prodotti interessati dalla PAC. Normalizzando il prezzo d equilibrio iniziale P a 100 e, il prezzo garantito P risulta essere pari a 120 e per quintale di prodotto. Supponiamo che la quantità domandata quando il prezzo è P = 120 sia pari a 2:380 milioni di quintali mentre l o erta sia uguale a 2:855 milioni di quintali. Per riportare il prezzo di mercato alla soglia minima, le autorità dovrebbero acquistare un ammontare pari al segmento AB (Figura 2) che è pari a 475 milioni di quintali. In tal modo il costo delle politiche di sostegno al prezzo ammonterebbe a = 57:000 milioni di euro come stimato dall OECD. Se assumiamo che = 3:820 e = 12 possiamo osservare che dato il prezzo iniziale P = 100 la quantità di equilibrio è Q = 2:620 = D (P ) = p. Con l introduzione della PAC l equilibrio del mercato passa da (Q ; P ) = (2:620; 100) al nuovo equilibrio (Q 1 ; P 1 ) dove la domanda privata è uguale a D (P1 ) = 2:380. La variazione del surplus dei consumatori è data (2:380+2:620)( ) dall area del trapezio a + b (Figura 3) uguale a 2 = 50:000 milioni di euro. Sulla base della nostra calibrazione possiamo inferire il possibile aumento del surplus degli agricoltori. La curva di o erta deve passare per i punti (Q ; P ) = (2:620; 100) e (Q 1 ; P 1 ) = (2:855; 120). Quindi i parametri della funzione di o erta sono = 47 4 e = 1:445. L aumento 3 Ricordando che la curva di o erta deriva dalle due seguenti condizioni: MC (Q) = P P AC (Q) dove MC (Q) è la funzione di costo marginale e AC (Q) è la funzione di costo medio. Il progresso tecnologico comporta una riduzione della funzione di costo marginale per ogni livello produttivo. Quindi per dato prezzo la quantità ottima aumenta, assumendo che la funzione di costo marginale sia strettamente crescente. 4 Con l adesione di nuovi stati alla comunità europea, la commissione ha stimato che in termini nominali la spesa raggiungerà il proprio picco nel biennio 2008/2009 per poi ridursi no al

10 (2:855+2:620)( ) del surplus degli agricoltori è pari all area a + b + c ed è pari a 2 = 26:229 milioni di euro. Analizzando come la spesa viene ripartita tra i diversi stati membri possiamo osservare (Tabella 2) che il maggior bene ciario è la Francia che riceve il 22% del totale mentre Spagna, Germania e Italia ricevono tra il 12% e il 15% ciascuno. Per tutti questi paesi i trasferimenti sono proporzionali alle rispettive quote di produzione. Grecia ed Irlanda ricevono trasferimenti che superano di gran lunga le rispettive quote di produzione. L Irlanda riceve sussidi pari al 4% della spesa comunitaria mentre la sua produzione ammonta al 2% di quella europea. Passando dai bene ci per gli stati a quelli per gli agenti economici, notiamo che i maggiori bene ciari tra gli agricoltori sono i grandi proprietari terrieri e le grandi industrie agricole. Due produttori di zucchero Tate e Lyle, che gurano tra i maggiori bene ciari delle politiche agricole, ricevono più di 180 milioni di euro ciascuno. Si è calcolato che l 80% della spesa va a bene ciare solo il 20% degli agricoltori europei mentre 40% dei restanti agricoltori si divide l 8% della spesa agricola. Solo il 5% della popolazione (circa 10 milioni di persone) lavora in ambito agricolo e il settore primario contribuisce solo per l 1,6% del Prodotto Interno Lordo (in breve PIL) europeo. Nei singoli stati la rilevanza del settore agricolo varia notevolmente: in Polonia il 18% della popolazione in età lavorativa è impiegata nel settore agricolo mentre in Gran Bretagna e Belgio tale quota è solo del 2%. L agricoltura rappresenta il 5% del PIL in Grecia e solo lo 0,6% in Svezia. La politica agricola può essere valutata anche sotto altre prospettive: ad esempio, non abbiamo considerato gli e etti della politica agricola dal punto di vista ecologico. Per un analisi dei costi della PAC rimandiamo alle ricerche dettagliate del Ministero del Tesoro congiuntamente con il Dipartimento per l Ambiente inglese [3]. % Benefici della PAC % Terreno coltivabile (EU 25) Francia 22% Francia 17% Germania 14% Germania 10% Grecia 6% Grecia 2% Italia 12% Italia 9% Irlanda 4% Irlanda 3% Spagna 15% Spagna 15% UK 9% UK 9% Altri 18% Altri 35% Tabella 2: Bene ci e area coltivabili in percentuale del totale (EU-25) 10

11 4 Giochi politici La PAC può essere vista come l esito di un gioco a cui prendono parte i governi nazionali e diversi gruppi d interesse. Di seguito illustreremo brevemente le caratteristiche di alcuni agenti economici in uenzati dalla PAC 4.1 Gli agricoltori Gli agricoltori bene ciano della politica mirata al sostegno del prezzo dei beni agricoli. Secondo l Eurostat nel il 58% dei 6,8 milioni di agricoltori aveva un appezzamento relativamente piccolo (meno di 5 ettari). Questi erano per lo più agricoltori greci, italiani e portoghesi. Gli appezzamenti superiori ai 100 ettari costituiscono solo il 3% degli appezzamenti europei e sono per lo più in Gran Bretagna. Il 54% dei possedimenti e il 55% delle aziende agricole si trovano in aree meno favorite o montagnose. Il 96% delle aziende sono di proprietà di singoli individui o famiglie mentre il restante 4% è proprietà di società. Ma no ad ora la PAC ha bene ciato i grandi proprietari terrieri non garantendo un miglioramento del tenore di vita per i piccoli produttori agricoli. Conseguentemente i principali bene ciari della politica agricola sono pochi e hanno forti incentivi per organizzarsi in un gruppo di pressione capace di fare lobbying sulle autorità politiche europee. 4.2 I consumatori L analisi precedente ha individuato alcuni costi sostenuti dai consumatori come conseguenza della PAC. Sebbene il costo pro-capite non sia esorbitante, la PAC sembra avere anche una valenza redistributiva. Empiricamente si osserva che i poveri sono quelli che spendono relativamente di più nei beni alimentari e quindi sono relativamente più danneggiati dai più alti prezzi dei beni agricoli. La PAC fornendo trasferimenti commisurati alla produzione ha spinto gli agricoltori ad adottare ogni mezzo per aumentare la propria produzione, anche a danno della qualità del prodotto. Questo tipo di atteggiamento ha creato un ulteriore esternalità negativa per i consumatori. Questi costi della PAC pur essendo rilevanti sono suddivisi tra tutti i consumatori che di cilmente riescono a coordinarsi in un gruppo di pressione e cace come quello costituito dagli agricoltori. 4.3 I paesi extra-europei Il sostegno dei redditi degli agricoltori ha comportato l introduzione di sussidi all esportazione e di limitazioni all accesso del mercato europeo da parte dei produttori internazionali. Questo tipo di politiche ha in uenzato la quantità prodotta, l allocazione e l organizzazione della produzione mondiale e i prezzi agricoli a livello internazionale. L UE, sussidiando le esportazioni ed avendo una quota rilevante del commercio internazionale, distorce il prezzo internazionale di molti prodotti agricoli. Questo tipo di politiche è de nito dumping e consiste nella vendita di prodotti all estero ad un prezzo inferiore a quello applicato nel mercato domestico. 5 L impatto sui paesi stranieri non è uniforme: i paesi esportatori di prodotti agricoli (ad esempio USA, 5 Nel commercio internazionale si intende per dumping una strategia con cui i prodotti di un Paese sono immessi in commercio in un altro Paese ad un prezzo inferiore al valore normale del prodotto (GATT, art. VI co 1). 11

12 Australia, Nuova Zelanda, Brasile ed Argentina) hanno subito il peso della concorrenza europea; i paesi importatori netti di prodotti alimentari sono stati implicitamente sussidiati. Per questo motivo è stato di cile il crearsi di un fronte internazionale che premesse per l abolizione o almeno il ridimensionamento della politica agricola. I meeting dell Organizzazione Mondiale del Commercio 6 (WTO) rappresentano le principali occasioni in cui i diversi paesi cercano di accordarsi sulle regole relative agli scambi internazionali e vengono sollevate le critiche più accese sulla politica agricola europea. 4.4 Interazione strategica tra i diversi agenti economici Dopo aver passato in rassegna i diversi agenti interessati alle politiche agricole possiamo osservare come consumatori e agricoltori possono in uenzare l atteggiamento dei governi tramite il voto, il sostegno politico e l attività di lobbying. A livello di stati nazionali l interazione avviene tramite un processo di contrattazione e discussione durante i negoziati internazionali. Sia il processo politico, voto o lobbying, che il processo di contrattazione possono essere studiati come giochi (nel senso tecnico del termine) dove i diversi agenti interagiscono. A titolo d esempio, consideriamo il processo di lobbying che può intercorrere tra i governi e gli agricoltori, principali bene ciari della PAC. Consideriamo un sistema maggioritario con due soli candidati: il candidato A sostiene la politica agricola mentre il candidato B vuole la sua abolizione. In una elezione maggioritaria vincerebbe il candidato che sostiene la politica preferita dalla maggioranza degli elettori. Se ipotizziamo che l esito dell elezione dipenda anche dalla popolarità dei due candidati allora questa può dipendere dalla campagna elettorale. Sotto questa ipotesi gli agricoltori bene ciari della politica agricola hanno l incentivo a costituire un gruppo di lobbying e nanziare la campagna elettorale del candidato A. Questo attività di lobbying può portare alla vittoria della competizione politica il candidato sostenuto dal gruppo di pressione indipendentemente dalle preferenze della maggioranza della popolazione [7]. Sia questa situazione, sia la contrattazione tra i paesi europei e gli altri membri del WTO in materia di liberalizzazione degli scambi commerciali possono essere studiati utilizzando la teoria dei giochi, cioè l analisi formale dell interazione tra agenti i cui obiettivi possono essere in parziale con itto tra loro. 7 6 L Organizzazione Mondiale del Commercio, meglio conosciuta come World Trade Organization (WTO), è un organizzazione internazionale creata allo scopo di supervisionare numerosi accordi internazionali relativi al commercio tra i 150 stati membri. Il WTO è stato istituito il 1 gennaio 1995, alla conclusione dell Uruguay Round. 7 Lo studente interessato ad approfondire può cominciare a leggere il capitolo XX del libro di testo e la voce Giochi, teoria dei [5]. 12

13 Bibliogra a Riferimenti bibliogra ci [1] A. V. (2003), Agricultural Policies in OECD Countries: Monitoring and Evaluation, OECD. [2] A. V. (2003), An agenda for growing Europe, European Commision. [3] A. V. (2005), A Vision for the Common Agricultural Policy, DEFRA UK. [4] A. V. (1999), The European Union s Common Agricultural Policy: Pressures for Changes, UN Department of Agriculture. [5] Battigalli, P. Giochi, teoria dei, in Dal XX al XXI secolo: problemi e prospettive (Enciclopedia del Novecento, Supplemento III, Volume A-G, 2004) [6] Jovanovic, M. N. (2005), The Economics of European Integration Limits and Prospects, Edward Elgar. [7] Persson T, G. Tabellini (2000), Political Economics, MIT Press [8] Swann, D. (2000), The Economics of Europe, Penguin Books. [9] Tarditi, S. L insostenibile spreco di risorse della PAC Siti Rilevanti [i] [ii] [iii] [iv] 13

14 A Appendice: Analisi della PAC considerando l o erta internazionale Nell analisi nel testo abbiamo trascurato il fatto che la PAC ha limitato anche l accesso al mercato europeo da parte dei produttori stranieri tramite un meccanismo di quote e tari e. Supponiamo che il prezzo mondiale del prodotti agricoli sia pari a P e che la produzione mondiale sia capace di soddisfare qualsiasi richiesta da parte dei consumatori europei. In altre parole, assumiamo che la curva di o erta mondiale sia una retta orizzontale con intercetta pari a P Int. L equilibrio dell economia domestica senza restrizioni alle importazioni è rappresentato dal punto E in corrispondenza di un prezzo d equilibrio uguale a quello internazionale e di una quantità consumata Q. In tale equilibrio la quantità prodotta domesticamente è solo S (P ) mentre Q S (P ) è importata dai produttori stranieri (Figura A1). Figura A1: Equilibrio del mercato domestico senza restrizioni alle importazioni e senza un prezzo garantito per i produttori domestici. Si può osservare come ogni politica che voglia garantire un prezzo minimo per gli agricoltori domestici non sarebbe e cace se non fosse accompagnata da una limitazione alle importazioni estere. Supponiamo che le esportazioni siano limitate e l Unione Europea garantisca un prezzo minimo P, in questo caso l equilibrio sul mercato domestico sarebbe ottenuto dall incrocio della domanda domestica inclusiva della domanda da parte dell UE con la curva di o erta domestica. Questo equilibrio è uguale a quello trovato precedentemente dove la domanda domestica è pari a D (P ). Tuttavia, la perdita di surplus per i consumatori (l area in grigio, a + b + e + g + n) è maggiore rispetto al caso studiato nel testo. La limitazione delle importazioni non permette ai 14

15 consumatori di pagare il prezzo internazionale che è minore del prezzo d equilibrio per l economia europea in autarchia. al prezzo internazionale che, a sua volta, è minore del prezzo d equilibrio per economia europea in autarchia. Simmetricamente, l aumento dei pro tti per i produttori è maggiore poichè essi non solo ricevano un prezzo maggiore per ogni unità prodotta ma possono aumentare il volume delle proprie vendite una volta che la competizione estera è bloccata. Facendo riferimento alla Figura A3, l aumento dei pro tti è pari all area azzurra, a + b + c. Il saldo di questi due e etti è una perdita di benessere sociale pari all area g + e + n c. A questa dobbiamo aggiungere la spesa sostenuta dall UE per acquistare l eccesso di o erta che si osserva quando il prezzo di mercato è pari al prezzo garantito. La spesa è proporzionale all eccesso di o erta e al prezzo garantito nel caso in cui consideriamo l aquisto diretto da parte delle autorità oppure alla di erenza tra il prezzo garantito e il prezzo internazionale nel caso in cui consideriamo un sussidio alle esportazioni (Figura A4). In quest ultimo caso la perdita totale di benessere ammonta all area b + d + 2e + g + n. Figura A2: Variazione del surplus dei consumatori. 15

16 Figura A3: Variazione del surplus dei produttori. Figura A4: Spesa sostenuta dall UE nel caso di sussidi alle esportazioni. 16

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