GIUSEPPE TORNATORE, UNA VITA DEDICATA AL CINEMA

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1 GIUSEPPE TORNATORE, UNA VITA DEDICATA AL CINEMA Ho avuto la fortuna di poter intervistare uno dei più noti registi italiani del nostro tempo, parlo di Giuseppe Tornatore (figura1). I film da lui realizzati, come Nuovo cinema Paradiso, La Sconosciuta, Baarìa, La leggenda del pianista sull oceano, Malena, trattano tematiche importanti, tematiche di vita, regalano emozioni profonde e momenti di riflessione. Attraverso l intervista che mi ha concesso abbiamo potuto ripercorrere l approccio di questo regista al mondo del cinema, l importanza che egli attribuisce a questa forma d arte, il significato che essa assume e gli intenti che hanno portato Tornatore alla realizzazione dei suoi capolavori. Il Cinema è la passione della sua vita, e le sua parole lo dimostrano. Quest intervista è basata sul libro da egli pubblicato nel 2011, intitolato La menzogna del cinema, costituito dalla trascrizione dell intervento all università IULM di Milano, in occasione della laurea honoris attribuitagli dall ateneo il 1 dicembre D: Come e perché ha iniziato a fare film? Lei si è interessato al cinema per un motivo particolare, perché pensa che il cinema abbia una sua forza, una sua essenza? Lei voleva trasmettere dei messaggi? R: Io ho cominciato a desiderare di fare cinema prestissimo, perché le emozioni e la grande capacità di trasmettere pensieri e riflessioni, che avevano i film che andavo a vedere, erano così forti, che quell istinto di emulazione che si ha da bambini rispetto le cose che ci piacciono è cresciuto. Ho cominciato a dire per gioco che volevo fare cinema, poi con l adolescenza e la maturità il desiderio è diventato un progetto. Ho inseguito il cinema come la cosa più importante della mia vita. Poi quando sono riuscito finalmente a fare i film ho cercato di raccontare storie, e, di raccontarle in un modo che potesse dare agli spettatori, in un modo o nell altro, emozioni simili a quelle che io avevo ricevuto dal cinema da ragazzo. Certo, la forza del cinema è questa, il cinema ha una forza davvero particolare rispetto a qualunque altra forma d arte, perché in qualche modo utilizza tutte le altre forme d arte preesistenti. Le coniuga insieme in un linguaggio assolutamente originale che riesce a trasmettere agli spettatori proprio la vita, a ricostruire la vita come essa è nella

2 realtà. Questa è veramente l unicità del linguaggio cinematografico. Non finirà mai di sorprenderci e, quindi, non finirà mai di darci la forza di continuare. D: Quando Lei fa un film, quale è il suo approccio ad esso? Da che cosa trae ispirazione, da cosa ha tratto ispirazione? R: Un film può nascere da mille cose, può nascere da un episodio che abbiamo vissuto in parte nella nostra vita reale. Può nascere da un intuizione, può nascere da uno stimolo letterario, può nascere da un episodio della cronaca, può nascere da un libro, può nascere da un sogno, può nascere da un infatuazione, può nascere da mille stimoli. Poi è l elaborazione di questo stimolo che ci fa venire in mente un idea per una storia, che ci porta alla sedimentazione di una trama, o se vogliamo di un pretesto, perché si possano raccontare, appunto, certe emozioni, certi pensieri, certi riflessioni. D: Quando Lei ultima un film, il risultato è come lo aveva immaginato o molte volte rimane sorpreso? R: Quando un film è finito non sempre esso si presenta esattamente come lo avevamo pensato. Anche se io posso dire di ritenermi fortunato. I miei film sono sempre stati alla fine, se non al 100%, ma al 99% come li avevo pensati. Al primo impatto, all inizio, tuttavia, non ti sembrano aderire esattamente all idea originaria, ma poi scopri sempre che, nonostante le imprecisioni, le non aderenze a quello che era il programma originario, nella sua essenza il film è sempre quello che tu volevi fare all inizio dell avventura. Diciamo, ci può essere qualche sequenza che non è esattamente come tu la volevi. Può esserci un attore o un attrice che non sono esattamente quelli che tu volevi. Può esserci qualche elemento dei tanti che concorrono alla realizzazione di una scena o di un inquadratura che non sono esattamente quello che tu volevi. Ma la combinazione perfino di questi elementi di non aderenza al progetto originario coincide sempre, con quello che è il senso di quello che tu volevi raccontare ed è la cosa più importante. D: Lei quando parla di menzogna del cinema a cosa si riferisce esattamente? R: Io mi riferisco al fatto che il cinema, il processo che porta alla realizzazione di un film, è contrappuntato da diversi stadi e diversi meccanismi di finzione, di impostura, di non verità. Tuttavia, la somma di tutti, questi elementi e di questi processi di non realtà, di non verità e quindi di menzogna producono la verità.

3 Questa è la menzogna del cinema. Io l ho usata in questo testo come un allegoria. Il cinema procede per menzogne grazie alle quali sa riproporre sullo schermo la verità. Questa è la grandezza del cinema. Perché tutto quello che realizziamo è finzione, e talvolta è trucco, talvolta è inganno e talvolta è appunto bugia; ma alla fine di tutto, la somma, l insieme di tutte queste imposture del linguaggio, di raggiro espressivo concorrono a creare l illusione della verità. D: Ecco un ultima domanda, Lei parla di forme di riscrittura quando descrive le fasi di un film. In ultima analisi le volevo chiedere, Lei pensa che il doppiaggio possa in un certo senso tradire quella che è l identità di un film? Dunque è giusto che i film vengano doppiati per essere distribuiti in un modo migliore? Cioè è un opportunità o un tradimento di quella che è l idea originale? R: Beh, dei tanti stadi evolutivi del percorso di realizzazione di un film, il doppiaggio è un altra delle circostanze che possono permettere un ulteriore elaborazione, un ulteriore maturazione del testo. Sia pure solo nei limiti, appunto, della parola, dell interpretazione dell uso della voce nei personaggi. Quindi il doppiaggio è ancora un occasione in più, una riscrittura in più. Non credo a tal punto da tradire l idea originaria, forse a tal punto da metterla meglio a fuoco. Poi bisogna distinguere, ci sono due processi di doppiaggio. C è il doppiaggio tecnico del film che utilizza il doppiaggio per correggere dei difetti, usando e rispettando, tuttavia, in buona sostanza la stessa voce dell attore che ha preso parte al film. Ecco succede per esempio nei film in presa diretta che si ricorra a parziale doppiaggio, ma rispettando l unità di volto e di voce dell attore. In questi casi il doppiaggio ti dà l opportunità di correggere piccoli elementi sia della recitazione, talvolta anche di correggere alcuni elementi del testo. Per rendere più incisivo il dialogo di un film. Nei limiti, ovviamente, che la scena già realizzata ti impone. Non è che nel doppiaggio puoi fare esattamente ex novo o puoi fare come vuoi. Entro certi limiti, si può ancora inventare, ancora correggere. Altro discorso, invece, è il doppiaggio di un film che è stato girato in una lingua e viene doppiato in un altra. Lì gli orizzonti di modificazione si possono ampliare, perché la traduzione di un dialogo, concepito in una lingua e trasposto in un altra lingua, non sempre determina un codice linguistico che coincide per esempio con i movimenti labiali dell attore o dell attrice e quindi bisogna intervenire. Bisogna

4 modificare, talvolta bisogna aggiungere delle parole, talvolta bisogna eliminarle e ricorrere a meccanismi di sintesi talmente forti che in certi casi possono anche determinare, non credo un totale tradimento, ma anche un tradimento parziale del testo originario. Questo sì, questo può succedere. Dipende dall abilità degli addetti ai lavori. Di questo processo si parla poco, mentre corrisponde ad una fase estremamente delicata, estremamente creativa della vita di un film. (Fine) Quest intervista ha costituito, per me, un momento di assoluta crescita personale, che io ho voluto condividere con chiunque leggerà o ascolterà questo mio lavoro. Ho deciso di porla all inizio della tesi, in quanto riassume in modo efficace le tematiche di questo lavoro, il suo fil rouge, che volevo rendere chiaro sin dall inizio, affinché ciascun passaggio, ciascun esempio, possano essere compresi nel loro senso più profondo. Dunque, in questo momento confidenziale con i miei lettori, non posso che incitarvi a sfogliare la prossima pagina e quella dopo ancora. (Figura 1: Intervista a Giuseppe Tornatore)

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