Lattiero caseari: tendenze e dinamiche recenti
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- Gina Fantini
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1 000 tonnellate Lattiero caseari: tendenze e dinamiche recenti Mercato in movimento Rallenta la produzione europea di latte Nel corso dell estate, e in misura più accentuata nel mese di settembre, i prezzi dei prodotti lattiero caseari hanno finalmente invertito la tendenza negativa, mostrando significativi rialzi sul mercato internazionale, comunitario ed extra-comunitario, come conseguenza di un rallentamento della produzione di latte e di una ritrovata vivacità della domanda mondiale. Dopo il mese di maggio le consegne europee sono state caratterizzate da un andamento stagionale particolarmente basso, soprattutto se confrontato con lo stesso periodo dello scorso anno: in dettaglio, a giugno la flessione è stata del 2% e a luglio dell 1% su base tendenziale con un contributo rilevante a questa dinamica da parte dei principali paesi produttori (Germania, Francia e Regno Unito). Nel complesso, considerando il ritmo accelerato della prima parte dell anno, la variazione cumulata per il periodo gennaioluglio assume ancora segno positivo per le consegne UE (+2,6%), con differenze significative nei vari Stati membri che spaziano dal +11,5% registrato nei Paesi Bassi e il -2,5% del Regno Unito. Sulla base delle recenti stime della Commissione Europea, le consegne UE dovrebbero ulteriormente calare nella seconda parte dell anno (di circa il 2%), arrivando a chiudere il 2016 con un differenziale dello 0,6% rispetto al Dopo quattro anni consecutivi di crescita, infatti, il numero di vacche è atteso in forte contrazione, soprattutto nei paesi dell Est Europa (Polonia in primis); inoltre, il programma di sostegno per la riduzione della produzione di latte - recentemente introdotto con Reg. delegato UE n. 1612/ potrebbe determinare un ulteriore contrazione nell ultimo trimestre dell anno, considerato l elevato numero di allevatori che hanno partecipato alla prima tranche UE-28: consegne mensili di latte vaccino Consegne di latte vaccino nei principali paesi UE 8,8% 11,5% ,9% 3,9% 3,2% 0,1% 3,1% gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic ES IE -2,5% PL IT NL UK FR var.% 2016 vs 2015 DE Fonte: elaborazione ISMEA su dati Commissione Europea, AGEA e i prezzi dei prodotti lattiero caseari vanno su La spinta verso l alto è stata particolarmente evidente per i prezzi del burro. In ambito comunitario, nel terzo trimestre 2016 sono stati recuperati - nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno - quasi 30 punti percentuali sul mercato tedesco di riferimento e oltre 17 punti su quello francese. I prezzi del burro hanno immediatamente reagito al rallentamento della produzione europea di latte, a fronte di una robusta richiesta proveniente dal mercato internazionale, soprattutto dalla Cina (+35% nel periodo gennaio-agosto 2016) divenuto il primo importatore mondiale davanti alla Russia. Anche altri paesi hanno significativamente aumentato la propria domanda, in particolare Stati Uniti e Messico, e il prodotto europeo ha soddisfatto gran parte delle richieste supplementari con un incremento delle esportazioni pari al 37% (periodo gennaio-agosto 2016). Prezzi in forte rialzo anche per i formaggi, con l Edamer che sul mercato tedesco ha segnato una variazione tendenziale positiva di ben 20 punti percentuali nel periodo luglio-settembre L offerta UE non è stata caratterizzata da particolare slancio, poiché i maggiori quantitativi di latte disponibile - soprattutto nella prima parte dell anno - sono stati prevalentemente indirizzati verso la produzione di latte scremato in polvere e burro. Nel contempo la domanda è cresciuta a ritmi sostenuti, sia sul fronte domestico che su quello esterno: nei primi otto mesi del 2016 le esportazioni UE di formaggi sono aumentate del 14%, grazie al buon andamento Ottobre
2 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14 ott-14 nov-14 dic-14 gen-15 feb-15 mar-15 apr-15 mag-15 giu-15 lug-15 ago-15 set-15 ott-15 nov-15 dic-15 gen-16 feb-16 mar-16 apr-16 mag-16 giu-16 lug-16 ago-16 set-16 euro/kg delle vendite negli USA (+2%), ma soprattutto dei significativi incrementi registrati in Giappone (+11%), Arabia Saudita (+20%) e Corea del Sud (+30%). 4,50 Prezzi dei lattiero caseari in alcuni mercati UE di riferimento 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 ma si adeguano lentamente alla stalla latte screm. polv. (D) latte screm. polv. (F) burro (D) burro (F) edamer (D) (D) Germania; (F) Francia Fonte: elaborazione ISMEA su dati ZMB, FranceAgrimer Anche per il latte intero in polvere i prezzi europei sono stati caratterizzati da una progressiva ripresa e, nel terzo trimestre 2016 la variazione registrata su base tendenziale ha superato il 13%, segnale di un offerta inadeguata rispetto alle richieste del mercato internazionale. Le esportazioni europee sono rimaste, infatti, stazionarie, a fronte di una rapida crescita della domanda cinese (+13% nei primi 8 mesi del 2016). Per il latte scremato in polvere la risalita dei listini è stata più contenuta (+2% nel terzo trimestre sul mercato tedesco) principalmente a causa degli elevati volumi degli stock comunitari. Le esportazioni UE, inoltre, sono risultate in sostanziale diminuzione (-18% nei primi otto mesi del 2016), anche in considerazione di una domanda mondiale poco vivace. Export UE di prodotti lattiero caseari BURRO LATTE SCREMATO IN POLVERE tonnellate gen-ago 2015 gen-ago 2016 var.% tonnellate gen-ago 2015 gen-ago 2016 var.% EXTRA UE, di cui: % EXTRA UE, di cui: % - Arabia Saudita % - Algeria % - USA % - Cina % - Egitto % - Indonesia % FORMAGGI LATTE INTERO IN POLVERE tonnellate gen-ago 2015 gen-ago 2016 var.% tonnellate gen-ago 2015 gen-ago 2016 var.% EXTRA UE, di cui: % EXTRA UE, di cui: % - USA % - Oman % - Giappone % - Algeria % - Svizzera % - Cina % Fonte: elaborazione ISMEA su dati Commissione Europea, GTA Se i prezzi dei prodotti industriali si sono adeguati alla situazione di mercato già a partire dal mese di maggio, per il prezzo percepito dagli allevatori si è dovuto attendere la fine dell estate prima di notare un lieve balzo in avanti. Dopo aver toccato il livello minimo nel mese di luglio, il prezzo medio UE del latte alla stalla ha mostrato una variazione positiva ad agosto (+3% su base congiunturale) e per le consegne di settembre è stimato il raggiungimento dei 27 euro/100 kg (ancora sotto di 3 euro/100 kg rispetto allo stesso mese del 2015 e di oltre 9 euro/100 kg rispetto a due anni fa). Ottobre
3 gen-14 feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen-15 feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen-16 feb mar apr mag giu lug ago set indice (base 2010=100) gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14 ott-14 nov-14 dic-14 gen-15 feb-15 mar-15 apr-15 mag-15 giu-15 lug-15 ago-15 set-15 ott-15 nov-15 dic-15 gen-16 feb-16 mar-16 apr-16 mag-16 giu-16 lug-16 ago-16 euro/100 kg Le stesse dinamiche si sono evidenziate in Germania e in Francia, dove la variazione congiunturale rilevata ad agosto è stata rispettivamente del +3% e del +2%; in Italia gli allevatori sono rimasti in attesa e qualche lieve rialzo si è prospettato per il latte consegnato nel mese di settembre. 44,00 42,00 40,00 38,00 36,00 34,00 32,00 30,00 28,00 26,00 24,00 22,00 Prezzo medio del latte alla stalla nell'ue UE (media ponderata) Francia Germania Italia Fonte: elaborazione ISMEA su dati Commissione Europea, FranceAgrimer, BLE Mercato nazionale ancora in attesa di ripresa Considerando i primi nove mesi del 2016, infatti, il mercato lattiero caseario nazionale ha evidenziano mediamente una flessione pari al 5,2% (rispetto al periodo gennaio-settembre 2015), come evidenziato dall andamento dell indice Ismea dei prezzi all origine (base 2010). La dinamica è stata pesantemente influenzata dai prezzi alla stalla (indice -8,8% nei primi nove mesi), nonostante la ripresa registrata dai formaggi duri (indice +2,3% nei primi nove mesi) e, nel terzo trimestre, anche dal burro (+19% rispetto a luglio-settembre del 2015) Indice ISMEA dei prezzi all'origine latte e derivati latte di vacca formaggi duri Fonte: ISMEA Sulla scia di quanto verificatosi in ambito internazionale, i prezzi delle materie grasse di origine nazionale hanno messo a segno uno straordinario recupero, come nel caso dello zangolato che nel terzo trimestre ha fatto registrare una variazione del +80% su base congiunturale e del +40% rispetto allo stesso periodo del Balzo in avanti significativo anche per il latte spot quotato a Lodi (+39% rispetto al secondo trimestre 2016), che tra l altro è risultato anche più competitivo rispetto al prodotto di provenienza tedesca i cui acquisti da parte dell industria nazionale sono stati scoraggiati. Per quanto riguarda i formaggi, l unico trend positivo si è registrato per il Parmigiano Reggiano, in parte grazie al varo del nuovo piano di programmazione produttiva in parte come conseguenza del buon andamento delle esportazioni. A partire dalla scorsa estate il Reggiano è ritornato, infatti, su livelli di prezzo che non si vedevano Ottobre
4 ormai da due anni; in particolare, durante l estate, il prodotto con 24 mesi di stagionatura ha registrato un incremento di oltre 9 punti percentuali su base tendenziale e per le stagionature minori si è arrivati anche a sfiorare il +11%. Situazione ancora depressa per gli altri formaggi tradizionali, in alcuni casi con variazioni negative a due cifre nel confronto con le quotazioni della scorsa estate, principalmente a causa di una domanda domestica che non riesce a ripartire. Prezzi medi all origine di latte e derivati (euro/kg Iva esclusa) Prodotti I trim 16 II III var. III trim 16/ III trim 15 II trim 16 Grana Padano (4-12 mesi) 6,59 6,38 6,31-2,0% -1,0% Parmigiano Reggiano (12 mesi) 8,25 8,44 8,41 10,8% -0,3% Gorgonzola (maturo dolce) 5,40 5,10 5,00-10,7% -1,9% Asiago (fresco >20 gg.) 4,48 4,26 4,23-7,6% -0,7% Provolone Valpadana (fresco) 5,45 5,15 5,01-9,1% -2,7% Mozzarella (125 g) 4,46 4,19 4,05-12,0% -3,3% Burro (zangolato) 1,21 1,07 1,92 39,8% 79,9% Latte spot (Lodi) 0,28 0,25 0,35-0,5% 38,7% Fonte: ISMEA Export di formaggi italiani in crescita Sul fronte ella domanda estera continua l espansione registrata dai prodotti lattiero caseari made in Italy sui mercati esteri. Nei primi sette mesi del 2016 sono stati complessivamente recuperati oltre 270 milioni di euro in termini di deficit della bilancia commerciale con le esportazioni di latte e derivati aumentate del 4% in valore (1,53 miliardi di euro) e le importazioni arretrate dell 11% (1,77 miliardi di euro). In particolare, le esportazioni di formaggi sono cresciute del 6,2% in volume e del 6,1% in valore, soprattutto grazie all incremento delle vendite di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che nei primi sette mesi del 2016 hanno fatto registrare una variazione positiva sia in termini di volume (+2,6%) che di quotazioni medie all export (+1,7% rispetto a un anno fa). Molto positivi anche le perfomance registrate dai formaggi freschi e latticini (+7,0% in volume e +10,7% in valore), grattugiati (+16,2% in volume e +11,7% in valore) ed erborinati (+8,0% in volume e +6,3% in valore). Fanno eccezione al trend positivo le esportazioni di pecorino (-7,3% in volume e -12% in valore), soprattutto a causa della contrazione degli invii verso gli Usa. La Francia continua a rappresentare il principale acquirente di formaggi italiani, sebbene la crescita registrata in termini di volumi (+5,7% nel periodo gennaio-luglio 2016) sia risultata inferiore rispetto a quanto evidenziato per i flussi diretti verso Germania (+14,8%) e Regno Unito (+12,1%). A dispetto dei dati in volume, che evidenziano un +3%, il mercato statunitense ha fatto registrare un segno negativo sul fronte degli introiti, scontando in parte gli effetti dell apprezzamento dell euro nei confronti del dollaro. Esportazioni italiane di formaggi e latticini per paese di destinazione Paesi 2015 tonnellate 2016 var % euro 2016 var % Export tot ,2% ,1% - Francia ,7% ,7% - Germania ,8% ,6% - Stati Uniti ,0% ,5% - Regno Unito ,1% ,8% - Svizzera ,4% ,0% - altri paesi ,4% ,6% Fonte: elaborazioni ISMEA su dati ISTAT Ottobre
5 var.% gen-ago 2016 vs 2015 Per quanto riguarda le importazioni, nei primi sette mesi dell anno, gli acquisti dall estero di formaggi e latticini sono aumentati lievemente (+0,8% in volume), ma si tratta di prodotti caratterizzati da un ridotto valore medio all import. Oltre ai freschi (+1,1% in volume), evidenziano una variazione positiva soprattutto gli acquisti dall estero di grattugiati (+27,4%) e semilavorati tipo cagliate (+8,4%). In aumento anche l import di yogurt (+12,7% in volume), mentre è proseguita la contrazione dell import di latte in cisterna (-11,1% in volume nel periodo gennaio-luglio 2016, pari a 95 mila tonnellate in meno), soprattutto da Germania (-16,1%) e Slovenia (-2,7%) rispettivamente primo e terzo fornitore dell industria nazionale; in aumento, invece, gli approvvigionamenti dalla Francia (+1,0%). Consumi domestici ancora in calo La domanda domestica di latte e derivati continua a contrarsi nel corso del 2016, confermandosi uno dei segmenti più penalizzati dalle scelte dei consumatori italiani, evidenziando nei primi otto mesi una riduzione della spesa pari al 3 % nel confronto lo stesso periodo dello scorso anno. 3,0 2,0 1,0 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0-7,0-8,0-3,9-3,9-4,1-3,9-5,8 latte latte fresco Dinamica degli acquisti domestici di latte e derivati -6,7-2,7-3,3 latte Uht formaggi tot. quantità -0,1-1,0-4,3 spesa -5,8-4,8-4,8-3,0-3,0 duri semiduri molli freschi e latticini -1,9-4,5 2,0 1,6-0,1-0,2 industriali yogurt burro Fonte: elaborazione su dati ISMEA NIELSEN (Consumer Panel Service) La flessione degli acquisti di latte è divenuta ormai una componente strutturale del consumo nazionale, coinvolgendo in uguale misura sia il fresco che l uht (entrambi -4% in volume); fanno eccezione i segmenti del biologico e alta digeribilità, pur rappresentando quote ancora esigue in termini di spesa. Tra i formaggi, complessivamente in calo del 2,7% in volume e del 3,3% in termini di spesa, è da sottolineare il recupero per i duri che si sono stabilizzati sugli stessi quantitativi di acquisto dello scorso anno. Le maggiori flessioni hanno, invece, interessato i molli in termini di quantità e i semiduri in termini di spesa. Gli unici settori a mostrare una dinamica positiva dei consumi sono lo yogurt e il burro, avvantaggiati anche dal calo dei prezzi e dalla pressione competitiva esercitata dai prodotti importati. Gli acquisti domestici di yogurt Nelle varianti magro o intero, bianco o alla frutta, fino ad arrivare ai gusti più golosi e alla new entry alla greca, lo yogurt rappresenta l unico segmento del settore lattiero caseario ad evidenziare una dinamica crescente dei consumi domestici. Grazie alle caratteristiche nutrizionali, alla enorme varietà di assortimento e all ampia gamma di prezzo (private label, prodotti importati e grandi marchi aziendali), lo yogurt riesce infatti a soddisfare le più svariate esigenze dei consumatori (dal benessere alla praticità e non ultima anche versatilità d uso in cucina come base per dolci, salse, ecc.). Ciò è evidenziato da un indice di penetrazione superiore al 90% (9 famiglie su 10 acquistano yogurt) e dal fatto che non si rilevano comportamenti di consumo prevalenti in termini di status economico, età, tipologia e composizione del nucleo familiare. Nei primi otto mesi del 2016 gli acquisti di yogurt delle famiglie italiane sono aumentati del 2% in volume rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a fronte di una sostanziale stabilità in termini di spesa segnale di un agguerrita competizione di prezzo medio allo scaffale. Ottobre
6 Lo yogurt intero resta quello che riscontra il maggiore grado di preferenza tra i consumatori, rappresentano la metà degli acquisti in volume; a seguire la variante light che costituisce circa ¼ degli acquisti e presenta un trend di crescita maggiore (+3,5% nel periodo gennaio-agosto 2016). Trend dei consumi in crescita anche per i segmenti più innovativi (bere e bicomparto), mentre si conferma la flessione del probiotico. In termini di ripartizione degli acquisti per macro area geografica si riscontra una leggera prevalenza del Nord Ovest a discapito del Centro (inclusa Sardegna), ma i consumatori più dinamici negli ultimi otto mesi sono risultati quelli delle regioni del Nord Est. I punti vendita della distribuzione moderna si confermano il canale di acquisto prevalente (soprattutto iper e supermercati con una quota del 73% in volume) e, in particolare, nel periodo analizzato si è registrata una sensibile crescita per gli acquisti effettuati nei discount, a fronte di un cedimento ormai strutturale del dettaglio tradizionale. intero 50,0% Acquisti domestici di yogurt (quota in volume per segmento) gen-ago 2016 magro 25,4% 2,0% Acquisti domestici di yogurt (var.% gen-ago 2016 in volume) 5,4% 5,7% 1,1% 3,5% -0,2% bicomp. bere 7,2% 4,2% probiotico 13,1% yogurt bere bicomp. intero magro probiotico sud 25% Acquisti domestici di yogurt (quota in volume per area) gen-ago 2016 nord ovest 29% Acquisti domestici di yogurt per area (var.% gen-ago 2016 in volume) 3,6% 1,9% 1,1% 1,6% centro 22% nord est 24% Fonte: elaborazione ISMEA su dati NIELSEN Consumer Panel Service nord ovest nord est centro sud Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Redazione a cura di: Mariella Ronga m.ronga@ismea.it Ottobre
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