nettare degli dei Ai numi donava immortalità e incorruttibilità. Agli uomini comuni energia e tanti benefici. È il miele, dolcissima fatica delle api

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1 APICOLTURA / Il miele nettare degli dei Ai numi donava immortalità e incorruttibilità. Agli uomini comuni energia e tanti benefici. È il miele, dolcissima fatica delle api di Maria Grazia Cicardi Le api esistono da milioni di anni e da milioni di anni con il loro incessante lavoro danno vita al miele, nutrimento essenziale per la sussistenza dell alveare. L uomo conosce questo alimento dolcissimo, energetico e medicinale da tempo immemore. Già in alcune pitture rupestri di anni fa, ritrovate in Spagna, è rappresentata una figura che raccoglie miele da una fenditura nella roccia. Ancora oggi po- Sullo sfondo, le cellette colme di miele di un favo. Nel tondo, api operaie al lavoro nella costruzione del nido. 55

2 polazioni primitive in Asia e SudAmerica lo raccolgono direttamente dai favi costruiti dagli insetti in alberi cavi e altre cavità naturali. Greci e Romani erano già in grado di allevare le api, considerate animali domestici in grado di produrre un importante medicina. Nella iconografia cristiana l ape rappresenta la laboriosità e il miele è simbolo di bontà e di ricchezza: la Palestina è indicata come la terra dove scorrono latte e miele. Il candidi fiori della robinia (Robinia pseudoacacia). Il miele ottenuto dalle api che bottinano questa specie è tra i più apprezzati. Chiaro, quasi incolore, trasparente e liquido ha sapore delicato e fruttato. VITA D ALVEARE La straordinaria vita sociale delle api ha da sempre colpito l immaginazione dell uomo, che ha cercato di descriverla a partire da tempi antichissimi. Virgilio, nelle Georgiche, descrive l alveare come un organismo immortale, affascinato dal fatto che lo scopo di tutta la popolazione di api è la sopravvivenza dell alveare. È stato però Karl von Frisch lo studioso che è riuscito meglio a evidenziare le funzioni delle api all interno della comunità, meritandosi il Premio Nobel nel 1973 per le sue ricerche sul comportamento sociale. Il ciclo stagionale dell alveare inizia in primavera. Poche, solo qualche migliaio, sono le api che sopravvivono all inverno, stagione nella quale la regina non depone uova e le operaie vivono chiuse in un globo (glomere), per produrre il calore necessario a vincere il freddo esterno. A primavera la regina ricomincia la deposizione delle uova, fino a ripristinare il numero delle api in attività a circa All interno dell alveare si trovano tre tipi di organismi: la regina, le femmine sterili e i maschi. La regina viene fecondata una sola volta e depone uova per tre o quattro anni a un ritmo davvero straordinario, fino a 2000 al giorno. Si distingue dalle altre api per le dimensioni dell addome, che si sviluppa enormemente in relazione alla funzione che deve svolgere. È nata da un uovo fecondato la cui larva è stata nutrita dalle api nutrici con una particolare loro secrezione, la pappa reale. Quando la regina non riesce più a svolgere il suo compito, le nutrici incominciano a nutrire un altra larva per una nuova regina. I maschi, fuchi, sono necessari solo alla fecondazione, nascono da uova non fecondate, sono alimentati dalle api nutrici e, all ini- 56

3 I fiori e l ape, un legame di mutua convenienza Le api raccolgono dai fiori sia il nettare, sia il polline, necessari alla loro alimentazione e alla sopravvivenza di tutto l alveare. Nel fare ciò svolgono per i fiori una funzione fondamentale, l impollinazione, che garantisce la sopravvivenza delle specie vegetali. Per questo motivo molti fiori hanno sviluppato alcuni stratagemmi adatti ad attirare le api, producendo il nettare zuccherino che questi insetti raccolgono, dando vita a corolle con forme particolari che favoriscono il prelievo involontario del polline dagli stami, assumendo un colore dei petali che possa essere visto dalle api, le quali distinguono quasi solo le radiazioni ultraviolette. Nel mondo delle api pare ci sia una sola gradazione di colori, che tende al bluastro. I fiori rossi, per esempio, non sono percepiti dalle api e infatti questi vengono generalmente fecondati da altri insetti, come per esempio succede per la violaciocca. Fiori che a noi sembrano rossi sono bottinati dalle api perché il loro colore emette radiazioni ultraviolette che li fanno apparire violacei. La ricerca dei fiori può spingere l ape bottinatrice anche a 3 chilometri dall alveare, distanza che percorre in continuazione per tutto il giorno fino a compiere migliaia di chilometri nell arco della sua vita, che, visto lo sforzo, dura pochi giorni. Il polline, per essere trasportato, viene stivato in apposite cavità dette cestelle poste sulle zampe. Le api di un alveare possono raccogliere dai 30 ai 60 chili di polline in un anno. Sono stati eseguiti molti studi per scoprire le caratteristiche che l ape ricerca nei fiori, anche attraverso la melissopalinologia, che studia la presenza dei pollini nei mieli.tramite queste ricerche è possibile determinare l esatta composizione floristica dei mieli. È anche possibile determinare la capacità mellifera di una pianta, in base ai valori di concentrazione degli zuccheri nel nettare e alla quantità secreta in 24 ore. Le piante sono indispensabili quindi per l alimentazione delle api, ma l ape, che posa inconsapevolmente su un fiore il polline di un altro fiore della stessa specie che le è rimasto sul dorso, compie un servizio indispensabile per la fecondazione degli ovuli e quindi per la riproduzione della pianta. Sotto, un ape sui fiori di lavanda. Dà un miele di colore bianco dorato, dal sapore aromatico e delicato. FIORI DA MIELE E PERIODO DI FIORITURA Acacia o robinia (aprile, maggio) Agrumi (primavera) Castagno (giugno, luglio) Corbezzolo (ottobre, dicembre) Erba medica (maggio, settembre) Erica (marzo, maggio) Eucalipto (giugno, agosto) Girasole (giugno, agosto) Lavanda (giugno, settembre) Rododendro (giugno, luglio) Sulla (aprile, giugno) Tarassaco (febbraio, maggio) Tiglio (maggio, luglio) Timo (maggio, luglio) Trifoglio bianco (aprile, ottobre) Melata d abete (estate) 57

4 Allevare le api per ottenere il miele L apicoltura moderna fa impiego di arnie al cui interno sono installati telai di legno mobili che consentono di sfruttare l opera delle api senza doverne distruggere il nido. L apiario è l insieme di una serie di arnie poste dall apicoltore in un determinato luogo, che dovrà essere scelto con cura se si vorrà ottenere miele di buona qualità. Le arnie vanno posizionate in una zona lontana da fonti di inquinamento, protetta dal vento, dopo aver preso in considerazione l esistenza di una flora mellifera adatta al prodotto che si vuole ottenere (es. miele uniflorale). Inoltre, le cassette devono essere sollevate da terra, per evitare l umidità, orientate possibilmente verso Sud, con uno spazio antistante le porticine privo di ostacoli. All interno di ciascuna arnia l apicoltore posiziona un telaietto rettangolare, fornito di foglio cereo, sul quale le api costruiscono le loro cellette esagonali dando vita al favo, che conterrà sia la covata sia il miele con cui verrà nutrita la colonia. A partire da fine marzo vengono fatte alcune visite all apiario per controllare le regine, scegliere i favi da sostituire e valutare la consistenza dell alveare. Una corretta gestione delle arnie aiuta a prevenire molte malattie. Quando ogni celletta del nido è piena, l apicoltore inserisce nell arnia il melario dove le api iniziano a stoccare nuovo miele: sarà quest ultimo ad essere raccolto, mentre quello contenuto nel nido rimarrà a disposizione della colonia. Per evitare che la regina salga nel melario a deporre nuove uova, si frappone tra quest ultimo e il nido una rete, l escludiregina. Le api, di dimensioni più piccole, riescono invece a raggiungere il melario e a poco a poco riempiono il telaino, chiudendo - quando il miele è maturo e ha perso la quantità di umidità in eccesso - le cellette ormai colme con un sottile opercolo di cera. La smielatura consiste nella raccolta dei telaini da melario pieni di miele e opercolati. Questi vengono dapprima privati dei tappi di cera con mezzi manuali, con appositi coltelli elettrici o con la macchina disopercolatrice, vengono poi messi in apposite centrifughe (gli smielatori), che ruotando estraggono il miele. Il miele viene a questo punto filtrato e immagazzinato in appositi maturatori per un periodo variabile, ma non inferiore ai 15 giorni. In questo lasso di tempo l umidità in eccesso e le scorie salgono a galla. Per l invasettatura,che può essere fatta a mano o con apposite macchine, il miele viene prelevato dal basso. Le ASL competenti controllano che i locali e gli strumenti per la smielatura siano conformi alle norme igieniche per garantire un prodotto buono e sicuro. Il miele si conserva con facilità; quella di solidificare è una proprietà che dipende dalla composizione floristica del miele. Ci sono mieli, come quelli di acacia che non solidificano quasi mai, altri come il girasole che solidificano molto rapidamente. La produzione di miele e la salute degli alveari sono fortemente influenzate dalle condizioni climatiche, dagli eventi atmosferici e dall andamento stagionale delle temperature. L associazione apicoltori della provincia di Sondrio, APAS, ha avviato un progetto sperimentale con stazioni di rilevamento che determinano gli incrementi di peso delle arnie in relazione alle condizioni ambientali. In questo modo gli apicoltori possono decidere con maggior efficacia e tempestività determinati interventi quali le nutrizioni di soccorso o la posa o la raccolta dei melari per ottenere pregiati mieli monoflorali. 58

5 zio della stagione fredda, quando la loro funzione non è più necessaria, non vengono alimentati e dunque muoiono. Le uova fecondate danno origine alle api operaie, la cui esistenza è codificata in una serie di compiti. Dalla deposizione dell uovo all insetto adulto passano 21 giorni, nei quali si passa attraverso gli stadi da larva a pupa; la vita di un ape nella stagione estiva difficilmente supera i 120 giorni. Tra i compiti di un ape vi sono la pulizia delle cellette, l alimentazione delle larve, la difesa dagli intrusi, la costruzione delle stupende cellette esagonali, la ricerca delle zone in cui bottinare (ovvero dove reperire nettare e polline), la raccolta, l immagazzinamento e la cura dei prodotti dell alveare. Von Frisch ha descritto il modo straordinario con il quale le api esploratrici comunicano alle bottinatrici i luoghi dove trovare i fiori: attraverso una danza, con movimenti circolari orientati verso i punti cardinali, le bottinatrici sono in grado di capire esattamente dove le esploratrici hanno trovato un luogo adatto. In un tempo davvero brevissimo tutte le bottinatrici raggiungono l obiettivo. Ricerche molto interessanti svolte con l utilizzo anche di micro radio trasmittenti e microtelecamere sono stati compiuti per evidenziare i meccanismi che guidano gli spostamenti delle api verso i fiori. Una volta che le api hanno riempito il melario di miele e sigillato ogni cella con un sottile strato di cera, il telaio viene estratto dall arnia, privato dei tappi e posto in centrifughe per estrarne il contenuto. I PRODOTTI DELL ALVEARE I prodotti dell alveare sono miele, pappa reale e polline. Partiamo dal primo. La goccia di soluzione zuccherina raccolta dall ape bottinatrice con l apparato boccale viene portata, all interno della borsa melaria, all alveare. Qui viene passata per una ventina di minuti a un ape dopo l altra. Durante questi passaggi la goccia perde umidità e viene arricchita da enzimi secreti delle ghiandole salivari delle api che provocano una serie di trasformazioni chimiche degli zuccheri. La goccia di miele ormai maturo che l ultima ape della catena

6 Dolce, anzi dolcissimo, energetico ma così leggero Le proprietà nutrizionali del miele sono date dalla sua composizione, costituita soprattutto da zuccheri (31% di glucosio e il 37% di fruttosio) e acqua (17%). Il resto è dato da acidi organici, enzimi, aromi, sali minerali. Si tratta quindi di un alimento altamente e energetico. È inoltre facilmente digeribile in quanto composto in prevalenza da zuccheri semplici: il glucosio entra immediatamente in circolo, mentre il fruttosio serve da riserva energetica e viene metabolizzato solo nel fegato, senza richiedere digestione nello stomaco. Il miele viene quindi utilizzato nell alimentazione dello sportivo, perché accresce l efficienza muscolare e sostiene lo sforzo nel tempo, nell alimentazione degli anziani e dei bambini in età scolare, perché facilmente digeribile, e come dolcificante nella prima infanzia. Per il potere dolcificante, per il risparmio calorico rispetto al saccarosio, per le proprietà energetiche, il miele dovrebbe essere utilizzato nelle dieta quotidiana di tutti: i tipi di miele sono talmente diversificati che ogni palato può essere soddisfatto. La medicina tradizionale e la cultura popolare hanno tramandato nel tempo le proprietà terapeutiche del miele, che agirebbe sui disturbi dell apparato respiratorio, cardiocircolatorio, sul fegato e sull apparato digerente. Tuttavia, anche se si sono potuti osservare svariati casi di successo terapeutico, non sono ancora state realizzate sperimentazioni scientifiche e cliniche certificate e numericamente interessanti che avvallino queste proprietà e che confermino il trasferimento delle capacità medicamentose della pianta bottinata al miele prodotto. Resta invece dimostrata l attività antibiotica, dovuta alla concentrazione zuccherina e al PH acido, e l azione emolliente, debolmente lassativa, protettiva del fegato, dovuta alla presenza del fruttosio. 60

7 deposita nella celletta ha ormai un bassissimo tenore di umidità che ne garantisce la conservazione. La pappa reale, alimento straordinariamente energetico, è secreta dalle ghiandole delle giovani api nutrici e viene utilizzata per la nutrizione delle larve nei primi tre giorni di vita e della regina per tutta la vita feconda. Il polline viene raccolto e immagazzinato nell alveare per l alimentazione delle api operaie e dei fuchi, a partire dal terzo giorno in poi, e rappresenta l unica fonte proteica di cui possono disporre per la crescita. Per la sua straordinaria proprietà energetica la pappa reale viene utilizzata dagli adolescenti in crescita e dagli sportivi mentre il polline è impiegato come ricostituente dagli anziani e dai bambini. L uomo induce con particolari tecniche una maggior produzione di queste due sostanze, modificando però la normale vita delle api. Negli alveari viene prodotta anche una grande quantità di cera, che è liquida quando viene emessa dall ape e si solidifica a contatto con l aria, per essere lavorata in scaglie dalle api che costruiscono i favi. Gli apicoltori inseriscono in piccoli telai dei fogli cerei fabbricati con cera riciclata, già prestampati, per facilitare e accelerare il lavoro delle api. La cera viene usata per candele e in molti preparati chimici in pasta e in crema. La propoli, una sostanza insolubile in acqua, composta da cere, resine, olii essenziali e molte altre sostanze, viene utilizzata per chiudere le fessure nell arnia. È un ottimo cicatrizzante e immunostimolante. Nell antico Egitto veniva utilizzata per imbalsamare. TIPI DI MIELE Le caratteristiche fisiche e organolettiche del miele variano moltissimo in relazione alle fioriture che le api hanno bottinato e che determinano il colore, la densità, il profumo, il sapore. I mieli possono essere uniflorali, quando le api hanno bottinato sui fiori di una sola specie, o poliflorali. Le denominazioni, compresa la millefiori, sono tutelate a norma di legge. In Italia sono una ventina i mieli uniflorali più diffusi, tra essi quelli di acacia, sulla, tarassaco, rododendro, castagno, tiglio. Localmente si possono avere particolarissime produzioni uniflorali legate alla flora del luogo. Viene considerato uniflorale anche il miele di Melata: il questo caso le api bottinano le secrezioni zuccherine che un certo tipo di afide, la Metcalfa pruinosa, produce quando succhia la linfa delle piante. Molto particolare è il cosiddetto Miele da spiaggia, prodotto in Versilia sulla costa sabbiosa del parco di Migliarino, che conserva il profumo e il sapore dell elicrisio. Più facile è trovare mieli millefiori, una sinfonia di sapori nella quale si possono distinguere le specie che concorrono alla loro composizione. LA RICETTA Cipolle al miele : lessare due cipolle fino ad ammorbidirle, mantenendo però la loro compattezza; rotolarle nel miele; farle rosolare a fuoco lento in un cucchiaio di burro, fino a che la superficie sia glassata; salare. Il miele dei parchi Sabato 1 e domenica 2 settembre si svolgerà a L Aquila, nei Giardini del Castello Cinquecentesco, la 10 edizione di Apeparchi, mostra dell apicoltura che raccoglie produzioni di miele italiano, oltre a organizzare una serie di convegni e attività di studio e ad esporre strumenti e tecnologie. Si svolgerà anche il 3 Concorso del Miele dei Parchi, riservato ai mieli biologici prodotti nelle aree protette italiane. Fai, Federazione Apicoltori Italiani, tel federapi@tin.it Sopra, tre tipi di miele uniflorali: castagno, tiglio e acacia. 61

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