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1 Wassily Kandinsky Intorno al 1910, diversi artisti iniziano a creare opere che si allontanano dai riferimenti al mondo oggettivo, mettendo a dura prova i canoni e i valori tradizionali dell arte e il significato filosofico e sociale che nel corso dei secoli essa aveva assunto di fronte alla realtà. Le ragioni di una tale scelta sono tuttora oggetto di indagine da parte degli storici e si legano al percorso personale di ogni artista, alle teorie estetiche e spirituali che hanno potuto influenzarlo, alle ricerche stilistiche che lo hanno spinto verso forme sempre meno riconoscibili o verso l impiego di un alfabeto di segni geometrici autonomi. Contemporaneamente, si rafforza tra quegli stessi artisti il desiderio di spiegare, di giustificare queste nuove immagini e di spingersi, attraverso la riflessione teorica ed estetica, verso forme ancora più nuove, più audaci. Per indicare queste nuove tendenze si inizia ad impiegare il termine astrazione, che deriva dal latino "abstrahere", strappare via, separare con la mente. Tra i numerosi artisti che hanno contribuito a definire con più autorevolezza l identità della pittura astratta, Wassily Kandinsky occupa un ruolo centrale. Le sue opere e le sue teorie si pongono in stretto rapporto con quelle dei primi propugnatori di un arte non figurativa. Il problema con cui si confronta Wassily Kandinsky, all inizio del XX secolo, è quello dello statuto dell arte, delle sue finalità e dei suoi limiti. Si tratta di un tema affrontato da tanti pittori prima di lui e attorno al quale si sviluppa la storia stessa della disciplina. Per Kandinsky, tuttavia, la pittura non è una semplice pratica professionale da rinnovare, né la materializzazione di una speculazione filosofica. Pensiero e immagine in lui si evolvono in relazione l uno con l altra. Non si tratta di uno sviluppo lineare: Kandinsky ritorna spesso sui suoi passi, crea versioni diverse di una stessa immagine che gli si presenta alla mente, riscrive più volte i testi teorici, integrandoli via via con le esperienze e le osservazioni che la pratica della pittura e lo studio dei dibattiti artistici gli hanno suggerito. Gli scritti e le opere non dimostrano in modo definitivo una teoria, ma partecipano al tentativo continuo di spiegare a parole, di far funzionare sulla tela una determinata immagine. Nel delineare lo sviluppo dell arte cosiddetta astratta, diversi critici hanno spesso presentato un plotone di pittori che avanzano sicuri verso il mondo non-figurativo. Se ci avviciniamo all atelier di Kandinsky, troviamo piuttosto un laboratorio di esperimenti divisi tra visione e linguaggio. Dell infanzia di Wassily Kandinsky conosciamo soprattutto ciò che lui stesso ha voluto far conoscere, in un libro di memorie intitolato Sguardi sul passato pubblicato a Monaco nel 1913, tradotto e rielaborato successivamente nel Si tratta di un vero e proprio memoriale di formazione artistica, comune a quell epoca tra gli artisti, con cui il pittore di origine russa presenta se stesso e la propria visione estetica al pubblico tedesco. Si tratta però anche di uno scritto in cui Kandinsky rintraccia e ricostruisce i momenti che sembrano più significativi per spiegare l evolversi del suo linguaggio artistico. Nato a Mosca da una famiglia benestante il 4 dicembre 1866, Wassily Kandinsky era figlio di un commerciante di tè; La madre, Lydia, proveniva invece dalla borghesia moscovita. Quando, dopo alcuni anni, i genitori divorziarono, il bambino rimase con il padre e la sorella maggiore di Lydia, Elisabeth Ticheeva. Questa zia, di origine baltica, ebbe un influenza determinante nell educazione di Wassily, che con lei apprese la lingua tedesca e le fiabe germaniche e con lei si cimentò nei primi acquerelli, e a riguardo di queste prime esperienze disse «Presi quanto nero potei sul pennello: un attimo dopo vedevo quattro orribili macchie nere in fondo alle gambe del mio cavallo, completamente estranee al resto della pittura. Mi trovai crudelmente punito e deluso. Compresi più tardi il terrore degli impressionisti per il nero». Questo episodio biografico serve al pittore per allacciare un legame esistenziale con la tradizione della storia dell arte, costruendo una preistoria emotiva tesa a giustificare sin dall inizio la scelta di dedicarsi alla pittura, e proprio alla pittura della tradizione moderna, inaugurata dagli impressionisti. L immagine

2 che dà di sé in Sguardi sul passato è esplicitamente mirata a individuare l elemento che determina la sua identità di pittore, dettate da un unica, ripetuta, esperienza: quella del colore. Le parole con cui inizia la rievocazione della propria vita sono sorprendentemente radicali e inequivocabili: «I primi colori che mi fecero grande impressione sono il verde chiaro e brillante, il bianco, il rosso carminio, il nero e il giallo ocra. Avevo allora tre anni. Quei colori appartenevano ad oggetti che non rivedo più chiaramente, come rivedo, invece, i colori». Il tema del dissolversi dell oggetto e della permanenza del colore nella memoria si ripete costantemente nei ricordi di Kandinsky e, all inizio degli anni Dieci, rappresenta per lui la chiave interpretativa essenziale della propria opera. Dunque, per Kandinskij, il colore è una vibrazione che tocca le corde. Proprio secondo questa visione, egli descrive i colori in base alle sensazioni e alle emozioni che suscitano nello spettatore, come fossero strumenti musicali che generano una melodia che arriva dritta al cuore di chi ascolta. Egli si occupa dei colori primari (giallo, azzurro, rosso) e poi di colori secondari (arancione, verde, viola), ciascuno dei quali è frutto della mescolanza tra due primari. Analizzerà anche le proprietà di marrone, grigio e arancione. Il giallo è dotato di una follia vitale, prorompente, di un'irrazionalità cieca; viene paragonato al suono di una tromba, di una fanfara. Il giallo indica anche eccitazione quindi può essere accostato spesso al rosso ma si differenzia da quest'ultimo. L'azzurro è il blu che tende ai toni più chiari, è indifferente, distante, come un cielo artistico; è paragonabile al suono di un flauto. Il rosso è caldo, vitale, vivace, irrequieto ma diverso dal giallo, perché non ha la sua superficialità. L'energia del rosso è consapevole, può essere canalizzata. Più è chiaro e tendente al giallo, più ha vitalità, energia. Il rosso medio è profondo, il rosso scuro è più meditativo. È paragonato al suono di una tuba. L'arancione esprime energia, movimento, e più è vicino alle tonalità del giallo, più è superficiale; è paragonabile al suono di una campana o di un contralto. Il verde è assoluta mobilità in una assoluta quiete, fa annoiare, suggerisce opulenza, compiacimento, è una quiete appagata, appena vira verso il giallo acquista energia, giocosità. Con il blu diventa pensieroso, attivo. Ha i toni ampi, caldi, semigravi del violino. Il viola, come l'arancione, è instabile ed è molto difficile utilizzarlo nella fascia intermedia tra rosso e blu. È paragonabile al corno inglese, alla zampogna, al fagotto. Il blu è il colore del cielo, è profondo; quando è intenso suggerisce quiete, quando tende al nero è fortemente drammatico, quando tende ai toni più chiari le sue qualità sono simili a quelle dell'azzurro, se viene mischiato con il giallo lo rende malto, ed è come se la follia del giallo divenisse "ipocondria". In genere è associato al suono del violoncello. Il grigio è l'equivalente del verde, ugualmente statico, indica quiete, ma mentre nel verde è presente, seppur paralizzata, l'energia del giallo che lo fa variare verso tonalità più chiare o più fredde facendogli recuperare vibrazione, nel grigio c'è assoluta mancanza di movimento, che esso volga verso il bianco o verso il nero. Il marrone si ottiene mischiando il nero con il rosso, ma essendo l'energia di quest'ultimo fortemente sorvegliata, ne consegue che esso risulti ottuso, duro, poco dinamico. Il bianco è dato dalla somma (convenzionale) di tutti i colori dell'iride, ma è un mondo in cui tutti questi colori sono scomparsi, di fatto è un muro di silenzio assoluto, interiormente lo sentiamo come un non-suono. Tuttavia è un silenzio di nascita, ricco di potenzialità; è la pausa tra una battuta e l'altra di un'esecuzione musicale, che prelude ad altri suoni. Il nero è mancanza di luce, è un non-colore, è spento come un rogo arso completamente. È un silenzio di morte; è la pausa finale di un'esecuzione musicale, tuttavia a differenza del bianco (in cui il colore che vi è già contenuto è flebile) fa risaltare qualsiasi colore. La composizione pittorica è formata dal colore, che nonostante nella nostra mente sia senza limiti, nella realtà assume anche una forma. Colore e forma non possono esistere separatamente nella composizione. L'accostamento tra forma e colore è basato sul rapporto privilegiato tra singole forme e singoli colori. Se un colore viene associato alla

3 sua forma privilegiata gli effetti e le emozioni che scaturiscono dai colori e dalla forma vengono potenziati. Il giallo ha un rapporto privilegiato con il triangolo, il blu con il cerchio e il rosso con il quadrato. Dopo aver seguito a Odessa, dove il padre si era trasferito per motivi di lavoro, gli studi classici, accompagnati da lezioni di disegno, pianoforte e violino, Wassily si iscrisse nel 1886 all Università di Mosca, per studiare economia politica e diritto. Si trattava di un percorso comune a numerosi giovani della buona borghesia russa di allora. Proprio in questi anni Kandinsky inizia a collezionare oggetti del folclore e dell artigianato popolare russo, acquistando alcune icone di san Giorgio. La spedizione di ricerca nella provincia di Vologda ebbe un influenza innegabile nel radicare in Kandinsky l interesse verso la compresenza nei culti popolari di molteplici valenze simboliche e culturali. Il sincretismo di credenze pagane e cristiane proprio delle popolazioni contadine russe, definito dvoeverie («doppia fede»), diviene per Kandinsky e per molti suoi colleghi in quegli anni la metafora del risveglio di una nuova cultura nazionale in Russia, capace di unire modernità occidentale e identità orientale. Lo studio dell etnologia popolare favorisce dunque nel futuro pittore non tanto l interesse per il simbolismo in sé, ma per quelle immagini che nascono dalla sovrapposizione storica di diversi significati e assumono diverse valenze spirituali. A riguardo dirà che l'arte, per molti punti, è simile a una religione. Il suo sviluppo non dipende da invenzioni nuove che cancellano vecchie verità per consacrare nuovi errori, come avviene normalmente per la scienza, ma il suo sviluppo procede per illuminazioni repentine, simili al lampo. Queste illuminazioni rischiarano di una luce abbagliante nuove prospettive, nuove verità, che, in fondo, non sono che lo sviluppo organico, la crescita organica della saggezza prima». La carriera accademica procede molto bene per Kandinsky in Russia. Verso la metà degli anni Novanta diviene assistente presso la Facoltà di giurisprudenza di Mosca e l Università di Dorpart (oggi Tartu, in Estonia) gli offre un posto di insegnante, che egli rifiuta. Nel 1896, la svolta. A trent anni, decide di lasciare tutto e trasferirsi, con la cugina Anja Chimiakina che ha da poco sposato, a Monaco di Baviera per studiare pittura. A posteriori, l artista ha collegato questa decisione con lo sconvolgimento emotivo e il venir meno di ogni fiducia nell esattezza del sistema eretto dalle scienze, causati in lui dalla scoperta della radioattività. Ritessendo i fili della propria biografia, a diciassette anni di distanza, il pittore indica due eventi che cambiarono radicalmente la sua vita nel Ricorda l impressione di sgomento provata davanti a un quadro di Monet, in occasione della mostra degli impressionisti francesi a Mosca: «Ora all improvviso mi trovavo per la prima volta di fronte a un Dipinto rappresentante un pagliaio, come diceva il catalogo, ma che io non riconoscevo come tale. Questa incomprensione mi turbava e mi indispettiva [ ]. La pittura mi apparve come dotata di una potenza favolosa, ma inconsciamente l oggetto trattato nell opera perdette per me parte della sua importanza, come elemento indispensabile». Negli stessi mesi, ascoltando il Lohengrin di Richard Wagner, non può fare a meno di associare la musica a un immagine che lo tormenta da sempre e che vorrebbe finalmente riuscire a catturare, in tutte le sue valenze emotive, in un quadro: lo spettacolo di un tramonto sui tetti di Mosca. Ascoltando Wagner, «mi sembrava di vedere tutti i miei colori, li avevo sotto gli occhi. Linee scompigliate, quasi stravaganti mi si disegnavano davanti». I musicisti possono usare le note per comporre la musica, gli artisti allo stesso modo possono usare forme e colori. Quando arriva a Monaco, nel dicembre del 1896, Kandinsky non è il solo russo ad affollare i caffè del quartiere bohémien di Schwabig e a dedicarsi allo studio della pittura. Come diversi suoi connazionali, egli sceglie di seguire i corsi del maestro sloveno Anton Azbè. Verso il 1899, Kandinsky decide di darsi una formazione accademica istituzionale. Si presenta, con diversi studi creati alla scuola di Azbè, dal famoso pittore Franz von Stuck, che insegna all Accademia di Monaco. Bocciato, decide di ripresentarsi l anno successivo; questa volta sottopone al giudizio del maestro solo i suoi studi di paesaggio che gli

4 valgono finalmente, nel 1900, l ammissione. Per Kandinsky questo periodo di studio in Accademia ha il valore di un percorso di «autodisciplina»: su suggerimento di Stuck, inizia a dipingere solo in bianco e nero, per guarire da quelle che il maestro definisce «stravaganze coloristiche» e dalla «brutta malattia di non poter dipingere un opera fino fondo». «Mi diceva che lavoravo con troppo nervosismo, ricorda l artista che coglievo di primo acchito la parte più interessante del lavoro, ma la guastavo poi col ritardo con cui attaccavo la parte ingrata». In quegli anni a Monaco gli artisti si orientano verso le innovazioni formali dello Jugendstil, in cui l importanza del disegno e della linea di contorno è preponderante. Complessi grafismi lineari vengono utilizzati anche nelle arti decorative, definendo un linguaggio di forme sempre più stilizzate e lontane dal modello naturalistico. Più tardi, lo studio della linea lo porta a impadronirsi di diverse tecniche di incisione tra cui la xilografia, che in quegli anni suscita un crescente interesse tra gli artisti tedeschi. La frequentazione dello studio di Stuck porta Kandinsky a stringere amicizia con l assistente del maestro, Ernst Stern. Insieme a lui, il pittore russo fonda una nuova società artistica, la Phalanx (Falange). Il nome prescelto chiarisce bene l impeto avanguardista con cui i partecipanti si gettano nell impresa: si tratta di una falange di giovani riuniti a combattere per l arte nuova. Scopo dell associazione: offrire a giovani pittori sconosciuti ma di talento la possibilità di esporre le proprie opere a Monaco e, contemporaneamente, svecchiare l ambiente artistico della città bavarese organizzando mostre dei più importanti artisti moderni, tedeschi e stranieri. Tra il 1901 e il 1904, anno del suo scioglimento, la Falange organizzerà una dozzina di mostre, esponendo tra l altro opere di Claude Monet, Paul Signac. Pochi mesi dalla sua fondazione, all associazione artistica si affianca una vera e propria scuola d arte, nella quale Kandinsky diviene insegnante di pittura. Qui conosce Gabriele Münter, una sua allieva che ben presto diventa anche sua confidente e compagna. Kandinsky si sforza di teorizzare in maniera precisa il funzionamento visivo e psicologico delle sue opere. Come scrive in un saggio del 1904 sul Linguaggio dei colori, il fondo nero amplifica la forza dei colori chiari e brillanti, tanto che esso quasi non viene notato, mentre l attenzione è catturata dalle tinte luminose che sembrano scintillare nel vuoto e lo spettatore è in qualche modo «costretto ad astrarsi dalla natura». I colori caldi e scuri, invece, tendono a fondersi con il fondo nero, creando l impressione di uno sfondo naturale, continuo e indefinito. Inoltre, queste nuove composizioni devono essere create allontanandosi dallo studio dal vero: bisogna dimenticare la natura e ricostruire l immagine secondo la memoria, se si vuole creare un opera dotata di forza, scrive l artista. Il viaggio in Francia è solo una delle tappe del pittore dopo lo scioglimento della Falange nel 1904 e l allontanamento dalla moglie Anja, avvenuto lo stesso anno. Nel corso del 1905, egli visita la Tunisia, Roma, Vienna, Berlino e Mosca. Nel 1909 il pittore inizia a suddividere le proprie opere in tre categorie: «impressioni» tratte dal paesaggio, «composizioni» create attraverso una ponderata azione di costruzione degli elementi del quadro, e «improvvisazioni», più immediate e quasi inconsapevoli, immagini che derivano da eventi di carattere emotivo e interiore. In quegli stessi mesi inizia a concepire un nuovo testo teorico, che finirà di scrivere nel 1910, ma che non potrà essere pubblicato prima della fine del Si tratta del famoso saggio intitolato Über das Geistige in der Kunst (Sullo Spirituale nell arte) in cui Kandinsky affronta tra l altro la questione del rapporto tra scelta iconologica e colore, che aveva già caratterizzato i suoi lavori di tema russo e medievale negli anni precedenti. Sempre nel 1909 fonda una nuova associazione di artisti "Associazione degli artisti di Monaco". In questa fase la sua arte è sempre più influenzata dall'espressionismo a cui lui fornisce contributi pittorici e critici. Ed è proprio partendo dall'espressionismo che negli anni dopo il 1910 avviene la sua personale svolta verso una pittura totalmente astratta. Sempre in quell'anno, Franz Marc, avendo precedentemente visitato delle mostre di Kandinsky affermò: «È un peccato che

5 non si possa appendere la grande Composizione di Kandinsky e le altre vicino alle tappezzerie musulmane del Parco delle Esposizioni. Un confronto sarebbe innegabile e ci insegnerebbe molte cose! [ ] L arte del colore e della composizione [delle opere islamiche, n.d.r.], mille volte più profonda della nostra, manda in briciole le nostre teorie convenzionali. [ ] Cerchiamo di confrontarci con quest arte attraverso le Composizioni di Kandinsky: queste sosterrebbero la prova pericolosa e non come tappezzeria, ma in quanto immagini». Marc e Kandinsky non si conoscono ancora, ma quell articolo inaugura la loro amicizia. Ben presto Marc si avvicina alla Nuova Associazione Artistica di Monaco e quando all interno dell Associazione si crea un conflitto sull ammissione di Composizione V di Kandinsky alla mostra del gruppo per il 1911, il tempo è maturo per un altra impresa. Kandinsky, Marc, Gabriele Münter e Alfred Kubin escono dall Associazione e, quasi contemporaneamente alla mostra del gruppo prevista per dicembre, riescono ad allestire una esposizione concorrente. Vi partecipa, tra gli altri, il francese Robert Delaunay e sono inoltre esposte opere di Henri Rousseau, di cui sia Kandinsky che Delaunay sono grandi estimatori. Il titolo della mostra è quello di un libro progettato dagli stessi Marc e Kandinsky che, a quella data, deve essere ancora pubblicato: Der Blaue Reiter, Cavaliere Azzurro. Il nome per quella che sarebbe divenuta una delle pubblicazioni più famose della storia dell arte moderna è stato scelto di fronte a una tazza di caffè. «A entrambi piaceva il blu. E a Marc piacevano i cavalli, a me i cavalieri. E così il nome venne fuori da solo», ha ricordato Kandinsky. Già nel giugno del 1911 il pittore russo aveva avuto l idea di creare un almanacco annuale in cui raccogliere immagini e saggi critici che testimoniassero quanto di più interessante si stava facendo nel campo dell arte, e aveva iniziato a raccogliere materiale insieme a Franz Marc. Gli editori della raccolta suggeriscono confronti e paralleli inattesi, che superano le epoche e le distanze geografiche in ragione di una parentela, come sostiene Marc nel saggio scritto per la raccolta, basata sulla loro affinità nel rivelare l intima «struttura mistica» dell immagine del mondo. Quasi in contemporanea con l'inaugurazione della nostra, egli pubblicherà il testo fondamentale della sua concezione artistica "Lo spirituale dell'arte", testo che risulta fondamentale per comprendere la sua opera. Nel quarto capitolo vi è un approfondimento interessante sulle arti, specialmente quelle del suo tempo, in cui Kandinsky afferma che è avvertibile una tendenza all'antinaturalismo, all'astrazione e all'interiorità. E aggiunge anche un confronto tra le varie arti: "Il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l'arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell'artista e creare la vita dei suoni". Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Kandinskij rientra in Russia. Qui, dopo la rivoluzione del 1917, viene chiamato a ricoprire importanti cariche pubbliche nel campo dell arte. Crea l Istituto per la Cultura Pittorica e fonda l Accademia di Scienze Artistiche. Partecipa al clima avanguardistico russo che in quegli anni conosce importanti fermenti con la nascita del Suprematismo e del Costruttivismo. Tuttavia, avvertita l imminente svolta normalizzatrice, che avrebbe di fatto tolto spazio alla ricerca delle avanguardie, nel 1921 ritorna in Germania e non farà più ritorno in Russia. Nel 1922 viene chiamato da Walter Gropius ad insegnare al Bauhaus di Weimar. Questa scuola di arti applicate, fondata nel 1919 dall architetto tedesco, svolge un ruolo fondamentale nel rinnovamento artistico europeo degli anni 20 e 30. Qui Kandinskij ha modo di svolgere la sua attività didattica con grande libertà e serenità, stimolato da un ambiente molto ricco di presenze qualificate. In questa scuola operarono in quegli anni i maggiori architetti, designer ed artisti provenienti da tutta Europa. Kandinskij lega in particolare con il pittore svizzero Paul Klee, il pittore russo Alexej Jawlensky e il pittore e fotografo americano Lyonel Feininger. Con essi fonda il gruppo «Die blaue Vier» (I quattro azzurri), che idealmente si lega al precedente gruppo del Cavaliere Azzurro.

6 In questa fase il suo astrattismo conosce una svolta molto decisa. Nella prima fase i suoi quadri si componevano di figure molto informi mischiate senza alcun ordine geometrico. Anche i colori erano molto vari, mischiati tra loro, ottendendo infinite varietà cromatiche intermedie. Nella nuova fase, coincidente con il suo insegnamento al Bauhaus, i quadri di Kandinskij assumono un ordine molto più preciso. Si compongono di forme dalle geometrie più riconoscibili e dalle tinte più separate tra loro. Ciò segna un passaggio ben preciso nel suo approccio all arte astratta. Nella prima fase il suo astrattismo risponde solo alle sue esigenze interiori di esprimere emozioni e sentimenti. Nella seconda fase prevale la necessità della didattica, e quindi la razionalizzazione di un metodo che possa essere di insegnamento agli allievi. Anche se ciò è stato spesso interpretato come un impoverimento della sua vena creativa, è questo uno sforzo che egli compie che sarà fondamentale per la nascita di una estetica veramente moderna e attuale. Il periodo trascorso al Bauhaus finisce nel 1933 quando la scuola viene chiuso dal regime nazista. L anno successivo Kandinskij si trasferisce in Francia. A Parigi vive gli ultimi dieci anni della sua vita. Muore nella residenza di Neuilly-sur-Seine il 13 dicembre Possiamo concludere affermando che seguendo il percorso di Kandinsky come artista e teorico possiamo dunque tentare di rintracciare la nascita e l evoluzione di uno dei più influenti linguaggi artistici del Novecento, ovvero, l astrattismo.

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