OSSERVATORIO NAZIONALE SULLA FAMIGLIA
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- Florindo Marchetti
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1 Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Comune di Bologna OSSERVATORIO NAZIONALE SULLA FAMIGLIA SINTESI DELLA RICERCA SU: Le famiglie povere nelle regioni italiane. Aspetti oggettivi e soggettivi (Giancarlo Rovati) In Italia, la famiglia vive da tempo una situazione paradossale: è tra le poche istituzioni che gode di una elevata fiducia da parte dei cittadini specialmente quelli più giovani, ma nello stesso tempo è oggetto di scarsa attenzione da parte delle politiche pubbliche e di vere e proprie forme di delegittimazione sul piano culturale e morale. Ciclo lavorativo passato Ciclo lavorativo Ciclo lavorativo futuro P E N Famiglia con figli e coniuge Reddito pro-capite ridotto per l intero periodo di mantenimento dei figli Minore partecipazione relativa alla formazione dei gettiti fiscale e FLUSSO DELLE RISORSE Nuovi lavoratori Nuovi S I O Famiglia senza figli Pieno reddito pro-capite Nuovi Piena partecipazione alla formazione 1 dei gettiti
2 FIG Famiglia e solidarietà tra le generazioni. La partecipazione delle famiglie al finanziamento del sistema pensionistico. Fonte: Commissione Indagine Esclusione Sociale (2003). Come mostra la figura 1.1, i flussi delle risorse generati dalla famiglia con figli sono bidirezionali, vanno cioè a favore sia dei pensionati presenti al momento attuale nel sistema economico, sia a favore dei figli, ossia a favore dei lavoratori futuri, sui quali si baserà la produzione di risorse per il mantenimento dei futuri pensionati. Nel caso invece della famiglia senza figli il flusso di risorse è mono-direzionale, va cioè solo a vantaggio dei pensionati già esistenti, mentre nel periodo successivo gli appartenenti a questo tipo di famiglia andranno esclusivamente ad alimentare il fabbisogno di risorse per il sistema previdenziale. Le famiglie con figli generano nuovi lavoratori che pagheranno le future pensioni; le famiglie senza figli alimenteranno soltanto i futuri pensionati. Nell anno 2003 la soglia di povertà relativa per una famiglia di due persone è risultata pari a 869,50 Euro, corrispondente alla spesa media pro-capite per consumi di quell anno, con una oscillazione tra 521,70 euro per un solo componente e 2.086,80 euro per sette o più componenti; la soglia della povertà assoluta si è invece attesta a 589,11 euro, sempre per una famiglia di due persone, con una oscillazione tra 329,99 euro e 1.736,96 euro a seconda dei componenti (tab. 1.1). TAB Linea relativa e assoluta di povertà per ampiezza della famiglia e scale di equivalenza. Spesa media mensile pro-capite. Anno 2002e 2003 (euro correnti per mese) Povertà relativa Povertà assoluta Ampiezza della Scala (**) Scala famiglia Carbonaro implicita 1 494,07 521,70 0,60 382,66 392,99 0,67 2 (linea standard)* 823,45 869,70 1,00 573,63 589,11 1, , ,44 1,33 814,77 836,76 1, , ,29 1, , ,62 1, , ,05 1, , ,52 2, , ,12 2, , ,27 2,61 7 o più 1.976, ,80 2, , ,96 2,95 * Nel caso della povertà relativa, una volta calcolata la linea standard, si applicano i coefficienti correttivi dati dalla scala di equivalenza di Carbonaro, al fine di ottenere gli analoghi valori soglia per famiglie con numero di componenti diverso da due (**) La linea della povertà assoluta nel 2003 è stimata con il metodo usato convenzionalmente dall Istat per il periodo , rivalutando cioè i dati dell anno precedente in base all indice dei prezzi al consumo per l intera collettività (+2,7% nel 2003), senza rivedere il paniere dei beni ritenuti indispensabili. Fonte: Istat (2003a, b). In base a questi parametri, si stima che nel 2003 si siano trovate a rischio di povertà relativa 2 milioni 360 mila famiglie (10,6% del totale), pari a 6 milioni 786 mila individui (11,8% dell intera popolazione) (tab. 1.2); nell ambito di questo vasto insieme sono inoltre risultate a rischio di povertà assoluta circa 900 mila famiglie (circa 4% del totale), pari a 2 milioni 800 mila individui (4,9%) di maggiore o minore età (tab. 1.3). 2
3 TAB. 1.2 Povertà relativa per ripartizione geografica. Anni 2002 e 2003 (migliaia di unità e valori percentuali) Migliaia di unità Nord Centro Mezzogiorno Italia Famiglie povere Persone povere Composizione percentuale Famiglie povere 21,9 24,0 11,8 10,4 66,3 65,6 100,0 100,0 Persone povere 19,4 21,2 12,2 10,4 68,4 68,4 100,0 100,0 Incidenza della povertà (%) (*) Famiglie 5,0 5,3 6,7 5,7 22,4 21,3 11,0 10,6 Persone 5,4 5,6 7,9 6,4 23,6 22,4 12,4 11,8 Intensità della povertà (%) (**) famiglie 19,3 19,1 20,0 18,2 22,3 22,8 21,4 21,4 (*) L incidenza della povertà corrisponde al rapporto tra il numero delle famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al di sotto della soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti. (**) L intensità della povertà misura di quanto in percentuale la spesa media delle famiglie definite povere è al di sotto della soglia di povertà TAB. 1.3 Povertà assoluta per ripartizione geografica. Anni 2002 e 2003 (*) (migliaia di unità e valori percentuali) Migliaia di unità Nord Centro Mezzogiorno Italia Famiglie povere Persone povere Composizione percentuale Famiglie povere 19,8 21,7 10,2 9,0 70,0 69,3 100,0 100,0 Persone povere 16,5 18,1 10,9 9,7 72,6 71,8 100,0 100,0 Incidenza della povertà (%) Famiglie 1,7 1,8 2,2 1,9 8,9 8,5 4,2 4,0 Persone 1,9 2,0 2,9 2,5 10,2 9,7 5,1 4,9 Intensità della povertà (%) Famiglie 17,0 18,6 18,2 21,0 20,4 20,3 19,6 19,9 (*) La stima dei valori per il 2003 è stata effettuata ipotizzando un rapporto identico tra il numero delle famiglie in povertà relativa nel 2003 rispetto al 2002 e i corrispondenti valori delle famiglie in povertà assoluta. (**) L'intensità della povertà assoluta è stata stimata ipotizzando una tendenza analoga a quella registrata nel biennio Rispetto all anno precedente, nel 2003 la diffusione della povertà relativa ed assoluta ha subito qualche contrazione: le famiglie relativamente povere sono diminuite di 96 mila unità, pari a 354 mila persone, le famiglie povere in senso assoluto sono invece diminuite di circa 36 mila unità pari a 114 mila persone. Meno univoco è l andamento della intensità della povertà (sia relativa che assoluta) che misura in percentuale di quanto la spesa media mensile della famiglie povere è al di sotto della linea ufficiale di povertà. Se l intensità aumenta significa che la situazione dei poveri peggiora e viceversa. Mentre nel biennio l intensità della povertà relativa rimane stazionaria a livello nazionale, l intensità della povertà assoluta mostra segni di aggravamento sia a livello nazionale che in ciascuna delle ripartizioni geografiche: in pratica, la parte più povera della popolazione è diminuita, ma (mediamente) è diventata più povera (fig. 1.2). 3
4 Fig Intensità della povertà relativa ed assoluta. Anni 2002 e 2003 (valori %) ,3 19,1 18,6 17, ,2 18,2 21,0 22,3 22,8 20,4 20,3 21,4 21,4 19,6 19, Nord Centro Mezzogiorno Italia povertà relativa povertà assoluta Dalla tabella 1.4 emerge che i più esposti al rischio di povertà relativa sono le famiglie più numerose (20,9% con 5 o più componenti), le coppie con almeno tre figli (20,9%) e le coppie con persona di riferimento con almeno 65 anni (15,6%). L incidenza della povertà aumenta, in particolare, all aumentare dei minori a carico, con valori superiori alla media già a partire da due minori (15,3%) e una punta del 21,8% per le famiglie con tre o più minori (Tabella 1.5). TAB. 1.4 Incidenza della povertà relativa per ampiezza della famiglia, tipologia familiare, genere della persona di riferimento e per ripartizione geografica: anni (valori percentuali) Ampiezza della famiglia Nord Centro Mezzogiorno Italia 1 componente 4,9 5,0 3,7 3,1 20,0 19,6 8,8 8,7 2 componenti 4,7 5,5 7,4 7,2 24,0 21,9 10,7 10,3 3 componenti 3,9 3,8 5,8 5,2 19,5 17,3 8,9 8,1 4 componenti 5,7 6,1 8,0 6,2 21,1 21,5 12,5 12,5 5 o più componenti 11,6 10,3 15,0 10,0 32,4 29,8 23,4 20,9 Tipologia familiare Persona sola con meno di 65 anni 1,7 2,4 * * 8,9 9,3 3,1 3,9 Persona sola con 65 anni e più 7,7 7,4 6,7 4,2 26,4 25,7 13,3 12,7 Coppia con p.r. con meno di 65 anni 1,8 1,9 * * 12,7 10,5 4,8 3,5 Coppia con p.r con almeno 65 anni 7,3 9,3 10,9 11,8 32,5 28,2 15,7 15,6 Coppia con un figlio 3,5 3,4 4,8 4,8 18,6 15,4 8,1 7,2 Coppia con due figli 5,4 5,6 8,2 5,8 20,2 21,1 12,2 12,2 Coppia con almeno tre figli 13,0 11,1 11,7 * 31,8 28,1 24,4 20,9 Monogenitore 6,0 5,9 7,1 6,8 21,4 22,4 11,5 11,4 Altre tipologie 7,3 8,3 11,4 9,7 35,0 31,6 15,7 16,2 Fonte: Istat (2004b). (*) Dato non significativo a motivo della scarsa numerosità campionaria. 4
5 TAB. 1.5 Incidenza della povertà relativa per numero di figli minori e di anziani in famiglia, per ripartizione geografica. Anni (valori percentuali) Nord Centro Mezzogiorno ITALIA Famiglie con figli minori Con 1 figlio minore 4,2 3,8 6,0 4,1 18,3 19,2 9,2 9,2 Con 2 figli minore 7,6 7,7 9,8 7,8 23,2 24,5 15,2 15,3 Con 3 o più figli minori 16,7 11,0 * * 32,9 31,3 25,9 21,8 Famiglie con anziani Con 1 anziano 7,3 6,5 6,8 6,1 27,2 25,2 13,4 12,6 Con 2 anziani 8,0 10,7 13,6 12,5 33,3 28,7 17,4 16,7 Con almeno 1 anziano 7,5 7,8 9,1 8,4 29,2 26,3 14,7 13,9 Fonte: Istat (2004b). (*) Dato non significativo a motivo della scarsa numerosità campionaria. Più discriminante è il livello d istruzione raggiunto dalle persone di riferimento: risulta povero soltanto il 4% delle famiglie con a capo una persona in possesso almeno della licenza media superiore, contro il 17,5% delle famiglie con a capo una persona senza titolo di studio o con solo la licenza elementare. Il divario è particolarmente importante nelle regioni del Nord e, soprattutto, del Centro (tab. 1.6). TAB. 1.6 Incidenza della povertà relativa per alcune caratteristiche della persona di riferimento. Anni (valori percentuali) Nord Centro Mezzogiorno ITALIA Genere della persona di riferimento Maschio 4,5 5,2 7,1 5,9 22,0 20,4 10,9 10,5 Femmina 6,3 5,6 5,5 5,2 23,7 24,2 11,3 10,8 Titolo di studio Nessuno-elementare 8,9 9,6 11,2 10,3 32,8 31,8 17,8 17,5 Media inferiore 4,5 4,3 6,1 5,7 23,5 21,2 11,1 10,3 Media superiore e oltre 1,6 2,1 2,9 1,8 7,7 8,9 3,7 4,0 Fonte: Istat (2004b). La mancanza di lavoro incide ancor più pesantemente sulla condizione di povertà. Un quinto delle famiglie con un componente in cerca d occupazione è povero. Il valore sale a un terzo (33,4%) nel caso in cui i componenti in cerca di lavoro siano due o più (tab. 1.7). TAB. 1.7 Incidenza della povertà relativa per condizione e posizione professionale della persona di riferimento. Anni (valori percentuali) Nord Centro Mezzogiorno Italia Condizione e posizione professionale Dipendente 3,4 3,5 5,3 3,6 17,6 17,5 8,5 8,2 Autonomo 3,0 3,4 2,6 2,9 15,0 14,6 6,4 6,7 In cerca di occupazione * * * * 40,7 36,4 32,2 28,0 Ritirato dal lavoro 6,2 7,1 8,7 8,0 26,2 23,9 12,3 12,0 Numero di persone in cerca di occupazione in famiglia Nessuna persona 9,4 9,5 1 persona 21,1 18,0 2 o più persone 37,3 33,4 Almeno una persona 24,2 20,8 5
6 (*) Dato non significativo a motivo della scarsa numerosità campionaria. ( ) Dato non disponibile. Fonte: Istat (2004b). Al profilo della povertà calcolato in termini di rischio di povertà (percentuale di famiglie o d individui poveri in una data condizione sul totale delle persone in quella condizione) è interessante accostare il profilo della popolazione povera in base ad alcune caratteristiche distintive. L analisi congiunta del rischio di povertà e della composizione sociale dei poveri permette di evidenziare a quali target prioritari vadano indirizzate le politiche di contrasto della povertà, che debbono essere caratterizzate da azioni per lo sviluppo dell economia e dell occupazione, e da azioni a sostegno delle famiglie mediante trasferimenti monetari e servizi (tab. 1.8). TAB. 1.8 Distribuzione degli individui poveri e della popolazione italiana per diverse caratteristiche. Anno 2002 (valori percentuali) Consumi 2002 Poveri Totale Sesso Maschi 47,9 48,6 Femmine 52,1 51,4 Classe d età ,2 15, ,6 10, ,9 37, ,9 19,0 65 e più 22,4 18,1 Ripartizione territoriale Nord 19,4 44,6 Centro 12,2 19,3 Mezzogiorno 68,4 36,1 Tipologia familiare Persona sola, meno di 30 anni - 0,5 Persona sola, anni 1,0 3,8 Persona sola, 65 anni o più 5,9 5,5 2 adulti (almeno una persona di 65 anni o più) senza bambini/ragazzi a carico 13,1 10,6 2 adulti (entrambi con meno di 65 anni) senza bambini/ragazzi a carico 3,6 8,4 Altre famiglie senza bambini/ragazzi a carico. 20,7 20,5 Monogenitore con bambini/ragazzi a carico 1,8 2,1 2 adulti con 1 bambino/ragazzo a carico 7,0 12,7 2 adulti con 2 bambini/ragazzi a carico 18,5 18,4 2 adulti con 3 o più bambini/ragazzi a carico. 9,3 5,1 Altre famiglie con bambini/ragazzi a carico. 19,0 12,3 Titolo di godimento abitazione Proprietà, titolo gratuito 66,7 82,5 Affitto 33,3 17,5 Totale 100,0 100,0 L attività lavorativa più frequente non è disponibile per il dato sui consumi (Cfr. Ministero dl lavoro e delle politiche sociali (2003b). Appendice statistica - tav. 1.1e) Fonte: Istat (2002). 6
7 Le variazioni più significative riguardano la povertà relativa che è rimasta sostanzialmente invariata fino al 2001 e poi ha registrato un importante flessione nel 2002, confermata nel La povertà assoluta ha registrato maggiori oscillazioni nel periodo (dal 4,6% al 4,3%), si è poi assestata sul 4,2% con una tendenziale contrazione fino al 4% che però corrisponde come si è detto ad una stima non ufficiale (fig. 1.3). A fronte di questi segnali positivi resta il fatto che l incidenza della povertà rimane due volte superiore rispetto alla media nazionale; nelle regioni meridionali si concentrano tuttora i 2/3 delle famiglie disagiate in senso relativo, per un totale di 1 milione 548 mila unità, corrispondenti a 4 milioni 642 mila individui (fig. 1.4). Fig Povertà relativa ed assoluta. Anni (incidenza %) 14,0 12,0 12,0 11,8 11,9 12,3 12,0 10,0 11,0 10,6 8,0 6,0 4,0 4,6 4,5 4,8 4,3 4,2 4,2 4,0 2,0 0, povertà relativa povertà assoluta 7
8 Fig La povertà relativa per ripartizione geografica. Anni (incidenza %) 30,0 25,0 20,0 24,2 23,1 23,9 23,6 24,3 22,4 21,3 15,0 10,0 5,0 12,0 11,8 11,9 12,3 12,0 8,8 9,7 7,5 6,0 5,7 5,0 5,7 11,0 10,6 8,4 6,7 5,0 5,0 5,3 5,7 0, Italia Nord Centro Mezzogiorno Tendenze del tutto analoghe si riscontrano anche per quanto riguarda la povertà assoluta (fig. 1.5), ma con squilibri ancora più accentuati tra le regioni economicamente più sviluppate del Nord (incidenza dell 1,8% nel 2003) e le regioni del Sud (8,5% nel 2003) che nell intero periodo considerato hanno sempre un incidenza del fenomeno più che doppia rispetto alla media nazionale (passata dal 4,6% del 1997 al 4% del 2003). Fig La povertà assoluta per ripartizione geografica. Anni (incidenza %) 12,0 10,0 8,0 10,5 9,8 11 9,4 9,7 8,9 8,5 6,0 4,0 4,6 4,5 4,8 4,3 4,2 4,2 4,0 2,0 2,2 1,8 1,6 1,7 2,6 2,7 1,4 1,6 2,3 2,2 1,7 1,8 1,9 1,3 0, Italia Nord Centro Mezzogiorno La povertà soggettivamente intesa è avvertita in misura più circoscritta rispetto alla povertà oggettivamente intesa (8,7% delle famiglie a fronte dell 11%) (tab. 1.13). 8
9 TAB Incidenza della povertà oggettiva e della povertà soggettiva nelle famiglie italiane. Anno 2002 (valori percentuali) Area geografica Incidenza % povertà oggettiva Incidenza % povertà soggettiva Piemonte 7,0 10,6 Valle d'aosta 7,1 4,0 Lombardia 3,7 7,9 Trentino-Alto Adige 9,9 5,9 Bolzano 8,6 8,9 Trento 11,1 3,3 Veneto 3,9 5,9 Friuli-Venezia Giulia 9,8 5,5 Liguria 4,8 7,7 Emilia Romagna 4,5 7,2 Nord 5,0 7,7 Toscana 5,9 5,7 Umbria 6,4 3,4 Marche 4,9 3,6 Lazio 7,8 6,5 Centro 6,7 5,6 Abruzzo 18,0 5,1 Molise 26,2 6,8 Campania 23,5 12,3 Puglia 21,4 11,0 Basilicata 26,9 7,8 Calabria 29,8 8,6 Sicilia 21,3 14,8 Sardegna 17,1 18,3 Mezzogiorno 22,4 12,1 Italia 11,0 8,7 Fonte: Istat (2003b). La combinazione tra i dati sulla povertà oggettiva con quelli sulla povertà soggettiva permette di specificare ulteriormente sia le dinamiche attraverso cui si manifesta il problema della indigenza, sia la necessaria flessibilità delle politiche per contrastarla. Tale combinazione dà origine a quattro situazioni-tipo con famiglie: a) oggettivamente e soggettivamente povere che possiamo definire consapevolmente povere b) oggettivamente povere che però non si considerano soggettivamente povere e che possiamo definire apparentemente povere, c) oggettivamente non povere che però si considerano povere e che possiamo definire solo soggettivamente povere. d) né oggettivamente né soggettivamente povere, che possiamo definire consapevolmente non povere. Ciascuno di questi sottogruppi è quantificabile sia a livello nazionale che regionale, con risultati tanto interessanti quanto paradossali (tab e fig. 1.10). TAB Combinazione tra povertà oggettiva e povertà soggettiva per regione. Anno 2002 (valori percentuali su totale famiglie residenti) Area geografica Famiglie consapevolmente Famiglie oggettivamente povere Famiglie apparentemente 9 Famiglie solo soggettivamente Famiglie oggettivamente non povere Famiglie consapevolmente
10 povere povere deprivilegiate non povere Piemonte 1,6 5,4 8,9 84,1 Valle d'aosta 0,0 7,1 3,5 89,4 Lombardia 1,0 2,7 6,8 89,5 Trentino-Alto Adige 1,2 8,7 4,7 85,4 Bolzano 1,8 6,8 7,1 84,3 Trento 0,0 11,1-88,9 Veneto 0,6 3,3 5,3 90,8 Friuli-Venezia Giulia 1,6 8,2 3,9 86,3 Liguria 1,0 3,8 6,7 88,5 Emilia Romagna 1,0 3,5 6,2 89,3 Nord 1,1 3,9 6,6 88,4 Toscana 1,0 4,9 4,7 89,4 Umbria 0,0 6,4 3,0 90,6 Marche 0,0 4,9 2,9 92,2 Lazio 1,3 6,5 5,3 86,9 Centro 1,0 5,7 4,6 88,7 Abruzzo 2,2 15,8 2,8 79,2 Molise 3,9 22,3 2,9 70,9 Campania 6,1 17,4 6,3 70,2 Puglia 4,5 16,9 6,6 72,0 Basilicata 4,7 22,2 3,1 70,0 Calabria 4,3 25,5 4,3 65,9 Sicilia 5,7 15,6 9,1 69,6 Sardegna 6,5 10,6 11,9 71,0 Mezzogiorno 5,2 17,2 6,9 70,7 Italia 2,4 8,6 6,3 82,7 valori assoluti Fig Povertà "oggettiva" e poverta "soggettiva" (valori assoluti) Famiglie povere oggettivamente e soggettivamente Famiglie povere oggettivamente ma non soggettivamente Famiglie povere sogggettivamente ma non oggettivamente famiglie non povere L analisi condotta h mostrato come le probabilità di cadere in stato di povertà siano decisamente maggiori per alcuni tipi di famiglie, tra cui spiccano quelle composte da più figli minori e quelle 10
11 composte esclusivamente da anziani. Questa circostanza confermata da una ormai lunga e consolidata serie storica non rende difficile immaginare quali siano i soggetti più fragili a cui indirizzare tanto le politiche di sostegno, quanto le politiche di prevenzione. Il vincolo delle risorse non è certo un elemento secondario dei ritardi fin qui accumulati, ma non sono forse meno rilevanti i persistenti pregiudizi culturali e politici verso la risorsa famiglia, fonte essenziale della generazione di nuove leve come della solidarietà tra le generazioni. 11
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