Iperico (Hypericum perforatum L. ) Famiglia: Hypericaceae (Guttiferae)

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1 Iperico (Hypericum perforatum L. ) Famiglia: Hypericaceae (Guttiferae) Descrizione botanica È una pianta erbacea perenne alta dai 20 ai 70 cm. Ha un corto rizoma sotterraneo che produce numerosi fusti, lignificati alla base e abbondantemente ramificati in alto. Le foglie sono opposte, lanceolate, sessili, cosparse di ghiandole traslucide che le conferiscono, osservate in controluce, un aspetto bucherellato (da quì il nome perforatum o millebuchi). I fiori sono gialli con 5 sepali verdi ovali-oblunghi, 5 petali giallo brillante e sono riuniti in infiorescenze a corimbo; il bordo delle foglie e i petali dei fiori presentano dei puntini neri che contengono i principi attivi (ipericina). Il frutto è una capsula ovale che a maturità si apre nelle tre parti che la compongono e fuoriescono i semi cilindrici, di colore nero o bruno scuro (Pignatti, 1982). Il peso di 1000 semi è di circa 0,1 g. 125

2 Diffusione e mercato È una specie che si trova ovunque: in tutta Europa, nell Africa del Nord, in Asia e per naturalizzazione in America. Cresce spontaneamente nei terreni incolti, nei pascoli, lungo i bordi delle strade, dal livello del mare fino ad altitudini di 1600 m (Pignatti, 1982). In Italia, gli ultimi dati dell I.S.A.F.A. (2001) riportano una superficie di coltivazione dell iperico prossima ai 160 ha ripartito fra Piemonte, Umbria, Toscana e in minore quantità anche in altre regioni. L iperico è una delle piante officinali che negli ultimi anni ha avuto un incremento maggiore di superficie grazie alle sue proprietà; infatti ingenti richieste si hanno soprattutto dalle erboristerie e dalle industrie farmaceutiche. Esigenze pedoclimatiche Predilige terreni soleggiati, profondi e asciutti in pianura fino alle zone collinari e montane. È una pianta rustica che cresce bene su terreni calcarei, ma anche silicei e acidi; nonostante ciò, in coltivazione, richiede comunque disponibilità di acqua e fertilizzanti. Tecnica colturale Propagazione Avviene per semina diretta e per trapianto.. La semina diretta si esegue utilizzando semi conciati e in quantità di circa 3 kg/ha. Tale pratica è possibile solo in terreni in condizioni ottimali di tessitura e giacitura. Si esegue con opportune seminatrici che depositano ma non interrano il seme nel terreno, in quanto quest ultimo germina in presenza di luce. Si ricorre ad una semina tardo-estiva o autunnale che consente una stratificazione naturale del seme, durante la quale l umidità e le temperature rimuovono la dormienza. L emergenza delle piantine si avrà nella primavera successiva. Il trapianto dà produzioni più elevate rispetto alla semina diretta e assicura una produzione di fiori già dal primo anno di coltivazione. In serra, i semi conciati e precedentemente vernalizzati, vengono deposti in cassette riempite con terriccio precedentemente disinfettate, vengono coperte da teli di nylon o altri tessuti di forzatura per mantenere il terreno umido ed evitare l esposizione alla luce diretta. Le temperature dovranno essere di circa C, ma dopo l emergenza si riducono a C. Quando le piantine raggiungono un altezza di 7-8 cm e dopo 1-2 settimane di acclimatazione all esterno, vengono messe a dimora in pieno campo. Sesti d impianto A seconda dell ambiente di coltivazione, dei macchinari disponibili in azienda per le lavorazioni e la raccolta, si possono adottare approssimativamente distanze di cm sulla fila e cm tra le file (Aiello N., et al., 2001). 126

3 Preparazione del terreno Negli avvicendamenti colturali, a causa delle malattie fungine alle quali è soggetto, non deve mai seguire se stesso, se non dopo molti anni. Può essere messo in rotazione con patate, cereali o prato stabile. La coltura di iperico, generalmente, non dura più di due anni. Dopo l aratura, è necessaria un erpicatura e, se si esegue la semina diretta, una rullatura; il terreno deve essere finemente lavorato date le ridotte dimensioni del seme. Nella prima fase del ciclo si eseguono delle sarchiature, talvolta anche manuali, per ridurre lo sviluppo di erbe infestanti accompagnate da concimazioni; se consentito, si può ricorrere anche al diserbo chimico in pre-emergenza o post-trapianto. Dopo il taglio si esegue una rincalzatura per favorire il ricaccio. Irrigazione È necessaria al momento della semina, dopo il trapianto e dopo il primo taglio per favorire la ripresa vegetativa. Non bisogna sottovalutare il fatto che l iperico non tollera ristagni di acqua. Concimazione Durante le lavorazioni principali si può eseguire una concimazione organica (250 q/ha di letame) e la concimazione fosfo-potassica alle dosi di kg/ha di P 2 O 5 e kg/ha di K 2 O. La concimazione azotata ( kg/ha) deve essere frazionata in più interventi: dopo l emergenza o dopo il trapianto, alla chiusura della fila e dopo il taglio. Bisogna prestare particolare attenzione alla distribuzione dell azoto in quanto un eccesso può rendere maggiormente suscettibile le piantine all attacco di patogeni fungini (Agrosarda, 2002). Scelta varietale Sono presenti sul mercato diverse cultivar per lo più estere (Topaz e più recentemente le cv. Anthos, Elixir). Attualmente in tutti i Paesi interessati alla coltivazione dell iperico sono in corso programmi di selezione per ottenere nuove varietà con valide caratteristiche produttive e qualitative ma soprattutto dotate di una certa resistenza a malattie fungine particolarmente temibili come ad esempio l antracnosi (Colletotrichum gloeosporioides) (Aiello N., Scartezzini F., Vender C., 2001). Avversità È soggetto all attacco di molti patogeni fungini (Alternaria sp., Fusarium sp., Phytium sp., Sclerotinia sp., Verticillium sp., Colletotrichum sp.) che provocano ingiallimenti, imbrunimenti e di conseguenza portano le piante alla morte, soprattutto se sono molto fitte. È opportuno quindi conciare i semi, disinfettare le seminiere, spaziare adeguatamente le piantine al momento del trapianto ed eseguire delle corrette rotazioni colturali. 127

4 Raccolta, resa e utilizzazione La raccolta, sia della pianta intera, sia delle sommità fiorite, si esegue nel periodo della massima fioritura. A seconda del periodo di semina o trapianto, la fioritura si ha in estate o inizio dell autunno. Alla prima raccolta le piante possono essere tagliate raso terra in quanto hanno consistenza erbacea, in seguito, quando la pianta raggiunge altezze più elevate e forma steli legnosi, vengono asportate le sommità fiorite. Nel primo anno di coltivazione si possono ottenere rese di circa q/ha di prodotto essiccato (pianta intera). Negli anni successivi si hanno rese molto variabili (fino a q/ha di prodotto essiccato) a seconda dell incidenza di malattie fungine. I principi attivi più importanti presenti nelle sommità fiorite dell iperico sono l ipericina (0,1-0,3%), l iperforina ed i flavonoidi (0,5-0,7%) che conferiscono proprietà antisettiche, analgesiche, toniche. L olio di iperico, addizionato ad oli essenziali di altre piante officinali, (elicriso, lavanda, timo) può essere usato come antinfiammatorio (Agrosarda, 2002) e può essere utilizzato dalle industrie liquoristiche in quanto ha proprietà aromatizzanti e digestive. Facendo macerare le sommità fiorite con olio d oliva si ottiene un prodotto molto utile per curare contusioni, ustioni e ferite favorendo così la cicatrizzazione (Guarrera P.M., 2005). L azione più importante dell iperico è quella antidepressiva, sfruttata particolarmente nelle depressioni di lieve o moderata entità. Da ulteriori studi è stato però riscontrato il rischio di interazione di prodotti a base di iperico nei confronti di altri farmaci nonché una serie di effetti collaterali quali ad esempio: reazioni allergiche, disturbi intestinali, alterazioni del comportamento e convulsioni (Ricciuti S., 2001). 128

5 Bibliografia Agrosarda (2002) L officina delle erbe: la valorizzazione delle specie vegetali officinali. Osservatorio industriale della Sardegna. Aiello N., Scartezzini F., D Andrea L., Albasini A., Rubiolo P. (2001) Ricerche su iperico, issopo, rosmarino e verga d oro coltivati a diverse densità d impianto in Trentino. ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1; pag Aiello N., Scartezzini F., Vender C. (2001) Valutazione produttiva e qualitativa di popolazioni spontanee di iperico (Hypericum perforatum L.). ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1; pag Guarrera P.M. (2005) - Traditional phytotherapy in Central Italy (Marche, Abruzzo, Latium). Fitoterapia 76; pag ISAFA (2001) Indagine sulla consistenza e le caratteristiche della produzione di piante officinali in Italia. Comunicazioni di ricerca 2001/3. Pignatti S. (1982) - Flora d Italia. Edagricole. Bologna. Ricciuti S. (2001) Hypericum perforatum L. Luci ed ombre di un farmaco di grande attualità. Il policlinico Sez. Pratica vol. 18 n. 10; pag Siti internet consultati: 129

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