7 Il modello AD-AS. 7.1 Introduzione

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1 7 Il modello AD-AS 7.1 Introduzione L ultima fase della costruzione del modello keynesiano consiste nella considerazione di un economia costituita da quattro mercati suddivisibili in due settori analogamente a quanto visto nel modello classico: il settore reale, formato dal mercato dei beni e da quello del lavoro, e il settore monetario, costituito dal mercato della moneta e da quello dei titoli. In questa economia, quindi, ci sono quattro merci: i beni, la moneta, il lavoro e i titoli (pubblici e privati). Il modello AD-AS, quindi, consente di studiare l equilibrio generale e cioè la determinazione della produzione prendendo in considerazione simultaneamente l equilibrio di tutti i mercati. Nel Cap. 2 abbiamo visto che il modello keynesiano si differenzia da quello classico relativamente a due equazioni di comportamento dei soggetti economici. Nel modello IS-LM, in primo luogo, non è valida la teoria quantitativa della moneta in quanto gli individui trattengono moneta anche per lo scopo speculativo con la conseguenza che la spesa monetaria () non cresce automaticamente al crescere della quantità offerta di moneta. In secondo luogo, si assume che il risparmio, e quindi il consumo, dipendano unicamente dal reddito e, quindi, non dal tasso d interesse. Quest ultimo infatti entra in gioco nella determinazione della composizione del portafoglio degli individui tra moneta e titoli. Il modello AD-AS considerato in questo capitolo consente di mettere in luce una terza differenza essenziale tra il modello keynesiano e quello classico relativa alle caratteristiche fondamentali del mercato del lavoro, a cui come vedremo, è possibile ricondurre in massima parte il diverso funzionamento dell economia. 189

2 M.V : D 7.2 Il mercato del lavoro Il funzionamento del mercato del lavoro, e in particolare la definizione dell offerta di lavoro, rappresenta l aspetto distintivo del modello keynesiano L offerta di lavoro Ipotesi 7.1: Nel mercato del lavoro è presente una rigidità nominale (verso il basso) che ostacola l aggiustamento del salario monetario anche in presenza di un eccesso di domanda negativo sul mercato del lavoro [7.1] W = W L ipotesi 7.1 assume impliciatamente che nel mercato del lavoro siano presenti elementi monopolistici che impediscono, l aggiustamento immediato del salario monetario anche a fronte di squilibri tra domanda e offerta di lavoro. Il salario monetario è determinato dai contratti collettivi di lavoro (la cui durata in generale è pluriennale) stipulati tra le associazione sindacali dei lavoratori e delle imprese piuttosto che attraverso la contrattazione individuale tra il singolo lavoratore e la singola impresa. Essa assume, dunque, che il salario monetario negoziato collettivamente è fissato esogenamente ad un livello che dipende da fattori isitutzionali attinenti la regolazione del mercato del lavoro e, in particolare, la natura della contrattazione salariale e la forza contrattuale delle due parti. Ipotesi 7.2: La funzione dell offerta di lavoro è [7.2] N L per W = W e (W/) > (W/) L N S = n S (W/) per (W/) > (W/) L dove (W/) L e N L sono rispettivamente il salario reale e il livello dell occupazione di pieno impiego. La [7.2] assume che fino al raggiungimento della piena occupazione (e cioè in corrispondenza di un salario reale inferiore a quello in grado di assicurare la piena occupazione) l offerta di lavoro è inifinitamente elastica al salario monetario e al salario reale prevalente (dato il salario monetario). La presenza di lavoratori disoccupati non spinge alcun 190

3 7. - lavoratore ad offrire lavoro in corrispondenza di un salario monetario inferiore a quello fissato contrattualmente (rigidità nominale verso il basso). La rigidità nominale però non implica una rigidità reale: i lavoratori sono disposti ad offrire la stessa quantità di lavoro ad un salario reale inferiore qualora la riduzione si realizzi attraverso un aumento del livello dei prezzi. Almeno tre motivi giustificano l ipotesi che una riduzione del salario reale conseguente ad un aumento dei prezzi non determina una riduzione dell offerta di lavoro. In primo luogo, la presenza di lavoratori indebitati può rappresentare un freno alla riduzione dell offerta di lavoro in presenza di una riduzione del salario reale. In queste circostanze infatti è poco plausibile che questo gruppo di lavoratori riduca l offerta di lavoro solo perché il beneficio marginale del salario esistente é inferiore alla disutilitá marginale del lavoro offerta in corrispondenza di un dato salario reale. In secondo luogo, i contratti stipulati tra lavoratori e imprese possono avere una durata piuttosto lunga cosicché un aumento dei prezzi che riduca il salario reale non spinge il lavoratore a licenziarsi soprattutto se quest ultimo ha di fronte a sè l alternativa di rimanere disoccupato. Infine, i sindacati di categoria nello stipulare il salario monetario tengono conto della posizione salariale relativa dei lavoratori da essi rappresentati. Una riduzione del salario reale conseguente ad un aumento del livello generale dei prezzi, non modificando la posizione salariale relativa di un dato gruppo di lavoratori rispetto a quella di altri lavoratori, non riduce necessariamente l offerta di lavoro proprio perchè tale riduzione interessa indistintamente tutti i lavoratori. Una volta che il sistema economico raggiunge l equilibrio di piena occupazione, le imprese possono aumentare la quantità di lavoro utilizzata solo se sono disposte (dato il prezzo corrente) ad offrire un salario monetario maggiore di quello contrattuale. Ne segue che dal punto di piena occupazione in poi, l offerta di lavoro diventa funzione crescente del salario reale (esattamente come nel modello classico) La domanda di lavoro Nel modello AD-AS la funzione della domanda di lavoro è analoga a quella ricavata nel modello classico: 191

4 M.V : D Ipotesi 7.3: (Funzione di produzione Cobb-Douglas) La funzione della domanda di lavoro è: 1 1 N D 1 α [7.3] = α (W/) La domanda di lavoro dell impresa viene ricavata dalla massimizzazione del profitto. Si assuma la seguente funzione di produzione aggregata di tipo Cobb-Douglas: [7.4] = F (N) =N α doveèimmediatoverificare che F (N) =αn α 1 > 0 e F (N) =α (α 1)N α 2 < 0 e cioè che la funzione di produzione considerata esibisce una produttività marginale positiva ma decrescente come ipotizzato nel modello classico. L impresa massimizza il profitto, Π, (vale a dire la differenza fra ricavi,, ecosti, WN) rispetto alla quantità di lavoro impiegata dato il vincolo tecnologico rappresentato dalla funzione di produzione: max rispetto a N s.a Π = WN = N α dove é il prezzo del bene e W é il salario monetario. Sia il prezzo del bene che il salario monetario sono assunti dati dall impresa. Il primo perchè il mercato dei beni è perfettamente concorrenziale, il secondo perchè è fissato esogenamente dalla contrattazione collettiva. Derivando il profitto rispetto ad N si ricava: dπ dn = αn α 1 W =0 Dalla condizione del primo ordine del problema di massimizzazione del profitto si ottiene [7.5] M N = αn α 1 = α 1 N 1 α = W dove w = W/ é il salario reale. Risolvendo la [7.5] rispetto ad N si ricava la [7.3] che conferma la relazione inversa tra domanda di lavoro e salario reale. L impresa stabilisce la quantità domandata di lavoro solo nel momento in cui viene a conoscenza del salario reale. Quest ultimo, tuttavia, non è noto all impresa dal momento che, per ipotesi, essa conosce il livello del salario monetario ma non quello dei prezzi. Ne segue che, 192

5 7. - dato il salario monetario, il salario reale dipende dal livello d equilibrio dei prezzi: W [7.6] = W L equilibrio di sottoccupazione L ipotesidiun offerta di lavoro infinitamente elastica al salario monetario esogenamente dato fino al raggiungimento della piena occupazione implica che il livello di equilibrio dell occupazione, N, èdeterminato unicamente dalla domanda di lavoro una volta noto il livello generale dei prezzi [7.7] N = N D La [7.7] mostra la natura dell equilibrio che si stabilisce sul mercato del lavoro. Non c è alcuna ragione per cui il sistema economico generi un livello d equilibrio dei prezzi tale per cui, dato il salario monetario, si realizzi esattamente quel salario reale in grado di assicurare il pieno impiego. In generale la domanda e l offerta di lavoro non coincidono e quindi, nel modello AD-AS, si realizza un tipo di equilibrio diverso dal tradizionale equilibrio di market clearing che viceversa esige, per definizione, lo sgombro del mercato del lavoro da ogni eccesso di domanda. Al contrario, come verrà dimostrato formalmente nei prossimi paragrafi quando si considererà l equilibrio simultaneo di tutti i mercati, nel modello AD-AS l equilibrio macroeconomico è compatibile con un eccesso negativo di domanda di lavoro che viene definito disoccupazione involontaria. [7.8] DIS INV = N L N Definizione 7.1: (Disoccupazione involontaria) Nel mercato del lavoro si ha disoccupazione involontaria quando a seguito di una riduzione del salario reale si verifica che: (a) l offerta di lavoro eccede nuovamente il livello esistente di occupazione (b) la domanda di lavoro é maggiore del livello corrente di occupazione rima del raggiungimento dell equilibrio di pieno impiego, una riduzione del salario reale (che tuttavia non sia in grado di stabilire il pieno impiego) produce da una parte un aumento della domanda di lavoro e quindi dell occupazione (punto b) e, dall altra parte, una riduzione parziale dell eccesso di domanda di lavoro negativo dal momento che 193

6 M.V : D l offerta di lavoro continuerà ad eccedere il livello corrente di occupazione dal momento che rimangono ancora lavoratori disoccupati (punto a). Una volta che l economia ha raggiunto l equilibrio di pieno impiego, e quindi assorbito interamente l eccesso negativo di domanda di lavoro, si ha che una riduzione del salario reale viola la condizione (a). Assumendo di trovarci in equilibrio di pieno impiego i.e., N = N L,afronte di un ulteriore riduzione del salario reale mentre la domanda di lavoro aumenta, l offerta rimane costante al livello N L. Infatti la [7.2] assume che, dal punto di piena occupazione in avanti, l offerta di lavoro è crescente nel salario reale. La diversa formulazione dell offerta di lavoro conduce, dunque, alla dimostrazione dell esistenza di un equilibrio in cui sono presenti disoccupati involontari e cioè individui che sebbene siano disposti a lavorare al salario reale corrente non ci riescono. Soluzione algebrica. Il mercato del lavoro è descritto dalle sei equazioni [7.1], [7.2], [7.3], [7.6], [7.7] e [7.8] in sette incognite e cioè W, N, N D, W/, N S, DIS INV e. Attraverso la sostituzione delle funzioni, tralasciando il livello dei disoccupati involontari (che può essere ricavato una volta noto il livello di equilibrio dell occupazione) e assumendo che il sistema si trovi in una situazione di sottoccupazione (salario monetario rigido), il mercato del lavoro può essere ridotto ad un sistema di tre equazioni: [7.1.a] N S = N L 1 [7.2.a] N D α1 1 α = W [7.3.a] N = N D α1 = W 1 1 α in quattro incognite i.e., N S, N, N D,e. Ne segue che nel modello AD-AS, a differenza di quanto accade nel modello classico, il mercato del lavoro non riesce a determinare autonomamente il valore di equilibrio del salario reale e quindi dell occupazione. Fino a quando il livello dei prezzi non è noto, le imprese non possono stabilire l ammontare di domanda di lavoro e quindi la quantità prodotta dei beni. Quando le imprese vengono a conoscenza del livello dei prezzi, ad esempio = 1, e quindi del salario reale (dato il salario monetario), il valore di equilibrio dell occupazione viene determinato 194

7 L equilibrio del mercato del lavoro nel modello AD-AS W/ (iv) W/ (iii) Equazione 7.3 Equazione 7.6 ( W 1 / 1) 1 ( W 1 / 1) 1 W / ) ( 1 L 1( / 1 ) W / ) ( 1 L N 1( / L ) W W W disoccupaz ione involontar ia disoccupaz ione volontari a Equazione 7.2 W W 1 W L (i) W L (ii) 45 0 N 1 N L N F N W L W 1 W unicamente dalla domanda di lavoro in quanto l offerta di lavoro si aggiusta automaticamente dal momento che è infinitamente elastica al salario monetario: [7.9] α1 N = W 1 1 α Soluzione grafica. NellaF. 7.1 si riporta la soluzione grafica del mercato del lavoro dove si assume che il livello dei prezzi sia per il momento fissato esogenamente i.e., = 1 (analisi di equilibrio parziale). Nel grafico (i) si riporta l equazione [7.2] che rappresenta l offerta di lavoro dato il salario monetario W = W 1 : l offerta di lavoro è infinitamente elastica (la funzione dell offerta di lavoro è parallela all asse dell ascis- 195

8 M.V : D se) fino al raggiungimento del livello di pieno impiego N = N L per poi crescere al crescere del salario monetario (e quindi del salario reale dal momento che i prezzi sono dati). Nel grafico (ii) viene riportato su entrambi gli assi il salario monetario cosicchè è possibile passare al grafico (iii). In quest ultimo si traccia l equazione [7.6] ecioèladeterminazione del salario reale (l inclinazione della retta è 1/ 1 ). Una volta determinato il salario reale si giunge al grafico (iv) dove, data la funzione della domanda di lavoro, e cioè la [7.3], si determina la quantità di lavoro domandata dall imprese, N1 D, e quindi il livello di occupazione, N 1. Infine tornando al grafico (i) si ricava che, in corrispondenza di N 1, la disoccupazione complessiva è data dalla somma di due componenti: i) Disoccupati volontari: e cioè i lavoratori (N F N L ) che sono disposti a lavorare solo se il salario reale è maggiore di quello di piena occupazione. ii) Disoccupati involontari: e cioè i lavoratori (N L N 1 ) che, dato il salario reale di corrente, sarebbero disposti a lavorare ma non ci riescono. Infine la F. 7.1 mostra che il livello d occupazione di pieno impiego può essere raggiunta in due modi: dato il livello dei prezzi = 1 attraverso una riduzione del salario monetario, W = W L ecioèattraverso la rimozione della rigidità nominale; oppure data la rigidità nominale e cioè W = W 1 mediante un aumento del livello dei prezzi = L (che nel grafico ii riduce l inclinazione della retta). 7.3 Il mercato della moneta Nel mercato della moneta, la domanda di moneta reale, L, per quanto visto nel C. 3, dipende da tre motivi quello delle transazioni, quello precauzionale ed infine quello speculativo. Essa dunque dipende direttamente dal reddito reale,, e inversamente dal tasso d interesse. Il mercato della moneta è dunque rappresentato dal seguente sistema di equazioni: [7.4.a] L = k hr [7.5.a] M S = M [7.6.a] EM = L M S =0 in cinque incognite i.e., L, M S,, r e.la[7.4.a] è la domanda nominale di moneta ricavata da quella reale moltiplicandola per il livello dei 196

9 L equilibrio del mercato della moneta nel modello AD-AS r LM( 1 ) r 1 r = 2 r min E F LM( 2 ) LM( 3 ) 1 prezzi dove tutte le variabili che compaiono in essa (esclusi ovviamente i prezzi) sono espresse in termini reali; la [7.5.a] rappresenta l offerta nominale di moneta fissata dai responsabili della politica monetaria ed infine la [7.6.a] rappresenta la condizione di equilibrio del mercato della moneta che richiede l uguaglianza tra la domanda e l offerta nominale di moneta (o alternativamente l uguaglianza tra la domanda e l offerta reale di moneta M/) e cioè l azzeramento dell eccesso di domanda nominale (o reale) di moneta. L equilibrio parziale del mercato della moneta è descritto dalla tradizionale LM ricavata dalla [7.6.a] una volta sostitutite la [7.4.a] e la[7.5.a] [7.10] r = 1 h k M Adifferenza di quanto accade nel modello IS-LM questa volta l equilibrio sul mercato della moneta si ricava in corrispondenza di tutte le combinazioni di reddito e tasso d interesse che uguagliano domanda eofferta reale di moneta dato un valore arbitrario del livello dei prezzi. L equazione rappresentativa della scheda LM infatti contiene tre variabili incognite i.e.,, r e, e quindi deve essere rappresentata nello spazio a tre dimensioni. La rappresentazione nel piano (, r) èlasua proiezione per un dato valore di. Ne segue che la posizione dipende dal livello dei prezzi. Si consideri, ad esempio, un generico punto di equilibrio, ad esempio E = 197

10 M.V : D ( 1,r 1, 1 ), e si assuma che i prezzi si riducano i.e., 2 < 1. Dato il livello del reddito, = 1, la riduzione dei prezzi determina una riduzione della domanda di moneta nominale e quindi un eccesso negativo di domanda sul mercato della moneta (l offerta nominale infatti è costante). I soggetti economici disponendo di un ammontare di scorte monetarie in eccedenza rispetto a quelle necessarie a sostenere i volumi di spesa, lo utilizzano per l acquisto di titoli. L aumento della domanda di titoli determina un aumento del prezzo dei titoli e una riduzione del tasso d interesse i.e., r 2 = r min <r 1. Il nuovo punto di equilibrio è dunque F =( 1,r 2, 2 ) cosicché la diminuzione dei prezzi ha prodotto uno spostamento verso destra la curva LM parallelamente a sè stessa (F. 7.2). Tuttavia quando l economia giunge nella trappola della liquidità, e quindi r = r min, un ulteriore diminuzione dei prezzi (ad esempio 3 < 2 ) non è in grado di ridurre ulteriormente il tasso d interesse e quindi di spostare la scheda LM. Tutti i soggetti economici infatti si aspettano un aumento del tasso d interesse nei periodi futuri e quindi trattengono l eccedenza di scorte monetarie (provocata dalla riduzione dei prezzi) interamente sotto forma di moneta. La scheda LM quindi diventa parallela all asse delle ascisse. 7.4 Il mercato dei beni L equilibrio sul mercato dei beni è descritto dal seguente sistema di tre equazioni α [7.7.a] = F (N) = W [7.8.a] [7.9.a] α 1 α D = A + c(1 t) br = D in quattro incognite i.e.,, D, r e. La [7.7.a] rappresenta la funzione di produzione dalla quale, dato il livello di quantità domandata di lavoro, si ricava la quantità offerta; la [7.7.b] è la funzione della domanda aggegata, che come si è visto visto nel C. 3, dipende da una componente autonoma, dal reddito e dal tasso d interesse (dove tutte le variabili sono espresse in termini reali); infine la [7.7.c] è la condizione di equilibrio del mercato dei beni che impone l uguaglianza tra la domanda aggregata e l offerta aggregata. Assumendo che la condizione di equilibrio sia soddisfatta e cioè = D,siricavalatradizionale 198

11 7. - scheda IS 1 [7.11] = A br 1 c(1 t) Si noti tuttavia una differenza sostanziale con quanto visto nel modello IS-LM. Quando i prezzi sono determinati endogenamente, come nel modello AD-AS, non è possibile assumere che, dato un arbitrario livello dei prezzi, l offerta di beni si aggiusti automaticamente alla quantità di beni domandata. Infatti la quantità offerta dipende dal salario reale e quindi, dato il salario monetario, dai prezzi per cui non è detto che la [7.11] sia automaticamente soddisfatta. Ciò avviene solo se nell economia si stabilisce un salario reale in corrispondenza del quale le imprese offrono esattamente la quantità stabilita dalla [7.11]. La [7.11] quindi va interpretata nel seguente modo: se il livello dei prezzi fosse = 1 e l offerta fosse pari a 1 allora la domanda aggregata sarebbe anch essa pari a L equilibrio macroeconomico generale Come si è visto nei tre precedenti paragrafi una caratteristica del modello AD-AS consiste nel fatto che nessun mercato è in grado di stabilire l equilibrio autonomamente come accade, viceversa, nel modello classico. Definizione 7.2: (modello AD-AS in forma estesa) L equilibrio macroeconomico generale nel modello AD-AS espresso in forma estesa é dato dall insieme di valori (N, N s,n D,,r,, D,M S,L) che determina l equilibrio simultaneamente su tutti i mercati e cioè che soddisfa simultaneamente il sistema di nove equazioni [7.1.a]-[7.9.a]. Il modello AD-AS può essere espresso in forma ridotta comprimendo il precedente sistema di equazioni a due relazioni fondamentali e cioè le schede dell offerta e della domanda aggregata, che racchiudono in sè le condizioni di equilibrio di tutti e tre i mercati considerati L offerta aggregata L analisi del marcato del lavoro ha mostrato che il livello dell occupazione d equilibrio coincide (in presenza di salario monetario rigido) con la domanda di lavoro che viene determinata dall impresa quando dato W = W è noto il livello dei prezzi. Rimuovendo l ipotesi di prezzi dati, e quindi passando ad un analisi di equilibrio generale, e sostituendo 199

12 M.V : D 7.3 La derivazione grafica della scheda AS N Equazione 7.4 N D N S N N L N 1 (iii) (ii) Equazione L Equazione 7.6 L E L L 1 E 1 1 ( W 1) (iv) Equazione 7.11 (i) ( W L) 1 L ( W / ) L ( W 1 / 1) 1 ( W / ) nella funzione di produzione [7.4] il valore dell occupazione determinato dalla [7.9] si ricava la seguente relazione: [7.12] α = W α 1 α in cui compaiono due variabili incognite e cioè e. Definizione 7.3: La scheda AS (Aggregate Supply) fornisce la quantità di beni offerta dall impresa in corrispondenza di un dato livello dei prezzi. La [7.12] rappresenta la funzione dell offerta aggregata e cioè la relazione tra il livello dei prezzi e la quantità offerta di beni. Derivando rispetto a si ricava che [7.13] d d = α 2 (1 α) W 1 α 1 α > 0 W 200

13 7. - e quindi una relazione crescente tra prezzi ed offerta. Infatti dato il salario monetario W = W (e quindi assumendo che l economia non si trovi in un equilibrio di piena occupazione) un aumento dei prezzi produce una riduzione del salario reale e, conseguentemente, un aumento della domanda di lavoro e quindi dell offerta di beni. La presenza di disoccupazione involontaria assicura che i lavoratori offrano la stessa quantità di lavoro in corrispondenza di un salario reale più basso. Derivazione grafica. LaschedaASvienericavatagraficamente nella F. 7.3.Ilgrafico (i) considera la relazione salario reale-prezzo per un dato salario monetario W = W 1 (sinoticheunariduzionedelsalario monetario a parità del livello dei prezzi riduce il salario reale e quindi sposta la curva verso sinistra); il grafico (ii) riporta la situazione del mercato del lavoro; il grafico (iii) considera la funzione di produzione ed infine il grafico (iv) la relazione prezzi-offerta aggregata e cioè la scheda AS. Dato un valore arbitrario dei prezzi, = 1 partendo dal grafico (i) si ricava in successione il salario reale W 1 / 1, il livello di occupazione N 1 ed infine l offerta aggregata 1. Ne segue che il punto E 1 =( 1, 1 ) rappresenta una prima combinazione prezzi-offerta che, dato il salario monetario, garantisce la massimizzazione del profitto delle imprese. Considerando un nuovo livello dei prezzi = L,e ripetendo il procedimento precedente, si determina un nuovo livello di occupazione N L e quindi la nuova quantità di beni offerta dall impresa L che, come si vede, è maggiore di 1. Quindi la derivazione grafica conferma che un aumento dei prezzi genera un aumento della quantità di beni offerta. Si noti infine che il livello di pieno impiego viene raggiunto in corrispondenza di un salario reale pari a (W/) L.Ilgrafico mostra che tale valore può essere raggiunto in due modi. In primo luogo come si è visto dato il salario nominale W = W l aumento del livello dei prezzi L > 1 determina quel salario reale che consente di sgombrare il mercato del lavoro da ogni eccesso negativo di domanda di lavoro dal momento che W 1 / L =(W/)L (spostamento lungo la [7.6]). D altra parte qualora si rimuovesse la rigidità nominale e il salario monetario potesse ridursi a W L < W 1 fino a stabilire un salario reale di pieno impiego e cioè W L / 1 =(W/)L il sistema economico potrebbe raggiungere il pieno impiego (spostamento della [7.6] verso sinistra). 201

14 M.V : D La domanda aggregata Vediamo ora l altro elemento del mercato dei beni che concorre, congiuntamente all offerta aggregata, a determinare il livello di equilibrio dei prezzi: la domanda aggregata. Definizione 7.4: La scheda AD (Aggregate Demand) rappresenta la quantità di beni domandata in corrispondenza di un dato livello dei prezzi nell ipotesi che le imprese, a quel dato livello dei prezzi, sono disponibili ad offrire una quantità di beni esattamente uguale a quella domandata. La scheda IS [7.11] definisce un insieme di combinazioni di reddito e tasso d interesse che dato il livello dei prezzi e la quantità offerta dall impresa realizza l equilibrio sul mercato dei beni. D altra parte dal mercato della moneta si è giunti a determinare la scheda LM che può essere risolta rispetto ad r r = 1 k M [7.14] h e quindi sostitutita nella [7.11] così da ottenere un espressione in due incognite e 1 = A b 1 k M 1 c(1 t) h [7.15] 1 = 1 c(1 t)+bk/h = m G A + b M h A + b h M L equilibrio simultaneo del mercato dei beni e della moneta stabilisce una relazione tra prezzi e domanda aggregata, e quindi in equilibrio, stabilisce indirettamente una relazione aggiuntiva tra offerta aggregata e prezzi rispetto a quella stabilita dalla scheda AS. La questione consiste nel verificare se la relazione tra la domanda aggregata e prezzi, e quindi, indirettamente tra l offerta aggregata e i prezzi, stabilita dalla scheda AD (e quindi coerente con l equilibrio dei mercati dei beni e della moneta) sia compatibile con quella stabilita dalla scheda AS (e quindi coerente con l equilibrio del mercato del lavoro). In altre parole la scheda AD non è in grado di assicurare che dato un certo livello dei prezzi, ad esempio = 1, le imprese siano effettivamente disposte ad offrire 1 (la risposta come vedremo sarà data dalla soluzione simultanea di tutti i mercati e cioè dall equilibrio macroeconomico generale). 202

15 La derivazione grafica della scheda AD r LM( 1 ) r LM( 1 ) LM( 2 ) LM( 2 ) r 1 r 1 r 2 r min 1 2 E 1 min (i) 1 2 (ii) 1 2 Derivando la [7.15] rispetto a si ottiene d d = m bm 1 G h 2 < 0 che mostra come la scheda AD sia inclinata negativamente: un aumento del prezzo dei beni determina una riduzione della domanda aggregata. Definizione 7.5: (Effetto Keynes) Una riduzione dei prezzi determina un aumento della domanda aggregata. La riduzione dei prezzi produce un aumento della domanda aggregata attraverso un meccanismo di trasmissione che viene definito effetto Keynes. L effetto Keynes quindi altro non è che la spiegazione economica dell inclinazione negativa della scheda AD. Si consideri un valore arbitrario del livello dei prezzi = 1 in corrispondenza del quale è possibile individuare una combinazione di tasso d interesse e quantità domandata e offerta di beni che garantisce l equilibrio simultaneo del mercato dei beni e della moneta ( 1, r 1 ) e cioè il punto E nella F. 7.4, grafico i. Si assuma ora una riduzione del prezzo i.e., 2 < 1. In conseguenza di ciò la domanda di moneta 203

16 M.V : D nominale diminuisce (occorre meno moneta per sostenere lo stesso volume di scambi ) e l eccedenza di scorte monetarie viene utilizzata per acquistare l unica attività finanziaria sostitutiva della moneta e cioè i titoli. L aumento della domanda di titoli produce un aumento del prezzo dei titoli e quindi una riduzione del tasso d interesse. La diminuzione del tasso d interesse produce un effetto di ritorno sul mercato dei beni positivo e cioè un aumento degli investimenti e quindi un aumento della domanda aggregata: L > M B D <B S B r I D Si noti tuttavia che l effetto Keynes è operativo fino a quando l economia non raggiunge la trappola della liquidità. Infatti una volta che il sistema economico ha raggiunto il tasso d interesse critico minimo qualsiasi riduzione dei prezzi non è in grado di ridurre ulteriormente il tasso d interesse e quindi di stimolare la domanda aggregata. Ne segue che in presenza della trappola della liquidità la scheda AD diventa perpendicolare all asse delle ascisse (F. 7.4, grafico ii). Aquestopuntoabbiamoespressoilmodelloinformaestesa rappresentativo dei tre mercati che compongono l economia (il mercato dei titoli è ridondante per la definizione dell equilibrio generale) nella forma ridotta composta da due equazioni che inglobano le condizioni di equilibrio dei tre mercati e cioè la scheda della domanda aggregata e quella dell offerta aggregata [7.10.a] = m G A + b M h α α 1 α [7.11.a] = W in due variabili endogene e cioè e. La soluzione del sistema quindi fornisce l equilibrio macroeconomico generale in cui tutti i mercati sono simultaneamente in equilibrio (per la legge di Walras dal momento che i mercati dei beni, della moneta e del lavoro sono in equilibrio anche il mercato dei titoli è in equilibrio). Definizione 7.6: (Modello AD-AS in forma ridotta) L equilibrio macroeconomico generale nel modello AD-AS é dato da quella combinazione (, ) che soddisfa simultaneamente il sistema di equazioni [7.10.a] e [7.11.a] e realizza simultaneamente l equilibrio su tutti i mercati. Sostitutendo la [7.12] nella [7.15] si ottiene : = m G A + b M h α W 1 α α 204

17 L equilibrio macroeconomico generale nel modello AD-AS N N L N 1 (v) N (iv) D N S N N N F N L N 1 (vi) disoc. vol. disoc. invol. 1 L ( W 1/ ) L ( W / ) ( W/ ) W1 WL W AD vuoto AS recessivo L B 1 A (ii) (iii) r IS 1 L LM ( W / ) ( W 1/ ) L ( W/ ) r L r 1 (i) 1 L che risolta rispetto a fornisce il reddito di equilibrio, e quindi quello dei prezzi roprietá del modello AD-AS La soluzione del modello AD-AS riassume in sè tutte le principali proprietà del modello keynesiano (alcune delle quali sono state esaminate nei C. 2e3). Vediamoleprimetreproprietàchesaranno dimostrate giustificate con riferimento alla F roposizione 7.1: (rincipio della domanda effettiva) Il livello di equilibrio del prodotto è determinato dal livello della domanda aggregata. 205

18 M.V : D roposizione 7.2: (Non dicotomia del sistema economico) Il modello AD-AS non é dicotomico. roposizione 7.3: (Esistenza di equilibrio con non market clearing) Il modello AD-AS genera un continuo di equilibri in cui è presente disoccupazione involontaria e quindi non c è market clearing sul mercato del lavoro. Giustificazione grafica. Si assuma un salario monetario fissato esogenamente W = W. L intersezione della scheda AD con la scheda AS stabilisce l equilibrio macroeconomico e cioè il livello del reddito 1 e il livello dei prezzi 1 rappresentato dal punto A. Come si vede non c è ragione alcuna per cui il livello della domanda aggregata sia tale da generare esattamente un livello di prodotto di pieno impiego e quindi tale da far intersecare la scheda AD con la scheda AS in corrispondenza dell equilibrio di piena occupazione e cioè il punto B. D altra parte una variazione della domanda aggregata (spostando verso destra la scheda AD) genera un aumento del reddito d equilibrio tramite un aumento dei prezzi e quindi una riduzione del salario reale (proposizione 7.1). Nel modello AD-AS la relazione causale tra domanda e offerta aggregata è inversa rispetto a quella del modello classico (la legge di Say). Inoltre la F. 7.5 mostra che i valori di equilibrio delle variabili endogene sono ricavati simultaneamente attraverso l interazione di tutti i mercati: la dicotomia del sistema economico viene meno e i disturbi che si verificano in un dato mercato si ripercuotono a catena nei restanti mercati (proposizione 7.2). Infine, in corrispsondenza del salario reale d equilibrio, le imprese domandano quella quantità di lavoro N 1 in grado di produrre esattamente la quantità di prodotto domandata dal mercato. Nell esempio considerato si vede che nel punto di equilibrio A =( 1, 1 ) c è un vuoto recessivo o deflazionistico conseguente ad una insufficienza della domanda aggregata, misurato dalla differenza tra il prodotto di pieno impiego e il livello di domanda aggregata di equilibrio ( L 1 ) cui corrisponde, in maniera speculare sul mercato del lavoro, un eccesso negativo di domanda di lavoro e cioè una disoccupazione involontaria pari a (N L N 1 ) (proposizione 7.3). Qundi una caratteristica del modello AD-AS è che la determinazione simultanea delle quantità e dei prezzi nei diversi mercati può generare una situazione in cui la violazione della condizione di market clearing sul mercato del lavoro non impedisce, al tempo stesso, agli altri mercati di raggiungere una situazione di equilibrio nell accezione tradizionale. 206

19 I meccanismi di aggiustamento Una volta che i prezzi e il salario monetario sono stati introdotti nel modello è possibile discutere in maniera compiuta il meccanismo d aggiustamento che opera in un economia caratterizzata dalla presenza di una disoccupazione involontaria e, in particolare, mettere a confronto i due meccanismi d aggiustamento considerati nei C. 2 e 3 i.e., quello basato sul principio della domanda effettiva e quello basato sulla flessibilità dei prezzi. Meccanismo d aggiustamento basato sul principio della domanda effettiva Come si è visto una caratteristica fondamentale del modello AD-AS è l esistenza di un equilibrio macroeconomico generale in cui nel mercato del lavoro non è soddisfatta la condizione di market clearing. Nel mercato del lavoro infatti permane un eccesso negativo di domanda di lavoro a cui corrisponde, nel mercato dei beni, un vuoto recessivo dovuto ad una domanda aggregata insufficiente. Nel modello AD-AS il vuoto recessivo o deflazionistico non è in grado di produrre una riduzione dei prezzi e del salario monetario per via dell ipotesi ad hoc, e cioè non giustificata all interno del modello, di un salario monetario rigido verso il basso. Il meccanismo di aggiustamento basato sul pincipio della domanda effettiva infatti scatta solo in presenza di un eccesso (positivo o negativo) di domanda sul mercato dei beni (e quindi non in presenza di un vuoto recessivo) e, comunque, non è in grado di assicurare necessariamente il livello del prodotto di pieno impiego (che come visto in precedenza dipende dal livello della domanda aggegata). Solo nel caso in cui si verifichi un aumento di una componente autonoma della domanda aggregata si innesta il meccanismo di trasmissione in grado di aumentare il livello del reddito d equilibrio ed eventualmente condurre il sistema economico al pieno impiego. L aumento della domanda aggregata, infatti, producendo un eccesso di domanda sul mercato dei beni genera un rialzo dei prezzi e una riduzione del salario reale che consente all imprese di aumentare la domanda di lavoro e, quindi, il livello dell occupazione (e quindi una riduzione della disoccupazione involontaria) così da soddisfare l aumento iniziale di domanda aggregata. Quindi nel processo di aggiustamento i prezzi aumentano solo dopo che è aumentata la domanda aggregata (che rappresenta dunque il punto di partenza del processo d aggiustamento): La F. 7.6 mostra che un aumento della componente autonoma della domanda aggregata produce uno spostamento della IS (grafico i) 207

20 M.V : D 7.6 Il meccanismo d aggiustamento nel modello AD-AS: il principio della domanda effettiva N N L (v) B N (iv) D N B S N N 1 A A 1 L ( W 1 / ) L ( W 1 / 1) 1 ( W / ) AS L B B 1 A AD 2 A (ii) AD 1 (iii) 1 L ( W 1 / 1) 1 ( W 1/ ) L ( W / ) r B LM 2 LM 1 r L IS 2 r 1 (i) IS 1 1 L e della AD (grafico ii) verso destra. L aumento della domanda aggregata, dato il livello iniziale dei prezzi = 1, determina un eccesso di domanda positivo sul mercato dei beni e un rialzo dei prezzi = L. Il rialzo dei prezzi a sua volta produce due conseguenze. Da una parte una riduzione del salario reale che consente alle imprese di aumentare la domanda di lavoro e quindi l occupazione così da soddisfare l aumento della domanda di beni. Dall altra parte l aumento dei prezzi attiva l effetto Keynes: l aumento dei prezzi riduce l offerta reale di moneta (laschedalmnelgrafico i si sposta verso sinistra) e genera un aumento del tasso d interesse e una riduzione degli investimenti. L effetto negativo dell effetto Keynes sulla domanda aggregata smorza, ma non 208

21 7. - annulla, l aumento iniziale della domanda aggregata per cui il prodotto al termine del processo di aggiustamento aumenta raggiungendo L. D 1 > 1 >0 (W/) < 0 N >0 (M/) < 0 D < 0 In conclusione nel modello AD-AS l unico modo per aumentare il reddito di equilibrio è quello di stimolare la domanda aggregata che, determinando un aumento dei prezzi, genera quella riduzione del salario reale che consente alle imprese di aumentare la domanda di lavoro e quindi il livello di equilibrio dell occupazione. Meccanismo d aggiustamento basato sulla flessibilità salari-prezzi Si può ora esaminare la questione se il meccanismo di aggiustamento classico basato sulla flessibilità dei prezzi a fronte di un eccesso di domanda di lavoro negativo possa funzionare anche nel modello AD- AS qualora la rigidità nominale presente sul mercato del lavoro fosse rimossa. roposizione 7.4. (Limiti del meccanismo di aggiustamento prezzi-salari) Nel modello AD-AS il meccanismo di perfetta flessibilità dei prezzi-salari non è in grado di ristabilire la piena occupazione qualora l effetto Keynes sia debole o nullo (trappola della liquidità). L aumento della produzione ottenuta mediante un aggiustamento dei prezzi e salari richiede due requisiti: anzitutto una riduzione dei prezzi per generare un aumento della domanda aggregata tramite l effetto Keynes; in secondo luogo una riduzione dei salari monetari maggiore della riduzione dei prezzi al fine di garantire quella riduzione del salario reale che consente alle imprese di aumentare la domanda di lavoro e quindi il livello dell occupazione. La riduzione congiunta del salario monetario e dei prezzi genera però effetti contrastanti sulla domanda aggregata. Da una parte la riduzione dei salari determina una redistribuzione del reddito tra lavoratori e imprenditori (meno salari più profitti). Nel caso in cui le due classi sociali hanno una propensione marginale al consumo diversa (in generale le classi salariali hanno una propensione marginale al consumo maggiore di quella degli imprenditori), la riduzione dei salari monetari potrebbe provocare una riduzione della propensione marginale al consumo aggregata e, quindi, una riduzione del moltiplicatore ed infine della domanda aggregata. 209

22 M.V : D Dall altra parte la riduzione dei prezzi determina uno stimolo alla domanda aggregata attraverso l effetto Keynes. Quest ultimo tuttavia è disattivo nel caso in cui l economia è approssimata dal caso keynesiano estremo e cioè nel caso in cui il tasso d interesse è particolarmente basso o l economia si trova nella trappola della liquidità (LM parallela all asse dell ascisse), e gli investimenti sono poco sensibili al tasso d interesse (la IS è poco inclinata e al limite perpendicolare all asse dell ascisse). In queste circostanze, infatti, l effetto Keynes non è in grado di stimolare la domanda aggregata o perchè il tasso d interesse non può ridursi ulteriormente e/o perchè anche a fronte di una riduzione del tasso d interesse gli investimenti non aumentano (data la sensibilità scarsa o addirittura nulla al tasso d interesse). Quindi l effetto complessivo sulla domanda aggregata indotto dalla riduzione simultanea dei prezzi e del salario monetario dipende dalla forza relativa dei due effetti. Nel caso in cui l economia è ben rappresentata dal caso keynesiano estremo, l effetto negativo prevale su quello positivo cosicchè la domanda aggregata diminuisce innestando una spirale destabilizzante di riduzione continua di prezzi e salario monetario. In queste circostanze, quindi, l ipotesi di rigidità nominale svolge una funzione di stabilizzazione dal momento che arresta ed evita che tale spirale al ribasso dei salari monetari e prezzi prenda avvio. Nella F. 7.7 si considera il caso in cui l economa si trova nella trappola della liquidità. Come si è visto in precedenza in questo caso la scheda AD in corrispondenza del prezzo min, che corrisponde al tasso d interesse minimo in cui scatta la trappola della liquidità, r min, diventa perpendicolare all asse dell ascisse. In queste circostanze, una riduzione dei prezzi al di sotto di min non è in grado di attivare un effetto espansivo sulla domanda aggregata tramite l effetto Keynes e quindi la scheda AD non sarà mai in grado di intersecare la scheda AS in corrispondenza del livello del prodotto di pieno impiego. In conclusione, l equilibrio di sottoccupazione nell ambito del modello AD-AS si realizza in due situazioni ben precise: in un primo caso qualora sia presente una rigidità nominale sul mercato del lavoro che impedisce l aggiustamento del salario monetario anche a fronte di un eccesso negativo della domanda di lavoro; in un secondo caso anche qualora si ammettesse la perfetta flessibilità dei prezzi e salari il meccanismo di aggiustamento classico non potrebbe funzionare qualora l effetto Keynes fosse particolarmente debole o del tutto nullo come nel caso della trappola della liquidità. 210

23 I limiti del meccaniso d aggiustamento basato sulla flessibilità dei prezzi nel modello AD-AS: il caso della trappola della liquidità N N L (v) B N (iv) D N B S N N 1 A A 1 L ( W 1/ ) L ( W 1 / 1) 1 ( W/ ) AS AD 1 1 A min B 1 ( W/ ) 2 L 2 ( W / ) L ( W / ) r IS 1 r L LM 1 r 1 LM 2 r min 1 2 L Meccanismo d aggiustamento basato sulla flessibilità salari-prezzi in presenza di effetti ricchezza Quando l effetto Keynes è del tutto neutralizzato, quindi, il meccanismo d aggiustamento basato sulla flessibilità di prezzi e salari non sarebbe comunque in grado di ristabilire il prodotto di pieno impiego. E possibile ora considerare un estensione del modello AD-AS esaminato in questo capitolo attraverso l inserimento della ricchezza nella funzione del consumo. Questa modifica consente di dimostrare e riaffermare, almeno su un piano strettamente teorico, la validità del meccanismo d aggiustamento classico nel ristabilire l equilibrio di piena 211

24 M.V : D occupazione anche nel modello AD-AS. Si consideri la ricchezza aggregata nominale dell economia, R, costituita dalla ricchezza materiale (stock nominale di beni capitali, K), più le attività finanziarie (moneta, M, etitoli, B). Ne segue che la ricchezza reale è data da [7.16] R = K + M + B Una distinzione da tener presente riguarda la distinzione tra ricchezza reale lorda e ricchezza reale netta, RN, posseduta dal settore privato nel suo insieme (famiglie più imprese) che è quella rilevante nel definire l ammontare del consumo dei soggetti economici. Ad esempio relativamente ai titoli emessi dalle imprese, la riduzione dei prezzi produce un duplice effetto: da una parte aumenta la ricchezza dei risparmiatori dall altra aumenta il debito dei dell imprese. In queste circostanze l effetto finale della riduzione dei prezzi è quello di lasciare invariata la ricchezza netta del settore privato. Viceversa le attività finanziarieemesseall esterno del settore privato, come ad esempio, la moneta emessa dal Governo per la sottoscrizione di titoli pubblici e trattenuta dal settore privato, fanno parte, a pieno titolo, della ricchezza netta del settore privato. Relativamente a questo secondo tipo di attività finanziarie, quindi una riduzione dei prezzi aumenta il valore della ricchezza netta del settore privato. Definizione 7.5: (Effetto ricchezza o effetto igou) L effetto igou consiste nell aumento della domanda aggregata indotto da un aumento della ricchezza reale del settore privato conseguente ad una riduzione dei prezzi. Una volta che la ricchezza viene considerata esplicitamente nel modello la funzione del consumo deve essere ridefinita nel seguente modo: C = C + c + nrn dove n misura la propensione marginale al consumo per una variazione della ricchezza reale netta. In questo caso, quindi, la posizione della IS nel piano dipende dalla ricchezza reale netta: un aumento di quest ultima produce uno spostamento verso destra sia della scheda IS che della AD. Riconsiderando il caso esaminato nella F. 7.7 si può mostrare che anche nel caso in l effetto Keynes non sia attivo (caso della trappola della liquidità) l agire dell effetto igou è in grado di riaffermare l efficacia del meccanismo d aggiustamento basato sulla flessibilità dei prezzisalari nel raggiungimento del pieno impiego. L aumento della ricchezza 212

25 7. - netta indotto dalla riduzione dei prezzi potrebbe produrre uno spostamento della scheda AD tale da far sì che l intersezione di quest ultima con la scheda AS avvenga in corrispondenza del pieno impiego. Anche l effetto igou tuttavia può incontrare ostacoli nel suo funzionamento. Infatti la riduzione dei prezzi potrebbe condurre al fallimento le imprese particolarmente indebitate e quindi produrre un effetto depressiovo sulla domanda aggregata; inoltre la presenza di aspettative destabilizzanti potrebbe indurre i soggetti a ritenere che la deflazione continuerà anche nei periodi futuri e quindi indurre i consumatori a posticipare gli acquisti con la conseguenza che la domanda aggregata non aumenta. In conclusione l effetto igou rappresenta un canale aggiuntivo nella trasmissione dell impulso prodotto dalla riduzione dei prezzi che consente (almeno a livelloo teorico) al meccanismo d aggiustamento basato sulla flessibilità dei prezzi di spingere l economia verso il pieno impiego. Tuttavia la forza e la velocità con cui opera l effetto igou può essere debole e lento cosicchè l economia può comunque rimanere in un equilibrio di sottoccupazione per lungo tempo. 7.6 Le politiche macroeconomiche di stabilizzazione Nel paragrafo precedente si è visto che in presenza di disoccupazione involontaria il meccanismo di aggiustamento basato sulla flessibilità dei prezzi non funziona o, se funziona, (qualora sia attivo l effetto igou) agisce lentamente. Ne segue che le politiche macroeconomiche di stabilizzazione rappresentano lo strumento per poter spingere il sistema economico verso l equilibrio di pieno impiego La politica fiscale Si consideri anzitutto l effetto di una politica fiscale espansiva che si concretizza con un aumento della spesa pubblica roposizione 7.5. (Ruolo attivo delle politiche di stabilizzazione) Nel modello AD-AS la politica fiscale espansiva produce un aumento del reddito e uno spiazzamento degli investimenti. La proposizione 7.5. viene dimostrata nella F Un aumento della spesa pubblica produce un aumento della domanda aggregata (e quindi uno spostamento verso destra sia della IS che della AD). Sul mercato dei beni quindi si produce un eccesso positivo di domanda che 213

26 M.V : D 7.8 Gli effetti delle politiche macroeconomiche di stabilizzazione e la non neutralità della moneta AS AS L B L B AD 2 AD 2 1 A 1 A (ii) AD 1 (ii) AD 1 1 L 1 L r r L r L B Effetto Keynes LM 2 LM 1 IS 2 r B LM 1 LM 2 r 1 Effetto retroazione r 1 LM 2 r L (i) Effetto diretto IS 1 (ii) IS 1 1 L L spinge al rialzo i prezzi. L aumento dei prezzi produce due effetti. Sul mercato del lavoro si realizza una riduzione del salario reale che consente alle imprese di aumentare l occupazione e quindi la quantità offerta. Sul mercato dei beni l aumento dei prezzi produce un effetto Keynes negativo (l offerta di moneta reale si riduce) che determina un primo effetto negativo sulla domanda aggregata (la LM si sposta verso sinistra cosiccome la sheda AD). D altra parte l aumento del prodotto genera uno squilibrio sul mercato della moneta e quindi attiva il meccanismo di retroazione monetaria che spinge ulteriormente il tasso d interesse verso l alto. In conclusione la politica fiscale produce tre effetti sulla domanda 214

27 7. - aggregata; il primo è quello diretto dovuto all aumento della spesa pubblica; il secondo è l effetto Keynes che tramite un aumento dei prezzi produce un aumento del tasso d interesse e quindi una riduzione degli investimenti; il terzo è l effetto di retroazione monetaria conseguente all aumento del tasso d interesse che si rende necessario per il fatto che l aumento del reddito genera un aumento della domanda per transazioni. Ne segue che una politica fiscale espansiva produce certamente un aumento del tasso d interesse e quindi uno spiazzamento parziale degli investimenti. roposizione 7.6. (Non neutralità della moneta) Nel modello AD-AS una politica monetaria espansiva genera un aumento del prodotto di equilibrio cui si associa un sostegno agli investimenti. Una politica monetaria espansiva detemina uno squilibrio sul mercato della moneta e cioè un eccesso di domanda negativo che produce, specularmente, un eccesso di domanda positivo sul mercato dei titoli generando un aumento del prezzo dei titoli e quindi una riduzione del tasso d interesse. La domanda aggregata dunque aumenta a seguito dell aumento degli investimenti (la scheda LM e la scheda AD si spostano verso destra). L eccesso di domanda sul mercato dei beni spinge verso l alto il livello dei prezzi e quindi verso il basso il salario reale generando un aumento dell occupazione e del prodotto. D altra parte l aumento dei prezzi attiva un effettto Keynes negativo dovuto alla riduzione dell offerta di moneta reale che quindi determina un rialzo del tasso d interesse e una riduzione dell investimento. L effetto complessivo tuttavia è positivo cosicché sia il prodotto che gliinvestimenti aumentano. Ne segue, quindi, che nel modello AD-AS la moneta non è neutrale. 7.7 Conclusioni Le principali conclusioni che derivano dal modello AD-AS sono le seguenti: 1) Il livello del prodotto di equilibrio è determinato dal lievello della domanda aggregata cosicché nel modello AD-AS non vale la legge di Say. 2) I valori di equilibrio delle variabili reali e i prezzi relativi sono determinati simultaneamente. Tutti i mercati concorrono a determinare i valori di equilibrio delle variabili reali e quindi nel modello AD-AS non c è dicotomia. 215

28 M.V : D 3) La presenza di una rigidità nominale sul mercato del lavoro implica l esistenza di un equilibrio macroeconomico in cui in un mercato, e cioè quello del lavoro, non è verificata la condizione di market clearing cosicchè il sistema produce una disoccupazione involontaria. 4) Assenza di un meccanismo di aggiustamento autoregolatore dell economia di mercato che conduce il sistema economico all equilibrio di piena occupazione. Infatti il meccanismo di aggiustamento basato sul principio della domanda effettiva non assicura necessariamente l equilibrio di pieno impiego dal momento che, come si è detto, quest ultimo dipende dal livello della domanda aggregata. Il meccanismo di aggiustamento basato sulla flessibilità di prezzi e salari anche qualora si rimuovesse l ipotesi di rigidità nominale o non funziona (effetto Keynes debole o nullo come nel caso della trappola della liquidità) o se funziona (presenza dell effetto igou) potrebbe risultaredeboleelento. 5) Il Governo assume un ruolo decisivo e cruciale nel ristabilire il pieno impiego attraverso l uso di politiche di stabilizzazione attive. La gestione della domanda aggregata attraverso politiche fiscali e monetarie espansive rappresenta, in presenza di rigidità nominali sul mercato del lavoro, l unica via per ovviare al mancato funzionamento autoregolatore del meccanismo di aggiustamento basato sulla flessibilità dei prezzi. 6) La politica monetaria espansiva produce un aumento del livello del reddito e quindi nel modello AD-AS la moneta non è neutrale. 216

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