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1 CNEL Consiglio nazionale dell Economia e del Lavoro Comunicazione sulla Ricerca I pensionati ed il potere d acquisto. Definizione di un paniere di spesa dei pensionati a basso reddito per monitorare semestralmente l impatto dell inflazione Assemblea 11 giugno 2008

2 Introduzione... 3 Premessa... 3 Metodologia di calcolo... 3 Fase 1: le famiglie selezionate... 4 Fase 2: struttura dei consumi delle diverse famiglie... 5 Fase 3: calcolo dell inflazione per la tipologia delle famiglie... 7 Fase 4: effetti della misurazione dell inflazione sulla base dei redditi delle famiglie... 9 Il nuovo sistema di calcolo dell inflazione delle famiglie indigenti...11 Conclusioni: i risultati conseguiti dalla ricerca

3 Introduzione Nel corso del 2008 il CNEL ha individuato, tra le linee di attività prioritarie della sua azione, anche l esame degli aspetti più rilevanti del nostro sistema di sicurezza sociale. Al riguardo, la Commissione Politiche Sociali ed ambientali, presieduta dal consigliere Pillitteri, ha commissionato uno studio sul potere d acquisto di una particolare tipologia di famiglie, quelle a basso reddito e con almeno un pensionato. Lo studio, curato da Eduardo Carra, è stato approvato dal gruppo di lavoro sugli anziani, coordinato dal consigliere Piu, nella seduta del 18 marzo. Il documento qui presentato, frutto dello studio, è stato approvato dalla Commissione nella seduta plenaria del 16 aprile. Premessa Nell ultimo periodo i prezzi dei beni essenziali stanno crescendo più della media e le recenti elaborazioni dell'istat hanno evidenziato che quelli dei prodotti consumati più frequentemente aumentano ad un tasso quasi doppio rispetto a quello medio. L'esigenza dunque di misurare meglio l'inflazione per un paniere di spesa di una famiglia di pensionati, ed in particolare dei percettori di pensioni basse, è diventata ancora più impellente. Per questo il CNEL ha commissionato una ricerca incaricata di valutare l inflazione percepita dai redditi più bassi delle famiglie di pensionati. La ricerca, di cui si riassumono qui metodologie e risultati, si è cimentata con questo problema producendo una elaborazione innovativa sulle metodologie di calcolo degli effetti dell inflazione. Metodologia di calcolo Le famiglie tipo di cui sono stati analizzati i consumi e gli effetti dell inflazione sono state sei In particolare, si è elaborata la seguente tipologia di famiglie: 1. Famiglia media italiana. 2. Famiglia media di pensionati. 3. Famiglie di pensionati con un componente ed un reddito da pensione fino a euro proprietarie dell abitazione in cui vivono. 4. Famiglie di pensionati con un componente ed un reddito da pensione 3

4 fino a euro che vivono in affitto. 5. Famiglie di pensionati con due componenti ed un reddito da pensione da a euro proprietarie dell abitazione in cui vivono. 6. Famiglie di pensionati con due componenti ed un reddito da pensione da a euro che vivono in affitto. Successivamente, per ciascuna di queste famiglie si è provveduto a calcolare una serie di indici, confrontando i dati ISTAT sui consumi e quelli della Banca d Italia sui redditi. In particolare si tratta del reddito percepito e delle spese per consumi. Quindi sono stati costruiti sia i panieri di spesa col massimo dettaglio possibile di voci, cui è seguita la ricostruzione dei prezzi specifici per ciascuna voce. Infine sono stati calcolati gli effetti degli aumenti dei prezzi sia sui panieri di spesa che sui redditi percepiti. Il procedimento adottato si è articolato in quattro fasi. Fase 1: le famiglie selezionate Sono stati elaborati i dati dell indagine 2006 della Banca d Italia sui bilanci delle famiglie con particolare attenzione ai redditi ed ai consumi. Nella tavola che segue sono riportate le caratteristiche di reddito, consumi, propensione al consumo delle diverse tipologie di famiglie 1. 1 L analisi è stata realizzata come segue: i dati analitici dell indagine relativi ad 8000 famiglie sono stati rielaborati per estrarre dati per fasce di reddito e per tipologie di famiglie in base alla condizione della persona di riferimento della famiglie, al numero dei componenti il nucleo familiare, alla condizione di proprietario o affittuario dell appartamento abitato; da queste elaborazioni sono stati estratti, per le tipologie di famiglie scelte, sia i redditi complessivi di cui le famiglie dispongono, sia quelli da sola pensione, sia i relativi consumi ed è stata calcolata per ciascuna famiglia la propensione al consumo. La propensione marginale al consumo misura l'incremento dei consumi per ogni 100 euro di incremento del reddito. Una propensione pari a 0,8 indica che un incremento di 100 euro del reddito produce un aumento dei consumi pari a 80 euro. Nello studio si utilizza tale espressione, comunemente adottata dagli economisti, per indicare la quota di reddito consumata dalle famiglie prese in considerazione. Le conclusioni dello studio, evidenziate più avanti, mostrano che al di là della terminologia adottata dagli economisti propensione al consumo, per alcuni dei campioni presi in esame si assiste ad una significativa e grave riduzione del potere d acquisto. 4

5 Tavola 1: caratteristiche delle famiglie selezionate Tipologia di famiglia Dati relativi all'anno 2006 Numero di famiglie Reddito annuo(1) Consumi Propensione al consumo 68,4 68,3 107,4 125,6 83,5 105,8 (1) i redditi di tutte le famiglie e dell'insieme delle famiglie di pensionati comprendono oltre alle pensioni anche gli altri redditi Fase 2: struttura dei consumi delle diverse famiglie Successivamente, si è provveduto all individuazione della fascia di consumi rappresentativa di ciascuna tipologia di famiglie e ricostruzione della composizione dei consumi col massimo dettaglio di beni e servizi consumati. La struttura dei consumi di ciascuna tipologia di famiglia ridotta alle voci essenziali è riportata nella tavola che segue 2. 2 L analisi è stata realizzata come segue: sono stati elaborati i dati analitici dell indagine ISTAT sui consumi delle famiglie relativi ad un campione di famiglie e comprendenti circa 300 beni e servizi consumati, estraendo da essi i dati per fasce di consumo e per tipologie di famiglie in base alla condizione della persona di riferimento della famiglie, al numero dei componenti del nucleo familiare, alla condizione di proprietario o affittuario dell appartamento abitato; da questa rielaborazione sono stati estratti i consumi delle tipologie di famiglie scelte col massimo dettaglio di voci contenute nell indagine; in questo modo sono stati costruiti i panieri di spesa dettagliati per le diverse tipologie di famiglie. 5

6 Tavola 2: struttura dei consumi delle diverse famiglie Struttura dei consumi per tipologia di famiglie Tipologia di famiglie 1 2 Euro mese Euro % mese % Alimentari % % Tabacchi 21 1% 14 1% Abbigliamento 156 8% 96 6% Abitazione 158 8% 132 8% Combustibili 124 6% 122 8% Mobili 146 7% 116 7% Sanità 85 4% 91 6% Trasporti % % Comunicazioni 51 3% 41 3% Istruzione 27 1% 9 1% Tempo libero 110 6% 81 5% Altri beni e servizi % % Totale Come si vede tra la famiglia media italiana e la famiglia media di pensionati non emergono differenze significative nella struttura dei consumi. Le differenze, invece, emergono quando si passa a specifiche famiglie di pensionati a basso reddito e, soprattutto, quando si disaggregano le famiglie secondo la situazione abitativa. Appare evidente in questo caso come confrontando famiglie con lo stesso reddito da pensione, le famiglie che vivono in affitto debbano, rispetto a quelle che vivono in proprietà, sopportare una spesa complessiva più elevata (che come già visto supera il reddito), ma debbano anche comprimere alcuni consumi (combustibili, mobili, comunicazioni e tempo libero). Tutto ciò è stato evidenziato nella Tabella 3. 6

7 Tavola 3: struttura dei consumi dei pensionati Struttura dei consumi delle famiglie di pensionati tipologia di famiglie Euro mese Euro Euro Euro mese % mese % mese % % Alimentari % % % % Tabacchi 2 0% 6 1% 5 1% 20 2% Abbigliamento 24 4% 18 3% 43 5% 20 2% Abitazione 26 5% % 32 4% % Combustibili 79 15% 60 10% % 83 9% Mobili 29 5% 17 3% 42 5% 33 3% Sanità 44 8% 39 6% 50 6% 40 4% Trasporti 25 5% 29 5% % 87 9% Comunicazioni 25 5% 19 3% 28 4% 29 3% Istruzione - 0% - 0% 1 0% - 0% Tempo libero 20 4% 17 3% 32 4% 21 2% Altri beni e servizi 30 6% 30 5% 45 6% 49 5% Totale Fase 3: calcolo dell inflazione per la tipologia delle famiglie Nella terza fase della ricerca si è provveduto alla raccolta dei prezzi dei diversi prodotti ed accoppiamento delle voci di prezzo alle voci di spesa per poter calcolare le specifiche inflazioni delle diverse famiglie. Nella tavola che segue sono riportate i risultati di queste elaborazioni per il secondo trimestre del L analisi è stata realizzata come segue: raccolta, dalla Banca dati Eurostat, degli indici dei prezzi al consumo dell Italia armonizzati (sono stati utilizzati questi indici circa cento - calcolati dall ISTAT con criteri omogenei a quelli europei perché ritenuti più rappresentativi di quelli contenuti nell indice dei prezzi al consumo); accoppiamento di ciascuno dei 300 prodotti dei consumi con i relativi prezzi; calcolo dell inflazione per le sei tipologie di famiglie 7

8 Tavola 4: primi risultati della misurazione dell inflazione Primi risultati di misurazione dell'inflazione Tipologia di famiglia /2006 luglio 1,3 1,3 1,1 1,4 1,1 1,4 agosto 1,3 1,3 1,1 1,4 1,1 1,4 settembre 1,4 1,4 1,2 1,5 1,2 1,5 ottobre 2,2 2,2 1,7 1,8 1,9 2,1 novembre 2,8 2,7 2,4 2,3 2,7 2,8 dicembre 3,1 3,1 2,7 2,5 3,1 3,1 Come si vede le differenze tra le diverse tipologie di famiglie non sono rilevanti e non sono stabili nel tempo. L esame dettagliato svolto sui dati analitici ha fatto emergere che la ragione principale sta in questo: lavorando su un elenco molto dettagliato di voci circa 300 si verifica che in ciascun mese ci sono prodotti i cui prezzi aumentano più della media che sono consumati prevalentemente dalle famiglie con redditi più bassi, ma anche prodotti che vengono consumati dalle famiglie con redditi più elevati. E si verifica anche il caso contrario. Questo effetto compensazione appiattisce i risultati finali delle elaborazioni. Questa constatazione trova riscontro anche nei dati più recenti prodotti dall ISTAT sulle spese frequenti. L ISTAT ha indicato, per questo gruppo di voci di spesa, a Gennaio 2008 un aumento del 4,9%; un aumento ben superiore al 2,9% medio sempre calcolato dall ISTAT. Nelle spese frequenti, naturalmente rientrano i prodotti essenziali come pane, pasta ed altri alimentari che stanno subendo aumenti superiori al 10%. Ci sarebbe, quindi da attendersi che se si calcola l indice per le famiglie più disagiate emerga, per queste famiglie, una inflazione di gran lunga superiore. Ma tra le spese frequenti ci sono anche i carburanti per l auto e le spese per ristoranti che hanno subito anch essi forti incrementi e che pesano di più sui bilanci delle famiglie a redditi medio alti. Alla fine, quindi, se si disaggregano i dati per diverse tipologie di famiglie non emergono differenze significative. Nei prossimi mesi ci si aspetta che si potrà meglio misurare questo fenomeno, in vista dei notevoli rincari registrati per quanto riguarda i beni alimentari. Queste considerazioni tecniche non possono, però, cancellare una considerazione che sta nel senso comune e che non può essere respinta a 8

9 priori: le famiglie a reddito più basso denunciano con maggiore forza gli effetti dell inflazione sui loro livelli di vita. Nella Fase 4 della ricerca si è tentato di rispondere a questa domanda Fase 4: effetti della misurazione dell inflazione sulla base dei redditi delle famiglie Per rispondere all interrogativo principale della ricerca se per alcune tipologie di reddito e di famiglie l inflazione sia diversa che per altre sono state sviluppate alcune considerazioni, che stanno entrando nel dibattito scientifico, circa la misurazione degli effetti dell inflazione. Si tratta peraltro di considerazioni già sviluppate altrove 4. Esse partono dalla constatazione che le famiglie hanno una diversa propensione al consumo (e per complemento al risparmio) in funzione del reddito percepito ed inversamente proporzionale al reddito. Come è evidente nella tavola 1, la famiglia media italiana spende in consumi il 68,4% del suo reddito 5 ( va ricordato che i mutui che si pagano per la casa, nei sistemi di contabilità nazionale e nelle rilevazioni utilizzate, sono considerati spese per investimento e non consumi, per cui stanno, in questi dati, nella quota di reddito non consumata, ma risparmiata). Dalla stessa tavola emerge che, mediamente, anche le famiglie di pensionati hanno la stessa struttura consumi/reddito della famiglia media italiana perché nel vasto mondo dei pensionati sussistono differenze di reddito e consumi non meno rilevanti di quelle che esistono nelle altre famiglie. 4 Si tratta di una serie di saggi. Su Polena- Rivista diretta da Luca Ricolfi n3/2005, sono presenti i seguenti saggi: Mete/ Cittadini contro i partiti. Antipartitismo e antipartitici in Italia; Caprara, Barbaranelli, Vecchione, Testa, Loera, Ricolfi/ Quanto contano tratti, valori e preferenze morali nelle scelte di voto?; Testa, Ricolfi/ Verso le elezioni politiche del 2006: cambiano le regole del gioco, ma non i giocatori Peanuts; Ferragutti, Garbarini/ Bastava essere uniti per vincere? Pagnoncelli/ La protezione dei dati personali: i diritti dei cittadini e degli istituti demoscopici; Carra/ Un altro modo di misurare l'impatto dell'inflazione. E di Eduardo Carra-Inflazione e distribuzione del reddito Volume edito per il Cinquantenario dell ISCONA - Istituto di Contabilità Nazionale 5 Questi dati sono stati ricavati dall Indagine della Banca d Italia perché è questa l unica indagine in cui vengono contemporaneamente rilevati redditi e consumi. E noto e riconosciuto anche dagli stessi curatori dell indagine che essi sono sottovalutati. L ISTAT, che ha fornito una importante collaborazione per questa ricerca, da molto tempo rileva i consumi col massimo dettaglio e con maggiore attendibilità,e fornisce, per i consumi, livelli ben più alti. La nuova rilevazione sui redditi, ferma al 2005, fornisce anch essa livelli di reddito più elevati di quelli dalla Banca d Italia ed anch essi, per le naturali reticenze delle famiglie a fornire i dati sui redditi, in parte sottostimati. Ma le due indagini sono a tutt oggi indipendenti e ciò non consente ancora una elaborazione parallela di redditi e consumi. Nel prossimo futuro si spera di poter calcolare con maggiore accuratezza la propensione al consumo per le specifiche tipologie di famiglie. 9

10 Tavola 1: caratteristiche delle famiglie selezionate Tipologia di famiglia Dati relativi all'anno 2006 Numero di famiglie Reddito annuo(1) Consumi Propensione al consumo 68,4 68,3 107,4 125,6 83,5 105,8 (2) i redditi di tutte le famiglie e dell'insieme delle famiglie di pensionati comprendono oltre alle pensioni anche gli altri redditi Quando, però, si scende all interno delle famiglie e si selezionano tipologie di famiglie con redditi medio-bassi emergono dati molto diversi ed interessanti: la propensione al consumo aumenta al diminuire del reddito; è, a parità di reddito, molto più alta nelle famiglie in affitto; soprattutto è superiore a 100 per molte famiglie. Questo significa che, in questi, casi si spende più di quanto si percepisce come reddito e che per vivere o si ricorre all utilizzo di risparmi o si riceve sostegno familiare o sociale. Peraltro, i dati forniti dall INPS 6 evidenziano che assicurati nel corso del 2007 hanno effettuato la cessione del quinto della pensione avvalendosi di uno dei 101 enti Finanziari e Bancari accreditati presso l Istituto. In particolare, si evidenzia che L importo medio mensile delle pensioni che sono state interessate da prestiti con cessione del quinto è pari a Direzione generale dell INPS, circolare avente ad oggetto Cessione del quinto. Cedibilità di quote di trattamenti di pensione Monitoraggio dell attività per il 2007, maggio Il numero delle cessioni, per fascia di età, è il seguente: - fino a 60 anni: ; - tra 61 e 65 anni: ; - tra 66 e 70 anni ; 10

11 Conseguentemente, c è da domandarsi se, per far fronte alle necessità evidenziate dalla tavola 1, le famiglie che non possono accedere al finanziamento su indicato (comunque praticato a tassi di mercato vantaggiosi) si rivolgano ad altre fonti, e quali esse siano. In particolare, le modalità attuative di cessione del quinto deliberate dall INPS prevedono che gli assicurati che possono accedere al cd. Canale convenzionato siano solo quelli il cui piano di ammortamento del debito si esaurisca prima che compino 80 anni 8 ; per tutti coloro che non rientrano in tale condizione, dunque, l unica possibilità a loro disposizione è rivolgersi al canale non convenzionato, che prevede tassi di interesse circa doppi rispetto all altro 9. In questa complessa e molto differenziata realtà è chiaro che la misurazione degli effetti dell inflazione non può prescindere da questi elementi e che misurare l inflazione solo come percentuale di aumento del costo delle spese per consumi effettuate è insufficiente. Si impone, perciò, una ulteriore misurazione che abbia a riferimento il livello di reddito percepito. Il nuovo sistema di calcolo dell inflazione delle famiglie indigenti Quello che si sostiene dunque è che per valutare un eventuale variazione dell andamento dei prezzi tra le famiglie, occorre tener conto non sono della variazione dei beni consumanti, ma anche dei redditi percepiti. Più in particolare, se ad esempio una famiglia guadagna 100 e spende 100 subisce l inflazione sui consumi per intero; se, invece, una famiglia spende 100, ma guadagna 200 l effetto dell inflazione sul suo reddito si riduce della metà. E dalle elaborazioni sottostanti la tavola ricordata emerge che a fronte delle famiglie che spendono più di quanto guadagnano e che vivono o attingendo ai risparmi o ricevendo sostegni, ci sono famiglie con redditi elevati che spendono per consumi meno del 30-40% del reddito e famiglie che spendono il 30-40% in più. E chiaro allora che, anche nell ipotesi che l inflazione sui consumi sia uguale per tutti, le famiglie ne risentiranno in misura diversa in funzione della incidenza che i consumi hanno sui redditi percepiti. La tavola che segue riprende le elaborazioni precedenti aggiungendo una ulteriore misurazione ottenuta, appunto, rapportando la maggiore spesa ai redditi. - tra 71 e 75 anni:7.319; - oltre 76 anni: Così stabilisce la deliberazione n 46 del 9 maggio 2007 del CdA dell INPS e il successivo art. 7 della convenzione tra INPS e gli enti finanziari e bancari accreditati 9 Peraltro, nella circolare indicata si propone al CdA di eliminare tale limite anagrafico, e equiparare così i criteri di accesso tra canale convenzionato e non convenzionato 11

12 Tavola 5: effetti mensili dell inflazione misurata sui redditi Effetti mensili dell'inflazione misurata sui redditi Tipologia di famiglia /2006 luglio 0,9 0,9 1,2 1,7 0,9 1,5 agosto 0,9 0,9 1,2 1,7 0,9 1,5 settembre 0,9 0,9 1,3 1,8 1,0 1,6 ottobre 1,5 1,5 1,8 2,2 1,6 2,2 novembre 1,9 1,9 2,6 2,9 2,3 2,9 dicembre 2,1 2,1 2,9 3,2 2,6 3,3 Come si vede adesso emergono differenze significative di impatto dell inflazione sui redditi delle diverse tipologie di famiglie che corrispondono alla percezione comune e spiegano la maggiore sensibilità delle famiglie a basso reddito rispetto all inflazione. Le tavole 6 e 7 forniscono una sintesi efficace dei due indicatori a livello semestrale e per il solo mese di Dicembre Tavola 6: sintesi effetti dell inflazione (2 semestre 2007 su 2 semestre 2006) Tipologia di famiglia Sintesi effetti inflazione 2 semestre 2007/ Effetti sui consumi 1,9 1,9 1,6 1,8 1,7 1,9 Effetti sui redditi 1,3 1,3 1,8 2,2 1,4 2,1 12

13 Tavola 7 sintesi effetti dell inflazione (dicembre 2007 su dicembre 2006) Sintesi effetti inflazione Dicembre 2007/2006 Tipologia di famiglia Effetti sui consumi 3,1 3,1 2,7 2,5 3,1 3,1 Effetti sui redditi 2,1 2,1 2,9 3,2 2,6 3,3 A conclusione della ricerca, perciò, si propone di andare oltre l indicazione contrattuale del monitoraggio semestrale per una sola famiglia con un solo indice e di produrre una elaborazione semestrale sulle sei tipologie di famiglie scelte calcolando i due indici di impatto sia sui consumi che sui redditi. Conclusioni: i risultati conseguiti dalla ricerca Le considerazioni più importanti emerse dalla ricerca sono le seguenti: 1. esistono differenze significative nei modelli di consumo delle famiglie in funzione del reddito percepito; 2. in particolare esistono differenze rilevanti nei modelli di consumo delle famiglie che vivono in casa di proprietà e di quelle che vivono in affitto; 3. malgrado queste significative differenze, l incidenza degli aumenti dei prezzi sulle diverse tipologie di famiglie non produce, sulla massa dei consumi delle diverse famiglie, indici di inflazione molto differenziati. Ciò per l effetto compensazione tra aumenti dei prezzi dei prodotti più consumati dalla famiglie a basso reddito ed aumenti dei prezzi dei prodotti più consumati dalle altre famiglie; 4. poiché è indiscutibile che gli aumenti dei prezzi sono più sentiti dalle famiglie più disagiate l attenzione è stata concentrata su questo problema e si è pervenuti alla considerazione che ciò che, in effetti, fa la differenza tra le famiglie non è tanto il "carrello della spesa", ma la sua incidenza sul reddito percepito 10 ; 10 Questa considerazione, che costituisce una novità nell'ambito delle diverse ricerche 13

14 5. sono, così, scaturiti dalla ricerca due possibili misuratori: l indice che misura l effetto dell inflazione in rapporto ai beni e servizi consumati e quello che misura l effetto in rapporto ai redditi percepiti dalle diverse tipologie di famiglie esaminate. 6. si è, pertanto, prodotta una elaborazione nuova per misurare gli effetti dell inflazione oltre che in rapporto ai livelli di consumo anche in rapporto ai livelli di reddito. Con questa elaborazione è emerso, ed è misurabile, che l inflazione incide di più sui redditi più bassi ed in una misura proporzionale alla propensione al consumo delle diverse tipologie di famiglie. sull'impatto dell'inflazione, nasce dall'analisi della propensione al consumo. 14

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