Sviluppi del paradigma dominante (cenni)

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1 Sviluppi del paradigma dominante (cenni) Formalizzazione della nozione di verità (Tarski 1933) Definizione rigorosa dei concetti di senso e di riferimento: intensione ed estensione (Carnap 1947) Formalizzazione di enunciati modali (Carnap 1947) Formalizzazione di una porzione significativa dell inglese (Montague 1970) Tesi centrale: il significato di un enunciato è la sua intensione, cioè una funzione da mondi possibili a valori di verità (= estensioni enunciative). In generale, il significato di un espressione linguistica è la sua intensione, cioè una funzione da mondi possibili a estensioni di quella espressione. Il paradigma dominante matematizza la teoria semantica: il significato è identificato con un ente logico-matematico.

2 Mondi possibili Mondi immaginati e/o stipulati in cui alcune cose sono andate diversamente rispetto al mondo reale (= un altro mondo possibile contiene fatti diversi) à Alcuni enunciati veri nel mondo reale continuano ad essere veri in un altro mondo possibile; ma altri enunciati veri nel mondo reale sono falsi in un altro mondo possibile. Due mondi possibili W 1 e W 2 sono distinti se e solo se c è almeno un enunciato che è vero in W 1 ma falso in W 2 o viceversa.

3 Intensione/Estensione L estensione di un espressione linguistica è, fissato un mondo, il suo riferimento in quel mondo. (normalmente il mondo fissato è il mondo reale) L intensione di un espressione linguistica è la funzione che associa a quell espressione, per ogni mondo possibile, la sua estensione in quel mondo. In sostanza, l intensione è l insieme di tutte le possibili estensioni nei vari mondi.

4 Intensione/Estensione Termini singolari Estensione (in un mondo fisssato) intensione Oggetto designato Oggetto Termini predicativi Insieme di oggetti Proprietà Enunciati Valore di verità Condizioni di verità (= proposizione)

5 Un esempio: intensione della descrizione L attuale presidente della Repubblica Italiana Mondo possibile W1 Estensione Sergio Mattarella W2 Walter Veltroni W3 Vittorio Feltri

6 Intensione dell enunciato L attuale presidente della Repubblica Italiana è Sergio Mattarella Mondo possibile Estensione W1 VERO W2 FALSO W3 FALSO

7 Mondi possibili e modalità Un enunciato della forma E necessario che P è vero se e solo se P è vero in ogni mondo possibile. Un enunciato della forma E possibile che P è vero se e solo se c è almeno un mondo in cui P è vero.

8 Varianti del paradigma dominante - Teoria verificazionista del significato - Teoria del riferimento diretto

9 La teoria del riferimento diretto È una riforma interna al paradigma (in quanto mantiene almeno due dei tre assunti fondamentali). Ma: defregeanizza il paradigma sotto due aspetti: - alcune espressioni si riferiscono direttamente al loro portatore, senza la mediazione di alcun senso, (il che suggerisce che la loro unica proprietà semantica sia il riferimento) - il valore cognitivo non è una proprietà semantica

10 Kripke: Nome e riferimento (1970) 1) Le descrizioni associate a un nome non sono il significato del nome, nemmeno se considerate nella loro totalità. Infatti un enunciato come Aristotele è il maestro di Alessandro Magno non è necessario, né è una tautologia, né è vero a priori. 2) I nomi sono designatori rigidi. Infatti quando formuliamo un enunciato controfattuale relativo, p. es., a una persona, è di quella persona che continuiamo a parlare. Alcune descrizioni non sono più vere di quella persona in un altro mondo possibile, ma la persona mantiene la sua identità attraverso i mondi.

11 Kripke: Nome e riferimento (1970) - Il riferimento del nome è fissato da un battesimo iniziale. Successivamente il nesso tra nome e oggetto si conserva grazie a una catena causaleintenzionale di usi. - Ci sono verità necessarie a posteriori (distinzione netta tra metafisica ed epistemologia). (es. Espero = Fosforo) à Si abbandona la tesi freghiana del senso come valore cognitivo. I valori cognitivi non svolgono alcuna funzione semantica (distinzione netta tra semantica ed epistemologia). Il riferimento non è fissato dal senso (cfr. Putnam 1975).

12 La teoria del riferimento diretto Premessa Frege pensava (o almeno, così sembra) che il senso di un nome proprio fosse espresso da una descrizione. Ad esempio, il senso di Aristotele è un modo di pensare ad Aristotele, e i modi di pensare ad Aristotele sono esprimibili tramite descrizioni ( il maestro di Alessandro Magno, il filosofo nato a Stagira nel 384 a.c. ecc.) Sebbene in tal modo più parlanh possano associare sensi diversi a uno stesso nome, ogni singolo senso è perfeiamente afferrabile da ciascun parlante, e fissa il riferimento del nome.

13 Premessa La teoria del riferimento diretto MolH autori, a cominciare da Russell, hanno seguito Frege su questa strada. Alcuni (es. Searle) hanno proposto che il senso di un nome proprio sia espresso da una famiglia di descrizioni: la disgiunzione inclusiva di molte, al limite tuie, le descrizioni vere del referente del nome. ( teoria dei concen agglomerah ) Es. senso ( Aristotele ) = il filosofo allievo di Platone nato a Stagira nel 384 a.c. v maestro di Alessandro Magno (v ) Kripke (1970) ha a0accato la teoria descri8vista dei nomi propri in qualsiasi versione.

14 Perché i nomi hanno riferimento diretto (Kripke 1970) Primo argomento (triplice) Se ai nomi propri fosse associata una descrizione che ne esprime il senso, allora un enunciato come Aristotele = il maestro di Alessandro Magno sarebbe Tautologico o AnaliHco (argomento semanhco) Necessario (argomento modale) Vero a priori (argomento epistemologico) e chiaramente nessuna delle tre conseguenze è vera.

15 Perché i nomi hanno riferimento diretto (Kripke 1970) Secondo argomento (logico-linguistico) Nel ragionamento controfaiuale ordinario teniamo fisso il referente del nome, soiraendogli (o aggiungendogli) proprietà a piacere. Quando (p. es.) di Aristotele diciamo, controfaiualmente, che non è stato il maestro di Alessandro Magno, o che era un grande lanciatore di giavelloio, è sempre di Aristotele che shamo parlando. (es. Se Aristotele non avesse scriio la Metafisica, la ScolasHca medievale sarebbe stata diversa ) à I nomi propri sono designatori rigidi

16 Kripke 1970: la teoria della designazione rigida I nomi propri e i nomi di specie naturale e di sostanza sono designatori rigidi: denotano lo stesso oggeio in ogni mondo possibile. In un altro mondo possibile l oggeio è lo stesso, anche se le sue proprietà sono differenh (dunque le descrizioni non sono rigide, denotano individui diversi in mondi diversi). à Problema: quante proprietà posso cambiare senza cambiare oggeio di discorso? Se soiraggo all oggeio certe proprietà intuihvamente cruciali, non sto forse parlando di qualcos altro, di un oggeio diverso? Replica: Un mondo possibile non è un paese lontano ( ) che vediamo airaverso un telescopio. I mondi possibili sono shpulazioni linguishche.

17 Kripke 1970: la questione dell essenzialismo Kripke rihene che alcune proprietà siano essenziali, e non possano quindi essere soiraie all individuo mantenendone l idenhtà. Ad esempio: - La proprietà di essere un essere umano - La proprietà di essere stato generato dai genitori biologici Alcuni hanno cercato di meiere in discussione la teoria del riferimento direio proprio in ragione di questo commitment alle proprietà essenziali

18 Kripke 1970: la questione dell essenzialismo ma la teoria del riferimento direio non implica necessariamente l essenzialismo: - parliamo come se l essenzialismo fosse vero, il che non prova che lo sia. almeno alcune tra queste [= di Kripke] tesi metafisiche possono essere accolte con minore fashdio se le si intende come una pura e semplice esplicitazione di assunzioni che sono parte della visione del mondo propria del senso comune. (Casalegno 2011, p. 100).

19 Kripke 1970: la teoria della designazione rigida La teoria vale non solo per i nomi propri ma anche per i nomi di sostanza e specie naturale: acqua, uranio, quercia, leone, Dunque per una classe molto vasta di nomi c è un unica proprietà semantica: il riferimento. (anche se Kripke non dice proprio così)

20 Conseguenze Ci sono enunciah necessari a posteriori (es. l acqua è H 2 O, Espero è Fosforo ) Ci sono enunciah conhngenh a priori (es. Il metro-campione è lungo un metro ) Un enunciato è analihco se è sia necessario sia a priori (ma resta difficile caraierizzare la classe degli enunciah analihci).

21 Contingenti a priori Recentemente è uscita la nohzia che il kilogrammo campione era ingrassato di 10 microgrammi. Dunque Kripke ha ragione su un punto: l enunciato il Kg campione pesa 1 Kg può essere falso! (era vero solo conhngentemente). Eppure, se vero (quando era vero), era vero a priori. Verosimilmente, non è più vero che il Kg campione fissa la misura. L esempio ha perso la sua efficacia, ma conhnua a dare l idea di che cosa potrebbe essere un enunciato conhngente a priori.

22 Riferimento diretto: la teoria causale Le descrizioni (o qualsiasi altra cosa siano i sensi ) non fissano il riferimento. I nomi acquistano un riferimento in virtù di una sorta di ba6esimo iniziale, quindi il nome si tramanda tramite una catena di usi tali che i parlanh intendono usare il nome in modo conforme agli usi precedenh. TuI al più una descrizione può essere usata per fissare (conhngentemente) il riferimento di un nome appena introdoio, ma da quel momento in poi la descrizione non svolge alcun ruolo nell uso del nome.

23 Riferimento diretto: la teoria causale Se un giorno scoprissimo che una descrizione associata a un nome non è vera dell oggeio cui il nome si riferisce, conhnueremmo a usare il nome per denotare quell oggeio. Ad esempio, se un giorno scoprissimo che non fu Kurt Goedel bensì (poniamo) Alonzo Church ad aver scoperto il teorema di incompletezza, conhnueremmo a usare il nome Goedel per riferirci a Kurt Goedel. à È la descrizione che cambia il suo riferimento, non il nome.

24 Riferimento diretto: la teoria causale Le descrizioni non hanno alcun ruolo semanhco. InfaN: 1) L uso di un nome proprio è referenzialmente efficace anche se non sappiamo associare al nome descrizioni idenhficanh (al limite, anche se non sappiamo associare alcuna descrizione) Es. Feynman (a cui associamo la sola descrizione un illustre fisico contemporaneo ) 2) L uso di un nome proprio è referenzialmente efficace anche se associamo al nome descrizioni erronee. Es. Peano (descriio erroneamente come lo scopritore degli assiomi dell aritmehca)

25 Riferimento diretto: punti fondamentali I nomi propri e i nomi di specie naturale e di sostanza non sono sinonimi di descrizioni; il loro riferimento non è mediato da alcuna descrizione à quesh nomi non hanno un senso ma solo un riferimento (o perlomeno: se anche hanno un senso, inteso come valore cognihvo, questo non è una proprietà semanhca) Ci sono enunciah necessari a posteriori I faiori epistemici sono irrilevanh per la semanhca: un nome proprio designa ciò che designa quali che siano le descrizioni che il parlante vi associa

26 Riferimento diretto: Putnam 1975 L intensione (senso) non può fissare il riferimento e allo stesso tempo essere un valore cognihvo (= un contenuto mentale). La teoria (verocondizionale) del significato è dishnta dalla teoria della comprensione. (ma su questo punto ha in parte modificato la propria posizione)

27 Putnam 1975: Terra gemella Due parlanti (Oscar e Oscar-gemello) che abitano due mondi identici salvo che sull uno (Terra gemella) nei fiumi, laghi e rubinetti c è XYZ (una sostanza superficialmente identica all acqua ma con una struttura chimica diversa) associano alla parola acqua lo stesso file mentale (lo stesso senso), eppure si riferiscono a entità diverse: il valore cognitivo non fissa il riferimento.

28 Putnam 1975: Terra gemella Attenzione a non interpretare la tesi di Putnam come se acqua avesse un riferimento diverso in ogni mondo possibile: il riferimento di acqua è H 2 O in ogni mondo possibile. Infatti quando facciamo ipotesi controfattuali sull acqua è sempre dell acqua terrestre, cioè di H 2 O, che stiamo parlando. Immaginare un mondo in cui l acqua non è H 2 O è in effetti immaginare un mondo in cui qualcosa che sembra acqua non è acqua, cioè non è H 2 O. Terra gemella è un mondo in cui c è una sostanza, XYZ, che sembra acqua ma non lo è (non essendo H 2 O).

29 Putnam 1975: Terra gemella Conseguenza importante per la filosofia della scienza: il riferimento si conserva airaverso i cambiamenh di teoria. à Le rivoluzioni kuhniane (i cambiamenh di paradigma ) non inficiano la conhnuità della scienza nel senso che il cambiamento di teoria, generalmente, non è un cambiamento di ciò che si vuole spiegare. Gli scienziah di epoche diverse potrebbero capirsi.

30 Putnam: la divisione del lavoro linguistico Teoria della divisione del lavoro linguishco: Il faio che per molte parole che usiamo abbiamo assai poche conoscenze sul loro riferimento è compensato dal faio che, all interno della società, queste conoscenze sono possedute da altri: ci sono delle autorità semanhche, che variano da classi di parole a classi di parole, a cui i parlanh si rimeiono per quanto concerne il significato (e il riferimento) delle parole ( deferenza semanhca).

31 Putnam: la teoria dello stereotipo Teoria dello stereohpo: Lo stereohpo è ciò che i parlanh normalmente si comunicano in un interazione linguishca. È l insieme dei tran Hpici associah al riferimento di un espressione Es. stereohpo di limone = <giallo, rugoso, aspro> NB Lo stereohpo non fissa il riferimento, ovvero non è l intensione (un limone verde è pur sempre un limone!) Chi non conosce lo stereohpo associato a una parola viene giudicato semanhcamente incompetente.

32 Critiche alla teoria del riferimento diretto - Nomi vuoh (senza una descrizione come possiamo riferirci a qualcosa di inesistente?) - SosHtuzione di co-referenziali rigidi nei contesh di credenza non è salva veritate - Realismo metafisico? à Se nomi di sostanza e specie naturale sono rigidi, c è un unico modo vero, reale, in cui la realtà è ritagliata. Eppure le nostre ontologie sembrano rifleiere sempre un punto di vista.

33 Critiche alla teoria del riferimento diretto - La divaricazione fra teoria del significato (intesa come teoria del riferimento e di ciò che lo determina) e teoria della comprensione rende la teoria del significato poco interessante se ciò che interessa è capire come comprendiamo e usiamo il linguaggio. - Se il significato è ciò che conosciamo quando comprendiamo un espressione non si vede perché bisognerebbe considerare come teoria del significato una teoria che ha poco o nulla da dire sulla comprensione.

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