FORME FARMACEUTICHE FITOTERAPICHE

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1 Università degli Studi di Catania Facoltà di Farmacia FORME FARMACEUTICHE FITOTERAPICHE Prof. Giovanni Puglisi Ordinario di Tecnologia, Socioeconomia e Legislazione Farmaceutica Facoltà di Farmacia Università degli Studi di Catania V.Le A. Doria, Catania Sito web: puglisig@unict.it

2 Dell uso terapeutico delle piante officinali c era già traccia nei geroglifici egiziani con la descrizione di oli essenziali distillati da piante aromatiche. Papiro-Ebers-1500 a.c. (Luxor) Citate centinaia di piante medicinali tra cui il papavero, la senna e la scilla.

3 Già quattro secoli prima della nascita di Cristo, Ippocrate, l'uomo che ha dato origine alla medicina attuale, lavorava per individuare le proprietà curative delle piante ("fito" dal greco phyton = pianta).

4 FORME FARMACEUTICHE FITOTERAPICHE DROGHE VEGETALI DROGA FRESCA DROGA SECCA

5 DROGHE VEGETALI Plantae medicinales LE DROGHE VEGETALI secondo la F.U.I. XI Ed. sono costituite essenzialmente da parti intere, frammentate o tagliate o da parti di piante, alghe, funghi, licheni in uno stato non trattato, generalmente in forma essiccata, ma talvolta fresche. Le droghe vegetali vengono definite con precisione dal nome scientifico botanico secondo il sistema binominale (genere, specie, varietà e autore).

6 DROGHE VEGETALI Le droghe vegetali contengo un gran numero di sostanze chimiche, alcune dotate di evidenti proprietà medicamentose, altre meno ma tutte contribuiscono alla completezza delle azioni terapeutiche della pianta. L insieme di tutte le sostanze presenti nella droga è definito fitocomplesso.

7 Vantaggi del fitocomplesso Bassa tossicità pochi effetti collaterali, aspetto importante soprattutto nelle terapie croniche e nei soggetti particolarmente sensibili (bambini, anziani, gravidanza); Modulazione dell assorbimento Molteplicità d azione è possibile curare con un unico rimedio diverse patologie o problemi. Ad esempio il Ginkgo Biloba è indicato soprattutto nel decadimento cerebrale senile, ma viene anche utilizzata contro le vasculopatie periferiche sia arteriose che venose, nell ipertensione arteriosa, nelle allergie e nei danni causati dai radicali liberi.

8 Il fitocomplesso l unità farmacologica integrale della pianta medicinale (Pedretti M., 1983) Insieme di tutte le sostanze presenti in una droga: sostanze attive primarie sostanze attive secondarie sostanze non attive secondarie sostanze non attive indifferenti

9 DROGHE VEGETALI L impiego della droga fresca comporta dei problemi sul piano pratico per la presenza di acqua nella droga che può favorire sia processi fermentativi che idrolitici dei principi attivi, pertanto si rende necessario procedere all essiccamento. Vantaggi della droga secca Maggiore disponibilità della droga in ogni periodo dell anno; Facile trasporto e conservazione della droga; Migliore stabilizzazione e standardizzazione.

10 DROGHE VEGETALI Svantaggi dell essiccamento Un processo di essiccamento non corretto, può condurre ad un alterazione dei principi attivi contenuti nella pianta fresca, in quanto le sostanze più complesse possono subire una retrogradazione a sostanze più semplici, in seguito a processi di idrolisi, ossidazione, riduzione e racemizzazione.

11 DROGHE VEGETALI Per mantenere inalterati i principi attivi della pianta fresca (fitocomplesso), sono stati proposti alcuni metodi: Congelamento mantiene inalterate le piante fresche (inibizione enzimatica reversibile), tale processo comporta notevoli costi di gestione; Liofilizzazione si ottiene un prodotto che teme molto l umidità e necessita di una conservazione particolare, tuttavia risulta troppo laborioso e quindi esclusivo dell industria; Stabilizzazione consiste nella denaturazione degli enzimi presenti nella pianta fresca mediante vapori di alcool (inibizione enzimatica irreversibile), il processo si effettua ponendo in autoclave la droga in cui l acqua viene sostituita con alcool al 90%.

12 Digitalis purpurea La droga fresca viene utilizzata per preparare: tinture madri, macerati glicerici ed oli essenziali; La droga secca si utilizza per la preparazione di tisane, infusi, decotti, estratti e tinture.

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14 FORME FARMACEUTICHE FITOTERAPICHE Oltre ai prodotti fitoterapici confezionati, presenti in commercio, e alle rare prescrizioni galeniche di medici esperti in fitoterapia, esiste per il farmacista preparatore la possibilità di preparare in assoluta legalità forme fitoterapiche purchè riportate in una delle Farmacopee (Italiana o dell Unione Europea).

15 Tecniche utilizzate per la preparazione di forme farmaceutiche fitoterapiche : Malva sylvestris POLVERIZZAZIONE; INFUSIONE; DECOZIONE; MACERAZIONE; PERCOLAZIONE; DISTILLAZIONE.

16 - Le polveri sono tra le più antiche forme di somministrazione delle droghe vegetali; - Triturando la droga essiccata si ottiene una polvere di varia grandezza a seconda del metodo di polverizzazione utilizzato; - Le polveri possono essere classificate in: semplici se costituite da una sola droga; composte se risultanti dalla mescolanza di più droghe.

17 Matricariae infuso La F.U.I. XI Ed. definisce gli INFUSI come preparazioni liquide ottenute estemporaneamente

18 PREPARAZIONE DEGLI INFUSI Si utilizzano droghe essiccate ridotte ad idonee dimensioni mediante lavorazioni meccaniche; Si mette il materiale in un contenitore adatto, vi si versa acqua bollente e si lascia riposare per un tempo più o meno lungo; Dopo completo raffreddamento, si filtra tramite ovatta o garza senza comprimere; Il filtrato viene portato al peso prescritto con acqua calda con la quale si lava il residuo ed il filtro.

19 Per la loro preparazione si impiegano da 1 a 10 parti di droga essicata per preparare 100 parti di infuso; L infusione si effettua, in genere, su strutture vegetali tenere e delicate, come foglie, fiori, ramoscelli ed altre parti aeree della pianta.

20 Altea decotto La F.U.I. XI Ed. definisce i DECOTTI come preparazioni liquide ottenute estemporaneamente

21 PREPARAZIONE DEI DECOTTI La droga viene opportunamente polverizzata; Viene posta a contatto con acqua fredda e quindi portata ad ebollizione per un periodo variabile (10-15 minuti); Dopo raffreddamento, si filtra tramite garza o ovatta senza comprimere; Generalmente si adoperano da 2 a 5 parti di droga per preparare 100 parti di decotto.

22 La decozione si effettua in genere su strutture vegetali compatte come radici, legni, cortecce e semi; Non va applicata a droghe contenenti principi attivi volatili o termosensibili.

23 LE TISANE sono preparazioni liquide acquose ottenute, estemporaneamente a partire, da una o più droghe vegetali e sono destinate ad essere somministrate per via orale, come tali ai fini terapeutici o come veicoli di altri medicamenti.

24 La tisana è una preparazione ottenuta a partire da una bassa percentuale di droga, normalmente per preparare un litro di tisana si utilizzano da 10 a 20 grammi di droga. La tisana contiene piccole quantità di fitocomplesso e può essere assunta come bevanda abituale, senza timore dell insorgenza di eventuali effetti collaterali.

25 La tisana si può preparare per infusione, decozione o macerazione utilizzando acqua potabile. Una tisana è costituita da una miscela di droghe vegetali, tra le quali distinguiamo : Rimedio base : composto da una o più piante medicinali la cui azione medicamentosa è quella più importante; Adiuvante : Correttivo : rappresentato da una pianta che ha lo scopo di rinforzare l effetto del rimedio base; composto da uno più piante che hanno la funzione di migliorare le caratteristiche organolettiche della tisana.

26 Secondo la F.U. XI Ed. gli ESTRATTI sono: preparazioni concentrate, liquide, solide o di consistenza intermedia, ottenute generalmente da materie prime, vegetali o animali essiccate.

27 Si ottengono per macerazione o percolazione della droga secca o fresca in opportuno solvente (alcool, glicole, etere, acqua) e successiva evaporazione di questo; A seconda della consistenza vengono classificati in : Estratti fluidi; Estratti molli; Estratti secchi.

28 Secondo la F.U.I. XI Ed. gli ESTRATTI FLUIDI sono definiti come: preparazioni liquide nelle quali, in genere una parte in peso o in volume è equivalente ad una parte in massa di materiale originario essiccato (rapporto estratto/droga 1:1)

29 L estratto fluido viene preparato, per macerazione o percolazione utilizzando solo etanolo di appropiata concentrazione oppure acqua o disciogliendo un estratto secco o molle in uno di questi stessi solventi e filtrando poi se necessario. L estratto fluido viene concentrato fino ad ottenere un rapporto droga solvente 1/1.

30 Il processo di percolazione prevede: 1. Polverizzazione della droga; 2. Umettazione della droga con il solvente del grado prescritto; 3. Macerazione preventiva: la droga umettata viene introdotta nel percolatore e si aggiunge tanto solvente da ricoprirla completamente, quando il liquido inizia a scolare si chiude il rubinetto e si lascia a riposo per 24h; 4. Percolazione: si procede poi alla percolazione, aggiungendo sempre nuovo solvente, in modo da tenere la droga sempre coperta, percolando fino ad esaurimento della droga.

31 Estratti fluidi iscritti in F.U.I. XI Ed. Droga Alcool prescritto per l estrazione (% v/v) Grado alcoolico Residuo secco (% p/p) Densità relativa Colore Belladonna Foglie Verde scuro China rossa corteccia Rosso bruno Genziana radice Giallo rossastro Idraste Rosso bruno Ipecacuana radice Bruno Rabarbaro rizoma Giallo Bruno

32 Procedimento generale di preparazione degli estratti fluidi: g di solvente 1 Kg di droga In recipiente chiuso per almeno 2 ore Solvente fino a coprire lo strato di droga. Aggiunta continua di solvente fresco per mantenere sempre coperto lo strato di droga 1 Kg di estratto fluido Solvente di estrazione I percolato g II percolato Concentrazione sotto vuoto La droga umettata viene introdotta nel percolatore e si lascia in macerazione per 12 ore percolazione La percolazione viene continuata fino ad esaurimento della droga

33 Percolazione con due solventi in successione g Del I solvente 1 Kg di droga In recipiente chiuso per almeno 2 ore Si aggiunge il I solvente fino a coprire lo strato di droga. Aggiunta continua del rimanente I solvente II solvente per la continuazione della percolazione 1 Kg di estratto fluido Solvente di estrazione I percolato g II percolato Concentrazione sotto vuoto La droga umettata viene introdotta nel percolatore e si lascia in macerazione per 12 ore percolazione La percolazione viene continuata con il II solvente fino ad esaurimento della droga

34 Percolazione frazionata 1 Kg di droga Ripartizione in tre porzioni 500 g 300 g 200 g I percolato 200 g percolazione percolazione percolazione Percolato 1500 g II percolato 300 g Percolato 800 g III percolato 500 g 1 Kg di estratto fluido

35 Si ottengono esaurendo la droga con l opportuno solvente ed evaporando successivamente il prodotto di estrazione fino alla consistenza voluta. In base al solvente impiegato si distinguono in: Acquosi, se la droga è stata estratta con acqua; Idroalcolici, se la droga è stata estratta con alcool diversa gradazione, inferiore comunque ai 95 ; Alcoolici, se la droga è stata estratta con alcool di 95 ; Eterei, se la droga è stata esaurita con etere etilico. a

36 Sono preparazioni di consistenza intermedia, tra gli estratti fluidi e gli estratti secchi, in cui si opera una parziale evaporazione del solvente di estrazione fino ad ottenere una consistenza molle; Gli estratti molli hanno un residuo secco non inferiore al 70 per cento m/m.

37 Gli estratti secchi sono preparazioni solide (sottoforma di polvere) ottenuti per evaporazione totale del solvente prescritto. Si possono preparare tramite nebulizzazione o liofilizzazione ; Tali tecniche si applicano a droghe contenenti p.a. termolabili o facilmente degradabili.

38 Questa tecnica si utilizza per ottenere tinture madri e macerati glicerici. PREPARAZIONE Nella macerazione la droga viene ridotta in pezzi di idonea grandezza per aumentare la superficie di contatto del solvente (acqua fredda, alcool o oli freddi); La droga viene lasciata riposare per tempi che possono andare da 1 giorno ad alcune settimane a seconda del tipo di droga usata; Si mescola di tanto in tanto in quanto l agitazione aumenta la velocità di solubilizzazione e quindi si filtra il residuo.

39 La macerazione della pianta si effettua dopo aver determinato il grado di umidità della pianta (contenuto di acqua). Il campione di droga da estrarre viene essiccato in stufa a , fino a peso costante così da determinare il peso della pianta da estrarre.

40 Le Tinture sono: preparazioni liquide, limpide ottenute da materie prime vegetali o animali essiccate. Le tinture si preparano per macerazione o percolazione o per diluizione utilizzando alcool di titolo appropriato. Le tinture possono anche essere preparate disciogliendo o diluendo estratti in alcool di appropiata concentrazione. Il rapporto in peso droga/solvente è 1:10 o 1:5.* * Sulla base dell accordo Internazionale di Bruxelles del 1902 per le droghe eroiche o droghe molto attive dotate di elevata tossicità il rapporto droga/tintura è 1/10, invece, per le droghe comuni si impiega un rapporto di 1/5.

41 La gradazione dell alcool viene scelta in funzione della solubilità dei componenti attivi della droga: per la maggior parte delle tinture si usa alcool di 70, per altre si preferisce alcool di diversa gradazione (60, 80 e 90 ). Alcool di 60 Alcool di 70 Alcool di 70 Genziana Rabarbaro Belladonna China Valeriana Capsico

42 LE TINTURE MADRI riportate nella monografia Preparazioni omeopatiche della F.U.I XI. Ed. sono preparazioni liquide che si ottengono dall azione solvente di un appropriato veicolo su materie prime di origine vegetale o animale. Possono anche essere ottenute da succhi di piante con o senza l aggiunta di un veicolo. Le tinture madri sono designate con i simboli T.M. o. Si preparano da piante fresche e rarissime volte con la pianta secca, raccolte nel loro habitat naturale e durante il periodo balsamico.

43 PREPARAZIONE Dopo aver determinato il contenuto di acqua, la droga fresca viene pulita, tagliata e posta a macerare in alcool di appropriata concentrazione, in modo da avere alla fine 10 parti di T.M. da 1 parte di pianta; Si lascia infondere per giorni e si filtra il residuo depositato; Il titolo alcolico delle tinture madri vegetali è di norma 65 +/- 5 ; Le tinture madri vanno conservate in recipienti chiusi, al fresco ed al riparo dalla luce; Hanno validità di 5 anni, rispetto alle tinture tradizionali che hanno validità soltanto di 2 anni.

44 Il macerato glicerico deriva dalle parti più giovani della pianta (gemme, semi, giovani radici, germogli, ecc), allo stato fresco, raccolti durante il periodo balsamico, pertanto, contiene la più alta concentrazione di fitocomplesso tra tutte le preparazioni.

45 PREPARAZIONE Sulla droga fresca selezionata, tagliata si determina il grado di umidità; In base al grado di umidità si mette in macerazione per tre settimane, in una miscela gliceroalcolica (glicerina/alcol etilico 50/50), pari a 20 volte il peso del vegetale disidratato; A fine macerazione si decanta e si filtra, il residuo viene pressato ed il liquido ottenuto viene unito al primo filtrato; Il tutto viene posto a riposare in frigo per 24 h e si filtra di nuovo.

46 Il macerato glicerico base ottenuto, viene commercializzato per l uso, dopo averlo diluito alla prima decimale Hahnemanniana (1DH) ovvero 1 parte di macerato glicerico viene diluita con 9 parti di miscela glicerina/alcol/acqua in rapporto 50:37:13 così da ottenere un prodotto finito di grado alcolico uguale a 38 ; Viene conservato in flaconi contagocce di vetro scuro e di solito si impiegano gocce tre volte al dì diluite in poca acqua;

47 I metodi utilizzati per la preparazione delle essenze sono : SPREMITURA DISTILLAZIONE IN CORRENTE DI VAPORE Recentemente è stata messa a punto un tecnica di estrazione basata sull uso di gas supercritici.

48 - Tecnica riservata a quelle droghe che contengono oli essenziali in cellule superficiali ed in grande quantità, come i frutti (es. Citrus); - L epicarpo del frutto fresco viene messo in apposite macchine e poi sottoposto a pressione, ciò provoca la rottura delle cellule oleifere con conseguente fuoriuscita dell olio essenziale; - L olio essenziale ottenuto è costituito da una miscela di sostanze, per lo più volatili, di odore aromatico caratteristico; - Gli oli essenziali trovano impiego in campo: alimentare, farmaceutico e cosmetico.

49 Gli oli essenziali sono chimicamente molto complessi ed eterogenei quali: Idrocarburi (gli idrocarburi terpenici); Alcooli (benzilico, cinnamidico, mentolo); Aldeidi (cinnamica); Chetoni (canfora); Acidi (acido cinnamico e fenilacetico); Esteri (metilsalicilato, benzile-benzoato); Fenoli (timolo); Eteri (eugenolo); Eterociclici (inoli, cumarina).

50 La F.U. I XI Ed. nella sezione riguardante le droghe vegetali riporta dei saggi di purezza che servono ad accertare che l essenza non sia un prodotto artificiale e che non vi siano usate sofisticazioni. Se consideriamo la monografia essenza vengono riportati: Bergamiae aetheroleum BERGAMOTTO ESSENZA, per tale Titolo (non meno del 30% di esteri), Caratteristiche organolettiche (liquido mobile, limpido, di colore da gialloverde a verde, di odore caratteristico e con sapore aromatico amaro); Saggi di identificazione (cromatografia su strato sottile, gas cromatografia, densità, indice di acidità, assorbanza, ecc).

51 Tale tecnica qualità. permette di ottenere un prodotto di alta La droga opportunamente polverizzata viene immersa nel pallone. Il pallone è collegato mediante un tubo di vetro ad una beuta che viene riempita per circa 2/3 di acqua, la quale viene riscaldata fino ad ebollizione con fuoco diretto o tramite piastra riscaldante. L olio essenziale viene trascinato dal vapor d acqua ed entrambi si condensano nel refrigerante, raccogliendosi poi nel recipiente. I due liquidi vengono poi separati.

52 DISTILLAZIONE IN CORRENTE DI VAPORE

53 Il prodotto risultante dalla spremitura o dalla distillazione è costituito da una parte oleosa e da una acquosa. La separazione dei due componenti può essere eseguita o mediante l ausilio di una bottiglia fiorentina o mediante un imbuto separatore o effettuando una centrifugazione (metodica industriale), sfruttando la diversa densità relativa dei due liquidi; Le essenze avendo, in genere, una bassa densità relativa galleggiano sull acqua distillata, fanno tuttavia eccezione le essenze di cannella, chiodi di garofano e senape, che invece hanno densità maggiore e quindi tendono a depositarsi sul fondo.

54 METODI DI SEPARAZIONE Centrifuga

55 La titolazione è un processo tecnologico con il quale si determina : Il principio attivo più importante presente nel fitocomplesso; La quantità esatta di tale componente. La titolazione in principi attivi è possibile attualmente solo per l estratto secco e per l olio essenziale perché essi sono fortemente concentrati e contengono quantità di sostanze sufficientemente elevate.

56 Vantaggi della titolazione Un estratto o una droga titolati, rispondenti agli standard previsti dalle Farmacopee, assicurano un efficacia terapeutica ottimale. Se essa è al di sotto dei limiti richiesti dalle Farmacopee, la validità della terapia è compromessa; Se la titolazione del prodotto è superiore a quella minima prevista dai testi ufficiali, la sua efficacia terapeutica aumenta di conseguenza; Grazie alla titolazione è possibile ottenere la standardizzazione del rimedio fitoterapeutico, in modo tale che ciascun prodotto contenga sempre la stessa quantità di principio attivo dichiarato.

57 L uso di piante medicinali è notevolmente aumentato nell ultimo decennio; L uomo, sempre più sensibile al proprio benessere, si orienta ad utilizzare rimedi naturali; Il luogo comune che i prodotti naturali siano innocui non sempre risponde alla realtà; La possibilità di interazioni tra alimenti e piante medicinali, tra farmaci e piante medicinali, sono sempre più frequenti in seguito all utilizzo di prodotti fitoterapici; Un farmacista esperto in materia può educare l utilizzatore ad un uso più corretto dei preparati fitoterapici.

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