L incidentalità nell Unione Europea
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- Tommaso Gambino
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1 L incidentalità nell Unione Europea La Commissione Europea nel Libro Bianco "European transport policy for 2010: time to decide nel 2000 ha chiesto ai Paesi membri di raggiungere un obiettivo molto ambizioso, ossia quello di ridurre del 50% il numero dei morti negli incidenti stradali entro l'anno I dati disponibili sull incidentalità stradale in Europa rivelano che, mentre la sicurezza stradale continua a migliorare nell Europa occidentale, il numero dei morti è cresciuto in alcuni dei Paesi dell Europa centrale ed orientale. Ogni anno, nel complesso dell Unione europea, circa un milione di incidenti causa più di morti e feriti. Tasso di mortalità dell Italia nel 2005 confrontato con quello degli altri Stati
2 L incidentalità in Italia e il PNSS Nel quinquennio mentre l'unione Europea registrava una significativa riduzione degli incidenti, l'italia ha registrato una dinamica in crescita. Solo nel 2003 inizia la ripresa del processo di riduzione delle vittime (l introduzione della patente a punti). Negli ultimi anni l Italia ha conseguito importanti miglioramenti sul fronte della sicurezza stradale (dal 2002 al 2007 il numero dei morti è passato da 6980 a 5131) e nel 2007 l Italia ha realizzato la più ampia riduzione di mortalità. Evoluzione dei tassi di mortalità dell Italia e dell Unione europea, comparati con gli obiettivi Con la legge 144/99, l Italia ha accolto le indicazioni della Commissione Europea istituendo il "Piano Nazionale della Sicurezza Stradale che richiama l'attenzione sull'importanza che devono svolgere le azioni di miglioramento della conoscenza di base e di monitoraggio del fenomeno incidente, attività fondamentali per poter avviare una campagna mirata di interventi finalizzati a migliorare gli standard di sicurezza delle strade.
3 Il PUT del 1995 e del 2001 Nel 1995 il Consiglio Comunale di Torino ha approvato il primo Piano Urbano del Traffico tra le cui linee guida figurava anche la progettazione di interventi per migliorare la sicurezza della circolazione. Con il PUT 2001 si compie un ulteriore passo in avanti nella direzione della sicurezza stradale, sfruttando i dati acquisiti con il sistema informatico MAPS di rilevazione degli incidenti del Corpo di Polizia Municipale.
4 Il PUMS Scaduta la validità dei piani del traffico, è emersa la necessità di sviluppare un nuovo piano: con una visione strategica (10-15 anni) con tutte le componenti del sistema della mobilità (piano sistema) con scenari cadenzati nel tempo (piano processo)con la verifica degli effetti nel corso dell attuazione (piano misurabile). La Città ha così individuato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile:strumento di pianificazione della mobilità definito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in cui, efficienza, sicurezza, sostenibilità sono requisiti fondamentali che consentono di migliorare la qualità della vita dei cittadini in riferimento al muoversi dai luoghi di residenza a quelli di lavoro, di servizio, di studio, di svago e così via.(legge 24 novembre 2000, n. 340 art. 22).
5 LINEE D INDIRIZZO STRUTTURA PUMS AZIONI MISURE 1 garantire e migliorare l accessibilità al territorio 2 garantire e migliorare l accessibilità delle persone 3.a migliorare la qualità dell aria 3.b migliorare la qualità dell ambiente 4.a garantire efficienza al sistema della viabilità e dei trasporti Risolvere i nodi problematici della struttura viaria Aumentare l efficacia l del trasporto collettivo Facilitare l intermodalitl intermodalità Aumentare la disponibilità dei parcheggi in struttura Garantire l accessibilitl accessibilità ai mezzi pubblici Facilitare l accessibilitl accessibilità degli spazi pubblici Garantire l accessibilitl accessibilità a persone diversamente abili Garantire la mobilità anche alle persone in difficoltà Far diminuire gli spostamenti con mezzi privati motorizzati Adeguare i veicoli circolanti a motore non ecologici Promuovere forme alternative di mobilità sostenibile Sostenere la mobilità ciclo-pedonale Attivare azioni di contenimento del traffico privato in centro Governare la logistica delle merci in ambito urbano Estendere le riqualificazioni dello spazio pubblico Mantenere un elevato standard manutentivo suolo pubblico Riordinare e razionalizzare la segnaletica stradale Riordinare la sosta Ridurre l inquinamento l acustico dovuto al traffico Riorganizzare la viabilità di quartiere e locale Migliorare l efficienza l del trasporto pubblico garantire sicurezza al sistema della viabilità e dei trasporti Perseguire il miglioramento della sicurezza stradale Migliorare la sicurezza del trasporto pubblico 5 6 governare la mobilità attraverso tecnologie innovative Estendere la gestione telematica del traffico Estendere la gestione telematica del trasporto pubblico Favorire la mobilità dell utenza debole 9 7 definire il sistema di governo del piano Partecipazione Comunicazione Monitoraggio 5
6 il PUMS: la struttura Linea d indirizzo 5 GARANTIRE L EFFICIENZA E LA SICUREZZA AL SISTEMA DELLA VIABILITA azioni misure operative sostenibilità 5.1: Riorganizzare la viabilità di quartiere e locale Riordino dell'uso della viabilità e della sosta di superficie e connessione della viabilità di frangia economica 5.2: Riordinare e razionalizzare la segnaletica stradale Programmi di rinnovo e semplificazione della segnaletica verticale Potenziamento della segnaletica orizzontale ambientale ambientale 5.3: Perseguire il miglioramento della sicurezza stradale Redazione delle linee strategiche per il miglioramento della sicurezza stradale Misure di moderazione e fluidificazione del traffico - Progetti in nodi critici della viabilità Azioni pilota su assi stradali ad alto rischio Sviluppo delle Zone Attraversamenti pedonali in sicurezza ambientale ambientale ambientale ambientale economica sociale sociale sociale Divisione Infrastrutture e Mobilità
7 Cenni normativi A seguito dell'introduzione del nuovo codice della strada, adottato a fine 1992, sono state recepite anche in Italia alcune norme e disposizioni europee per la moderazione del traffico in ambito urbano, quale l'istituzione di zone residenziali e ambiti a velocità ridotta a 30 Km/h con introduzione di dispositivi di rallentamento, i dossi.nel 2001 a seguito della pubblicazione delle Linee Guida per la redazione dei Piani Urbani della Sicurezza Stradale sono stati normati anche in Italia alcuni tipi di interventi di traffic calming, quali i pedonali e le intersezioni rialzate. Con la emanazione dei Decreti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti 5/11/2001 e 16/04/2006 è stato completato l impianto normativo a disposizione del Progettista. Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade (D.M. 5/11/2001)
8 La progettazione: analisi siti a rischio L analisi effettuata sul sito con il rilevamento e studio dei flussi di traffico e delle possibili cause dell incidentalità, consente di arrivare alla determinazione degli obiettivi da raggiungere con la risistemazione e alla scelta della soluzione progettuale più efficace. La risistemazione può essere concepita come leggera (miglioramento della segnaletica, rimozione di ostacoli alla visibilità), oppure pesante (riconcezione dell intersezione, inserimento di rotonda) Una fase importante è quella della sperimentazione della soluzione proposta: si realizza il progetto con dispositivi temporanei per verificare l efficacia dell intervento, apportare eventuali modifiche e migliorie e poi passare alla realizzazione definitiva. La scelta dell inserimento di una rotatoria come soluzione viabile ad un dato incrocio si concretizza in una notevole riduzione dei punti di conflitto: dai 32 di un incrocio tradizionale agli 8 punti di conflitto dello schema a rotatoria, costituiti esclusivamente da manovre di immissione e diversione. Questo è uno dei principali motivi per cui le rotatorie risultano più sicure rispetto agli altri tipi d incroci, soprattutto se si considera la gravità degli incidenti.
9 Le statistiche sull incidentalità a Torino Evoluzione incidentalità Incidenti gravi nella fascia oraria di rischio per giorno della settimana n. sinistri anni lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica sinistri con danni materiali sinistri con lesioni a fronte di picchi di incidentalità totale verificatisi nel 2001 e nel 2002, è in atto negli ultimi anni una tendenza alla diminuzione degli incidenti e delle vittime si verificano meno incidenti, ma alcuni di questi avvengono a causa di comportamenti deliberatamente rischiosi determinando conseguenze letali il maggior numero di incidenti si ha il venerdì, mentre i giorni con l incidentalità relativa maggiore sono il sabato e la domenica i dati nazionali ISTAT confermano che le ore più pericolose per gli incidenti mortali sono quelle notturne tra le 0.00 e le 6.00 del sabato e della domenica e il massimo valore di conducenti morti a seguito di incidenti si ha nella fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni.
10 Interventi realizzati A partire dal primo Piano Urbano del Traffico (PUT 1995) nell ambito dei Progetti Sicurezza, sono stati realizzati con continuità interventi per il miglioramento della sicurezza stradale. In sintesi sono state realizzati 50 interventi mirati di moderazione del traffico, oltre 100 rotatorie, oltre 100 tronchi stradali sono stati attrezzati con sistemi di rallentamento e limiti di velocità di km/h. Sono stati realizzati interventi puntuali di messa in sicurezza di attraversamenti pedonali in posizione isolata con potenziamento della segnaletica e variazioni planoaltimetriche (150 attraversamenti), inserimento di segnaletica luminosa (40 APL). Tutti i siti interessati dai "progetti sicurezza" registrano una significativa diminuzione dell'incidentalità. Numero INCIDENTI / ANNO PRIMA : 5,05 Largo Casteldelfino: realizzazione di rotatoria Numero INCIDENTI / ANNO DOPO : 1,26
11 Il progetto Pilota di c.somoncalieri La Regione Piemonte, nell ambito del Primo Programma Annuale di Attuazione del PNSS ha finanziato (fondi Ministeriali) e concertato con gli Enti Locali lo sviluppo progettuale e l'attuazione del progetto pilota per la messa in sicurezza di tre principali direttrici regionali (ex SS 10, 11 e 20). La proposta della Città ha previsto la realizzazione di interventi integrati e complessi di carattere intersettoriale ed innovativo su un tronco stradale, corso Moncalieri, emblematico per la sovrapposizione di elementi che elevano il livello di rischio e gravità degli incidenti stradali, essendo inserito in un contesto urbano caratterizzato dalla presenza di discoteche e condizioni ambientali critiche per il tracciato curvilineo lungo il fiume Po, che risulta anche essere un percorso prioritario di avvicinamento utilizzato dai mezzi di soccorso diretti al principale polo ospedaliero dell area torinese. Nel caso specifico il tasso di mortalità, nel 2001 è stato 5 volte superiore al tasso riferito a tutta l area urbana. Per ogni fascia oraria, dopo l attivazione del sistema di controllo, dissuasione e sanzionamento degli eccessi di velocità e la posa della cartellonistica verticale, orizzontale e VMS, si è verificata una riduzione percentuale dei veicoli in violazione del limite di velocità pari all 80/90 %.
12 Una proposta di approccio manageriale Anche nel campo della sicurezza stradale è necessario il superamento di una logica tradizionale, legalistica e di conformità alle regole a favore di una logica di risultato e di PERFORMANCE MANAGEMENT finalizzando le strutture e i sistemi operativi e gli stili direzionali al risultato ed alla gestione delle risorse. Una politica della sicurezza stradale mirata al perseguimento di crescenti livelli di sostenibilità sociale, economica e ambientale è un azione complessa ed impegnativa, che deve aderire ai principi del performance management, basati sulla chiara definizione degli obiettivi e sull apprestamento delle funzioni di monitoraggio per valutare ex ante, in itinere ed ex post l efficacia e l efficienza delle azioni messe in campo. Questa valutazione richiede la disponibilità di appropriati indicatori relativi ai risultati e agli impatti conseguiti. L istituzione a livello europeo di specifiche procedure di valutazione di carattere manageriale è di notevole rilievo, in quanto contribuirà a determinare quel cambiamento culturale necessario per l attuazione dei principi del performance management. Solo grazie ad un sistema di guida manageriale che permette di valutare costantemente l efficacia e l efficienza della gestione potrà essere perseguito l obiettivo europeo.
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