IL COLLEGIO DI MILANO

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1 IL COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: - Prof. Avv. Antonio Gambaro Presidente (Estensore) - Prof. Avv. Emanuele Cesare Lucchini Guastalla Membro designato dalla Banca d Italia - Prof. Antonella Maria Sciarrone Alibrandi Membro designato dalla Banca d Italia - Dott. Mario Blandini Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario - Avv. Guido Sagliaschi Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato nella seduta del 15 febbraio 2011 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica FATTO In data 24 maggio 2010 la ricorrente presentava apposito modulo lettera di reclamo nei confronti della convenuta, contestando il pagamento di un buono postale, pari a L , emesso in data , e recante erroneamente il timbro sul retro di buono postale ordinario anziché a termine. Al reclamo veniva allegata una nota, datata , in cui veniva specificato che la cointestataria del buono richiedeva il rimborso dell importo relativo alla tipologia BPF ordinario e non quello a termine. La resistente non avrebbe fornito riscontro in merito alla richiesta. Con il ricorso presentato in data il legale rappresentante della ricorrente ricostruisce la controversia come segue: in data la ricorrente sottoscrive un buono postale fruttifero di L. 5 mln, recante sul fronte la serie AD M Sul retro il buono veniva identificato come BPF a termine emesso l , con apposizione del timbro Buono PF serie Q, con l indicazione del tasso d interesse da corrispondere dal 1 al 20 anno; in sede di richiesta di rimborso al 20 anno, viene indicato alla ricorrente un valore di rimborso netto pari a 7.101,28, trattando il suddetto buono come buono fruttifero a termine, invece che ordinario; quest ultima tipologia avrebbe previsto un rimborso pari a circa ,00 al netto. Pag. 2/7

2 Alla luce di quanto sopra, viene richiesta una corretta lettura interpretativa del buono che comporterebbe il corretto rimborso alla ricorrente, con riconoscimento degli interessi maturati al 20 anno, secondo il tasso riportato sul retro del titolo. L intermediario ha fornito le controdeduzioni, presentate via PEC in data e, preliminarmente, eccepisce la competenza soggettiva e oggettiva dell ABF per le controversie che abbiano ad oggetto rapporti afferenti i libretti di risparmio postale. In particolare, sotto il profilo soggettivo, l intermediario rileva che tali mezzi di raccolta del risparmio sono emessi da un soggetto terzo (Cassa Depositi e Prestiti s.p.a.) e, pertanto, l attività che esso svolge presso il pubblico è un attività di mero collocamento. Sotto il profilo oggettivo, l intermediario rileva che i libretti di risparmio e i buoni postali rivestono la qualifica di prodotti finanziari. Il convenuto, quindi, svolge una lunga e puntuale ricognizione della normativa succedutasi nel tempo applicabile al risparmio postale ponendone in luce gli aspetti di peculiarità e, segnatamente, i profili di specialità della disciplina. In considerazione della specialità della disciplina che regola la materia del risparmio postale e in relazione alla qualificazione dei prodotti di risparmio postale in termini di prodotti finanziari l intermediario eccepisce, quindi, l inammissibilità del ricorso. Nel merito, la resistente precisa comunque che il BPF in possesso della [cliente], emesso in data 8 maggio 1990, appartiene alla serie AD Buono Postale Fruttifero a Termine, come chiaramente indicato a stampa sul fronte del Buono in possesso del cliente. I Buoni della serie AD, istituiti dal D.M. del 23 luglio 1987, ed emessi nel periodo compreso tra il 1/10/87 e il 31/10/95, prevedono che il capitale inizialmente sottoscritto raddoppi in sette anni e triplichi dopo undici, al lordo della ritenuta fiscale. Trascorso tale periodo diventano infruttiferi e si prescrivono trascorsi n. 10 anni dalla scadenza. Nel caso in esame, rileva inoltre come il timbro di convalida e la firma del direttore dell Ufficio, apposti al momento dell emissione, siano entrambi posizionati accanto all indicazione Buono Fruttifero Postale a Termine. L apposizione del timbro Buono P.F. serie Q con l indicazione dei rendimenti lordi alle diverse scadenze dei Buoni Ordinari emessi in concomitanza con la serie AD era prevista per consentire al cliente di quantificare il rendimento dei medesimi buoni in caso di rimborso anticipato rispetto alle due scadenze previste per la serie AD (sette anni per il raddoppio del capitale investito e undici per la sua triplicazione). La possibilità di rimborso anticipo è prevista nella dicitura riportata a stampa sul retro del Buono. Pertanto, la resistente conclude chiedendo che il Collegio dichiari il ricorso improcedibile, o in via subordinata rigettato in quanto infondato. Con mail del 2 novembre 2010, sono state inoltrate al legale della ricorrente le controdeduzioni fornite dall intermediario. DIRITTO Va preliminarmente esaminata l eccezione di incompetenza dell ABF sollevata dalla resistente. Eccezioni strettamente analoghe sono già state esaminate da questo Collegio, il quale ha ritenuto che sebbene sia innegabile che la materia del risparmio postale (e, dunque, anche i buoni fruttiferi ad essa riconducibili) risulta essere disciplinata da norme speciali che, se Pag. 3/7

3 confrontate tra loro, non appaiono di facile coordinamento, tuttavia tale eccezione non sia fondata. Infatti secondo il disposto dell art. 7, comma 1, D.M attuativo del D.L , n. 487, convertito dalla L , n. 71 ( Libretti di risparmio postale ), i libretti di risparmio postale sono prodotti finanziari nominativi o al portatore [ ]. Se si assumesse che tale è la natura giuridica dei buoni fruttiferi, la competenza di questo Collegio sarebbe esclusa. I più recenti riferimenti normativi inducono però a diversa conclusione. A questo proposito rileva anzitutto quanto previsto dal DPR , n. 144 Regolamento recante norme sui servizi di bancoposta, ove all art. 1 (Definizioni) si stabilisce che: 1. Ai fini del presente decreto si intendono per [ ] h) risparmio postale: la raccolta di fondi attraverso libretti di risparmio postale e buoni postali fruttiferi effettuata da Poste per conto della Cassa depositi e prestiti e all art. 2 (Attività di bancoposta) si specifica che: 1. Le attività di bancoposta svolte da Poste comprendono: a) raccolta di risparmio tra il pubblico, come definita dall'articolo 11, comma 1, del testo unico bancario ed attività connesse o strumentali; b) raccolta del risparmio postale; [ ] A Poste si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni attuative previste per le banche, salva l'adozione di disposizioni specifiche da parte delle autorità competenti. ( ) 6. Il risparmio postale è disciplinato dal decreto-legge 1 dicembre 1993, n. 487, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 gennaio 1994, n. 71, dal decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 284, e dalle norme del testo unico della finanza indicate nel comma 4, in quanto compatibili, nonché dalle norme del testo unico bancario, ove applicabili. Tali riferimenti normativi si pongono in relazione con quanto disposto dalla Delibera CICR n. 275 del 28 luglio 2008 sulla disciplina sui sistemi stragiudiziali ex art. 128 bis TUB la quale (art. 1, comma 1) definisce intermediari, non solo le le banche, gli intermediari finanziari iscritti nell'elenco di cui all'art. 106 del TUB che operano nei confronti del pubblico, gli istituti di moneta elettronica, ma anche specificamente Poste Italiane S.p.A. in relazione all'attività di bancoposta e con quanto previsto dalle Disposizioni della Banca d Italia del (sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari) ove si specifica nuovamente che (art.1) sono da considerare intermediari le banche, gli intermediari finanziari iscritti negli elenchi previsti dagli articoli 106 e 107 del T.U. (ivi inclusi i confidi e i cambiavalute) che operano nei confronti del pubblico gli istituti di moneta elettronica ed espressamente Poste Italiane S.p.A. in relazione all attività di bancoposta. Alla luce di tali dati normativi appare difficile dubitare che le disposizioni più recenti abbiano attratto la materia del risparmio postale nell ambito della competenza dell ABF. Si pone tuttavia il problema che deve essere esaminato anche d ufficio, della competenza di questo Collegio per ragioni di carattere cronologico. Infatti è noto che in base alle Disposizioni della Banca d Italia del 18/6/2009 (Sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari): Non possono essere sottoposte all ABF controversie relative a operazioni o comportamenti anteriori al 1 gennaio (Sez. I, 4). Giova richiamare al riguardo la costante interpretazione di questo Collegio secondo la quale sebbene i rapporti oggetto di contestazione risultino essere insorti in data antecedente al 1 gennaio 2007, tuttavia nel caso di rapporti di durata occorre avere riguardo al petitum per verificare se esso si fonda su vizi genetici del rapporto oppure su una divergenza che riguardi gli effetti del negozio giuridico posto in essere. Pag. 4/7

4 Nel caso di specie la ricorrente aveva accennato in sede di reclamo a un errata compilazione del buono in questione. E evidente però che un simile vizio riguarderebbe il momento genetico del rapporto, il quale collocandosi nell anno 1990 porrebbe la controversia al di là dei limiti di conoscibilità della stessa da parte di questo Collegio. Nel ricorso la stessa ricorrente fa riferimento ad una corretta lettura interpretativa del buono che comporterebbe il riconoscimento degli interessi maturati al 20 anno, secondo il tasso riportato sul retro del titolo. In questa caso trattandosi di questione attinente alla esecuzione finale del rapporto la competenza dell ABF non potrebbe essere posta in seria discussione. Tuttavia il Collegio ritiene che nel caso specifico non possa sorgere un mero problema di ermeneutica. Il titolo in questione, come appare dalla sigla riportata sul frontespizio appartiene alla serie AD. La serie AD è stata emessa in base a quanto disposto dal D. M. del Tesoro 23 luglio 1987 n , il quale per quanto qui rileva, prevede che: Con effetto dal 1 ottobre 1987, è istituita una nuova serie speciale di buoni fruttiferi postali a termine contraddistinta con le lettere AD ;// I buoni della nuova serie speciale avranno durata di sette o undici anni e, alle scadenze,, verrà corrisposto unitamente al capitale un interesse lordo pari rispettivamente ad uno o due volte il capitale stesso. // Qualora venisse richiesto il rimborso dei buoni di cui al precedente comma, prima delle anzidette scadenze, si applicheranno le misure dei tassi lordi di interesse vigenti per i buoni postali fruttiferi della serie ordinaria, contraddistinta dalla lettera «Q», diminuiti di 50 centesimi.. Sul retro del titolo è chiaramente indicato che quello emesso è un buono fruttifero a termine. Tuttavia con evidente difetto di compilazione non si indica quale detto termine sia. All opposto è stata riportata, con stampigliatura, un indicazione riguardante i tassi e la durata di altra e diversa serie, precisamente la serie Q. Il retro del titolo in questione ha infatti la forma seguente: Pag. 5/7

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6 Sicché il retro del titolo è venuto ad assumere una forma che veicola informazioni contraddittore e fortemente fuorvianti, perché la serie Q prevedeva una possibile durata di 20 anni al tasso del 12%; mentre il buono a termine in questione apparteneva alla serie AC per la quale la durata massima è di anni 11, anche se tale durata non è stata specificata in alcun modo nel titolo stesso. Atteso però che, a differenza di quanto può accadere in casi di divergenza tra quanto riportato nel titolo e quanto previsto dai D.M., il silenzio non è idoneo a prevalere sulla disciplina normativa, si deve dedurre che il difetto è genetico e si colloca cronologicamente nel momento della errata e fuorviante compilazione del buono in questione. La ricorrente potrà certo far valere l errata informazione di cui è stata vittima in altra sede, ma l ABF non può conoscere questioni la cui genesi si rapporti ad operazioni o comportamenti anteriori al 1 gennaio P.Q.M. Il Collegio dichiara la non ricevibilità del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7