Introduzione all analisi della distribuzione del reddito

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1 Introduzione all analisi della distribuzione del reddito Scienza delle Finanze CLES Lidia Ceriani Università Bocconi a.a. 2011/2012 Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

2 La distribuzione del reddito Primaria e Secondaria Non esiste una teoria unificata ed esaustiva della distribuzione del reddito, addirittura non vi è una definizione univoca dell oggetto di analisi: Distribuzione Primaria: (o dei fattori, o funzionale) riguarda la ripartizione del prodotto tra i fattori produttivi (lavoro, capitale, terra) che contribuiscono alla sua realizzazione Distribuzione Secondaria: (o personale) riguarda la ripartizione del reddito (un flusso) ed eventualmente della ricchezza (uno stock) con riferimento ai soggetti che fanno parte della società = Ci concentriamo sulla Distribuzione Secondaria Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

3 Problemi Metodologici 1 Variabile che meglio rappresenti il benessere dei soggetti 2 Unità di tempo di riferimento 3 Unità di analisi 4 Come rendere omogeneo il confronto tra nuclei familiari con diverse caratteristiche socio-demografiche Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

4 1. La Variabile Economica di Riferimento Il problema è cercare la variabile più adeguata a rappresentare il benessere o il tenore di vita Reddito: flusso che deriva in un certo intervallo di tempo da uno stock di ricchezza (problemi legati a valutazione di: fringe benefits, rendite imputate, lavoro non pagato, trasferimenti pubblici in natura) Consumo: meglio per i paesi in via di sviluppo, dove il tenore di vita è legato alla disponibilità di beni autoprodotti, inoltre è più stabile del reddito (teoria del reddito permanente) Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

5 1. La Variabile Economica di Riferimento (cont.) Patrimonio: In Italia viene utilizzato un indice che combina informazioni su reddito e patrimonio (ISEE - Indicatore della situazione economica equivalente) per selezionare le famiglie che richiedono l accesso ai servizi pubblici Functionings-Capabilities: Approccio di Sen (1980) non sono rilevanti le risorse materiali che si hanno, ma quello che le risorse consentono di fare o di essere. Functionings (funzionamenti): sono l insieme delle azioni e condizioni che caratterizzano la vita di una persona (essere in buona salute, saper leggere e scrivere, partecipare alla vita della comunità) Capabilities (capacità): È l insieme dei funzionamenti alternativi che un individuo ha a disposizione, tra i quali può scegliere e decidere come vivere. Dall ampiezza dell insieme delle capacità è una misura della libertà di un individuo Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

6 2. L unità di tempo Analisi Statica (dati cross-section) Analisi Dinamica (dati panel, o longitudianli) Esempio: 2 individui, A e B e due periodi di tempo t, t + 1 t t+1 A 1 0 B 0 1 In ogni periodo, la diseguaglianza è massima, ma nell arco dei due periodila diseguaglianza è nulla, poichè ciascuno ha lo stesso reddito vitale Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

7 3. L unità di riferimento Individuo o Famiglia? Viene solitamente preferita l unità famigliare, perchè: La famiglia è essenziale per la sopravvivenza nelle fasi iniziali e finali della vita All interno della famiglia si sviluppano economie di scala Se si scegliese l individuo, una buona parte della popolazione (bambini, studenti a tempo pieno) un reddito nullo, quando il benessere effettivo da essi goduto è determinato dal livello familiare Problemi: - Distribuzione intra-familiare (di solito si fa l ipotesi che tutte le risorse siano spartite in modo uguale) - Distribuzione del reddito tra famiglie oppure tra individui, attribuendo ad ognuno il reddito della famiglia di appartenenza? Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

8 4. Le scale di equivalenza Come si rendono compatibili i redditi di famiglie diverse per composizione e numerosità? Di solito si utilizzano delle Scale di Equivalenza La divisione del reddito famigliare per il coefficiente della scala di equivalenza determina il reddito equivalente, una misura che non dipende dalle caratteristiche demografiche della famiglia Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

9 La misurazione della diseguaglianza Siano: N individui y = (y 1,..., y N ) y i > 0 per ogni i y D N Un indice di diseguaglianza è una funzione I : D N R In generale è compreso tra [0, 1]: I (y) = 0 se tutti i redditi sono uguali, e I (y) = 1 se c è massima diseguaglianza (N 1 individui hanno reddito pari a zero, e un solo individuo possiede tutto il reddito della società) Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

10 Gli Assiomi fondamentali Un indice di diseguaglianza dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche: Anonimità Indipendenza di Scala Indipendenza dalla Popolazione Principio del trasferimento (o di Pigou-Dalton) Scomponibilità per gruppi Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

11 Gli Assiomi Fondamentali Anonimità (o Simmetria) I (y) = I (x) dove y è ottenuto da x attraverso una permutazione del vettore dei redditi Soltanto il livello di reddito di ciascun individuo è rilevante nella determinazione della diseguaglianza Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

12 Gli Assiomi Fondamentali Indipendenza di Scala I (λy) = I (y), per ogni y D N, per ogni λ > 0 Se tutti i redditi sono moltiplicati per una costante, l indice non cambia L indice è omogeneo di grado zero nei redditi Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

13 Gli Assiomi Fondamentali Indipendenza dalla Popolazione Se ogni reddito viene moltiplicato k volte, la diseguaglianza della nuova distribuzione è uguale a quella della distribuzione di partenza y = (2, 4, 6), x = (2, 2, 4, 4, 6, 6), allora I (y) = I (x) Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

14 Gli Assiomi Fondamentali Principio del trasferimento (o di Pigou-Dalton) Trasferimento progressivo (di Pigou-Dalton): y è ottenuto da x con un trasferimento progressivo tra due individui i e j se: y i = x i + c < y j y j = x j c y k = x k per ogni k i, j and c > 0 Se y è ottenuto da x con un trasferimento progressivo tra due individui i e j, allora I (y) < I (x) Il differenziale totale di I (y) è minore di zero: di = I y P dy P + I y R ( dy R ) = dy con y R > y P e dy = dy P = dy R ( yp dy P I y R ) < 0 Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

15 Gli Assiomi Fondamentali Scomponibilità per gruppi Siano riconoscibili G gruppi nella popolazione L indice I è scomponibile per gruppi se può essere espresso come una somma ponderata dei valori che l indice assume in ciascun sottogruppo più un termine, I B, che misura la diseguaglianza tra gruppi: G I = α g I g + I B = I W + I B g=1 Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

16 La curva di Lorenz L(y) quota cumulata del reddito totale 1 A B 0 1 F(y) quota cumulata della popolazione Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

17 L indice di Gini Equivale al rapporto tra l area compresa tra la retta a 45 gradi e la curva di Lorenz e l area del triangolo sottesa alla 45 gradi stessa G = A A + B Nel discreto, l indice di Gini è compreso tra 0 e N 1 N Con N elevato, il rapporto tende ad 1! Tra le varie formulazioni, consideriamo la seguente: G = N N i=1 j=1 y i y j 2N 2 µ Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

18 Altri indici di Diseguaglianza Rapporto tra percentili di reddito (P10/P90, P20/P80) Varianza (scarti dalla media, elevati al quadrato) N i=1 V = (y i µ) 2 N Coefficiente di variazione (scarto quadratico medio sulla media) C = V µ = σ µ Indice di Atkinson (dato y e il reddito equivalente equamente distribuito, cioè quel livello di reddito che se posseduto da tutti gli indiviui produrrebe lo stesso livello di benessere sociale della distribuzione effettiva): A ɛ = µ y e µ = 1 y e µ Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

19 La misurazione della povertà Definizione Il concetto di povertà è associato a situazioni che sono considerate inaccettabili, ingiuste, inique, in una data società. Le possibili definizioni di povertà possono essere ricondotte fondamentalmente a tre scuole di pensiero: - Utilitarista - dei Bisogni Primari - delle Capacità La medesima idea sta alla bease delle tre definizioni, e cioè che un indiviuo è da considerarsi povero qualora non possegga qualcosa almeno ad un livello ragionevolmente minimo. Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

20 Povertà Relativa e Assoluta La povertà può essere considerata una condizione relativa o assoluta. La dualità del concetto di povertà è ben sintetizzata in un passo tratto dalla Ricchezza delle Nazioni di Adam Smith (1776): Per beni necessari non intendo soltanto quei beni che sono indispensabili per il sostentamento della vita, ma qualsiasi cosa che gli usi e i costumi di un luogo abbia reso indispensabile per vivere decentemente [...]. I costumi hanno reso le scarpe di cuoio indispensabili epr la vita in Inghilterra. Ciascun individuo proverebbe vergogna ad apparire in pubblico senza. In questo esempio, la parte assoluta dell idea di povertà è legata alla necessità di apparire in pubblico senza vergogna. La componente relativa è associata all indossare scarpe di cuoio, che è contingente ad un determinato paese e periodo storico analizzati. Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

21 La misurazione Il modo in cui la povertà viene misurata è importante sia per comprendere come si evolve il fenomeno, sia per valutare l efficacia delle politiche contro la povertà. Attraverso la misurazione della povertà, infatti, possiamo capire se essa sia aumentata o diminuita nel tempo, se la crescita economica abbia apportato vantaggi alla fascia più povera della popolazione, in che modo i poveri siano influenzati dal cambiamento dei prezzi relativi, o quale impatto abbiano sui poveri determinate riforme economiche I problemi che dobbiamo affrontare per giungere ad una misurazione accurata dalla povertà sono tre: (i) la scelta di uno o più indicatori di povertà (ii) l identificazione dei poveri (iii) la costruzione di un indice di povertà Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

22 Gli indicatori di povertà Reddito Consumo le calorie giornalmente consumate per persona la spesa alimentare come frazione della spesa totale misure che tengono in considerazione i risultati piuttosto che le risorse, come la speranza di vita, il tasso di mortalità infantile, il tasso di partecipazione scolastica Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

23 L identificazione dei poveri La fase dell identificazione dei poveri è associata alla determinazione di una soglia di povertà che è un livello di reddito o di consumo (o di qualche altro indicatore scelto per l analisi) considerato minimo perchè un indiviuo non sia da considerarsi povero La soglia di povertà divide la popolazione in due: al di sotto della soglia ci sono i poveri, al di sopra i non poveri L analisi della povertà si concentra sulla distribuzione dell indicatore di povertà al di sotto della soglia Le soglie di povertà possono essere definite in termini relativi, assoluti, e possono essere oggettive o soggettive Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

24 L identificazione dei poveri Soglie di povertà assolute La soglia di povertà assoluta è determinata a partire dal valore monetario di un paniere di beni e servizi considerati minimi affinchè una famiglia (o un individuo) possa vivere in maniera decorosa Solitamente la soglia di povertà assoluta, dopo essere stata fissata nell anno base, viene rivista di anno in anno alla luce della dinamica dei prezzi e di eventuali cambiamenti normativi nella disponibilità di beni e servizi Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

25 L identificazione dei poveri Soglie di povertà assolute (cont.) L ISTAT calcola a partire dal 1997 la linea di povertà assoluta, a partire dalla definizione di un paniere di base costituito da diverse componenti e calcolato per diverse tipologie famigliari distinte in base al numero e all età dei componenti e rispetto alla ripartizione geografica e ampiezza demografica del comune di residenza (ISTAT, 2009) la componente alimentare: definita a partire da un modello alimentare di riferimento che consente agli individui di condurre una vita normale l abitazione con una superficie adeguata all ampiezza famigliare, e dotata di energia elettrica, riscaldamento, acqua calda e telefono e i beni durevoli (televisore, lavatrice, frigorifero, cucina non elettrica) la componente residuale: tutti gli altri beni e servizi non strettamente indispensabili (vestiario, costi di trasporto e svago) e spesa per sanità e istruzione Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

26 L identificazione dei poveri Soglie di povertà relative Le soglie di povertà relative sono definite come funzione della media o della mediana della spesa o del reddito famigliare (o individuiale) In Italia, per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media procapite del paese che nel 2010 era pari a 992,46 euro mensili Per determinare la soglia di povertà quando le famiglie hanno un numero di componenti diverso da due si utilizza una scala di equivalenza. Ad esempio, la soglia di povertà per una famiglia con un solo componente è 0,6 volte quella per due componenti (595,48 euro),la soglia per una famiglia di quattro persone è pari a 1,63 volte quella per due componenti (1.617,71 euro), la soglia per una famiglia di sei persone è di 2,16 volte (2.143, 71 euro) Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

27 L identificazione dei poveri Soglie di povertà soggettive Le soglie di povertà soggettive sono fissate al livello di reddito ritenuto dalle famiglie necessario a raggiungere standard minimi di benessere, e coglie dunque la percezione che le famiglie hanno dell adeguatezza del proprio reddito per condurre una vita dignitosa L ISTAT offre anche questo dato, calcolato sulla base dell indagine dulle condizioni di vita degli italiani. Nell indagine, viene posta la seguente domanda alle famiglie campionate: Quale ritiene sia il reddito minimo per arrivare a fine mese senza difficoltà Nel 2008, per una famiglia di due componenti e senza distinguere le aree geografiche e l ampiezza del comune di residenza, il 31.2% ha risposto tra e euro e il 27% tra e euro Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

28 Indici di Povertà Come sintetizzare in un indice l informazione sul numero dei poveri e sulla distribuzione dell indicatore di povertà Tra i numerosi indici di povertà che sono stati introdotti in letteratura, ci concentriamo qui soltanto sugli indici di: - Incidenza - Intensità - Severità della povertà Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

29 Indici di Povertà Assiomi fondamentali Focus: P(y; z) = P(x; z) dove y è ottenuto da x con un trasferimento progressivo tra non poveri (o anche regressivo, a patto che nessuno diventi povero) Monotonicità: P(y; z) < P(x; z) con x = {y 1,..., y i k,..., y N }, e y i < z Simmetria: P(y) = P(x), dove y è ottenuto da x attraverso una permutazione del vettore dei redditi Indipendenza dalla Popolazione: P(y) = P(x), dove y è ottenuto da x replicando m volte la distribuzione iniziale Principio del Trasferimento: La povertà aumenta a seguito di un trasferimento di reddito da un soggetto povero ad un qualsiasi altro individuo con reddito superiore Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

30 Indici di Povertà L incidenza della povertà L incidenza della povertà è la proporzione della popolazione il cui reddito (o consumo), è inferiore ad una data soglia di povertà Data una popolazione di dimensione n, se q è il numero di individui per cui y < z, l incidenza è: H = q n L incidenza delle povertà è chiamato anche Headcount Index Pro: immediata comprensione Contro: non tiene conto di quanto poveri siano i poveri Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

31 Indici di Povertà L intensità della povertà L intensità della povertà indica la distanza media dei redditi dei poveri dalla soglia di povertà z In letteratura è chiamata poverty gap index: PG = 1 n n i=1 z y i z Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

32 Indici di Povertà La severità della povertà Se vogliamo che l indice colga non soltanto il numero dei poveri, non soltanto quanto sono poveri, ma anche il livello di diseguaglianza nella distribuzione del reddito (o consumo) tra i poveri stessi, dobbiamo utilizzare un altro indice, lo squared poverty gap, che pesa di più chi è più lontano dalla soglia di povertà: n ( z yi ) 2 SPG = 1 n i=1 z Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

33 L Andamento della diseguaglianza in Italia Figura 1: Indice di Gini e Rapporto P10/P90 4,7 0,37 4,5 0,35 10% più ricco / 10% più povero 4,3 4,1 3,9 3,7 0,33 0,31 0,29 p10p90 Gini 3,5 0,27 3, ,25 Fonte: nostra elaborazione su dati Banca d Italia, 2011 Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

34 L Andamento della diseguaglianza in Italia In Italia abbiamo assistito ad un calo della disuguaglianza dal 2004 al 2008 (vedi Figura 1) Tale calo che tuttavia fa seguito però ad un deciso incremento a partire dall inizio degli anni 90 Utilizzando infatti i dati Banca d Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Banca d Italia, 2011) si osserva come l indice di Gini sia passato da 28.2 nel 1991 a 33.7 nel 2004 Inoltre, se ci affidiamo alle stime Eurostat per il 2009, l Italia ha un indice di Gini di 31.5 (le stesse stime indicavano un Gini di 30 nel 2008) contro, ad esempio, il 29.1 della Germania o i della Svezia, e si colloca costantemente al di sopra della media EU-15 (Eurostat, 2011), o OECD (OECD, 2008) Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

35 L Andamento della povertà in Italia La povertà all inizio degli anni 90 crebbe in maniera significativa (OECD, 2008) Nel 1991 la percentuale di individui il cui reddito cadeva al di sotto del 60% del reddito mediano è del 15.1%, mentre nel 2008 (ultimo dato calcolabile con i dati a nostra disposizione) è del 20.2% Se invece concentriamo l attenzione all ultimo decennio, possiamo affermare che la percentuale di poveri è stata pressoché stabile, attorno al 20% (come si pu vedere nella Figura 2) Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

36 L Andamento della povertà in Italia (cont.) Figura 2: % individui con reddito al di sotto del 60% del reddito mediano Fonte: nostra elaborazione su dati Banca d Italia, 2011 Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

37 L Andamento della povertà in Italia (cont.) I redditi reali sono aumentati in media di 1.75 punti percentuali nei paesi OECD, con punte del 5.5% in Irlanda o del 4% in Spagna In Italia il tasso di crescita del reddito reale mediano tra l inizio degli anni 80 e oggi è dello 0.7% soltanto in Giappone, Belgio e Ungheria sono cresciuti di meno (vedi Figura 3) Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

38 Figura 3: % del reddito mediano reale (metà anni 80-fine 00) Fonte: OECD.Stat, in rosso la media OECD Japan Hungary Belgium Italy Germany Canada Turkey Denmark France United States New Zealand Mexico Netherlands Austria Finland Czech Republic Sweden Greece Luxembourg United Kingdom Israel Norway Chile Australia Spain Portugal Ireland Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

39 L Andamento della povertà in Italia (cont.) L Italia continua ad essere significativamente al di sopra della media OECD (15% contro 12%, dato OECD, 2008) per quanto riguarda la povertà infantile (definita come percentuale di minori che vivono in famiglie povere) Dall ultimo rapporto ISTAT (ISTAT, 2011) leggiamo inoltre che nonostante la povertà calcolata sulla popolazione complessiva nel 2010 resta pressoché invariata rispetto al 2009, ci sono importanti eccezioni in sottogruppi della popolazione La povertà relativa aumenta dal 24,9% al 29,9% per le famiglie numerose (con cinque o pi componenti), dal 18,2% al 23% per quelle con membri aggregati e dal 11,8% al 14,1% per le famiglie monogenitoriali Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

40 L Andamento della povertà in Italia (cont.) Nel Mezzogiorno l incidenza di povertàrelativa cresce dal 36,7% del 2009 al 47,3% del 2010 tra le famiglie con tre o pi figli minori Altro peggioramento si ho per le coppie di anziani con un solo reddito da pensione: la percentuale di famiglie povere in questa categoria passa dal 13,7% al 17,1% per la povertà relativa e dal 3,7% al 6,2% per quella assoluta La percentuale di famiglie che arrivano a fine mese con difficoltà o grande difficoltà è passata dal 33,7% nel 2004 al 37,8% nel 2008, con divari territoriali notevoli: dal 28% nel Nord Est, al 50% nel Sud e Isole (I.Stat). Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

41 Bibliografia Baldini, M. e S. Toso (2011): Disuguaglianza, povertà e politiche pubbliche, Il Mulino, Bologna Banca d Italia (2012): I bilanci delle famiglie italiane nell anno 2010, Supplementi al Bollettino Statistico, n. 6. Chakravarty, S.R. (2009): Inequality, Polarization and Poverty. Advances in Distributional Analysis, Springer Douclos, J-Y and A. Araar (2008): Poverty and Equity. Measurement, Policy and Estimation with DAD Lambert, P.J (2001): The distribution and Redistribution of income, third edition, Manchester University Press OECD.stat: ISTAT (2009): La misura della povertà assoluta, Metodi e Norme, n. 39. I.Stat: Lidia Ceriani (Università Bocconi) Intro distribuzione del reddito a.a. 2011/ / 41

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