Capitolo 8 Moneta, prezzi e inflazione
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1 Capitolo 8 Moneta, prezzi e inflazione Francesco Prota
2 Piano della lezione Le funzioni della moneta La teoria quantitativa della moneta Inflazione La domanda di moneta Moneta, prezzi e inflazione I costi dell inflazione
3 Modello a prezzi flessibili e neutralità della moneta Nel modello a prezzi flessibili vale la cosiddetta dicotomia classica: le variabili reali possono essere analizzate e misurate senza considerare variabili nominali come il livello generale dei prezzi. Un corollario di questa separazione tra settore reale e settore monetario è la cosiddetta neutralità della moneta: nel modello a prezzi flessibili la moneta non influenza le variabili reali.
4 Modello a prezzi flessibili e neutralità della moneta Nel modello a prezzi vischiosi, la dicotomia classica non sarà più valida: la determinazione del livello generale dei prezzi e la sua variazione concorreranno a influenzare il PIL di equilibrio e l occupazione e le loro fluttuazioni.
5 La definizione di moneta secondo gli economisti La moneta rappresenta quella parte del patrimonio che è detenuta in forma facilmente spendibile e accettata come mezzo di pagamento nell acquisto di beni e servizi. Lo stock di moneta del sistema economico è composto da: monete metalliche e banconote (il circolante); saldi dei conti correnti; altre attività finanziarie che possono essere trasformate facilmente in contante o in depositi a vista. Esistono diverse misure dello stock di moneta a seconda dell inclusione o meno di attività finanziarie con gradi decrescenti di spendibilità monetaria (per esempio: H, M1, M2, M3, L).
6 L utilità della moneta come mezzo di scambio La prima funzione della moneta da considerare è quella di essere un mezzo di scambio. La seconda funzione della moneta da prendere in considerazione è quella di fungere da unità di conto: le valute solitamente utili per effettuare gli scambi e le transazioni (euro, dollari, yen, etc.) sono anche utili per comunicare i prezzi dei beni e dei servizi.
7 L utilità della moneta come unità di conto La funzione della moneta come unità di conto è causa di potenziali inconvenienti. Per esempio, la variazione del livello generale dei prezzi ha un impatto sui termini reali dei contratti che utilizzano la moneta come unità di conto. In questo caso, parliamo dei costi sociali dell inflazione (o della deflazione). Le variazioni del tasso di cambio hanno un impatto sui termini reali dei contratti che utilizzano valute estere come unità di conto. In questo caso, parliamo dei costi sociali delle crisi valutarie.
8 La domanda di moneta La domanda di moneta dipende da due determinanti: dal livello delle transazioni; dal suo costo opportunità (perdita di interessi e profitti derivanti da impieghi alternativi). Livello delle transazioni. Quanto maggiore è il livello delle transazioni, tanto più sarà desiderabile disporre di potere d acquisto facilmente spendibile sotto forma di moneta. Vi è, dunque, una relazione positiva tra domanda di moneta e livello delle transazioni.
9 La domanda di moneta Costo opportunità. La desiderabilità della detenzione di potere d acquisto sotto forma di moneta trova un suo limite nel suo costo opportunità in termini di tasso di interesse: quanto maggiore è il tasso di interesse su attività finanziarie alternative, tanto minore sarà la preferenza verso la detenzione di moneta. Vi è, dunque, una relazione negativa tra domanda di moneta e tasso di interesse.
10 28_moneta_prezzi_lungo_perio do Domanda e offerta di moneta e livello dei prezzi di equilibrio Valore della moneta (Alto) 1 Offerta di moneta Livello dei prezzi 1 (Basso) 3/ /2 1/4 (Basso) 0 A Valore di equilibrio della moneta Quantità determinata dalla banca centrale Livello dei prezzi di equilibrio Domanda di moneta Quantità di moneta 2 4 (Alto)
11 28_moneta_prezzi_lungo_perio do Variazione dell offerta di moneta Valore della moneta OM 1 OM 2 Livello dei prezzi (Alto) 1 1 (Basso) 3/ fa diminuire il valore della moneta 1/2 (Basso) 1/4 0 A M 1 B M 2 1. Un aumento dell offerta di moneta Domanda di moneta Quantità di moneta e fa aumentare il livello dei prezzi (Alto)
12 La teoria quantitativa della moneta La teoria secondo la quale il livello delle transazioni (il flusso di spesa) è l unica determinante della domanda di moneta è nota come teoria quantitativa della moneta. Tale teoria è esemplificata dalla funzione di domanda di moneta secondo la formulazione di Cambridge: M = 1 ( PY V Oppure dall equazione quantitativa secondo la formulazione di Fisher: MV = (PY ) )
13 La teoria quantitativa della moneta Nell equazione precedente (PY) rappresenta il flusso nominale totale di spesa. Per ciascun euro di spesa in beni e servizi, le famiglie desiderano detenere una quantità di moneta pari a 1/V euro. Il parametro V è la velocità di circolazione della moneta: è una misura della rapidità con cui la moneta si muove attraverso il sistema economico.
14 La teoria quantitativa della moneta MV = (PY ) 1. La misura di V è relativamente costante nel tempo. 2. Quando la Banca Centrale modifica M modifica anche il prodotto P x Y. 3. Per l ipotesi di neutralità della moneta, M non influenza Y. 4. La variazione di P x Y non può quindi che essere determinata da P. 5. Se la Banca Centrale aumenta rapidamente la moneta, la conseguenza è un tasso di inflazione elevato.
15 La teoria quantitativa della moneta: moneta e prezzi La TQM e l ipotesi di piena occupazione considerate congiuntamente permettono di determinare il livello generale dei prezzi nel modello macroeconomico a prezzi flessibili. Se si conoscono il PIL reale Y (che è uguale a Y*), la velocità di circolazione V (che dipende dalle innovazioni finanziarie e dalle convenzioni sociali che governano i sistemi di pagamento) e lo stock di moneta M, si può calcolare il livello dei prezzi attraverso la formula: V P = Y M
16 Lo stock di moneta e le sue determinanti Per utilizzare la TQM per predire il movimento dei prezzi bisogna conoscere il livello dello stock di moneta. La determinazione dello stock di moneta è fondamentale della politica monetaria. l obiettivo La Banca Centrale determina direttamente la base monetaria, ossia la somma del circolante e dei depositi delle banche centrali o federali che costituiscono il sistema monetario. Nel caso dell Europa, la base monetaria è composta dal circolante e dai depositi delle 12 banche che costituiscono il Sistema Europeo di Banche Centrali.
17 Lo stock di moneta e le sue determinanti Attraverso le cosiddette operazioni di mercato aperto, la Banca Centrale varia la base monetaria. Quando decide di ridurre la base monetaria, vende titoli di Stato a breve e accetta come pagamento circolante o depositi nelle sue banche regionali. L operazione opposta, acquisto di titoli contro circolante o incremento di depositi presso se stessa, è finalizzata ad aumentare la base monetaria. Anche se la Banca Centrale controlla direttamente la base monetaria, le altre misure dello stock di moneta sono determinate dall interazione tra base monetaria e sistema bancario. Questa interazione è alla base del processo di creazione dell offerta di moneta nel sistema economico.
18 Lo stock di moneta e le sue determinanti La Banca Centrale è in grado di controllare la capacità delle banche ordinarie di accettare depositi, imponendo ad esse l obbligo di ridepositare presso la Banca Centrale stessa una certa percentuale del totale dei loro depositi (riserve obbligatorie).
19 Inflazione L equazione quantitativa P V = Y M può essere riformulata in termini di tassi di crescita per derivare un espressione per il tasso di inflazione π: π = m + v y Dove m = tasso di crescita dell offerta di moneta; v = tasso di crescita della velocità di circolazione della moneta; y = tasso di crescita del PIL reale.
20 Inflazione: un esempio Se assumiamo che y = 4%, v = 1%, m = 6, allora π = 6% + 1% 4%= 3% Il tasso di inflazione è pari al 3% all anno. La maggior parte della variazione del tasso di inflazione è dovuta a variazioni del tasso di crescita dello stock di moneta. Infatti, variazioni notevoli e persistenti di y sono infrequenti; la variabile v è determinata dal lento ritmo del cambiamento istituzionale e tecnologico. Dunque, se si osserva una variazione grande e persistente del tasso di inflazione, questa è dovuta alla variabile m che può variare rapidamente e ampiamente. L implicazione del modello è che se la Banca Centrale mantiene stabile lo stock di moneta, i prezzi saranno stabili e il tasso di inflazione basso.
21 Tasso di interesse e domanda di moneta L assunzione di una velocità di circolazione della moneta costante è un ipotesi poco realistica. Inoltre, nel mondo reale, non sempre il tasso di inflazione segue gli andamenti della crescita monetaria. Per rendere più realistica l analisi delle relazioni tra moneta, prezzi e inflazione, è utile concentrarsi sul legame tra tasso di interesse e domanda di moneta.
22 Tasso di interesse e domanda di moneta La teoria economica indica che esiste una relazione inversa tra domanda di moneta e tasso di interesse nominale (la somma tra tasso di interesse reale e tasso di inflazione). Infatti, la moneta non frutta interesse e il suo potere d acquisto è eroso dall inflazione: il rendimento reale atteso della moneta è dunque pari a π e. Se si investisse il potere d acquisto in attività finanziarie alternative alla moneta, il rendimento sarebbe pari al tasso di interesse reale r. Il costo opportunità del detenere moneta sarebbe allora uguale alla differenza tra il rendimento sui saldi monetari e il rendimento su attività finanziarie alternative alla moneta. Tale costo opportunità sarebbe allora dato dalla somma tra tasso di inflazione π e e tasso di interesse reale r, ossia il tasso di interesse nominale i.
23 Domanda di moneta e tasso di inflazione Il costo opportunità di detenere moneta è il tasso di interesse nominale. Se decidiamo di detenere il nostro patrimonio nella forma facilmente spendibile costituita dalla moneta, il tasso di interesse nominale è la quantità di rendimento a cui rinunciamo. Più alto è il tasso di interesse nominale, più costoso è detenere il nostro patrimonio nella forma facilmente spendibile costituita dalla moneta e più bassa è la quantità domandata di moneta.
24 Moneta, prezzi e inflazione Consideriamo ora congiuntamente l equazione del livello dei prezzi V P = M Y e l equazione del tasso di inflazione: π = m + v y
25 Moneta, prezzi e inflazione: un esempio Riprendiamo l esempio precedente π = 6% + 1% 4% = 3% Supponiamo ora che lo stock di moneta passi repentinamente da un tasso di crescita del 6% ad un tasso di crescita del 10% su base annua. Quando il sistema economico si stabilizza, il nuovo tasso di inflazione passerà al 7%. π = 10% + 1% 4%= 7%
26 Moneta, prezzi e inflazione: un esempio Con una inflazione più alta, però, il costo opportunità di detenere moneta sarà più alto. Supponiamo che il tasso di interesse reale sia stabile al 3%, allora il costo opportunità (il tasso di interesse nominale pari a r + π e ) passerà dall iniziale 6% al 10%, per effetto dell aumentata inflazione. Questo incremento del costo opportunità farà aumentare la velocità di circolazione della moneta. Se lo stock di moneta e il PIL sono stabili, l aumento di v provocherà un improvviso aumento del livello dei prezzi.
27 Moneta, prezzi e inflazione: un esempio Di quanto? Questo dipenderà dalla sensibilità della domanda di moneta al tasso di interesse: maggiore sarà tale sensibilità, più pronunciato sarà l impatto sul livello dei prezzi. In conclusione, nel modello a prezzi flessibili, una variazione del tasso di crescita dello stock di moneta non soltanto modifica il tasso di inflazione di lungo periodo, ma causa anche una variazione immediata del livello dei prezzi.
28 Effetti di un aumento della crescita monetaria Un aumento del tasso di crescita dello stock di moneta determina un immediato balzo in alto del livello dei prezzi, un aumento del tasso di inflazione e una diminuzione della quantità domandata di moneta come frazione del PIL nominale.
29 I costi dell inflazione Perdita di potere d acquisto da parte dei consumatori. Sprechi di risorse per mantenere minima la liquidità. Costi di menu. Cattivo impiego delle risorse per la variazione dei prezzi e per le discontinuità di adeguamento. Drenaggio fiscale, in caso di tassazione di valori nominali (e di progressività delle aliquote). Redistribuzione arbitraria della ricchezza. Problemi di contabilità per l inflazione.
30 Iperinflazione In presenza di iperinflazione i costi dell inflazione diventano insostenibili portando alla distruzione del sistema economico. Insorgono iperinflazioni quando i governi tentano di ottenere entrate addizionali stampando moneta. Stampando moneta, un governo finanzia la sua spesa riscuotendo un imposta dagli individui che detengono contante (imposta da inflazione).
31 Iperinflazione I costi dell imposta da inflazione e dell iperinflazione superano i benefici per il governo. I prezzi finiscono per aumentare così velocemente che il sistema finanziario rischia di disintegrarsi. Il volume degli scambi declina sempre di più perché gli agenti preferiscono il baratto alle transazioni monetarie. Il PIL inizia a diminuire e il sistema economico inizia a perdere i benefici della divisione del lavoro. Alla fine il governo si ritrova una valuta nazionale priva di valore.
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