CONFERENZA D ORGANIZZAZIONE SPI-CGIL MILANO 3 marzo 2008 DOCUMENTO FINALE

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1 CONFERENZA D ORGANIZZAZIONE SPI-CGIL MILANO 3 marzo 2008 DOCUMENTO FINALE Il documento nazionale sulla conferenza di organizzazione approvato dal direttivo nazionale della CGIL è stato per lo SPI CGIL di Milano il riferimento dal quale partire per sviluppare la discussione tra i propri iscritti. Questo ha significato convocare e partecipare a riunioni, incontri, seminari confederali ma, è stata anche occasione per presentare i contenuti e il percorso della conferenza di organizzazione nei 34 direttivi di Lega. In una conferenza che pone il territorio al centro della riflessione politico-organizzativa, lo SPI di Milano ha ritenuto di partire nella discussione dal gruppo dirigente del territorio, per presentare i contenuti e per raccoglierne le istanze, i suggerimenti e le proposte. Al termine di questo percorso, l assemblea della conferenza di organizzazione dello SPI di Milano, condivide la relazione del segretario generale Valter Guazzoni e ne approva i contenuti, che saranno naturalmente oggetto di ulteriori approfondimenti nel prosieguo del percorso della conferenza. Lo SPI in sintonia con gli obiettivi politici della Cdlm, ha ricercato ed attuato modelli operativi sperimentali che si sono dimostrati importanti nel definire proposte per l affermazione di nuovi diritti. Con la conferenza di organizzazione è però necessario, in un progetto politico generale e confederale, definire un processo di decentramento organizzativo, che assegni alla Confederazione il ruolo di direzione, valorizzando gli aspetti della proposta politica di cambiamento sociale. In questo contesto per lo SPI è indispensabile, nella delicata fase pre-elettorale che stiamo attraversando, chiedere alle forze politiche in campo, il rispetto dei contenuti della piattaforma presentata da SPI-CGIL, FNP-CISL, UILP-UIL. La nuova fase concertativa avviata con il Governo Prodi, aveva prodotto il riconoscimento, anche attraverso la costituzione di un tavolo permanente ministeriale, di un effettivo ruolo negoziale ed un reale protagonismo del Sindacato Unitario dei Pensionati. La Conferenza d organizzazione dello SPI, ha anche il dovere di ribadire che il centro delle nostre azioni rivendicative sono la difesa del potere d acquisto delle pensioni e l approvazione dei disegni di legge sulla non autosufficienza e sull ammodernamento del servizio sanitario nazionale. Tornando ai contenuti oggetto della conferenza di organizzazione CGIL, in particolare lo SPI di Milano ritiene importante assumere decisioni ed impegni sui seguenti argomenti: NUOVA AREA METROPOLITANA- PROVINCIA A fronte delle profonde modifiche sociali ed economiche intervenute in questi anni sul nostro territorio ed in relazione alle modifiche istituzionali determinate dalla costituzione della nuova provincia Monza-Brianza, per la C.d.L.M. di Milano e per lo SPI il 1

2 decentramento organizzativo territoriale si intreccia con l avvio di un percorso di ricomposizione provinciale. In tal senso il documento nazionale apre uno spazio di riflessione; mettere insieme esperienze diverse che si sono sedimentate nel tempo, necessitano di momenti di discussione e di confronto il più ampio possibile. Pertanto è importante che si costituisca una commissione paritetica (Regionale, Milano, Legnano) per istruire tutti gli aspetti politici, organizzativi, delle risorse, degli apparati. Inoltre in considerazione del ruolo particolare che lo SPI-CGIL svolge sul territorio propone la costituzione di una analoga commissione di categoria Milano/Ticino Olona con il coordinamento dello SPI Lombardia. E evidente che per lo Spi-Cgil di Milano la definizione del modello organizzativo dovrà rispondere a logiche di equilibro economico e dovrà essere di rilancio per la negoziazione sociale comunale e distrettuale. LEGA Il territorio è il luogo dove si intrecciano i bisogni, si interpreta la domanda di assistenza, si portano i servizi alla persona e nel territorio si può trovare la partecipazione dei cittadini. Lo SPI, da tempo, ha individuato il territorio come luogo privilegiato della sua azione attraverso un potenziamento del ruolo e delle funzioni delle leghe. Tale scelta si è dimostrata lungimirante, in quanto sono diventate un solido presidio sul territorio, svolgendo un importante e delicato ruolo nell affermazione dei diritti individuali e collettivi, per la partecipazione sociale e democratica dei pensionati. Esse sono spesso l unica presenza della confederazione nei comuni, soprattutto quelli di dimensioni più piccoli. Le strutture Spi, i volontari, anche attraverso la loro funzione nei servizi svolgono un importante ruolo di interfaccia ai cittadini che per molteplici ragioni frequentano le nostre sedi. Anche in presenza di un forte decentramento confederale e delle categorie, in molte realtà comunali di piccole e piccolissime dimensioni, per ovvie ragioni legate alla disponibilità di spazi e di risorse economiche, la presenza delle nostre strutture rimarrà comunque la più capillare. Poiché una vera politica di reinsediamento passa attraverso la capacità di operare una maggiore fidelizzazione e rappresentanza dei lavoratori sul territorio, lo Spi ritiene che da parte delle categorie vadano ricercate modalità organizzative più flessibili che siano in grado di dare risposte certe nei tempi e nelle modalità, mentre per lo SPI è necessario qualificare maggiormente i pensionati che operano in prima linea per tutela dei diritti individuali. TUTELA INDIVIDUALE E SERVIZI La tutela individuale dei diritti viene esercitata da tutta la struttura SPI-CGIL a partire dai volontari, con un azione capillare nel sistema servizi. 2

3 Quindi va ribadito che il volontariato è la risorsa principale per la nostra organizzazione e che da esso dipende la nostra capacità di presenza nel territorio con lo scopo di realizzare le finalità politico-organizzative che ci sono proprie. Compito dello SPI è favorire e privilegiare il volontariato in tutte le attività che svolge. La C.d.L.M. di Milano nella conferenza dei servizi tenutasi nel 2006, ha già stabilito alcune scelte strutturali e metodologiche di lavoro, indicando proprio nella conferenza di organizzazione un primo momento di verifica. Da questo lavoro, con l obiettivo di dare maggiore rappresentatività alla CGIL, è scaturita la carta dei valori e dei servizi che sarà presentata ufficialmente nella conferenza stessa. La carta rappresenta anche per lo SPI, uno strumento progettuale di lavoro condiviso tra i diversi ambiti dell organizzazione i cui contenuti dovranno essere valorizzati e diffusi nelle strutture a tutti i livelli. Bisogna inoltre rendere operativi i piani di lavoro firmati tra Confederazione-Spi-Inca-Caf- Sistema Servizi e rendere disponibili le risorse già stabilite e previste nei fondi. Lo SPI potrà contribuire con risorse proprie a condizione che non vengano distribuite a pioggia ma secondo la logica di progetto con opportuni momenti di verifica in fase di attuazione. REGOLE Per lo SPI-CGIL declinare la confederalità è obiettivo alquanto agevole, perché da sempre, cioè dalla sua costituzione, rappresenta la visione confederale della CGIL sulla condizione sociale degli anziani e con il passare degli anni sempre più si è affermato come soggetto negoziale rappresentativo delle persone anziane e dei pensionati. Si rende però necessario ridefinire un sistema di regole certe e condivise, perché la qualità delle risposte che la Cgil potrà dare nella difesa dei diritti dei lavoratori passa attraverso la capacità di rendere più forte la qualità della propria confederalità. Pluralismo e dissenso devono sempre essere considerati un valore un arricchimento ma non devono mai minare l unità e la capacità decisionale della CGIL e pertanto confermiamo, in un patto condiviso con le categorie, la necessità che la titolarità su materie di carattere confederale siano in capo al direttivo confederale nazionale e per piattaforme territoriali siano i direttivi confederali di riferimento a doversi esprimere. Il documento nazionale, pone inoltre la questione relativa ad un sistema di regole che favorisca il rinnovamento della CGIL. Lo SPI di Milano, dopo i seminari e il comitato direttivo, ha condiviso ed assunto il documento Cgil Nazionale, il documento Spi Cgil Nazionale e la bozza della CGIL di Milano. E necessario delineare un sistema di norme vincolanti per l apparato, sia per quanto riguarda i requisiti di accesso alla pensione, sia per quanto riguarda i limiti di età e di mandato per il mantenimento del rapporto di collaboratore-pensionato. E indispensabile per realizzare un reale rinnovamento dei gruppi dirigenti, l ingresso di nuovi quadri, in particolari donne, la mobilità orizzontale e verticale e l applicazione a tutti i livelli dell organizzazione della regola statutaria degli 8 anni di mandato. Poi è essenziale definire un progetto organizzativo, da sottoporre a verifiche periodiche, che aiuti l individuazione e la promozione delle donne per averne da qui al prossimo congresso, un numero consistente al massimo livello dirigenziale, a partire dalle leghe. 3

4 LA NEGOZIAZIONE TERRITORIALE Le problematiche affrontate sul territorio non sono una condizione esclusiva del Sindacato dei pensionati. Le loro complessità, spesso trasversali rispetto ai modelli organizzativi della CGIL, determinano la necessità di definire in modo più preciso il ruolo e la presenza della confederazione e delle categorie nelle fasi di contrattazione territoriale. Problematiche legate a disagi sociali, economici, della casa, della tassazione locale, sono argomenti che riguardano tutti i cittadini che vivono e lavorano sul territorio, anche se per quanto riguarda lo SPI, le soluzioni concordate devono rispondere in via prioritaria alle esigenze dei pensionati e delle classi sociali meno abbienti. Fermo restando l autonomia delle categorie e la specificità che lo SPI CGIL svolge nella negoziazione sociale, un nuovo e così impegnativo modello deve vedere necessariamente la costituzione di un coordinamento delle categorie e del sistema servizi, con un condiviso e riconosciuto ruolo della CGIL. Affrontare le tematiche legate alla negoziazione sociale, significa approfondire il tema del welfare, che è al centro di un ampio dibattito politico e sociale, per adeguarlo alle nuove articolazioni dei bisogni conseguenti al mutamento demografico intervenuto. La definizione di interventi presuppone la necessità di applicare e sviluppare la Legge 328/2000 in tutti i suoi aspetti. Tale legge assegna alle regioni l attuazione delle norme utilizzando i piani sanitari, sociosanitari, gli accordi di programma, i piani di zona e le linee guida. Per evitare il riprodursi di un nuovo centralismo regionale, occorre realizzare un federalismo che si radichi e si sviluppi e a cui deve corrispondere un aumento dell autonomia, delle competenze e delle risorse agli enti locali. Lo SPI-CGIL potrà svolgere un importante ruolo se riuscirà a rendere la negoziazione sociale elemento centrale della sua azione, inserendosi in quel dialogo tra istituzioni che spesso non risponde a logiche di merito ma di gestione politica del socio-sanitario. L azione di negoziazione deve riconfermare due livelli di confronto quello comunale e quello distrettuale che sono complementari su problematiche diverse e che richiedono un diverso ambito per le risposte. Questo deve avvenire in una logica di maggiore coesione sociale e di valorizzazione della dimensione comunale e distrettuale così da garantire ai cittadini di uno stesso territorio, l accesso uniforme ai servizi. A sostegno dell azione negoziale è necessaria una presenza qualificata sul territorio che, non può prescindere da politiche formative rivolte a coloro che la realizzano. Per lo SPI può inoltre essere l occasione per trasmettere la memoria e la storia del sindacato, aspetto non trascurabile, se si considera che spesso nel ricambio che oggi avviene nelle strutture della CGIL, manca quella naturale formazione che in passato avveniva nel passaggio da iscritto, delegato-rsu a funzioni di apparato. 4

5 TESSERAMENTO Lo Spi considera il tesseramento l azione centrale attorno alla quale costruire la crescita della nostra rappresentanza e rappresentatività. Per confermare una politica rivolta alla continuità della militanza sindacale, come risposta efficace alle difficoltà di espansione sia dello SPI che della CGIL, è necessaria la realizzazione di un anagrafe degli iscritti alla CGIL e di tutte le persone che si rivolgono ai servizi. Nello stesso tempo è fondamentale la definizione di accordi con le categorie di lavoratori attivi; l obiettivo è di favorire un azione concreta sui pensionandi, mirata a far conoscere da una parte la funzione e il ruolo dello SPI, e dall altra l opportunità di proseguire la militanza sindacale. 5

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