MANUALE OPERATIVO PER IL RESTAURO ARCHITETTONICO

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2 Stefania Franceschi Leonardo Germani MANUALE OPERATIVO PER IL RESTAURO ARCHITETTONICO Metodologie di intervento per il restauro e la conservazione del patrimonio storico quarta edizione

3 STEFANIA FRANCESCHI Architetto libero professionista affianca alla professione un intensa e costante attività di ricerca e di studio sui temi del recupero edilizio e del restauro conservativo. Professore a contratto di Conservazione e Riqualificazione tecnologica degli Edifici storici presso la Facoltà di Architettura dell Università di Firenze; cultore della materia di Restauro Architettonico presso il Dipartimento di Conservazione e Restauro dei Beni Architettonici dell Università di Firenze. In collaborazione con Leonardo Germani è autrice di diversi contributi in materia di restauro tra i quali: Il progetto di restauro. Protocolli operativi, Firenze 2003; Le opere fortificate di epoca normanna. Un problema di conservazione, Firenze 2003; Linee guida per il Recupero Architettonico, Roma 2004; Capitolato Speciale di Appalto Restauro Architettonico, edilizia storica e restauro archeologico, Roma 2005; Degrado dei materiali dell edilizia. Cause e valutazioni delle patologie, Roma LEONARDO GERMANI Architetto libero professionista concentra i suoi interessi verso le problematiche inerenti la tutela, la valorizzazione e il restauro dei manufatti architettonici ed urbani e la conservazione delle tecniche costruttive tradizionali. Professore a contratto di Degrado e Diagnostica dei materiali da costruzione dell edilizia storica presso la Facoltà di Architettura dell Università di Firenze; Professore a contratto di Tecniche di Rappresentazione presso la Facoltà di Architettura dell Università di Genova; cultore della materia di Restauro Architettonico presso il Dipartimento di Conservazione e Restauro dei Beni Architettonici dell Università di Firenze. In collaborazione con Stefania Franceschi è autore di diversi contributi in materia di restauro tra i quali: Il progetto di restauro. Protocolli operativi, Firenze 2003; Le opere fortificate di epoca normanna. Un problema di conservazione, Firenze 2003; Linee guida per il Recupero Architettonico, Roma 2004; Capitolato Speciale di Appalto Restauro Architettonico, edilizia storica e restauro archeologico, Roma 2005; Degrado dei materiali dell edilizia. Cause e valutazioni delle patologie, Roma Copyright 2010 DEI s.r.l. - TIPOGRAFIA DEL GENIO CIVILE Roma - Via Nomentana, Roma Tel (r.a.) - Fax dei@build.it URL Prima edizione 2003 Seconda edizione 2005 Terza edizione 2007 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservate per tutti i Paesi. L elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze.

4 Indice Presentazione di Giuseppe Cruciani Fabozzi Premessa Premessa alla IV edizione Indirizzi di metodo Metodologie di intervento per il restauro e la conservazione del patrimonio storico.. 29 PARTE PRIMA ELABORATI PER L ANALISI ED IL PROGETTO DI RESTAURO EG ELABORATI GRAFICI Premessa metodologica Rilievo Indagine storico-critica Carte tematiche Progetto EG 1. Sopralluogo e rapporto preliminare EG 2. Rilievo dei materiali e delle strutture EG 2.1. Rilievo metrico-geometrico EG 2.2. Rilievo architettonico critico-descrittivo EG 2.3. Rilievo critico-strutturale EG 2.4. Rilievo dei valori cromatici EG 3. Carte tematiche EG 3.1. Analisi dei materiali da costruzione EG 3.2. Analisi delle forme di alterazione e delle manifestazioni di degrado dei materiali EG 3.3. Analisi dei dissesti delle strutture Quadro fessurativo EG 3.4. Analisi/rilievo dell umidità Tavola delle acque EG 3.5. Analisi delle fasi costruttive Cronologia dell edificio EG 3.6. Anamnesi remota e recente degli eventi costruttivi EG 3.7. Matrice di collegamento

5 INDICE ES ELABORATI SCRITTI ES 1. Documentazione tecnica di cantiere ES 1.1. Definizioni IP INDAGINI PRELIMINARI Premessa metodologica IP 1. Generalità IP 2. Indagine stratigrafica in situ IP 3. Prelievo di materiale per analisi di laboratorio IP 4. Saggi e verifiche sui materiali e sui metodi di applicazione PARTE SECONDA PROCEDURE OPERATIVE DI RESTAURO PCN PRECONSOLIDAMENTI Premessa metodologica PCN ml. Operazioni di preconsolidamento dei materiali lapidei PCN ml. 1. Generalità PCN ml. 2. Ponti di malta magra e/o resina (Fermatura) PCN ml. 3. Velinatura con garza di cotone o carta giapponese PCN ml. 4. Nebulizzazione miscele di silicato di etile PCN ml. 5. Applicazione di sospensioni di idrossido di calcio PCN ml. 6. Micro-iniezioni di miscele a bassa pressione AS ASPORTAZIONI AS Operazioni di asportazione, demolizione e smontaggio AS 1. Generalità AS 2. Indagini preliminari (accertamento sulle caratteristiche costruttive-strutturali) AS 3. Demolizione di strutture murarie di fondazione AS sm. 4. Demolizione di strutture murarie AS sm Strutture portanti e/o collaboranti AS sm Tramezzature AS ca. 5. Demolizione di strutture a telaio in c.a AS so. 6. Smontaggio di strutture orizzontali AS so Solai piani AS so Strutture voltate AS so Strutture in aggetto AS so Collegamenti verticali AS so Manti e strutture di copertura

6 AS 7. Asportazione di intonaci AS 8. Rimozione e smontaggio di pavimenti AS 9. Rimozione e smontaggio di rivestimenti lapidei AS ti. 10. Asportazione di tinte AS ti Raschiatura parziale di tinte AS ti Raschiatura totale di tinte AS om. 11. Asportazione opere musive AS om Distacco di opere musive a sezioni AS om Strappo di opere musive AS dm. 12. Asportazione dipinti murari AS dm Strappo degli affreschi AS dm Stacco degli affreschi AS 13. Discialbo manuale AS Scialbatura a tempera o a calce su superfici decorate ad affresco 162 AS Scialbatura a tempera o a calce su superfici decorate o dipinte a secco AS Scialbatura polimerica su superfici decorate molto compatte AS Scialbatura polimerica su superfici decorate ad affresco AS Scialbatura polimerica su superfici decorate a secco INDICE P U PULITURE Premessa metodologica PU ml. Operazioni di pulitura materiali lapidei PU ml. 1. Generalità ed esecuzione di prove di pulitura PU ml. 2. Sistemi di pulitura per gli elementi lapidei PU ml. 3. Pulitura mediante spray di acqua a bassa pressione PU ml Pulitura mediante macchina idropulitrice a pressione controllata. 169 PU ml. 4. Pulitura mediante spray d acqua nebulizzata PU ml Pulitura mediante acqua atomizzata PU ml. 5. Pulitura meccanica (spazzole, bisturi, spatole ecc.) PU ml. 6. Pulitura mediante prodotti solventi PU ml. 7. Pulitura mediante impacchi PU ml Pulitura mediante impacchi assorbenti a base di acqua (estrazione sali solubili mediante applicazione di compresse assorbenti) PU ml Pulitura mediante impacchi assorbenti a base di sostanze chimiche PU ml Pulitura mediante impacchi assorbenti a base di carbonato e bicarbonato d ammonio

7 INDICE PU ml Pulitura mediante impacchi assorbenti a base di resine a scambio ionico PU ml Pulitura mediante impacchi assorbenti a base di enzimi PU ml Pulitura mediante impacco biologico PU ml. 8. Pulitura mediante apparecchi aeroabrasivi (sistema jos e rotec) PU ml. 9. Pulitura mediante sabbiatura controllata PU ml. 10. Pulitura a secco con spugne wishab PU ml. 11. Pulitura laser PU ml. 12. Rimozione macroflora PU ml Generalità PU ml Diserbo da piante superiori PU ml Disinfestazione da muschi e licheni PU ml. 13. Rimozione microflora PU ml Generalità PU ml Rimozione della patina biologica PU mli. Operazioni di pulitura materiali lignei PU mli. 1. Generalità PU mli. 2. Pulitura meccanica manuale PU mli Levigatura e lamatura manuale PU mli. 3. Sverniciatura con decapante neutro PU mli. 4. Pulitura ad aria calda o a fiamma AG AGGIUNTE, INTEGRAZIONI Premessa metodologica AG ml. Operazioni di stuccatura, integrazione dei materiali lapidei (aggiunte) AG ml. 1. Generalità AG ml. 2. Stuccatura-integrazione di elementi in laterizio AG ml. 3. Stuccatura di elementi lapidei AG ml. 4. Risarcimento-stilatura giunti di malta AG ml. 5. Stuccatura salvabordo lacune di intonaco (Bordatura) AG ml. 6. Trattamento lacune di intonaco AG ml Rappezzo di intonaco AG ml Rappezzo di intonaco di calce (aerea e idraulica) AG ml Rappezzo di intonaco civile AG ml Rappezzo di intonaco colorato in pasta AG ml Finiture superficiali AG ml Marmorino AG ml Intonachino o colla

8 AG ml. 7. Integrazione cromatica AG ml. 8. Integrazione di stucchi e modanature AG ml Integrazione cornici AG ml Integrazione bugne di facciata ed anteridi AG ml. 9. Integrazione, ripristino pavimentazioni AG ml Integrazione, ripristino pavimentazioni in battuto AG ml Battuto alla veneziana AG ml Battuto di graniglia AG ml. 10. Integrazione di porzioni murarie AG ml. 11. Rincocciatura di murature AG ml. 12. Tassellatura AG ml. 13. Malte da restauro AG om. Operazioni di integrazione opere musive AG om. 1. Generalità AG om. 2. Integrazione di opere musive con tessere AG om. 3. Integrazione di opere musive mediante impasti AG dm. Operazioni di integrazione pittorica in dipinti murari (affreschi, graffiti e pitture a secco) AG dm. 1. Generalità AG dm. 2. Astrazione cromatica AG dm. 3. Selezione cromatica AG dm. 4. Tecnica del tratteggio INDICE AG mli. Operazioni di integrazione, stuccatura materiali lignei CN. CONSOLIDAMENTI Premessa metodologica CN ml. Operazioni di consolidamento di materiali lapidei CN ml. 1. Generalità CN ml. 2. Fissaggio e riadesione di elementi sconnessi e distaccati (mediante perni) CN ml. 3. Consolidamento dello strato corticale mediante impregnazione con consolidanti organici CN ml Consolidamento mediante impregnazione a pennello, tampone o rullo CN ml Consolidamento mediante impregnazione a spruzzo CN ml Consolidamento mediante impregnazione a tasca o ad impacco. 283 CN ml Consolidamento mediante impregnazione a percolazione CN ml. 4. Consolidamento (Riaggregazione) mediante silicato di etile

9 INDICE 10 CN ml. 5. Sigillatura materiali lapidei (mediante resine sintetiche) CN ml. 6. Riadesione di distacchi mediante iniezioni con miscele leganti CN ml. 7. Consolidamento lastre lapidee da rivestimento (messa in sicurezza) CN ml Generalità CN ml Messa in sicurezza CN ml Messa in sicurezza con sistemi di fissaggio portanti rigidi CN ml Messa in sicurezza con sistemi di fissaggio portanti regolabili CN om. Operazioni di consolidamento di opere musive CN dm. Operazioni di consolidamento dipinti murari (ad affresco ed a secco) 301 CN dm. 1. Generalità CN dm. 2. Consolidamento in profondità CN dm. 3. Consolidamento della pellicola pittorica PR PROTEZIONI Premessa metodologica PR ml. Operazioni di protezione dei materiali lapidei PR ml. 1. Generalità PR ml. 2. Applicazione di impregnante idrorepellente PR ml. 3. Tinteggiatura alla calce (scialbatura) PR ml. 4. Trattamento all acqua sporca (velatura) PR ml. 5. Tinteggiatura ad affresco PR ml. 6. Pittura a tempera o a colla PR ml. 7. Tinteggiatura ai silicati PR ml Tinte semitrasparenti ai silicati organici PR ml. 8. Applicazione trattamento antigraffito PR ml. 9. Sagramatura PR ml. 10. Patinatura PR ml. 11. Trattamento con olio di lino crudo e cere naturali PR ml. 12. Protezione di cornici ed elementi decorativi aggettanti PR ml. 13. Coperture provvisionali - Protezione dei siti archeologici PR ml. 14. Protezione delle creste dei muri PR ml Protezione delle creste dei muri con la messa in opera di bauletto di malta PR ml Protezione delle creste dei muri con la messa in opera di malta e sassi infissi PR ml Protezione delle creste dei muri utilizzando strati di sacrificio PR ml. 15. Dissuasori per volatili PR ml Protezioni delle superfici estradossali con sistema meccanico a sproni

10 PR ml Protezione delle superfici estradossali con sistema di tipo elettrostatico PR mli. Operazioni di protezione di materiali lignei PR mli. 1. Generalità PR mli Preparazione del supporto PR mli. 2. Trattamento con prodotti vernicianti PR mli Trattamento con sistemi pellicolanti PR mli. 3. Trattamento con olio di lino PR mli. 4. Trattamento con sostanze antitarlo, antimuffa e antifungo PR mli Disinfestazione del legno PR mli. 5. Trattamento con sostanze ignifughe INDICE DM DEUMIDIFICAZIONE Premessa metodologica DM am. Operazioni di deumidificazione di apparecchi murari DM am. 1. Generalità DM am. 2. Drenaggi, intercapedini, vespai DM am Drenaggi DM am Pozzi assorbenti DM am Intercapedini, scannafossi DM am Controparete interna DM am Vespai orizzontali DM am Vespai a camera d aria DM am Gattaiolato DM am Vespai con casseri prefabbricati DM am Vespai a riempimento DM am. 3. Applicazione di intonaco macroporoso DM am Applicazione di intonaco termodepressurizzante DM am. 4. Formazione di barriera chimica idrofobizzante DM am. 5. Formazione di barriera elettrosmotica DM am Barriera elettrosmotica attiva DM am Barriera elettrosmotica attiva non invasiva DM am Barriera elettrosmotica passiva DM am. 6. Tecnica del sifone atmosferico DM am. 7. Rivestimento impermeabilizzante osmotico SC SCAVI SC Operazioni di scavi e rinterri SC 1. Generalità

11 INDICE SC 2. Scavi di splateamento e sbancamento SC 3. Scavi di fondazione a sezione obbligata SC 4. Scavi di accertamento e ricognizione SC 5. Scavi archeologici SC 6. Armature degli scavi (Sbatacchiature) SC 7. Rilevati e rinterri PARTE TERZA PROCEDURE OPERATIVE DI CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE CN CONSOLIDAMENTO FONDAZIONI CN fo. Operazioni di consolidamento fondazioni CN fo. 1. Generalità CN fo. 2. Consolidamento mediante ampliamento della base fondale CN fo Ampliamento della fondazione mediante travi longitudinali in c.a CN fo Ampliamento della fondazione mediante cordolo in c.a CN fo. 3. Consolidamento di fondazioni con micropali CN fo Generalità CN fo Sottofondazione con micropali tipo radice CN fo Sottofondazione con micropali tipo tub-fix CN fo. 4. Consolidamento di fondazioni con iniezioni di resine espandenti CN CN te. CONSOLIDAMENTO TERRENI Operazioni di consolidamento di area interessata dallo scavo archeologico CN CONSOLIDAMENTO MURATURE Premessa metodologica CN am. Operazioni di consolidamento apparecchi murari CN am. 1. Generalità CN am. 2. Opere di presidio (puntelli, centinature e armature provvisionali) 414 CN am. 3. Ricucitura delle murature mediante sostituzione parziale del materiale (scuci e cuci) CN am. 4. Consolidamento mediante iniezioni di miscele leganti CN am Consolidamento mediante iniezioni non armate CN am Consolidamento mediante iniezioni armate CN am. 5. Consolidamento mediante placcaggio di superficie (betoncino armato)

12 CN am Lesioni diffuse CN am Lesione isolata CN am Lesione d angolo CN am Lesioni in corrispondenza di aperture CN am. 6. Consolidamento mediante placcaggio con materiali compositi (FRP) CN am. 7. Consolidamento mediante tiranti metallici CN am Consolidamento con tiranti trivellati inseriti nella muratura CN am Tiranti trivellati inseriti nella muratura orizzontalmente CN am Tiranti trivellati inseriti nella muratura verticalmente CN am Consolidamento con tiranti aderenti alla muratura CN am. 8. Consolidamento mediante tiranti antiespulsivi CN am. 9. Consolidamento mediante diatoni artificiali CN am. 10. Cerchiature in acciaio di aperture e vani in murature portanti INDICE CN CONSOLIDAMENTO CEMENTO ARMATO CN ca. Operazioni di consolidamento di strutture in cemento armato CN ca. 1. Generalità CN ca. 2. Ricostruzione di copriferro CN ca. 3. Ricostruzione della sezione resistente CN ca. 4. Iniezioni di resine per sigillatura lesioni CN ca. 5. Consolidamento con materiali compositi (FRP) CN ca Placcaggio mediante lamine in FRP CN CONSOLIDAMENTO SOLAI Premessa metodologica CN sl. Operazioni di consolidamento solaio in legno CN sl. 1. Generalità CN sl. 2. Appoggi CN sl. 3. Irrigidimento mediante doppio tavolato CN sl. 4. Consolidamento mediante sezioni miste CN sl Connettore inghisato a piolo o a traliccio CN sl Connettore a secco avvitato a piolo o a lastra CN sl. 5. Consolidamento mediante aumento della sezione portante CN sl. 6. Ancoraggio delle travi alle murature tramite piastre metalliche. 472 CN sl. 7. Ancoraggio dei solai alle murature d ambito CN sl Cordolo continuo in cemento armato CN sl Collegamento discontinuo in cemento armato a coda di rondine 474 CN sl Collegamento mediante lame metalliche a V

13 INDICE CN sl Collegamento mediante barre metalliche metodo grip-round. 475 CN sl Collegamento mediante profilati in ferro CN sl. 8. Collegamenti fra solai complanari e contigui CN sl. 9. Rigenerazione di testate di travi CN sf. Operazioni di consolidamento solaio in ferro e laterizio CN sf. 1. Generalità CN sf. 2. Appoggi CN sf. 3. Consolidamento mediante cappa in cemento armato CN sf. 4. Consolidamento mediante piatto metallico CN sf. 5. Miglioramento del collegamento del solaio ai muri d ambito CN sf Collegamento della singola trave CN sf Collegamento continuo CN CONSOLIDAMENTO STRUTTURE VOLTATE Premessa metodologica CN vm. Operazioni di consolidamento di volte in muratura (laterizio e pietra) 484 CN vm. 1. Generalità CN vm. 2. Consolidamento mediante materiali compositi (FRP) CN vm Fasciatura dell estradosso con FRP CN vm Volta a crociera CN vm Volta a padiglione CN vm Fasciatura dell estradosso con FRP e posa in opera di arco di rinforzo o frenello CN vm Consolidamento sull intradosso con barre in FRP CN vm Consolidamento dell estradosso mediante cappa armata con barre in FRP CN vm. 3. Consolidamento mediante posa in opera di rinfianchi cellulari (frenelli) CN vm. 4. Consolidamento con tirante metallico CN CONSOLIDAMENTO COPERTURE Premessa metodologica CN cl. Operazioni di consolidamento di coperture in legno CN cl. 1. Generalità CN cl. 2. Collegamento tra le strutture della copertura e la muratura CN cl Collegamento mediante zanche o spillature metalliche CN cl Collegamento mediante piatti metallici CN cl Collegamento mediante tiranti metallici CN cl Collegamento mediante cerchiatura dell edificio in sommità

14 CN cl Cordolo in c.a CN cl Cordolo in muratura armata CN cl Cordolo in legno CN cl Cordolatura mediante applicazione di materiali compositi (FRP) 505 CN cl Iniezioni e cuciture armate CN cl. 3. Connessione tra i diversi elementi costituenti l orditura CN cl Connessione mediante staffe e/o piastre metalliche CN cl Connessione mediante tavola e/o gattello in legno CN cl. 4. Irrigidimento e controventatura delle falde di copertura CN cl Irrigidimento e controventatura mediante tavolato ligneo CN cl Irrigidimento e controventatura mediante croci di Sant Andrea. 508 CN cl Irrigidimento mediante caldana armata in cls CN cl. 5. Fissaggio elementi sporgenti CN cl. 6. Rigenerazione di testate di travi e nodi di incavallature CN cl Ricostruzione mediante protesi in legno CN cl Protesi con legno lamellare artigianale CN cl Protesi con guance CN cl Protesi con incalmi CN cl Ricostruzione mediante concrezioni epossidiche ed elementi di rinforzo CN cl. 7. Consolidamento di travi mediante cerchiature INDICE IM IMPERMEABILIZZAZIONE IM cl. Operazioni di impermeabilizzazione ed isolamento coperture IM cl. 1. Copertura ventilata IM cl Manto di copertura su pannelli IM cl Manto di copertura su lastre ondulate o regoli IM cl. 2. Impermeabilizzazione terrazze a tasca IM cl. 3. Impermeabilizzazione corticale di copertura piana PARTE QUARTA SCHEDE TECNICHE DI RIFERIMENTO Composizione scheda tipo Ic 2 Pulitura patina di colaticci ed efflorescenze saline Mp 1 Pulitura crosta nera e patina scura Sp 1 Pulitura di depositi cerosi con solvente Mp 2 Stuccatura-integrazione elementi lapidei Ic 1 Salvabordo lacuna di intonaco Ic 3 Riadesione di distacchi mediante iniezione di miscele leganti

15 INDICE Ml 1 Ripristino sagramatura Mm 3 Deumidificazione con intonaco macroporoso Mm 4 Deumidificazione con barriera chimica Mm 5 Deumidificazione con barriera elettrosmotica attiva blanda Ca 1 Ricostruzione copriferro Mm 1 Consolidamento mediante placcaggio di superficie Sw 1 Consolidamento mediante sezione mista ed ancoraggio alla muratura mediante grip-round Bibliografia di riferimento

16 Presentazione L illustrazione dei criteri cui attenersi per una scelta consapevole di soluzioni tecniche appropriate e il corredo di schede esplicative delle loro corrette procedure di esecuzione che sostanziano questo Manuale giunto oggi alla sua terza edizione, forniscono alle molteplici figure professionali coinvolte nei diversi ambiti dell attività di conservazione e di recupero del patrimonio edilizio un sistematico ed aggiornato compendio delle best practices desumibili, alla luce anche delle criticità evidenziate dal ricorrente dibattito sui compiti e i modi del restauro, dal sempre più esteso e variegato panorama di esperienze (progettuali e di cantiere) condotte sul campo negli ultimi decenni. Come avvertono gli Autori, si tratta di una sorta di capitolato parlato dove i protocolli operativi sono descritti con un grado di dettaglio che, se potrà apparire fin troppo didascalico a quanti dispongono di una sicura confidenza con le problematiche generali e gli specifici quesiti tecnici del restauro, mira a mettere il professionista in condizione di non abdicare, come spesso purtroppo ancora oggi accade, alle proprie responsabilità decisionali delegando di fatto l impresa e le sue maestranze a operare, in difetto di puntuali indicazioni esecutive, con la più ampia discrezionalità. Ma vi è di più: poiché il progetto di restauro, per quanto supportato da accurate indagini diagnostiche preliminari, non può che prefigurare un insieme di provvedimenti che dovranno comunque essere validati da ulteriori verifiche effettuabili solo in corso d opera adeguandone, ove occorra, le effettive modalità di attuazione, esso è sempre un progetto in fieri che implica una adeguata capacità di controllo da parte del direttore dei lavori dei procedimenti tecnologici da impiegare. In questo caso infatti non sono solo in causa l efficienza prestazionale e la qualità estetica dell intervento di recupero, ma i danni che un operazione mal condotta arreca irreversibilmente a un documento storico, con le conseguenze, anche penali, che ne derivano. Non si tratta dunque, come tenevano già a sottolineare gli Autori nella premessa, di un rigido ricettario di soluzioni preconfezionate, ma piuttosto di uno strumento capace di contenere una vasta casistica di possibilità operative da mettere a disposizione del professionista che potrà considerarle anche come semplici punti di partenza per approfondimenti successivi. 17

17 PRESENTAZIONE Il Manuale di Stefania Franceschi e Leonardo Germani, che si affianca ai volumi Linee guida per il recupero architettonico (2004) e Capitolato speciale di appalto Restauro architettonico (2005) pubblicati dalla stessa casa editrice DEI di Roma, anziché rappresentare un ulteriore tributo alla voga dei Manuali del Recupero intesi come repertori di elementi costruttivi tipici della tradizione edilizia premoderna delle diverse città italiane cui attingere per ripristini filologici su larga scala, si inserisce semmai nel filone di sussidi tecnici, inaugurato dai Capitolati Speciali di Sergio Tiné (1987) e di Christian Campanella (1994) e sviluppato dallo stesso Tiné con la pubblicazione del Codice di Pratica (2001) della città di Ortygia, per un più pertinente ed efficace esercizio professionale nel settore della riqualificazione conservativa del costruito storico. Ad esso auguro pertanto la diffusione che senz altro merita, in ragione anche della indubbia utilità per un accostamento meno epidermico alla pratica del restauro da parte delle nuove generazioni di allievi dei corsi di laurea in architettura e in ingegneria edile. Firenze, ottobre 2007 Giuseppe Cruciani Fabozzi 18

18 Premessa La redazione del volume è avvenuta in stretta collaborazione scambiandosi vicendevolmente le rispettive conoscenze ed i dubbi al riguardo di ogni procedura operativa; la scelta di sviscerare dettagliatamente ogni intervento è scaturita dalle riflessioni operate allo scopo di capire se, quanto scritto, potesse realmente essere in grado di rispondere alle domande e chiarire le perplessità che potrebbero sorgere durante la lettura. Il testo non ha l intenzione di costituire un capitolato completo di tutte le procedure che possono riguardare la varietà di interventi relativi alla disciplina del restauro architettonico né, tantomeno, vuole essere una sorta di ricettario di rigidi protocolli esecutivi, ovvero soluzioni preconfezionate pronte all uso. L intento è stato quello di redigere uno strumento capace di contenere una vasta casistica di possibilità operative da mettere a disposizione del professionista che potrà considerarle anche come semplici punti di partenza per approfondimenti successivi. È opportuno, inoltre, precisare che, quanto riportato, esula dalle problematiche inerenti implicazioni direttamente connesse e correlate alle diverse scuole di pensiero ma si limita, volutamente, a descrivere una serie di procedure pratiche che potranno essere utilizzate, sia per pianificare il progetto, sia per supportarlo una volta che è stato redatto. Le eventuali carenze che il lettore attento e ferrato in materia di restauro riterrà di evidenziare saranno interpretate come critiche costruttive utili al fine di migliorare ed arricchire le procedure esposte così da poter trarre profitto dalle reciproche esperienze nel settore. Pisa, settembre 2003 Stefania Franceschi Leonardo Germani 19

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20 Premessa alla IV edizione Due sono i capisaldi d ogni intervento di restauro: uno attiene ai problemi di critica architettonica con tutte le implicite premesse della conoscenza storica e della sensibilità creativa attraverso le quali si filtrano e si controllano la qualità formale e il grado di intervento sull edificio da restaurare; l altro consiste nel processo dei procedimenti tecnologici più vari e più avanzati e nella capacità di adottarli nel momento e nella misura giusta ed appropriata. (Piero Sanpaolesi) L intento del volume, ancora una volta, è quello di agevolare l approccio alle complesse questioni che disciplinano l intervento di restauro, stimolando nei professionisti l interesse e la volontà di approfondirle dal momento che la loro cultura diviene elemento indispensabile per attuare, di fatto, la conservazione delle materia antica. Ogni intervento si orienta oggettivamente in riferimento ai valori che vengono riconosciuti o attribuiti al manufatto sul quale si rifletterà la componente soggettiva del professionista, dalla quale dipenderà a sua volta la più o meno riuscita dell intervento. Questo dato di fatto riconosciuto e riconducibile in ogni operazione di restauro deve sapere, comunque, denunciare un rigore di metodo come risultato di ricerche analitiche, così da evitare che la soggettività divenga di fatto arbitrarietà, poiché in questo caso non si tratta di un operazione di restauro ma di incontrollata e, spesso, illogica alterazione. Le novità presenti nelle ultime due edizioni riguardano proprio approfondimenti inerenti l iter conoscitivo che anticipa e segue la fase operativa del progetto di restauro; la necessità di dotare il testo di tali argomentazioni trova le sue ragioni nella convinzione che l approccio al restauro debba, inevitabilmente, implicare la conoscenza del manufatto ancora prima delle procedure operative. L aggiunta della parte relativa agli elaborati per l analisi ed il progetto di restauro ha lo scopo di evidenziare come gli orientamenti operativi e la conseguente selezione delle procedure, ampiamente descritte nella seconda e nella terza parte del volume, debbano essere strettamente dipendenti da quanto emerso nella fase conoscitiva del manufatto, questo perché sarà l opera stessa, se indagata con sensibilità storico-critica, ad orientarne le scelte esecutive. Pisa, gennaio 2010 Stefania Franceschi Leonardo Germani 21

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22 Indirizzi di metodo Questo volume nasce dalla volontà di redigere uno strumento indirizzato a tutti quei professionisti che si confrontano con i temi inerenti al recupero e alla conservazione del patrimonio edilizio storico. In questo particolare frangente, l attenzione è, soprattutto, rivolta a tutti quei manufatti che, pur non rientrando nella categoria delle opere monumentali, sono contrassegnati da valori storici ed architettonici connaturati e veicolati nel tempo. La cosiddetta edilizia storica minore, includendo in questa definizione anche i complessi rurali extraurbani, è costituita da edifici che non presentano particolare pregio architettonico se visti individualmente, ma che formano, nel loro insieme, la sostanza della tradizione edificatoria acquistando, in tal modo valore di documento storico. Questi beni sono testimonianze non solo di un periodo ma anche di un modo di costruire direttamente correlato alle tecniche utilizzate per la costruzione di edifici di maggior pregio che, nonostante gli adattamenti e le inevitabili semplificazioni sono, comunque, capaci di rivelarci astuzie costruttive degne di rilievo. La poca attenzione che viene data a questa categoria di manufatti scaturisce molte volte da considerazioni superficiali che si limitano solo a classificare questo tipo di strutture in riferimento alla datazione, alla quantità di esemplari similari presenti sul territorio ed all assenza apparente di caratteristiche che le contraddistinguono e che possono sancirli a pieno titolo come oggetti di valenza storica. Contrariamente, un analisi critica dettagliata e puntuale, indirizzata a capire come si compone il manufatto, sia da un punto di vista strutturale sia materico, sarà in grado di rilevarci l originalità di molte risoluzioni e, soprattutto, la presenza di materiali e tecniche costruttive che fanno parte della tradizione edificatoria passata e, come tali, degne di essere rispettate e, dove è possibile, mantenute. Estremamente semplicistico e, decisamente, poco consono al caso è l atteggiamento di ignorare lo stato di fatto ed operare sostituzioni arbitrarie che difficilmente possono essere ostacolate visto che non esistono, in questo caso, vincoli imposti che vietano l attuazione di cambiamenti, spesse volte radicali, tali da modificare sostanzialmente la configurazione originale snaturandola ed appellando simili scempi come recupero dell edificato diffuso ma che, in realtà, si tratta di veri e propri rinnovi giustificati e motivati dalla ne- 23

23 INTRODUZIONE 24 cessità di riutilizzare strutture smesse fatiscenti senza più una funzione specifica. Non è difficile rilevare, soprattutto negli edifici rurali, la presenza di coperture o solai latero-cementizi in sostituzione delle strutture lignee, infissi lignei sostituiti da strutture in alluminio o pavimentazioni in graniglia o in battuto rimosse per essere rimpiazzate da anonime piastrelle in ceramica, così come lo stravolgimento arbitrario dei locali interni, mosso da scelte puramente formali legate all impellente necessità d adeguamento funzionale e di ottimizzazione degli spazi nell ottica utilitaristica; in questo modo, locali configurati con una loro logica dimensionale, non vengono adattati ma deturpati e persi. Il progetto dovrebbe porsi come obiettivo quello sì di adeguare, ma in modo che le modifiche non siano tali da far perdere all edificio la sua iconografia originale, scindendo ciò che deve essere mantenuto da quello che può essere sacrificato e facendo attenzione a non alterare gli aspetti preponderanti che lo caratterizzano. Tutto questo è possibile con un appropriata manutenzione dell edificio (che potrà prevedere anche un misurato ripristino, magari secondo tecniche tradizionali) manutenzione che, opponendosi al degrado ed all invecchiamento mediante interventi programmati e ripetuti nel tempo, potrà evitare la dismissione e quindi le conseguenti onerose quanto, talvolta, traumatiche operazioni di rifunzionalizzazione. Proprio in virtù di queste considerazioni il professionista che dovrà redigere il progetto di restauro e che, allo stesso tempo, vorrà conservare la dignità strutturale del manufatto, si troverà nella difficile posizione di mediatore tra le richieste inoltrate da una committenza, spesse volte poco illuminata ed interessata, per ovvi motivi, solo agli aspetti economici e speculativi e il desiderio di operare sul manufatto evitando di stravolgerlo con gesti creativi ed audaci. Nella pratica del restauro inevitabilmente l edificio subirà delle trasformazioni; la difficoltà sarà proprio ponderare bene gli aspetti conservativi e quelli trasformativi rapportandoli a tutta quella serie di fattori che potranno avere un influenza più o meno incisiva durante il percorso esecutivo dell opera, oltre a valutare concretamente la reale possibilità di effettuare un recupero funzionale conservativo. Il recupero funzionale di un edificio deve mettere in conto che i diversi adattamenti tecnici e strutturali risulteranno dei corpi estranei alla fabbrica e che, per questo, si potrà perdere irreparabilmente parte delle testimonianze contenute nella materia stessa, pertanto, nell introduzione d elementi tecnici funzionali (al fine di rendere idonei alle necessità del nostro tempo oggetti nati per soddisfare bisogni diversi), è corretto analizzare in maniera dettagliata e critica l impianto dell edificio, così da poter appurare se esiste la possibilità di inserire i nuovi oggetti; ad esempio, nel caso delle scale di sicurezza, potrà essere opportuno verificare l eventualità di ripristinare o di rinnovare le preesistenti scale secondarie. L approfondita conoscenza del manufatto e delle vicissitudini subite nel corso degli anni sono elementi indispensabili per riuscire a definire l indirizzo perse-

24 guibile più confacente al caso; capire come si sono avvicendate eventuali aggiunte o sottrazioni, adattamenti tecnologici, cambi di funzioni che hanno implicato una diversa distribuzione degli spazi interni, consolidamenti strutturali e quant altro possa risultare utile al progettista al fine di poter capire a fondo l oggetto così da definire un programma d interventi strettamente connessi al caso specifico modificando ed adattando, se necessario, le diverse operazioni in modo da renderle ancora più efficienti ma, soprattutto, evitando una generalizzazione procedurale a tutta la fabbrica. La conoscenza delle tecniche costruttive usate in passato è indispensabile per il progettista al fine di poter conservare ed adattare strutturalmente le parti costituenti il manufatto; la conoscenza dei materiali utilizzati e di come venivano messi in opera aiuta a capire i punti deboli e, allo stesso tempo, permette sia di operare ripristini e integrazioni compatibili con la preesistenza, poiché integrati imitando le procedure attuate in passato, sia di consolidare adeguatamente ciò che ormai è divenuto fatiscente ed inefficiente. L esplicazione delle tecniche costruttive tradizionali non sarà argomento di questo testo, in quanto richiederebbe una più vasta trattazione, considerata la complessità delle soluzioni rintracciabili e le possibili varianti che di queste esistono. Tuttavia ogni procedura si relaziona e nasce in riferimento alle tecniche costruttive tradizionali e pertanto è possibile, leggendo tra le righe, estrapolare i caratteri salienti delle diverse soluzioni tecnologie adottate in passato. In riferimento alle considerazioni sino ad ora esposte il testo nasce dalla raccolta dei dati acquisiti direttamente dalla pratica del cantiere e dall esperienza maturata attraverso lo scambio di conoscenze con operatori esperti del settore. La concomitanza di questi due fattori è stata motivo di riflessioni che hanno consentito di compilare le diverse procedure trattate in relazione a considerazioni di ordine pratico e teorico; entrambi gli aspetti sono stati ponderati al fine di poter descrivere delle operazioni direttamente riconducibili nella logica della pratica evitando, al contempo, di tralasciare sia le sfumature scaturite direttamente da un modus operandi delle maestranze, sia quelle nozioni troppo auliche che, se pur corrette, difficilmente potrebbero trovare un riscontro nelle attività edilizie operate in cantieri non monumentali. Le procedure, infatti, riportano gli aspetti salienti d ogni operazione non tralasciando mai di premettere il perché, il come e, soprattutto, il quando potranno essere messe in atto, e non perdendo mai di vista l entità e la valenza dell oggetto a cui sono indirizzate. Le operazioni indicate nel testo, anche quelle apparentemente più invasive, scaturiscono da una logica conservativa, dalla volontà di mantenere e migliorare uno stato di fatto rispettandolo ma, al contempo, con l intento di restituirgli quei requisiti statici-strutturali perduti, tenendo conto dei limiti etici imposti dalle implicazioni storiche ed estetiche ma avendo, come fine ultimo, il raggiungimento della ritrovata efficienza tecnica. L intento è stato quello di INTRODUZIONE 25

25 INTRODUZIONE 26 fornire uno strumento pratico capace di tener conto dei diversi fattori incidenti su ogni operazione. Una valida guida per la programmazione degli interventi utile, non solo nella fase esecutiva, ma anche in quella di progetto. In tale fase, può infatti rivelarsi vantaggioso individuare, a parità di risultati, la procedura più indicata a risolvere uno specifico problema e allo stesso tempo capire se l intervento potrà essere generalizzato oppure circoscritto puntualmente. Al fine di ottenere risultati soddisfacenti il progetto di restauro dovrebbe essere pianificato su riferimenti tecnici ponderati; per questo chi ha il compito di redigere un simile progetto è opportuno che disponga di un bagaglio di conoscenze che comprenda una vasta panoramica di casistiche procedurali efficienti e di queste, essere cosciente dei limiti e degli eventuali effetti collaterali intrinseci. Il volume si prefigge così lo scopo di costituire una base conoscitiva capace di illustrare una campionatura di risoluzioni tali da porre il professionista nelle condizioni di poter fronteggiare le diverse problematiche che di volta in volta si trova a dover risolvere. Ogni procedura riportata, seppur descritta dettagliatamente, potrà, se il caso lo richiede, essere approfondita e modificata in relazione alle singole e specifiche necessità. Le tecniche illustrate dovranno essere interpretate in maniera critica, relazionandole sempre alla realtà dei fatti così da poter divenire strumenti operativi validi per la corretta realizzazione in fase cantieristica. L insieme delle procedure descritte costituisce una sorta di capitolato parlato in quanto non si limita a fornire sterili descrizioni, che danno per scontato delle nozioni base da parte del progettista o dell impresa. Al contrario, le specifiche riportate sono state redatte in modo particolareggiato e, allo stesso tempo, schematico, quasi in forma didattica. Così esposti, i protocolli operativi potranno risultare particolarmente dettagliati solo per chi abitualmente opera in questo settore, altrettanto non lo saranno per chi si confronta con la disciplina del restauro senza possedere a priori delle cognizioni culturali e tecniche di riferimento. Questo lavoro deve essere interpretato come un apporto al fine di non delegare all esecutore, sia che si tratti di un Tecnico restauratore che di ditte specialistiche del settore, l operatività del progetto, caso che si verifica, purtroppo, nell andamento di molti cantieri. Una scorrettezza procedurale riconducibile principalmente alla formulazione di progetti poco dettagliati, redatti con capitolati caratterizzati da indicazioni esecutive sommarie e lacunose, che portano inevitabilmente a lasciare un margine ampio alle più svariate interpretazioni realizzative. Al fine di poter illustrare chiaramente il progetto d intervento in modo che possa essere capito nei dettagli anche dalle maestranze che dovranno poi rea-

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