CONFESERCENTI Martedì, 01 settembre 2015

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Adriana Carella
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2 CONFESERCENTI Martedì, 01 settembre /09/2015 Gazzetta di Modena Pagina 7 GABRIELLA CERAMI L' inflazione resta al palo Su le vendite al dettaglio 1 01/09/2015 Il Resto del Carlino (ed. Modena) Pagina 11 «Il commercio nei centri storici muore» 3 01/09/2015 La Nuova Prima Pagina Pagina 9 Nomine Fondazione, è scontro tra associazioni di categoria... 5

3 Pagina 7 Gazzetta di Modena L' inflazione resta al palo Su le vendite al dettaglio Il rapporto Istat: la situazione generale resta debole, prezzi fermi da tre mesi Le associazioni: «Aumento dei consumi poco brillante rispetto alle previsioni» di Gabriella Cerami wroma Mini aumento dei prezzi ad agosto, ma il fenomeno è modesto e tra luci e ombre. Tanto che gli economisti lo mettono in relazione a fattori stagionali, poiché lo scenario rimane ancora debole. Discorso diverso vale per le vendite al dettaglio, che a giugno sono diminuite dello 0,3% su base mensile ma hanno segnato un incremento dell' 1,7% su base annua, il più ampio da aprile Dalle stime preliminari dell' Istat emerge quindi che l' inflazione ad agosto è stabile a 0,2%, sia rispetto allo stesso mese del 2014 sia rispetto a giugno e luglio Così il carovita è rimasto fermo per il terzo mese consecutivo e le associazioni dei consumatori e dei commercianti esprimono delusione, anche se il dato viene confermato, secondo la stima flash di Eurostat, a livello europeo. «L' inflazione è stabile spiega l' Istituto di statistica per la maggior parte delle tipologie di prodotto e i pochi movimenti che si registrano tendono a compensarsi». Per il presidente di Codacons Carlo Rienzi «i numeri dell' Istat smentiscono politici e analisti che hanno parlato di uscita dalla crisi e ripresa dell' economia». Confcommercio sottolinea «un andamento dei consumi meno brillante rispetto alle attese» e «famiglie che, nonostante il recupero della fiducia registrato nel 2015, mantengono un atteggiamento prudente sulla spesa». Per invece i dati sulle vendite al dettaglio «confermano, pur se in maniera non univoca, il periodo di discreto rafforzamento della domanda da parte delle famiglie». Sta di fatto che l' inflazione italiana è rimasta stabile per la maggior parte dei prodotti. Ad esempio, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che riempiono il carrello della spesa degli italiani, crescono dello 0,1% su base mensile e restano stabili a +0,7% su base annua. Scivola invece il paniere dei prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto, che diminuiscono dello 0,2% in termini congiunturali e dello 0,3% nei confronti di agosto Spicca anche l' ulteriore caduta dei prezzi degli Energetici non regolamentati ( 10,4%, da 8,7% di luglio), la flessione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti ( 0,1%, da +0,7% del mese precedente) e la ripresa di quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni (+1,4%, da 0,3% di luglio). L' incremento su base mensile dell' indice generale è da ascrivere principalmente all' aumento dei prezzi dei trasporti (+2,9%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (+1,8%); a contenere l' aumento è il ribasso dei prezzi energetici non regolamentati ( 2,5%). Continua > 1

Tanto che gli economisti lo mettono in relazione a fattori stagionali, poiché lo scenario rimane ancora debole.

4 Pagina 7 < Segue Gazzetta di Modena RIPRODUZIONE RISERVATA. GABRIELLA CERAMI 2

5 Pagina 11 Il Resto del Carlino (ed. Modena) «Il commercio nei centri storici muore» Bassa, grido d' allarme degli esercenti: «Pentiti di aver riaperto dopo il sisma» MIRANDOLA PENTITA di aver prolungato l' apertura del suo negozio, da maggio a dicembre «Neppure le svendite fanno da calamita: il centro storico è un cantiere aperto, e se non c' è passaggio non c' è lavoro, il centro è vuoto». Loretta Severi, storica commerciante mirandolese, un passato con i grandi nomi della moda italiana, riflette sul presente «fatto di gravi difficoltà per noi commercianti del cratere. Abbiamo provato a riaprire in centro storico, e qualcuno c' è anche riuscito, ma sono davvero pochissimi. In tre hanno già chiuso i battenti, io sono prossima a farlo, altri lo faranno l' anno prossimo». Era stata una delle prime a tornare in centro, ma oggi getta la spugna. Un tempo, il suo negozio era pieno di gente, «dopo il sisma non entra più nessuno, storici clienti a parte. Le case sono ancora inagibili e il centro è un percorso a ostacoli tra le transenne. Senza contare le tasse, le bollette, le spese condominiali». Nell' inverno scorso, Loretta Severi, con negozio di pelletteria e vestiario in Galleria, aveva spento il riscaldamento per risparmiare. «Contro il freddo mi vestivo a tre strati, ma contro il caldo accendo l' aria condizionata, l' unico lusso che mi concedo. Sono pentita di aver prolungato l' apertura, ma tanti clienti affezionati mi avevano chiesto di resistere; se non c' è gente in centro, e ce n' è davvero poca, a che serve?». Intanto, sul fronte dei centri storici, il Movimento 5 Stelle punta di nuovo il dito sulle zone franche urbane, «riservate dichiarano i parlamentari Vittorio Ferraresi e Michele Dell' Orco solo a una parte delle microimprese, situate nelle 'zone rosse' e solo ad alcuni comuni terremotati. Continueremo a chiedere l' ampliamento dei benefici». E a sottolineare la grande sofferenza del commercio intervengono le associazioni di categoria, in primis che, dopo il sisma, tiene costantemente monitorata la situazione nei centri del cratere. «Al di là commenta il responsabile Area Nord Mauro Bega delle zone franco urbane, comprensive dei centri e del problema tasse a carico della categoria, occorre che le amministrazioni comunali mettano a disposizione risorse, incentivi e contributi sia per i commercianti delocalizzati, per farli tornare in centro, sia per coloro che in centro già ci sono. A Mirandola e Concordia, i comuni hanno emanato bandi per dare contributi a fondo perduto. Un primo importante passo avanti e bisognerebbe che gli altri comuni facessero altrettanto». A Finale, intanto, tre negozi post sisma hanno già chiuso i battenti; la crisi del commercio sta colpendo tutti i comuni colpiti, eccezion fatta per qualche negozio. «Le vendite sono in forte flessione ovunque», denuncia. v. bru. Continua > 3

maggio a dicembre 2015. «Neppure le svendite fanno da calamita: il centro storico è un cantiere aperto, e se non c' è passaggio non c' è lavoro, il centro è vuoto».

6 Pagina 11 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Modena) 4

7 Pagina 9 La Nuova Prima Pagina I NOMI DELLA CAMERA DI COMMERCIO Fuori la Lapam, ci spera Malpighi Nomine Fondazione, è scontro tra associazioni di categoria Torreggiani punta su Ascom Non solo G ian carlo Muzzarelli. Anche se il parere di Muzzarelli comunque pesa, anche negli altri contesti. Fatto sta che in vista delle nomine per il rinnovo del Cdi della Fondazione sono iniziate le grandi manovre non solo in piazza Grande, ma pure ne nel palazzone di Maurizio Torreggiani. Come noto la Camera di Commercio deve indicare due nomi per il Consiglio di indirizzo dell' ente oggi guidato da Andrea Landi e il cui c da è in scadenza a fine mese. Nel 2010 l' ente camerale promosse Carlo Alberto Rossi della Lapam e Alberto Severi (con Rossi che nel 2011 passò nel cda di Carimonte e venne sostituito da Amedeo Genedani), ma oggi gli equilibri all' i nter no di Rete Imprese Italia sembrano cambiati. Maurizio Torreggiani pare intenzionato a sbattere la porta in faccia alla Lapam per lasciare spazio a un esponente di Ascom Confcommercio. In pole position potrebbe esserci Ma ssi mo Malpighi, presidente di Ascom Confcommercio Modena e presidente del l' Acetaia Malpighi. Le cui ambizioni politiche erano emerse già durante la scelta del candidato sindaco da contrapporre alla Maletti. Il nome andrebbe ovviamente inserito nella logica delle nomine di stratta competenza di Muzzarelli (sei nomi in tutto). Malpighi sarebbe infatti un modo per accontentare la corrente cattolica (è un richettiano doc) senza però cedere alle pretese della Malet ti. Ma al di là dei distinguo politici, in campo vi è anche lo scontro tra il mondo dell' associazionismo di categoria. La Lapam meno di tre mesi fa si è vista silurare il proprio rappresentante all' interno di Cari monte (Rossi è stato l' unico a non essere rinnovato, a differenza di I vano Miglioli e Domenico T rombone) e ora dovrebbe rinunciare anche a un posto nel Cdi della Fondazione. Una scelta che potrebbe far aumentare quel clima di tensione che è già emerso in primavera in occasione del parere sul bilancio comunale (con Lapam e dalla parte del sindaco e Ascom e Cna a dire «no») e recentemente in occasione del pasticcio sul Consorzio Il Mercato di Sirri. 5

Fatto sta che in vista delle nomine per il rinnovo del Cdi della Fondazione sono iniziate le grandi manovre non solo in piazza Grande, ma pure ne nel palazzone di Maurizio Torreggiani.

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