PIANO DI AZIONE AMBIENTALE DEL COMUNE DI BERGAMO Bozza

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1 PIANO DI AZIONE AMBIENTALE DEL COMUNE DI BERGAMO Bozza Febbraio 2011

2 A cura di PERCORSI SOSTENIBILI Studio Associato dott.sse Stefania Anghinelli e Sara Lodrini Via Volterra, MILANO 2

3 PIANO DI AZIONE AMBIENTALE DEL COMUNE DI BERGAMO BOZZA PREMESSA Nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, 173 Paesi hanno individuato una serie di obiettivi economici, sociali, culturali e di protezione ambientale che devono essere perseguiti per consentire uno sviluppo sostenibile. Per questa lista di obiettivi e conseguentemente di azioni da intraprendere è stato coniato il nome di Agenda 21, in onore del secolo entro il quale si sarebbe dovuto ottenere il raggiungimento della sostenibilità a livello globale. Agenda 21 si concretizza a livello delle singole comunità nei processi di Agenda 21 Locale, che si fondano sulla sensibilizzazione della popolazione alle tematiche ambientali e sul diretto coinvolgimento nelle politiche territoriali e ambientali, per una gestione sostenibile e partecipata delle risorse. Secondo questo orientamento le decisioni non devono essere semplicemente calate dall alto, ma scaturire dal confronto e dal dialogo tra chi vive sul territorio e chi lo amministra. Il Comune di Bergamo ha avviato concretamente l'agenda 21 Locale attraverso la stesura della Relazione sullo Stato dell'ambiente e l attivazione del Forum per lo sviluppo sostenibile che costituisce il luogo principale della comunicazione e del dialogo con la cittadinanza. Sulla base delle criticità emerse dall indagine, in sede di Forum plenario e nei quattro Forum territoriali che si sono tenuti negli ultimi mesi del 2010, è stata redatta la presente bozza di Piano d Azione Ambientale. In parallelo con Agenda 21 il Comune di Bergamo ha avviato altri due importanti processi per il miglioramento e l ottimizzazione della sostenibilità del proprio sviluppo: - l elaborazione del Piano energetico comunale (PEC) che, riconoscendo nella qualità dell aria la principale criticità ambientale a livello comunale, delinea obiettivi e scenari di maggiore sostenibilità dal punto di vista del consumo energetico e della produzione di energia da fonti rinnovabili, come azione prioritaria per la riduzione delle emissioni in atmosfera; - l adesione al Patto dei sindaci (Covenant of Majors) e la redazione del Piano per la riduzione delle emissioni climalteranti (SEAP). 3

4 Si tratta di tre strumenti diversi, ma fortemente integrati, riuniti e messi a sistema dal Comune sotto il nome di Progetto Bergamo Sostenibile. Il Piano d Azione Ambientale (PdAA), nello specifico, può essere considerato come una "agenda", un programma che contiene gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile del territorio. Tale documento contiene le azioni specifiche da porre in campo per il raggiungimento di tali obiettivi e i tempi di attuazione. Il PdAA individua inoltre gli attori locali coinvolti nella realizzazione delle specifiche azioni, le risorse disponibili e necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati, la tempistica di riferimento. Per inquadrare correttamente il significato e gli obiettivi del Piano d Azione, è importante considerare che, a differenza di altri piani di settore di competenza comunale, esso non costituisce un atto di pianificazione previsto dalla normativa e dotato di natura cogente, ma rappresenta un documento di indirizzo strategico, formulato su base volontaria e finalizzato all individuazione di obiettivi e azioni che il Comune si impegna a realizzare nel corso del tempo e grazie all attiva collaborazione degli altri attori istituzionali, economici e sociali bergamaschi. Sulla base dei contenuti del Piano d Azione, il Comune si impegna pertanto a sviluppare specifici programmi di attività finalizzati alla realizzazione degli obiettivi previsti secondo il livello di priorità indicato nel Piano stesso. È importante sottolineare, infine, che il piano d Azione Ambientale costituisce la fase in assoluto più importante e strategica dell Agenda 21 proprio perché non si limita a individuare obiettivi generali, ma li trasforma in target da raggiungere, indicando, azione per azione: - i soggetti che intende coinvolgere, - le risorse che si dovranno attivare, siano esse risorse umane o finanziarie, - i tempi necessari per raggiungere gli obiettivi, - gli indicatori per misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati durante tutta la durata del percorso di validità del Piano d Azione Ambientale e nei rapporti di monitoraggio periodici. Attraverso l esplicitazione di tutti questi elementi si trasforma il Piano d Azione Ambientale in un vero e proprio percorso verso la sostenibilità dello sviluppo cittadino. Si è già accennato all importanza delle fasi di monitoraggio del Piano d azione; attraverso il monitoraggio periodico del raggiungimento degli obiettivi si ottengono infatti: 4

5 - una valutazione tempestiva della necessità di porre in campo azioni correttive o di supporto se gli indicatori mostrano che non si è in grado di raggiungere l obiettivo prefissato o comunque non nei tempi previsti; - la possibilità di ridefinire gli obiettivi, proprio perché nell evoluzione della situazione economica e sociale di riferimento, emergono nuovi elementi da tenere in considerazione o perché nell attuazione delle azioni necessarie al raggiungimento dell obiettivo specifico si impone un ripensamento dell obiettivo stesso; - la valutazione della capacità dell Amministrazione Comunale di fungere da pilota del cambiamento. Molte delle azioni che compongono la bozza di Piano d Azione Ambientale hanno come soggetto attuatore il Comune di Bergamo, spesso in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati. La vera forza di una Agenda 21 Locale è però nella sua capacità di coinvolgere la cittadinanza, le associazioni e, in generale, le diverse forze sociali che la compongono, perché lo sviluppo sostenibile è un obiettivo che deve essere condiviso non solo a livello teorico, ma nella vita quotidiana di ognuno. Il presente documento costituisce una bozza di Piano d Azione Ambientale che andrà discussa e condivisa con soggetti coinvolgibili dalle azioni di piano e in sede di Forum per lo sviluppo sostenibile del territorio. Esso si articola in due parti. Nella prima parte si individuano, per ogni tematica rilevante contenuta nella Relazione sullo Stato dell Ambiente e sottoforma di quadri sinottici, alcuni possibili obiettivi di miglioramento e le azioni necessarie per il loro raggiungimento1. Le tematiche su cui si è lavorato sono: - aria ed energia; - acque superficiali e sotterranee; - suolo e sottosuolo; - rifiuti; - natura, biodiversità e paesaggio; - rumore; - campi elettromagnetici e radiazioni ionizzanti; - mobilità e trasporti. 5

6 L individuazione delle azioni, come accennato, parte dalla definizione di criticità e/o opportunità che per ogni tema ambientale costituiscono, molto in generale, una risposta o ad un esistente problema ambientale, o alla domanda dei cittadini di una maggiore sostenibilità/attenzione sullo specifico aspetto ambientale considerato. La seconda parte del Piano d Azione Ambientale scende nel dettaglio delle singole azioni, costruendo, per ognuna, delle schede progetto dove si evidenziano le criticità rilevate, gli obiettivi di miglioramento e le azioni da porre in atto, individuando i soggetti coinvolgibili, i tempi di attuazione, i risultati attesi e le misure di monitoraggio. Alcuni degli interventi, soprattutto quelli appartenenti alla medesima tematica ambientale, benché esplicitati in schede progetto disgiunte non sono a sé stanti, ma agiscono in relazione e collaborazione reciproca nel perseguimento dell obiettivo di miglioramento. 1 Per coerenza con quanto elaborato in ambito PEC e SEAP, sono stati trattati insieme i temi aria ed energia e sono state segnalate con il colore giallo le azioni che il PdAA condivide con il SEAP. 6

7 PARTE PRIMA PIANO D AZIONE AMBIENTALE 7

8 1. ARIA - ENERGIA Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni Variazione degli stili di vita in modo più sostenibile e sensibilizzazione cittadini Ruolo del Comune dì propulsore del cambiamento e di esempio di corretto comportamento 1.1 Iniziative di sensibilizzazione / informazione sui temi del risparmio energetico, dell efficienza energetica negli usi intermedi e finali dell energia e sulle possibilità di produzione di energia da fonte rinnovabile 1.2. Sensibilizzazione dei dipendenti comunali sui temi del risparmio e dell efficienza energetica 1.1.A Istituzione dello sportello energia con articolazione su tre livelli: - informativo e divulgativo; - specialistico (giornate di approfondimento attraverso appuntamenti con esperti); - attuativo supporto ai cittadini nell iter di progettazione di impianti per lo sfruttamento delle FER 1.1.B Coordinamento dell educazione e sensibilizzazione dei bambini e degli studenti definizione di un Piano di sensibilizzazione ed educazione mirato ai temi del corretto uso dell energia, delle fonti rinnovabili e delle interazioni tra emissioni, salute e cambiamenti climatici 1.1.C SEAP web strumenti a disposizione dei cittadini sul sito del Comune per conoscere gli ultimi aggiornamenti in tema di energie rinnovabili e risparmio energetico e calcolare i propri consumi energetici (eventualmente prevedendo la possibilità di una mini diagnosi delle possibilità di risparmio attuabili) 1.2.A Individuazione della figura dell Energy manager per il patrimonio comunale 1.2.B GPP (cfr. tema rifiuti) - - Analisi degli ambiti di competenza in cui è possibile inserire criteri di sostenibilità - inserimento di requisiti ambientali ed energetici in fase di acquisto di beni e servizi 1.2.C Incentivazione e promozione di buone pratiche rivolte ai dipendenti comunali. 8

9 Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni 1.3.A Audit e certificazione energetica degli edifici comunali Performance energetica comunale non ottimale (obiettivo della riduzione almeno del 20% dei consumi energetici al 2020 e di diminuzione delle emissioni di gas serra) - patrimonio comunale 1.3. Aumento efficienza climatizzazione edifici comunali Azioni specifiche di aumento dell efficienza energetica e di risparmio energetico 1.3.B Individuazione delle azioni di risanamento/innovazione tecnologica possibili dal punto di vista energetico (interventi sull involucro e sugli impianti) 1.3.C Analisi della corretta gestione delle temperature (caldo e freddo) ed eventuale riduzione del periodo di funzionamento degli impianti negli uffici 1.3.D Realizzazione di nuovi edifici di proprietà comunali in classe A 1.4.A Riqualificazione della rete di illuminazione pubblica (sia rete di illuminazione stradale che illuminazione a scopo di valorizzazione del patrimonio storico architettonico). 1.4.B Conversione impianti a LED (es. Impianti semaforici, luci votive) 2 Attualmente non è possibile, a causa delle sue specifiche modalità operative e gestionali, utilizzare la rete di teleriscaldamento esistente per il raffrescamento nel periodo estivo. 9

10 Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni Performance energetica comunale non ottimale (obiettivo della riduzione almeno del 20% dei consumi energetici al 2020 e di diminuzione delle emissioni di gas serra) - settore privato Emissioni di inquinanti da traffico (con superamenti dei valori di riferimento di concentrazione in particolare per PM10) (cfr. capitolo Mobilità e trasporti) 1.5 Miglioramento delle prestazioni energetiche negli edifici residenziali, nel terziario e nell industria Riduzione dei consumi energetici in periodo invernale 1.6 Miglioramento delle prestazioni energetiche negli edifici residenziali, nel terziario e nell industria Riduzione consumi energetici nel periodo estivo 1.7 Miglioramento delle prestazioni energetiche negli edifici residenziali, nel terziario e nell industria Ottimizzazione della performance energetica 1.8 Riduzione delle emissioni con diminuzione del numero di superamenti del valore limite per il PM A /1.6.A Promozione di progetti/azioni di sensibilizzazione volti al miglioramento dell efficienza energetica in edifici privati 1.5.B/ 1.6.B Aggiornamento regolamento edilizio con incentivazione per architettura / interventi ecocompatibili per le nuove costruzioni 1.5.C/1.6.C Aggiornamento regolamento edilizio per gli edifici esistenti - Incentivo alla ristrutturazione e al raggiungimento di elevate prestazioni energetiche 1.5.D/1.6.D Promozione dell uso di fonti energetiche rinnovabili 1.5.E/1.6.E Adozione di buone pratiche per il risparmio energetico (in particolare per l illuminazione o per la gestione delle temperature interne) 1.7.A Analisi delle possibili iniziative di diffusione in ambito terziario e produttivo di: - certificazione ambientale - certificazione energetica Collegamento obiettivo 8.1 Diminuzione del traffico stradale e promozione di una mobilità urbana sostenibile, in particolare con azione 8.1.C 1.8.A Rinnovo parco auto comunale tramite sostituzione e riconversione 1.8.B Promozione veicoli ecologici, con priorità per quelli elettrici 1.8.C Rinnovo mezzi società partecipate (es. A2A-ATB e/o mezzi per raccolta rifiuti Aprica) 10

11 1.9 Diminuzione della dipendenza dal mezzo di trasporto privato a favore di modalità di ecocompatibili Collegamento con i seguenti obiettivi a cui si rimanda per le azioni specifiche: - obiettivo 8.1 Diminuzione del traffico stradale e promozione di una mobilità urbana sostenibile - obiettivo 9.1 creazione di una diffusa e integrata rete di mobilità dolce - obiettivo 10.1 Incremento TPL Qualità dell aria non ottimale 1.10 Miglioramento della qualità dell aria / incremento capacità di assorbimento della CO A Azioni di contenimento delle emissioni da traffico veicolare 1.10.B Miglioramento aree verdi esistenti e completamento del sistema del verde come da PGT* 1.10.C Implementazione della rete di teleriscaldamento 1.10.D Produzione di calore per l alimentazione della rete di teleriscaldamento, da fonti alternative (termovalorizzazione rifiuti) 1.10.E Pianificazione di azioni di dettaglio in campo energetico (coordinamento PEC/Patto dei sindaci) 1.10.F Controlli combustioni all aperto * si tratta di azioni, il cui inserimento nel SEAP è attualmente in fase di verifica. 11

12 2.ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni Sfruttamento della risorsa idrica, con tendenza alla diminuzione dei consumi 2.1 Mantenimento/ incremento del calo di consumi idrici già registrato comunali)** Copertura della rete fognaria pari al 93% degli abitanti serviti 2.2 Estensione ulteriore della copertura della rete fognaria 2.1.A Realizzazione di azioni di promozione del risparmio idrico in ambito agricolo, civile e industriale (es. incremento degli Erogatori a Basso Flusso posti all interno degli edifici 2.2.A Analisi di fattibilità di aumento della copertura della rete fognaria e miglioramento efficacia dei punti di scarico 2.2.B Promozione della realizzazione di reti fognarie separate 2.2.C Realizzazione di interventi migliorativi sulle condutture: impermeabilizzazione e sostituzione delle condotte inadeguate 2.3.A Monitoraggio della qualità ambientale dei corsi idrici e definizione di strategie di recupero- Promozione e sostegno di progetti ed iniziative in forma coordinata tra i diversi Enti (es. Studio sulla qualità delle acque, flora e fauna del Torrente Morla progetti LIFE, protocolli d intesa, ecc) Scarsa qualità ambientale delle acque superficiali 2.3 Incremento della qualità ambientale del torrente Morla e dei restanti corsi d acqua minori 2.3.B Incremento dei volumi di acqua raccolta e depurata mediante i sistemi pubblici di fognatura e depurazione 2.3.C Monitoraggio dell'efficienza di depurazione e possibile individuazione di margini di miglioramento Assenza di dati in merito alla qualità delle acque sotterranee 2.4 Acquisizione di dati in merito alla qualità delle acque sotterranee 2.3.D Realizzazione di azioni di tutela e gestione dell'ecosistema ripario e acquatico 2.3.E Sensibilizzazione sulla valenza turistico culturale ricreativa dei corsi d acqua 2.4.A Realizzazione di campagne conoscitive sulla qualità delle acque sotterranee e costruzione di piani di monitoraggio ** Si tratta di un azione rilevante anche in ambito SEAP, in quanto la riduzione dei consumi /sprechi di acqua diminuisce la quantità di acqua utilizzata e, quindi, l energia necessaria per scaldarla e/o per pomparla e distribuirla. 12

13 3.SUOLO E SOTTOSUOLO Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni 3.1.A Attuazione di interventi volti a favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente Occupazione/consumo di suolo pari al 55% del territorio comunale, con tendenza alla crescita 3.1 Riduzione/stabilizzazione del consumo di suolo in coerenza con PGT 3.1.B Trasformazione e riqualificazione delle aree dismesse 3.1.C Attuazione di interventi volti a favorire un architettura biocompatibile ed ecosostenibile 3.1.D Razionalizzazione e dimensionamento delle medie e grandi strutture di vendita Presenza di siti contaminati 3.2 Bonifica dei siti contaminati 3.2.A Ricognizione e Attuazione dei piani di risanamento e bonifica Presenza di rischi naturali 3.3 Riduzione dei rischi naturali 3.3.A - Definizione all interno del Piano di Emergenza Comunale di analisi e procedure per la gestione del rischio idrogeologico 3.3.B Interventi mirati alla riduzione della vulnerabilità della popolazione al rischio idrogeologico 13

14 4.RIFIUTI Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni 4.1.A Incremento controlli sulla raccolta differenziata 4.1 Aumento della percentuale di raccolta differenziata Miglioramento della performance di raccolta differenziata 4.1.B Implementazione / diffusione della raccolta differenziata con nuove frazioni e/o in zone non servite 4.1.C Riqualificazione centro di raccolta per migliorarne accessibilità e fruizione 4.1.D/4.2A Iniziative di educazione ambientale (in tema di rifiuti) nei diversi ordini scolastici Diminuzione della produzione di rifiuti alla fonte Diminuzione dell uso di materie prime e aumento della diffusione del riciclaggio 4.2 Diminuzione della quantità di rifiuti prodotti procapite 4.3 Aumento dell utilizzo di prodotti riciclati 4.1.E/4.2.B Iniziative di comunicazione/sensibilizzazione diffusa per la cittadinanza 4.1.F/4.2.C Iniziative di comunicazione/sensibilizzazione per le Associazioni di categoria 4.1.G/4.2.D Valutazione della modulazione del tributo ambientale in funzione della qualità/quantità del rifiuto prodotto 4.3.A Implementazione del Green Public Procurement a livello comunale e estensione alle Società partecipate 14

15 5.NATURA, BIODIVERSITÀ E PAESAGGIO Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni Collegamento con azione 1.10.B Miglioramento delle aree verdi esistenti e completamento del sistema del verde come da PGT Aree naturali e seminaturali pari al 45% della superficie territoriale con tendenza alla diminuzione 5.1.Mantenimento, incremento e valorizzazione delle aree naturali 5.1.A Valorizzazione del nodo ecologico del Parco dei Colli 5.1.B Realizzazione di aree verdi fruibili e di percorsi ciclabili lungo il torrente Morla 5.1.C Promozione del sistema agricolo e del carattere multifunzionale delle potenziali attività ad esso connesso (agricoltura ecologica) Frammentazione delle aree naturali e seminaturali 5.2 Costruzione della rete ecologica comunale 5.2.A Realizzazione di una rete ecologica a scala urbana in stretta connessione con quella intercomunale e provinciale 15

16 6.RUMORE Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni 6.1.A Revisione della zonizzazione acustica e del Piano di risanamento acustico comunale mappatura acustica strategica Rumore stradale oltre le soglie consentite 6.1 Riduzione dei livelli di inquinamento acustico da traffico stradale 6.1.B Supporto all attuazione dei Piani di contenimento e abbattimento del rumore sulla viabilità extracomunale. 6.1.C Promozione di interventi finalizzati alla riduzione/mitigazione del rumore stradale e dell esposizione della popolazione Rumore aeroportuale oltre le soglie consentite Rumore ferroviario oltre le soglie consentite 6.2 Riduzione dei livelli di inquinamento acustico da traffico aeroportuale 6.3 Riduzione dei livelli di inquinamento acustico da traffico ferroviario 6.2.A Attuazione di interventi finalizzati alla riduzione/mitigazione del rumore aeroportuale e dell esposizione della popolazione 6.3.A Sostegno all attuazione del Piano di contenimento e abbattimento del rumore della rete ferroviaria RFI 16

17 7. CAMPI ELETTROMAGNETICI E RADIAZIONI IONIZZANTI Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni Presenza di 208 sorgenti a radiofrequenza con tendenza alla crescita 7.1 Incremento della conoscenza dell'esposizione della popolazione ai campi ELF nelle situazioni maggiormente critiche 7.1.A Realizzazione di interventi di monitoraggio sistematico dei livelli di campo elettromagnetico sul territorio e correlazione con i dati sulla distribuzione della popolazione sul territorio ed eventuali patologie 7.1.B Revisione del Regolamento per la disciplina urbanistico/territoriale e la minimizzazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici nella localizzazione di infrastrutture e impianti radioelettrici, per la telefonia mobile e per la radiodiffusione Presenza di Radon entro le soglie consentite 7.2 Approfondimento della conoscenza dell'esposizione della popolazione al radon 7.2.A Realizzazione di interventi di monitoraggio dei livelli di radon sul territorio 7.2.B Realizzazione di una campagna di informazione e di sensibilizzazione sull esposizione al radon e sui rischi connessi con l'esposizione 17

18 8. MOBILITÀ E TRASPORTI Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni 8.1.A Aggiornamento Piano Urbano del Traffico (PUT) e attuazione Piano Urbano della Mobilità (PUM) 8.1.B Attivazione del Mobility Management comunale Traffico stradale elevato, soprattutto su radiali esterne ed interne e, a seguire, sull Asse interurbano e le altre strade urbane 8.1 Diminuzione del traffico stradale e promozione di una mobilità urbana sostenibile 8.1.C Riqualificazione del sistema delle radiali di penetrazione e miglioramento della rete viabilistica interna, anche attraverso micro-interventi di razionalizzazione della rete della viabilità locale e interzonale 8.1.D Promozione della sicurezza urbana e della qualità degli spazi e dei trasporti pubblici nei quartieri, in particolare in prossimità dei servizi e delle attrezzature pubbliche e di uso pubblico 8.1.E Tariffazione differenziata dei parcheggi /integrazione tariffaria parcheggio Trasporto Pubblico Locale 8.1.F Pianificazione parcheggi di interscambio e di prossimità 8.1.G Attuazione delle indicazioni contenute nel piano dei tempi e degli orari 8.1.H Promozione di un ottimale inserimento ambientale e funzionale delle opere infrastrutturali nel territorio. 18

19 Criticità/Opportunità Obiettivi Azioni Rete della mobilità dolce:presente ma da implementare e mettere in connessione Trasporto pubblico locale presente e in costante crescita 9.1 Creazione di una diffusa e integrata rete della mobilità dolce 10.1 Incremento del TPL 9.1.A Pianificazione di nuovi percorsi di piste ciclabili e pedonali e sistemazione percorsi esistenti 9.1.B Ampliamento e incremento del servizio di bike sharing 9.1.C Pianificazione di Zone 30 e Zone Traffico Limitato 9.1.D Sviluppo e supporto alle attività legate al Piedibus 10.1.A Sviluppo TPL 10.1.B Promozione di una rete di poli attrattori urbani localizzati in corrispondenza dei nodi di interscambio e/o attestazione del servizio di trasporto pubblico 10.1.C Realizzazione della connessione tra Porta Sud e l aeroporto di Orio al Serio con la realizzazione di una nuova stazione in corrispondenza della Fiera e di parcheggi pubblici con funzione di interscambio 10.1.D Potenziamento delle risalite, dei collegamenti da e per Città Alta, con realizzazione di nuovi parcheggi di attestamento 10.1.E Sensibilizzazione dei cittadini all'uso del trasporto pubblico 10.1.F Promozione del trasporto ferroviario di persone e merci 10.1.G Programmazione di interventi infrastrutturali per il potenziamento del Trasporto Pubblico Locale 10.1.H Promozione di nuove forme di trasporto collettivo (es. car sharing, taxi collettivo, bus a chiamata) 19

20 PARTE SECONDA SCHEDE INTERVENTI 20

21 ESEMPIO SCHEDA INTERVENTO NUMERO E TITOLO INTERVENTO Criticità Obiettivo Descrizione dell azione Strumenti/modalità d attuazione Attori coinvolgibili Tempi di attuazione Risorse Risultati attesi Indicatori di monitoraggio 21

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