Mobilità tra Regioni europee Sistemi regionali a supporto della mobilità dei cittadini. Mobireg

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1 Mobilità tra Regioni europee Sistemi regionali a supporto della mobilità dei cittadini Mobireg

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3 Indice Introduzione:.... I Governi Regionali e mobilità dei cittadini per lo studio e il lavoro Gianfranco Simoncini, Assessore regionale, Regione Toscana 1... Criteri per la trasparenza nella qualità della mobilità degli studenti tra le regioni europee 2... Qualità nella mobilità interregionale, Xavier Farriols, Departament d Educació, Generalitat de Catalunya 3... Esempi di piani regionali per l utilizzo del FSE ai fini della cooperazione interregionale a livello europeo: Governo Regionale della Toscana, Giacomo Gambino, Regione Toscana Il Sistema regionale di mobilità transnazionale Regione Toscana- Direzione Generale Politiche Formative Beni ed Attività Culturali 5... Piattaforma Regionale Catalana per la mobilità: Politiche per la cooperazione interregionale. Sistema di programmazione e gestione per la mobilità interregionale 6... Mobilità per scopi didattici nella regione Västra Götaland Allegati 1... Memorandum of Understanding between the Regional Government and the Regional Government with regard to developing a programme of mobility in lifelong learning 2... Programme for stage and exchange activities between the Departament d Educació i Universitats de la Generalitat de Catalunya and Tuscany Regional Authority concerning professional training Plan for the implementation of the Bilateral Agreement on mobility signed by Regione Toscana and the Generalitat de Catalunya Programme for stage and exchange activities between the Region Västra Götaland and Regione Toscana concerning professional training Implementation Plan of the Bilateral agreement on mobility between Regione Toscana and Region Västra Götaland. Progetto Mobireg, Mobilità Regionale, finanziato dalla Commissione Europea Gazzetta Ufficiale 2006/C 194/10 Invito a presentare proposte DG EAC No 45/06 Assegnazione di borse per la realizzazione e lo sviluppo di piattaforme misure volte a promuovere e favorire la mobilità degli studenti e dei giovani nella formazione professionale iniziale (IVT- Initial Vocational Training). Accordo n / Project team: Regione Toscana (coordinatore) Giacomo Gambino Elio Satti Silvia Marconi Federica Morandi Elisa Donatini Nunziatina Pagano Generalitat de Catalunya Xavier Farriols Àngels Font Antonio Díaz Regione Västra Götaland Carina Abreu Ale Municipality Göran Fock Marja-Leena Lampinen Paolo Federighi Direttore Scientifico 2008 Stampato in Goteborg Questo progetto è stato finanziato con il contributo della Commissione Europea. Questo documento riflette esclusivamente la posizione dell autore e la Commissione Europea non può essere ritenuta responsabile dell uso che viene fatto delle informazioni in esso contenute. 3

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5 I governi regionali e la mobilità dei cittadini per motivi di studio e di lavoro Gianfranco Simoncini, Assessore all Istruzione, formazione e lavoro, Regione Toscana 1. Un diritto individuale e una necessità La mobilità nell ambito dei paesi dell Unione Europea è un diritto delle persone, ma allo stesso tempo- costituisce un complemento importante della crescita economica e sociale di tutti i paesi europei. La liberta di movimento delle persone all interno del Mercato Unico Europeo costituisce uno dei principi fondamentali ed un obiettivo strategico dell Unione Europea, un diritto individuale indissociabile dalla creazione di un area libera da frontiere interne. Al tempo stesso, la mobilità delle persone per motivi di studio o di lavoro- è uno strumento indispensabile per la creazione di maggiori e migliori opportunità di lavoro perché accresce l efficienza del mercato unico, favorisce la crescita della crescita professionale e dell incontro tra domanda e offerta di lavoro. Tutto questo deve però accadere in un quadro di maggiore protezione e sicurezza per le persone che si formano o che lavorano e per le imprese. Assicurare un quadro che garantisca condizioni di qualità alla mobilità è un compito che deve essere affrontato dalle politiche pubbliche a tutti i livelli ed in tutti gli aspetti da quelli legali e amministrativi, a quelli relativi alle abitazioni, alla famiglia, agli aspetti assicurativi e pensionistici, alle barriere linguistiche, al riconoscimento delle qualifiche. Si tratta di un compito che deve essere affrontato dalle istituzioni governative a tutti i livelli (nazionale, regionale e locale) e che richiede una stretta cooperazione con le parti sociali. In questa sede, noi vogliamo focalizzare la nostra attenzione su come i Governi regionali possono cooperare per accrescere le opportunità e la propensione alla mobilità dei nostri cittadini sia al fine di accrescere la loro formazione e le loro competenze, che di partecipare a esperienze di lavoro all estero. 2. Alcuni elementi di valutazione La Comunicazione della Commissione Europea del 6 dicembre 2007, attraverso cui si definiscono le linee di lavoro per una European Job Mobility Action per il periodo , ben illustra la necessità di darsi a tutti i livelli istituzionali un Piano di lavoro per rafforzare le politiche a supporto della mobilità dei cittadini europei. La mobilità dei lavoratori in Europa è ancora limitata. Tuttavia, vi sono dei dati di tendenza positivi che richiamano l impegno delle politiche pubbliche: la crescita costante del numero di lavoratori mobili la crescita della propensione alla mobilità dei cittadini europei (il 57% dei cittadini europei la considera un fenomeno positivo ed il 5,5% dei cittadini dell Europa a 10 si dice pronto a spostarsi in un altro paese un numero crescente di giovani e di lavoratori qualificati sono impegnati in lavori che presuppongono l impegno in brevi periodi di mobilità all estero, ed Eurobarometer ha mostrato che il 70% dei giovani sono aperti a questa prospettiva. Di fronte a questa realtà, l impegno dei governi regionali e locali nei limiti delle loro competenze istituzionali- deve essere orientato a rimuovere ogni tipo di barriera che ostacoli la libertà di movimento dei cittadini dell Unione e -per quanto ci interessa in questa sede- a favorire la cooperazione tra Regioni per far sì che i nostri sistemi educativi e formativi favoriscano la propensione alla mobilità delle persone. 3. Gli obiettivi della cooperazione tra Regioni d Europa La Comunicazione della Commissione assume l obiettivo di assicurare il supporto politico alla mobilità da parte di tutte le istituzioni a tutti i livelli e tra queste include esplicitamente anche i Governi regionali e locali. La questione non riguarda esclusivamente il ruolo che le Regioni ed i Comuni possono svolgere sul piano finanziario, ma più in generale le responsabilità che possono essere assunte per assicurare una fair mobility. In questo senso i Governi regionali sono impegnati nel darsi una politica di supporto alla mobilità ed a cooperare tra loro. Il ruolo che le Regioni possono svolgere in proposito, il valore aggiunto che una loro politica della mobilità può assicurare riguarda quattro campi fondamentali. In primo luogo, le Regioni e la cooperazione tra loro a livello europeo può accrescere le garanzie di sicurezza e di protezione a favore dei cittadini in particolare per quanto riguarda le reciproche garanzie che le Regioni possono assicurare ai cittadini in mobilità. In secondo luogo, un impegno diretto delle Regioni può assicurare un maggiore livello di qualità concernente le condizioni educative in cui la mobilità si realizza. Il ruolo che i Governi regionali e locali ricoprono in numerosi paesi europei consente loro di assicurare agli ospiti provenienti da altre Regioni maggiori livelli di garanzia di qualità in aspetti cruciali della mobilità quali: la possibilità di scegliere i partner locali (centri di formazione, scuole, imprese) 5

6 più rispondenti alle aspettative dei soggetti in mobilità, un controllo sulla qualità formativa delle imprese presso cui si svolgono le esperienze di lavoro, la garanzia delle condizioni offerte dagli operatori specializzati in organizzazione della mobilità, e infine le Regioni possono aprire i loro servizi di accompagnamento e di supporto incluso la certificazione delle competenze acquisite. In terzo luogo, un impegno finanziario delle Regioni può accrescere notevolmente il numero di cittadini che accedono a questa opportunità. In quarto luogo, l impegno politico delle Regioni può assicurare che la propensione alla mobilità non si limiti a particolari strati di popolazione, ma divenga una opportunità offerta a quei settori ed a quei soggetti che debbono confrontarsi con i processi di internazionalizzazione dell economia. In altri termini, le Regioni possono integrare la mobilità rispetto alle politiche regionali di sviluppo garantendo chi deve confrontarsi con il mercato globale possa prepararsi a farlo sia esso un apprendista o un piccolo imprenditore. 4. La cooperazione interregionale per la mobilità Abbiamo promosso questo seminario perché l esperienza che numerose Regioni hanno svolto assieme sostenuti e sollecitati anche dalla Direzione Generale Educazione e cultura della Commissione attraverso progetti quali Prevalet e Mobireg- tali esperienze ci hanno fatto comprendere che per avere un aumento della fair mobility non possiamo lasciare soli gli attori impegnati nei progetti di mobilità. Al contrario, è necessario che le Regioni sappiano mettere in comunicazione le loro politiche ed i loro sistemi di educazione e di formazione professionale, oltre ai loro servizi per l orientamento e per il lavoro. Un maggior impegno politico dei Governi regionali comporta anche una maggiore attenzione verso le condizioni in cui la mobilità si realizza ed i risultati che essa può assicurare. Per questo alcune Regioni hanno iniziato a lavorare assieme per assicurare trasparenza ai livelli di qualità offerti. Il Parlamento europeo ha già approvato il 18 dicembre 2006 una Raccomandazione concernente l adozione di una Carta Europea della Qualità della mobilità (2006/961/ EC). Si tratta di uno strumento importante e particolarmente utile per gli organizzatori di progetti di mobilità e che deve ispirare le singole azioni, soprattutto in campo formativo. Ciò di cui la mobilità interregionale ha bisogno è uno strumento comune che aiuti a descrivere, a far conoscere le condizioni di accoglienza che ogni Regione assicura ai propri partner europei nei diversi settori in cui si possono sviluppare azioni di mobilità: nella scuola, nell apprendistato, a livello post secondario, per giovani laureati o per imprenditori. L adozione di uno strumento che dia maggiore trasparenza ai livelli di qualità garantiti sarà di valido aiuto a chi si appresta a programmare flussi crescenti di mobilità. Per queste ragioni, oggi iniziamo un percorso che ci impegnerà nei prossimi mesi e che ci auguriamo porti alla definizione di una Carta della qualità della mobilità interregionale. Ed è con questo spirito che ci apprestiamo ora a conoscere l esperienza di tre Regioni importanti come le Baleari e Rhône-Alpes per poi raccogliere i punti di vista di Roberto Pella che intervverrà sul Multilinguismo, di Ute Haller Block della Commissione Europea, per poi concludere con la presentazione della nostra prima traccia di Carta della qualità della mobilità interregionale. Per ottenere tale risultato, numerose Regioni hanno iniziato ad assumere impegni reciproci sottoscrivendo accordi bilaterali a sostegno della mobilità interregionale. Si tratta di accordi con cui i Governi regionali definiscono la volontà di cooperare a favore della mobilità dei loro cittadini verso le Regioni interessate, i settori formativi e lavorativi verso cui ciò può realizzarsi, il tipo di supporto che sarà assicurato. Si tratta di un tipo di impegno che ad oggi vede coinvolte regioni quali l Andalusia,, la Bretagna, la Catalogna, il Galles, le Isole Baleari, la regione di Pest, la Toscana, Rhône-Alpes, la Vastra Gotaland. Altri accordi sono attualmente in preparazione. E stato grazie a questi accordi che solo nella Regione Toscana, nel corso dei primi sei mesi del 2008 circa 500 tra studenti delle scuole secondarie e apprendisti parteciperanno a progetti di mobilità e tale numero potrà raddoppiare nel corso del secondo semestre includendo anche giovani laureati, ricercatori e imprenditori. Ma questo incontro ha anche un altro obiettivo concreto. 6

7 1. Criteri per la trasparenza nella qualità della mobilità degli studenti tra le regioni europee Impegni reciproci sulla qualità L adozione da parte delle Regioni dei criteri per la trasparenza nella qualità della mobilità ai fini dell apprendimento è finalizzata al mantenimento di standard di insegnamento e formazione elevati, a vantaggio dei cittadini interessati. La scelta di un approccio che comporta un impegno ai fini della trasparenza nella qualità mira a fornire ai cittadini e ai promotori del progetto (scuole, università, centri di formazione, aziende e privati) un prospetto chiaro delle condizioni di accoglienza che essi si aspettano di trovare nelle regioni che li ospitano. E quindi necessario specificare gli standard di accoglienza, la gestione e la certificazione propri di ogni Regione relativamente ai diversi tipi di mobilità (apprendisti, studenti, giovani laureati e altri). Questi criteri non hanno la pretesa di mettere in discussione o giudicare il modo in cui i promotori regionali organizzano, gestiscono e valutano i progetti di mobilità nell ambito dei loro sistemi e delle loro politiche per l apprendimento, la formazione e il lavoro, né tantomeno mirano ad unificare gli standard di qualità adottati dalle varie Regioni europee. Al contrario, adottando tali criteri, le Regioni si impegnano a garantire la trasparenza di tali standard e ad aggiornare periodicamente le regioni partner riguardo al loro raggiungimento e mantenimento. I Criteri per la trasparenza nella qualità mirano inoltre a garantire assistenza sanitaria e sicurezza, specialmente per quanto concerne le esperienze lavorative all estero e l assistenza a coloro che partecipano ai progetti di mobilità, e a definire standard minimi da rispettare. L adozione dei Criteri di trasparenza per la qualità e la sicurezza è di natura reciproca e riguarda i progetti di mobilità sviluppati nell ambito di accordi bilaterali tra i governi regionali. Adottando i Criteri per la trasparenza nella qualità, le Regioni si impegnano a cercare di rispettare il più possibile gli standard definiti, anche nei casi in cui i progetti di mobilità siano gestiti dalle Regioni attraverso Organismi Intermediari pubblici o privati. Il rispetto dei criteri di trasparenza nella qualità e delle condizioni di sicurezza concerne 10 descrittori a sostegno della preparazione, dello svolgimento e della certificazione di progetti di mobilità per gruppi e singoli. La qualità dei servizi offerti per la preparazione dei progetti di mobilità Adottando i criteri per la trasparenza le Regioni si impegnano a fornire informazioni dettagliate circa i servizi di assistenza offerti ai promotori dei progetti e ai cittadini di altre Regioni. Le tipologie di servizi offerti sono le seguenti: Servizi di informazione on-line (relativi alle opportunità di formazione e lavoro all estero, ai servizi di accoglienza, alle normative in ambito assicurativo per coloro che partecipano ai progetti di mobilità). Un servizio per la selezione di centri di formazione e imprese che siano qualificati, in termini di standard sanitari e di sicurezza, per ricevere giovani stranieri e per attuare programmi personalizzati per la mobilità di tali giovani. Inoltre, un servizio che garantisca l incontro fra la domanda e l offerta di opportunità di formazione e di lavoro, per quanto riguarda gli obiettivi, il contenuto professionale e il livello di specializzazione dei progetti di mobilità fattibili. Assistenza nell organizzazione dei soggiorni. Assistenza per la preparazione di contratti di mobilità individuali o programmi di formazione e controlli relativi al rispetto di tali contratti e programmi da parte della Regione ospitante coinvolta. La qualità dei servizi offerti per l attuazione dei progetti di mobilità Per quando riguarda l attuazione dei progetti di mobilità, adottando i criteri per la trasparenza le Regioni si impegnano a fornire informazioni dettagliate circa i servizi di assistenza offerti ai promotori dei progetti e ai cittadini di altre Regioni. Le tipologie di servizi offerti sono le seguenti: Servizio di accoglienza ed assistenza al momento dell arrivo dei cittadini partecipanti ai progetti nella Regione ospitante. Servizio di tutoraggio all interno delle società in cui si deve svolgere un esperienza lavorativa o di formativa. Tipologia di monitoraggio da eseguire e strumenti attraverso i quali vengono condivise le informazioni con l istituto promotore del progetto di mobilità in questione. Tipologia di assistenza offerta in caso di necessità particolari ai cittadini che partecipano ai progetti. La qualità dei servizi offerti per la certificazione dei progetti di mobilità Per quanto concerne la certificazione e la valutazione dei progetti di mobilità, adottando i criteri per la trasparenza le Regioni si impegnano a fornire informazioni dettagliate circa i servizi di assistenza offerti ai promotori dei progetti e ai cittadini di altre Regioni. Le tipologie di servizi offerti sono le seguenti: - Valutazione e diffusione dei risultati ottenuti dai partecipanti in relazione alla loro crescita formativa e professionale durante l esperienza lavorativa intrapresa - - Tipologia di certificazione europea e regionale fornita ai partecipanti 7

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9 2. Qualità nella mobilità interregionale Xavier Farriols, Departament d Educació, Generalitat de Catalunya Presentazione Scopo del presente documento è ottenere assistenza e sostegno da parte del Ministero dell Istruzione della Generalitat de Caltalunya nella progettazione e attuazione di un modello che garantisca elevati standard qualitativi in tutti i progetti di mobilità interregionaley. Il presente documento è suddiviso in tre sezioni, di seguito elencate: Presente e futuro della mobilità nella formazione iniziale e professionale (IVET-Initial Vocational Education and Training.). Ruolo dei governi e delle autorità regionali nell attuazione della mobilità. Qualità nella mobilità: criteri, processo e modello. Presente e futuro della mobilità nella formazione iniziale e professionale (IVET) La formazione pratica sul posto di lavoro è stata per molto tempo, e lo è ancora oggi, una parte fondamentale del processo di formazione professionale. La netta differenza tra l insegnamento in aula e la formazione pratica sul posto di lavoro rappresenta un arricchimento nel percorso formativo degli studenti e permette di collegare tra loro la realtà scolastica e quella del mondo del lavoro e di analizzare i continui cambiamenti richiesti da quest ultimo. Questa relazione, profondamente radicata a livello regionale e locale, è diventata sempre più importante negli ultimi anni, da quando è stata trasferita ad un più alto livello che includesse l Unione Europea e le sue varie regioni. Questo cambiamento ha comportato la decisione di promuovere e incrementare maggiormente la mobilità interregionale nell ambito della formazione professionale, allo scopo di formare future generazioni di professionisti tecnici, dare loro accesso al mercato del lavoro e permettere loro di integrarsi pienamente e di crescere professionalmente all interno di un contesto globale, ossia un contesto in cui la prospettiva globale, specialmente a livello europeo, è tanto importante quanto quella regionale o locale. Le caratteristiche di una società e di un economia globale impongono metodi di formazione che preparino le future generazioni di professionisti tecnici ad intervenire ed agire in un mercato del lavoro sempre più internazionalizzato. A tal proposito, sarebbe auspicabile inserire esperienze di mobilità nei processi di istruzione e formazione, in modo da aiutare gli studenti ad acquisire competenze tecniche, sociali, linguistiche e culturali. Questa necessità è stata riconosciuta esplicitamente dal Parlamento Europeo che ha sottolineato l importanza della mobilità e la necessità di allargarne i confini, in modo da coinvolgere un numero sempre maggiore di studenti nella formazione professionale. Fino ad oggi, a beneficiare maggiormente della mobilità in Europa sono stati gli studenti universitari, soprattutto grazie ai programmi ERASMUS; tuttavia, adesso è arrivato il momento di promuovere la partecipazione ai programmi di formazione professionale di tutti gli studenti che, nel medio termine, dovranno raggiungere o perfino superare il numero di studenti universitari. Consapevoli di questa necessità, diversi promotori (il governo regionale, la Generalitat de Catalunya, insieme con le associazioni dei lavoratori, i sindacati e le organizzazioni locali) che hanno redatto il Secondo Piano Generale per la formazione professionale in Catalogna , hanno definito come uno dei loro principali obiettivi la promozione della trans nazionalità nell area europea delle qualifiche, auspicando un aumento del 50% degli attuali scambi in Europea. In conclusione, si può affermare che la mobilità interregionale contribuisce alla creazione di un area europea di istruzione e formazione, arricchisce notevolmente la formazione professionale, aumenta l occupazione, promuove la cittadinanza dell UE, l interculturalità e la conoscenza reciproca all interno della stessa, favorendone pertanto la coesione economica, sociale e regionale Dimensione glocale della formazione iniziale e professionale (IVET) Unione Europea Regione Località Il ruolo dei governi e delle autorità regionali nell attuazione della mobilità Nel corso degli ultimi trent anni, una delle maggiori tendenze innovative nei sistemi di istruzione e formazione è stata rappresentata da un decentramento sempre crescente, attraverso il quale l organizzazione e la gestione di tali sistemi è stata affidata sempre più alle autorità locali e regionali. Il grado di decentramento varia notevolmente a seconda dell organizzazione del potere di ogni Stato membro. Tale grado va dal semplice decentramento dell organizzazione e gestione dei meccanismi e delle risorse dei sistemi di istruzione e formazione (stati con un governo centralizzato), 1 I I Pla General de Formació Professional a Catalunya : 9

10 alla piena competenza, non soltanto per quel che riguarda la gestione e l organizzazione di tali sistemi, ma anche il loro contenuto e il loro sviluppo (stati con una struttura confederale, federale o con regioni a statuto autonomo). Tuttavia, in generale e in Europa in particolare, il ruolo delle autorità regionali quali intermediari tra le autorità locali competenti in materia di istruzione e formazione e i corrispondenti ministeri del governo centrale è sempre stato importante; le autorità regionali, infatti, hanno sempre svolto un lavoro fondamentale nello sviluppo e nell innovazione dei meccanismi nel settore della formazione e dell istruzione a livello regionale. Tali autorità possono essere rappresentate dai ministeri dei governi locali eletti dagli abitanti di una determinata regione (come ad esempio il Ministero dell Istruzione della Generalitat de Catalunya), o da organi sovra locali con poteri di gestione settoriali limitati ad un determinato territorio (organismi regionali, consigli di contea, consorzi, ecc.). In questo contesto, i governi e le autorità regionali svolgono un ruolo di primo piano in quanto intermediari fondamentali nella promozione e nella gestione dei programmi di mobilità interregionale. Al tal proposito, è necessario evidenziare tre aspetti fondamentali: In primo luogo, pubblicizzare e diffondere le informazioni relative ai programmi, alle borse di studio e alla risorse destinati alla mobilità nell ambito della formazione professionale nel territorio in questione, garantendo così una trasparenza interna ai beneficiari di tale mobilitàa. Per raggiungere tale obiettivo, è necessaria l effettiva partecipazione delle autorità pubbliche competenti al fine di garantire un adeguata divulgazione e il pieno rispetto del principio delle pari opportunità. Questa trasparenza concerne inoltre l uso corretto e l adeguata valutazione delle risorse umane e finanziarie investite nella mobilità, attraverso l applicazione dei criteri di efficienza, efficacia e qualità. In secondo luogo, la partecipazione alla creazione di un modello di riferimento per la qualità che permetta l effettiva realizzazione dei progetti di mobilità nelle migliori condizioni possibili in merito a qualità e sicurezza. Per attuare la mobilità, bisogna garantire le condizioni necessarie affinché gli istituti di formazione e i tirocinanti possano svolgere, nelle stesse condizioni proprie dei sistemi di formazione della loro regione di provenienza, un periodo di tirocinio in una delle regioni europee ospitanti. Questo aspetto è stato approfondito nell ultima sezione di questo documento sulla qualità della mobilità interregionale. In terzo luogo, per realizzare le condizioni di qualità e sicurezza precedentemente menzionate, è necessaria la creazione di una rete europea di cooperazione e di scambio tra le organizzazioni pubbliche, gli istituti di formazione, le aziende e gli enti coinvolti, al fine di garantire una trasparenza esterna nello sviluppo della mobilità tra gli istituti di formazione e gli studenti in tutta l Unione Europea. I governi regionali e le autorità locali svolgono un ruolo essenziale nel garantire la trasparenza esterna al momento della realizzazione di un progetto di mobilità. Qualità nella mobilità: criteri, processo e modello Tre sono gli aspetti essenziali per garantire la qualità della mobilità interregionale: n Criteri n Processo n Modello Criteri La Carta Europea di Qualità per la Mobilità 2 rappresenta il documento di riferimento per la qualità della mobilità di studenti, volontari, insegnanti e formatori all interno dell UE. Tale documento definisce le linee guida per le organizzazioni responsabili della mobilità, al fine di migliorare la qualità, l efficienza e l efficacia dei tirocini formativi svolti nelle varie regioni europee. Attuare la mobilità interregionale Ruolo dei governi e delle autorità regionali > Pubblicizzare e diffondere le informazioni > Garantire la trasparenza interna > Modello di riferimento per la qualità > Garantire le condizioni e i requisiti necessari > Rete europea di cooperazione e di scambio > Garantire la trasparenza esterna 2 Raccomandazione (EC) N. 2006/961 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 sulla mobilità transnazionale nell ambito della Comunità per l istruzione e la formazione: Carta Europea di Qualità per la Mobilità [Gazzetta Ufficiale L 394 del

11 Tali linee guida mirano a soddisfare le aspettative dei partecipanti per quel che riguarda la mobilità e a garantire gli standard di qualità richiesti dalla legge agli organismi promotori e agli istituti di istruzione e formazione nei paesi di provenienza e in quelli ospitanti. Le linee guida di cui sopra dovrebbero garantire: L aumento del numero di scambi realizzati nell ambito dell istruzione e della formazione; L eliminazione degli ostacoli che impediscono la mobilità; Assistenza ed infrastrutture necessarie per potenziare i livelli di istruzione e formazione; L applicazione di misure essenziali per promuovere la mobilità attraverso un informazione facilmente accessibile. Tali linee guida consistono in dieci principi o criteri applicati su base volontaria e flessibile, di seguito elencati: Informazione e assistenza: ogni candidato dovrebbe avere accesso a fonti di informazione precise ed affidabili e dovrebbe ricevere assistenza per quel che riguarda la mobilità e le condizioni necessarie per la sua realizzazione, incluse quelle definite dalla stessa Carta, e i ruoli delle organizzazioni di invio e di accoglienza; Piano di apprendimento: prima di ogni soggiorno con fini d apprendimento e di formazione è necessario preparare un piano di apprendimento, firmato dalle organizzazioni di invio e di accoglienza e dai partecipanti. Tale piano deve descrivere gli obiettivi e i risultati previsti, così come le modalità per conseguirli; deve inoltre includere gli aspetti relativi alla reintegrazione nel paese di origine ed alla valutazione. Personalizzazione: ogni programma di mobilità si deve adeguare ai percorsi formativi personali, alle competenze e alle motivazioni dei partecipanti, e dovrebbe contribuire a svilupparli ulteriormente o completarli; Supporto logistico: in questo ambito rientrano informazioni ed assistenza in merito alle modalità di viaggio, alla copertura assicurativa, alla trasferibilità delle borse di studio e dei prestiti concessi dal governo del paese di origine, ai permessi di residenza o di soggiorno, alla previdenza sociale e ad ogni altro aspetto pratico; Tutoraggio: l organizzazione di accoglienza dovrebbe fornire un servizio di tutoraggio per assistere i partecipanti durante il loro soggiorno e garantire la loro piena integrazione; Riconoscimento: se il periodo di studio o di formazione all estero è parte integrante di un corso di studi o di formazione ufficiale, questo aspetto deve essere indicato nel piano di apprendimento; inoltre, i partecipanti dovrebbero ricevere l assistenza necessaria per quel che riguarda riconoscimento e certificazione. Per altri tipi di mobilità, e in particolare per quella relativa all istruzione a alla formazione informali, la certificazione, tramite un apposito documento, come ad esempio l Europass, è necessaria. Reintegrazione e valutazione: al momento del rientro nel loro paese di origine, i partecipanti dovrebbero essere orientati e consigliati su come mettere a frutto le competenze acquisite durante il loro soggiorno, e, in caso di una lunga permanenza nel paese di accoglienza, dovrebbero essere assistiti nel processo di reintegrazione. La valutazione dell esperienza acquisita dovrebbe permettere di determinare se gli obiettivi del piano di apprendimento siano stati conseguiti. Impegni e responsabilità: le responsabilità derivanti dai criteri di qualità precedentemente elencati devono essere concordate e, in particolare, confermate per iscritto da tutti i soggetti coinvolti (organizzazioni di invio e di accoglienza e partecipanti). Preparazione generale: prima della partenza, i partecipanti dovrebbero ricevere una preparazione generale, sulla base dei loro specifici bisogni, che includa aspetti linguistici, pedagogici, giuridici, culturali e finanziari; Aspetti linguistici: le competenze linguistiche rendono più efficace l apprendimento, favoriscono la comunicazione interculturale e una migliore comprensione della cultura del paese di accoglienza. Di conseguenza, prima della partenza sarebbe necessario valutare le competenze linguistiche di ogni partecipante, prevedere la possibilità di frequentare dei corsi relativi alla lingua del paese ospitante e/o alla lingua in cui si svolgeranno le lezioni, se diversa; inoltre, bisognerebbe fornire sostegno e consulenza linguistica nel paese ospitante; 11

12 Processo Un secondo aspetto importante è la descrizione del processo di mobilità: Tale descrizione dovrebbe comprendere: n Una presentazione generale del processo, livello 1, in cui vengono indicati gli elementi iniziali di base e gli esiti previsti. n Una presentazione dei sub-processi, livello 2, in cui vengono indicati la struttura del processo generale e i diversi input e output di ogni sub-processo. Nella prima descrizione di base, inoltre, dovrebbero essere indicati i riferimenti legislativi e le norme inerenti al processo, e presentate le risorse necessarie per attuarlo. Nella fase successiva, il livello 3, dovrebbero essere descritti i meccanismi e le procedure innescati da ogni sub-processo. Di seguito viene riportato un diagramma descrittivo dei livelli 1 e 2. Processo di mobilità interregionale Livello 1, processo globale Progetto di mobilità Domanda di partecipazione ai programmi di mobilità Partecipazione ad un progetto di mobilità interregionale Valutazione del progetto Valutazione del piano di apprendimento Valutazione del supporto logistico (nel paese di origine e in quello di accoglienza) Riconoscimento delle conoscenze e delle competenze acquisite Livello 2, struttura del sub-processo Progetto di mobilità Domanda di partizipacione ai programmi di mobilità Bando per l asegnazione di borse Preparazione Soggiorno Borse assegnate per il progetto di mobilità Partecipanti scelti Informazioni ed assistenza rice vute Pian d apprendimento redatto Preparazione generale sul paese di accoglienza Competenze linguistiche valutate Supporto logistico (nel paese di oirigin e in quello di accoglienza Competenze tecniche acquisite Competenze linguistiche rafforzate Assistenza personale ricevuta Nuove relazioni: professionali, personali ed istituzionali Valutazione Valutazione del progetto Valutazione del piano d aprendimento Valutazione del supporto (nel pese di origine e in quello di accoglienza) Riconoscimento delle competenze e delle conoscenze acquisite 12

13 Modelle Il terzo aspetto fondamentale è la creazione di un modello globale di qualità che favorisca lo sviluppo dei progetti di mobilità seguendo gli orientamenti per l eccellenza. A tal proposito, i modelli esistenti 3, sia quelli generali che quelli specifici del settore dell istruzione e della formazione, costituiscono un punto di riferimento estremamente utile. Una bozza iniziale del modello dovrebbe includere quattro aspetti fondamentali: n Politiche n Processi n Soddisfazione n Risultati Il primo aspetto, Politiche, concerne, tra gli altri, i seguenti fattoris: leadership: chi è incaricato di promuovere la mobilità; strategie: inclusi gli obiettivi e le misure valutabili; risorse da impiegare; piano strategico nelle sue diverse fasi: analisi e diagnosi, obiettivi ed azioni, follow-up e valutazione. Il secondo aspetto, Processi, prende in considerazione, tra gli altri, i seguenti fattori: i diversi sub-processi indicati precedentemente: bando per l assegnazione di borse di mobilità, preparazione, soggiorno e valutazione; le procedure e i meccanismi innescati da ogni subprocesso; gli input e gli output relativi ad ogni sub-processo. Il terzo aspetto, Soddisfazione, tiene conto, tra gli altri, dei seguenti soggetti coinvolti nella mobilità: studenti e tirocinanti; insegnanti e formatori; istituti di istruzione e formazione; aziende ed enti; autorità regionali ed europee; attori sociali coinvolti nel settore dell istruzione e del commercio. Il quarto aspetto, Risultati, prende in considerazione, fra gli altri, i seguenti fattoris: lo sviluppo globale del progetto di mobilità; l ampliamento delle competenze e delle conoscenze acquisite, a livello tecnico, linguistico, culturale, ecc.; il riconoscimento accademico del soggiorno; la creazione di diverse reti di relazioni: professionali, personali e istituzionali. Aspetti e fattori relativi alla qualità nella mobilità interregionale Fattori Leadership Aspetti Fattori Leadership Stategie Risorse Politiche Processi Stategie Risorse Piano Piano Leadership Strategie Risorse Piano Risorse Piano Soddisfazione Risultati Progetto Conoscenze e competenze Riconoscimento Networks 3 Ad esempio, il premio EFQM per l eccellenza, gli Standard ISO che sono stati adattati ai servizi di istruzione e formazione, il premio Baldrige per l eccellenza nell istruzione americana, ecc. 13

14 3. Esempi di piani regionali per l utilizzo del FSE ai fini della cooperazione interregionale a livello europeo: Governo Regionale della Toscana Giacomo Gambino, Regione Toscana Premessa Nel contesto del Programma Operativo Regionale (Obiettivo 2 FSE ), il Governo Regionale della Toscana ha presentato Asse V: Attività Transnazionali ed Interregionali con un finanziamento di 26 MEURO. L Asse è interamente gestito dal Governo Regionale della Toscana e contiene le seguenti priorità in materia di Transnazionalità 1. Favorire la mobilità individuale e di gruppo verso i paesi dell UE, quindi promuovere lo studio, l apprendimento permanente e le esperienze lavorative all estero. 2. Favorire la dimensione transnazionale dei progetti pilota, promossi e finanziati dalle Province della Regione Toscana. 3. Promuovere i progetti a favore delle attività transnazionali per la creazione di servizi e iniziative volti a favorire la mobilità dei cittadini, lo scambio di buone pratiche e il trasferimento dell innovazione tra i vari paesi dell UE. I progetti possono essere lanciati anche sulla base delle proposte delle Agenzie formative, delle Aziende e dei Partner sociali. 4. Promuovere la cooperazione interistituzionale tra la Toscana e le altre Regioni europee, partendo dalla rete Earlall. Una mobilità che favorisca lo studio e le esperienze lavorative all estero La mobilità a favore delle attività mira a garantire ad un numero maggiore di cittadini la possibilità di lavorare e studiare all estero. Sulla base di questo Piano, il Governo Regionale della Toscana intende creare un servizio regionale per la promozione delle relazioni e degli scambi con altri sistemi di apprendimento permanente e altre regioni europee. In questa maniera, si spera di ridurre l impatto delle barriere economiche e linguistiche sulla mobilità dei giovani e sull offerta regionale di opportunità qualificate. In questo contesto, le attività sono rivolte in particolar modo a tirocinanti, studenti, giovani ricercatori laureati e imprenditori.. Studiare e lavorare all estero può essere un esperienza interessante sia per singoli individui che per gruppi di persone, che possono partecipare a diverse tipologie di programmi di formazione professionale all estero della durata minima di 3 settimane: formazione linguistica, imprenditoriale e professionale in ogni settore. Il periodo di permanenza può essere ridotto per gli imprenditori. L esperienza lavorativa all estero è principalmente rivolta ai tirocinanti in settori di attività che possano incrementare la loro professionalità. I programmi possono essere articolati in attività di formazione e lavoro, all interno di centri di formazione professionale e aziende. Le esperienze di studio e di lavoro all estero possono essere promosse da privati, scuole, centri di formazione professionale o da partner sociali e aziende. Questo tipo di attività si basa prevalentemente sulla cooperazione strutturata con le altre regioni europee che dovrebbe permettere alla Regione Toscana di aumentare le opportunità offerte ai cittadini interessati e di garantire condizioni di sicurezza e di qualità adeguate per la mobilità. E necessario sviluppare e lanciare questa politica in un contesto più ampio all interno delle regioni che si dimostrano capaci di sostenersi a vicenda offrendo opportunità di studio e lavoro ai cittadini di tutta Europa. I progetti pilota transnationali Le province toscane potranno promuovere dei progetti sulla base delle priorità del FSE tramite azioni congiunte che coinvolgano anche altre regioni e province italiane. Tali interventi mirano generalmente a provvedere ad un bisogno o ad una necessità locale specifica, ad esempio possono riguardare un obiettivo comune, un esigenza specifica di un territorio o inerente ad un determinato settore. In tali circostanze, l eventuale carattere transnazionale dei progetti di cui sopra può essere promosso e finanziato tramite le risorse regionali provenienti dai Programmi Operativi Regionali del FSE nell ambito dell Asse per la Transnazionalità. Lo scopo di tali azioni è mettere a frutto l esperienza acquisita in altri sistemi europei, attraverso il benchmarking e lo scambio di buone pratiche. Tramite la cooperazione con altre regioni, si intende creare un interconnessione di esperienze, al fine di sviluppare un processo comune di policy learning e policy transfer. 14

15 Servizi e Iniziative Transnazionali Le regioni potranno promuovere servizi ed iniziative che favoriscano le attività transnazionali sulla base delle esigenze comuni condivise con i centri di formazione professionale, le aziende e i partner sociali. In definitiva, tali interventi mirano essenzialmente a garantire dei servizi di base offrendo continuità, qualità e diffondendo il più possibile le diverse pratiche di cooperazione transnazionale in molteplici settori. Al tal proposito, la Regione Toscana può intraprendere delle azioni per la creazione di servizi che favoriscano i progetti di mobilità e lo scambio di beni, e per la promozione reciproca di attività che mirino ad incrementare gli strumenti ed i servizi finalizzati all apprendimento permanente, all occupazione e alla mobilità. Attraverso tali servizi si intende inoltre mettere a punto una sperimentazione coordinata delle azioni innovative, tramite le molteplici politiche per l occupazione e la formazione professionale. Le azioni di cui sopra possono essere finalizzate alla realizzazione di diversi obiettivi e possono coinvolgere ogni soggetto che abbia i requisiti necessari per prendervi parte. La cooperazione con altre regioni è rivolta ad altri soggetti che condividano gli stessi obiettivi e gli stessi interessi. Questo aspetto è essenziale per le azioni basate su progetti che richiedano sforzi congiunti e investimenti coordinati. Cooperazione Interistituzionale Per raggiungere gli obiettivi prefissati, è necessario che tutte le istituzioni politiche coinvolte negli interventi del FSE si impegnino, insieme alla Regione Toscana, a promuovere nuovi accordi. I Governi Regionali, in particolar modo, devono favorire lo sviluppo di accordi di cooperazione e partenariato e garantirne la qualità. Le azioni coordinate dei Governi Regionali sulla base delle attività programmate devono adeguarsi agli obiettivi, agli interventi, alle risorse e ai partner. La qualità e la reciprocità che solo i Governi regionali possono garantire si basa sulla loro azione. Per tale motivo, il Governo Regionale della Toscana insieme con altri Governi Regionali ha già realizzato degli accordi bilaterali e multilaterali e continuerà a farlo in futuro. Tali accordi sono stati firmati a nome dei Presidenti delle regioni coinvolte; attraverso questi accordi, i partner si impegnano a cooperare per raggiungere una serie di obiettivi comuni nell ambito delle loro competenze istituzionali. Il Governo Regionale della Toscana ha già firmato degli accordi con altri 7 Governi Regionali e, sulla base dei risultati positivi ottenuti, ha deciso di impegnarsi in tal senso anche per i prossimi anni. Questo tipo di iniziative va oltre i limiti del progetto singolo e garantisce la creazione di una rete di relazioni istituzionali, favorendo la cooperazione in tutti i settori e producendo valore aggiunto. 15

16 4. Il sistema regionale di mobilità trasnazionale Regione Toscana, Direzione Generale Politiche Formative Beni ed Attività Culturali Premessa L impegno della Regione Toscana, è orientato a rimuovere ogni tipo di barriera che ostacoli la libertà di movimento dei cittadini dell Unione e- a favorire la cooperazione tra Regioni per far sì che i nostri sistemi educativi e formativi favoriscano la propensione alla mobilità delle persone. In particolare, gli obiettivi della Regione Toscana sono i seguenti: accrescere il numero degli studenti e apprendisti che potranno essere accolti da altre regioni per fare esperienze di studio e lavoro all estero; dare possibilità a giovani laureati di fare delle esperienze di lavoro qualificato all estero presso aziende a tecnologia avanzata; promuovere esperienze di cooperazione nel campo della formazione all imprenditoria; sostenere la progettazione congiunta di contenuti formativi per la formazione a distanza; rafforzare la rete tra istituzioni, imprese, partner sociali delle diverse regioni; favorire la certificazione e riconoscimento della formazione in mobilità. Per realizzare questi obiettivi, la Regione Toscana si è data gli opportuni strumenti normativi e finanziari ed ha sottoscritto Accordi bilaterali con altre regioni europee. nel campo della mobilità transnazionale di studenti, apprendisti, neo-diplomati, ricercatori ed imprenditori. Oltre agli accordi per la mobilità, la Regione ha promosso la sottoscrizione di accordi finalizzati allo sviluppo della collaborazione in materia di politiche del lavoro nel quadro delle linee strategiche che le due Regioni sono impegnate a realizzare attraverso il Fondo Sociale Europeo. Un esempio è costituito dall Accordo siglato il 16 luglio 2008 con la Regione della Catalogna. 4.1 Gli strumenti normativi di riferimento a livello regionale: il Piano di Indirizzo Generale Integrato Gli indirizzi per la realizzazione delle politiche di cooperazione internazionale e in tale quadro- della mobilità sono state definite, innanzitutto, nel Piano di Indirizzo Generale Integrato , L Obiettivo globale 3 di tale Piano prevede la realizzazione di interventi finalizzati: allo sviluppo della dimensione internazionale delle politiche dell educazione, istruzione, formazione e lavoro attraverso la cooperazione con gli attori dei sistemi di altri paesi e la mobilità di studenti, lavoratori e imprenditori, per rafforzare i processi di trasferimento dell innovazione con i paesi dell Unione e, in particolare, con altri governi regionali responsabili delle politiche di lifelong learning. Tale Obiettivo generale è articolato nei seguenti Obiettivi specifici:: 1. Favorire la mobilità internazionale dei singoli cittadini e degli attori del sistema integrato sia a fini formativi che professionali e la costruzione di reti di scambio di conoscenze, da realizzare attraverso Azioni quali: la Mobilità di studenti e operatori della formazione al fine di accrescere il numero dei soggetti che partecipano a progetti di mobilità e di aumentare la qualità formativa della mobilità transnazionale di alunni, docenti e operatori delle scuole e del sistema formativo della Toscana.Ciò attraverso l offerta di servizi di supporto e di accordi con Governi regionali di altri paesi che possano garantire le migliori condizioni di reciprocità e accoglienza. In particolare rispetto ai docenti si tratta di fornire servizi di supporto e di accompagnamento quali: informazione per l individuazione di partners in altre regioni europee, accoglienza, stage di formazione/lavoro all estero, orientamento a distanza, valorizzazione, monitoraggio e certificazione. Rispetto agli studenti, si tratta di rafforzare i sostegni finanziari alle persone sotto forma di borse di mobilità, già in parte assicurate dai programmi europei; il Sostegno alla mobilità internazionale a fini professionali con l obiettivo di accrescere il numero dei soggetti che partecipano a progetti di mobilità e di aumentare la qualità formativa della mobilità transnazionale. Ciò attraverso l offerta di servizi di supporto e di accordi con Governi regionali di altri paesi che possano garantire le migliori condizioni di reciprocità e accoglienza. Rientrano, infine, in questo ambito anche gli interventi volti a sostenere la mobilità di lavoratori toscani verso altri paesi UE e di lavoratori UE verso la Toscana, anche attraverso specifici progetti di scambio nell ambito di EURES. In particolare, rispetto ai soggetti in formazione e interessati a svolgere work experiences all estero si tratta di rafforzare i sostegni finanziari alle persone sotto forma di borse di mobilità, già in parte assicurate dai programmi europei e, inoltre, servizi di supporto sia in fase di orientamento che di monitoraggio e certificazione dell esperienza di lavoro all estero; la Stipula di accordi bilaterali e multilaterali di reciprocità tra Governi regionali e locali di altri paesi europei relativi allo scambio di servizi di supporto a favore della mobilità. Lo scopo di tali accordi è di assicurare adeguate condizioni di acco- 16

17 glienza ed estendere il numero di attori sociali impegnati in progetti di mobilità. Tali accordi forniscono la garanzia di servizi di informazione per la creazione di reti di partenariato, di un offerta formativa a distanza per lo studio della lingua e della cultura locale, di servizi di accoglienza e certificazione; la Attivazione di servizi di informazione, orientamento e accoglienza. La rete regionale dei servizi per l orientamento è lo strumento attraverso cui può essere garantita il primo supporto per l accesso degli studenti, dei docenti e degli operatori alle misure di supporto a favore della mobilità. A tale rete si affianca l azione del Sistema Regionale di Formazione a distanza sia per l offerta di servizi di orientamento a distanza che per l offerta di corsi di lingue e di cultura del paese ospite. I servizi sono finalizzati a supportare in particolare forme di mobilità quali, le work experiences, il collocamento temporaneo di giovani ricercatori o il distaccamento anche temporaneo- di ricercatori pubblici presso le imprese, le istituzioni in altri paesi. I servizi possono operare anche nel campo della promozione di cluster tra imprese, anche su scala internazionale. 2. Favorire la partecipazione degli attori del sistema integrato a progetti a dimensione transnazionale, connessi alle priorità del Piano, e la valorizzazione dei risultati ed il trasferimento di innovazione sia verso altri paesi che verso la Toscana, da realizzare attraverso Azioni quali: Il supporto alla costruzione di partenariati internazionali volto a sostenere l iniziativa dei diversi attori del sistema integrato nella promozione di progetti pilota a dimensione transnazionale; Progetti pilota a carattere transnazionale che vedano impegnati gli attori del sistema toscano di apprendimento lungo tutto il corso della vita in veste di promotori o partners; La valorizzazione dei risultati dei progetti e lo scambio dei risultati degli investimenti sostenuti per l innovazione delle politiche e dei sistemi formativi e delle politiche del lavoro; Il sostegno ad iniziative volte alla esportazione ed all importazione di best practices attuate in altri paesi, attraverso azioni volte a favorire lo scambio di risultati di progetti. Tali azioni riguardano, in particolare, lo scambio di prodotti per la formazione e per le attività dei Servizi per il lavoro, ivi compresi i prodotti per l e learning. 3. Sostenere la partecipazione attiva dei Governi regionali e locali alla costruzione di un modello europeo di governance cooperativa, da realizzare attraverso azioni quali: Lo sviluppo della Cooperazione interregionale attraverso la partecipazione alla costruzione delle politiche europee attraverso l impegno all interno di Earlall (Associazione Europea dei Governi Locali e Regionali per l educazione lungo tutto il corso della vita) e attraverso l intensificazione delle relazioni con le istituzioni europee. Il supporto alla cooperazione tra Province e Comuni della Toscana ed i Governi locali di altre Regioni d Europa. Tali azioni mirano ad estendere la possibilità di rapporti diretti di cooperazione tra i diversi livelli della governance del sistema Gli strumenti normativi di riferimento a livello regionale: il Programma Operativo Regionale Obiettivo 2 Fondo Sociale Europeo ( ) Il POR Ob. 2 Regione Toscana , promuove la cooperazione transnazionale ed interregionale nel campo delle politiche di lifelong learning e del lavoro, ai sensi dell art. 3.6, del Regolamento (CE) 1081/0. Attraverso uno specifico Asse prioritario trasnazionalità e interregionalità, la Regione Toscana intende favorire la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche. La costituzione di uno specifico Asse punta ad incrementare tali azioni e, soprattutto, a coordinarle ed integrarle, sia nell ambito dello stesso POR, sia con gli altri strumenti delle politiche di lifelong learning, in particolare con la programmazione comunitaria. A tale Asse è destinato il 4 % dei fondi complessivi del POR pari a circa 27 milioni di euro. L Asse V, Trasnazionalità e interregionalità, viene gestito interamente dalla Regione, che intende sperimentare iniziative di mobilità, creazione e sviluppo di reti e partenariati, condivisione di informazioni, esperienze, risultati e buone prassi, valorizzando anche le esperienze fino ad oggi realizzate. Linee di intervento previste dall Asse trasnazionalità: mobilità individuale e organizzata a fini formativi e rivolta ai soggetti presenti ai diversi livelli del sistema formativo e di istruzione e nei diversi tipi di attività con particolare riferimento agli stage; mobilità a fini professionali, rivolta a persone occupate o in cerca di lavoro, finalizzata sia all arricchimento della professionalità che allo svolgimento di esperienze di lavoro all estero; realizzazione di interventi di orientamento a sostegno dei percorsi di mobilità; valorizzazione, ovvero il trasferimento dei risultati innovativi di interventi concernenti il sistema integrato, finalizzato sia all importazione che alla esportazione di modelli e strumenti di elevata qualità ; partecipazione a partenariati finalizzati alla produzione di innovazioni inerenti le politiche del lifelong learning, del lavoro e della ricerca ; cooperazione interistituzionale tra governi regionali e locali finalizzata allo sviluppo di programmi congiunti a supporto della realizzazioni delle azioni sopra indicate. 17

18 Le risorse gestite direttamente dalla Regione sono utilizzate per interventi che devono essere programmati in modo unitario, tesi a garantire standard uniformi e il raggiungimento di risultati comuni su tutto il territorio regionale attraverso un processo di concertazione territoriale Il Protocollo di intesa con le Amministrazioni provinciali e con le Parti sociali Assicurare un quadro che promuova sia la mobilità delle persone per motivi di studio o di lavoro- favorendo la crescita professionale e l incontro tra domanda e offerta sia la cooperazione transnazionale tra i sistemi europei, è un compito che deve essere affrontato a tutti i livelli (nazionale, regionale e locale) e che richiede una stretta cooperazione con le parti sociali. A tal fine, la Regione Toscana si è impegnata nella approvazione di Patti e Protocolli con i soggetti che operano a livello istituzionale (le parti sociali e le amministrazioni provinciali) a sostegno del sistema regionale di mobilità e di cooperazione transnazionale. Il 18 Luglio 2008 è stato siglato il Protocollo d intesa con le parti sociali per assicurare un maggiore livello di qualità concernente le condizioni educative e lavorative in cui la mobilità si realizza. Il suddetto patto Per un sistema regionale di mobilità dei cittadini toscani impegna le parti a integrare le politiche di mobilità nel quadro delle politiche di sviluppo regionale, per promuovere la partecipazione degli attori economici alle reti di cooperazione internazionale, attuare azioni di orientamento e sensibilizzazione di imprese, lavoratori e agenzie formative, sostenere la disponibilità delle imprese toscane ad accogliere giovani e lavoratori stranieri per stage e work esperiences, promuovere misure a favore della mobilità all estero per motivi di studio e di lavoro di lavoratori occupati e disoccupati, sostenendo azioni concrete per favorire le pari opportunità e l inclusione sociale. 4.4 Le politiche Sulla base degli strumenti normativi presentati, la Regione Toscana a partire dal ha attivato interventi nei seguenti campi prioritari di intervento: 1. supporto alla mobilità individuale e organizzata verso i paesi dell UE, attraverso la promozione di esperienze di studio, di formazione e di esperienze di lavoro all estero 2. sostegno alla dimensione transnazionale di progetti pilota promossi e finanziati dalle Province della Toscana 3. progetti a supporto delle attività transnazionali volte alla creazione di servizi e di iniziative per lo sviluppo della mobilità dei cittadini, dello scambio di buone prassi e del trasferimento di innovazione tra gli attori dei diversi paesi dell Unione Europea, da attivare anche sulla base delle proposte da Agenzie formative, imprese, Parti sociali 4. promozione di forme di cooperazione interistituzionale tra la Regione Toscana e le altre Regioni d Europa, a partire da quelle aderenti alla Rete Earlall Mobilità per esperienze di studio e di lavoro all Estero Gli orientamenti Le azioni di mobilità trasnazionale sono finalizzate a sostenere la mobilità trasnazionale in imprese o in istituti di formazione di apprendisti, imprenditori, lavoratori o persone disponibili sul mercato del lavoro (compresi i laureati) che vanno a realizzare un periodo di formazione e\o esperienza di lavoro all estero presso una organizzazione\azienda partner. I partecipanti alla mobilità ricevono un contributo a sostegno delle spese di viaggio e di soggiorno (vitto e alloggio) nel luogo di destinazione, nel quadro di un progetto di mobilità progettato, gestito e monitorato da un soggetto attuatore. Il soggetto attuatore definisce in cooperazione con il partner estero: gli obiettivi, la durata e il programma del tirocinio di mobilità in corrispondenza con i bisogni formativi e la preparazione del singolo partecipante; il supporto logistico ed organizzativo al singolo partecipante (viaggio, soggiorno, assicurazione, visti); le azioni di monitoraggio e tutoraggio; le azioni di disseminazione. Le azioni di mobilità, con esclusione delle azioni di mobilità rivolte agli imprenditori, hanno una durata minima di 2 settimane fino ad massimo di 24 settimane. I soggetti attuatori assicurano condizioni di reciprocità nella accoglienza di soggetti in mobilità provenienti dai paesi partners. Le azioni di mobilità rivolte agli imprenditori sono finalizzate alla frequenza di attività formative, di seminari ed alla realizzazione di visite di studio all estero. Gli interventi ed i risultati a seconda dei target a. Studenti Il Progetto Regionale di Mobilità Internazionale per gli Studenti delle scuole secondarie di II grado toscane ha avuto nel un finanziamento regionale pari a ed ha visto la partecipazione di 19 scuole toscane che hanno attivato progetti di scambio con scuole di altre regioni europee. Il progetto ha visto la partecipazione di 420 studenti, con soggiorni della durata da un minimo di 10 a un massimo di 14 giorni.le azioni progettuali hanno avuto come destinazione le regioni europee firmatarie di accordi istituzionali con la Regione Toscana, nonché le Regioni facenti parte della rete Earlall. Nel 2008, la Regione Toscana ha emanato un secondo bando di mobilità sempre per gli studenti delle scuole secondarie con un finanziamento pari a , a valere 18

19 sul FSE ob Sono finanziati progetti di mobilità per le terze e quarte classi degli istituti secondari, della durata minima di 15 giorni, nelle regioni europee con priorità per le regioni con le quali esistono accordi di mobilità e le regioni appartenenti alla rete Earlall Il Progetto Roots and Wing nasce nel 1995 all interno del programma SOCRATES e si fonda sulla collaborazione tra Regione Toscana, West Wales e Contea di Vejle (Danimarca). Nel ciclo di vita del progetto la rete si è estesa fino a comprendere 12 paesi europei e a coinvolgere 120 scuole, 15 mila studenti e oltre 1000 insegnanti. b. Giovani laureati In proposito si interviene attraverso il finanziamento di borse di mobilità per lo svolgimento di esperienze professionali di alta qualificazione ( attività di specializzazione e di aggiornamento tecnologico) presso imprese estere; Il soggetto proponente definisce un progetto di mobilità individuando contenuti e durata esperienza di mobilità, destinazione/impresa, misure di accompagnamento e tutoraggio. Con decreto 544/2008 la Regione Toscana ha approvato un bando per la mobilità internazionale per finalità formative di giovani cittadini toscani, finanziato con i fondi del POR Ob /2006. L intervento é rivolto ai cittadini toscani di età non superiore a 35 anni e prevede l assegnazione di voucher, di entità massima pari a euro per la frequenza all estero di attività di alta formazione (master, dottorati, corsi di specializzazione) presso Università e Istituti di alta formazione. Sono stati finanziati 37 voucher per un totale pari a circa euro. c. Apprendisti In proposito, si interviene attraverso il finanziamento di progetti di mobilità per la realizzazione di stage formativi, work experiences destinate a favorire l acquisizione di competenze professionali. Il progetto Regional Apprentices In Mobility realizzato nel è stato finanziato all interno del Programma Leonardo da Vinci. Si tratta di un progetto pilota, svolto con la collaborazione della Generalitat de Catalunya. L intervento ha interessato 19 apprendisti provenienti dalla Provincia di Arezzo che hanno approfondito all estero le materie di interesse del percorso professionale attinente la loro figura professionale. L esperienza di mobilità ha avuto la durata di 1 mese. d. Imprenditori Per gli imprenditori sono previsti interventi di cofinanziamento a progetti di mobilità per la partecipazione a seminari formativi, visite di studio, scambio di esperienze, promozione e partecipazione a partenariati internazionali; I Progetti pilota Le Province ed i Comprensori della Toscana possono promuovere progetti connessi alle diverse priorità del FSE. Tali progetti possono essere promossi congiuntamente da più Province e da più Regioni italiane. Si tratta di interventi che possono essere caratterizzate da un obiettivo o tema settoriale o territoriale. In questi casi, l eventuale componente transnazionale dei progetti può essere sostenuta dalle risorse regionali. 19

20 Le azioni sono finalizzate allo sviluppo di progetti di cooperazione trasnazionale promossi da un partenariato per la realizzazione di interventi innovativi di produzione di strumenti e servizi, di trasferimento e adattamento di prodotti e buone pratiche, di sperimentazione coordinata di misure innovative che interessino i diversi campi delle politiche della formazione e del lavoro. I progetti potranno essere presentati da partenariati bilaterali o multilaterali Servizi e iniziative a carattere transnazionale La Regione, anche sulla base di esigenze condivise con gli stake holders della formazione, con le imprese e con le parti sociali promuove iniziative e la creazione di servizi a supporto delle attività transnazionali. Gli interventi in parola hanno l obiettivo primario di assicurare i servizi di base utili a dare continuità, qualità e diffusione alle diverse forme di cooperazione transnazionale nei diversi campi. A questo proposito, possono essere previste azioni volte alla creazione di servizi di supporto per la gestione dei progetti di mobilità, per lo scambio di prodotti, per la creazione congiunta di attività di produzione di strumenti e servizi per il lifelong learning e per il lavoro, per il trasferimento e la sperimentazione coordinata di misure innovative che interessino i diversi campi delle politiche della formazione e del lavoro. Le azioni mirano a promuovere la partecipazione a partnership costituite con precedenti esperienze progettuali, o costituire la base per la realizzazione di futuri progetti di cooperazione transnazionale di interesse comune per le parti sociali e le imprese. I progetti possono prevedere un partenariato bilaterale o multilaterale tra organizzazioni appartenenti ai paesi dell Unione Europea Cooperazione interistituzionale L attuazione di quanto previsto nei precedenti campi di intervento è accompagnato un preventivo impegno per la promozione di accordi tra le istituzioni politiche che programmano gli interventi del FSE Servizio regionale di supporto alla mobilità: La Regione Toscana si è dotata di una apposito Ufficio per l elaborazione e l attuazione delle politiche e dei servizi di sistema. Oltre alle funzioni di indirizzo e amministrative, l Ufficio assicura i seguenti servizi di accompagnamento: Gestione e sviluppo della Qualità Controllo e sviluppo della qualità della mobilità, secondo i principi contenuti nella Carta per la mobilità interregionale. Inoltre, sono assicurate funzioni di monitoraggio e controllo dell insieme delle performances del sistema. Informazione Nel quadro del progetto Mobireg è stato realizzato il sito web per la mobilità europea, tramite il quale si intende offrire ai soggetti in mobilità all estero per fini di studio o di formazione professionale, l opportunità di raccontare e documentare le trasferte effettuate e l esperienza svolta. Inoltre, attraverso una mappa delle opportunità presente nel sito, l applicazione promuove e favorisce la scelta di mobilità per coloro che intendono intraprendere queste esperienze. Formazione a distanza ( TRIO è il sistema di web learning della Regione Toscana che mette a disposizione gratuitamente prodotti e servizi formativi, di facile accesso e aperti a tutti i cittadini. Il servizio si avvale di oltre 1200 prodotti formativi tra moduli on line, cd rom, e-books e guide cartacee, un servizio di tutoraggio on line, 19 poli di teleformazione sparsi sul territorio toscano, che hanno lo scopo di assicurare l accesso al sistema TRIO a cittadini, imprese, organizzazioni, provvisti delle necessarie infrastrutture tecnologiche, offrendo inoltre l assistenza di un tutor in presenza Ai fini della preparazione linguistica e culturale dei soggetti in mobilità, il sistema Trio ha predisposto nel corso del 2007 alcuni moduli specifici per studenti, apprendisti o altri utenti in partenza per esperienze di stage o di lavoro all estero, al fine di fornire loro informazioni sulla cultura, il territorio, i servizi e un alfabetizzazione di base relativamente alla lingua della regione di destinazione Progetti e Reti tematiche transnazionali La Regione Toscana partecipa e promuove progetti e reti europee di cooperazione, finalizzate alla produzione di innovazioni, diffusione e scambio delle esperienze positive inerenti le politiche del lifelong learning, del lavoro, della ricerca, dell innovazione, dell inclusione sociale. Si riportano di seguito alcuni progetti e reti che vedono la partecipazione della Regione Toscana: Soft Open Method of Coordination (SMOC), il cui obiettivo è di favorire i processi di policy learning e di policy transfer tra Governi regionali nel campo delle politiche del lifelong learning Trasnational Network ESF Conet (European Social Fund Cooperation network), promosso dalla Provincia di Trento finalizzata ad approfondire tematiche inerenti il Fondo sociale europeo. Network europeo Riduzione della disoccupazione giovanile promosso dal ministero del Lavoro della Grecia e da quello cipriota Protocollo trasnazionale per la cooperazione nell ambito dell integrazione occupazionale delle vittime del traffico di persone firmato il 9 luglio scorso a Bucarest con Ministero del Lavoro della Romania, Ministero del Lavoro dell Italia, il Dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio e 6 regioni italiane Network europeo per l inclusione sociale e lavorativa dei soggetti in esecuzione penale. 20

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