I PRESTITI E LA LORO GESTIONE (CAP 8-9)
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- Renato Silvestri
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1 Appunti sul libro Economia della banca I PRESTITI E LA LORO GESTIONE (CAP 8-9) Agg. Ottobre 2015
2 Credito e sviluppo economico Da sempre le banche hanno agito in modo da permettere lo sviluppo dell economia. Potremmo dire che esse hanno agito come volano dell economia perché hanno erogato credito agli imprenditori ricchi di idee ma non di mezzi. Negli ultimi anni è cresciuto il preoccupante fenomeno del credit crunch
3 Il contributo dei prestiti all economia della banca E evidente che, essendo la funzione creditizia fondamentale per la definizione di attività bancaria, l impiego in prestiti rappresenta una attività centrale per l economia della banca. La gestione dei prestiti deve fornire un contributo all equilibrio economico della banca
4 Il contributo dei prestiti all economia della banca (2) I prestiti contribuiscono all economia della banca sotto due aspetti. 1) aspetto economico, con riferimento all aspetto della redditività 2) aspetto della dinamica finanziaria con riferimento al mantenimento di idonee condizioni di liquidità (attenzione alla solvibilità ed al rischio di credito)
5 Il rischio dell attività di prestito L erogazione del credito non è affatto una attività priva di rischio ma anzi attribuisce alla banca quella rilevante funzione di trasformatore dei rischi. La corretta misurazione e gestione del rischio di credito (unito al rischio di liquidità) risulta fondamentale per l economia della banca
6 La politica dei prestiti Le decisioni relative alla gestione de prestiti sono fondamentali per la buona salute della banca. In particolare, nel caso della politica dei prestiti, è necessario prendere una serie di decisioni relative a: 1) Ammontare delle risorse da impiegare in prestiti. E evidente che la banca non può allocare tutto l attivo in prestiti a banche o a imprese ma deve decidere quanta parte dell attivo impiegare in prestiti, titoli, partecipazioni
7 La politica dei prestiti (2) 2) Composizione qualitativa: ogni prestito ha una propria caratteristica in termini di rischio e la banca deve, anche in virtù dei vincoli legati alla patrimonializzazione obbligatoria, decidere come comporre quella parte di capitale che viene allocato ai prestiti 3) Scelta dei criteri che stanno alla base della valutazione e selezione dei prestiti
8 La politica dei prestiti (3) La crescita del portafoglio prestiti deve coniugarsi con profili di: Stabilità (ovvero possibilità di prevedere variazioni e prevenirle o gestirle) Elasticità (ovvero attitudine del portafoglio ad essere governato) Qualità, variabile che condiziona la redditività, la liquidità e la solvibilità
9 La diversificazione del portafoglio prestiti E necessario che il portafoglio venga diversificato adeguatamente, con riferimento a : Importi erogati Scadenze/durate medie Forme tecniche Valute Settori di appartenenza Ambiti geografici e territoriali OBIETTIVO evitare concentrazione del rischio
10 Normativa in materia di prestiti (1) Un impatto significativo sulla concessione dei prestiti e soprattutto sui tassi ai quali i prestiti sono concessi deriva dalla normativa anti-usura. Dal 1996 opera in Italia una normativa molto specifica che ha introdotto un tasso di interesse il cui superamento implica automaticamente la fattispecie del reato di usura. Per calcolare il tasso soglia è necessario svolgere alcuni calcoli -
11 Il calcolo del tasso di usura (1) Si calcola il tasso soglia e si verifica se il finanziamento concesso ha superato il tasso soglia usura Per calcolare il tasso soglia: 1. Si rileva il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM), che indica il valore medio rilevato su quelle categorie di prestiti sul mercato nel trimestre precedente 2. Si aumenta il TEGM rilevato di ¼ e si aggiungono altri 4 punti percentuali. 3. Se il tasso applicato al prestito è superiore a questo tasso calcolato usura
12 Il calcolo del tasso di usura: esempio Per calcolare il tasso di usura è necessario tenere conto che la differenza tra tasso di usura e TEGM non può essere superiore agli 8 punti percentuali Esempio 1: Se il TEGM è 6%. Soglia = (6*1,25)+4= 11,5% La differenza tra soglia e TEGM è di 5,5% < 8% OK Esempio 2: Se il TEGM è 16,4%. Soglia = (16,4*1,25)+4= 24,5% La differenza tra soglia e TEGM è di 8,1% > 8% NON VA BENE. Allora la soglia vene calcolata come 16,4%+8% = 24,4%
13 Normativa in materia di prestiti (2) La normativa intende evitare che vi sia concentrazione del rischio con le seguenti definizioni e regole: 1) viene definita una nozione oggettiva di grandi rischi detti, in inglese large exposures : sono quelle posizioni di importo pari o superiori al 10% del Patrimonio di Vigilanza 2) vi è un limite individuale : ciascuna posizione di rischio non può superare il 25% del PV
14 Capitolo 9 La gestione degli impieghi in prestiti
15 La gestione degli impieghi in prestiti: introduzione Nella politica dei prestiti di una banca vi sono dei momenti fondamentali, rappresentati: 1)Dalla valutazione dei fidi (fase iniziale) 2)Dal controllo dei crediti concessi (screening) 3)Dal recupero dei crediti problematici (fase ex-post per recupero del credito e gestione del contenzioso)
16 La valutazione degli affidamenti Prima di erogare un prestito la banca deve concedere un affidamento, o fido. Può definirsi il fido come l impegno assunto dalla banca di mettere a disposizione del cliente una somma di denaro (prestiti per cassa) ovvero di assumere o garantire per suo conto una obbligazione (prestiti di firma). Il fido, quindi, è un contratto preliminare rispetto ai contratti bancari di prestito e la sua concessione avviene dopo una attenta valutazione dei rischi che la banca si assume
17 La valutazione degli affidamenti (2) L importo del fido può essere utilizzato una sola volta oppure gradualmente, entro limiti di tempo prestabiliti o indeterminati. Lo stesso fido può dare vita ad un solo prestito oppure a più prestiti: in quest ultimo caso gli utilizzi sono molteplici e spesso diversificati da un punto di vista di forme tecniche e di strutture contrattuali. Solitamente, la concessione di un fido viene seguita dall erogazione del prestito stesso.
18 La valutazione degli affidamenti (3) Un fido può essere o a tempo determinato (nel quale caso si estingue per scadenza del termine finale o per giusta causa in qualsiasi momento) oppure a tempo indeterminato (ma la banca inserisce la clausola fino a revoca. La valutazione dei fidi consiste: 1)Nel valutare la capacità di rimborso dei soggetti che richiedono credito 2) Nella valutazione del fido in esame in riferimento alle decisioni di diversificazione del portafoglio
19 Valutazione della capacità di rimborso La banca deve decidere come valutare la capacità di rimborso, ovvero scegliere se: 1) focalizzarsi sulle capacità PATRIMONIALI dell impresa (che possono, in casi di dissesto finanziario, favorire il recupero del credito) 2) guardare alla capacità reddituale attuale o prospettica valutando i flussi di cassa e redditività futura dell impresa da affidare
20 Istruttoria di credito (1) Nel momento in cui il cliente richiede alla banca un credito (di qualsiasi tipo), la banca deve effettuare tutta una serie di indagini e di analisi che forniscano elementi di valutazione sulla capacità di rimborso dell impresa richiedente credito. Seppure vi siano necessariamente degli elementi in comune, ogni banca predispone le istruttorie di fido secondo modalità proprie
21 Istruttoria di credito (2) L istruttoria di affidamento si articola, generalmente, in cinque fasi: 1) Analisi dei dati costitutivi e acquisizioni generali sul richiedente credito (per esempio iscrizione Ccomm, visure, etc.) 2) Analisi andamentale (cioè analisi delle informazioni sull andamento nel tempo del rapporto dell impresa con la bancasconfinamenti, puntualità nei pagamenti e nei rientri, posizione nella CR)
22 Istruttoria di credito (3) 3) Analisi qualitativa (analisi del settore di appartenenza, analisi del fatturato e delle sue previsioni, analisi della strategia e delle politiche gestionali) 4) Analisi quantitativa (riclassificazione dei bilanci, analisi e calcolo di indicatori di redditività, analisi dei flussi e analisi previsionali) 5) Relazione di fido (sintesi delle valutazioni e formulazione di una proposta per l organo decisionale)
23 Innovazione nei criteri di valutazione del credito bancario (1) Nell ultimo periodo vi è stato un processo di razionalizzazione della gestione dei rischi che gravano sull attività bancaria. In questo processo un ruolo decisivo è stato svolto dal Comitato di Basilea che ha indotto le banche a valutare con attenzione il rischio di credito ovvero alla possibilità che una variazione inattesa del merito creditizio di una controparte affidata generi una corrispondente variazione del valore di mercato del credito erogato
24 Innovazione nei criteri di valutazione del credito bancario (2) Il rischio di credito non si limita solo all insolvenza della controparte ma anche al deterioramento del merito creditizio della controparte affidata. Esiste il rischio che la controparte affidata veda cambiare il proprio rating (migration risk) Una ulteriore modalità di manifestazione è quella cosiddetta del credit spread risk, derivante dal fatto che il premio per il rischio fissato non sia in linea con le condizioni richieste dal mercato per gli investimenti rischiosi perché è cambiata l avversione al rischio degli investitori
25 Il controllo del credito concesso Una volta concesso il credito, la banca deve comunque implementare delle procedure di controllo. Deve, cioè: 1) procedere ad una revisione periodica, generalmente su base annua, del credito concesso per verificare che non siano necessari cambiamenti o incremento delle garanzie 2) Monitorare in via continuativa i comportamenti del cliente per cogliere in anticipo possibili tensioni finanziarie
26 La Centrale dei Rischi (1) Il sistema italiano è caratterizzato (ma soprattutto lo era) dalla caratteristica del multiaffidamento, fenomeno per il quale è molto utile, per una banca, riuscire a monitorare l esposizione del proprio affidato nei confronti dell intero sistema bancario. La Centrale dei Rischi, definita come Servizio per la centralizzazione dei rischi bancari è stata costituita nel 1964 e gestita sin dalla sua costituzione dalla BDI.
27 La Centrale dei Rischi (2) Tutte le banche e i principali intermediari non bancari hanno l obbligo di comunicare alla CR tutta una serie di informazioni circa i crediti accordati e le relative modalità di utilizzo. Le banche ricevono un riassunto di tutte le linee di credito attivate a nome del proprio cliente, in modo da poterne monitorare la situazione complessiva. Vengono rilevate tutte le posizioni in sofferenza superiori ai 250 euro e tutte le posizioni affidate di importo superiore ai
28 La Centrale dei Rischi (3) Oltre al flusso di informazione relativo ad ogni singolo cliente, le banche ricevono anche dei dati aggregati su base mensile e trimestrale. Le banche possono anche ricevere informazioni su clienti non ancora affidati ma che hanno richiesto un affidamento (richieste di prima informazione) La CR è molto utile anche alla BDI perché monitora le politiche creditizie e l andamento della domanda di credito da parte del sistema economico nel suo complesso e anche in termini territoriali, geografici e dimensionali.
29 Monitoraggio dell andamento Le banche una volta concesso il credito continuano a monitorare le modalità di utilizzo del credito stesso, in modo da accorgersi in tempo di eventuali problemi. In particolare la banca si concentra su anomalie, insolvenze o ritardi di incasso subiti dalle imprese affidate (che possono mettere in difficoltà i clienti) o problemi di pagamento del cliente.
30 Il recupero del credito e la gestione del contenzioso Nel corso della propria attività è molto probabile che la banca riscontri delle situazioni di difficoltà da parte di alcuni clienti non più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni in modo puntuale. I prestiti in essere vengono classificati nel modo seguente: 1) prestiti vivi o esposizioni in bonis (per le quali non sussistono problemi) 2) esposizioni deteriorate o crediti problematici
31 Esposizioni deteriorate e crediti problematici Le esposizioni deteriorate o crediti problematici possono essere divisi in: 1. Sofferenze (esposizioni per cassa nei confronti di soggetti in stato di insolvenza) 2. Partite incagliate (posizioni creditizie riferite e debitori in temporanea difficoltà) 3. Esposizioni ristrutturate (esposizioni creditizie che sono state modificate per tenere conto di difficoltà di rimborso) 4. Esposizioni scadute e/o sconfinanti (posizioni scadute da oltre 90 gg)
32 Contenzioso e recupero del credito Una volta accertata la situazione di difficoltà, è importante trarne le conseguenze, attivando i processi decisionali tesi al recupero del credito. La banca dispone generalmente di unità interne che si occupano del recupero crediti. La banca, però, prima di segnalare la situazione al recupero crediti, può provare ad evitare le vie legali, specie se è evidente che l impresa si trova solo in una situazione temporanea di difficoltà
33 Contenzioso e recupero del credito (2) La banca potrebbe, in alternativa, provare ad escutere le garanzie o richiederne di aggiuntive. In alcune situazioni la banca prova a ristrutturare il credito, ovvero a rimodulare le scadenze e le modalità di rimborso, in modo da giungere comunque ad una definizione del credito. La banca può anche conferire ad una controllata del gruppo tutte i crediti problematici, in modo che vengano gestiti in modo professionale ed unitario. In questo caso viene costituita la cosiddetta bad bank.
34 Soluzioni complesse per la gestione dei prestiti in sofferenza: il bad banking Le attività di gestione dei crediti dubbi sono organizzate secondo modalità diverse nelle singole banche Generalmente esse sono attribuite ad apposite strutture specializzate che operano spesso con l ausilio di consulenti legali esterni In alcuni casi la gestione viene esternalizzata verso società specializzate diverse dalle banche che acquisiscono i crediti pro soluto gestendo poi il recupero del contenzioso
35 Soluzioni complesse per la gestione dei prestiti in sofferenza: il bad banking (2) I grandi gruppi bancari hanno messo a punto, negli ultimi anni, una soluzione per gestire i crediti problematici. Tali crediti vengono trasferiti ad un soggetto controllato dalla capogruppo destinato a gestire in chiave specialistica le attività di recupero: tale unità viene detta bad bank La bad bank cerca di recuperare i crediti con una complessa attività di recupero che include anche attività di cartolarizzazione
36 Soluzioni complesse per la gestione dei prestiti in sofferenza: il bad banking (3) I benefici del bad banking possono essere così riassunti: 1. Forte specializzazione tecnico professionale 2. Contenimento delle spese centralizzando le attività a livello di gruppo 3. Utilizzo di cartolarizzazione che necessita di portafogli ingenti 4. Isolamento delle situazioni problematiche in un soggetto unico: questo permette: 1. Risparmio di capitale regolamentare 2. Migliore rappresentazione all esterno della realtà bancaria 3. Isolamento delle attività deteriorate
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