IL LAVORO SOMMERSO Indagine condotta da SWG di Trieste (giugno 1998)

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1 IL LAVORO SOMMERSO Indagine condotta da SWG di Trieste (giugno 1998)

2 NOTA METODOLOGICA Descrizione del campione Il campione da noi contattato è un campione per quote, estratto dalla lista dei nominativi riportati sugli elenchi telefonici dell'intera rete nazionale. I metodi usati per l'individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici, e riguardano tre livelli di stratificazione: zona geografica; classe di ampiezza demografica del comune; sesso. Tutti e tre i parametri sono uniformati ai dati forniti dall'istat (Censimento Generale della Popolazione e Annuario Statistico Italiano). Sulla base di questi parametri sono stati localizzati dei Comuni-campione, all'interno dei quali i rilevatori svolgono le interviste prefissate, nell'ambito delle indicazioni emerse dalla stratificazione di cui sopra. Le quote riguardano quindi le unità finali (il singolo individuo) da intervistare. La scelta di utilizzare un campione per quote, piuttosto che un campione probabilistico si spiega sulla base di alcune osservazioni: richiede tempi e costi di rilevazione contenuti, soprattutto in quanto non prevede reiterati tentativi di intervista, necessari in un campione probabilistico; non richiede l'esistenza di una lista completa delle unità finali; l'incidenza delle non risposte (che comprendono numeri contattati che risultano sempre occupati, sempre liberi o inesistenti, soggetti che non rientrano nel campione, soggetti che non vogliono rispondere) finirebbe comunque con l'introdurre serie distorsioni in un eventuale campione probabilistico MODALITA' DELLA RILEVAZIONE Ogni rilevazione è preceduta da una fase pilota volta a mettere in luce e ad eliminare eventuali problemi nella somministrazione del questionario, Sia la fase pilota che la rilevazione avvengono tramite interviste telefoniche, utilizzando in contemporanea le postazioni a disposizione nella nostra sede. Esiste un meccanismo di selezione casuale dell'intervistato all'interno della famiglia, nel momento in cui avviene il contatto, Questo evita una potenziale distorsione determinata dal fatto che chi risponde al telefono è una solitamente persona "speciale" (il capofamiglia, oppure chi solitamente si trova più vicino al telefono ecc.,), Le interviste sono state effettuate nei giorni dal 23 al 25 giugno, nella fascia oraria serale (18,30-21,30), fuori dal normale orario lavorativo, onde evitare la sottorappresentazione di certe classi all'interno del campione,

3 Il campione di 600 intervistati risulta così composto: Eta': anni 12, anni 19, anni 16, anni 15, anni 14,7 piu' di 64 anni 20,5 Scolarità: Sesso: elementare 18,4 media inferiore 27,9 superiori in corso 2,3 diploma 35,6 universita' in corso 2,6 laurea 13,2 Zona: maschio 47,9 femmina 52,1 Nord Ovest 27,1 Nord Est 18,9 Centro 19,6 Sud 23,2 Isole 11,2 Professione dell'intervistato: imprenditore 0,9 artigiano 1,9 commerciante 1,2 familiare coadiuvante 0,1 agente di commercio/rappresentante/altro lavoratore autonomo 1,4 libero professionista 3,0 dirigente 1,2 insegnante/docente 7,8 quadro/direttivo/tecnico 2,3 impiegato privato 8,8

4 impiegato pubblico 4,5 altro lavoratore dipendente 0,9 operaio 12,4 agricoltore 1,0 studente 8,7 casalinga 17,0 pensionato 21,8 disoccupato 5,1 I RISULTATI DEL SONDAGGIO Secondo lei il lavoro sommerso (lavoro nero) e' un fenomeno molto, poco o per niente diffuso? molto 71,9 abbastanza 14,9 poco 8,2 per niente 0,9 non sa/non risponde 4,1 Il lavoro nero viene percepito come un fenomeno estremamente diffuso. Per quasi tre quarti del campione, infatti, le prestazioni irregolari sono ëmoltoí frequenti. Ad affermarlo sono soprattutto le fasce sociali considerate più deboli e, in quanto tali, maggiormente esposte al lavoro nero: i giovani (18-34), le donne, gli studenti e i disoccupati. Il fatto che siano proprio questi gruppi ad indicare una considerevole diffusione del lavoro nero attribuisce ulteriore significato e credibilità al dato. Una ridotta (8,2) percentuale di intervistati ritiene invece che il lavoro sommerso sia poco diffuso. Quasi nulla la percentuale di chi considera il fenomeno per niente diffuso. Ed e' un fenomeno che secondo lei deriva soprattutto : dal fatto che ci sono troppe tasse e contributi 25,4 dallo sfruttamento di alcuni datori di lavoro 24,2 dalla necessita' di integrare salari e stipendi troppo bassi 22,5 dalla sola possibilita' di lavorare che hanno alcuni 19,8 dal fatto che gli stipendi regolari sono troppo elevati 3,2 non sa/non risponde 4,9 Le risposte sottolineano la dimensione complessa e controversa del lavoro sommerso. Le modalità di risposta maggiormente segnalate imputano la causa del fenomeno a cause diverse, a volte contrastanti. Tuttavia, sono accumunate dal fatto che tutte accusano delle situazioni scorrette e, in un certo senso, delle cause di forza maggiore. L'unica modalità che suggerisce una situazione regolare, riceve un numero di segnalazioni considerevolmente inferiore. La domanda divide il campione in quattro segmenti dalle dimensioni pressoché uguali. Un interpellato su quattro attribuisce il ricorso al lavoro nero alla mole delle imposizioni fiscali. Quasi la stessa percentuale adduce allo sfruttamento di alcuni datori di lavoro, mentre il 22,5% cita le difficoltà economiche dei salariati. Infine, il 19,8 afferma che il lavoro nero per alcuni non è un'opzione. Quasi trascurabile la percentuale di coloro che fanno riferimento a stipendi regolari troppo elevati.

5 Le disaggregazioni evidenziano significative differenze all'interno del campione. Sembra opportuno notare come gli intervistati segnalino le realtà a loro più vicine. Accusano le eccessive tasse soprattutto i lavoratori autonomi, gli uomini e le persone tra i 35 e i 44 anni. A denunciare con insistenza superiore al dato medio lo sfruttamento di alcuni datori di lavoro sono soprattutto le fasce sociali più deboli, sia dal punto di vista socio-anagrafico (le donne, i più anziani, e le persone dal basso profilo scolare) che da quello professionale (studenti, casalinghe, disoccupati). Fra chi indica la necessità di integrare salari troppo bassi, si registra una presenza superiore alla media di persone fra i 35 e i 64 anni, e dei residenti al nord, in particolare nel nord-est. Infine, i giovani e i residenti al sud adducono con insistenza maggiore rispetto al dato medio il fatto che il lavoro nero rappresenti per alcuni l'unica possibilità di impiego. La frequenza di tale citazione aumenta inoltre in maniera direttamente proporzionale alla scolarità degli intervistati. Secondo lei chi lavora in nero e' soprattutto: E poi? (somma delle risposte consentite) disoccupato 44,8 immigrato 30,4 pensionato 26,8 lavoratore dipendente con secondo lavoro 22,2 giovane 20,5 artigiano/commerciante 11,0 professionista 5,6 altro 12,3 non sa/non risponde 3,9 I disoccupati ricevono il maggior numero di segnalazioni, con un distacco piuttosto netto rispetto alla voce successiva. Vengono riportati con insistenza anche gli immigrati e i pensionati. Le segnalazioni del lavoro nero dei disoccupati toccano percentuali significativamente superiori alla media fra i disoccupati stessi, gli studenti e più in generale tutti i giovani (le percentuali di risposta diminuiscono infatti con l'aumentare dell'età degli intervistati) e fra i residenti al Sud e nelle Isole, insomma fra chi è maggiormente esposto alla crisi occupazionale. Fra chi cita gli immigrati, si nota una forte presenza di disoccupati, di insegnanti e di studenti. Nel gruppo di chi indica il lavoro nero dei pensionati, gli over 64 compaiono con frequenza doppia rispetto al dato medio. La forte presenza di pensionati in questo segmento aumenta la significatività del dato. Secondo lei quale tra le seguenti attività registra una maggior presenza di lavoratori assunti in nero? E poi? (somma delle risposte consentite) lavori di edilizia 41,0 lavori domestici (colf, baby sitter) 35,2 lavori di riparazione (auto, idraulica,ecc) 19,3 produzione di capi d'abbigliamento 16,4 ripetizioni scolastiche 15,1 prestazioni medico/sanitarie (dentisti, odontotecnici, fisioterapie, 14,9

6 cure estetiche) consulenze professionali (geometri, commercialisti..) 9,9 vendita di prodotti in uffici, presso case, ecc. 7,5 produzione di beni di consumo 4,5 attivita' commerciali e turistiche 3,0 altro 1,6 non sa/non risponde 6,7 Ancora una volta, si nota il fenomeno dell'autosegnalazione. Il settore edilizio raccoglie il maggior numero di citazioni, soprattutto da parte degli uomini, dei lavoratori autonomi e dei residenti nel nord-ovest. L'area delle collaborazioni domestiche viene, non sorprendentemente, citata con frequenza superiore al dato medio dalle donne, e supera con un certo distacco la citazione successiva. Tralasciando le prestazioni di tipo professionale, lei ritiene che far emergere il lavoro nero contribuirebbe alla soluzione dei problemi dell'occupazione italiana: si ma solo in misura trascurabile 12,2 si perché chi lavora nel sommerso spesso ha un altro lavoro e potrebbe lasciare il suo posto ad altre persone 26,2 no, perché oggi chi lavora in nero perderebbe il lavoro 11,4 no perché comunque molti per pagare meno preferiscono rivolgersi a chi lavora in nero 39,7 altro 3,7 non sa/non risponde 6,8 Emerge nuovamente la dimensione controversa del problema. La maggioranza (sebbene risicata) degli interpellati esprime il proprio scetticismo di fronte alla proposta inoltrata. Il motivo maggiormente evocato è la convenienza del lavoro nero, che continuerebbe a far sussistere il fenomeno. Sono di questa opinione soprattutto le donne, gli over 64 e i residenti nel nord-est. Fra chi adduce alla perdita di impiego da parte dei lavoratori sommersi si nota invece una presenza superiore al dato medio dei più giovani. Un non trascurabile 38,4% contrasta questo scetticismo, ed afferma che mettere alla luce il fenomeno del lavoro nero potrebbe contribuire almeno parzialmente alla soluzione della crisi occupazionale. Per un intervistato su quattro la denuncia del lavoro sommerso è una misura auspicabile per il miglioramento della situazione occupazionale, in quanto metterebbe allo scoperto chi svolge più di un impiego. La pensano così soprattutto le persone con un alto profilo scolare. Per il 12,2% del campione, invece, tale denuncia porterebbe solo un trascurabile miglioramento del problema dell'occupazione. Questa voce viene segnalata con frequenza superiore ala dato medio dai residenti al nord. Per far emergere il lavoro nero secondo lei sarebbe piu' utile: scoprire e colpire chi offre lavoro nero 36,5 offrire lavori anche part time o temporanei 22,3 una tassazione piu' bassa per un certo numero di anni 18,4

7 scoprire e colpire chi lavora in nero 8,6 una sanatoria totale rispetto al passato 5,0 una sanatoria con multe molto basse 2,6 non sa/non risponde 6,6 Il campione segnala esigenze molteplici. La azioni maggiormente auspicate sono i provvedimenti contro chi offre lavoro nero. A suggerire questo tipo di provvedimento sono soprattutto gli operai, i disoccupati, le casalinghe e gli studenti. La scelta di questa modalità di risposta è inversamente proporzionale al livello di scolarità degli intervistati, e raggiunge livelli superiori alla media fra gli abitanti del Sud. Ad evidenziare la necessità di una riduzione dell'onere fiscale sono soprattutto i lavoratori autonomi. Secondo lei per impedire la nascita di nuovo lavoro nero bisognerebbe: prevedere finanziamenti/agevolazioni per le imprese che assumono 29,1 ridurre le tasse alle imprese 26,9 ridurre i contributi 13,4 far contare di meno i sindacati 6,1 aumentare la flessibilita' del lavoro 6,0 offrire assistenza e servizi alle imprese 5,1 non sa/non risponde 13,4 Le risposte suggeriscono l'esigenza di una maggiore tutela delle imprese al fine di prevenire la nascita di ulteriore lavoro nero. Un terzo del campione auspica delle misure al fine di facilitare le assunzioni da parte delle imprese. In questo segmento si nota una presenza significativamente superiore alla media di studenti e di impiegati pubblici, di persone fra i 18 e i 44 anni e di laureati. I più anziani e i lavoratori autonomi segnalano invece con maggiore insistenza le riduzioni delle tasse alle imprese. CONCLUSIONI Alla luce dei dati, si possono cogliere le seguenti conclusioni: Il lavoro nero viene percepito dalla larga maggioranza degli intervistati come un fenomeno molto diffuso, e che deriva quasi esclusivamente da situazioni non corrette. Il lavoro sommerso colpisce principalmente i disoccupati e gli immigrati, e interessa maggiormente i settori dell'edilizia e dei lavori domestici. Il campione si divide crucialmente nell'individuare la causa principale del lavoro nero. I diversi segmenti socio-professionali fanno riferimento a diversi fattori. Se i lavoratori autonomi attribuiscono la causa del fenomeno agli eccessivi oneri che gravano sulle imprese, le fasce socialmente "deboli" accusano più o meno direttamente lo sfruttamento degli stessi imprenditori. Lo smascheramento del lavoro sommerso non viene percepito univocamente come una misura capace di migliorare l'attuale crisi occupazionale, principalmente a causa della convenienza economica delle prestazioni illegali. Secondo la larga maggioranza degli intervistati occorre, al fine di prevenire la nascita di ulteriore lavoro nero, intervenire sulle imprese, (ad esempio agevolandone le assunzioni) e non sui singoli lavoratori.

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