SOCIOLINGUISTICA A (a.a , Univ. Pavia) Chiara Meluzzi (PhD)

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1 SCILINGUISTICA A (a.a , Univ. Pavia) Chiara Meluzzi (PhD) chmeluzzi@gmail.com 1

2 Il corso fino ad ora 1. Definizione di SL 2. Il lavoro del SL 3. Le nozioni di base/1 4. Le nozioni di base/2 5. Lingue d Italia 6. Minoranze linguistiche 7. Multilinguismo e contatto 8. La SL laboviana 9. Altre chiavi interpretative 10. Il mutamento linguistico 11. La sociofonetica 12. Sociofonetica in Italia/1 13. Sociofonetica in Italia/2 14. Sociolinguistica storica 15. Le variabili SL in prospettiva storica 16. Applicazioni della SL storica 17. La socio-pragmatica 18. Conclusioni 2

3 Lezione 14 La sociolinguistica storica rigine e sviluppo Il principio di uniformità Il bad data problem L uso di corpora nell analisi SL (storica e non) Riferimenti bibliografici: - Approfondimenti: Hernández-Campoy J. M. & J. C. Conde- Silvestre (eds.) (2012) The Handbook of Historical Sociolinguistics, London: Wiley-Blackwell; Mancini, M. (2007) Testi epigrafici e sociolinguistica storica: le defixiones sannite, in R. Giacomelli & A. Robbiati Bianchi (a cura di) Le lingue dell Italia antica oltre il latino: lasciamo parlare i testi, Incontri di studio 50: 29-61; Meluzzi, C. (2017) Problemi e prospettive della sociolinguistica storica, in P. Cordin & A. Parenti (eds.) Problemi e prospettive della linguistica storica. Atti del XL Convegno annuale della Società Italiana di Glottologia ; Romaine, S. (1982) Socio-Historical Linguistics: Its Status and Methodology, Cambridge, Cambridge University Press.

4 Historical Sociolinguistics «[the main objective is] to investigate and provide an account of the forms and uses in which variation may manifest itself in a given speech community over time, and of how particular functions, uses and kinds of variation develop within particular languages, speech communities, social groups, networks and individuals» (Romaine 1988: 1453) Cfr. Hernández-Campoy & Conde-Silvestre (2012): Handbook of Historical Sociolinguistics 4

5 La Sociolinguistica Storica (SS HS) biettivo: «reconstruction of the history of a given language in its socio-cultural context» rigine: Suzanne Romaine (1982) «Sociohistorical linguistics: its status and methodology» Linguistica Storica Sociolinguistica

6 Socio-Historical Linguistics Etichetta che fa comprendere subito la natura ibrida della disciplina (v. socio-phonetics) Socio-Historical Linguistics indica un connubio tra 3 discipline Sociolinguistica Linguistica Storica Storia sociale L etichetta «Historical Sociolinguistics» è in questo senso più chiara: è la SL che diventa storica Si occupa di quote cronologiche più alte, solitamente appannaggio dell indagine in linguistica storica Il suo scopo non è la ricostruzione linguistica ma la ricostruzione degli usi sociali della lingua Può applicarsi anche in diacronia, ma ha una dimensione anche sincronica (ossia, quel dato momento della storia di una lingua) È per sua natura interdisciplinare, specialmente per la raccolta e il trattamento dei dati pre-analisi

7 Sociophonetics VS. Historical Socio-Linguistics La Sociofonetica nasce come punto di incontro tra 2 discipline, la Sociolinguistica e la Fonetica (Sperimentale) L enfasi su uno o l altro dei due aspetti è legata al background teorico e agli interessi di ricerca dei singoli studiosi La Sociolinguistica Storica nasce invece come applicazione diacronica o a dati storici della Sociolinguistica Romaine (1982) rappresenta una applicazione del paradigma laboviano variazionista a un problema di variazione sintattica storica legata allo sviluppo del Middle Scott. Solo di recente la Linguistica Storica vera e propria si è interessata attivamente di sociolinguistica (v. Mancini 2007) Il paradigma e la riflessione teorica sono stati finora pesantemente e unicamente sociolinguistici Un connubio più stretto tra le due discipline porterà senz altro a un migliore sviluppo della riflessione sociolinguistica, non solo in ambito storico

8 La fortuna della HS Anno Historical Sociolinguistics Sociohistorical Linguistics Date importanti 1982: Romaine, S. «Socio-historical linguistics: its status and methodology», Cambridge: CUP. 2012: Hernández-Campoy, J.M. & J. C. Conde-Silvestre, «Handbook of Histrical Sociolinguistics», London: Blackwell. 2014: Rutten, G., R. Vosters & W. Vandenbussche «Norms and usage in language history. A sociolinguistic and comparative perspective, AHS 3, John Benjamins. Ricerca esplorativa su Google Scholar - Solo etichette inglesi (no «Sociolinguistica Storica») - Solo nei titoli (libri o articoli) 8

9 La diacronia in HS La ricerca in SL già lavorava e lavora su 2 tipologie di diacronia Tempo reale Tempo apparente Mancini (2007) identifica come campo peculiare della HS anche un terzo tipo di tempo, ossia il tempo invisibile La HS infatti analizza quote cronologiche per le quali è necessaria la mediazione di documenti scritti In assenza di questi documenti, il cambiamento linguistico diventa «invisibile» Questo vuol dire che si può solo postulare, con adeguati margini di ragionevolezza, ma non osservare empiricamente (a differenza della SL!)

10 I principi base della HS biettivo principale è dunque applicare i principi cardine e le scoperte della SL a dati del passato Seguendo lo sviluppo della SL, anche la HS ha integrato/sta integrando considerazioni riguardo a tematiche quali Multilinguismo Linguistica del contatto Atteggiamenti linguistici Standardizzazione Perché ciò sia possibile, l analisi deve essere fondata su 2 principi principali Il principio di uniformità (Labov 1972: 274, ) Il principio di generalizzazione La ricerca in HS è poi affetta da un problema imprescindibile legato ai dati che usa, ossia il problema delle fonti ( bad data problem ) Hernández-Campoy & Conde Silvestre (2012: 1-7)

11 Il principio di uniformità Uno dei più controversi, ma anche quasi il più dogmatico di tutta la HS «human languages in the past were not in any principled way different from those spoken today» (Nevalainen 1999: 499) Lass (1997: 25): «there are no miracles» Principio base della linguistica storica dai neogrammatici (19 secolo) in poi Portato in HS cosa significa? Possiamo assumere che le stesse forze che portano al mutamento linguistico nel presente siano (quasi) le stesse che hanno operato nel passato Di conseguenza, possiamo usare i principi teorici e le ipotesi formulate dalla SL nel tempo presente per applicarli all anlisi della variazione linguistica in diacronia

12 Il principio di uniformità «The linguistic forces which operate today and are observable around us are not unlike those which have operated in the past. This principle is of course basic to purely linguistic reconstruction as well, but sociolinguistically speaking, it means that there is no reason for believing that language did not vary in the same patterned ways in the past as it has been observed to do today» Romaine (1988: 1454) 2 parole chiave : «linguistic forces» & «patterned ways» Non è una definizione da prendere alla leggera o in modo semplicistico!

13 Le maggiori critiche al «principio di uniformità» Paradossalmente, le critiche maggiori arrivano proprio dai linguisti storici (per i quali questo principio è stato formulato) La critica principale è che alcune variabili su cui si fonda l analisi SL laboviana NN sono applicabili in diacronia Classe sociale Variazione diamesica scritto-parlato Variazione diafasica pertinente ( bad data problem, autenticità)

14 In medias stat virtus SL puri (o puristi ) Applicabilità totale del principio di uniformità Non applicabilità del principio di uniformità in nessun caso Linguisti storici puri (o puristi ) Problematizzare sempre le nozioni teoriche (es. classe sociale) aggiornando la propria bibliografia SL Considerare gli aspetti specifici della propria CL (multidisciplinarità: sociologia, storia sociale) Tenere sempre conto dei limiti del proprio corpus! Questi sono avvertimenti validi per la ricerca SL in generale!

15 Il principio di generalizzazione «Generalizability principle»: la possibilità di estendere i risultati ottenuti da un campione all intera popolazione Nel paradigma quantitativo, questo si realizza tramite la significatività statistica Generalizzabile = rappresentativo e significativo 2 criteri perché una ricerca sia generalizzabile (Wolfram 2004, citando Bailey & Tillery 2004: 1): Reliability: otterremmo gli stessi risultati se ripetessimo più volte l osservazione dello stesso fenomeno; Subjectivity: due diversi ricercatori che osservino lo stesso fenomeno (con la stessa metodologia!) otterrebbero gli stessi risultati; Legato al principio di «rappresentatività», centrale nella SL variazionista (Labov 1966, Sankoff 1980) Il campione deve essere rappresentativo di una popolazione gni membro di una popolazione deve avere le stesse probabilità di diventare un informante del nostro corpus Metodologicamente, vuol dire che bisogna che sia chiaro dai nostri dati quante volte occorre una variante, ma ANCHE quante volte non occorre Trudgill (2003: 3)

16 Problemi di rappresentatività In un analisi SL tradizionale (= non storica), puoi scegliere i partecipanti al tuo studio A priori = scegliendo con cura chi registrare e chi no in base al design sperimentale; A posteriori = selezionando i partecipanti da un corpus più grande (magari costruito da altri per altri scopi o perché la domanda di ricerca più specifica è cambiata) Creare un corpus rappresentativo di un fenomeno o anche solo degli usi linguistici di una comunità in HS può però essere complicato perché I dati non sono registrazioni di parlato, ma sono dati scritti (letterari e non, cfr. infra) I dati non vengono raccolti, ma di solito trovati (filologia, storia della lingua) Questi dati sono quindi spesso INCMPLETI, perché «texts are produced by a series of historical accidens; amateurs may complain about this predicament, but the sophisticated historian is grateful than anything has survived at all» (Labov 1972: 98) -> bad data problem

17 Il bad data problem «The great art of the historical linguist is to make the best of this bad data, bad in the sense that it may be fragmentary, corrupted, or many times removed from the actual productions of native speakers» (Labov 1972: 98) I dati di qualsiasi corpus hanno dei LIMITI (es. tempo, variabili considerate, scoperta di nuove variabili o varianti non incluse nel primo design sperimentale) In HS c è una complicazione: spesso non potete scegliere i dati di un corpus I dati sopravvissuti al tempo sono solo quelli Non sapete se e dove sono gli altri dati (es. archivi) Non avete accesso a informazioni sociali su quei parlanti Non potete preparare degli esperimenti controllati per determinate variabili, ma solo affidarvi a ciò che c è Avete accesso solo a determinate tipologie di testi e non ad altri (es. rendiconti economici vs. lettere private) Non avete accesso a dati di parlato, ma solo testimonianze scritte!

18 I dati del sociolinguista storico Sono tutti dati scritti La differenza principale (oltre alla diatopia e diacronia) è a livello diafasico Scritti letterari (es. commedie, dialoghi, libri di preghiere o di scuola) Scritti non-letterari (a diversi livelli di formalità) Una recente e crescente attenzione è inoltre posta sulla variabile diatecnica, ossia sul mezzo fisico con cui venivano scritti i testi (es. stilo su tavoletta vs. pennello su papiro, v. Cotugno 2015) In dipendenza dalla quota cronologica e dalla comunità di riferimento potremmo trovare Manoscritti con note a margine Fonti letterarie (letteratura, giornali, annunci) Diari personali o famigliari Lettere (ufficiali, semi-ufficiali, private) Problema di autorialità: chi scrive la lettera materialmente? Grosse fasce della popolazione erano illetterate Esistevano scribi professionisti (sia per il popolo sia, soprattutto, per i nobili) La firma in calce spesso è chiaramente di una mano diversa rispetto al testo Gli autori delle note a margine ai manoscritti non si firmano (quanti sono?)

19 I principali problemi della HS Hernández-Campoy & Conde-Silvestre (2012: 66) riassumono i 7 problemi nell applicazione del paradigma della Sociolinguistica Storica: 1. Rappresentatività 2. Validità empirica 3. Invarianza 4. Autenticità 5. Autorialità (authorship) 6. Validità sociale e storica 7. Standard ideology (ideologia dello/di uno standard) Tutti questi problemi vengono a volte riassunti nel bad data problem, ma in realtà questa interpretazione è riduttiva e fuorviante I bad data possono essere un problema solo per la loro limitatezza (in termini quantitativi e di categorie che rappresentano, es. poche lettere femminili o di incolti) Altri problemi della HS in realtà sono questioni più ampie che stanno scuotendo la riflessione teorica della SL stessa L analisi dei dati (quantitativo stretto vs. qualitativo) Gli atteggiamenti linguistici e le ideologie (dei parlanti, ma anche del ricercatore) La variazione stilistica, intesa non più (e non solo) come semplice attention paid to speech (v. Coupland 2009) Per riassumere, bisogna essere consapevoli dei limiti sia teorici sia metodologici della disciplina, ma non per questo bisogna rinunciare a una interpretazione sociolinguistica dei dati linguistici del passato! Hernández-Campoy & Conde-Silvestre (2012: 75) Make the best use of the bad data! (Labov 1972)

20 Diafasia & Diastratia in HS A livello diafasico si preferiscono i documenti meno ufficiali: Le lettere private testimonierebbero un parlato più spontaneo Attenzione: questo è un assunto teorico a priori! A livello diastratico alcune categorie sono poco o per nulla rappresentate I livelli più bassi non erano alfabetizzati e quindi, semplicemente, non hanno lasciato testimonianza scritta Resoconti pubblici o atti giudiziari possono riportare la loro voce Problema di interpolazione e autorialità Sono più rare, ma non impossibili da trovare, le lettere femminili! Il fatto che le donne, specie di condizione non nobile, non scrivessero è per lo più un assunto teorico aprioristico frutto di un certo tipo di visione del mondo (Testa 2015) Il lavoro di linguisti storici, storici della lingua, filologi, paleografi e sociolinguisti sta gettando una nuova luce su questa realtà femminile

21 Il background socio-culturale È il problema che Hernández-Campoy & Conde-Silvestre (2012: 70) definiscono come «validità storico-sociale». In una analisi SL classica abbiamo (o dovremmo avere) una serie di informazioni sulla CL che studiamo Qual è la struttura sociale della CL Qual è il repertorio linguistico comunitario Come si situano i nostri parlanti all interno di quella CL, rispetto alle diverse variabili diastratiche Quali sono le informazioni sociali necessarie e più importanti per l interpretazione della variazione linguistica in senso SL Tutte (o la maggior parte) di queste informazioni non sono accessibili in un lavoro di HS La limitazione più importante (e anche la precauzione maggiore) in HS è l uso della variabile diastratica: Le categorie sociali mutano nel tempo (e nello spazio)! In determinate CL, non si può sapere a priori quali siano le categorie sociali rilevanti (v. Nodari 2017) Questo però NN è un problema esclusivo della HS, ma è un problema più generale dell indagine SL post-laboviana (e non limitata al mondo anglofono, cfr. Eckert 2005)

22 «Standard Ideology» La discussione sulla presenza di uno standard nel repertorio di una CL è al centro del dibattito nella SL in anni molto recenti La HS contribuisce al dibattito, con dati storici che problematizzano ulteriormente il concetto di standard Quando si è sviluppato uno standard e quando ha iniziato a diffondersi? Quanto sono rimaste vive e diffuse forme non-standard? Quali erano i mezzi con cui lo standard veniva diffuso (es. grammatiche, libri di conversazione)? Rispetto a questo standard, come si orientavano i parlanti nel loro uso e, se siamo fortunati, a livello ideologico? Es. lo studio dei manuali di scrittura mercantile o dei manuali di conversazione (Franceschini 2005) ha messo in luce come su certi tratti ci fosse più permessivismo che su altri Questo indica, indirettamente, quali fossero le varianti da sanzionare maggiormente (-> markers, stereotipi) Ancora più indirettamente, questo dà un idea di quale fosse l orientamento verso la norma e quale fosse la sua ricezione nella CL

23 I testi ideali per la HS I cosiddetti ego-documents Lettere private Diari personali Annotazioni personali Norme linguistiche e norme d uso Documenti normativi sulla lingua Processi di standardizzazione linguistica Questi dati vanno (di solito) confrontati con invece l uso concreto della lingua Problemi di cui tenere conto Solo classi sociale alte (difficilmente medie, sicuramente non basse ) Gruppi minoritari difficili da raggiungere Presenza comunque di convenzioni stilistiche (es. guide per scrivere lettere) Importanti però per una «language history from below»: «private letters, diaries and similar sources have come into focus as historical text sources which can tell the (hi)story of orality and, based on this, its relationship with the (hi)story of literate writing as well as the changes in orality under the influence of writing» (Elspass 2012: 160)

24 Il primo studio di HS: Romaine (1982) Analisi della variazione del pronome relativo in Middle Scots ( ) rispetto al genere letterario Discute criticamente molti dei problemi generali dell analisi in HS Spesso critica l approccio laboviano puro, ma soprattutto il paradigma quantitativo che si andava imponendo (Cedergren- Sankoff 1974) «the claim is made that the underlying probabilities associated with variable rules will be reflected in actual speech as statistically observable fluctuations in the relative frequencies of the different variants» (Romaine 1982: 26) Romaine crede che le ipotesi empiriche NN possano essere confermate dall analisi dei dati, ma al Massimo che possano essere testate con dati e metodi sociolinguistici (p. 30). Romaine, S. (1982) «Socio-historical linguistics: its status and methodology», Cambridge: CUP.

25 I problemi dello studio in HS Problema 1: non è una variabile fonologica, ma sintattica Romaine critica Labov che sembra trattarle (indirettamente) allo stesso modo Per la Romaine il problema è che le espressioni sintattiche veicolano anche senso Lo studio della variazione sintattica non può prescindere anche da uno sui lessemi e sulle epsressioni, non solamente sulla forma (= ordine delle parole) Detto ciò, la variazione sintattica può assumere significato sociolinguistico (in opposizione all opinione di Lavander 1978) bisogna solo stare attenti a come le si usa Problema 2: quali variabili? Discute la differenza tra External variables e Social Variables Questa differenza sarebbe dettata dalla concezione di «style» Non più (e non solo) come attention paid to speech (Labov 1972) Scritto e parlato sono due facoltà e due assi del continuum distinto Critica Labov che vede lo scritto solo in opposizione al parlato Tra le variabili sociali rientrano anche le convenzioni e le norme d uso legate alla produzione di testi scritti Tra le variabili esterne rientra anche il mezzo usato per scrivere (variabile diatecnica) Romaine, S. (1982) «Socio-historical linguistics: its status and methodology», Cambridge: CUP.

26 I problemi dello studio in HS Relazione scritto-parlato «Even if we examinate quoted or indirect speech in prose and verse texts, which may be assumed to approximate speech to some extent, this is not speech. Furthermore, there is nothing observable to compare the written record with» (Romaine 1982: 125) Quali sono le norme d uso? «the norms for reporting speech in discourse or verse may have been different then or could have varied according to genre» (Romaine 1982: 125) La domanda più generale è: a cosa paragoniamo la variazione emersa dai dati? Possiamo pensarla ancora come una relazione tra uno standard e una variante innovatrice? Risposta: N. Il quadro è più ampio e complicato. Questo per la Romaine non è un problema della sola HS, ma la ricerca in HS aiuta a mettere in luce un problema più generale della SL (laboviana classica) «In this respect the, both in case of the diachronic evidence from written records and the synchronic data in the linguistic interview, our access to language can be considered indirect. In other words, there is a sense in which the analysis of linguistic variation, whether approached through the standard sociolinguistic interview or through the extant written texts of a language no longer spoken, involves a similar problem of reconstruction» (Romaine 1982: 126) «nce we abandon the assumption that all dialects or lects must have the same underlying forms, or stop describing non-standard varieties in terms of their divergence from an idealized standard, the picture becomes messier» (Romaine 1982: 236) Romaine, S. (1982) «Socio-historical linguistics: its status and methodology», Cambridge: CUP.

27 I Corpora per l analisi in HS I corpora per l inglese: VARIENG CEEC (Corpus of Early English Correspondence) PCEEC (Parsed Corpus of Early English Correspondence) HC (Helsinki corpus) CEEM (Corpus of Early English Medical Writing) CED (Corpus of English Dialogues) HCS (Helsinki Corpus of lder Scots) (per altri corpora sull inglese nel progetto VARIENG: Altre lingue: landese: Letters as Loot (lettere, XVII - inizio XIX secolo) Francese: Frantext (testi letterari, ) Tedesco: GerManC (testi di vario genere, ) Nuovi corpora Corpus de français familier ancien DiSCIS (Diachronic Socio-Pragmatic Corpus of Imaginary Speech)

28 I dati dal CEEC (Corpus of Early English Correspondence) Progetto lanciato nel 1993 dal Dipartimento di Anglistica dell Università di Helsinki Copre 400 anni, dal 1403 al 1800, di storia della lingua inglese (Late Middle, Early Modern, Later Modern) Dimensioni 5,1 milioni di parole lettere scritte da circa persone Comprende diversi sottocorpora CEECS: la versione più semplice del corpus originale (online dal 1998), copre dal 1410 al 1680 PCEEC: il corpus parsed (rilasciato nel 2006) CEECE: estensione del corpus originale al 18 secolo CEECSU: supplemento al corpus originale Materiali non disponibili nel 1998 (es. ritrovate le lettere di sir Walter Raleigh) Materiali e autori scoperti nel corso del progetto (The Factory Collection, , lettere di mercanti della compagnia delle Indie orientali) Materiale originalmente non incluso nel CEEC perché di scaro interesse per la ricerca morfosintattica Focus principale del CEEC: la variazione morfosintattica in chiave HS È uno dei migliori esempi di corpus bilanciato in HS Non random sampling a causa del problema del bad data Selezione ragionata dei materiali in base ad alcune variabili extralinguistiche (es. literacy, provenienza) Selezione guidata dal tipo di variabile linguistica da esaminare (morfo-sintattica) Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson.

29 Gli informanti del CEEC Conoscenza del background SL degli scriventi/informanti Criterio fondamentale per includere una lettera nel corpus Questo rende il CEEC quasi un unicuum nel suo genere in HS Rende molto più facile una analisi SL in senso classico Ha portato all esclusione di molti materiali Alcune categorie sono (ovviamente e purtroppo) meglio rappresentate di altre Solo il 26% degli informanti sono donne (168 individui su 778 informanti totali) Di queste 168 donne, la maggior parte appartengono alla nobiltà (23%) o alla alta borghesia (56%) Solo il 18% delle lettere del corpus sono sicuramente femminili Queste lettere femminili sono comunque (su un totale di 6.039) In generale, la classe sociale più rappresentata è quella della alta borghesia (39%) seguita dai nobili (15%) e dal clero (14%). Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson.

30 Conoscere il tuo corpus La prima cosa da fare (in qualsiasi corpus) è vedere la distribuzione degli INFRMANTI secondo le categorie presenti nel corpus Dà un idea del bilanciamento del campione Dà un idea di quali variabili possano essere più rappresentate (e quindi indagabili più a fondo) Permettono eventualmente di re-integrare i dati con una raccolta mirata (laddove possibile) Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [grafico da p. 46]

31 Conoscere il tuo corpus Per le lettere femminili può essere interessante un confronto diacronico (attenzione ai numeri assoluti però!) Le fasce basse sono abbastanza costanti. Le fasce alte mostrano grande oscillazione, rendendo il confronto diacronico diretto problematico Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [grafici da p. 47 e p. 49]

32 Le variabili linguistiche Il CEEC nasce prevalentemente per lo studio di variabili morfo-sintattiche Nevalainen & Raumolin-Brunberg presentano l analisi di 14 variabili sia in tempo reale sia in tempo apparente Sub. YE > obj. YU Possessivi MY/THY vs. MINE/TINE Introduzione di ITS come possessivo Introduzione del generico NE Costruzione delle gerundive ggetto delle gerundive Soggetto delle gerundive -s vs. th (suffisso 3 pers. Sing. Indicativo) D perifrastico in frasi affermative In frasi negative Negazioni multiple Inversione del verbo dopo un avverbio iniziale (verb-second language, cambiamento sintattico) WHICH / THE WHICH (pronomi relativi) Preposizione + WH- / WH- + preposizione (da frase preposizionale a frase analitica) Pronomi indefiniti con riferimento a una sola persona (es- some body, some man, some one) Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson.

33 YE vs. YU «whan ye come set it in sech rewle as ye seme best» (John Paston I, 1465) «And thus in hast fare you hartely well» (twell Johnson, 1545) Alcuni contesti sono incerti (es. frasi ottative o col soggetto che segue il verbo, es. 2) Le forme più incerte erano formule con un certo grado di ritualità I pray ye vs. I pray you (to do something) Non incluse in questo studio perché incerte ggetto di un altra pubblicazione specifica (Nevalainen & Raumolin- Brunberg 1996) Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [pp. 60-1]

34 MY/THY vs. MINE/THINE «Myn lord Chanselere» (W. Paston II, 1454) «and by many others how thyne owne credit made» (Philip Gawdy, 1593) «I beseech you commend me to my uncle Charles and my Aunt» (Arabella Stuart, 1603) Già durante il cosiddetto «Renaissance English» i possessivi di 1 e 2 persona avevano perso la n Schendl (1997) ipotizza una variazione tra uso con e senza n dovuto al contesto fonotattico Prima di consonante Prima di vocale Prima di <h> iniziale Gli autori mostrano come questo cambiamento verso le forme senza n (my/thy) sia avvenuto in alcuni contesti prima di altri Prima di consonante Prima di <h> iniziale Prima di vocale Prima di <WN> Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [pp. 62-3]

35 PR-WRD NE «I with all your lyttell ons be in helthe, the Lord be prasid» (Sabine Johnson, 1546) «has already had the villany to write one untruth (and soe bold a one) concerning you» (Samuel Pepys, 1680) Prime attestazioni in Middle English, ma affermazione della struttura solo in età moderna Utilizzato in Early Modern English (Tudor, fine 15 tardo 17 sec.) in diverse strutture Singolare e plurale Con referenza personale o impersonale Anaforico o nonanaforico L analisi mostra un cambiamento netto nell uso tra il 1540 e il 1630 (esattamente nel cosiddetto Early Modern English) Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [pp. 64-5]

36 Inversione del verbo iniziale «and thus stande they in altercation, not like to agree, as many thynck» (Henry Southwick, 1545) «allthough I haue great ocation to haue bine ther, yett will I forbear till it shall please god in mearcy to sceare it» (Katherine Paston, 1625?) L inglese oggi non è una lingua «verb-second» (come il tedesco) L ld English ( ) invece lo era Questa inversione ha subito un declino durante il Middle English ( ), ma rimane in certe strutture Con avverbi iniziali (in progressivo declino) Con negazione iniziale (avverbi o coordinazione) Le due strutture mostrano un andamento addirittura opposto nei dati Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [pp. 72-3]

37 Some: -body, -one, -man (Quirk et al. 1985: 377) -body -one -man other Assertive Some body Some one Some man Some (other) Nonassertive Any body Any one Any man Any (other) Negative No body No one No man None (other) Universal Every body Every one Every/Each man Every / Each «Thus, in hayst, the levyng Lord send youe helthe and everebode to His wylle and plesor» (Richard Preston, 1551) «Deare Semandra, none deserves more love from everybody then you» (Princess Anne, 1679) Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [pp. 76-8]

38 Maschi contro Femmine (nelle variabili considerate) Le donne mostrano di anticipare il cambiamento linguistico, in particolare in alcune variabili - YE > YU - PRP-WRD NE - MY/THY vs. MINE/THYNE* Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [pp ]

39 Maschi contro Femmine (nelle variabili considerate) C era chiaramente una preferenza per body nelle lettere femminile Le lettere maschili dello stesso periodo mostrano una preferenza per man Le donne si mostrano anche in questo caso molto sensibili all innovazione, che introducono molto prima rispetto agli uomini Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [pp ]

40 Maschi contro Femmine (nelle variabili considerate) ATTENZINE! Per certi periodi il corpus di lettere femminili si riduce alla produzione di 1 o 2 informanti. Es. Sabine Johnson usa moltissimo la doppia negazione: tratto femminile o idiosincratico? Inversione di tendenza in questo caso Le lettere femminili mantengono la struttura di inversione dopo la negazione Questo è legato al fatto che molte lettere femminili mantengono la «doppia negazione», a differenza di quelle maschile Tratto enfatico? In ogni caso sembra caratterizzante Attenzione alla limitatezza del corpus! Nevalainen, T. & Raumolin-Brunberg (2003) Historical Sociolinguistics. Language Change in Tudor and Stuart England, Edinburgh: Pearson. [pp ]

41 Conclusioni (provvisorie) sul CEEC corpus Rappresenta il primo e più completo lavoro estensivo e quantitativo di HS Fornisce una metodologia di ricerca e selezione dei materiali chiara Esclusione di molti materiali Corpus compatto e strutturato secondo variabili precise Possibilità di condurre un analisi SL quantitativa (simile a quella laboviana classica) Conclusioni teoriche (quasi sempre) generalizzabili Gli autori introducono anche una vasta riflessione teorica sull uso delle variabili in HS, nonché sul bad data problem

42 Fine lezione 14 Lezione 15: Le variabili in SL storica: focus sulle lettere femminili + Recupero lezione sul «Sessismo Linguistico» con presentazione della dott.ssa Federica Maria Galbiati