LUISS Guido Carli FACOLTA DI ECONOMIA LAUREA TRIENNALE CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA AZIENDALE. Curriculum in AMMINISTRAZIONE, CONTROLLO e FINANZA

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1 LUISS Guido Carli FACOLTA DI ECONOMIA LAUREA TRIENNALE CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA AZIENDALE Curriculum in AMMINISTRAZIONE, CONTROLLO e FINANZA TESI IN METODOLOGIE E DETERMINAZIONI QUANTITATIVE D AZIENDA Analisi di bilancio come strumento di prevenzione della crisi economica. Caso di studio: Hermès Intl. e il settore moda RELATORE: CANDIDATA: Ch.mo Prof. Giulia COMPAGNONE Lucio POTITO Matr.: ANNO ACCADEMICO

2 Capitolo I: La misurazione della performance come strumento di gestione aziendale. 1. Analisi di bilancio: finalità, metodologie e limiti Da sempre il bilancio d esercizio rappresenta il principale strumento di informazione esterna d impresa. Sui risultati di bilancio si basano, infatti, la gran parte dei giudizi degli operatori economici sulla performance delle imprese, sulla loro affidabilità nel medio- lungo termine e sulla loro solvibilità. 1 Nonostante molti considerino i dati contabili inadeguati ad esprimere compiutamente la situazione economico- finanziaria delle imprese, ultimamente l influenza dei risultati dei bilanci di esercizio sulle variabili economiche, macro e micro, è andata addirittura aumentando. La qualità delle informazioni fornite dai bilanci e la capacità tecnica di coloro che sono chiamati ad interpretarne i risultati sono elementi chiave per il buon funzionamento dei mercati finanziari e dell intero sistema capitalistico. Il bilancio d esercizio rappresenta, da un lato, un indispensabile ed insostituibile strumento di informazione esterna per le imprese, dall altro, il bilancio dovrebbe sempre più essere affiancato da altre informazioni utili per gli stakeholders. Innanzitutto, per comprendere se e in quale misura il bilancio sia o meno un valido strumento di informazione esterna, bisogna chiedersi preliminarmente quali siano le finalità informative che esso è destinato a soddisfare. La finalità principale delle imprese aventi scopo di lucro è la creazione di nuovo valore economico. A questo punto è necessario comprendere quali siano le principali variabili che determinano il valore dell impresa e dunque anche la creazione di nuovo valore. Un impresa crea valore nel momento in cui il rendimento effettivo del capitale investito nell attività risulta superiore al costo medio ponderato del capitale acquisito, sia di rischio sia di credito, per il finanziamento della stessa attività. La creazione di valore dipende da alcuni principali fattori, come la redditività del capitale investito, il costo del capitale di credito, il rischio d impresa e il rapporto tra il capitale di credito e il capitale di rischio. Dal bilancio sono desumibili solo alcuni di questi fattori, come il rapporto tra capitale di credito e capitale di rischio o la redditività del capitale investito (R.O.I.), anche se alcuni 1 Da Indici di bilancio di C.Caramiello, F.Di Lazzaro, G.Fiori, 2 edizione, 2003, Giuffrè Editore 7

3 affermano l inadeguatezza di quest indice poiché è troppo condizionato dalle convenzioni contabili e quindi troppo soggettivo. Sono state anche proposte delle alternative a questo calcolo soggettivo, ma anche queste alternative sono comunque basate sulla rielaborazione di dati di bilancio e su convenzioni anch esse soggettive. Pertanto il problema non è quello di considerare superato lo strumento bilancio, quanto quello di rendere tale strumento pi adeguato a soddisfare le esigenze informative degli stakeholders. Il vero problema non è quindi quello di trovare uno strumento di informazione economico- finanziaria che sia alternativo al bilancio d esercizio, ma è la ricerca di una forma e di una sostanza del bilancio d esercizio più in sintonia con le attuali esigenze informative degli stakeholders. La finalità dell analisi di bilancio consiste nel diagnosticare, in tempi ragionevolmente contenuti, lo stato di salute di un impresa. Le analisi di bilancio rappresentano pertanto uno strumento che consente anche a soggetti con informazioni limitate ai soli bilanci di esercizio e che non hanno possibilità di effettuare accessi diretti presso le imprese, di poter effettuare un check-up sullo stato di salute di un impresa, verificandone il grado di redditività, solidità e solvibilità. Lo scopo di quest analisi è, quindi, quello di costruire un quadro segnaletico che abbia i requisiti della chiarezza e, allo stesso tempo, della sinteticità. Le analisi possono essere condotte esternamente o internamente. Per analisi esterne si considerano tutte quelle analisi effettuate mediante la tecnica degli indici di bilancio da parte di operatori che sono in possesso della sola informativa esterna aziendale. Le analisi interne sono invece quelle effettuate da soggetti che possono accedere ad ulteriori fonti informative aziendali e sono a conoscenza della qualità dell informazione esterna. Le analisi di bilancio per indici sono nate come analisi esterne, mentre quelle interne sono svolte dal management aziendale per finalità di controllo della gestione. Le analisi esterne risultano decisamente più complesse di quelle interne; le analisi esterne rivestono un importanza enormemente superiore nella regolazione delle transazioni di mercato. Gli indici possono essere comparati con gli indicatori standard del settore di un impresa sia nello spazio, e in tal modo si può comprendere se l impresa ha una performance buona o cattiva in assoluto ovvero in rapporto con le altre imprese operanti nel medesimo settore, che nel tempo, comparando gli indici di una stessa azienda, ma riferiti a periodi precedenti, comprendendo qual è l evoluzione della performance aziendale.. 8

4 2. L obiettivo della creazione e ripartizione del valore. Il fine ultimo dell impresa, istituto economico-sociale che svolge la funzione economica di produzione di beni e servizi, è la creazione di ricchezza, ossia di valore. Ciò ne garantisce lo sviluppo e la sopravvivenza duraturi, rendendo possibile soddisfare, secondo modalità differenti, le esigenze degli stakeholders che a vario titolo apportano risorse funzionali e necessarie alla gestione aziendale. Si tratta, pertanto, di uno scopo di lungo periodo rispetto a cui vanno orientate tutte le attività d'impresa. 2 D'altro canto, se creare valore è la finalità generale, questa si può articolare in alcuni obiettivi specifici, che possono avere un orizzonte temporale di riferimento di breve o di medio/lungo periodo. Tali obiettivi, frutto delle scelte strategiche effettuate dall'impresa in relazione all'ambiente in cui opera, devono collocarsi necessariamente in un coerente ed equilibrato finalismo aziendale, il cui elemento centrale è la creazione di valore. Il costante orientamento al lungo termine è giustificato dalla considerazione che l'impresa potrebbe deteriorare le basi del suo successo duraturo se prevalesse un'ottica di breve periodo. Infatti, un impresa, che, per conseguire risultati economici a breve, taglia i costi di approvvigionamento e produzione, senza prestare attenzione alle conseguenze in termini di qualità del sistema -prodotto o di sicurezza del lavoro, licenzia i dipendenti, perdendo risorse e competenze e minando il consenso sociale di cui gode, non investe in innovazione, trascura l impatto ambientale delle proprie attività, viola chiari principi di corporate governance o altera con procedure e soluzioni eticamente dubbie o addirittura fraudolente i dati di bilancio, ad evidenza non sta creando valore. Al contrario, sta distruggendo le basi del proprio successo duraturo, dissipando asset strategici come la fiducia dei consumatori, del mercato, dei lavoratori e della comunità di riferimento, il knowledge e la capacità innovativa, il capitale naturale e così via. E questo anche se nel breve e a volte brevissimo termine certe linee d azione appaiono premianti, perché si traducono in migliori corsi azionari e, dunque, in un più elevato valore di mercato del capitale. Come dimostrano ormai numerosissimi casi, la sola dimensione della valutazione di mercato non è sufficiente per fornire un quadro veritiero e corretto della qualità della gestione aziendale, in grado di rispondere alle esigenze conoscitive dei differenti stakeholders. 2 Da Creazione del valore, sostenibilità e responsabilità sociale di A. Tencati, docente di Economia e Gestione delle Imprese all Università Bocconi di Milano. 9

5 Un impresa apparentemente di successo, che sta massimizzando il proprio shareholder (market) value, non coincide necessariamente con un impresa che crea valore. Appare, allora, ineludibile capire quale modello d impresa è in grado di assicurare la funzionalità economica duratura dell azienda e la sua capacità di rispondere alle aspettative dei vari portatori d interessi. Recuperando un concetto ormai ben consolidato nella letteratura internazionale, è possibile affermare che l impresa crea valore quando orienta la propria gestione verso l obiettivo della sostenibilità. Sostenibilità è la capacità di un organizzazione di continuare le sue attività indefinitamente, avendo tenuto in debita considerazione il loro impatto sul capitale naturale, sociale e umano. Un impresa sostenibile persegue uno sviluppo che contempera dime nsione economica, sociale e ambientale. Dunque, successo economico-competitivo, legittimazione sociale ed efficiente utilizzo delle risorse naturali sono tra loro connessi secondo una concezione del finalismo d impresa circolare e sinergica. Inoltre, se si adotta una resource-based view, le risorse immateriali costituiscono i principali drivers per la creazione di valore. In quest ottica, l impresa è vista soprattutto come un insieme di conoscenze interrelate, che assumono concretamente la forma di intangible assets. In particolare, gli intangibles possono essere ricompresi in due categorie: - risorse di conoscenza, fondate sul sapere; - risorse di fiducia, basate sulla fiducia e il consenso che l impresa è in grado di generare nei diversi stakeholders (azionisti, personale, clienti, finanziatori, fornitori, distributori, Stato e pubblica amministrazione, collettività, mezzi d informazione, associazioni di tutela di interessi specifici). Il processo di creazione del valore, quindi, può essere visto come una dinamica di creazione, accumulo, riproduzione, incremento di risorse di conoscenza e fiducia. Ebbene, l impresa sostenibile, attraverso la ricerca di superiori performance economiche, supportate da un attenta gestione delle relazioni e da una consapevole tutela dell ambiente, accresce il proprio patrimonio di conoscenza e fiducia. Un azienda di questo tipo, infatti, è impegnata in un percorso innovativo, che vede coinvolte tutte le funzioni aziendali: questo consente, da un lato, di migliorare la gestione delle operations e, dall altro, di rendere sempre più attrattiva e coinvolgente l offerta complessiva dell impresa, rivolta a tutti i portatori d interessi. Pertanto, quest impresa, attenta alle attese espresse dallo stakeholder network in cui è inserita e capace di fornire risposte adeguate alle richieste provenienti dai differenti interlocutori, si assume anche una precisa responsabilità sociale, che ne orienta azioni e comportamenti verso obiettivi di coesione e consenso. Maggiore è l'impegno in campo sociale 10

6 dimostrato concretamente dall'impresa, più ampio è il grado di legittimazione conseguibile (accrescimento delle risorse di fiducia). L impresa sostenibile si configura, dunque, come impresa responsabile. [Grafico adattato da Economia e gestione delle imprese di F.Fontana e M.Caroli, 3 edizione, 2009, McGraw-Hill] 11

7 2.1. La ripartizione del valore La grandezza risultante dall operazione di compravendita, tenendo presente la variazione subita dalle giacenze di merci e rettificata dall incidenza dei costi per i servizi e dei costi di gestione è il valore aggiunto. Questa grandezza economica viene ripartita prima di tutto al personale, poi agli ammortamenti, ai detentori del capitale di credito sotto forma di oneri finanziari, all Erario sotto forma di imposte sul reddito e infine al risultato d esercizio. [Grafico adattato da Indici di bilancio di C.Caramiello, F.Di Lazzaro, G.Fiori, 2 edizione, 2003, Giuffrè Editore] E chiaro che solo un accorta politica retributiva, una buona organizzazione del personale, un attenta gestione delle immobilizzazioni, un elevata attenzione all incidenza degli oneri finanziari e alle opportunità fiscali possono evitare la dispersione del valore aggiunto creato nella compravendita e l ottenimento di un reddito netto d impresa. 12

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