RASSEGNA STAMPA. Lunedì 14 settembre Sede di Milano - C.so Italia 23. Sede di Trieste Via Fabio Filzi, 21/1

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1 RASSEGNA STAMPA Lunedì 14 settembre 2015 Sede di Milano - C.so Italia 23 Sede di Trieste Via Fabio Filzi, 21/1

2 DAL MERCATO ASSICURATIVO POLIZZE, FONDI E BUONI CONSIGLI: COSÌ I BANKER GUARDANO OLTRE LA BUFERA Private bank alla prova della tempesta estiva. Nel primo trimestre, le masse gestite dai servizi finanziari di alto profilo sono aumentate di 39 miliardi (+7,8%), portando il patrimonio amministrato dall industria a quota 540 miliardi, secondo i dati dell Aipb. A fronte di una raccolta netta in costante espansione dal 2011, nel primo quarto d anno il contributo maggiore alla crescita degli asset è venuto da una brillante performance dei portafogli: +5,6%, pari a 28 miliardi. Meccanismi La consulenza sul risparmio amministrato, in particolare, ha saputo interpretare al meglio gli andamenti di Borsa, facendo registrare un effetto mercato sugli investimenti pari al 14,4%. Ma se nel primo scorcio dell anno il rally dell Europa ha facilitato l attività dei gestori di portafoglio, nei successivi due trimestri il compito è stato più arduo. Prima per le rinnovate tensioni sui destini tuttora incerti della Grecia. Poi, a causa delle violente turbolenze innescate dai crolli cinesi. Senza dimenticare i timori mai sopiti per l annuncio di una svolta monetaria restrittiva ormai prossima da parte della Fed americana. Le banche private italiane hanno saputo proteggere i portafogli da eccessivi ribassi? E i banker sono stati in grado di mantenere saldi i nervi dei clienti, evitando una pericolosa emorragia di flussi? Flussi «Durante l estate abbiamo ricevuto un significativo volume di richieste di contatto da parte dei nostri clienti, il più elevato degli ultimi due anni. L asset allocation, però, non è cambiata: l entità della correzione non è stata tale da modificare la nostra view di mercato di medio-lungo termine e la clientela ci sta seguendo», spiega Roberto Parazzini, responsabile di Deutsche Asset & Wealth Management per l Italia. Indicazioni analoghe provengono da Emilio Carugati, direttore operativo di Ubs Italia: «I flussi sono stabili e la strategia non cambia: rimaniamo positivi sull azionario Europa e specialmente sull Italia, nonostante una volatilità attesa relativamente più alta rispetto alla prima metà dell anno». Niente panico dunque. Poche le reazioni scomposte da parte della clientela private. Anche perché, spiegano gli operatori, una gestione

3 efficace orientata al controllo dei rischi e l ampia diversificazione hanno protetto i portafogli. «Le turbolenze ci sono sempre state. Ma oggi abbiamo un arma in più: grazie a una maggiore diffusione degli strumenti di risparmio gestito, possiamo controllare meglio i picchi di volatilità e attenuarne le conseguenze», osserva Andrea Jesi Ferrari, responsabile direzione private banking di Cassa Lombarda. Nel corso degli ultimi anni, le private bank hanno spostato l ago della bilancia dalla raccolta amministrata a quella gestita che oggi vale in media il 37,8% dei portafogli. E la tendenza pare destinata a proseguire, anche per effetto di rendimenti ritenuti troppo magri sui titoli di Stato. «Nei prossimi mesi, in vista di una volatilità ancora elevata, mi aspetto un ulteriore crescita della raccolta realizzata tramite hedge fund, Ucits alternativi, fondi specializzati sul real estate e strumenti derivati con una protezione dai ribassi di mercato», chiosa Carugati. Due segmenti invece sono destinati a guadagnare quota, secondo Parazzini: da un lato le gestioni patrimoniali, che, grazie alla delega totale, «restano la soluzione principe per questo segmento di clientela. Dall altro, i servizi di advisory. Ma in quest area prevedo una sensibile diminuzione del peso degli strumenti di risparmio gestito a favore di prodotti passivi come gli Exchange traded fund». Assicurazioni Intanto, anche la componente assicurativa continua a guadagnare spazio nei portafogli: nonostante siano venuti meno alcuni dei benefici fiscali tipici di questi strumenti (dal 1 gennaio, per effetto della legge di Stabilità, sulle plusvalenze delle polizze vita incassate dagli eredi dell assicurato, prima esenti, si paga l imposta sul capital gain), il peso dei prodotti assicurativi è ulteriormente salito nel primo trimestre, toccando l 11,3%. «Il trend continuerà prevede Jesi Ferrari. I prodotti assicurativi conservano importanti caratteristiche, a cominciare dall esenzione dall imposta di successione: sempre più apprezzata inevitabilmente se dovessero aumentare le aliquote». Corriere Economia HACKER, LA POLIZZA FA DA SCUDO Un giro d'affari vorticoso, pari alla ricchezza prodotta ogni anno da Paesi come Belgio, Argentina o Norvegia. È il business che ruota attorno al crimine informatico, gallina dalle uova d'oro della malavita targata 2.0 che nell'ultimo anno è arrivato a fruttare 445 miliardi di dollari su scala mondiale (circa 395 miliardi di euro), 200 dei quali concentrati in appena quattro Paesi: Stati Uniti, Cina, Giappone e

4 Germania. L'allarme è stato lanciato dal colosso assicurativo, Allianz, dopo aver passato al setaccio il mondo del black internet. I numeri parlano da soli. Nel corso dell'ultimo anno, soltanto negli Stati Uniti sono stati segnalati dalle aziende furti di dati che hanno portato alla sottrazione di informazioni relative a ben 675 milioni di clienti. Tra queste, il caso più clamoroso è stato l'attacco informatico messo a segno contro il retailer «Target», una delle più famose catene americane di prodotti per la casa. Tra il 27 novembre e il 15 dicembre dello scorso anno, la società ha reso noto di aver subito il furto di 70 milioni di dati sensibili dei propri consumatori e clienti, tra cui nomi, indirizzi, numeri di telefono ed . Una débâcle nella sicurezza del retailer che si aggiunge al furto, già denunciato qualche mese prima da parte della stessa Target, di dati delle carte di credito di 40 milioni di persone. La truffa è avvenuta grazie a un software pirata introdotto nei sistemi di gestione dei pagamenti con credit card alle casse dei grandi magazzini che ha consentito agli hacker di incamerare anche i codici pin dei bancomat. Quello di Target non rappresenta tuttavia un caso isolato. È sufficiente guardare a quanto successo allo stesso governo americano che nei mesi scorsi ha consentito a un non identificato gruppo di hacker di introdursi nel sistema informatico dell'agenzia governativa statunitense che gestisce i dati personali dei funzionari federali (Office of personnel management) sottraendo informazioni relative a 4 milioni di dipendenti. Un bottino considerevole che va ad aggiungersi a quello portato a casa qualche mese prima attraverso il furto di dati che ha coinvolto addirittura la Casa Bianca e il Dipartimento di stato americano. Il fenomeno del furto di informazioni attraverso attacchi informatici non riguarda, tuttavia, solamente gli Stati Uniti. Anche in Europa ogni giorno sono milioni le informazioni sensibili sottratte da parte dei pirati del web. Dal 2005 a oggi, secondo l'analisi di Allianz, il Vecchio continente è stato oggetto di un fuoco informatico proveniente per lo più da Oriente e dai paesi dell'ex Unione Sovietica al ritmo di 200 attacchi l'anno che hanno portato alla sottrazione di almeno 227 milioni di informazioni. Tradotti in cifre, questi numeri vogliono dire un danno economico per gli Usa pari a 108 miliardi di dollari (95 mld di euro) soltanto nell'ultimo anno. Altri 60 miliardi (53 mld di euro) è stato il costo per la Cina, 59 miliardi per la Germania (52 mld di euro), 7,7 miliardi (6,8 mld di euro) per il Brasile e così via fino ad arrivare ai 900 milioni di dollari (798 milioni di euro) dell'italia, pari allo 0,4% del suo prodotto interno lordo. Nona in classifica alle spalle della Russia e davanti all'asia. «Appena 15 anni fa gli attacchi informatici erano piuttosto rudimentali, ma l'aumento dell'interconnessione, la globalizzazione e la

5 commercializzazione dei cyber crimini hanno provocato l'esplosione di frequenza e gravità di questi attacchi», ha spiegato Chris Fisher Hirs, numero uno di Allianz Global Corporate & Speciality. A tal punto che tra il 2013 e il 2014 il numero degli attacchi informatici ha messo il turbo, complice anche la diffusione dell'uso degli smartphone, arrivando a toccare i casi giornalieri, pari a un incremento del 48% in appena 12 mesi. Come fare, dunque, a tutelarsi da questo rischio che sembra interessare sempre di più imprese e privati? In cima alle azioni da intraprendere, la prevenzione. Nonostante la scarsa propensione dei manager, l'investimento in sistemi sofisticati di sicurezza costituisce uno dei principali ostacoli all'intrusione di hacker nei propri server. Ma non si tratta di una condizione sufficiente a scongiurare il pericolo, come ha è stato dimostrato dall'intrusione nei sistemi informatici della Casa Bianca. Meglio allora tutelarsi abbassando la testa di fronte al problema e parare il colpo attraverso la sottoscrizione di una polizza assicurativa ad hoc. Strumento ancora poco diffuso nella mentalità dei capitani di impresa. Basti pensare che i risultati di una inchiesta condotta nei mesi scorsi sulle maggiori imprese multinazionali con base a Londra ha mostrato che soltanto il 2% delle aziende ha sottoscritto un prodotto assicurativo contro i rischi del cyber crime. Dati, questi, confermati dal rapporto di Allianz secondo cui il valore globale del mercato delle polizze contro i reati informatici si attesta oggi ad appena 2 miliardi di dollari (1,7 mld di euro circa). Con una previsione di crescita di tutto rispetto: entro i prossimi dieci anni, ci si attende infatti di decuplicare questo livello arrivando a superare i 20 miliardi di dollari (quasi 18 mld di euro) su scala mondiale con un tasso di crescita annuale di oltre il 20%. «La crescita negli Stati Uniti è già in atto poiché le leggi sulla protezione dei dati spingono all'attenzione in questo senso, mentre gli sviluppi legislativi e l'aumento delle responsabilità provocheranno una crescita anche nel resto del mondo», ha spiegato Nigel Pearson, responsabile a livello globale delle assicurazioni per il rischio cyber in Allianz. «Esiste una tendenza generale verso regole più rigide di protezione dei dati, sostenute dalle minacce di sanzioni importanti in caso di violazione». Hong Kong, Singapore e Australia sono tra i Paesi che stanno rivedendo e rafforzando le leggi. Anche se l'unione europea non accetta regole comuni di protezione dei dati, si prevede che i vari paesi del Vecchio continente mettano in piedi linee guida più dure. «In passato, l'attenzione si è concentrata sulla minaccia di violazioni ai dati aziendali e alla privacy, ma la nuova generazione di rischi è più complessa: in futuro i pericoli giungeranno dal furto di proprietà intellettuale, dall'estorsione e interruzione di attività a seguito di un cyber attacco

6 oppure per guasti operativi o tecnici. Un rischio spesso sottovalutato», ha aggiunto Georgi Pachov, esperto di cyber risk del team Global Property Underwriting di Agcs, secondo cui starebbero aumentando la consapevolezza di rischi relativi all'interruzione delle attività produttive (BI) derivanti dalla cyber tecnologia. «Entro i prossimi 5-10 anni, la BI sarà vista come un pericolo principale nel panorama delle cyber assicurazioni», ha continuato Pachov. «Ulteriori vulnerabilità saranno legate alla crescente interconnessione dei dispositivi e alla maggiore fiducia nella tecnologia e nei dati in tempo reale sia a livello di persone che di aziende: l'internet delle cose». Alcune stime suggeriscono, infatti, che entro il 2020 si dovrebbe arrivare a mille miliardi di dispositivi connessi, e che 50 miliardi di macchine si scambieranno i dati quotidianamente ITALIA OGGI RC AUTO, UN PAGAMENTO A RATE CON SCELTA DEI TEMPI Molte le compagnie che permettono la dilazione Negli ultimi anni si è diffusa la formula della polizza a rate, una soluzione comoda per chi debba affrontare degli esborsi particolarmente onerosi (magari perché si possiedono diverse auto con polizze che scadono nello stesso periodo). Il pagamento può essere semestrale, trimestrale o mensile. È invece diverso il caso delle polizze temporanee con validità trimestrale o semestrale: in questo caso non si tratta di pagamento rateale, ma di efficacia temporale ridotta. Spesso la compagnia assicurativa che consente di rateizzare si appoggia a una società finanziaria, quindi la polizza a rate assume i connotati di un prestito finalizzato. Ovviamente, spalmare il premio su più tranche può comportare l applicazione di un tasso di interesse sulla parte di premio che non viene saldata subito ma dilazionata su rate successive, un aspetto che è beneconsiderareprimadioptareper questa soluzione. Oggi sono diverse le compagnie assicurative che prevedono la facoltà pagare il premio a rate. Generali Italia offre la possibilità di rateizzare l Rc auto con commissioni variabili a carico del cliente a seconda del tempo di restituzione scelto (sei o 10 mesi). Con MonetaGenerali, il cliente può aprire una linea di credito da euro per comprare prodotti assicurativi del gruppo dilazionando il pagamento dei premi con rate mensili. Mentre la campagna Auto Zero offre al cliente la possibilità di pagare il premio auto in cinque mesi (con Tan e Taeg 0%) o in 10 mesi con Tan 0% e Taeg variabile in funzione dell incidenza

7 degli oneri amministrativi (spese di incasso e imposta di bollo). Anche con UnipolSai fino al 31 dicembre 2015 si può rateizzare la polizza, a tasso zero e senza commissioni. DirectLine consente di frazionare il pagamento in due rate, con una maggiorazione del premio dell 8%. Anche Genialloyd, che in precedenza consentiva di rateizzare a chi sottoscriveva la Carta Viva, sta studiando una soluzione per dilazionare il pagamento dei premi. Spesso e volentieri, anche a chi compra la polizza in banca viene offerta questa possibilità: per l istituto di credito è infatti più semplice gestire la rateizzazione della polizza sottoscritta da un proprio correntista. Intesa Sanpaolo propone la polizza auto Viaggia Con Me, che si può pagare in 12 rate mensili a tasso zero. Cariparma offre il sistema di pagamento Pago facile Auto, con cui è possibile finanziare la polizza in 10 rate con Tan 0% e Taeg allo 0,467%. IL SOLE 24 ORE RISCHI CYBER, LE COPERTURE SUL MERCATO Quali sono, dunque, i principali prodotti assicurativi presenti oggi sul mercato italiano capaci di fare da scudo contro i rischi dei cyber attacchi? Allianz Global Corporate & Speciality ha messo a punto una soluzione assicurativa denominata Cyber Protect che copre le spese generate dalle misure rese necessarie per rispondere al verificarsi di attacchi alla rete informatica dell azienda a fine doloso e al conseguente ripristino dei dati danneggiati o distrutti. Non solo. La polizza protegge anche dalle perdite di introiti derivanti da malfunzionamenti legati a un cyber attacco e copre la responsabilità civile dell azienda assicurata nei confronti dei propri clienti in seguito ad attacchi di hacker. Sono inoltre coperte la violazione di dati e la pirateria informatica. La polizza assicurativa si fa carico, infine, degli oneri legati alla comunicazione di crisi destinata a tutelare la reputazione dell azienda in questione. Caratteristiche simili al prodotto lanciato nel 2013 dal broker italiano Mag-Jlt, in collaborazione con Beazley, compagnia assicurativa del gruppo Lloyd s di Londra e DFLabs. Si tratta di una polizza contro gli hacker in grado di tutelare le aziende nei casi di Data Breach (violazione di dati personali) e in quelli di Cyber Security Incidents (attacchi informatici), offrendo una copertura assicurativa dei danni arrecati da un eventuale violazione, e garantendo l assistenza necessaria per fronteggiare l emergenza post-attacco informatico.

8 Prodotto simile anche in casa AXA Winterthur che nel mese di aprile ha lanciato la cyber-assicurazione dedicata alle pmi. «Le piccole imprese sono un bersaglio appetibile per i cybercriminali. E se l IT di un azienda presenta delle lacune, questo può avere gravi conseguenze non solo per l impresa stessa, ma anche per i suoi clienti», hanno spiegato da Axa. «I dati possono essere resi inutilizzabili da una manipolazione o addirittura cancellati, le ordinazioni online possono andare perse, un malware può bloccare i sistemi. Nei casi più gravi c è il rischio di una perdita di reddito diretta». In caso di sinistro, AXA Winterthur si fa carico delle spese di ripristino di sistemi operativi e programmi applicativi, ripristino di dati, indennizzo in caso di interruzione d esercizio e richieste di risarcimento avanzate da terzi e difesa contro le pretese ingiustificate. È targata invece Dual la polizza Cyber che protegge le imprese e i professionisti dalle responsabilità derivanti da violazione dei dispositivi di sicurezza e da violazione della privacy relativa alla perdita o diffusione non autorizzata di dati di terzi. La copertura include tutti i costi di notifica, pubbliche relazioni, investigazione e recupero dei dati, ma soprattutto protegge l impresa rispetto alla perdita di profitti conseguenti all interruzione di attività, compresi i casi in cui il sistema informatico sia gestito da un fornitore. Il costo della polizza varia in funzione del fatturato e del limite di indennizzo scelto dal cliente, compreso fra 50 mila euro e 5 milioni di euro. Quali sono, dunque, i principali prodotti assicurativi presenti oggi sul mercato italiano capaci di fare da scudo contro i rischi dei cyber attacchi? Allianz Global Corporate & Speciality ha messo a punto una soluzione assicurativa denominata Cyber Protect che copre le spese generate dalle misure rese necessarie per rispondere al verificarsi di attacchi alla rete informatica dell azienda a fine doloso e al conseguente ripristino dei dati danneggiati o distrutti. Non solo. La polizza protegge anche dalle perdite di introiti derivanti da malfunzionamenti legati a un cyber attacco e copre la responsabilità civile dell azienda assicurata nei confronti dei propri clienti in seguito ad attacchi di hacker. Sono inoltre coperte la violazione di dati e la pirateria informatica. La polizza assicurativa si fa carico, infine, degli oneri legati alla comunicazione di crisi destinata a tutelare la reputazione dell azienda in questione. Caratteristiche simili al prodotto lanciato nel 2013 dal broker italiano Mag-Jlt, in collaborazione con Beazley, compagnia assicurativa del gruppo Lloyd s di Londra e DFLabs. Si tratta di una polizza contro

9 gli hacker in grado di tutelare le aziende nei casi di Data Breach (violazione di dati personali) e in quelli di Cyber Security Incidents (attacchi informatici), offrendo una copertura assicurativa dei danni arrecati da un eventuale violazione, e garantendo l assistenza necessaria per fronteggiare l emergenza post-attacco informatico. Prodotto simile anche in casa AXA Winterthur che nel mese di aprile ha lanciato la cyber-assicurazione dedicata alle pmi. «Le piccole imprese sono un bersaglio appetibile per i cybercriminali. E se l IT di un azienda presenta delle lacune, questo può avere gravi conseguenze non solo per l impresa stessa, ma anche per i suoi clienti», hanno spiegato da Axa. «I dati possono essere resi inutilizzabili da una manipolazione o addirittura cancellati, le ordinazioni online possono andare perse, un malware può bloccare i sistemi. Nei casi più gravi c è il rischio di una perdita di reddito diretta». In caso di sinistro, AXA Winterthur si fa carico delle spese di ripristino di sistemi operativi e programmi applicativi, ripristino di dati, indennizzo in caso di interruzione d esercizio e richieste di risarcimento avanzate da terzi e difesa contro le pretese ingiustificate. È targata invece Dual la polizza Cyber che protegge le imprese e i professionisti dalle responsabilità derivanti da violazione dei dispositivi di sicurezza e da violazione della privacy relativa alla perdita o diffusione non autorizzata di dati di terzi. La copertura include tutti i costi di notifica, pubbliche relazioni, investigazione e recupero dei dati, ma soprattutto protegge l impresa rispetto alla perdita di profitti conseguenti all interruzione di attività, compresi i casi in cui il sistema informatico sia gestito da un fornitore. Il costo della polizza varia in funzione del fatturato e del limite di indennizzo scelto dal cliente, compreso fra 50 mila euro e 5 milioni di euro. L RC AUTO SI PUÒ SOTTOSCRIVERE ANCHE IN BANCA Un alternativa rispetto ai canali abituali Il quesito: L altro giorno sono andata dalla mia banca per fare alcune operazioni e ho scoperto che anche in filiale è possibile fare l assicurazione per la macchina. Dopo lo stupore iniziale mi sono chiesta come facciano le banche a offrire assicurazioni auto, visto che non sono compagnie assicurative. E poi mi domando: conviene? Ci sono dei vantaggi per i correntisti? Negli ultimi anni, gli istituti di credito hanno ampliato il ventaglio d offerta, superando il confine dei servizi strettamente bancari. Così oggi, oltre alle assicurazioni sulla vita o alle polizze a tutela di un

10 prestito o del mutuo, recandosi presso la propria filiale un correntista ha anche la possibilità di sottoscrivere l Rc auto. Un servizio che gli istituti di credito possono offrire per il tramite delle compagnie assicurative collegate direttamente, in quanto facenti parte del gruppo bancario, o indirettamente, attraverso accordi commerciali o joint venture. L offerta sul mercato è molto variegata e i vantaggi vanno al di là della tariffa base. In media i prezzi sono in linea con quelli offerti dalle compagnie tradizionali ma, sottoscrivendo una Rc auto in banca, i correntisti hanno la possibilità di approfittare delle promozioni sulle garanzie accessorie, oppure di una serie di servizi accessori connessi alla gestione sinistri. I prezzi Per avere un idea di quanto possa costare un assicurazione auto offerta dal proprio istituto di credito è possibile approfittare dei preventivatori messi a disposizione online dalle stesse banche. Sul sito di Intesa Sanpaolo Assicura, per esempio, chiunque, correntista o non, può calcolare un preventivo dell assicurazione ViaggiaConMe semplicemente inserendo il numero di targa e la propria data di nascita. In pochi secondi si ha a disposizione il premio annuo complessivo della sola Rca che può essere confrontato con quello che si sta già pagando o con quello di altre Compagnie. Anche UniCredit offre la stessa possibilità per l assicurazione Guida Protetta, ma solo ai già correntisti, che quindi solo dopo aver effettuato l accesso alla banca via internet possono fare un preventivo ed eventualmente richiedere la polizza direttamente online. Per Auto InChiaro di Banca Sella e Protezione Guida di Cariparma Crédit Agricole, invece, dal canale online è solo possibde compilare un form per poi essere ricontattati per un preventivo (sul sito di InChiaro Assicurazioni, invece, è possibile calcolare il preventivo online indicando se si è o meno correntisti di Banca Sella). Mediamente, i prezzi del pacchetto base, quindi solo Rca, sono in linea con quelli del mercato tradizionale e più alti rispetto alle polizze online, che rimangono sempre le più convenienti in termini di premio annuo. I vantaggi, dunque, vanno ricercati altrove: per esempio nel rapporto di fiducia con il proprio istituto di credito, o ancora nelle promozioni offerte ai correntisti sulle garanzie accessorie. I vantaggi «Sulle Rca per così dire bancarie, i vantaggi possono essere di vario tipo conferma Carmine Paolantonio, responsabile area marketing

11 privati del gruppo Cariparma Crédit Agricole. Dai prezzi per le garanzie accessorie particolarmente vantaggiosi (tipo il furto e incendio, la kasko o ancora gli atti vandalici, ndr) all addebito diretto sul conto corrente, fino ad arrivare alla possibilità di rateizzare il premio a Taeg zero». E poi generalmente si tende a seguire delle politiche di prezzo legate anche all anzianità della relazione del cliente, garantendo dei premi sull Rca molto competitivi a chi ha un rapporto importante e duraturo con la banca. «Inoltre, il correntista può godere di un trattamento da un punto di vista dell approccio commerciale e dell assistenza post vendita uguale a quello che si riceve per tutti i servizi bancari, ma con una competenza tipica dell intermediario assicurativo», sottolinea Francesco Plini, responsabile banking e servizi di investimento di Banca Sella. Non avendo un enorme vantaggio competitivo in termini di prezzo, è normale che le banche puntino molto su servizi accessori alla polizza, come appunto l assistenza post vendita. «Purtroppo nel mondo dell Rc auto la misura del servizio c è quando c è un sinistro aggiunge Paolantonio. E per noi è importante assistere i nostri clienti nel migliore dei modi nella gestione dei sinistri. Non è un caso che la quota di gestione dei sinistri presso le carrozzerie convenzionate con noi sia passata negli ultimi anni dall 11% al 33 per cento. Segno evidente che il cliente sta familiarizzando con il sistema e misurando la qualità del servizio. Se si va nelle carrozzerie convenzionate, dentro ovviamente il perimetro dell evento sinistroso, non solo si gode di tempi più veloci nelle fasi di accertamento e liquidazione, ma si può approfittare di altri vantaggi, come per esempio l azzeramento della franchigia». Come sottoscrivere L Rca in banca può essere sottoscritta solo dai correntisti o dai nuovi clienti. Nella maggior parte dei casi è necessario recarsi in filiale, oppure chiudere la trattativa telefonicamente. È così, per esempio, per telefonicamente. È così, per esempio, per Cariparma Crédit Agricole. «I clienti preferiscono la filiale fa notare Paolantonio. Per un semplice motivo: la possibilità di valutare la polizza con un consulente, modificando così con un esperto il quadro delle garanzie accessorie. Stiamo comunque lavorando nell ottica di consentire ai clienti anche via home banking o attraverso le App». Anche con Banca Sella, l assicurazione auto può essere sottoscritta in succursale, «ma chi è già cliente può rinnovare annualmente la polizza direttamente dal profilo internet banking o da mobile», conclude Plini. Con Unicredit,

12 invece, i correntisti possono sottoscrivere l Rca anche accedendo al servizio di Banca via internet nella sezione Negozio online. IL SOLE 24 ORE CAUZIONE SOLTANTO CON LA FIDEIUSSIONE Qualora la cauzione provvisoria sia priva dall'impegno incondizionato di un fideiussore a presentare cauzione definitiva in caso di aggiudicazione, la stazione appaltante è tenuta a escludere la stessa dalla gara, senza che possa residuare alcun potere di regolarizzazione. È quanto hanno ribadito i giudici della quarta sezione del Tar per la Lombardia con la sentenza n dello scorso 3 settembre. Si premette che nessuna disposizione vieta a una stazione appaltante di richiedere, nell'ambito di una procedura di affidamento mediante cottimo fiduciario, le garanzie previste dalla normativa applicabile agli affidamenti di maggiore importo, come peraltro espressamente statuito dall'autorità nazionale anticorruzione. I giudici amministrativi milanesi hanno, altresì, evidenziato che la ratio sottesa alla richiesta di un impegno al rilascio della cauzione definitiva proveniente da un fideiussore si può facilmente rinvenire nella necessità di assicurare alla stazione appaltante una garanzia volta a tutelare la stessa da eventuali inadempimenti dell'appaltatore, il quale, ovviamente, avrà interesse a non volere, o a non potere, rispondere degli eventuali danni cagionati, ciò che, per l'appunto, giustifica la richiesta di tale garanzia a un soggetto terzo, contrattualmente tenuto per tale eventualità. Pertanto, una dichiarazione avente a oggetto l'impegno a rilasciare la cauzione definitiva da parte del concorrente non può essere oggetto di regolarizzazione in sede di gara, poiché risulta «ontologicamente e funzionalmente diversa da quella proveniente da un fideiussore, infatti richiesta dalla normativa, dovendosi pertanto dare luogo alla sua esclusione nel caso in cui, come avvenuto nella fattispecie, tale sanzione fosse stata espressamente prevista dalla lex specialis». Nella sentenza in commento si è poi richiamato un costante orientamento giurisprudenziale secondo cui non sarebbe affetta da nullità la clausola della lex specialis nella parte in cui preveda, a pena di esclusione, la costituzione della cauzione, in quanto espressiva di un interesse rilevante e qualificato dell'amministrazione aggiudicatrice, non violando pertanto il principio di tassatività delle cause di esclusione (si vedano: C.s., sez. IV, n. 5192; C.g.a., n. 327, C.s., sez. V, n. 278). ITALIA OGGI

13 RISPARMIO GESTITO SENZA RIALZO RISPARMI A RISCHIO. NO, MEGLIO RIMANDARE Wall Street si prepara con trepidazione e cauto ottimismo al nuovo appuntamento con le decisioni della banca centrale americana, la Federal Reserve (Fed). La maggioranza dei trader scommette che dalla riunione del settembre non uscirà ancora alcun cambio concreto della politica monetaria. Ma tutti gli strateghi degli investimenti delle banche d affari e delle società di gestione sperano di capire qualcosa di più dalle parole del governatore Janet Yellen sul futuro dei tassi d interesse. E dal dicembre 2008 che Fed funds punto di riferimento per il costo del denaro, usati per i prestiti interbancari a brevissimo termine sono ai minimi storici: 0-0,25%. Erano stati azzerati per calmare i mercati finanziari dopo il panico scatenato dal fallimento di Lehman brothers e per stimolare la ripresa economica. Ma dopo sei anni dalla fine ufficiale della Grande Recessione (giugno 2009) e dopo oltre sei anni dall inizio della fase Toro (di rialzo) in Borsa (marzo 2009), con un tasso di disoccupazione sceso al 5,1% livello considerato pari alla piena occupazione sarebbe ora di iniziare anche una normalizzazione dei tassi. Lo pensa, fra gli altri, il guru dei bond Bill Gross, gestore di Janus Capital group, che nel suo commento ai mercati di settembre ha scritto: «I tassi a zero hanno influenze negative sull economia reale, distruggono modelli storici di business essenziali al capitalismo come i fondi pensione, le compagnie assicurative e la stessa volontà di risparmiare. E se calano i risparmi, calano anche gli investimenti e con loro la produttività, come sta succedendo negli Usa e in tutto il mondo». Ma Gross crede che avviarsi a una politica monetaria normale o neutrale, con tassi nominali attorno al 2%, a questo punto spaventerebbe i mercati e scatenerebbe ulteriore instabilità. Quindi spera che se la Fed inizia ad alzare i tassi, dica anche chiaramente che dopo il primo rialzo aspetterà un bel po per continuare. Nel frattempo, Gross consiglia di difendere i risparmi tenendoli liquidi o investiti in obbligazioni aziendali sicure a breve termine (uno o due anni). La paura di destabilizzare i mercati, dopo lo spavento venuto dalla Cina in agosto, potrebbe in effetti trattenere la Fed da qualsiasi mossa, come ha spiegato la settimana scorsa al Wall Street Journal il presidente della Federal Reserve bank di San Francisco John Williams. «Per eccesso di

14 trasparenza i banchieri della Fed parlano troppo e spesso agitano i mercati con i loro commenti», osserva Kristina Hooper, stratega degli investimenti negli Usa per Allianz global investors. Che avverte: «La Fed è stata l unica istituzione governativa su cui poter contare durante e dopo la crisi finanziaria globale. Non possiamo sottovalutare l impatto della riduzione del suo supporto ai mercati, anche se lenta». Nonostante questo la media degli strategist di Wall Street si aspetta che l indice azionario americano S&P500 chiuda l anno in positivo, attorno a punti, con un rialzo quindi di circa il 9% dagli attuali livelli e del 4,4% da inizio 2015, secondo l ultimo sondaggio di Barron s. E il settore preferito per affrontare un eventuale rialzo dei tassi è il tecnologico, che dal 1946 ha reagito meglio in condizioni simili: +20% in media dopo l inizio di una stretta monetaria della Fed, secondo uno studio di Sam Stovall, stratega azionario per S&P Capital IQ. «Le aziende high-tech sono poco indebitate e quindi non soffrono se il costo del denaro sale spiega Stovall. Inoltre se l economia rallenta, le altre aziende tenderanno a investire di più in tecnologia per aumentare la loro produttività e questo aumenterà affari e profitti per il settore high-tech». Corriere economia Previdenza e dintorni CHI HA LASCIATO IL TFR NELLA SUA AZIENDA NON HA FATTO UN AFFARE Il prolungato periodo di rialzo delle Borse ha favorito gli strumenti negoziali che hanno fatto registrare ottime performance L introduzione dei fondi pensione negoziali in Italia non può certo dirsi una storia di successo ma almeno sul fronte dei rendimenti il bilancio è senza dubbio positivo. Il prolungato periodo di rialzo delle Borse ha infatti favorito i fondi pensione, mentre l altrettanto lungo periodo di bassa inflazione ha penalizzato la rivalutazione del Tfr. A conti fatti, chi ha deciso di lasciare il proprio trattamento di fine rapporto in azienda non ha fatto la scelta migliore. E gli ultimi dati della Covip, l organo di vigilanza sui fondi pensione, dimostrano che, ad oggi, non ci sono segnali di un inversione di tendenza: nei primi tre mesi di quest anno i fondi negoziali hanno garantito un rendimento del 4,3% medio (si va

15 dallo 0,4% dell obbligazionario puro all 8,5% dell azionario, passando per il 4,1% dell obbligazionario misto), a fronte del +0,3% del Tfr. L andamento del 2014 non era stato molto differente, con i fondi negoziali che potevano vantare un +7,3% e il Tfr fermo a +1,3%. Per trovare un periodo in cui il Tfr ha fatto meglio dei fondi bisogna risalire ai primi anni della riforma che coincidono con la crisi finanziaria scatenata dal collasso di Lehman Brothers: nel 2008 i negoziali avevano perso in media il 6,3%, mentre il Tfr aveva guadagnato il 2,7%. In pochi anni però questo gap iniziale è stato colmato e un analisi di più lungo periodo dimostra come i guadagni cumulati dai fondi siano oggi di gran lunga superiori a quelli del Tfr. Dal 2008 a tutto il marzo 2015 il rendimento dei fondi negoziali è stato del 28%, mentre chi ha puntato sul Tfr si è dovuto accontentare del 18%. Non bisogna infine dimenticare che l anno peggiore è stato il 2008, ovvero quando i fondi negoziali erano appena partiti e, di conseguenza, le masse gestite erano poche. Oggi il fondo più grande è il Cometa (industria metalmeccanica) che può vantare masse gestite superiori ai 9 miliardi di euro, seguito da Fonchim (industria chimica farmaceutica) che amministra quasi 5 miliardi di euro. Repubblica e Affari. Fondo pensione Agenti FONAGE, IL COMMISSARIO PROPONE TAGLIO AL 35% I sindacati degli agenti assicurativi Anapa, Unapass e Sna oltre che Ania e Unipol (le quali, secondo quanto previsto dal piano, dovrebbero contribuire al riequilibrio con un'iniezione di 20 milioni di euro) dovranno ora decidere se accettare il piano di salvataggio del fondo pensione di categoria Fonage presentato la scorsa settimana da Ermanno Martinetto, commissario straordinario a cui la Covip aveva richiesto a inizio estate di individuare un piano di riequilibrio per salvare la forma di previdenza che presentava al 31 dicembre 2014 un disavanzo di 582,4 milioni. ll taglio preventivo della Covip deciso nell'estate è stato del 40% sulle pensioni di settembre e ottobre. Quello previsto dal piano di riequilibrio messo a punto da Ermanno Martinetto, il commissario straordinario del

16 fondo pensione degli agenti di assicurazioni, dovrebbe arrivare al massimo al 35%. In caso di mancato accoglimento la palla potrebbe tornare di nuovo a Covip, che potrebbe proseguire la manovra preventiva. Il piano di Martinetto prevede invece il passaggio del Fonage alla contribuzione definita, secondo la quale le pensioni saranno commisurate a quanto versato e i tagli per gli attuali pensionati saranno proporzionati alla differenza tra l'assegno previdenziale attuale e quanto versato. Con un taglio massimo del 35%. Il vecchio fondo andrebbe ad esaurimento con il pagamento delle prestazioni, mentre da gennaio partirebbe un nuovo fondo. Il disavanzo patrimoniale ammonterebbe a 582,4 milioni, con uno squilibrio del 41,3%, e la manovra non è più rinviabile ASSINEWS FONDO PENSIONE AGENTI, PRESENTATO IL PIANO DI RIEQUILIBRIO DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO Interventi sulle pensioni in essere, unificazione della gestione ordinaria e di quella integrativa, nuova gestione contributiva dal 1 gennaio 2016, tagli complessivi che non dovrebbero superare il 35%. La situazione originata dal disequilibrio tra i contributi versati e le pensioni erogate e dalla decisione del 2003 che ha penalizzato le nuove generazioni scaricando su di esse il costo della generosa promessa pensionistica riconosciuta ai già iscritti al Fondo Il Commissario straordinario Ermanno Martinetto ha presentato nel pomeriggio di ieri, giovedì 10 settembre, il piano di riequilibrio del Fondo Pensione Agenti. Lo squilibrio rispetto al totale delle riserve tecniche è del 41,3% e quindi tornerebbe in equilibrio se si riducessero le prestazioni maturate sia dei pensionati che degli attivi del 41,3%. Ma anche così facendo, mantenendo le regole attuali, la gestione ordinaria genererebbe un nuovo disavanzo già dai prossimi esercizi. La motivazione principale di tale situazione risiede nella promessa pensionistica che negli anni ha prodotto un livello di prestazioni significativamente superiore rispetto ai contributi versati. Ne discende la necessità di introdurre un correttivo che riproporzioni le prestazioni maturate ai contributi versati. Due sono le grandezze fondamentali che rilevano: il montante dei contributi versati da e per ciascun Agente (il cd. valore di

17 trasferimento) e il maturato (valore attuale delle pensioni erogate ai pensionati compresi i superstiti). Ebbene, per coloro che sono andati in pensione nel periodo 2010 / 2014 le pensioni erogate sono state più che doppie rispetto al valore assicurato dai contributi versati dagli stessi soggetti, nel periodo 2015 / 2019, con il medesimo criterio, le pensioni sarebbero più del 50% dei contributi versati e così via fino al 2019 per invertire la tendenza solo nel 2029 (anno in cui i nuovi pensionati riceverebbero una pensione inferiore a quella che deriverebbe dai loro contributi versati). La decisione del 2003 con la quale le prestazioni sono rimaste inalterate a fronte di contributi maggiorati ha prodotto l effetto di scaricare sulle nuove generazioni il costo della promessa pensionistica generosa riconosciuta ai già iscritti al Fondo. Rivedere le pensioni in essere e quelle future è quindi necessario e passa attraverso un piano che prevede: A) Interventi sulla pensioni in essere sia per la gestione ordinaria sia per quella integrativa: le pensioni in essere con Maturato almeno doppio del Valore di trasferimento vengono ridotte di un aliquota percentuale compresa tra il 40% ed il 35%, quelle con maturato compreso tra una e due volte il valore di trasferimento vengono ridotte di un aliquota compresa tra lo 0% ed il 35%. Per la gestione integrativa vengono introdotti fattori di riduzione delle pensioni in pagamento che, sulla base delle prime analisi, potranno comportare una riduzione compresa tra il 5% ed il 15%. Peraltro, il taglio complessivo (Pensione Ordinaria + Pensione Integrativa) non dovrebbe superare il 35%. B) Interventi sulle pensioni future: Il Valore di trasferimento maturato da ciascun aderente nella Gestione Ordinaria viene riconosciuto, in base ad una determinata aliquota percentuale (tendenzialmente pari al 100%), quale prestazione pensionistica aggiuntiva nella Gestione Integrativa (tutti gli aderenti attivi vengono così trasferiti alla Gestione Integrativa dove per ciascuno di essi si accende una nuova posizione assicurativa con decorrenza 1/1/2016 impiegando lo zainetto con i coefficienti all 1% corretti in funzione della maggiore longevità. Contestualmente all assestamento della situazione pregressa del Fondo (fino a tutto il 31/12/2015) è previsto l avvio della Nuova Gestione a contributi definiti che funzionerà come una normale gestione separata

18 assicurativa e riceverà tutti i futuri contributi degli Agenti e delle Compagnie (compreso il contributo minimo di 100 Euro l anno a carico delle Compagnie proposto dall ANIA che, insieme alla analoga quota a carico dell Agente, consentirà ai futuri pensionati di disporre di una nuova fonte di incremento della propria posizione pensionistica). Intermedia Channel.

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