ESTRATTO DEL MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231

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1 ESTRATTO DEL MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231 Adottato dal Consiglio di Amministrazione il 29 maggio 2007; Ultimo aggiornamento approvato dal Consiglio di Amministrazione del 22 luglio 2014

2 INDICE 1 - IL DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001 n Quadro normativo Tipologie di reato previste dal D.Lgs. 231/ Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Delitti informatici e trattamento illecito dei dati Delitti in materia di criminalità organizzata Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento Delitti contro l industria e il commercio Reati Societari Delitti aventi finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali Delitti contro la persona e delitti contro la personalità individuale Delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commesse in violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro Reati di riciclaggio, ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e reati transnazionali Delitti in materia di violazione del diritto d autore Induzione a non rendere dichiarazioni o rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria Reati ambientali Delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO Obiettivi perseguiti da Poste Tributi con l adozione del Modello Modifiche e integrazioni del Modello Destinatari del Modello Individuazione dei rischi e sistema di governo delle procedure Ruolo ed individuazione dei Process Owner Aree di attività a rischio e relativi sistemi di presidio organizzativo / gestionale Attività a rischio in relazione ai reati contro la Pubblica Amministrazione Attività a rischio in relazione ai delitti informatici e trattamento illecito dei dati Attività a rischio in relazione ai delitti in materia di criminalità organizzata Attività a rischio in relazione ai reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento Attività a rischio in relazione ai delitti contro l industria e il commercio Attività a rischio in relazione ai reati societari Attività a rischio in relazione ai delitti di terrorismo ed eversione dell ordine democratico Attività a rischio in relazione ai delitti contro la persona e contro la personalità individuale Attività a rischio in relazione ai delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 2 di 27

3 Attività a rischio in relazione ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro Attività a rischio in relazione ai reati di riciclaggio e ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e reati transnazionali Attività a rischio in relazione ai delitti in materia di violazione del diritto d autore Attività a rischio in relazione al reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria Attività a rischio in relazione ai reati ambientali Attività a rischio in relazione alla nuova tipologia di reato: delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare ORGANISMO DI VIGILANZA Natura, qualificazione, nomina e durata in carica dell Organismo di Vigilanza Cause di ineleggibilità, decadenza e revoca dell Organismo di Vigilanza Funzioni e poteri dell Organismo di Vigilanza Attività di reporting dell Organismo di Vigilanza Reporting nei confronti degli Organi Societari Reporting in relazione alla normativa antiriciclaggio Reporting nei confronti dell OdV della Capogruppo Flussi informativi nei confronti dell Organismo di Vigilanza Segnalazioni da parte di esponenti aziendali o da parte di terzi Obblighi di informativa relativi ad atti ufficiali Sistema delle deleghe SELEZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE E DIFFUSIONE DEL MODELLO Selezione del personale Formazione del personale e diffusione del Modello nel contesto aziendale Informativa a collaboratori esterni, partner e fornitori SISTEMA DISCIPLINARE Principi generali Sanzioni per i lavoratori dipendenti Misure nei confronti dei Dirigenti ALTRE MISURE DI TUTELA IN CASO DI MANCATA OSSERVANZA DEL MODELLO Violazione del Modello da parte di Amministratori e Sindaci Misure nei confronti di soggetti esterni CODICI DI COMPORTAMENTO 27 Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 3 di 27

4 1 - IL DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001 n Quadro normativo Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 dal titolo Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle Società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica (di seguito anche Decreto o D.Lgs. 231/2001), ha introdotto nell ordinamento italiano un regime di responsabilità amministrativa (riferibile sostanzialmente ai casi in cui sorge in capo agli autori la responsabilità penale) a carico degli Enti (nel presente contesto il termine Enti o Ente è da intendersi come Società, associazioni, consorzi, ecc., e cosi di seguito denominati) per alcuni reati commessi, nell'interesse o a vantaggio degli stessi: a. da persone fisiche che rivestano funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione degli enti stessi o di una loro unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone fisiche che esercitino, anche di fatto, la gestione e il controllo degli enti medesimi; b. da persone fisiche sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati. Tale responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto. Le sanzioni previste sono pecuniarie e interdittive (quali la sospensione o revoca di licenze e concessioni, il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, di seguito anche PA, l'interdizione dall'esercizio dell'attività, l'esclusione o la revoca di finanziamenti e contributi, il divieto di pubblicizzare beni e servizi). La responsabilità prevista dal Decreto si configura anche in relazione a reati commessi all estero, purché per gli stessi non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il reato. Il D.Lgs. 231/2001 prevede, all art. 6, una forma specifica di esonero dalla responsabilità amministrativa (c.d. esimente) qualora l ente sia in grado di dimostrare: a. di aver adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione di eventuali fatti illeciti, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire la commissione di reati della specie di quelli verificatisi; b. che il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei Modelli nonché di curare il loro aggiornamento sia stato affidato a un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (di seguito, Organismo di Vigilanza o OdV ); c. che le persone che hanno commesso il reato abbiano agito eludendo fraudolentemente i suddetti modelli di organizzazione e gestione; Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 4 di 27

5 d. che non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell Organismo di cui alla precedente lett. b). L adozione ed efficace implementazione di un Modello Organizzativo (di seguito anche MO o Modello - di cui alla precedente lettera a) assume rilevanza anche in relazione al caso previsto nell art. 5, comma 1, lettera b), del decreto, rispetto al quale l ente è responsabile se la commissione del reato è stata resa possibile dall inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza posti a carico di chi riveste funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale o esercita anche di fatto la gestione e il controllo dello stesso. In tali circostanze, è espressamente previsto che non ricorre tale inosservanza se l ente, prima della commissione del reato, ha adottato e efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi (D.Lgs. n. 231/2001 art. 7, comma 2). Riguardo a tali ipotesi il Modello, tenuto conto della natura, della dimensione e del tipo di attività svolta, deve contenere misure idonee a: a. garantire lo svolgimento dell attività nel rispetto della legge; b. scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio. L efficace attuazione del Modello Organizzativo richiede: a. una verifica periodica e l eventuale modifica dello stesso laddove vengano individuate eventuali violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell organizzazione o nell attività; b. un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello Tipologie di reato previste dal D.Lgs. 231/2001 Le fattispecie di reato rilevanti, in base al Decreto e successive integrazioni, al fine di configurare la responsabilità amministrativa dell ente, possono essere comprese nelle categorie di seguito enunciate Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Si riferisce a una serie di reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 5 di 27

6 disciplinati dagli artt. 24 e 25 1, precisamente: a. indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 316-ter c.p.); b. truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 640, 1 comma, n. 1 c.p.); c. truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.); d. frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.); e. corruzione per l esercizio della funzione 2 (art. 318 c.p.); f. corruzione per un atto contrario ai doveri d ufficio (art. 319 c.p.); g. corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.); h. istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.); i. concussione 3 (art. 317 c.p.); j. induzione indebita a dare o promettere utilità 4 (art. 319 quater c.p.); k. malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.). La responsabilità amministrativa degli enti è prevista anche quando i delitti di cui ai commi da 1 a 3 dell art. 25 del Decreto 231 sono stati commessi dalle persone indicate negli articoli 320 c.p. (persona incaricata di pubblico servizio) e 322-bis c.p. (membri della Corte penale internazionale o degli organi delle Comunità europee e funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri). La legge n. 190 del 2012, nel prevedere sostanziali modifiche ai reati contro la pubblica amministrazione, ha altresì introdotto nel codice penale il reato di traffico di influenze illecite (art. 346 bis c.p.). Pur non costituendo detto reato presupposto per la responsabilità amministrativa delle Società ai sensi del Decreto 231, si ritiene comunque che esso assuma - nel generale contesto delineato dal vigente quadro normativo, che recepisce gli orientamenti internazionali sul contrasto anche di comportamenti prodromici rispetto ad accordi corruttivi - particolare rilevanza, in quanto le relative condotte illecite potrebbero avere un carattere di connessione e/o contiguità rispetto a 1 In particolare, l art. 25 del D.lgs. 231/01 è stato oggetto di ampia rivisitazione a seguito dell emanazione della Legge del 6 Novembre 2012 n.190 (cd. Legge Anticorruzione ), che ha profondamente modificato i reati di concussione e corruzione nonché inserito nuove fattispecie di reato in ambito rapporti con la Pubblica Amministrazione. 2 Fattispecie di reato riformulata per effetto di quanto previsto dalla Legge del 6 Novembre 2012 n.190 (cd. Legge Anticorruzione ). 3 Per effetto di quanto previsto dalla Legge del 6 Novembre 2012 n.190 (cd. Legge Anticorruzione ), il reato è ora riferibile alla sola figura del pubblico ufficiale ed è circoscritto alle ipotesi in cui vi sia una costrizione del privato. 4 Nuova fattispecie di reato introdotta dalla Legge 190/2012 (cd. Legge Anticorruzione ), riferibile sia al pubblico ufficiale che all incaricato di pubblico servizio e che prevede la punibilità anche del soggetto privato che partecipa al reato, dando o promettendo utilità. Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 6 di 27

7 quelle corruttive, rilevanti in ottica 231 e, come tali, le stesse debbano, in via prudenziale, essere opportunamente considerate a livello aziendale Delitti informatici e trattamento illecito dei dati La legge 18 marzo 2008, n. 48 Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest il 23 novembre 2001, e norme di adeguamento dell ordinamento intero ha ampliato le fattispecie di reato che possono generare la responsabilità della società. L art. 7 del provvedimento, infatti, ha introdotto nel D.Lgs. 231/2001 l art. 24-bis per i reati di: a. accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.); b. detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615-quater c.p.); c. diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art quinquies c.p.); d. intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quater c.p.); e. installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617 quinquies c.p.); f. danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.); g. danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.); h. danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.); i. danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art quinquies c.p.); j. falsità in un documento informatico pubblico o avente efficacia probatoria (art. 491-bis c.p.); k. frode informatica del certificatore di firma elettronica (art. 640-quinquies c.p.) Delitti in materia di criminalità organizzata La Legge del 15 luglio 2009, n. 94 recante Disposizioni in materia di sicurezza pubblica ha inserito nel decreto l art.24-ter riguardante i delitti in materia di criminalità organizzata, con riferimento a: a. associazione per delinquere (art. 416 c.p.); Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 7 di 27

8 b. associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, tratta di persone, acquisto e alienazione di schiavi ed ai reati concernenti le violazioni delle disposizioni sull immigrazione clandestina di cui all art. 12 del D. Lgs. n. 286/1998 (art. 416 c.p., sesto comma); c. associazioni di tipo mafioso e delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall articolo 416-bis c.p. o al fine di agevolare l attività delle associazioni previste dallo stesso articolo (art. 416-bis c.p.); d. scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.); e. sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione (art. 630 c.p.); f. associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74. DPR 9 ottobre 1990, n. 309); g. illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo (art. 407, comma 2, lett. a), n.5 c.p.p.) Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento. L art. 6 della Legge 23 novembre 2001, n. 409, recante Disposizioni urgenti in vista dell introduzione dell euro, ha inserito nel decreto l art. 25-bis, che mira a punire il reato di falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo e precisamente: a. falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (Art. 453 c.p.); b. alterazione di monete (art. 454 c.p.); c. spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 c.p.); d. spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 c.p.); e. falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.) e uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.); f. contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.) e fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo, o di carta filigranata (art. 461 c.p.). Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 8 di 27

9 La Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha riformulato il titolo dell art. 25 bis, estendendo la responsabilità attribuibile in capo agli enti per i reati di: a. contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni (art. 473 c.p.); b. introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) Delitti contro l industria e il commercio La Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha inserito nel decreto l art. 25 bis.1, che estende la responsabilità amministrativa degli enti per i reati di: a. turbata libertà dell industria o del commercio (art. 513 c.p.); b. frode nell esercizio del commercio (art. 515 c.p.); c. vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.); d. vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.); e. fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c.p.); f. contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art. 517-quater c.p.); g. illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.); h. frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.) Reati Societari L art. 3 del decreto legislativo 11 aprile 2002, n. 61, in vigore dal 16 aprile 2002, nell ambito della riforma del diritto societario ha poi introdotto l'art. 25-ter che estende il regime di responsabilità amministrativa ai seguenti reati societari: a. false comunicazioni sociali (art c.c.); b. false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622, commi 1 e 3, c.c.); c. falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni della Società di revisione (art. 2624, commi 1 e 2, c.c.) 5 ; 5 Il D.Lgs n.39/2010 sulla revisione legale dei conti ha abrogato l art del Codice civile, ma, nel contempo, ha introdotto, nell art. 27, il reato di Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni dei responsabili della revisione legale Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 9 di 27

10 d. impedito controllo (art. 2625, comma 2, c.c.); e. formazione fittizia del capitale (art c.c.); f. indebita restituzione dei conferimenti (art c.c.); g. illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art c.c.); h. illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della Società controllante (art c.c.); i. operazioni in pregiudizio dei creditori (art c.c.); j. indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art c.c.); k. corruzione tra privati (art c.c.) 6 l. illecita influenza sull assemblea (art c.c.); m. aggiotaggio (art c.c.); n. ostacolo all esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638, commi 1 e 2, c.c.); o. omessa comunicazione del conflitto di interessi (art bis c.c.) Delitti aventi finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali L art. 25-quater, introdotto dall art. 3 della legge 14 gennaio 2003, n. 7 di ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo (New York, 9 dicembre 1999), opera un rinvio generale a tutte le ipotesi attuali e future di reati terroristici ed eversivi previsti dal codice penale e dalle Leggi Speciali. La disposizione di cui all'art. 1 della L. 6 febbraio 1980, n. 15 prevede una circostanza aggravante destinata ad applicarsi a qualsiasi reato sia "commesso con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico Delitti contro la persona e delitti contro la personalità individuale L ambito dei delitti contro la persona è stato introdotto con la Legge del 9 gennaio 2006 n.7 - che ha aggiunto l art. 25-quater - 1 e riguarda il divieto delle pratiche di mutilazione genitali femminili. L ambito legislativo riguardante i delitti contro la personalità individuale è stato introdotto con Legge 11 agosto 2003 n. 228 che ha aggiunto l art. 25-quinquies che richiama specifici dei conti per cui, allo stato, nell incertezza del quadro normativo di riferimento, il reato in parola viene prudenzialmente indicato quale presupposto della responsabilità amministrativa degli enti. 6 La Legge 190/2012 (cd. Legge Anticorruzione ), ha introdotto il reato di corruzione tra privati mediante una modifica all art c.c. Tale fattispecie assume, altresì, rilevanza quale reato presupposto ex D.lgs. 231/2001. Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 10 di 27

11 articoli contenuti nella Sez. I, capo III, titolo XII, Libro II del codice penale: a. riduzione o mantenimento in schiavitù e servitù (art. 600 c.p.); b. tratta di persone (art. 601 c.p.); c. acquisto o alienazione di schiavi (art. 602 c.p.); d. prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.); e. pornografia minorile (art. 600-ter c.p.); f. detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater c.p.); g. pedopornografia virtuale (art. 600-quater-1 c.p.) 7 h. iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art quinquies c.p.) Delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato In relazione alla disciplina sul c.d. Market Abuse (Parte V Titolo I bis, Capo II del T.U.F.), sono stati introdotti nel disposto del D.Lgs. 231/2001 (Art. 25-sexies) i reati di abuso di informazioni privilegiate (Art. 184 del TUF) e di manipolazione del mercato (Art. 185 del TUF). In particolare, per abuso di informazioni privilegiate (insider trading) si intende il reato per il quale chiunque, essendo in possesso di informazioni non di pubblico dominio, le divulghi a terzi, o le utilizzi al fine di effettuare o indurre altri a compiere operazioni di compravendita o altre operazioni relative a strumenti finanziari. Tali informazioni permettono ai soggetti che ne facciano utilizzo una scelta basata su un'asimmetria informativa, privilegiandoli rispetto ad altri investitori operanti sul medesimo mercato. L ipotesi di reato di manipolazione del mercato si configura invece a carico di chiunque diffonda informazioni false o ingannevoli o pone in essere operazioni simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari. L articolo 187-quinquies del TUF introduce una specifica ipotesi di responsabilità amministrativa a carico degli enti per illeciti amministrativi in materia di abusi di mercato (artt. 187 bis e 187 ter del TUF) commessi nel loro interesse o a loro vantaggio da soggetti aziendali in posizioni apicali o a loro subordinati. 7 Reato introdotto nell art. 25 quinquies del Decreto 231 dalla Legge n. 38 del Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 11 di 27

12 Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commesse in violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro La Legge n. 123/2007 ha introdotto due nuove tipologie di reato-presupposto all interno della disciplina di cui al D.Lgs. 231/2001. Nel Decreto è stato infatti inserito l art.25- septies, successivamente sostituito dall art. 300 del D.Lgs. 81/2008, che prevede l estensione della responsabilità amministrativa dell ente ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime (artt. 589 e 590 del Codice Penale), commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro. Il provvedimento legislativo, integrando il quadro delle norme di presidio in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro stabilisce -come fattore di novità- la punibilità delle Società anche per reati di natura colposa, diversamente da quanto previsto per i reati in ambito 231/2001, che richiedevano il presupposto della sussistenza del dolo (coscienza e volontarietà dell azione criminosa). Da segnalare che ulteriori elementi di novità in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono stati introdotti dal D.Lgs. n. 106 del Reati di riciclaggio, ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e reati transnazionali Il D. Lgs. n. 231 del 21 novembre 2007, relativo all attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, nonché della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione, ha introdotto nel D.lgs. 231/2001 l art.25-octies che estende l ambito della responsabilità amministrativa per gli enti in relazione ai reati di riciclaggio (Art. 648 bis c.p.), ricettazione (Art 648 c.p) e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (Art. 648 ter c.p.). L art. 648 del codice penale dispone che commette il reato di ricettazione chiunque, fuori dai casi di concorso nel reato, acquista, riceve od occulta, denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto al fine di procurare a se od ad altri un profitto. L art. 648-bis del codice penale dispone che, al di fuori dei casi di concorso nel reato, commette il delitto di riciclaggio chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da un delitto non colposo ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l identificazione delittuosa della loro provenienza. L art. 648-ter del codice penale dispone inoltre che, al di fuori dei casi di concorso nel reato e Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 12 di 27

13 dei casi previsti dagli articoli 648 (ricettazione) e 648-bis (riciclaggio), commette il delitto di impiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita chiunque impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto. Inoltre, la Legge n. 146/2006 ha ratificato la normativa comunitaria contro il crimine organizzato transnazionale relativamente a quei reati posti in essere da un gruppo organizzato in più di uno Stato, ovvero a quelli commessi in uno Stato singolo, da parte di una organizzazione criminale operante su base internazionale. Tale legge comprende le seguenti tipologie di reato: associazione per delinquere (art. 416 c.p); associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.); reati concernenti intralcio alla giustizia (art. 377-bis e 378 c.p.); traffico di migranti (d. lgs. n. 286/98 e successive modifiche) Delitti in materia di violazione del diritto d autore La Legge 23 luglio 2009, n.99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha inserito nel D.Lgs n. 231/2001 l art.25-novies, che prevede l estensione della responsabilità amministrativa dell ente ai reati di: a. messa a disposizione del pubblico in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, e senza averne diritto di un'opera o di parte di un opera dell'ingegno protetta (art. 171, co. 1, lett a-bis), L. 633/1941); b. reato di cui al punto precedente commesso su un opera altrui non destinata alla pubblicazione, ovvero con usurpazione della paternità dell opera, ovvero con deformazione, mutilazione o altra modificazione dell opera stessa, qualora ne risulti offeso l onore o la reputazione dell autore (art. 171, co. 3, L. 633/1941); c. abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita, detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale ovvero concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di mezzi per consentire o facilitare la rimozione arbitraria o l elusione funzionale di dispositivi di protezione di programmi per elaboratori (art. 171-bis, co. 1, L. 633/1941); d. riproduzione su supporti non contrassegnati SIAE, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati al fine di trarne profitto, estrazione o reimpiego della banca dati in violazione delle disposizioni sui diritti del costitutore e dell utente di una banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati (art. 171-bis, co. 2, L. Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 13 di 27

14 633/1941); e. reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da una delle seguenti condotte descritte all art. 171-ter, comma 1, L. 633/1941: abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell'ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio, di dischi, nastri o supporti analoghi ovvero di ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento (lett. a); abusiva riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, di opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-musicali, multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati (lett. b); introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, messa in commercio, concessione in noleggio o cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo televisione con qualsiasi procedimento, trasmissione a mezzo radio, delle duplicazioni o riproduzioni abusive di cui alle lettere a) e b) senza aver concorso nella duplicazione o riproduzione (lett. c); detenzione per la vendita o la distribuzione, messa in commercio, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo radio o televisione con qualsiasi procedimento, di videocassette, musicassette, qualsiasi supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, o altro supporto per il quale è prescritta l'apposizione del contrassegno SIAE, privi del contrassegno medesimo o dotati di contrassegno contraffatto o alterato (lett. d); ritrasmissione o diffusione con qualsiasi mezzo di un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni ad accesso condizionato, in assenza di accordo con il legittimo distributore (lett. e); introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, vendita, concessione in noleggio, cessione a qualsiasi titolo, promozione commerciale, installazione di dispositivi o elementi Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 14 di 27

15 di decodificazione speciale che consentono l'accesso a un servizio criptato senza il pagamento del canone dovuto (lett. f); fabbricazione, importazione, distribuzione, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, pubblicizzazione per la vendita o il noleggio, o detenzione per scopi commerciali, di attrezzature, prodotti o componenti ovvero prestazione di servizi aventi impiego commerciale o prevalente finalità di eludere efficaci misure tecnologiche di protezione ovvero progettati, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di tali misure (lett. f-bis); abusiva rimozione o alterazione di informazioni elettroniche sul regime dei diritti di cui all'articolo 102-quinquies, ovvero distribuzione, importazione a fini di distribuzione, diffusione per radio o per televisione, comunicazione o messa a disposizione del pubblico di opere o altri materiali protetti dai quali siano state rimosse o alterate le informazioni elettroniche stesse (lett. h). f. reati caratterizzati da una delle seguenti condotte descritte all art. 171-ter, comma 2, L. 633/1941: riproduzione, duplicazione, trasmissione o diffusione abusiva, vendita o commercio, cessione a qualsiasi titolo o importazione abusiva di oltre 50 copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi (lett. a); immissione a fini di lucro in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera o parte di un opera dell'ingegno protetta dal diritto d'autore, violazione del diritto esclusivo di comunicazione al pubblico spettante all autore (lett. a-bis); realizzazione delle condotte previste dall art. 171-ter, co. 1, L. 633/1941, da parte di chiunque eserciti in forma imprenditoriale attività di riproduzione, distribuzione, vendita o commercializzazione, ovvero importazione di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi (lett. b); promozione od organizzazione delle attività illecite di cui all art. 171-ter, co. 1, L. 633/1941 (lett. c). g. mancata comunicazione alla SIAE dei dati di identificazione dei supporti non soggetti al contrassegno, da parte di produttori o importatori di tali supporti; ovvero falsa dichiarazione circa l assolvimento degli obblighi sul contrassegno (art. 171-septies, L. 633/1941); h. fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica, utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 15 di 27

16 di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art. 171-octies, L. 633/1941) Induzione a non rendere dichiarazioni o rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria La Legge 3 agosto 2009, n. 116 recante Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione adottata dall Assemblea Generale dell ONU il 31 ottobre 2003 ha introdotto la responsabilità amministrativa degli enti per il reato di cui all art. 377 bis c.p. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria (art. 25 decies del D.Lgs n. 231/01) Reati ambientali Il D.Lgs n. 121 del 7 luglio 2011, emanato in attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni, ha inserito nel D.Lgs n. 231/2001 l art. 25-undecies, con l estensione della responsabilità amministrativa degli enti alle fattispecie dei Reati ambientali commessi nell interesse o a vantaggio dell ente stesso. La normativa, peraltro molto articolata, prevede le seguenti tipologie di illeciti: a) Reati previsti dal Codice Penale art. 727 bis (uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette); art. 733 bis (distruzione o deterioramento di habitat all interno di un sito protetto); b) Reati previsti dal D.Lgs. n. 152/2006 ( Codice dell ambiente ): art. 137, commi 2, 3, 5, primo e secondo periodo, 11 e 13 (scarico acque reflue industriali); art. 256, commi 1, lettere a) e b), 3, primo e secondo periodo, 5 e 6, primo periodo (attività non autorizzata di gestione rifiuti); art. 257, commi 1 e 2 (bonifica dei siti); art. 258, comma 4, secondo periodo (obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari); art. 259, comma 1 (traffico illecito di rifiuti); art. 260, commi 1 e 2 (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti); Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 16 di 27

17 art. 260-bis, commi 6, 7, secondo e terzo periodo, 8, primo e secondo periodo (sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti SISTRI); art. 279, comma 5 (tutela dell aria e riduzione emissioni nell atmosfera); c) Reati previsti dalla Legge n. 150/1992 ( Disciplina dei reati sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali ): art. 1, commi 1 e 2, art. 2, commi 1 e 2, art. 3 bis, comma 1, art. 6, comma 4 (commercio, utilizzo, trasporto di esemplari animali o vegetali e detenzione esemplari vivi di specie selvatica o pericolosi); d) Reati previsti dalla Legge n. 549/1993 ( Misure a tutela dell ozono stratosferico e dell ambiente ); art. 3, comma 6 (cessazione e riduzione dell impiego delle sostanze lesive); e) Reati previsti dalla Legge n. 202/2007 ( Inquinamento del mare provocato dalle navi ); art. 8, commi 1 e 2 (inquinamento doloso dell ambiente marino); art. 9, commi 1 e 2 (inquinamento colposo dell ambiente marino) Delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare Il D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 recante Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, all art. 22, comma 12, prevede sanzioni nei confronti del datore di lavoro che occupi alle proprie dipendenze lavoratori stranieri il cui soggiorno è irregolare. Il D.Lgs. del 16 luglio 2012, n. 109 ha inserito nel Decreto 231 l art. 25-duodecies, con l estensione della responsabilità amministrativa degli enti in relazione al delitto sopra citato, laddove ricorrano le specifiche circostanze aggravanti previste dall art. 22, comma 12-bis, del D. Lgs. 25 luglio 1998, n. 286; dette circostanze aggravanti sussistono nei seguenti casi: a) se i lavoratori occupati sono in numero superiore a tre; b) se i lavoratori occupati sono minori in età non lavorativa; c) se i lavoratori occupati sono sottoposti alle altre condizioni lavorative di particolare sfruttamento di cui al terzo comma dell articolo 603 bis del codice penale (delitto di Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ). Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 17 di 27

18 2 - MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO 2.1 Obiettivi perseguiti da Poste Tributi con l adozione del Modello Poste Tributi S.c.p.A. (di seguito anche Poste Tributi o la Società ), sensibile all esigenza di assicurare condizioni di correttezza e di trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali a tutela della posizione e dell immagine della Società e dei propri dipendenti, ha ritenuto opportuno procedere, anche in coerenza con le linee di governance adottate dal Gruppo Poste Italiane, all attuazione del Modello di organizzazione e di gestione previsto dal Decreto 231. Pur nell ambito della propria autonomia, il Modello di Poste Tributi si ispira al Modello Organizzativo di Poste Italiane S.p.A. ed ai principi del Codice Etico di Gruppo, tenendo conto della particolare struttura di Poste Tributi, del settore e dell ambito di operatività della Società. Il suddetto Modello è stato predisposto tenendo presenti, oltre alle prescrizioni del Decreto Legislativo 231/2001, delle linee guida elaborate in materia dalle associazioni di categoria. Scopo del Modello adottato da Poste Tributi S.c.p.A., è la costruzione di un sistema strutturato e organico di procedure e di attività di controllo, volto a prevenire (controllo ex ante) la commissione delle diverse tipologie di reati previsti dal Decreto. In particolare, mediante l individuazione delle aree di attività a rischio e la loro conseguente proceduralizzazione, il Modello si propone di: determinare, in tutti coloro che operano in nome e per conto della Società nelle aree di attività a rischio, la consapevolezza di poter incorrere, in caso di violazione delle disposizioni ivi riportate, in un illecito passibile di sanzioni, sul piano penale e amministrativo, non solo a proprio carico ma anche a carico della stessa Poste Tributi; ribadire che tali forme di comportamento illecito sono fortemente condannate da Poste Tributi S.c.p.A. e dal Gruppo di Poste Italiane, in quanto (anche nel caso in cui la Società fosse apparentemente in condizione di trarne vantaggio) contrarie alla legge e ai principi etico-sociali cui il Gruppo si attiene nell espletamento della propria missione aziendale; consentire alla Società, grazie a un azione di monitoraggio sulle aree di attività a rischio, di intervenire tempestivamente per prevenire e contrastare la commissione dei reati. Punti cardine del Modello Organizzativo sono, oltre ai principi già indicati: a. l individuazione delle aree di attività a rischio dell Azienda, vale a dire le attività Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 18 di 27

19 nel cui ambito è ipotizzabile la commissione di reati e l evidenza delle fasi principali che caratterizzano le singole operazioni a rischio; b. la manutenzione di adeguate procedure aziendali a presidio delle aree di attività a rischio in modo integrato con la regolamentazione dei sistemi di controllo dei processi aziendali; c. l attività di sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli aziendali delle regole comportamentali e delle procedure istituite; d. Il coordinamento con i principi applicabili propri del Modello Organizzativo di Poste Italiane o di altre società del gruppo; e. l attribuzione ad un apposito Organismo di Vigilanza di specifici compiti di vigilanza e di attuazione di quanto previsto nel Modello; f. la verifica dell effettivo rispetto ed efficacia del Modello e delle relative procedure aziendali di cui sopra; g. l'attuazione di un adeguato sistema sanzionatorio Modifiche e integrazioni del Modello Destinatari del Modello Sono destinatari del Modello tutti coloro che operano per il conseguimento dello scopo e degli obiettivi di Poste Tributi Individuazione dei rischi e sistema di governo delle procedure In relazione alle singole fattispecie di reato previste dal D.Lgs. 231/2001, viene effettuata l analisi del contesto aziendale per evidenziare dove e secondo quali modalità possono potenzialmente verificarsi eventi pregiudizievoli per gli obiettivi indicati dal citato Decreto. Le singole funzioni aziendali, individuate come Process Owner, secondo le modalità descritte nel successivo paragrafo, predispongono ed implementano le procedure aziendali relative alle aree di attività a rischio, anche ad integrazione di procedure aziendali già esistenti Le procedure, previa approvazione da parte dell AD, sono emesse da parte della funzione aziendale competente, con l eventuale supporto della funzione Servizi Corporate, in qualità di Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 19 di 27

20 referente 231 e, ove necessario, delle altre funzioni aziendali. Le procedure sono pubblicate nel Sistema Documentale Aziendale, il cui aggiornamento e conservazione sono curate dalla funzione Servizi Corporate e sono reperibili tramite i sistemi informativi in uso presso Poste Tributi, ovvero presso i singoli Process Owner incaricati, al fine di assicurarne la piena reperibilità Ruolo ed individuazione dei Process Owner Al fine di garantire la continua efficacia del Modello, Poste Tributi individua il Process Owner che rappresenta il punto di riferimento organizzativo per il complesso delle attività svolte nell ambito dei processi sensibili afferenti le aree di attività a rischio individuate Aree di attività a rischio e relativi sistemi di presidio organizzativo / gestionale Seguono, per ciascuna tipologia di reati, i risultati dell analisi dei rischi che tiene conto dei vantaggi che Poste Tributi potrebbe conseguire a fronte della realizzazione degli stessi. Per tutte le aree di attività a rischio, valgono i seguenti presidi organizzativo / gestionali di carattere generale: a. Codice Etico e Codice di comportamento Fornitori e Partner del Gruppo Poste Italiane (di cui al succ. pr. 7); b. Sistema di attribuzione dei poteri e delle eventuali deleghe da parte dell Amministratore Delegato mediante conferimento ai primi livelli aziendali. c. Sistema sanzionatorio di cui al presente Modello, con particolare riferimento ai successivi capitoli 5 e 6. Per talune tipologie di attività esposte al rischio di reato, sono stati evidenziati i principali presidi organizzativo/gestionali come meglio definiti nel presente Modello Organizzativo ovvero nelle singole procedure aziendali adottate. Con riferimento a questi ultimi, ad integrazione di quanto riportato nei paragrafi che seguono si richiamano, per la loro attinenza rispetto a diverse aree di rischio reato (es. reati contro la Pubblica Amministrazione, reati Societari, reati di criminalità organizzata, reati di riciclaggio), le attività e i controlli espletati in ambito aziendale in adempimento agli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, introdotti dalla Legge 13 agosto 2010 n Piano straordinario contro le mafie (art. 3: Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 20 di 27

21 tracciabilità dei flussi finanziari ) Attività a rischio in relazione ai reati contro la Pubblica Amministrazione Attività a rischio in relazione ai delitti informatici e trattamento illecito dei dati Attività a rischio in relazione ai delitti in materia di criminalità organizzata Attività a rischio in relazione ai reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento Attività a rischio in relazione ai delitti contro l industria e il commercio Attività a rischio in relazione ai reati societari Attività a rischio in relazione ai delitti di terrorismo ed eversione dell ordine democratico Attività a rischio in relazione ai delitti contro la persona e contro la personalità individuale Attività a rischio in relazione ai delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato Attività a rischio in relazione ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro. Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 21 di 27

22 Attività a rischio in relazione ai reati di riciclaggio e ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e reati transnazionali Attività a rischio in relazione ai delitti in materia di violazione del diritto d autore Attività a rischio in relazione al reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria Attività a rischio in relazione ai reati ambientali Attività a rischio in relazione alla nuova tipologia di reato: delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare 3 - ORGANISMO DI VIGILANZA Natura, qualificazione, nomina e durata in carica dell Organismo di Vigilanza L Organismo di Vigilanza (OdV) di Poste Tributi è composto da tre membri di comprovata esperienza e competenza, i quali abbiano i requisiti di onorabilità e professionalità. Essi sono nominati dal Consiglio di Amministrazione che ne determina anche la remunerazione. L OdV dura in carica tre anni, fino alla data dell assemblea convocata per l approvazione del bilancio relativo all ultimo esercizio della carica. In ogni caso, ciascun membro dell OdV resta in carica fino alla nomina del successore. L OdV è dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo e per le attività di propria competenza - oltre a disporre di adeguate risorse economiche che saranno messe a disposizione dalla Società in caso di necessità - si avvale del supporto del responsabile della funzione Servizi Corporate della Società (in qualità di Referente 231) e si dota di un proprio Regolamento interno. Estratto del Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, N. 231 Pagina 22 di 27

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