MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231

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1 MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231 Adottato dal Consiglio di Amministrazione il 20 dicembre Modificato nelle adunanze del Consiglio di Amministrazione del: - 17 ottobre gennaio dicembre dicembre dicembre Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

2 INDICE 1 IL DECRETO LEGISLATIVO n. 231/ Quadro normativo Tipologie di reato previste dal D.Lgs. 231/ Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Delitti informatici e trattamento illecito dei dati Delitti in materia di criminalità organizzata Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento Delitti contro l industria e il commercio Reati societari Delitti aventi finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali Delitti contro la persona e delitti contro la personalità individuale Delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commesse con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro Reati di riciclaggio, ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e reati transnazionali Delitti in materia di violazione del diritto d autore Reati ambientali Reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria Delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

3 2 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO Obiettivi perseguiti con l adozione del Modello Modifiche e integrazioni del Modello Destinatari del Modello Individuazione dei rischi e sistema di governo delle procedure Ruolo ed individuazione dei Process Owner Aree di attività a rischio e relativi sistemi di presidio organizzativo/gestionale Attività a rischio in relazione ai reati contro la Pubblica Amministrazione Attività a rischio in relazione ai delitti informatici e trattamento illecito dei dati Attività a rischio in relazione ai delitti in materia di criminalità organizzata Attività a rischio in relazione ai reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento Attività a rischio in relazione ai reati contro l industria e il commercio Attività a rischio in relazione ai reati societari Attività a rischio in relazione ai delitti di terrorismo ed eversione dell ordine democratico Attività a rischio in relazione ai reati di riciclaggio e ricettazione Attività a rischio in relazione ai delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato Attività a rischio in relazione ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro Attività a rischio in relazione ai reati in materia di violazione del diritto d autore Attività a rischio in relazione al reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

4 Attività a rischio in relazione ai reati ambientali Attività a rischio in relazione al delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui permesso di soggiorno è irregolare Adozione del Modello Organizzativo PosteShop nell ambito del Gruppo Poste Italiane ORGANISMO DI VIGILANZA Natura, qualificazione, nomina e durata in carica dell Organismo di Vigilanza Cause di ineleggibilità, decadenza e revoca dell Organismo di Vigilanza Funzioni e poteri dell Organismo di Vigilanza Attività di reporting dell Organismo di Vigilanza Reporting nei confronti degli Organi Societari Reporting nei confronti dell OdV della Capogruppo Flussi informativi nei confronti dell Organismo di Vigilanza Segnalazioni da parte di esponenti aziendali o da parte di terzi Obblighi di informativa relativi ad atti ufficiali Sistema delle deleghe SELEZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE E DIFFUSIONE DEL MODELLO Selezione del personale Formazione del personale e diffusione del Modello nel contesto aziendale Informativa a Collaboratori esterni, Partner e Fornitori SISTEMA DISCIPLINARE Principi generali Sanzioni per i lavoratori dipendenti Misure nei confronti dei dirigenti Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

5 6. ALTRE MISURE DI TUTELA IN CASO DI MANCATA OSSERVANZA DEL MODELLO Violazione del Modello da parte di Amministratori e Sindaci Misure nei confronti di soggetti esterni CODICI DI COMPORTAMENTO Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

6 1. IL DECRETO LEGISLATIVO N. 231/ Quadro normativo Il Decreto Legislativo n. 231/2001 dal titolo Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle Società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica (di seguito Il Decreto 231 ), ha introdotto nell ordinamento italiano un regime di responsabilità amministrativa (riferibile sostanzialmente alla responsabilità penale) a carico degli enti (da intendersi come Società, associazioni, consorzi, ecc., di seguito denominati enti e, singolarmente, ente ) per alcuni reati commessi, nell'interesse o a vantaggio degli stessi. a) da persone fisiche che rivestano funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione degli enti stessi o di una loro unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone fisiche che esercitino, anche di fatto, la gestione e il controllo degli enti medesimi; b) da persone fisiche sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati. Tale responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto. Le sanzioni previste sono pecuniarie ed interdittive (quali la sospensione o revoca di licenze e concessioni, il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione (PA), l'interdizione dall'esercizio dell'attività, l'esclusione o la revoca di finanziamenti e contributi, il divieto di pubblicizzare beni e servizi). La responsabilità prevista dal Decreto si configura anche in relazione a reati commessi all estero, purché per gli stessi non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il reato. Il Decreto 231 prevede, all art. 6, una forma specifica di esonero dalla responsabilità amministrativa (c.d. esimente) qualora l ente sia in grado di dimostrare: a) di aver adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione di eventuali fatti illeciti, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire la commissione di reati della specie di quelli verificatisi; b) che il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei Modelli nonché di curare il loro aggiornamento sia stato affidato a un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (di seguito, l Organismo di Vigilanza o OdV ); c) che le persone che hanno commesso il reato abbiano agito eludendo fraudolentemente i suddetti modelli di organizzazione e gestione d) che non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell Organismo di cui alla precedente lett. b). L adozione ed efficace implementazione di un Modello (di cui alla precedente lettera a) assume rilevanza anche in relazione al caso previsto nell art. 5, comma 1 lettera b) del decreto, rispetto al quale l ente è responsabile se la commissione del reato è stata resa possibile dall inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza posti a carico di chi riveste funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale o esercita anche di fatto la gestione e il controllo dello stesso. Infatti, è espressamente previsto che non ricorre detta inosservanza se l ente, prima della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi. 6 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

7 Riguardo a tali ipotesi il Modello, tenuto conto della natura, della dimensione e del tipo di attività svolta, deve contenere misure idonee a: - garantire lo svolgimento dell attività nel rispetto della legge; - scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio. L efficace attuazione del Modello richiede: - una verifica periodica e l eventuale modifica dello stesso quando sono scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell organizzazione o nell attività; - un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. 1.2 Tipologie di reato previste dal Decreto 231 Le fattispecie di reato rilevanti, in base al Decreto e successive integrazioni, al fine di configurare la responsabilità amministrativa dell ente, possono essere comprese nelle categorie di seguito enunciate Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Si riferisce alle seguenti tipologie di reato commesse nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e disciplinate dagli artt. 24 e 25 del Decreto : indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 316-ter c.p.); truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 640, 2 comma, n. 1 c.p.); truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.); frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.); corruzione per l esercizio della funzione (art. 318 c.p.); corruzione per un atto contrario ai doveri d ufficio (art. 319 c.p.); corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.); istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.); concussione (art. 317 c.p.); induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.); malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.). La responsabilità amministrativa degli enti è prevista anche quando i delitti di cui ai commi da 1 a 3 dell art. 25 del Decreto 231 sono stati commessi dalle persone indicate negli articoli 320 c.p. (persona incaricata di pubblico servizio) e 322-bis c.p. (membri della Corte penale internazionale o degli organi delle Comunità europee e funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri). La legge n. 190 del 2012, nel prevedere sostanziali modifiche ai reati contro la pubblica amministrazione, ha altresì introdotto nel codice penale il reato di traffico di influenze illecite (art. 346 bis c.p.). Pur non costituendo tale fattispecie reato presupposto per la responsabilità amministrativa delle Società ai sensi del Decreto 231, si ritiene comunque che esso assuma - nel generale contesto delineato dal vigente quadro normativo, che recepisce gli orientamenti internazionali sul contrasto 1 I reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione sono stati oggetto di ampia rivisitazione nell ambito della Legge 6 novembre 2012 n. 190, recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella Pubblica Amministrazione (cd. Legge anticorruzione ). 7 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

8 anche di comportamenti prodromici rispetto ad accordi corruttivi - particolare rilevanza, in quanto le relative condotte illecite potrebbero avere un carattere di connessione e/o contiguità rispetto a quelle corruttive, rilevanti in ottica 231 e, come tali, le stesse debbano, in via prudenziale, essere opportunamente considerate a livello aziendale Delitti informatici e trattamento illecito dei dati La legge 18 marzo 2008, n. 48 Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest il 23 novembre 2001, e norme di adeguamento dell ordinamento intero ha ampliato le fattispecie di reato che possono generare la responsabilità della società. L art. 7 del provvedimento, infatti, ha introdotto nel Decreto 231 l art. 24-bis per i reati di: a) accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.); b) detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art quater c.p.); c) -diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinquies c.p.); -intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quater c.p.); -installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinquies c.p.); -danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.); -danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.); -danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.); -danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635-quinquies c.p.); d) falsità in un documento informatico pubblico o privato avente efficacia probatoria (art. 491-bis c.p.); e) frode informatica del certificatore di firma elettronica (art. 640-quinquies c.p.) Delitti in materia di criminalità organizzata La Legge del 15 luglio 2009, n. 94 recante Disposizioni in materia di sicurezza pubblica ha inserito nel Decreto 231 l art. 24 ter riguardante i delitti in materia di criminalità organizzata, con riferimento a: associazione per delinquere (art. 416 c.p.); associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, tratta di persone, acquisto e alienazione di schiavi ed ai reati concernenti le violazioni delle disposizioni sull immigrazione clandestina di cui all art. 12 del D. Lgs n. 286/1998 (art. 416 c.p., sesto comma); associazioni di tipo mafioso e delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall articolo 416-bis c.p. o al fine di agevolare l attività delle associazioni previste dallo stesso articolo (art. 416-bis c.p.); scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.); sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione (art. 630 c.p.); 8 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

9 associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74. DPR 9 ottobre 1990, n. 309); illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo (art. 407, comma 2, lett. a), n.5) c.p.p.) Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento. L art. 6 della Legge 23 novembre 2001, n. 409, recante Disposizioni urgenti in vista dell introduzione dell euro, ha inserito nel Decreto 231 l art. 25-bis, che mira a punire il reato di falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo e precisamente: falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 c.p.); alterazione di monete (art. 454 c.p.); spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 c.p.); spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 c.p.); falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.) e uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.); contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.) e fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo, o di carta filigranata (art. 461 c.p.). La Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha riformulato il titolo dell art. 25 bis, estendendo la responsabilità attribuibile in capo agli enti per i reati di: contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni (art. 473 c.p.); introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) Delitti contro l industria e il commercio La Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha inserito nel Decreto 231 l art. 25 bis.1, che estende la responsabilità amministrativa degli enti per i reati di: turbata libertà dell industria o del commercio (art. 513 c.p.); frode nell esercizio del commercio (art. 515 c.p.); vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.); vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.); fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c.p.); contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art. 517-quater c.p.); illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.); 9 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

10 frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.) Reati societari L art. 3 del decreto legislativo 11 aprile 2002, n. 61, in vigore dal 16 aprile 2002, nell ambito della riforma del diritto societario ha poi introdotto l art. 25 ter che estende il regime di responsabilità amministrativa ai seguenti reati societari: false comunicazioni sociali (art c.c.); false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622, commi 1 e 3, c.c.); falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni della Società di revisione (art. 2624, commi 1 e 2, c.c.) 2 ; impedito controllo (art. 2625, comma 2, c.c.); formazione fittizia del capitale (art c.c.); indebita restituzione dei conferimenti (art c.c.); illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art c.c.); illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della Società controllante (art c.c.); operazioni in pregiudizio dei creditori (art c.c.); indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art c.c.); corruzione tra privati (art c.c.) 3 illecita influenza sull assemblea (art c.c.); aggiotaggio (art c.c.); ostacolo all esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638, commi 1 e 2, c.c.); omessa comunicazione del conflitto di interessi (art bis c.c.) Delitti aventi finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali L art. 25-quater, introdotto dall art. 3 della legge 14 gennaio 2003, n. 7 di ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo (New York, 9 dicembre 1999), opera un rinvio generale a tutte le ipotesi attuali e future di reati terroristici ed eversivi previsti dal codice penale e dalle Leggi Speciali. La disposizione di cui all'art. 1 della L. 6 febbraio 1980, n. 15 prevede una circostanza aggravante destinata ad applicarsi a qualsiasi reato sia "commesso con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico Delitti contro la persona e delitti contro la personalità individuale L ambito dei delitti contro la persona è stato introdotto con la Legge del 9/01/06 n. 7 che ha aggiunto l art. 25-quater - 1 e riguarda il divieto delle pratiche di mutilazione genitali femminili. 2 Il D.Lgs. n.39/2010 sulla revisione legale dei conti ha abrogato l art del Codice civile, ma, nel contempo, ha introdotto, nell art. 27, il reato di Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni dei responsabili della revisione legale dei conti per cui, allo stato, nell incertezza del quadro normativo di riferimento, il reato in parola viene prudenzialmente indicato quale presupposto della responsabilità amministrativa degli enti. 3 Reato introdotto nell art. 25 ter del Decreto 231 dalla Legge n. 190 del Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

11 L ambito legislativo riguardante i delitti contro la personalità individuale è stato introdotto con L. 11/08/2003 n. 228 che ha aggiunto l art. 25-quinquies che richiama specifici articoli contenuti nella Sez. I, capo III, titolo XII, Libro II del codice penale: riduzione o mantenimento in schiavitù e servitù (art. 600 c.p.); tratta di persone (art. 601 c.p.); acquisto o alienazione di schiavi (art. 602 c.p.); prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.); pornografia minorile (art. 600-ter c.p.); detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater c.p.); pedopornografia virtuale (art. 600-quater - 1 c.p.). 4 iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-quinquies c.p.) Delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato In relazione alla disciplina sul Market Abuse (Parte V Titolo I bis, Capo II del T.U.F.), sono stati introdotti nel disposto del Decreto 231 (art. 25-sexies) i reati di abuso di informazioni privilegiate (art. 184 del TUF) e di manipolazione del mercato (art. 185 del TUF). In particolare, per abuso di informazioni privilegiate (insider trading) si intende il reato per il quale chiunque, essendo in possesso di informazioni non di pubblico dominio, le divulghi a terzi, o le utilizzi al fine di effettuare o indurre altri a compiere operazioni di compravendita o altre operazioni relative a strumenti finanziari. Tali informazioni permettono ai soggetti che ne facciano utilizzo una scelta basata su un'asimmetria informativa, privilegiandoli rispetto ad altri investitori operanti sul medesimo mercato. L ipotesi di reato di manipolazione del mercato si configura invece a carico di chiunque diffonda informazioni false o ingannevoli o pone in essere operazioni simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari. L articolo 187-quinquies del TUF introduce una specifica ipotesi di responsabilità amministrativa a carico degli enti per illeciti amministrativi in materia di abusi di mercato (artt. 187 bis e 187 ter del TUF) commessi nel loro interesse o a loro vantaggio da soggetti aziendali in posizioni apicali o a loro subordinati Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commesse con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro La Legge n. 123/07, ha introdotto due nuove tipologie di reato-presupposto all interno della disciplina di cui al Decreto 231. Nel Decreto è stato infatti inserito l art.25-septies, successivamente sostituito dall art. 300 del D.Lgs. 81/08, che prevede l estensione della responsabilità amministrativa dell ente ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime (artt. 589 e 590 del Codice Penale), commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro. Il provvedimento legislativo, integrando il quadro delle norme di presidio in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro stabilisce, come fattore di novità, la punibilità delle Società anche per i 4 Reato introdotto nell art. 25 quinquies del Decreto 231 dalla Legge n. 38 del Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

12 reati di natura colposa, diversamente da quanto previsto finora per i reati in ambito 231, che richiedevano il presupposto della sussistenza del dolo (coscienza e volontarietà dell azione criminosa). Da segnalare che ulteriori elementi di novità in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono stati introdotti dal D.Lgs. n. 106 del Reati di riciclaggio, ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e reati transnazionali Il D.Lgs. n. 231 del 21 novembre 2007, relativo all attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, nonchè della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione, ha introdotto nel Decreto 231 l art.25-octies che estende l ambito della responsabilità amministrativa per gli enti in relazione ai reati di riciclaggio (art. 648 bis c.p.), ricettazione (art 648 c.p) e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648 ter c.p.). L art. 648 del codice penale dispone che commette il reato di ricettazione chiunque, fuori dai casi di concorso nel reato, acquista, riceve od occulta, denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto al fine di procurare a se od ad altri un profitto. L art. 648-bis del codice penale dispone che, al di fuori dei casi di concorso nel reato, commette il delitto di riciclaggio chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da un delitto non colposo ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l identificazione delittuosa della loro provenienza. L art. 648-ter del codice penale dispone inoltre che, al di fuori dei casi di concorso nel reato e dei casi previsti dagli articoli 648 (ricettazione) e 648-bis (riciclaggio), commette il delitto di impiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita chiunque impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto. Inoltre, la legge n. 146/2006, ha ratificato la normativa comunitaria contro il crimine organizzato transnazionale relativamente a quei reati posti in essere da un gruppo organizzato in più di uno Stato, ovvero a quelli commessi in uno Stato singolo, da parte di una organizzazione criminale operante su base internazionale. Tale legge comprende le seguenti tipologie di reato: associazione per delinquere (art. 416 c.p); associazione di tipo mafioso (art. 416bis c.p.); reati concernenti intralcio alla giustizia (art. 377bis e 378 c.p.); traffico di migranti (d. lgs. n. 286/98 e successive modifiche) Delitti in materia di violazione del diritto d autore La Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha inserito nel Decreto 231 l art. 25 novies, che prevede l estensione della responsabilità amministrativa dell ente ai seguenti reati. Messa a disposizione del pubblico in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere e senza averne diritto, di un'opera o di parte di un opera dell'ingegno protetta (art. 171, co. 1, lett a-bis), L. 633/1941). Reato di cui al punto precedente commesso su un opera altrui non destinata alla pubblicazione, ovvero con usurpazione della paternità dell opera, ovvero con deformazione, mutilazione o altra modificazione dell opera stessa, qualora ne risulti offeso l onore o la reputazione dell autore (art. 171, co. 3, L. 633/1941). Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita, detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale ovvero concessione in 12 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

13 locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di mezzi per consentire o facilitare la rimozione arbitraria o l elusione funzionale di dispositivi di protezione di programmi per elaboratori (art. 171-bis, co. 1, L. 633/1941). Riproduzione su supporti non contrassegnati SIAE, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati al fine di trarne profitto; estrazione o reimpiego della banca dati in violazione delle disposizioni sui diritti del costitutore e dell utente di una banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati (art. 171-bis, co. 2, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da una delle seguenti condotte descritte all art. 171-ter, comma 1, L. 633/1941: - abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell'ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio, di dischi, nastri o supporti analoghi ovvero di ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento (lett. a); - abusiva riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, di opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-musicali, multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati (lett. b); - introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, messa in commercio, concessione in noleggio o cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo televisione con qualsiasi procedimento, trasmissione a mezzo radio, delle duplicazioni o riproduzioni abusive di cui alle lettere a) e b) senza aver concorso nella duplicazione o riproduzione (lett. c); - detenzione per la vendita o la distribuzione, messa in commercio, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo radio o televisione con qualsiasi procedimento, di videocassette, musicassette, qualsiasi supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, o altro supporto per il quale è prescritta l'apposizione del contrassegno SIAE, privi del contrassegno medesimo o dotati di contrassegno contraffatto o alterato (lett. d); - ritrasmissione o diffusione con qualsiasi mezzo di un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni ad accesso condizionato, in assenza di accordo con il legittimo distributore (lett. e); - introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, vendita, concessione in noleggio, cessione a qualsiasi titolo, promozione commerciale, installazione di dispositivi o elementi di decodificazione speciale che consentono l'accesso a un servizio criptato senza il pagamento del canone dovuto (lett. f); - fabbricazione, importazione, distribuzione, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, pubblicizzazione per la vendita o il noleggio, o detenzione per scopi commerciali, di attrezzature, prodotti o componenti ovvero prestazione di servizi aventi impiego commerciale o prevalente finalità di eludere efficaci misure tecnologiche di protezione ovvero progettati, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di tali misure (lett. f-bis); - abusiva rimozione o alterazione di informazioni elettroniche sul regime dei diritti di cui all'articolo 102-quinquies, ovvero distribuzione, importazione a fini di distribuzione, diffusione per radio o per televisione, comunicazione o messa a disposizione del pubblico di opere o 13 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

14 altri materiali protetti dai quali siano state rimosse o alterate le informazioni elettroniche stesse (lett. h). Reati caratterizzati da una delle seguenti condotte descritte all art. 171-ter, comma 2, L. 633/1941: - riproduzione, duplicazione, trasmissione o diffusione abusiva, vendita o commercio, cessione a qualsiasi titolo o importazione abusiva di oltre 50 copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi (lett. a); - immissione a fini di lucro in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera o parte di un opera dell'ingegno protetta dal diritto d'autore, n violazione del diritto esclusivo di comunicazione al pubblico spettante all autore (lett. a-bis); - realizzazione delle condotte previste dall art. 171-ter, co. 1, L. 633/1941, da parte di chiunque eserciti in forma imprenditoriale attività di riproduzione, distribuzione, vendita o commercializzazione, ovvero importazione di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi (lett. b); - promozione od organizzazione delle attività illecite di cui all art. 171-ter, co. 1, L. 633/1941 (lett. c). Mancata comunicazione alla SIAE dei dati di identificazione dei supporti non soggetti al contrassegno, da parte di produttori o importatori di tali supporti, ovvero falsa dichiarazione circa l assolvimento degli obblighi sul contrassegno (art. 171-septies, L. 633/1941). Fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica, utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art. 171-octies, L. 633/1941) Reati ambientali Il D.Lgs. n. 121 del 7 luglio 2011, emanato in attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni, ha inserito nel Decreto 231 l art. 25-undecies, con l estensione della responsabilità amministrativa degli enti alle fattispecie dei Reati ambientali commessi nell interesse o a vantaggio dell ente stesso. La normativa, peraltro molto articolata, prevede le seguenti tipologie di illeciti. a) Reati previsti dal Codice Penale: - art. 727 bis (uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette); - art. 733 bis (distruzione o deterioramento di habitat all interno di un sito protetto). b) Reati previsti dal D.Lgs n. 152/2006 ( Codice dell ambiente ): - art. 137, commi 2, 3, 5, primo e secondo periodo, 11 e 13 (scarico acque reflue industriali); - art. 256, commi 1, lettere a) e b), 3, primo e secondo periodo, 5 e 6, primo periodo (attività di gestione rifiuti non autorizzata); - art. 257, commi 1 e 2 (bonifica dei siti); - art. 258, comma 4, secondo periodo (obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari); - art. 259, comma 1 (traffico illecito di rifiuti); - art. 260, commi 1 e 2 (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti); 14 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

15 - art. 260-bis, commi 6, 7, secondo e terzo periodo, comma 8, primo e secondo periodo (sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti - SISTRI); - art. 279, comma 5 (tutela dell aria e riduzione emissioni nell atmosfera). c) Reati previsti dalla Legge n. 150/1992 ( Disciplina dei reati sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali ): - art. 1, commi 1 e 2, art. 2, commi 1 e 2; art. 3 bis, comma 1; art. 6, comma 4 (commercio, utilizzo, trasporto di esemplari animali o vegetali e detenzione esemplari vivi di specie selvatica o pericolosi). d) Reati previsti dalla Legge n. 549/1993 ( Misure a tutela dell ozono stratosferico e dell ambiente ): - art. 3, comma 6 (cessazione e riduzione dell impiego delle sostanze lesive) e) Reati previsti dalla Legge n.202/2007 ( Inquinamento del mare provocato dalle navi ): - art. 8, commi 1 e 2 (inquinamento doloso dell ambiente marino); - art. 9, commi 1 e 2 (inquinamento colposo dell ambiente marino) Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria La Legge 3 agosto 2009, n. 116 recante Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione adottata dall Assemblea Generale dell ONU il 31 ottobre 2003 ha introdotto la responsabilità amministrativa degli enti per il reato di cui all art. 377 bis c.p. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria (art. 25 decies del Decreto 231) Delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare Il D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 recante Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, all art. 22, comma 12, prevede sanzioni nei confronti del datore di lavoro che occupi alle proprie dipendenze lavoratori stranieri il cui soggiorno è irregolare. Il D.Lgs. del 16 luglio 2012, n. 109 ha inserito nel Decreto 231 l art. 25-duodecies, con l estensione della responsabilità amministrativa degli enti in relazione al delitto sopra citato, laddove ricorrano le specifiche circostanze aggravanti previste dall art. 22, comma 12-bis, del D. Lgs. 25 luglio 1998, n. 286; dette circostanze aggravanti sussistono nei seguenti casi: a) se i lavoratori occupati sono in numero superiore a tre; b) se i lavoratori occupati sono minori in età non lavorativa; c) se i lavoratori occupati sono sottoposti alle altre condizioni lavorative di particolare sfruttamento di cui al terzo comma dell articolo 603 bis del codice penale (delitto di Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ). 2. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO 2.1 Obiettivi perseguiti con l adozione del Modello 15 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

16 PosteShop S.p.A. (di seguito, anche PosteShop o l Azienda o la Società ) - sensibile all esigenza di assicurare condizioni di correttezza e di trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali a tutela della posizione e dell immagine propria, delle aspettative dei propri azionisti e del lavoro dei propri dipendenti - ha ritenuto conforme alle proprie politiche aziendali procedere, anche in coerenza con le linee di governance adottate dal Gruppo Poste Italiane, all attuazione del modello di organizzazione e di gestione previsto dal decreto (di seguito, anche Modello Organizzativo o Modello ). Scopo del Modello è la costruzione di un sistema strutturato e organico di strumenti procedurali, raccolti nell apposito Sistema Documentale Aziendale, e di attività di controllo, volto principalmente a prevenire (controllo ex ante) la commissione dei reati previsti dal decreto. In particolare, mediante l individuazione delle aree di attività a rischio e la loro conseguente proceduralizzazione, il Modello si propone di: determinare, in tutti coloro che operano in nome e per conto di PosteShop nelle aree di attività a rischio, la consapevolezza di poter incorrere, in caso di violazione delle disposizioni ivi riportate, in un illecito passibile di sanzioni, sul piano penale e amministrativo, non solo a proprio carico ma anche a carico dell azienda; ribadire che tali forme di comportamento illecito sono fortemente condannate da PosteShop in quanto (anche nel caso in cui la società fosse apparentemente in condizione di trarne vantaggio) contrarie alla legge e ai principi etico-sociali cui l Azienda si attiene nell espletamento della propria missione aziendale; consentire alla società, grazie a un azione di monitoraggio sulle aree di attività a rischio, di intervenire tempestivamente per prevenire e contrastare la commissione dei reati stessi. Punti cardine del Modello sono, oltre ai principi già indicati: l individuazione delle aree di attività a rischio dell azienda, vale a dire le attività nel cui ambito è ipotizzabile la commissione di reati e l evidenza delle fasi principali che caratterizzano le singole operazioni a rischio; la manutenzione di adeguate procedure aziendali a presidio delle aree di attività a rischio in modo integrato con la regolamentazione dei sistemi di controllo dei processi aziendali; l attività di sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli aziendali delle regole comportamentali e delle procedure istituite; l attribuzione all OdV di specifici compiti di vigilanza e di attuazione di quanto previsto nel Modello; la verifica dell effettivo rispetto e efficacia del Modello e delle relative procedure aziendali di cui sopra; l attuazione di un adeguato sistema sanzionatorio. 16 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

17 2.2 Modifiche e integrazioni del Modello Il Modello Organizzativo è approvato con apposita deliberazione del Consiglio di Amministrazione che provvede anche alle sue modifiche su proposta dell Amministratore Delegato. 2.3 Destinatari del Modello Sono destinatari del Modello tutti coloro che operano per il conseguimento dello scopo e degli obiettivi di PosteShop S.p.A. 2.4 Individuazione dei rischi e sistema di governo delle procedure In relazione alle singole fattispecie di reato previste dal D.Lgs. 231/01, viene effettuata l analisi del contesto aziendale per evidenziare dove e secondo quali modalità possono potenzialmente verificarsi eventi pregiudizievoli per gli obiettivi indicati dal citato Decreto. Tale analisi dei rischi è eseguita da parte delle funzioni aziendali di PosteShop, con l eventuale supporto della funzione Controllo Interno della Capogruppo Poste Italiane e/o di consulenti esterni. In base alle indicazioni ed alle risultanze di tale analisi: 1. l Amministratore Delegato, sentito il parere dell OdV, procede alla presentazione in CdA di eventuali proposte di integrazione/modifica del Modello Organizzativo; 2. le singole Funzioni aziendali, individuate come Process Owner secondo le modalità descritte nel Modello Organizzativo, partecipano all elaborazione e alla implementazione delle Procedure aziendali relative alle aree di attività a rischio, anche ad integrazione di procedure aziendali già esistenti, in coerenza con i criteri contenuti nel modello delle procedure. Le procedure, previa approvazione dell Amministratore Delegato, sono emesse da parte della funzione aziendale Sistemi informativi procedure, ove necessario con il supporto delle altre funzioni aziendali e dell area legale di PosteShop in qualità di Referente 231. Le Procedure sono pubblicate nell apposito Repository dedicato al Sistema Documentale Aziendale, in coerenza con i criteri contenuti nel sopracitato modello delle procedure. I documenti originali sono archiviati in relazione alla loro progressione cronologica e degli stessi viene assicurata la reperibilità Ruolo ed individuazione dei Process Owner 17 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

18 Al fine di garantire la continua efficacia del Modello, l Amministratore Delegato individua, tenendo conto delle responsabilità che PosteShop ha formalmente assegnato, i Process Owner che rappresentano il punto di riferimento organizzativo per il complesso delle attività svolte nell ambito dei processi sensibili afferenti le aree di attività a rischio individuate. In particolare, i Process Owner rappresentano le Funzioni aziendali che: hanno elevata conoscenza dei processi sensibili, in termini di attività e rischi e possono assicurare un processo di formazione e attuazione delle decisioni chiaro e trasparente; possono favorire modalità di monitoraggio sulla funzionalità del Modello preventivo adottato, nonché gli eventuali adeguamenti necessari. Se l estensione del processo presidiato e la complessità delle operazioni lo richiedono, il Process Owner potrà attribuire, d intesa con l AD ed in coerenza con i processi e le responsabilità organizzative aziendali, parte delle proprie competenze a uno o più Sub- Process Owner, che saranno responsabili delle operazioni svolte relativamente alla parte di processo assegnata. Qualora la gestione del processo, ferma restando la sua unitarietà, in considerazione di particolari esigenze aziendali prioritariamente riferibili agli acquisti di beni e servizi, preveda la delega di specifiche attività e l attribuzione delle conseguenti responsabilità a Funzioni aziendali diverse da quella del Process Owner di riferimento, l AD potrà, su richiesta e d intesa con le Funzioni interessate, provvedere a nominare distinti Process Owner Delegati a cui verranno affidate con responsabilità autonoma, in tutto o in parte, le competenze del Process Owner relativamente alla gestione delle attività oggetto di delega. Per i processi di propria competenza ciascun Process Owner: 1) promuove la diffusione e la conoscenza del Modello e del Codice Etico anche attraverso l identificazione dei fabbisogni formativi e informativi; 2) redige, aggiorna e implementa le Procedure ed eventuali altre tipologie documentali correlate alle attività a rischio, evidenziando un adeguato sistema di controllo delle relative attività a rischio. L approvazione e la pubblicazione/diffusione delle procedure avviene secondo i criteri e le responsabilità indicate nel modello delle procedure; 3) assicura il rispetto delle procedure relative ai processi di cui è il punto di riferimento organizzativo, monitorando l osservanza delle stesse attraverso idonee modalità che garantiscano anche l attuazione di un sistema di tracciabilità dell intero processo, in cui ogni operazione sia provvista di un adeguato supporto documentale; 4) propone eventuali aggiornamenti alla mappa dei processi e miglioramenti al sistema di controllo interno; 5) redige i flussi informativi periodici per le diverse aree di attività a rischio, in base a specifiche linee guida definite dalla funzione Supporto legale - con l eventuale 18 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

19 contributo della funzione Controllo Interno della Capogruppo Poste Italiane - e/o di consulenti esterni, e li invia all OdV e all Amministratore Delegato. 2.5 Aree di attività a rischio e relativi sistemi di presidio organizzativo/gestionale Seguono, per ciascuna tipologia di reati enunciata, i risultati dell analisi dei rischi che tiene conto dei vantaggi potenziali che PosteShop potrebbe conseguire a fronte della realizzazione degli stessi. Per tutte le aree di attività a rischio, valgono i seguenti presidi organizzativo/gestionali di carattere generale: Codice Etico e Codice di comportamento Fornitori e Partner (di cui al paragrafo 7); Sistema di attribuzione dei poteri conferiti ai primi livelli aziendali, da parte dell Amministratore Delegato, sulla base di procure speciali; Sistema Documentale Aziendale e relative disposizioni procedurali; Sistema sanzionatorio (di cui ai successivi paragrafi 5 e 6). Per talune tipologie di attività esposte al rischio di reato, sono stati altresì evidenziati i principali presidi organizzativo/gestionale specifici di seguito indicati. Con riferimento a questi ultimi, ad integrazione di quanto riportato nei paragrafi che seguono si richiamano, per la loro attinenza rispetto a diverse aree di rischio-reato (es. reati contro la Pubblica Amministrazione, reati Societari, reati di criminalità organizzata, ecc.) le attività e i controlli espletati in ambito aziendale in adempimento agli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, introdotti dalla Legge 13 agosto 2010 n Piano straordinario contro le mafie (art. 3: tracciabilità dei flussi finanziari ) Attività a rischio in relazione ai reati contro la Pubblica Amministrazione I reati contro la Pubblica Amministrazione hanno come presupposto l instaurazione di rapporti e/o lo svolgimento di attività concretanti una pubblica funzione o un pubblico servizio. Tenuto conto dei rapporti che PosteShop intrattiene con Amministrazioni Pubbliche, le aree di attività ritenute più specificamente a rischio ( Aree di Attività a Rischio ) sono: Reati di corruzione (per un atto contrario ai doveri d ufficio, per l esercizio della funzione e istigazione alla corruzione), induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa in danno dello Stato o di altro Ente pubblico e frode informatica. 1. i rapporti con le Autorità di regolamentazione e vigilanza, quali ad esempio l Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) l Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali (Garante 19 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

20 Privacy), il Ministero dello Sviluppo Economico Comunicazioni e l Azienda Autonoma Monopoli di Stato (AAMS); 2. i rapporti con i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio relativamente agli adempimenti fiscali, tributari e previdenziali; 3. i rapporti con gli incaricati di pubblico servizio nell ambito dell applicazione del contratto di vendita dei biglietti delle lotterie presso gli Uffici Postali con la società Lottomatica. Reati di corruzione (per un atto contrario ai doveri d ufficio, per l esercizio della funzione e istigazione alla corruzione) e di induzione indebita a dare o promettere utilità. 4. la richiesta di provvedimenti amministrativi, di autorizzazioni, licenze e concessioni per lo svolgimento di attività strumentali a quelle tipiche della società; 5. la gestione della sicurezza sul lavoro, nelle fasi di contatto con le autorità competenti in merito alla vigilanza e gestione degli obblighi normativi a carico della Società. Reati di corruzione in atti giudiziari (e, in via subordinata, per un atto contrario ai doveri d ufficio e per l esercizio della funzione), di istigazione alla corruzione e di induzione indebita a dare o promettere utilità. 6. i rapporti con l autorità giudiziaria, i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio nell ambito del contenzioso penale, civile, del lavoro, amministrativo, tributario e fiscale. Inoltre, sono state individuate le seguenti attività a rischio che, pur non prevedendo contatti diretti con la Pubblica Amministrazione, sono tuttavia strumentali alla commissione dei reati di corruzione (per un atto contrario ai doveri d ufficio, per l esercizio della funzione, in atti giudiziari e di istigazione alla corruzione) e di induzione indebita a dare o promettere utilità: 1. la selezione e assunzione del personale; 2. il processo di approvvigionamento di beni destinati alla vendita e di beni/servizi strumentali, con particolare riferimento a quelli di natura immateriale (es. consulenze e acquisti di pubblicità); 3. la logistica, con riferimento alle entrate di magazzino; 4. la contabilizzazione delle fatture passive e delle note di credito e la gestione del credito; 5. la gestione delle risorse finanziarie, con particolare riferimento ai pagamenti verso fornitori e alla registrazione degli incassi (relativi ad esempio ai contributi di comarketing e agli aggi sulle vendite); 6. il processo di marketing, con riferimento alle attività di sviluppo offerta. Costituiscono situazioni di attenzione nell ambito delle suddette aree di attività a rischio: A) con riferimento al punto 3, gli incontri con i rappresentanti delle PA; B) con riferimento al punto 8, la fase di selezione del contraente. Rappresenta, infine, un aspetto di ulteriore attenzione l eventuale conferimento di utilità a titolo gratuito (donazioni, regali, omaggi, ecc.) nei confronti di esponenti pubblici, con particolare seppur non esclusivo riferimento a rapporti di carattere continuativo che la 20 Aggiornamento deliberato nell adunanza del 18 dicembre 2013 del Consiglio di Amministrazione

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