Le voci sono quelle di un gruppo di donne architetto, ciascuna con il suo punto di vista e con la sua esperienza.

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2 INTRODUZIONE Abbiamo preparato per voi un breve racconto fatto di parole e di immagini e abbiamo deciso di leggerlo a più voci, in modo corale, mentre scorrono le immagini. Le voci sono quelle di un gruppo di donne architetto, ciascuna con il suo punto di vista e con la sua esperienza. Abbiamo deciso di mettere insieme e condividere le nostre esperienze per creare uno spartito comune illustrando i pensieri e le riflessioni che il nostro mestiere ci porta a fare quotidianamente. Il racconto riguarda i luoghi, in particolare i luoghi abitati dalle persone e ancora più in particolare quella parte dei luoghi che appartiene a tutti e che tutti condividono: strade, piazze, parchi e servizi. Lo chiamiamo Spazio Pubblico. Lo spazio pubblico è uno spazio dove si incontrano le voci di tutti e i diversi punti di vista: è uno spazio corale come il nostro breve racconto. Se prestiamo attenzione ed impariamo a guardarlo, ci racconta molto di noi, di come siamo, dei nostri valori, dei nostri vizi e delle nostre virtù. Ogni luogo, ogni paesaggio dà forma a un sistema collettivo di valori dentro il quale le individualità e le singole parti, si sostanziano e si esprimono soltanto in un rapporto di relazione con le altre individualità e con le altre parti. Quello che ci interessa sottolineare è che c e un legame molto stretto tra la qualità di uno spazio, della sua forma e della sua organizzazione e la qualità della vita di chi abita dentro quello spazio. Vogliamo affermare che l attenzione a questo legame deve essere il primo e il più importante tema per chi progetta la città e le sue parti. Troppo spesso invece la costruzione e la gestione del territorio avvengono secondo meccanismi che privilegiano aspetti diversi e troppo spesso le nostre città ci appaiono per questo come luoghi inumani, non adeguati ai bisogni e ai desideri di ampie fasce di popolazione, che vengono marginalizzate ed escluse, oppure costrette entro modalità di vita e di relazione sociale difficili e poco appaganti. La nostra iniziativa che abbiamo chiamato Altri sguardi sulla città si pone l obbiettivo di avviare un percorso di ascolto e di riflessione allargato e partecipato, con lo scopo di fare emergere la centralità della persona nel progetto della città, dei suoi sogni e dei suoi bisogni nelle varie fasi della vita. 2

3 1 SECONDA VOCE (guardare > vedere > capire) Guardare è molto di più che una semplice ed automatica registrazione ottica: piuttosto è la premessa indispensabile per capire e per attribuire un senso a ciò che ci circonda e alle azioni che compiamo ogni giorno. Lo sguardo di chi osserva i luoghi è continuamente sollecitato da visioni in cui si intrecciano livelli e scale diverse di percezione: quella del paesaggio profondo cioè fatto di strati lontani e di prospettive lunghe e quella del paesaggio ravvicinato, fatto di dettagli e particolari depositati nel tempo. La bellezza e la ricchezza del paesaggio corto testimoniano l importanza dei microsegni, cioè delle presenze, spesso impropriamente ritenute minori, che veicolano l identità più peculiare di una cultura e di una tradizione locale: sono bellezze che si colgono soprattutto camminando nel paesaggio, immergendosi dentro, con un ritmo legato al respiro e al battito cardiaco, estendendo la percezione sensoriale ai suoni, ai profumi e agli odori, alle sensazioni tattili. I dettagli sono fondamentali per conoscere un luogo e per progettarne la trasformazione. All opposto lo sguardo profondo, interpone una distanza notevole tra chi osserva e il fuoco dell osservazione: vedere il mondo dall alto e da lontano consente di afferrare i rapporti tra le cose che normalmente sfuggono, significa spostarsi fuori da ciò che più spesso vediamo da dentro, acquistando la possibilità di comprensione dell insieme che soltanto la distanza consente. Ogni luogo è un deposito di segni che comunicano soltanto se chi percepisce può e sa mettersi in sintonia con loro. Non c è paesaggio senza percezione: non c è paesaggio senza consapevolezza. Quando trasformiamo un luogo dobbiamo innanzitutto guardare e metterci all'ascolto, capire quali sono le sue caratteristiche fondamentali e rispettarle. 3

4 2 TERZA VOCE (locale e territoriale- la scala) Ogni luogo ha un valore in s'è per quello che è e per quello che rappresenta agli occhi di chi lo abita quotidianamente. Ogni luogo ha anche un valore allargato, perchè è parte di un territorio più vasto con il quale dialoga stabilendo un sistema complesso di relazioni. Capire un luogo significa quindi capire la sua natura "locale", il suo "dentro", ma anche la sua natura territoriale, quali relazioni stabilisce con ciò che sta fuori, con gli altri luoghi. Tra il dentro e il fuori si creano flussi, scambi, relazioni, una rete che determina la qualità del nostro modo di vivere e di abitare. Spesso l impoverimento di un luogo o di una parte di esso è generato da ciò che gli sta intorno perché il territorio è un sistema di vasi comunicanti in cui i fenomeni e le dinamiche si propagano. Lavorare su un punto, per quanto minuto e marginale, significa spesso rimettere in discussione un sistema più vasto, ridefinire un equilibrio generale. Stabilire un rapporto equilibrato tra Il dentro e il fuori è il compito principale del progetto territoriale. E un compito che non è mai finito una volta per tutte, ma che deve essere continuamente reinterpretato, perché il territorio cambia ogni giorno insieme al nostro modo di abitarlo. Nel presente alcuni luoghi sono caricati di flussi troppo alti e subiscono pressioni troppo forti che creano congestione e ipersaturazione facendo perdere riconoscibilità:altri luoghi sono invece troppo scarichi, privi di flussi, decadenti. Alcuni luoghi crescono troppo, altri decrescono e si impoveriscono. Alcuni centri abitati invecchiano e muoiono, altri si rigenerano continuamente e continuano a vivere. La situazione ideale è quella in cui ogni luogo può continuare ad avere una chiara identità locale ponendosi in una relazione proficua e arricchente di scambio con gli altri luoghi. 4

5 3 QUARTA VOCE (il confine tra spazio pubblico e privato) Lo spazio pubblico e lo spazio privato non sono entità separate e indipendenti l'una dall'altra. Piuttosto devono essere considerate come entità strettamente interconnesse, unite da un legame inscindibile. Tra spazio pubblico e spazio privato si costruisce un'interfaccia che è fondamentale nella qualità dei luoghi e che dipende dal nostro modo di concepire le regole sociali, il rapporto di coabitazione, lo stare insieme agli altri e di vivere le comunità sociali. Lo spazio pubblico è fatto dai nostri usi, dalle nostre abitudini, dai nostri rumori, dai nostri modi di mostrarci, di spostarci, di incontrarci, di consumare...quello che noi facciamo sulla facciata del nostro edificio è spazio pubblico, quello che noi mettiamo in mostra sui balconi, i nostri cancelli, le nostre recinzioni, sono spazio pubblico, perchè insieme costituiscono quello che tutti noi vediamo camminando per strada, fermandoci in una piazza. Il decoro e la cura trasmettono un messaggio di attenzione e di accoglienza e rendono le strade più belle, più ospitali. Il confine tra il nostro spazio privato e lo spazio di tutti è un tema decisivo nella qualità dei luoghi. Spesso siamo portati a dare molta importanza a quello che ci appartiene singolarmente, alle nostre case e al loro interno, mentre riserviamo meno attenzione a ciò che sta fuori dalla nostra intimità. Il risultato è che a volte siamo portati a pensare che ciò che sta fuori non sia nostro, non ci appartenga e così lo spazio pubblico, invece che appartenere a tutti, non appartiene più a nessuno e come tale è meno significativo, trascurabile. A volte addirittura pensiamo che ciò che sta fuori sia qualcosa da cui difendersi, qualcosa di cui avere paura. E' un processo esponenziale, più respingiamo lo spazio pubblico, più questo ci respinge, diventando brutto, inospitale, pericoloso. Un elevatore dentro un bosco porta senza fatica al laghetto sottostante, senza guidatore, senza sorveglianza. Tutti lo usano civilmente e non ci sono vandalismi: ricambiano la fiducia con senso di responsabilità. Tutti hanno capito che l elevatore è un bene da proteggere per poter continuare a godere, senza costi, di un servizio utile. La recinzione di un asilo fatta con assi di legno colorate dai bambini serve per delimitare una zona di sicurezza, ma è gioiosa, tranquillizzante. Non serve a respingere, a fare male. Dimostra fiducia e viene ripagata col senso di responsabilità di tutti. Lo spazio pubblico è per la gran parte, quello che noi vogliamo che sia. 5

6 4 QUINTA VOCE (gli usi) Ogni luogo è caratterizzato da aspetti fisici e spaziali, ma anche dagli usi che ne facciamo. Un paragone efficace è quello con i computer: c'è la macchina, l'hardware, e ci sono i programmi che fanno funzionare la macchina, i software. La stessa macchina può essere utilizzata per generare risultati diversi. Se il software non è efficace, l'hardware non serve a nulla, non produce risultati apprezzabili. Lo stesso ragionamento vale per i luoghi: ogni luogo nelle città esistenti e già consolidate, può essere trasformato e migliorato lavorando sui suoi aspetti soft, immateriali, incorporei. Spesso sono proprio quelli che non funzionano e creano inconvenienti e disfunzioni. L'uso che facciamo dello spazio pubblico è fondamentale per definire la sua qualità e la sua vivibilità. La stessa piazza cambia radicalmente se viene usata per parcheggiare le automobili, oppure per fare il mercato, oppure per ballare, oppure per incontrarsi e sostare. La stessa strada viene percepita in modo diverso se è possibile camminarci senza pericolo, se i bambini ci possono giocare. Il progetto della città contemporanea è soprattutto finalizzato a ridisegnare gli usi degli spazi esistenti, per renderli più vivibili, più belli, più adatti ad accogliere le persone e i loro bisogni nelle diverse fasi della vita. Il progetto della città contemporanea assume la dimensione del transitorio e della flessibilità come dimensioni importanti della qualità urbana. Spesso con costi bassi, si possono ottenere risultati e miglioramenti significativi. Spesso gli usi che facciamo possono cambiare con creatività il senso delle cose: in una fontana ci possiamo sedere, in un'altra possiamo fare il bagno e rinfrescarci quando fa caldo. Gli spazi per parcheggiare diventano micro parchi, le fermate dei mezzi pubblici momenti ludici per trasformare l'attesa in qualcosa di divertente, punti dove connettersi alla rete o ricaricare il telefonino. Anche le zone più degradate ispirano creatività e possono generare bellezza in un processo di riappropriazione creativa che rigenera il legame tra i luoghi e chi li abita. Basta poco per rendere la città più umana. 6

7 5 SESTA VOCE (il governo dei flussi) Il problema più urgente del territorio contemporaneo è quello del governo dei flussi che lo attraversano. Nella contemporaneità ci spostiamo continuamente, per studiare, per lavorare, per visitare, per comprare, per accedere ai servizi. La sovrapposizione non organizzata dei flussi genera conflitti, squilibri che rendono la vita di tutti più complicata e problematica e che creano gravi diseconomie. La presenza dominante e disordinata dell'automobile confligge con altri usi che sono invece fondamentali nella qualità della vita delle persone e nella godibilità degli spazi pubblici da parte di tutte le fasce d'età della popolazione. E' necessario creare percorsi sicuri, differenziati, lasciando spazio a nuove forme di mobilità non inquinante. E' necessario fare in modo che la connessione tra i vari punti di un territorio sia agevole, non pericolosa, gradevole. I percorsi devono essere ricchi di articolazioni e di possibilità per rispondere ai bisogni diversi della gente. Camminare in sicurezza, sedersi, parlare, giocare, incontrarsi... Lo spazio pubblico è bello quando è vario, ricco di opportunità, quando crea relazioni plurime e mette in contatto diverse attività in un rapporto denso, ma equilibrato. La città organizzata per zone segregate ha dimostrato il suo fallimento. La sua bruttezza. Dobbiamo ricreare anche nella città moderna, la ricchezza e la densità di funzioni integrate che caratterizzava la città antica e la sua vitalità. Nello spazio pubblico le regole servono a garantire la libertà di tutti in un rapporto di coesistenza responsabile. 7

8 6 SETTIMA VOCE (La rappresentazione dei valori. Cittadinanza e polis) Lo spazio pubblico, strade, piazze,parchi, servizi è come un grande testo sul quale, nel corso della storia, le diverse civiltà hanno scritto e rappresentato i propri valori. Lo spazio pubblico è un grande libro di storia. Osservandolo possiamo capire e immaginare quello che chi ci ha preceduto ha pensato, il suo modo di concepire la vita, la morte, il potere, la religione. Lo spazio pubblico è il luogo della memoria e dei simboli. Lo spazio pubblico esige rispetto e attenzione. Questo non vuol dire congelare tutto e fermarsi. Trasformazione e conservazione sono le due facce di una stessa medaglia, crescono l una sull altra. Ogni luogo per vivere deve continuamente trasformarsi, ma ogni luogo per vivere bene deve continuare ad avere un idea di sé, del suo passato, della sua cultura e della sua storia. Il degrado sociale e il degrado dei luoghi vivono insieme, si attirano reciprocamente. Il degrado dei luoghi è sporcizia, noncuranza e spesso cancellazione progressiva della memoria, distruzione della storia. Il degrado è virale si propaga ed amplifica. L interesse del singolo non può danneggiare l interesse di tutti. Per questo, il concetto moderno di paesaggio si lega strettamente a quello di partecipazione intesa come costruzione condivisa e consapevole di un sistema di valori. La tutela più efficace è quella di far emergere il legame profondo tra i luoghi e chi li abita e, abitandoli, li costruisce e trasforma giorno per giorno, in un rapporto di sintonia e rispetto, che porta ogni abitante a svolgere un ruolo attivo di protezione e valorizzazione di ciò a cui riconosce un valore che gli appartiene. La partecipazione è alla base dell idea di sviluppo sostenibile. Praticare la partecipazione vuol dire fare in modo che chi abita un luogo possa capire, possa avere gli elementi per mettere a punto un opinione consapevole, possa sentirsi parte attiva di una comunità, esprimere i suoi bisogni e i suoi desideri le sue proposte, insomma possa appartenere alla dimensione della CITTADINANZA ATTIVA. IL TERRITORIO E UN SISTEMA DI VALORI CHE METTE IN RELAZIONE CHI ABITA DANDO UN SENSO COMUNE ALLE FORME ED AI PAESAGGI LA COSTRUZIONE DELLA CITTA NON PUO PRESCINDERE DALLA COSTRUZIONE DELLA POLIS e DEI SUOI MODI 8

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